Loup-garou Posted February 26, 2012 Share Posted February 26, 2012 Versaĵo por hundo Havanta ungegojn por aliulo, vi al mi la piedojn tuj florigis; tiu teksaĵo kaj via okulo min tra tristaj inkuboj sinjorigis. Gardon mi memoradas, ne la bojon. L’ unua am’ ‘stis vi, sed al patrina tio ankoraŭ mi ‘stis pli inklina. Kion mi diris tiun lastan fojon? Morto via mortigis min, etulo. Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Loup-garou Posted February 27, 2012 Author Share Posted February 27, 2012 Io e gli altri Sono Data dimenticata Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Icoldibarin Posted February 28, 2012 Share Posted February 28, 2012 Non me ne vorrai se provo a lanciarmi in un improbabile traduzione, vero? Molti costrutti non li ho ancora studiati perciò vado in quel che mi manca (cioè quasi tutto) ad intuito, alcune frasi trasposte da me non stanno in piedi ma spero che almeno il senso originario non si sia snaturato troppo. Poesia per un cane Portatore di artigli per gli altri, i miei piedi fai fiorire all'istante; quel tessuto e il tuo occhio tra tristi incubi mi fanno diventar grande. Mi ricordo di farti la guardia, [...] la prima amorevolmente fosti tu, ma in tutto questo io fui ancor più incline a quella materna. Cosa mi ha detto quell'ultima occasione? La tua morte ha ammazzato in me il fanciullo. Quanto meno deve essere divertente come si è trasformata... Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Loup-garou Posted February 29, 2012 Author Share Posted February 29, 2012 Tutt'altro, apprezzo molto lo sforzo. Anzi, mi hai fatto notare che il secondo verso è ambiguo nel suo significato! =) La traduzione in italiano è più o meno questa: Tu, che per gli altri avevi artigli, verso di me subito facevi fiorire1 le zampe; quel tessuto2 e il tuo occhio superando incubi tristi mi hanno fatto diventare signore3. Il tuo fare la guardia continuo a ricordarmi, non l'abbaio. Il primo amore fosti tu, ma a quello materno ancora ero più incline. Che cosa dissi quell'ultima volta? La tua morte mi ha ucciso4, piccolo. 1 Rimanda alla zampa che si apre, che sboccia come se i polpastrelli fossero petali. 2 «Teksaĵo» significa proprio "tessuto" inteso come oggetto ottenuto con la tessitura (es. tessuto di lino). Non si usa quella parola per i tessuti come l'epidermide. In questo caso, è una metafora per riferirsi alla morbidezza dei polpastrelli. 3 Si riferisce alla maturità (adulto), ma anche a una qualità della stessa. 4 Letteralmente "mi ha fatto morire". Questioni tecniche: «Havanta» significa letteralmente «che ha». Tuttavia, in esperanto il tempo (passato, presente, futuro) della subordinata è sempre riferito al tempo della frase principale, non al tempo attuale in cui viene detta la frase, quindi in italiano in questo caso diventa «che aveva». Il secondo verso, hai ragione tu è ambiguo. «Al mi» l'avevo inteso "verso di me", ma unito a una parte del corpo (la piedojn) e a un verbo transitivo sembra che significhi che la parte del corpo appartiene a me. Per evitare quest'ambiguità bisognerebbe usare «direkte al mi», ma non ci starebbe nel verso (non sarebbe più endecasillabo). Per evitare l'ambiguità a questo punto è meglio usare «kun mi». «Piedo» si usa indifferentemente sia per i piedi degli esseri umani sia per le zampe degli animali. «Tra» è una preposizione di moto per luogo, quindi implica movimento (a differenza di «inter» che invece indica staticità, stato in luogo). Per questo nella traduzione italiana ho usato «superando», perché il senso è che gli incubi vengono attraversati, lasciati alle spalle. «Gardon» (gardo all'accusativo) è il sostantivo di gardi (fare la guardia), quindi gardo significa "guardia, atto del fare la guardia". Nell'originale è indeterminato (non ha l'articolo, visto che non si riferisce a un ricordo preciso), ma in italiano l'articolo determinativo è necessario o non avrebbe senso. «Memoradas» contiene il suffisso -ad che indica un'azione