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Sterminio e torture degli omosessuali in Iraq


Isher

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In Iraq sembra ormai una vera e propria guerra di sterminio, quella dichiarata dalle milizie islamiche,

contro gli omosessuali. Il sito web della tv satellitare al Arabiya riporta tragiche testimonianze su gay morti

per essere stati costretti ad ingerire un potente lassativo dopo che il loro sfintere anale era stato otturato

con una resistente colla. Nell’inchiesta del sito on-line dell’emittente saudita, si parla di “liste nere” con

nomi di omossessuali appese sui muri di Sadr City, il grande subborgo sciita di Baghdad, con in evidenza

la scritta “cagne sarete giustiziati”.

 

La catena di omicidi sembra non arrestarsi, “altri sette cadaveri di gay sono stati lasciati davanti all’obitorio

di Baghdad”, come riferisce un medico della struttura pubblica, è l’ultimo macabro bottino dalla caccia

al ‘diverso’ scatenata da milizie islamiche armate benedette da imam sciiti e sunniti. Yenar Mohammed,

nota attivista irachena per i diritti civili, afferma che “il materiale usato per tappare l’ano si chiama

‘l’adesivo dell’emiro’ ed è una resistente colla di produzione iraniana che sigilla la fessura in modo ermetico

che non può essere aperta se non con un’operazione chirurgica e dopo averla applicata, i miliziani costringono

la vittima ad ingerire uno sciroppo purgativo provocando atroci dolori per una diarrea che non ha sfogo

che determina la morte del soggetto se non viene soccorso in tempo”.

 

La stessa attivista afferma che come deterrente “sui cellulari gira un sms di un video che mostra”

l’incredibile tortura.

 

Per Mohammed, nelle zone popolari di Baghdad, “la dominante cultura religiosa che vieta la promiscuità

ha svuotato le strade dalle donne facendo incontrare i giovani soli tra loro” e favorendo così l’omossessualità.

‘Hassan’, pseudonimo usato da un omossessuale iracheno conferma la denuncia di Mohammed sull’uso della colla

ed assicura che alcuni vittime “sono state respinte dagli ospedali” dove si erano rivolti per aprire lo sfintere.

“Secondo Hassan, “a subire queste torture volute sia dagli imam sciiti che sunniti” sarebbero 63 persone sospettate

di essere gay. Capi tribù interpellati dalla tv confermano la portata della persecuzione:

“i perversi sessuali - ha affermato lo Sheikh Hashim Maqni, un capo tribale a Sadr City - la gente si è abituata a

chiamarli ‘Jarwa’” che in arabo significa ‘Cagna’. “ma questi deviati vengono uccisi dai loro tribù” assicura lo sceicco

Salah al Qabi che non crede che gli omicidi siano opera delle “Brigate della Giustizia”, milizie sciite ritenute

responsabile dell’affissione sui muri di Sadr City, di una lista con “10 nomi con la scritta; ‘Cagne sarete giustiziati”.

Alla denuncia del medico dell’obitorio nel centro di Baghdad a Bab al Muaddam, il dottor Numan Muhsin che ha

detto di avere trovato sette cadaveri di gay davanti all’ospedale, il tenente colonnello della polizia di Sadr City Khalef

Abdul Hussein, minimizza: “abbiamo sentito come gli altri di questi omicidi, ma non ci sono prove sui moventi e noi

non amiamo commentare racconti che non sono sostenuti da prove”. (Apcom)

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E' incredibile come queste cose stiano realmente accadendo adesso e come non se ne senta affatto parlare. Questo dice tutto riguardo alla società in cui viviamo, sarà monotono ma non ho altro da dire.

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Io detesto Berlusconi, ma quando, parlando di quella gente, parlò di "culture inferiori" aveva pienamente ragione...qui purtroppo non siamo ai livelli di civiltà di Canada e Svezia, ma, rispetto a quei paesi, qui è il paradiso.

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In Iraq sembra ormai una vera e propria guerra di sterminio, quella dichiarata dalle milizie islamiche,

contro gli omosessuali. Il sito web della tv satellitare al Arabiya riporta tragiche testimonianze su gay morti

per essere stati costretti ad ingerire un potente lassativo dopo che il loro sfintere anale era stato otturato

con una resistente colla. Nell’inchiesta del sito on-line dell’emittente saudita, si parla di “liste nere” con

nomi di omossessuali appese sui muri di Sadr City, il grande subborgo sciita di Baghdad, con in evidenza

la scritta “cagne sarete giustiziati”.

