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Superare l'inettitudine nel rimorchio dal vivo 


Uncanny

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Buonasera a tutti, apro questo thread in cerca di consigli. Mi raccomando fate i bravi e non fate degenerare il thread come vedo accadere spesso ultimamente, ché la Scure di Ghost incombe pronta a mietere vittime.

La questione è che di base sono un totale inetto nel rimorchiare e nel fare la prima mossa dal vivo, e mi chiedevo come superare questa cosa. Se fosse semplicemente una questione di buttarsi e prendere l'abitudine o cosa. Di base c'è di fondo una certa paura del rifiuto, anche se razionalmente so che chissenefrega tanto il tizio mi avrà dimenticato dopo 2 minuti comunque.

Mi è venuta l'idea di porre la questione perché ieri ero in disco e c'era un ragazzo troppo carino con cui avrei voluto provarci ma niente, non l'ho fatto. In questo caso parlo quindi di questo genere di contesto ma si può anche estendere ad altri contesti meno "frivoli" volendo. 

Di base ho un grosso problema nell'approcciarmi agli sconosciuti e rompere il ghiaccio in generale, anche con ragazze con intenzione amicale per dire. Non ho assolutamente problemi a "starci" e portare avanti la cosa se sono gli altri ad approcciarmi per primi o se si è rotto il ghiaccio virtualmente, ad esempio su un'app di incontri prima di vedersi dal vivo. Anzi spesso mi capita di essere io a portare avanti la discussione se l'altro non fa molto. E non ho particolari problemi se vengo presentato da qualcuno, tipo un amico comune, che quindi fa la prima mossa per me.

Il problema è appunto che sia io a fare la prima mossa. Non suggeritemi l'alcol perché ho il "potere" di avere un incredibile autocontrollo rispetto agli sconosciuti pure se bevo parecchio e di base reggo molto bene l'alcol, quindi non ho voglia di inciuccarmi per prendere un po' di coraggio. 

Credo di aver parlato fin troppo quindi lascio la palla a voi.

Edited by Uncanny
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La risposta alla causa di questa tua difficoltà forse te la sei data da solo con la parola un po’ strana che hai usato nel titolo del tuo topic: inettitudine. Non hai scritto incapacità, oppure difficoltà. Se mettiamo insieme inettitudine + fare la prima mossa, si può scoprire una tua autosvalutazione. Sei bravo, sei intelligente, sai condurre i rapporti se sono altri a farli iniziare: non puoi essere oggettivamente inetto. Non sarà allora che, al fondo di te stesso, c’è qualche punto su cui ti svaluti, tanto che non ne sei neppure conscio?

La mia risposta è sulla causa della tua difficoltà, come vedi. È un’ipotesi. Sta a te verificarla. Se scoprissi che è un’ipotesi valida, potresti lavorarci sopra per diminuirne la presa, e cercare di liberartene. 

Edited by Isher
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nonsochisonoio

Innanzitutto ti stringo la mano e mi siedo spettatore di questo topic in quanto ricalca bene o male la mia stessa situazione.

Però un contributo lo voglio provare a dare...
Leggo in te (ed in me) una non asocialità. Ad un primo sguardo sembrerebbe che non voglia socializzare ma questa situazione decade (per entrambi) quando qualcuno unge i meccanismi di presentazione, introduzione e mediazione. La socialità c'è. È che stenta a partire senza spintarella...
Mi capitano le tue stesse situazioni (pur non frequentando disco o situazioni che mi permetterebbero approcci diretti) e mi blocco sul nascere, mi viene di non fare, di quasi vìolare un mio standard di essere...
 

L'ultima di recente: Ho conosciuto un bel ragazzo su Grindr. Educato, carino, bei lineamenti, non scialbo, interessante.
Abbiamo intavolato un rapporto "app-istolare" che è evoluto in Whatsapp, che è degenerato prima che avessimo l'occasione di incontrarci in una discussione, in un fraintendimento.
Ci siamo allontanati, ci siamo ripresi, ci siamo riallontanati. Senza mai incontrarci realmente. Perchè? Per paura del rifiuto (suo nei miei confronti) e per timidezza (sua).
Ci siamo riavvicinati ad inizio anno, complice uno scambio di auguri e ho voluto mettere una pietra sopra sul passato...
Mi ha detto dove lavora, ho preso la macchina storica con la scusa di farci un giro, sono arrivato davanti al negozio, l'ho visto attraverso la vetrina (io chiuso in macchina) e............ Sono rimasto in macchina...
Non no fatto quel gradino, quel saltino che avrebbe portato la situazione diversamente...
Morale (a suo dire, seppur mi suona di ripicca), ha una frequentazione con un altro... E io son rimasto a bocca asciutta.

