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Violenza VS Violenza / Violenza VS Nonviolenza


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Buon salvesalvino a tutti gli Utenti.

Probabilmente alcuni si ricordano di me, altri neanche mi conoscono.

Quindi, come al solito, mi ripresento: sono Wander, e di tanto in tanto spunto fuori dalla mia apatia per scrivere qualche post problematico che Almadel ama commentare fino all'osso ( per farsi un'idea, il post "Droga e Spacciatori" ).

 

Ma bando alla ciance, ed iniziamo!

 

La questione che stavolta vi propongo è la seguente.

Dal momento in cui il clima si sta facendo sempre più pesante per tutti Noi, meditando cose sagge ho pensato:

 

 

Permettiamo forse ai cani di abbaiare ai loro padroni?

Consentiamo forse all'ignorante di avere ragione sul sapiente?

Tolleriamo forse che chi sbagli trionfi su chi è nel giusto?

 

Ma allora, perchè dobbiamo permettere agli Omofobi di avere la meglio su di Noi??

 

Perchè non rispondere alla violenza Omofoba ed al rigurgito Fascista semplicemente... Con la Violenza?

 

Da una parte, essa è senza dubbio uno strumento immediato, ed efficace.

Siamo sinceri con noi stessi.

Chi non ha mai desiderato, almeno una volta nella vita: « Quanto vorrei dargli una bella lezione! » e « Ah! Se mettessi loro le mani addosso...! » ?

 

Nessuno.

 

 

La violenza, è vero, ci rende simili agli animali. Ma è con animali che, in fondo, stiamo parlando.

 

Chiediamo forse alla tigre che sta venendo a sbranarci di fermarsi a parlare?

 

 

Non può esserci dialogo con chi ragiona alla stregua di un animale.

Avete forse mai provato a parlare con un omofobo?

Egli rimane trincerato dietro le sue erronee, folli posizioni. Ed a nulla serve citare la Scienza, poiché difficilmente riconoscerà la ragione nelle nostre parole: « E' come parlare ad un muro » ( cit. ).

 

A cosa serve quindi il Dialogo, fonte di scambio di Idee tra esseri Ragionanti, fonte di crescita Culturale?

A nulla. L'ignoranza è un cancro. Perchè di ignoranza stiamo parlando, parlando di omofobia.

Cosa facciamo davanti ad un cancro?

 

Lo estirpiamo.

 

 

Non voglio aggiungere altro.

Gradirei i vostri spunti e le vostre riflessioni in proposito.

Almadel, non vale se scrivi primo XD

Sei gentile a invitarmi sul tuo thread :rotfl:

 

Ho un caro amico che fa arti marziali

e spera con tutto il cuore di essere vittima

di qualche omofobo.

 

Io stesso bramo disperatamente

di essere oggetto o assistere

a un simile espisodio.

Saprei mettere a frutto molto bene

questa visibilità politica...

 

Sfortunatamente in 13 anni che mi bacio in piazza

non mi è mai successo nulla. Niente di niente.

 

Quindi: non è così facile avere l'occasione.

 

In secondo luogo: nessuno mi ha mai puntato un coltello.

Quindi è inutile che faccia il supereroe.

Quando capiterà, vi saprò dire se lo disarmerò con un calcio volante

o se muterò a più miti propositi.

 

In terzo luogo - sempre a proposito di scene alla Chuck Norris -

non stiamo parlando di un duello "uno contro uno".

Se hanno paura di prendersele, non attaccano briga.

Se mi prendono in quattro, è meglio la non-violenza.

Non vorrei che un calcio nelle palle al primo

non faccia altro che peggiorare la mia situazione

(stesso dicasi per lo spray al peperoncino)

L'opzione è filosofica e del tutto astratta

secondo me chi imposta il problema in questi

termini è già predestinato a prenderle, più

che a darle. 

 

Migliaia d'anni  fa l'uomo capì che la

violenza disorganizzata non consegue

lo scopo ed inventò la guerra.

 

Difendere se stessi è legittimo

ma  non credo che i gay vittime

di aggressione le abbiano prese

per motivi filosofici

 

ma intendi spedizioni punitive contro le coppiette etero che si baciano?  :rotfl:

 

 

a parte gli scherzi, parto dal presupposto che rispondere alla violenza con la violenza ci potrebbe anche stare in casi estremi.

ma solo se non ci sono altre opzioni effettuabili, altrimenti preferisco la strada diplomatica.

