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Io ho scelto l'eterno silenzio


Guest Ignoto anonimo

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Guest Ignoto anonimo

Anni fa (9 per la precisione), quando per la prima volta decisi d’accettare a livello razionale la mia omosessualità, mi strappai una promessa: mai nessuno avrebbe saputo della mia omofilia. Sono trascorsi molti anni e ancora perseguo il mio intento, non senza dolore. Dolore che deriva dall’amara consapevolezza dell’impossibilità d’essere me stesso, d’essere felice. Sì, sto lasciando fuggire la mia giovinezza nel tormento della simulazione: simulo la mia “normalità”, simulo la mia gioia, il sorriso. Ma, è così che si vive?

La decisione di tener celata la verità nacque da una scrupolosa analisi della realtà che mi circondava. Mentre gli altri mi consideravano un bambino (avevo 15 anni allora), io maturavo in me il disprezzo per i miei genitori, i miei parenti. Albergava in loro quella barbara convinzione secondo cui l’omosessualità è una malattia, un morbo da debellare, un castigo di Dio. E nella loro ottusa visione, accresciuta anche dalla piccolezza della città in cui sono nato e in cui continuo a risiedere, si beavano di quel loro ciarlare da falsi misantropi, di quell’impeto di falsa bonarietà. Provavo solo disprezzo per i miei genitori e la loro ignoranza. Ma, d’altra parte, se avessi rivelato il mio segreto, avrei potuto continuare a vivere con loro? Non mi avevano, forse, cresciuto, permesso di studiare (continuano tuttora)? Non si erano forse sacrificati per il mio benessere? Come dare loro questo immane dolore? Ma questa situazione latente d’amore ed odio, di disprezzo e timore nei loro confronti si traduce spesso in screzi, litigi, in un’inquieta atmosfera fatta di false spiegazioni ed incomprensioni: ci sono attimi in cui vorrei veder morta mia madre, ed altri (d’apparente gioia) in cui le dimostro un affetto smisurato (di cui non conosco, ahimè, l’effettiva autenticità!). Ogni rapporto, come potete ben capire, è basato sulla menzogna. Sono arrivato, talora, persino ad alzare le mani su mia madre; ma poi, vedendola, fragilmente rannicchiata in un angolo in cerca d’un perché, sono stato mosso da una pietà estrema e ho tentato di darle qualche futile spiegazione, vergognandomi di quello che sono. Non è, forse, vero che, se lei venisse a conoscenza della mia omosessualità, dato il suo palese disprezzo per quello che “non rientra nella norma”, contraccambierebbe il mio stato di pietà e spregio nei suoi confronti, aggiungendovi l’astio d’una verità infranta di cui non ha mai dubitato? L’essere umano è egoista e desidera solo il meglio per sé. Di mio padre, poi, preferisco non parlare; preferisco tacere la sua rudezza, i suoi modi da cafone incivilito, la sua bigotta morale cristiana, la sua ottusità da manovale analfabeta, la sua taccagneria.

E odio anche i falsi modelli di omosessualità che i media ci trasmettono: quelle figurine da commedia dell’arte che parlano della loro tragica esperienza secondo i soliti schemi, che inventano l’edulcorata realtà delle grandi metropoli, che consigliano la fuga dai piccoli centri natii, l’abbandono della famiglia, ma che poi in realtà, continuano a vergognarsi di se stessi. Odio i personaggi famosi che fanno della propria omosessualità uno slogan, senza comprendere che la realtà, per chi non ha fama, è ben diversa. Odio le parate, i gay-pride, che conculcano nel loro scintillio di paillette e tulle rosa, un’immagine superficiale e stereotipata dell’omosessualità, in cui gli omosessuali fanno della loro tanto aborrita “diversità” un leit-motiv davvero disgustoso, quasi caricaturale! Ma diamine, se vogliamo essere accettati, perché fare di tutto per farsi notare? Non ci sono altri mezzi, quali l’arte, la polemica intelligente, la tanto temuta filosofia, la propaganda lontana dai cliché telecomunicativi, il vero dibattito, per far capire agli ignoranti che la natura non può porre una contro-natura, che l’omosessualità non è un errore della genetica, né, tantomeno, un orrore? Sono stanco di quei ragazzini glabri intervistati da qualche cretino che alla domanda: “Come hanno reagito i tuoi?” rispondono con quella voce da checca “All’inizio male, ma poi…” Poi cosa? O sei cieco, e non vedi che, per quanto aperti mentalmente, i tuoi genitori hanno visto infranto un ideale futuro, in cui ad esempio s’immaginano nonni; o vuoi esortare le persone, con la tua puerile superficialità, alla comprensione, secondo un copione pattuito.