Odoro da lontano, come dici tu, una fobia del rifiuto. Non parto per evitare di farmi male. Sto nella mia Comfort-Zone, che fuori non so come va.
Qualcuno mi ha voluto suggerire ed indicare che questo comportamento è figlio di eventi traumatici precedenti (che grande scoperta!!!). 

Fatto sta che Ti dico e Mi dico che, ogni lasciata è persa. Non approcciare il ragazzo carino in discoteca, non scendere dalla macchina ed attraversare il parcheggio ed entrare a chiedere uno spruzzino di Chantè Clair, ti fa stare tranquillo lì per lì, ma poi... Le conseguenze potrebbero essere funeste. Il famoso giochino dei rimpianti e dei rimorsi... Se ne potrebbero scrivere a fiumi...
Vale la pena questo?
Fosse successo il contrario, tu che conoscevi il tipo in discoteca e io che entravo in negozio, magari avremmo avuto una svolta... Tu rimediando una bella serata e un futuro con la casa, il cane, il giardino e una vita felice e contento, e io forse altrettanto (no perchè dice di essere fidanzato).

Fatto sta che, predicando bene e razzolando male, magari una spronata, una scrollata non farebbe male... In tutti i sensi, pre e post.
Pre perchè magari, all'arrembaggio, tenti la fortuna del 50 e 50 e magari ti da culo che ti va bene
Post, la scrollata perchè nel caso malaugurato che vada male, magari, dopo del sano dolore e delusione che ci sta, poi un bel mavaffanculo verace, interiore, de core, scioglie ogni problema.

Sono curioso di leggere altro.🤔

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nonsochisonoio
Just now, marco7 said:

anche io ho sto problema e per me uno deve tenerselo, non è un problema risolvibile per me.

L'ho anche io, come ho detto, ma non per questo lo reputo non risolvibile.
Andrei OT ad eviscerare le mie motivazioni che io ad oggi reputo valide, oggettivamente provate e statisticamente ripetute.
Ma non per questo penso che non si possa risolvere. Un po' con una buona faccia di bronzo, un po' con una buona dose di menefreghismo e di non andarci di testa come se dopo un ipotetico tentativo non ci fossero altre soluzioni ed alternative.

 

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ErickilKhan
43 minutes ago, Uncanny said:

 

Il problema è appunto che sia io a fare la prima mossa. 

 

Stesso problema, ma perchè sono timido

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Non tutti hanno la faccia tosta di provarci sempre & cmq,  esiste anche la timidezza.

Ed anche questa caratteristica (che non è un difetto) può tornarvi utile, quando capirete come maneggiarla per non sembrare scorbutici

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Per quanto riguarda contesti "generici" capita anche a me ma solo con quelli che mi piacciono perché la timidezza deriva dal fatto che possano capire una certa "malizia".

Tipo c'era uno in palestra che mi piaceva ed avevo vergogna persino di avvicinarmi e di utilizzare attrezzi vicini a lui perché avevo paura che potesse "capire" qualcosa. In quel caso visto che, al contrario, non ho alcun problema nel fare il primo passo in contesti di amicizia, ho disintroiettato questa cosa e mi sono comportato come se avessi di fronte un qualsiasi ragazzo che non mi piaceva e col quale avevo semplicemente voglia di attaccar bottone. 

In discoteca booh, non mi viene in mente nessun approccio che non sia del tutto sfacciato

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Vivacia3But

Provarci è solo questione di talento naturale, è come fare un dolce: puoi parlarne e prendere appunti di tutte le ricette del mondo ma se neanche accendi il forno, e soprattutto se mancano certe doti, non riuscirai mai ad andare oltre standard insoddisfacenti.