 

La catena di omicidi sembra non arrestarsi, “altri sette cadaveri di gay sono stati lasciati davanti all’obitorio

di Baghdad”, come riferisce un medico della struttura pubblica, è l’ultimo macabro bottino dalla caccia

al ‘diverso’ scatenata da milizie islamiche armate benedette da imam sciiti e sunniti. Yenar Mohammed,

nota attivista irachena per i diritti civili, afferma che “il materiale usato per tappare l’ano si chiama

‘l’adesivo dell’emiro’ ed è una resistente colla di produzione iraniana che sigilla la fessura in modo ermetico

che non può essere aperta se non con un’operazione chirurgica e dopo averla applicata, i miliziani costringono

la vittima ad ingerire uno sciroppo purgativo provocando atroci dolori per una diarrea che non ha sfogo

che determina la morte del soggetto se non viene soccorso in tempo”.

 

La stessa attivista afferma che come deterrente “sui cellulari gira un sms di un video che mostra”

l’incredibile tortura.

 

Per Mohammed, nelle zone popolari di Baghdad, “la dominante cultura religiosa che vieta la promiscuità

ha svuotato le strade dalle donne facendo incontrare i giovani soli tra loro” e favorendo così l’omossessualità.

‘Hassan’, pseudonimo usato da un omossessuale iracheno conferma la denuncia di Mohammed sull’uso della colla

ed assicura che alcuni vittime “sono state respinte dagli ospedali” dove si erano rivolti per aprire lo sfintere.

“Secondo Hassan, “a subire queste torture volute sia dagli imam sciiti che sunniti” sarebbero 63 persone sospettate

di essere gay. Capi tribù interpellati dalla tv confermano la portata della persecuzione:

“i perversi sessuali - ha affermato lo Sheikh Hashim Maqni, un capo tribale a Sadr City - la gente si è abituata a

chiamarli ‘Jarwa’” che in arabo significa ‘Cagna’. “ma questi deviati vengono uccisi dai loro tribù” assicura lo sceicco

Salah al Qabi che non crede che gli omicidi siano opera delle “Brigate della Giustizia”,

strana morale questa musulmana, per la quale gli omossessuali sono perversi e deviati, e però moltissimi musulmani, senza scandali, da perfetti pedofili, prendono in sposa  bambine di 8, 9, 10 anni

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Effettivamente, FreakQ

il primo a non prevedere pene per gli omosessuali

è il Codice Napoleone.

 

Però non venne recepito in tutta Europa

servirà la Rivoluzione Culturale del 1968

per far cambiare le leggi omofobe in Europa.

 

Per l'Islam il discorso è quasi inverso:

omofobo lo è diventato con la decadenza.

Dai primi secoli a oggi la situazione

è sempre andata peggiorando.

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Per l'Islam il discorso è quasi inverso:

omofobo lo è diventato con la decadenza.

Dai primi secoli a oggi la situazione

è sempre andata peggiorando.

 

 

 

 

 

Non mi risulta che secoli fa la situazione per la gente glbt nei paesi islamici sia mai stata favorevole.

 

La differenza tra noi e loro è che, ad esempio parlando del periodo medievale,  entrambi eravamo dei sottosviluppati, ma loro si sono fermati lì.

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Durante il Medioevo sono tate pubblicate

moltissime opere che celebrano l'amore omosessuale

da parte di autorevoli poeti e giuristi mussulmani.

Persino nella "Mille e una Notte"

c'è una favola che invita alla tolleranza

(un uomo scopre il fratello col suo precettore

e inizialmente si infuria, ma poi li accetta).

Te la immagini nel Decamerone?

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beautiful_soul

Sono davvero scosso da questa notizia , davvero non sò come si faccia ad arrivare a fare ciò . Ma nessuno fa niente ? Nessuno ferma a questi animaliiiiiiiiiiiiiiiiiiii ? Solo cosi si possono chiamare , anzi gli animali sono 1000 volte meglio degli uomini .

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Intanto vai qui:

 

http://iraqilgbtuk.blogspot.com/search?updated-max=2008-12-03T11%3A51%3A00Z'>http://iraqilgbtuk.blogspot.com/search?updated-max=2008-12-03T11%3A51%3A00Z

 

e poi qui:

 

http://iraqilgbtuk.blogspot.com/

 

dove troverai informazioni, possibilità di firmare una petizione per tentare di salvare la vita ai 128 gay

di cui è già annunciata l'uccisione, e altro. Se sei su facebook ci sono altri Gruppi per aiutare in

vario modo.

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