Di notte, per strada, m'è capitato d'esser pesantemente offeso da un quasi sconosciuto che mi urlava frasi del tipo "frocio, tu devi morire!"

...ero ubriaco, ridevo tra me, e pensavo a quali infimi livelli di ignoranza può ancora giungere l'uomo.

All'inizio non credevo di dover rispondere, così come non rispondo ad un cane se m'abbaia contro.

 

Stancatomi, ho cominciato a gridare anch'io, chiedendo di smetterla, urlando a mia volta qualche minaccia.

Gli amici del tizio erano quasi più a disagio di me,

poco mancava che lo picchiassero loro per quel che mi stava dicendo.

 

Tornato a casa,

non mi sono guardato allo specchio "felice" della mia "superiorità morale"...

provavo un malessere generale, ma non era solo l'alcool.

 

Oltre che rattristato, ero dispiaciuto e incazzato per aver evitato lo scontro.

Così ho preso il rasoio e mi sono rapato a zero.

 

provavo un malessere generale, ma non era solo l'alcool.

 

Oltre che rattristato, ero dispiaciuto e incazzato per aver evitato lo scontro.

Così ho preso il rasoio e mi sono rapato a zero.

 

 

 

Va bene, capisco tutti i sottintesi, ma questa è la reazione della civiltà, nè più né meno.

Ho un caro amico che fa arti marziali

e spera con tutto il cuore di essere vittima

di qualche omofobo.

 

Oh beh, potrei essere benissimo io quel tuo amico xD

 

L'opzione è filosofica e del tutto astratta

secondo me chi imposta il problema in questi

termini è già predestinato a prenderle, più

che a darle.

 

Mh?

Cosa intendi, di preciso?

 

 

 

Sicché, bene o male, rispondereste tutti alla Violenza con la Violenza.

Quindi, devo dedurre che la nonviolenza è, secondo voi, prettamente inutile nella società in cui viviamo?

 

Sicché, bene o male, rispondereste tutti alla Violenza con la Violenza.

Quindi, devo dedurre che la nonviolenza è, secondo voi, prettamente inutile nella società in cui viviamo?

 

 

Io veramente ho approvato la reazione di Schopy. Lui ha scaricato la rabbia e il potenziale di violenza

con poche parole e gesti, e poi si è rasato i capelli. Ma il problema non è se reagire alla violenza con la violenza

ma capire cosa ti capita se reagisci: se sono quattro i violenti e tu uno solo, non devi reagire; se la situazione

è pericolosa, devi scappare, perché possono saltare fuori coltelli, che tu non sai maneggiare, o spranghe,

o un revolver. Di fronte alla violenza in atto devi innanzitutto valutare cosa sta succedendo e cosa può

succedere. Viceversa, se è una situazione tutto sommato semplice, dove è questione di pugni o di cose

del genere, se ne hai la capacità fai benissimo a reagire e a suonargliele anche duramente. L'unica ragione

di non farlo è se ci rimetti: il che significa, anche, reagire fino al punto in cui non ci rimetti.

 

Quanto alla seconda domanda, la nonviolenza è utile alla società e a noi stessi se è capace di elaborarsi,

di trasformarsi, di accompagnarsi ad altro che a non-essere-violenti e basta: se diventa un ideale capace

di aggregare dei gruppi, di legarsi a determinate azioni militanti, di produrre un pensiero.

 

Sul piano strettamente individuale, è utile e giusta se corrisponde veramente a come sei fatto tu, dentro,

e ti fa stare bene con te stesso, se ti rende forte e non debole.

E' che sembra una questione accademica, Wander.

 

Da come la poni sembra che le vittime fossero non-violente;

ma è evidente che le cose non stanno necessariamente così.

 

Io sono non-violento durante le manifestazioni

e sono non-violento nel senso che considero il dialogo

la prima e possibilmente unica forma di confronto politico.

Questa non-violenza ha un valore, come dice Isher;

perchè è un ideale e una strategia di militanza.

 

Nel caso di un attacco omofobo, invece?

E' utile per non farsi male? Non mi pare proprio.

Avrà una funzione educativa? Non penso, anzi :)

No... :)

 

Posso capire spaccare lo specchio, ma rasare i capelli no!

 

E' un racconto autentico che dà la misura del problema, cioè del fatto

che siamo "impastati" di emozioni, di fronte ad episodi del genere.

