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H. P. Lovecraft


shinbo

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Ho visto qua e la qualche accenno a Lovecraft nei Post,e devo dire che a me piace moltissimo lo stile di questo scrittore pazzo e maledetto.E a me i suoi incubi su carta incutono pure timore  :ok: credo sia perchè lui è riuscito a mostrare l'orrore (sovrannaturale) nella normalità...si parte sempre da un ossessione,per ritrovarsi poi davanti al terrore degli Dei Esterni...il solo pensiero di un risveglio di Chtulhu,o il ritorno della sua progenia,mi fa rabbrividire!

Azathoth,Nyarlathotep,Shub-Niggurath...scary. ;)

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"I topi nel muro"

"L'Orrore di Dunswich"

"La maschera di Innsmouth"

 

E - anche se è fantasy -

"Alla ricerca dello sconosciuto Kadath"

 

Mi piace il tema della trasformazione,

necrofilia e cannibalismo metropolitano;

soprattutto in certi racconti minori.

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"I topi nel muro"

"La cosa sulla soglia"

"La riesumazione"

 

Però è da più di un anno che non lo leggo, molti non me li ricordo...

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  • 1 month later...
  • 7 months later...
WistonSmith

Non posso che riesumare questo topic, dalle profondità dell'abisso.

Lovecraft rientra a pieno titolo fra i miei autori preferiti. Primo in assoluto per quanto concerne l'orrore.

 

Come uomo, per quanto affascinante intellettualmente, non lo stimo proprio tanto. Ma la sua curiosità mi rassomiglia parecchio.

Ho trovato geniale quasi tutti i suoi racconti, anche quelli che scrisse in tenera età, un talentuoso senza dubbio.

I più notevoli, personalmente, penso siano:

"Le montagne della follia"  - Avvincente e avventuroso.

"Hypnos" - Onirico.

"L'orrore di Dunwich"

"La maschera di Innsmouth"

"La dichiarazione di Randolph Carter"

"Il caso di Charles Dexter Ward"

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Il prete malvagio? Non l'ho mai letto,

non è nella raccolta Fanucci!

(Ma l'ho pescato su Wiki)

 

è un prete pedofilo?

:sisi: scherzo ... comunque come scrive ? com'è il suo stile?

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WistonSmith

Il primo aggettivo che mi viene in mente pensando a Lovecraft è; Ansioso.

Non è un genere del terrore comune, sicuramente più fantascientifico e mitologico, ma per nulla banale come lo puo' essere King.

Non è un crescendo d'emozioni, ma l'ansia la trasmette dall'inizio fino alla fine, senza alcun colpo di scena o "finale". Molto psicologico ed onirico.

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Senza alcun colpo di scena?

Figurati che io credevo che il tratto saliente di HPL

fossero proprio quelle due righe in corsivo nel finale.

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WistonSmith

Dipende cosa s'intende per colpo di scena.

In certi racconti sì, ma avevo specificato niente roba alla King.

Quelli che preferisco e che, poi, sono in maggioranza, sono i racconti scritti in prima persona che narrano delle vicende passate; in cui si sa già per certo che il personaggio non farà una brutta fine, ma quasi sempre resterà sconvolto (tema principale lovecraftiano è la follia, infatti), insomma i misteri restano irrisolti. Anche per questo "ansioso".

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vengo ora dal rileggere (per motivi "tesinazionali") "Le Horla" di Maupassant ,che forse ora sono in grado di comprendere meglio rispetto a qualche anno fa;e un racconto, "Lui?" che vivamente consiglio,e mi accorgo solo ora di come Lovecraft si sia ispirato a questo autore! :sisi:

la tensione è la stessa,è quella del "non detto,non visto e lasciato all'immaginazione"...

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Il mio racconto preferito? vado controcorrente, e cito il "Commonplace Book"... non propriamente un racconto, ma quel diario ermetico di frasi e appunti raccoglie degli spunti che viaggiano dal poetico al terrore atavico. :love:

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  • 1 month later...

Non avevo mai notato questo thread clamoroso!

 

Io sono un appassionato di Lovecraft, credo di avere più o meno una 20ina di raccolte diverse di suoi racconti brevi / lunghi / romanzi :rotfl:

 

Personalmente mi piace molto il "Ciclo di Cthulhu", sebbene l'opera che mi ha "preso" di più sia stata certamente "la ricerca onirica dello sconosciuto Kadath"

 

Concordo con WinstonSmith nel definirlo psicologico ed onirico, ma soprattutto con Almadel relativamente ai suoi finali (per quanto questi possano generalmente essere "preconizzati" da lettori un minimo scafati  :) )

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WistonSmith

Mi ha ripreso davvero male.

Sto rileggendo praticamente tutti i racconti, in ordine cronologico (così come li ha proposti nei volumi per anni la mondadori)

 

Ma qualcuno ha mai provato a leggere Dunsany?

Da cui pare, che lovecraft, si sia molto ispirato, nei racconti di stampo più onirico.