continuata. Quindi non è un ricordo che spunta all'improvviso, ma un ricordo costante, che perdura. «Bojon» (bojo all'accusativo) è il sostantivo di boji (abbaiare), quindi bojo significa "abbaio, atto dell'abbaiare". «Am'» sta per amo (amore). L'apostrofo in fine di parola si usa sempre e solo per elidere la -o, mai altre vocali (tranne nel caso dell'articolo la, che può diventare l'). «Al patrina // tio» è un'enjambement, ma formano un'unica frase nominale: "a quello materno". In «Kion mi diris tiun lastan fojon» il soggetto è «mi» (visto che si trova al nominativo) e l'oggetto è «kion» (accusativo). L'accusativo si usa anche per indicare il tempo (in alternativa alla preposizione je), per questo anche «tiun lastan fojon» è all'accusativo. Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Icoldibarin Posted February 29, 2012 Share Posted February 29, 2012 Che lupo erudito! Molto bella la poesia comunque, a me florigi evocava invece i rivoletti di sangue che appena dopo un graffio sembrano fiorire dalla pelle. Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Loup-garou Posted February 29, 2012 Author Share Posted February 29, 2012 La tyrannie du silence Les mots tenus secrets à mon cœur ôtent la paix Data dimenticata Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Loup-garou Posted March 1, 2012 Author Share Posted March 1, 2012 L’ultimo incontro T’ho salutato tu mi hai guardato con la tua azzurra intelligenza-diffidenza-sorpresa Chissà che influenza insignificante avrò nella tua vita, bambina Data dimenticata Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Loup-garou Posted March 2, 2012 Author Share Posted March 2, 2012 La fine E’ mezzanotte L’oscurità è regina vittoriosa mi droga di tristezza e ho pietà di questo mondo della sua morale boriosa sopra tutto di me della mia immensa delicatezza E’ mezzanotte E domani è ospite indiscreto trascina i miei rimandi e li mostra speranzoso ma il gesto di ieri ripeto Pur del tempo mio re i miei impegni risultano blandi E’ mezzanotte Il sonno è uccisore di sogni e placa ogni tormento di chi ha in vero vissuto Il mio corpo cede ai bisogni inutile, non c’è dolore in me, se non in ciò che sento E’ mezzanotte Fu un’altra giornata di nulla Mezzanotte 16-17 dicembre 2008 Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Loup-garou Posted March 4, 2012 Author Share Posted March 4, 2012 La lingua degli uomini Non so far cambiare idea alla gente Le mie ragioni sono così forti Ma noi pensiamo troppo differente Se le ragioni divengono torti 30 dicembre 2008 Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Loup-garou Posted March 6, 2012 Author Share Posted March 6, 2012 Silenzio C’è silenzio, ho paura Non è l’assenza di parole Ma la tua Che mi trasfigura In uno spettro d’inquietudine 17 ottobre 2009 Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Loup-garou Posted March 7, 2012 Author Share Posted March 7, 2012 Mani Sono salito sul cornicione oggi Non come vedi nei film Qualche pazzo Ma accasciato, faccia e corpo Sul marmo scarno Inerte pupazzo Tirato in basso e in alto Non sapevo che parte discendere Di quel sasso Più 24 maggio 2010 Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Loup-garou Posted March 8, 2012 Author Share Posted March 8, 2012 Alba nera Vivo sotto un cielo stellato d’altrüi lutti. Tutti saran distrutti di giorno. 8 dicembre 2010 Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Loup-garou Posted March 9, 2012 Author Share Posted March 9, 2012 Colpa Per un solo istante in te mi muto, eppure da secoli mi confondo, perso nel mondo come un ebbro infermo. Avrei ancora un punto fermo se appena fossi rimasto muto? 14 agosto 2011 Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Loup-garou Posted March 14, 2012 Author Share Posted March 14, 2012 @ Karles Sopravvive oggi il rosso danzatore dalla presenza costante e scostante. Sopravvive un ricordo distante, sopravvive dolce al lieve dolore una voce che dei veli scostò; sopravvive una voce, e dice pkoh. 18 agosto 2011 Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Loup-garou Posted March 15, 2012 Author Share Posted March 15, 2012 A volte vorrei essere una donna A volte vorrei essere una donna per aver rinfacciata la mia forza, non la mia debolezza. A volte vorrei essere una bomba per liberare ciò che premo dentro, segreti che porterò nella tomba. A volte te vorrei essere per comprendere ogni tuo malessere. 