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Botte al figlio che gli dice: "Sono gay"


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Guest glitter

e far cosa?

 

il ragazzo a 16 anni... lo metti un anno e mezzo in qualche casa accoglienza e poi?

 

Non so, magari dico un'eresia, ma il ragazzo non potrebbe essere mandato a stare da eventuali parenti, più inclini ad accettarlo, viste le violenze ricevute?

 

L'articolo non dice nulla a riguardo?

e far cosa?

 

il ragazzo a 16 anni... lo metti un anno e mezzo in qualche casa accoglienza e poi?

 

E' un buon inizio.

Poi cerchi una famiglia a cui affidarlo.

 

Fai esattamente quello che si fa

quando scopri che un ragazzo viene picchiato in casa

o una ragazza viene violentata dal padre...

Giusto, però bisogna tenere in conto la volontà del ragazzo. A quanto pare non è che lui abbia detto che vuole mollare la sua famiglia.Vuole invece essere accettato in casa (anche se temo che finirà solo per prendere altre botte  :sisi:)

Il Tribunale dei Minori potrebbe procedere d'ufficio.

 

Sarebbe bello, ma chi lo avverte il Tribunale? Se non si è mosso, o i poliziotti/carabinieri che sono intervenuti non hanno proceduto oppure il Tribunale stesso non ha ritenuto di dover/poter procedere, credo. :sisi:

 

Chissà se c'è modo di fare una segnalazione... :sisi:

 

Comunque pensavo anche che bisognerebbe verificare in qualche modo le reali intenzioni e i desideri del ragazzo in questione, perché è pur vero che viene malmenato, ma psicologicamente potrebbe essere molto difficile abbandonare i suoi e mi pare anche di aver letto che quando i carabinieri sono arrivati a casa sua e gli hanno chiesto se voleva sporgere denuncia, lui si sia rifiutato. Non è facile dall'esterno capire cosa succede, purtroppo. Sappiamo che ha un padre violento, ma potrebbe essere traumatico anche abbandonare il "nido" famigliare per molti anni o verosimilmente addirittura per sempre... Sono cose delicate. :ok:

 

(Quoto kelp2 che ha replicato mentre scrivevo.)

e far cosa?

 

il ragazzo a 16 anni... lo metti un anno e mezzo in qualche casa accoglienza e poi?

 

E' un buon inizio.

Poi cerchi una famiglia a cui affidarlo.

 

Fai esattamente quello che si fa

quando scopri che un ragazzo viene picchiato in casa

o una ragazza viene violentata dal padre...

 

L'affidamento vale solo fino all'età di 18 anni.

Un anno fa o giù di lì a Palermo ci fu un caso simile di un ragazzo malmenato del padre perchè gay (fu anche intervistato in qualche tg).

Lui scelse di andarsene di casa e lessi che aveva trovato lavoro al Mama Mia a Torre del Lago. Un bel cambiamento.  :P

Guest glitter
Il Tribunale dei Minori potrebbe procedere d'ufficio.

 

Sarebbe bello, ma chi lo avverte il Tribunale? Se non si è mosso, o i poliziotti/carabinieri che sono intervenuti non hanno proceduto oppure il Tribunale stesso non ha ritenuto di dover/poter procedere, credo. :sisi:

 

Chissà se c'è modo di fare una segnalazione... :P

 

Comunque pensavo anche che bisognerebbe verificare in qualche modo le reali intenzioni e i desideri del ragazzo in questione, perché è pur vero che viene malmenato, ma psicologicamente potrebbe essere molto difficile abbandonare i suoi e mi pare anche di aver letto che quando i carabinieri sono arrivati a casa sua e gli hanno chiesto se voleva sporgere denuncia, lui si sia rifiutato. Non è facile dall'esterno capire cosa succede, purtroppo. Sappiamo che ha un padre violento, ma potrebbe essere traumatico anche abbandonare il "nido" famigliare per molti anni o verosimilmente addirittura per sempre... Sono cose delicate. :love:

 

(Quoto kelp2 che ha replicato mentre scrivevo.)

 

E' anche vero però che il ragazzo non può e non dovrebbe rimanere in questo ambiente familiare.

 

Cioè, venire picchiato tutti i santi giorni da tuo padre a cui hai detto che sono gay, vedere tua madre che magari piange tutto il giorno e ti dice che sarai sempre un'aberrazione e/o uno sbaglio della natura, e magari vedere anche tuo fratello che spalleggia tuo padre, non mi sembra la cosa più adatta per un sedicenne.

 

Io gli consiglierei di chiedere di andare a vivere in un'altra città, da parenti più bendisposti ad accettarlo. Forse, e dico forse, trovandosi a contatto con la realtà omosessuale di Milano o di Roma troverebbe modo di sentirsi a suo agio e dimenticherebbe le violenze domestiche.

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