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Botte al figlio che gli dice: "Sono gay"


sugar85

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02/09/2009 - VIA MONTEROSA - I CARABINIERI SONO GIÀ INTERVENUTI DUE VOLTE PER CALMARE L’UOMO, UN MURATORE, CHE NON RIESCE AD ACCETTARE LA REALTÀ

Botte al figlio che gli dice: "Sono gay"

 

Furia su un sedicenne: "Sono fatti nostri: questa storia non deve uscire da qui"

 

NICCOLÒ ZANCAN

torino

 

È l’unico cognome italiano sul citofono. Via Monterosa, vecchia casa di Barriera, odori che si mischiano: aglio, pesci fritti, menta. È l’ora di cena. Interno cortile. Le finestre sono spalancate sui fatti degli altri. Alle otto di lunedì sentono urlare dalla cucina degli italiani. Insulti al secondo piano. Un ragazzino, 16 anni, piange. Poi grida anche lui. Volano piatti. Minacce, botte. La situazione sta degenerando. Qualcuno chiama i carabinieri.

 

La prima segnalazione parla genericamente di una «lite animata in famiglia». Un intervento banale, ogni giorno ce ne sono tanti. Arriva un equipaggio del nucleo radiomobile. I militari salgono, vanno a vedere. La situazione in effetti è ancora molto tesa. Padre contro figlio. E viceversa. Ma dietro quella lite in famiglia, scoprono, dopo aver parlato con entrambi, c’è un motivo particolare. «Gli ho detto che sono omosessuale», ha spiegato il ragazzino. «Lui lo sa benissimo, ma non vuole accettarlo». Il padre conferma. La madre piange nell’angolo. I carabinieri fanno tornare la calma. Verificano che nessuno si sia ferito seriamente. Solo qualche livido, escoriazioni, rabbia viva. Non ci sono gli estremi per denunciare qualcuno. Spiegano che si può «procedere solo con una querela di parte».

 

Il giorno dopo il clima in via Monterosa è ancora teso. Un vicino racconta: «È la seconda volta in pochi giorni che devono intervenire le forze dell’ordine. Anche la polizia è stata al secondo piano. I rapporti con quel ragazzino sono molto tesi».

Il padre, origini pugliesi, faccia pallida da chi ha lavorato tutto agosto, è un uomo di cinquant’anni. Fa il muratore. Scende a parlare, molto provato: «Non è successo niente. Sono fatti nostri. Questa storia non deve uscire da qui». Il fratello maggiore, 19 anni, è sulla stessa lunghezza d’onda: «Non c’è niente da dire, nulla di nulla. Niente da spiegare. Cose nostre. Altrimenti finisce male».

Forse il ragazzino vorrebbe dire la sua. Ma non esce di casa per tutta la mattina. La madre chiude le persiane sul ballatoio: «Sono fatti di famiglia. È un brutto dolore, lasciateci stare».

 

Non è possibile conoscere dal diretto interessato questa storia. Anche il telefono di casa squilla a vuoto. Nessuno risponde.

«È un ragazzino basso di statura, timido, molto gentile - dice un vicino - va a scuola, studia, passa i pomeriggi ai giardinetti qui dietro». Non ieri. Non dopo le botte in casa. «Sono gay - ha detto - voglio soltanto essere accettato». Ma il padre si opponeva, prima a parole, poi come una furia, come se fosse una decisione negoziabile.

 

Ai giardini lo conoscono quasi tutti. Sulle panchine qualcuno ha fatto alcune scritte sul tema: «... è frocio». Ma anche qui non è facile trovare persone che abbiano voglia di parlare dell’argomento. «Il padre soffre tantissimo per questa storia, lasciatelo perdere. È una vera disgrazia».

 

Per fortuna nel palazzo abita Rachid, un ragazzo marocchino di 25 anni. Lui ha capito benissimo quello che sta succedendo, anche senza bisogno di spiegazioni. «L’altra sera ho sentito il litigio. Non è la prima volta che succede. Ma è stato particolarmente violento. Ce l’hanno con il figlio minorenne. Per me è un bravissimo ragazzino, un tipo a posto, simpatico, qui gli vogliamo tutti bene. Ma ho sentito troppa rabbia in quella casa, non è giusto. Il piccolo italiano non va lasciato solo».