Solo la tua anima gemella, colui che ti comprende, può essere il tuo futuro. Solo il ragazzo dei tuoi sogni, che sia capace di amarti veramente per quello che sei, potrà rappresentare la gioia: perché lui sa veramente cosa significa essere omosessuali in un mondo che, per qualche stupida convinzione a priori, è “eterosessuale”. Sì, il vero amore! Quante volte l’ho sognato, magari più grande di me… Ma il vero amore include il dolore dei genitori, la delusione degli amici che credevano di conoscerti, l’improvvisa denigrazione di coloro che non tollerano l’omosessualità, l’inevitabile allontanamento da quello che era il tuo mondo, odiato ma sicuro… Ma se, poi, t’accorgi che non è il vero amore? Rimani SOLO, ad affrontare i tuoi giorni, emarginato, in preda ad uno spasmo maggiore senza nessuno con cui condividerlo… E se, poi, il vero amore non lo troverai mai? …

Ma giungiamo alla parte più dolorosa di questo breve sfogo. Ammetto la mia viltà, la mia paura di soffrire, qualora rivelassi la mia omosessualità, più di quanto già non soffra: non potrei sorreggere lo sguardo di chi sa… Allora cosa mi restava? Un’opzione sola: uccidermi. Tentai per ben tre volte il suicidio, senza risultato. Non voglio una morte aggressiva! Voglio una morte lenta, che mi dia il tempo di meditare con maggior prudenza sul nulla, l’inevitabile nulla che mi aspetta: ateo o credente che sia (io, personalmente, sono un ateo convinto!), l’omosessuale è costretto, al nulla (un nulla materiale, nel caso dell’ateo; un nulla “infernale” nel caso del religioso…) Per abbreviare, dunque, questo dannato viaggio che è la vita optai per il cibo. Mangiavo a qualsiasi ora, di notte come di giorno, tutto quello che mi capitava: talora mi svegliavo in piena notte e mi cucinavo l’impensabile… Era una fame rabbiosa, ostinata, prepotentemente voluta! Più mangiavo, più c’era la possibilità che mi venisse un tumore, che mi si ostruisse una vena, che mi venisse un ictus, un infarto, il diabete. Vedevo il mio corpo sformarsi orrendamente e me ne compiacevo! Mia madre pensava che la fame fosse dettata da semplice golosità, la quale, unita a una buona dose di pigrizia, mi faceva ingrassare! Non ho mai amato il mio corpo; mi sono sempre reputato brutto, inguardabile, un essere privo di significato.

Un giorno, però (circa 2 anni fa), un mio conoscente entrò in coma in seguito ad un ictus. Riflettei che era inutile uccidersi. Avrei potuto vivere infelicemente malato per moltissimo tempo: a che pro? Oltre ad una condizione mentale di dolore, anche un dolore fisico? No, grazie! E così abbandonai l’idea del suicidio. Ora, perduro ai giorni, deciso a sopravvivere per sempre nel mio silenzio, nel mio dolore che si è fatto più sopportabile con l’abitudine. Nessuno saprà mai chi sono veramente. Tra un anno mi laureerò; poi, troverò qualche altro scopo. Ho scelto questo forum per sfogarmi, e sarà la prima e l’ultima volta. Statemi bene. Avete tutta la mia ammirata invidia.     

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Io capisco che fare l'eroe tragico dia l'impressione di vivere come in un dramma teatrale, ma io che ho vissuto situazioni come le tue e forse anche peggiori riesco comunque a vivere in modo positivo e in meno melodrammatico. Ti definisci ateo convinto ma poi ti lasci infulenzare dai pregiudizi religiosi. Prenditi una boccata d'aria e inizia a conoscere qualcuno.

