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Ecco cosa pensa Brunetta del mondo musicale. Da vedere.


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Il ministro Brunetta, qualche giorno fa ha fortemente attacato il mondo musicale italiano, gia di per se ridotto male da una politica che certamente non favoorisce la cultura e lo sviluppo dell'arte.

 

Ecco il video di qualche giorno fa: http://www.youtube.com/watch?v=CeVr6YvEmtM

 

Non credo che Brunetta sappia cosa significhi fare il musicista professionista, gli studi, i sacrifici, il tempo che occorre per prepararsi ad un concerto. Certi esempi e paragoni con Mozart e Vivaldi, assolutamente fuoriluogo nel contesto musicale moderno, dimostrano tutta la sua ignoranza in materia.

Se non erro Brunetta è un docente universitario, di economia, ma docente...

Gli chiederei quindi quanto spende lo stato ( ragionando esattamente nei suoi stessi termini )

per formare i laureati e i diplomati in discipline afferenti allo spettacolo. Suppongo molto di più

di quanto non si spenda poi per incentivare o "assistere" ( come direbbe lui ) la produzione di

spettacoli.

 

Gli ultimi dati dell'Osservatorio dello Spettacolo che sono riuscito a reperire risalgono

al 2007, in estrema sintesi :

 

Il grafico seguente evidenzia il rapporto tra il Fondo Unico per lo Spettacolo ed il Prodotto

Interno Lordo. L’indicatore evidenza la porzione di reddito che nel nostro paese è destinata

allo spettacolo3.

Nel periodo che va dal 1985 al 2007 tale porzione si è fortemente ridotta fino a raggiungere

la quota 0,00028% nel 2007, contro lo 0,00085 del 1985 l’equivalente di una diminuzione del

66,2% e dello 0,8% rispetto al 2006.

http://www.spettacolodalvivo.beniculturali.it/attivit%C3%A0/relfus/2007/relazione_07.pdf

 

( si tratterebbe di una spesa di €7,65 annue pro capite )

 

Se poi consideriamo che il 47% del FUS è destinato alle Fondazioni Liriche, si può

facilmente intuire come tale spesa sia decisiva per questo settore.

 

La trasformazione degli Enti lirici in Fondazioni Private non ha trovato corrispondenza

in un grande mecenatismo dei privati...di fatto i maggiori contributi privati vengono

da Fondazioni Bancarie ovvero da soggetti a loro volta privatizzati ( ex Casse di Risparmio

e Banche popolari )

 

Si può riqualificare la spesa cercando di far sì che i beneficiari siano i lavoratori del mondo

dello spettacolo e non gli impresari...magari prendere atto che le fondazioni in grado di

sostenere produzioni e allestimenti nuovi devono diminuire a favore della creazione di

orchestre e organici "stabili" che facciano più diffusione di cultura e meno spettacolo.

 

Si può, o almeno si potrebbe, fare un discorso che vada nella direzione opposta a quella

di Brunetta che prende come modello ottimale di riferimento la Tosca di Dalla all'Arena di

Verona ( che ovviamente si autofinanzia...)

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