 

fonte: La stampa

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Purtroppo per il ragazzo, l'ambiente in cui si è dichiarato è uno dei meno favorevoli, paesino del sud, mi sembra di capire anche un livello di istruzione non altissimo in famiglia..spero che abbia modo di lasciare quel contesto, magari con l'iscrizione all'università visto che dovrà per forza trasferirsi in qualche città più grande  :sisi:

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Purtroppo per il ragazzo, l'ambiente in cui si è dichiarato è uno dei meno favorevoli, paesino del sud, mi sembra di capire anche un livello di istruzione non altissimo in famiglia..spero che abbia modo di lasciare quel contesto, magari con l'iscrizione all'università visto che dovrà per forza trasferirsi in qualche città più grande  :sisi:

per la verità é Torino

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Non sempre influisce il paese di appartenenza o il livello di istruzione delle famiglie. Più che altro è la paura che gioca un ruolo determinante. "Paura di perdere la faccia con il vicinato. Paura di credere che il proprio figlio non è normale. E così via...". La reazione del padre è stata a dir poco eccessiva e discutibile, e non è giustificabile. Resto sempre allibito davanti a simil notizie, perchè non riesco a capire come un genitore, anzicchè essere comprensivo, amare il proprio figlio, cercare in tutti i modi di salvaguardare il suo benessere, pensi solo a se stesso, alla prorpia reputazione, sbattendosene del resto. Ma che razza di genitore è??

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magari con l'iscrizione all'università visto che dovrà per forza trasferirsi in qualche città più grande  :sisi:

 

Sì, magari a Roma, dove ti accoltellano e ti lanciano dietro bombe carta.

Ragazzi, le persone con il cervello di una nocciolina sono ovunque.

La soluzione non è scappare dai luoghi, ma scappare dalle persone. O tentare di cambiarle.

 

Edit: quoto Misterbaby che ha postato mentre scrivevo.

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Guest glitter

Secondo me è sbagliato da parte dei genitori "Lasciateci stare, sono fatti nostri!".

 

Si chiudono a riccio, e magari non pensano che a Torino ci potrebbero essere tante altre famiglie che sono nelle loro stesse condizioni, cioè con un figlio o una figlia di 16 anni che un bel mattino confesserà ai genitori la propria omosessualità.

 

In Italia ancora non si vuole capire che queste cose ci sono, e continueranno ad esserci. L'omertà, il fare silenzio per voler nascondere ciò che ormai si vede quasi ovunque, è stupido. Il problema non lo si risolve riducendo un ammasso di carne e sangue il proprio figlio, ma cercando di trovare altre persone che magari ci sono passate e che alla fine hanno accettato di buon grado la cosa.

 

Piena solidarietà per il ragazzo, cmq: vivere a 16 anni in quel modo non gli darà una spinta positiva per il futuro.

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La madre chiude le persiane sul ballatoio: «Sono fatti di famiglia. È un brutto dolore, lasciateci stare».

E' un brutto dolore??? Chiedilo a tuo figlio qual'è il dolore! Mi spiace che abbia solo 16 anni, troppo piccolo x farsi una vita libero da certa gente...

Fossi di torino organizzerei un presidio sotto casa sua, anche solo x far sapere che non è solo

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Povero ragazzo, dovrebbero togliere il diritto di tenere figli a genitori così.

Ma Italia  :sisi:

 

Senza scherzi.

E' da sospensione della patria potestà.

E' evidente che non sono in grado di educare quel ragazzo.

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La cosa che più ferisce è la madre che dice "Sono fatti di famiglia. È un brutto dolore, lasciateci stare". Il brutto dolore è quello di avere il figlio gay o piuttosto il corpo coperto di lividi? Che razza di amore è questo???

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La cosa che più ferisce è la madre che dice "Sono fatti di famiglia. È un brutto dolore, lasciateci stare". Il brutto dolore è quello di avere il figlio gay o piuttosto il corpo coperto di lividi? Che razza di amore è questo???