Se hai capito di non essere proprio portato l'unica è fare di tutto per far sì che gli altri ci provino con te, quindi migliorarti. Ho conosciuto ragazzi molto attraenti del tutto inetti nel rimorchio, che però alla fine il ragazzo carino se lo portavano a casa comunque. Quando io ne avevo già portati a casa cinque.

Non sono un granché, ma ho il talento di cui sopra ---> sono bravissima nel cucinare il ciambellone alla banana.

Forse perché ho avuto le giuste maestre, ho sempre amato le divine come Anita Ekberg. Le Belve, per dirla con la Fagnani, le gatte morte e vive.

 

Anita ekberg cat film GIF - Find on GIFER

 

So essere profondamente stupida e leziosa e non ho tante inibizioni, ansie di fare bella o brutta figura, di conquistare a tutti i costi, di sistemarmi...

Penso sempre più a ricreare la scena della fontana della Dolce Vita, ogni sera che esco di casa. Esco di casa solo per quello, di sera.

Quindi, per concludere, non mi immedesimo in ciò che scrivi, ma capisco benissimo. E' tipico degli italiani avere un sacco di paranoie sui rimorchi, sul sesso, su tante cose... ti ripeto che ho conosciuto ragazzi splendidi che facevano una fatica enorme quindi Sorella non sei sola.

 

Edited by Vivacia3But
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1 hour ago, Uncanny said:

Non ho assolutamente problemi a "starci" e portare avanti la cosa se sono gli altri ad approcciarmi per primi

Allora è facile: chiedimi di farlo al posto tuo.

"Scusami se ti rompo, sono con alcuni amici e stiamo per prendere un litro di mojito: ti va di darci una mano a finirlo?

Sisi, ovvio. Piaci a uno di loro. Sisi, lo so sembra un approccio da scuola elementare, ma che vuoi farci se è timido?

No, non ti dico chi è dei quattro! Non ti preoccupare, non è quello più cesso. Fai finta di credere che ti abbia rimorchiato io

e poi quando vado in bagno dì che non sono il tuo tipo e aspetta che faccia lui la prima mossa"

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Vivacia3But
3 minutes ago, Pugsley said:

Io sono timido e cesso e dico tutto

Amore, anche io entrambe le cose, ma vanno usate a nostro favore:

1) la timidezza è un bene: puoi sembrare annoiato o misterioso, e poi tirar fuori le doti culinarie di cui parlavo sopra solo al momento giusto e con la persona giusta, e non hai perso tempo a parlare di sciocchezze prima.

2) la cessaggine ti insegna a mercanteggiare, a metterti in discussione, a migliorarti, a lavorare su altre qualità.

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52 minutes ago, nonsochisonoio said:

Ma non per questo penso che non si possa risolvere. Un po' con una buona faccia di bronzo, un po' con una buona dose di menefreghismo e di non andarci di testa come se dopo un ipotetico tentativo non ci fossero altre soluzioni ed alternative.

se sei paralizzato quando ti trovi in un bar da solo davanti agli altri e non riesci a muovere un dito c'è poca faccia di bronzo che ti salva.

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Vivacia3But
11 minutes ago, Almadel said:

Allora è facile: chiedimi di farlo al posto tuo.

"Scusami se ti rompo, sono con alcuni amici e stiamo per prendere un litro di mojito: ti va di darci una mano a finirlo?

Sisi, ovvio. Piaci a uno di loro. Sisi, lo so sembra un approccio da scuola elementare, ma che vuoi farci se è timido?

No, non ti dico chi è dei quattro! Non ti preoccupare, non è quello più cesso. Fai finta di credere che ti abbia rimorchiato io

e poi quando vado in bagno dì che non sono il tuo tipo e aspetta che faccia lui la prima mossa"

Non concordo: essere troppo cervellotici non paga, ammoscia.  Tirare in ballo terzi poi, aiuto, che desolazione.

Trovare la scusa della battuta è roba troppo cliché, troppo etero, anni ottanta, capodanno con gli amici, Cioè, Colpo di Fulmine condotto da Michelle Hunziker... 

