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Test di dialetto per prof


sebastian83

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oggi sul Corriere è stata pubblicata una "lettera aperta alla Gelmini" a firma di Caludio Magris che affronta anche questo argomento, siccome è un pò troppo lunga per riportarne tutto il contenuto posto il link:

 

http://www.corriere.it/cultura/09_agosto_07/dante_verga_claudio_magris_2bef846e-8316-11de-ac4b-00144f02aabc.shtml

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La letteratura dovrebbe ad esempio esse­re insegnata soltanto su base regionale: nel Veneto, Dante, Leopardi, Manzoni, Svevo, Verga devono essere assolutamente sostitui­ti dalla conoscenza approfondita del Moro­so de la nona di Giacinto Gallina e questo vale per ogni regione, provincia, comune, frazione e rione. Anche la scienza deve esse­re insegnata secondo questo criterio; l'ope­ra di Galileo, doverosamente obbligatoria nei programmi in vigore in Toscana, deve essere esclusa da quelli vigenti in Lombar­dia e in Sicilia. Tutt'al più la sua fisica po­trebbe costituire materia di studio anche in altre regioni, ma debitamente tradotta; ad esempio, a Udine, nel friulano dei miei avi. Le ronde, costituite notoriamente da pro­fondi studiosi di storia locale, potrebbero essere adibite al controllo e alla requisizio­ne dei libri indebitamente presenti in una provincia, ad esempio eventuali esemplari del Cantico delle creature di San Francesco illecitamente infiltrati in una biblioteca sco­lastica di Alessandria o di Caserta.

 

;):ghgh:;)

 

E' assurdo!La letteratura italiana non può esser screditata così! E' insensato che i letterati di una determinata località vengano studiati solo a livello regionale...Non faranno mai una cosa del genere.Per cosa poi? Far in modo che possano tutti essere orgogliosi dei rispettivii natali...della lingua locale della storia e il resto? Non servono di certo queste esagerazioni ^^'' E poi penso che si debba dar più spazio all'italiano (e ci mancherebbe!!) e alle lingue straniere,come finora già detto.

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Stefano1983

la lega è sempre più ridicola. ormai la crociata a dividere nord e sud con queste piccole proposte sta rasentando il macabro.

tutto questo per evitare che insegnanti del sud vengano ad insegnare al nord. sempre più razzisti.

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Personalmente trovo il dialetto una ricchezza; testimonia il legame con le proprie origini, con le proprie radici, con un "passato locale"; va preservato dalla scomparsa, ma ovviamente dev'essere un qualcosa "in più" rispetto alla lingua italiana, un qualcosa in grado di "colorirla" ulteriormente o di darle maggiore profondità..

Il fatto che possa diventare in qualche maniera sostitutivo della lingua italiana, o possa essere veicolo di una cultura locale alternativa a quella convenzionale, è una classica, delirante, provocazione in pieno stile leghista.

Era interessante a questo proposito il fondo di qualche giorno fa su Repubblica, in cui si sottolineava il successo di questa "politica della sparata"; in un periodo in cui i partiti o sono in vacanza, o parlano di niente, a fare più rumore sono le assurdità della Lega, che guadagna spazio mediatico, pubblicità ed ulteriore consenso (ovviamente all'interno di un certo bacino di utenza) apparendo come un partito movimentista e propositivo all'interno di un panorama politico all'insegna del torpore..

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Uno pensa che ormai la lega abbia toccato il fondo, e invece no: continuano a scavare, si può andare sempre più in basso nella demenza.

 

Adesso però è chiaro perché bisognerà conoscere il dialetto: http://www.repubblica.it/2009/08/sezioni/politica/lega-fiction/lega-fiction/lega-fiction.html

Come se non bastassero i legnanesi...

 

Tra l'altro, vorrei fare un esempio di quanto sia ridicola l'idea nel caso dei precari (un'insignificante minoranza, no?): quest'anno ho avuto come insegnante di disegno una supplente che viene da Reggio Calabria e che, prima di arrivare nella mia scuola (io sono di Busto Arsizio, provincia di Varese*), ha girato metà padania: Verona, Brescia, Novara e anche il Canton Ticino. Quanti dialetti dovrebbe conoscere questa donna?

 

*Busto Arsizio: tanto per dare un'idea del posto, dico soltanto che nell'ultima settimana, uscendo di casa quattro volte, sono riuscito a vedere tre capannelli di leghisti (con tanto di elmo celtico con corna di plastica) per strada e due "predicazioni" di ciellini in piazza, compresa l'ennesima analisi scientifica del perché l'omosessualità è peccato (ma qualcuno mi spiega perché i ciellini e il papa non riescono mai a parlare di qualcosa di diverso dal sesso? E poi saremmo noi gay i sessuomani!). Vabbe', sono andato OT, ma era per esemplificare quale sia la "quotidianità" in una città catto-leghista isterica come la mia. Gli italiani sono PAZZIIIIII!!!!!!!!!!

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  • 2 weeks later...

Personalmente trovo il dialetto una ricchezza; testimonia il legame con le proprie origini, con le proprie radici, con un "passato locale"; va preservato dalla scomparsa, ma ovviamente dev'essere un qualcosa "in più" rispetto alla lingua italiana, un qualcosa in grado di "colorirla" ulteriormente o di darle maggiore profondità..

Il fatto che possa diventare in qualche maniera sostitutivo della lingua italiana, o possa essere veicolo di una cultura locale alternativa a quella convenzionale, è una classica, delirante, provocazione in pieno stile leghista.

 

Concordo in pieno e l'idea di Zaia di fare qualche programma di cucina e tradizioni locali non è male, ma quando poi degenera nel dire di voler fare programmi in prima serata in dialetto, li mi cadono le braccia. Non perdere la ricchezza del dialetto e delle tradizioni locali, ma imparare l'italiano prima di tutto (visto che molti ne peccano)  :D

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imparare l'italiano prima di tutto (visto che molti ne peccano)  :D

 

[vado un attimo OT rispetto al punto focale della discussione]

ma stavo commentando questa cosa proprio poco fa guardando un servizio del tg2, dove nel corso di un servizio era inquadrato un cartello del Comune di Capri che riportava la scritta "serviZZi" (con due z)

alla faccia della conoscenza dell'italiano  :)

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Concordo in pieno e l'idea di Zaia di fare qualche programma di cucina e tradizioni locali non è male, ma quando poi degenera nel dire di voler fare programmi in prima serata in dialetto, li mi cadono le braccia. Non perdere la ricchezza del dialetto e delle tradizioni locali, ma imparare l'italiano prima di tutto (visto che molti ne peccano)  :rotfl:

 

quoto. Ho visto laureati che non sanno scrivere in italiano e fanno errori a dir poco scandalosi. E anche incrementare un po' le lingue straniere non farebbe male. Ci sono corsi di laurea dove non si fa neanche un esame di inglese.

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