 

Magari pensano pure di essere tolleranti e generosi.

In fondo mica lo hanno ucciso.... :sisi::ok:

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Quando mi capita di leggere storie come questa, davvero mi chiedo se non si possa fare qualcosa di concreto e specifico per il poveretto che ci è finito in mezzo. Che ne so, mandare in avanscoperta una mamma dell'Agedo, provare ad avvicinare il fratello 19enne che forse è un po' più facile da far ragionare o veramente piazzarsi sotto casa in qualche modo silenzioso, giusto per dire: "Siamo qui". Anche se il ragazzino non esce di casa, magari dalle finestre vede qualcosa e gli potrebbe essere di supporto morale. Trovare il modo per far arrivare ai genitori il messaggio che se è un grande dolore per loro, allora cosa dev'essere per il figlio che si vede trattato così?

 

Possibile che si debba per forza rimanere inermi mentre il padre riempie di botte il figlio? :sisi::ok:

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Purtroppo per il ragazzo, l'ambiente in cui si è dichiarato è uno dei meno favorevoli, paesino del sud,

 

Veramente è a Torino.

 

Semmai, se vogliamo usare quegli stereotipi che purtroppo molte volte corrispondono alla realtà, diciamo allora che il padre è un muratore pugliese, ovvero macchietta perfetta del padre-padrone che vuole il figlio macho e spaccafi*a.

Tristissimo...  :sisi:

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AndrejMolov89

Povero ragazzo, dovrebbero togliere il diritto di tenere figli a genitori così.

Ma Italia  :sisi:

Il problema è che bisogna sapere qual'è la vera storia famigliare. Sono stati stupidi? lo hanno dimostrato ora, magari è la prima sfuriata in 16 anni contro il figlio. Il problema sostanziale della faccenda è comprendere tutta la situazione. Per esempio magari una famiglia potrebbe fregarsene delle tematiche quali omosessualità e vita politica, ma potrebbero sfociare nell' infamia dell'omofobia quando scoprono che il figlo è un buliccio, o un finocchio.

In linea di massima sarei concorde di togliere i figli alle teste di cazzo, soltanto che da quando hanno inventato i berretti, e le belle parole non è più possibile distinguerli da chi porta il cappello per ornamento e non per occultamento.

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Nell'articolo dice che è la seconda volta in pochi giorni che devono arrivare i Carabinieri... Mi sa che è difficile che per qual povero ragazzo la situazione migliori...

 

:sisi::ok:

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Siamo alle solite... Certo che ragazzi e ragazze omosessuali, che leggono la cronaca di questi giorni, devono sentirsi piuttosto incoraggiati a fare coming out  :sisi:

 

La mia solidarietà al ragazzo. Sperando che la situazione possa per lo meno risollevarsi senza dover per forza sfociare in qualcosa di più grave.

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Per loro fortuna non sono uno degli agenti che è intervenuto in quella casa...  :sisi:  :sisi:

Garantisco che quando me ne fossi andato avrebbero avuto ben stampato in mente che l'omosessualità non è una scelta o un capriccio, tanto meno una cosa da nascondere o di cui vergognarsi.

Le forze dell'ordine dovrebbero anche avere questo ruolo, secondo me... di educare chi nella società non ci sa stare.

Via Monterosa è in una zona abbastanza degradata di Torino, in cui convivono italiani ed immigrati di molte nazionalità, in basse case in stile Liberty di inizio '900... ma a due passi da quartieri appena rinnovati con le olimpiadi, un paradosso italiano.

Provo pena per quel ragazzino, mi viene quasi da organizzare un volantinaggio o qualcosa di simile... è ora che certa gente impari a guardare la realtà e la smetta di credere in stereotipi desueti.

In ogni caso anche il fratello 19enne che con fare da mafiosetto conclude "Sono affari nostri, sennò finisce male" lo rieducherei come dico io... :ok: le teste calde sono sempre state una mia passione!