Poi magari ci riesci comunque, perché alla fine non dipende da come approcci (dicevo nell'altro intervento che ci sono ragazzi bellissimi che fanno una fatica immane ad approcciare) ma conviene di gran lunga

andare dritti al punto ---> che vantaggio c'è ad essere gay, se non puoi nemmeno fare la gatta morta?

Anita Ekberg "La Dolce Vita" Federico Fellini (1960) | Actriz de cine,  Hollywood clásico, Estrellas de cine

o offrirti nuda su un piatto d'argento con una mela in bocca?

Per riassumere:

COSA NON FARE:

 

 

COSA FARE:

 

 

Edited by Vivacia3But
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22 minutes ago, Vivacia3But said:

Poi magari ci riesci comunque

Appunto: mica devo rimorchiare io.

Che mi frega se faccio la figura dell'ammosciante etero anni Ottanta?

L'importante è che la figuraccia la faccia solo io e non Uncanny, visto che è lui che deve rimorchiare.

Uncanny poi dirà: "Scusami per Almadel, è proprio un coglione alcolizzato: però è vero che sei un bel tipo"

O qualunque altra cosa gli venga in mente di dire una volta che il ghiaccio è rotto.

Anzi se faccio la figura del buffone è anche meglio:

non c'è niente di peggio di quando ti dicono: "Non mi importa dei tuoi amici, a me interessi tu".

Bisogna essere abbastanza simpatico da farlo avvicinare al tavolo,

ma anche abbastanza cringe da non sembrare il più figo della compagnia.

 

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dipende anche dove vai,chi vuoi rimorchiare e dove lo cerchi.

 

Io personalmente mi tengo molto lontano da certi locali imbecilli,certe discoteche con il "dress code" (termine inglese di emme una volta si diceva selezione nel vestiario ) da magiamorti. oppure certi lounge bar che se venissero bombardati dall'isis farebbero solo un favore al mondo a sparire. La mia idea è di non cambiare una virgola del mio modo di pensare ,poi se sono rose fioriranno e se sono cachi...

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Comincio col ringraziare per gli interventi interessanti, risponderò bene in serata dopo lavoro 

Vorrei solo sottolineare come vorrei essere io a superare quest'ansia con gli sconosciuti, che poi non riguarda neanche solo il rimorchio per inciso. Non vorrei dover ricorrere sempre a degli amici, anche perché non saranno sempre lì a fianco disponibili ad aiutarmi. Poi se mi dite che non c'è altro modo e che è impossibile superare il blocco da prima mossa allora ne prendo atto

Edited by Uncanny
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31 minutes ago, Uncanny said:

Vorrei solo sottolineare come vorrei essere io a superare quest'ansia con gli sconosciuti

Credo che la difficoltà a rompere il ghiaccio sia più la regola che l'eccezione.

Di solito è d'aiuto avere un pretesto: metterti in una situazione in cui non temi il rifiuto

(come ad esempio essere tu l'amico rompi-ghiaccio...).

Se invece la paura è specificatamente quella del rifiuto, non credo ci siano soluzioni.

Ho sempre creduto che passasse con l'età: a un certo punto sopraggiunge la fase "ogni lasciata è persa".

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52 minutes ago, Uncanny said:

quest'ansia con gli sconosciuti, che poi non riguarda neanche solo il rimorchio

Se sei timido di carattere, è così sempre, ovviamente.

Col tempo imparerai a gestire sti momenti si imbarazzo "da prima mossa" e supererai l'impasse. O saprai gestirla meglio

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Scusate ma gli sfacciatissimi e gran scopatori della vecchia guardia, che ogni giorno criticano i millennials per essere troppo asocial, ndo stanno? Dovrebbero dare consigli d'oro. 

 

Poi dici che nascono i flame 🙄

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Fladimiro71
8 hours ago, Pugsley said:

Voi raccontate tante belle cose, ma se si è cessi, si è cessi

😭😭😭😭😭😭😭😭

 

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Mercante di Luce
8 hours ago, Pugsley said:

Voi raccontate tante belle cose, ma se si è cessi, si è cessi

Essere cessi è prima di tutto una convinzione personale, nel nostro mondo c’è posto veramente per tutti anche se non si è fotomodelli, che poi è la normalità. L’importante semmai è avere frecce al proprio arco, essere interessanti e non banali o monotoni. 
Di sicuro l’autocommiserazione allontana qualsiasi possibilità.