22 agosto 2011 Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Loup-garou Posted March 21, 2012 Author Share Posted March 21, 2012 La giornata delle pene incondivise Da quando hai disciolto questo laccio solitudine ha un sapore diverso, e quando con te là ero riverso ti guardavo oltre una lastra di ghiaccio. 12 ottobre 2011 Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Loup-garou Posted March 23, 2012 Author Share Posted March 23, 2012 Tristezza Tristezza, tu almeno abbracciami, consolami, venga una lacrima ad accarezzarmi la pelle. Caccia questo fuoco ribelle che agli altri vale così poco. 24 ottobre 2011 Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Isher Posted March 23, 2012 Share Posted March 23, 2012 Belle. Complimenti, hai talento, hai una nuova falda. In particolare mi piacciono: La tyrannie du silence Silenzio A volte vorrei essere una donna Tristezza Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
gaiovalerio Posted March 24, 2012 Share Posted March 24, 2012 molto belle. Mi piace molto Silenzio Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Loup-garou Posted March 25, 2012 Author Share Posted March 25, 2012 Grazie a entrambi. =) Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Silverselfer Posted March 27, 2012 Share Posted March 27, 2012 Mi rimane impresso - pazzo e pupazzo, una rima e insieme un po' allitterazione. Una di quelle cose tipo ritornello di Lady Gaga che una volta insinuato in testa, diventa un bug che rispunta all'improvviso in ogni genere di pensiero - pazzo ..pupazzo ..pazzo ...pupazzo. Ma a me piace, eh! Figurati che ascolto la minimal tec per rilassarmi ... Poi c'è alba nera; mi piace perché non so - cielo stellato di altrui lutti. Questo pensiero lo trovo molto intenso, allo stesso tempo mi sfugge il concetto di "stellato" per gli "altrui lutti". Ora che ci rifletto, però, la luce delle stelle è sostanzialmente la rifrazione fotonica di un ricordo. Molte di loro non esistono neanche più. Il cielo notturno è un baluginio di ricordi. Il senso del lutto forse è questo? E' bella anche Silenzio, la trasfigurazione dell'inquietudine rimanda subito all'immagine del mitico urlo della storia dell'arte. Non mi piace quella in cui scrivi "sono" ... aggiungerei: stanco per pensare. Ah, anche Tristezza. Mi piace l'immagine della lacrima che diviene una lieve malinconia, che carezza il volto solcando quella ispirazione fugace in versi. Mooolto romantico .. che ci posso fare, dinanzi a certe immagini mi commuovo sempre ... Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Loup-garou Posted March 27, 2012 Author Share Posted March 27, 2012 Grazie per i tuoi commenti. Mi incuriosisce scoprire cosa pensano gli altri e come interpretano quello che ho scritto. Ci tengo a precisare un paio di cose, che credo che siano fondamentali per capire il perché di certe mie scelte. Primo di tutto, la mia idea di bellezza, soprattutto in poesia, sta nel riuscire a esprimere quello che voglio esprimere nel modo più breve possibile. Togliere il superfluo e lasciare solo l'essenziale. Infatti, se dovessi dare ipoteticamente un titolo a una mia raccolta di poesie, la intitolerei Sintesi. (Beh, in realtà non è l'unico motivo per cui la intitolerei così, ma è uno di questi.) Un'altra cosa, collegata alla prima, è che per me i titoli delle poesie sono importanti e sono parte della poesia stessa. E a volte cerco di dare informazioni essenziali attraverso il titolo della poesia (un po' come nella famosa poesia Soldati di