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il padre è un muratore, probabilmente in nero, probabilmente quando non potrà più lavorare, tra una decina d'anni, non avrà la pensione perchè avrà lavorato in nero e quindi senza versare contributi. allora avrà bisogno del figlio e il figlio non ci sarà.

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Per loro fortuna non sono uno degli agenti che è intervenuto in quella casa...  :sisi:  :sisi:

Garantisco che quando me ne fossi andato avrebbero avuto ben stampato in mente che l'omosessualità non è una scelta o un capriccio, tanto meno una cosa da nascondere o di cui vergognarsi.

Guarda... sta gente bigotta ha la testa più dura della faccina che hai usato  :ok:

Magari gli agenti glie l'hanno fatto pure presente, ma conosco bene questo tipo di "padri di famiglia". Sono prigionieri di pregiudizi così radicati, che neppure il buonsenso, nè tantomeno l'amore per il figlio, saprebbero porvi rimedio.

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Voi ragazzi avete tutti commentato il FATTO in se', il che e' lecito.

Io personalmente sono colpita piu' dal modo in cui e' scritto l'articolo, uno stile se mi permettete nauseante e sensazionalista.

Vorrei che vi soffermaste un attimo anche su quello, perche' e' uno specchio dell'Italia tanto e piu' del fatto stesso. Il fatto che vengano messe tante paroline buone in bocca al marocchino, noi che siamo il paese che lascia vincere a una ragazza di colore Miss Italia o a una ragazza cieca Sanremo, noi che in televisione mostriamo quanto siamo allegri e tolleranti pero' di fatto i neri e i disabili in Italia se la passano ancora da cani. Cioe' questa e' bonta' che viene messa sotto gli occhi di tutti in televisione, o in questo caso su un giornale, e che pero' non rispecchia per niente i fatti. Hanno intervistato un ragazzo marocchino come se fosse un normale cittadino (come dovrebbe essere) ma scommetto che se glielo andate a chiedere col cavolo che e' trattato come uno qualsiasi, a partire dal fatto che nell'articolo DEVE ESSERE SPECIFICATO che e' marocchino.

 

Comunque a parte questo mi piace molto l'idea del sit-in sotto casa di questo ragazzo. Scommetto che se trapelasse il nome e l'indirizzo gli scriverebbero in tanti per solidarieta'. Sempre che non decidano di bruciare anche tutta la posta che arriva...

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Il sit-in sotto casa del ragazzo è un'idea folle da lasciar perdere immediatamente. Sarebbe il modo migliore per farlo massacrare di botte definitivamente dal padre: "Ricchione 'emmerda, m'hai portato sotto casa chille schifosi degli amici tuoi froci!"

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Guest glitter

Il sit-in sotto casa del ragazzo è un'idea folle da lasciar perdere immediatamente. Sarebbe il modo migliore per farlo massacrare di botte definitivamente dal padre: "Ricchione 'emmerda, m'hai portato sotto casa chille schifosi degli amici tuoi froci!"

 

Potrebbe andare così.

 

O forse vedendo tanti froci e ricchioni di merda, e magari tanti genitori di figli gay con sede a Torino, il padre cambierebbe (condizionale è d'obbligo) idea e vedrebbe che la sua situazione familiare non è tanto diversa da chi già c'è passato e ha aperto gli occhi, riuscendo a vivere bene questa scoperta.

 

Certo, mi ha fatto e mi fa specie una madre che parla di dolore, il padre che picchia il figlio, e il fratello che fa da spettatore: non mi sorprendo che poi tanti ragazzi si tagliano le vene o si suicidano per non dover vivere così. Oscurando il loro futuro non gli si dona speranza, ma solo altro odio e tanto astio che poi difficilmente si risolve a breve termine.

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serve il Tribunale dei Minori.

 

Nonché il tribunale penale, mi risulta che le lesioni costituiscano ancora reato indipendentemente dall'orientamento sessuale della vittima...

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serve il Tribunale dei Minori.

 

Nonché il tribunale penale, mi risulta che le lesioni costituiscano ancora reato indipendentemente dall'orientamento sessuale della vittima...

 

se non c'é denuncia non si fa nulla...

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