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15 minutes ago, Francis92 said:

Scusate ma gli sfacciatissimi e gran scopatori della vecchia guardia, che ogni giorno criticano i millennials per essere troppo asocial, ndo stanno? Dovrebbero dare consigli d'oro.

Poi dici che nascono i flame 🙄

Ma lo sai vero che per rompere il ghiaccio in discoteca ti mettono una mano sul culo?

La cosa che vorrebbe imparare a fare Uncanny è in assoluto la più difficile.

Io ho talmente tanta paura dei rifiuti da verbalizzare raramente un approccio: risolvo quasi sempre la cosa con uno scambio di sguardi trombini.

E' ovvio che a volte non è possibile: il mio primo ragazzo l'ho approcciato in fumetteria e un mio ex in treno;

ma erano situazioni in cui non era evidente che ci stessi provando.

Penso mi sia capitato una volta sola di provarci in un locale gay con un ragazzo che non ricambiava le mie occhiate:

ma ero ubriaco e depresso in una città di cui non conoscevo la lingua e per attirare la sua attenzione gli ho sputato in faccia un chicco d'uva

(che non è esattamente il genere di consiglio che darei a qualcuno per rompere il ghiaccio).

3 minutes ago, Mercante di Luce said:

Di sicuro l’autocommiserazione allontana qualsiasi possibilità.

Credo sia l'unica cosa verso la quale nessuno abbia un feticismo. 🙂

 

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25 minutes ago, Almadel said:

Ma lo sai vero che per rompere il ghiaccio in discoteca ti mettono una mano sul culo?

La cosa che vorrebbe imparare a fare Uncanny è in assoluto la più difficile.

Io ho talmente tanta paura dei rifiuti da verbalizzare raramente un approccio: risolvo quasi sempre la cosa con uno scambio di sguardi trombini.

Infatti non parlo necessariamente di un approccio verbale

Ma ad esempio di una situazione sulla pista da ballo dove vuoi rimorchiare qualcuno da limonare e poi semmai parlarci dopo 

Quindi mi chiedevo quale potesse essere l'approccio più efficace ma allo stesso tempo più fattibile per uno come me che non è per nulla sfacciato, posto che un minimo di sfacciataggine bisogna farsela venire per forza di cose e non è che ci si possa troppo filosofeggiare su

Vedo spesso approcci anche più "spinti" della mano sul culo, tipo tizio che te lo poggia da dietro prendendoti i fianchi oppure come mi è successo un tizio che mi è sbucato da dietro e stava per ficcarmi la lingua in bocca così dal nulla a mo di sorpresa e che ho evitato 

Io chiaramente non farò mai qualcosa del genere, neanche la mano sul culo

Ma in termini molto pratici quali strategie "soft" ci sono? Lanciare occhiate maliziose (o come dice Almadel "sguardi trombini") con un sorrisetto sulle labbra? Tra l'altro fissando insistentemente senza interruzioni o in che altro modo? Piazzarsi davanti o vicini e cominciare a ballare facendo chiaramente intendere che sei rivolto a lui facendo delle mosse particolari? Avvicinarsi e chiedere un "Ti stai divertendo?" con un approccio quindi verbale ma non particolarmente impegnativo?

Tra l'altro nel mio caso c'è anche una certa barriera linguistica (parlo il francese decentemente ma non alla perfezione) e in disco col casino che c'è diventa ancora più complicato 

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9 minutes ago, Uncanny said:

Lanciare occhiate maliziose (o come dice Almadel "sguardi trombini") con un sorrisetto sulle labbra? Tra l'altro fissando insistentemente senza interruzioni o in che altro modo? Piazzarsi davanti o vicini e cominciare a ballare facendo chiaramente intendere che sei rivolto a lui facendo delle mosse particolari?

Assolutamente queste due.

Sul contatto fisico c'è una soglia ben precisa che viene interpretata come non casuale da una persona interessata.

Quando si raggiunge questa soglia l'altra persona o si scansa o continua a mantenere il contatto.