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hai 25 anni giusto?

leggendo ho provato prima dolore , poi rabbia. rabbia contro te.

hai ragione su quasi tutto... sulla delusione dei genitori, sulla paura.. sul non vivere veramente la vita.

pure io la pensavo e la penso cosi.

però è anche giusto poter vivere la nostra vita... e te lo dice uno che ancora non ha iniziato a farlo.. ma ne  è pienamente convinto.

la strada è lunga. e  i passi si fanno uno alla volta.

sai cosa vuol dire prendere da parte  una  persona, un amico, e toglierti dalle spalle un peso immenso, come quello della tua identità sessuale?

se va male forse perdi una persona che alla fine non vale nulla..se va bene trovi una persona con la quale comunque puoi VIVERE liberamente te stesso,anche solo con una parola,uno sguardo, un gesto.

te lo garantisco.

non ti dico che cosi raggiungi la felicità..ma caspita PROVACI. nemmeno io sono cosi tanto passivo nella vita. i miei piccoli passi li ho fatti e ne vado fiero... e so che prima o poi ne farò altri.

ma tu ancora non hai iniziato.

inizia...

inizia a vivere.

ti sentirai meglio :ok:

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Non ho parole...  :ok:

Ma come puoi rinunciare a te stesso, alla tua vita, per esserti messo in testa che non devi deludere gli altri? La tua vita vale meno dell'approvazione della famiglia e della comunità per te?

Hai 24 anni, qui sul forum ci sono 15enni che hanno molto più coraggio di te e che, se non si dichiarano, sono comunque pronti a vivere la loro adolescenza cercando quello che sentono li renderà felici.

Posso quotarti su alcuni punti del tuo post, ad esempio sui modelli distorti che i media danno fanno passare, ma da lì a vedere in tutto la leggerezza che tu descrivi ce ne passa!

Il sottoscritto non ha ancora fatto CO con nessuno, ma non si sognerebbe mai di sacrificare la propria esistenza per compiacere qualcun'altro  :ok:

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Quoto Casper... Sono d'accordo su alcuni punti (in particolare i luoghi comuni). Ogni scelta comporta delle conseguenze che si devono accettare: tu hai scelto il silenzio, un pò per paura un pò per vivere una, seppur falsa, tranquillità familiare. Di conseguenza però ottieni anche l'annullamento della tua vita amorosa, in quanto risulterebbe piuttosto difficile gestire una doppia vita... C'è invece chi sceglie la sincerità magari a discapito di altri tipi di problemi... Dal tuo racconto però mi pare di capire che tu ne soffri di questa situazione e che tutto sommato non hai nulla da perdere...secondo me dovresti buttarti e fare CO. Ora io non ho mai fatto CO ma di certo non sono messo come te a livello psicologico...mai mi azzarderei a tentare il suicidio o, ancor peggio, sfogare il mio dolore su mia madre. Oltretutto non capisco sinceramente del tutto il tuo odio verso i genitori: ok immagino il fastidio di certe uscite sull'omosessualità da parte loro ma tu non gli hai mai messi alla prova mi pare...

E comunque secondo me nel tuo discorso c'è un problema di fondo: mi spieghi per quale ragione Omosessualità ==> Infelicità? Chi l'avrebbe stabilito questo? Posso capire la relazione con la Difficoltà, ma non con l'infelicità...questa te la stai costruendo da solo 

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e se le persone che hai attorno ti stupissero? perché non provi poco a poco a fargli capire che noi gay non siamo malati o contro natura? alcune persone sono solo apparentemente omofobe perché non conoscono nessun gay e si limitano a guardare gli stereotipi mediatici, poi quando ne conoscono uno le cose cambiano. Ne hai solo una di vita, perché non dovresti avere il diritto di raggiungere la tua felicità come tutti gli altri, perché sprecare l'occasione?

 

Le menzogne non ti permettono nemmeno di avere amici veri, parla almeno con uno di questi, scegli la persona giusta, se ti conosce veramente ti dirà che ti ha sempre visto soffrire, che sei sempre stato triste e ti sosterrà incondizionatamente, questa amicizia diverrà più forte, un punto di riferimento per te. Il peso che porti sulle spalle è troppo pesante, fatti aiutare da qualcuno.

 

Fanculo al suicidio, devi riuscire a sopravvivere a tutte le persone che ti hanno fatto soffrire per dimostrare loro che i veri scherzi di natura sono loro, le persone che non capiscono che la diversità è un pregio e non un difetto, così come vuole l'evoluzione.

 

Off Topic
non c'entra nulla con il discorso ma complimenti per come scrivi, molto bravo
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Io accetto e prendo per buona la descrizione che tu fai dell'ambiente familiare e del contesto

sociale e cittadino in cui vivi.

 

Ma, proprio accettando che le cose stiano così, hai ancora una soluzione.