 

Non riesco a trovare niente del suddetto scrittore irlandese.

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Silverselfer

<< Gli uomini di più ampio intelletto sanno che non c’è distinzione tra reale e l’irreale, che le cose appaiono come sembrano solo in virtù dei delicati strumenti fisici e mentali attraverso cui le percepiamo; ma il prosaico materialismo che la maggioranza condanna come follia i lampi di visione che a volte squarciano il velo dell’ottica comune e del più ovvio empirismo>>  - H.P.L. / La Tomba –

 

<< Adesso le cose mi danno la caccia. Cose che divorano e dissolvono. Ma io so come eluderle e fare in modo che prendano te>> - Crowford Tillinghast, personaggio di H.P.L. non conosco il racconto da cui è stata estrapolata la frase!-

 

<< Arrivato ai miei ultimi giorni, e spinto verso la follia dalle atroci banalità dell’esistenza che scavano come gocce d’acqua distillate dai torturatori sul corpo della vittima, cercai la salvezza nel meraviglioso rifugio del sonno>> - H.P.L. / Ex Oblivione –

 

Queste sono alcune delle sottolineature che feci a un'antologia di racconti di H.P.L. dal 1897 al 1922, compresi gli scritti giovanili e le bozze di correzione ritrovate postume, un 400 pagine in tutto. La lessi solo per preparare un racconto da inviare al concorso intitolato a suo nome che credo si tenga ogni anno.

 

Francamente la sua prosa non mi ha entusiasmato. C’è da dire però che Lovecraft non può assolutamente essere liquidato come letteratura di genere. La struttura è sicuramente quella del racconto horror, a dire il vero molto semplice e quasi intuitiva, ma proprio per questo spontanea, sincera, mai costruita.

 

Le citazioni che ho fatto sono estrapolate dai preamboli introduttivi dei suoi racconti, questi quasi incipit segnano il punto dove inizia un racconto di H.P.L., se stesso, pesca nel proprio vissuto anche quando parla di visioni che squarciano l’ottica comune delle cose. Quest’ultima frase rivela che Lovecraft non era alieno alla rivoluzione letteraria che avveniva tra gli autori a lui contemporanei, Poe soprattutto. Il flusso di pensiero e quello di coscienza che si andavano elaborando in Europa, in un certo senso lo influenzano quando parla di una realtà assolutamente opinabile, solo che non riuscirà mai, o forse non vorrà farlo, a trasporla nei suoi scritti. I suoi detrattori dicono che non ne avesse le capacità tecniche, ma in questo ci trovo molto snobismo.

 

Personalmente lo trovo godibilissimo, senza troppe pretese e in tal senso rimane una pietra miliare della narrativa di genere. Attenti però a non liquidare S.King facendo confronti decisamente azzardati. Ci sono racconti contenuti in “It” semplicemente mirabili per tecnica e capacità narrativa; poi è vero anche che ha scritto nefandezze come “La grande corsa”. Insomma, King va valutato titolo per titolo.

 

Mi sa che mi sono parlato addosso! :pausa:

E lo so, quando inizio non la pianto più. In ogni modo Lovecraft rimane e rimarrà letteratura che sopravvive attraverso il tempo e tra cento anni, qualcun altro starà qui a parlarne ancora…

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King va valutato titolo per titolo

per il semplice motivo

che le cose migliori le ha fatte scrive ad altri

- come a un giovanissimo Clive Barker -

 

Per tornare in tema, "scrivere per altri"

è stata da sempre la maggiore occupazione di Lovecraft :pausa:

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WistonSmith

Già, chissà quanti altri racconti ci saranno scritti di suo pugno ma firmati da altri.

Quelli venuti fuori è grazie alla sua corrispondenza con amici e collaboratori.

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King va valutato titolo per titolo

per il semplice motivo

che le cose migliori le ha fatte scrive ad altri

- come a un giovanissimo Clive Barker -

 

di barker,oltre alla stranota e strasfruttata saga filmica Hellraiser,lessi Creature (Libro di Sangue IV)...da allora non sono più riuscito a guardare le mie mani come prima  :pausa:

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Silverselfer

Sì, di King sono veramente convinto che usi ghostwriters. Però non sono molto attento a questo lato della letteratura.

 

Capirete se vi dico che ho scoperto solo da pochissimo che J.T.Leroy non esiste! Insomma chi se ne frega se a scrivere quei libri è stata in realtà una casalinga di New York.

 

Leggendo King si avverte anche all'interno di uno stesso romanzo il cambio di marcia tra uno stile e l'altro. Però, davvero, non ne so niente e quindi parlo solo di stranezze, titoli di libri eccellenti e altri sorprendentemente scadenti.

 

Domando: ma davvero vi spaventa leggere un racconto dell'orrore? Io li trovo divertenti, mi piacciono, ma se proprio un brivido lo devo provare, me lo da l'angoscia di Kafka, per esempio.

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  • 7 months later...

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