Solo dopo qualche minuto - in cui il consenso diventa evidente - si può tentare l'approccio frontale ballando uno di fronte all'altro

oppure strusciare il bozzo dei propri jeans sul culo del proprio compagno di pista.

 

Questa "soglia di contatto" è necessaria per permettere all'altro di sottrarsi senza doverci respingere.

Noi continuamente ci scansiamo quando una persona accidentalmente entra in contatto con noi

e per far capire che non c'è interesse basta semplicemente spostarsi di un passo.

Basta sedersi sullo stesso divanetto e rimanere con la coscia inavvertitamente con la sua:

non è naturale che lui non la sposti e che mantenga il contatto.

 

Senza divanetti e senza pista da ballo, gli sguardi sono l'unica opzione.

 

La lingua ovviamente non deve mai essere vista come un ostacolo:

un'ottima comunicazione è importante solo se si cerca un fidanzato.

Perché perdersi un'esperienza di passione solo perché lui vota Trump o è un fan di Bin Laden o di Putin?

Come diceva Blaise Pascal: "Il cazzo conosce ragioni che la Ragione non conosce".

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Da quello che noto (però magari mi sbaglio) se le donne etero sono pronte a demolire gli uomini per un approccio banale, cliché, poco interessante, per i ragazzi gay non vale altrettanto.
"Non ti ho mai visto qui/mi sembra di averti già visto qui"
"Hai degli occhi bellissimi"
"Hai una sigaretta?/hai da accendere?"
"Ti posso offrire da bere?"
Sono tutti approcci per cui le donne potrebbero ridicolizzare un uomo giudicandolo immediatamente come incapace. Così non è per i gay. Se a un ragazzo piaci, non gli interessa proprio quale frase hai usato per rompere il ghiaccio. Una qualsiasi va bene (se sei all'estero e hai un accento italiano, considera che spesso piace)

30 minutes ago, Uncanny said:

Ma in termini molto pratici quali strategie "soft" ci sono?

Se stai ballando sicuramente avvicinati, senza mettere le mani addosso al bellissimo ragazzo, ma prova a vedere se riesci a ballare "con" lui in modo naturale. Se non gli piaci stai sicuro che si sposta. Per altre situazioni in cui è possibile parlare, consiglierei di usare le parole, qualsiasi banalità può funzionare.

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26 minutes ago, Krad77 said:

Se a un ragazzo piaci, non gli interessa proprio quale frase hai usato per rompere il ghiaccio.

Il problema è se non gli piaci, ovviamente.

Un approccio non verbale è molto più facile da rifiutare senza umiliare l'altro.

Se mi dici "Hai degli occhi bellissimi" e non mi piaci, io sorrido e scappo.

 

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nonsochisonoio
17 hours ago, marco7 said:

se sei paralizzato quando ti trovi in un bar da solo davanti agli altri e non riesci a muovere un dito c'è poca faccia di bronzo che ti salva.

Vero, ma vero anche il fatto che se non ce l'hai o se non la ostenti, poco vai avanti. Chi non ce l'ha, o se la fa venire, o si "violenta". Come dicevo qualche post più sopra, bisogna mettere in campo diverse forze: Quella della voglia di conquistare la preda, con quella che ti frena nella tua bolla; quella di ostentare la tua faccia di bronzo, con il rischio del rifiuto; quella del rischiare, quella del prendere una porta in faccia, quella di costruire un futuro (imminente = scopata, o futuro = la casa con il giardino, il cane etc).

Chi ha detto che sia facile e che sia innato nelle persone, mente sapendo di mentire.
Un po' bisogna averla, un po' bisogna rischiare. 

[e questo vale anche per me, come auto-sprono]

9 hours ago, Uncanny said:

Comincio col ringraziare per gli interventi interessanti, risponderò bene in serata dopo lavoro 

Vorrei solo sottolineare come vorrei essere io a superare quest'ansia con gli sconosciuti, che poi non riguarda neanche solo il rimorchio per inciso. Non vorrei dover ricorrere sempre a degli amici, anche perché non saranno sempre lì a fianco disponibili ad aiutarmi. Poi se mi dite che non c'è altro modo e che è impossibile superare il blocco da prima mossa allora ne prendo atto

Gli amici, fortunato chi li ha, se li tenga stretti. Tanto più se si spendono per te per queste nobili crociate. Qualora non ci fossero, capisco la reticenza e la paura ma, dal contesto, valuterei quanto e perchè rischiare: è veramente bono, ha già mezzo contraccambiato le mie allusioni timide, ha manifestato interesse (se è in una conversazione o altro ambito meno frivolo)?
Se così è, bùttati... Lo so, è duro, ma è da andare... Alla peggio fai come me: tre giorni di pianto e risorgi...