 

Studiare e trovarti un lavoro che ti permetta di scappartene da dove stai.

Non c'è affatto bisogno che t faccia CO o altro: stringi i denti e appena ti sarà possibile scappatene.

 

Lascia perdere ora la critica al buonismo, ai clichés, di cui parli: ti posso assicurare che la vita in

una grande città è totalmente diversa da quella a cui tu sei costretto. Sei una persona colta: non

lo sai che il "viaggio", la "fuga", l'abbandono del paesello-prigione è una costante della storia omosessuale?

 

Comprati su Amazon france di Didier Eribon Réflexions sur la question gay, Paris, Fayard, 1999.

E' un po' prolisso, ma tutta la prima parte ti aiuterà.

 

Dai, non mollare.

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Io capisco che fare l'eroe tragico dia l'impressione di vivere come in un dramma teatrale, ma io che ho vissuto situazioni come le tue e forse anche peggiori riesco comunque a vivere in modo positivo e in meno melodrammatico. Ti definisci ateo convinto ma poi ti lasci infulenzare dai pregiudizi religiosi. Prenditi una boccata d'aria e inizia a conoscere qualcuno.

Non solo quoto coeranos ma dico anche che vista la frase conclusiva del messaggio e' anche inutile star qui a perdere tempo a rispondere. Trattasi di uno spreco di fiato.

 

Vi parafraso il topic: "Salve, questa e' la mia vita; questa e' la mia idea e non la cambiero'. Arrivederci."

Dove sta la voglia di dialogo??

Non c'e' da nessuna parte nel topic una richiesta di consiglio, ANZI, e' un sasso gettato la', giusto uno sfogo... o forse un trollaggio?... :ok:

 

Intanto, se il nostro Ignoto anonimo postera' ancora sara' la prima, grande contraddizione con quello che ha scritto finora.

Se invece sara' di parola e non postera' piu', allora possiamo anche presumere che nemmeno si soffermera' a leggere le vostre risposte.

Del resto perche' dovrebbe leggerle quando sa gia' cosa diranno? "Ma dai, non ti nascondere, si puo' vivere bene ecc ecc"

Tutte cose che per lui non sono vere. Che non accetta.

 

Morale della favola: questo topic andrebbe chiuso e basta. Ogni risposta e' uno spreco di fiato.

Peccato per tutti quelli che di solito leggono solo il primo post e si perdono le risposte altrui, e quindi anche la mia, e continueranno a inviare parole di conforto e di incoraggiamento a una persona che (diciamoci le cose come stanno) non se le merita.

Nessuna compassione per chi si piange addosso..........

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a parte quello che ha detto casper, non c'è molto altro da dire.

se continui così i sensi di colpa verso te stesso ti logoreranno molto più di quelli che provi ora verso i tuoi genitori/amici/parenti ecc.

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Sweet, come spesso accade mi togli le parole di bocca. L'unica cosa che mi viene da dire a commento è " embè? ".

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Non capisco l'utilità dell'aprire un topic del genere,il forum è abbastanza grande per parlare in altri posti,ma proprio nella sezione coming out?

Se hai intenzione di continuare a vivere nascosto dietro una maschera che senso ha anche solo cercare questo forum?

Dici di soffrire,di star male,ma dal mio punto di vista stai facendo una sola cosa,pararti il culo,perchè per tirarti fuori dalla tua situazione dovresti dimostrare di avere gli attributi e prendere in mano la tua vita.

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forget-it

Nessuna compassione per chi si piange addosso..........

Concordo al 100%

Lamentarsi e piangere va bene fino a un certo punto, ma DEVI metterti in gioco (non so se leggerai o no queste risposte), devi vivere l'unica vita che hai e non pensare sempre e solo alle opinioni degli altri: sono un tuo coetaneo, la paura di deludere gli altri l'ho avuta ma ho tirato fuori le palle e vivo la mia vita ora; odi gli stereotipi mediatici? non sei il solo: ho mostrato ai miei amici e conoscenti che si può essere anche lontanissimi dallo stereotipo, ed essere il classico ragazzo della porta accanto pur essendo gay; Fujimoto ha scritto un'altra cosa giustissima, le persone potrebbero stupirti, l'omofobia che spesso viene mostrata da certi individui, non ha fondamenti e scompare come scoprono che una persona a cui tengono è omosessuale.

Che altro dire, tira fuori le palle e vivi.