Ungaretti). Curiosamente entrambe le poesie che citi su cui hai più perplessità sono proprio quelle dove il titolo è essenziale. Alba nera nasce dalla seguente allegoria: un cielo in negativo. Un cielo notturno bianco e luminoso, dove le stelle sono piccoli punti neri. Poi arriva l'alba e il nero si espande per tutto il cielo, fino a ingoiare tutte le stelle. Quella in cui scrivo solo "sono" poi è personalmente il mio lavoro preferito, perché mi sembra di aver raggiunto al massimo la mia ricerca della sintesi e dell'essenziale. La poesia, anche qua, per essere capita ha bisogno del titolo. Io e gli altri sono il soggetto, l'argomento della poesia. La poesia si basa su una particolarità della lingua italiana: che il presente del verbo essere è uguale alla prima persona singolare (io sono) e alla terza persona plurale (essi sono). Il "sono" della poesia è riferito quindi tanto all'io e quanto agli altri del titolo. Io sono. Gli altri sono. Una semplice giustapposizione. Ma nel fatto che quel "sono" sia uguale sia per me sia per gli altri sta l'elemento fondamentale: l'identità ontologica tra me e gli altri. Gli altri sono (sottinteso come me, anch'io sono). Eppure non siamo un "noi", perché allora dovrei usare "siamo", non "sono". Che è già un passo ulteriore, dopotutto riuscire veramente ad essere gli altri è un traguardo, non una constatazione (come dico nell'altra mia poesia A volte vorrei essere una donna). Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Icoldibarin Posted March 27, 2012 Share Posted March 27, 2012 Ah la capacità di sintesi, che gran cosa! Io difficilmente riesco a comporre poesie brevi, sono sempre preso dal desiderio di specificare il più possibile. Vorrei tanto riuscire a seguire l'amato mio consiglio di Einstein "Le cose vanno fatte più semplici possibili, ma non ancora più semplici." Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Loup-garou Posted March 29, 2012 Author Share Posted March 29, 2012 Un eroe ai miei occhi Cicatrice di spada più non soffre la carta. Chi ha perso una mano con l’altra ora mi squarta di sanguigni zampilli. Contro i tuoi miti assilli verso te, dolce mostro, a me ripugna alzar lo scudo. Anch’io sarò un giorno, nudo, rifugio sufficiente. 1º marzo 2012 Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Loup-garou Posted July 13, 2012 Author Share Posted July 13, 2012 Bach sull’erba (Questo è un momento passato.) Suon di passeri che non vedo accompagna organo e violini. La luce, incerta, da quel ramo scende i gradini fino all’amplesso di questa coperta. Oh, riflessioni d’una gioia afflitta. Adesso! scrivo una poesia ma l’ho già scritta. 11 aprile 2012 Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Icoldibarin Posted July 14, 2012 Share Posted July 14, 2012 Sempre delicate e spiazzanti, mai scontate. Questo è ciò che mi piace del tuo modo di far poesia. Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Loup-garou Posted July 14, 2012 Author Share Posted July 14, 2012 Ti ringrazio, Icol. Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Silverselfer Posted July 17, 2012 Share Posted July 17, 2012 Loup-garou[/color]' timestamp='1342221348' post='584546']gioia afflitta. no comment ... questo ossimoro parla da sé ... Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Loup-garou Posted July 19, 2012 Author Share Posted July 19, 2012 Grazie per il commento. =) Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Loup-garou Posted August 13, 2012 Author Share Posted August 13, 2012 En la bieno Arbo printempe. Ĝi de mia radiko malproksimiĝis. 13 agosto 2012 Un haiku in esperanto (con titolo, anche se tradizionalmente gli haiku non hanno titoli). La traduzione in italiano suona più o meno così: Nel fondo Un albero in primavera. S'è allontanato dalla mia radice. Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Recommended Posts
Join the conversation
You can post now and register later. If you have an account, sign in now to post with your account.