8 hours ago, Almadel said:

Credo che la difficoltà a rompere il ghiaccio sia più la regola che l'eccezione.

Di solito è d'aiuto avere un pretesto: metterti in una situazione in cui non temi il rifiuto

(come ad esempio essere tu l'amico rompi-ghiaccio...).

Se invece la paura è specificatamente quella del rifiuto, non credo ci siano soluzioni.

Ho sempre creduto che passasse con l'età: a un certo punto sopraggiunge la fase "ogni lasciata è persa".

Il rifiuto... Questo aspetto me l'hanno prospettato già. Come ho detto sopra, qualcosa probabilmente risale al passato, ad un trauma, ad un rifiuto. Questo porta a proteggerci ed a non  compiere il passo.
Mi tradisco rispetto a quanto sopra scritto, ma ti dico che di rifiuti ne ho ricevuti tanti (chi non li ha ricevuti), e fanno male, e fanno in modo che ci si comporti così, modalità carta da parati. Questo, a lungo andare, mina la fiducia in se stessi, la stima, l'immagine di se stessi allo specchio. A sua volta ti fa immaginare, nella testa di un ipotetico interlocutore, che (malsanamente) pensa la stessa cosa che penso io: "che mostro che è quello". Questo è un arrogarsi un diritto che non esiste. Vuoi tu arrogarti il diritto di sapere cosa pensa un altro? Non è facile da spiegare ma la proiezione delle proprie emozioni, dei propri pensieri su altri e credere che questi pensieri in altri siano veri è un errore che ci avviluppa in uno stato di immobilismo tale da non andare avanti. (lui pensa che io sono un mostro [perché io mi vedo un mostro], quindi non mi avvicino perché so che verrò rifiutato)

Lo specchio non mente. Ma allo specchio tu vedi te stesso, ma non vedi ciò che l'altro vede in te... (che frase contorta).

Anche questo valga come auto-monito: Non mi sento bello, non mi vedo bello, non sono attraente. Non sono stato interessante per N persone incontrate, quindi non sono bello. Ma ci sarà (si spera) sempre una persona che prima o poi (si spera, eddue) che faccia il caso tuo o tu faccia il caso suo...
 

6 hours ago, Almadel said:

Assolutamente queste due.

Sul contatto fisico c'è una soglia ben precisa che viene interpretata come non casuale da una persona interessata.

Quando si raggiunge questa soglia l'altra persona o si scansa o continua a mantenere il contatto.

Solo dopo qualche minuto - in cui il consenso diventa evidente - si può tentare l'approccio frontale ballando uno di fronte all'altro

oppure strusciare il bozzo dei propri jeans sul culo del proprio compagno di pista.

 

Questa "soglia di contatto" è necessaria per permettere all'altro di sottrarsi senza doverci respingere.

Noi continuamente ci scansiamo quando una persona accidentalmente entra in contatto con noi

e per far capire che non c'è interesse basta semplicemente spostarsi di un passo.

Basta sedersi sullo stesso divanetto e rimanere con la coscia inavvertitamente con la sua:

non è naturale che lui non la sposti e che mantenga il contatto.

 

Senza divanetti e senza pista da ballo, gli sguardi sono l'unica opzione.

 

La lingua ovviamente non deve mai essere vista come un ostacolo:

un'ottima comunicazione è importante solo se si cerca un fidanzato.

Perché perdersi un'esperienza di passione solo perché lui vota Trump o è un fan di Bin Laden o di Putin?

Come diceva Blaise Pascal: "Il cazzo conosce ragioni che la Ragione non conosce".

Se potessi, laminerei queste parole su lastra dorata....

 

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