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Guest .Lawrence

Posso dire la mia senza esser bannato? :ok:

 

Le persone come te mi fanno realmente schifo,rinchiuso nella tua realtà da cui non vuoi uscire,sei te per primo che non vuoi cambiare la tua vita,quindi evita certi sfoghi del cazzo per farti compatire,già ti fai pena da solo,non credo ci voglia anche quella altrui.

Continua a rimarcare il sentiero che ti sei costruito fino a quando non ti crollerà sotto i piedi.I tuoi genitori fanno bene a provare schifo per i gay visto che fai parte della nostra "comunità",se tutti fossimo come te proverei anch'io nausea a vedermi/ci.

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Guest leduetorri91

caro Ignoto anonimo, ti rispondo semplicemente dicendoti quella che per me è una grande verità, ovvero che nella vita raccogliamo quello che siamo disposti a seminare.... :ok:

ma seminare può anche essere faticoso e impegnativo!! chiaramente, se non sei disposto ad affrontare ciò, te credo che poi non puoi neanche gustarti quello che è il bello della vita, ottenuto grazie all'impegno quotidiano, in qualsiasi ambito...anche sociale e familiare! :ok:

inoltre, è interessante vedere come la realtà di cui ti lamenti te la sia creata tu stesso!!! ovviamente, grazie alla tua meravigliosa sfera di cristallo, sai già che nessuno accetterà la tua omosessualità, che i tuoi ti detesteranno, che solo vero amore ti potrà capire, che rimarrai solo ecc....

naturalmente, se queste sono le tue aspettative dalla vita, sicuramente non hai molti motivi per metterti in gioco!!! ma sono aspettative alquanto improbabili, credimi, e tu inconsciamente lo sai bene, dal momento che  il 90% del tuo post è fatto di periodi ipotetici (se...allora...) con i quali non si va molto in là... :ok:

se proprio volessi essere tagliente, riassumerei così la tua vita: "non vedo non sento e non parlo così non avrò problemi!!!"  :ok:

 

tuttavia non sono d'accordo con sweet, io personalmente non l'avrei chiuso questo topic, anche se ovviamente il regolamento ha l'ultima parola ( :ok: ); anche se il tizio sopracitato non si farà più vivo (come presumo...) trovo che sia un ottimo spunto di riflessione su come l'essere umano è capace di crearsi le proprie realtà ovattate, ed è un rischio che tutti quanti corriamo, non solo nell'ambito della sessualità e dell'accettazione, siamo uomini, del resto! Se anche al famigerato ignoto non importa una minchia di discuterne, sicuramente male non ci fa anche conoscere situazioni che non condiviamo, ma che tuttavia esistono e che è bene non ignorare...per noi stessi!

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notate che l'account da cui e' stato postato i topic e' stato gia' disattivato.

smettete di rispondere, per favore, i consigli teneteveli per quando arrivera' qualcuno che ha lo stesso problema e che pero' veramente viene per confrontarsi e dialogare.

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Scusate una cosa, ma non capisco da dove venga tutto questo disprezzo verso l'utente che ha aperto il thread. Ok che i toni del suo post mostrano una certa chiusura sulle sue posizioni, ma già il fatto che sia venuto a scrivere sul forum dimostra qualcosa, dopotutto. Ci siamo passati tutti, sappiamo quanto sia difficile. Non credo che l'aiuto sia da dare solo a chi viene a chiederlo strisciando e non credo sia inutile provare a rispondere...

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già il fatto che sia venuto a scrivere sul forum dimostra qualcosa, dopotutto.

 

Ma se Sweet ha appena fatto notare che si è già disiscritto...

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VincentVega

sono d'accordo con Albi, infatti come leggevo le risposte ero abbastanza esterrefatto...magari si è disiscritto proprio mentre leggeva le repliche...e di sicuro non si sarà iscritto per raccontare così la sua storia e poi arrivederci e grazie: d'altronde chi lo conosce, che senso avrebbe scusate...(a meno che non sia completamente scemo) forse è stato un po troppo autocompassionevole, ma voglio dire :ok:!! Nonostante non abbia chiesto esplicitamente dei consigli sono sicuro che ha raccontato la sua storia per ricerverne, ha chiesto aiuto indirettamente...

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ma che consigli si aspettava.. in fondo lo sa anche lui quello che dovrebbe fare per uscirne, deve solo trovare il coraggio di farlo.

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discutere di persone che non sono più iscritte non è piacevole, se tornerà riaprirò la discussione.

 

chiudo

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