 

Ad una aggressione verbale violenta, hai reagito verbalmente

e non si può che dire che è la reazione giusta.

 

Il discorso della militanza è del tutto diverso, si capisce chiaramente

che l'uso del termine "strategia" e "conflitto politico" inscrivono la

violenza in un contesto diverso...poi in effetti io le ho pure prese

sapendo che le avrei prese e mi sono sentito insignito di una medaglia

al valore per averle prese,mentre oggi mi darei del coglione e basta.

Però è un discorso diverso...rispetto alla violenza omofoba.

 

 

Aldilà delle questioni di natura "morale" (posto che, esattamente come chi è intervenuto prima di me, ritengo il dialogo l'unica forma di confronto realmente costruttivo dal punto di vista politico o civile), la scelta di usare o meno la violenza è puramente questione di calcolo

 

ossia calcolare i rischi connessi al farlo, rischi per l'incolumità personale e rischi eventualmente successivi (giudiziari, ad esempio)

 

Posto quello, valutato di essere quello che dallo scontro ha meno da perdere, di essere il più convinto e soprattutto il più cattivo, ci si può lasciare andare alla violenza

 

poi può capitare di prenderle comunque o di sbagliare i calcoli, a me per esempio è capitato di stendere uno stronzetto e di conseguenza di trovarmi a dover affrontare i suoi amici con le lame spianate  :) (erano tutti zingari)..poi si è risolto tutto, ma lì ad esempio è stato un mio errore di valutazione

 

detto questo, a volte, anche se abbiamo tutto da rimetterci dalla situazione, non si riesce a resistere alla provocazione e la situazione degenera..io personalmente cerco di pensarci sempre due volte ed evitare situazioni simili, ma non è sempre possibile, purtroppo

 

Personalmente, quoto al massimo il discorso di Isher sulla non violenza, soprattutto invidio coloro che riescono ad essere veramente più forti praticandola con convinzione, senza limitarsi ad evitare le potenziali situazioni di rischio

Bisogna puntualizzare che l'essere umano è un animale e lo si può verificare osservando i suoi comportamenti. L'eros, la territorialità...

Non voglio andare fuori discussione. Credo che bisogna mantenere diplomazia finchè è possibile, tentando di far capire alle persone ciò che è dogmaticamente vero. Se però chi non capisce ricorre alla violenza e davvero non riesce a comprendere, la violenza è l'ultima arma. Niente diatribe, ovvio, solo azioni che tendono alla neutralizzazione delle ostilità.

Premetto che io sono sempre stato per la NON VIOLENZA e rimarrò sempre tale.

 

Detto questo vorrei capire una cosa: se per te rispondere alla violenza con altra violenza significa difendersi da pontenziali aggressori (leggittima difesa) allora su questo siamo d'accordo...non capisco bene cosa intendi quando parli di "estirpare un cancro"....vuoi fare una strage di omofobi? :P

Posso capire spaccare lo specchio, ma rasare i capelli no!

 

Ad una aggressione verbale violenta, hai reagito verbalmente

e non si può che dire che è la reazione giusta.

 

 

Non so se mi sono spiegato bene. Schopy ha reagito verbalmente alle offese e farneticazioni,

ma evidentemente questo non gli è bastato: gli era rimasta dentro una forte rabbia proprio perché, come

tu ricordi, siamo fatti di emozioni e sentimenti. Questa rabbia residua poteva essere scaricata

in due modi: o prendendo a calci in loco quel tipo, oppure in un qualunque forma sublimata

dopo i fuochi, se uno non era passato a una risposta fisica sul momento. Il rasarsi i capelli non lo giudico

un atto autopunitivo, ma un raffrenare la sua giusta carica di violenza. Ugualmente bene mi sarebbe stato

se Schopy avesse potuto scagliarsi contro quel tipo in tempo reale senza però rimetterci o prendersi una

carica di percosse lui.

La non-violenza non è la semplice assenza di violenza, ma l'assenza del desiderio di nuocere.

Noi occidentali abbiamo un fantastico retaggio cattolico che condiziona le nostre menti e distorce qualsiasi cosa che non sia presentata nella forma a cui siamo familiari.

Non violenza non significa reprimere la propria violenza per un'ideologia politica, il vero non violento conosce bene la propria violenza, familiarizza con essa e la comprende al punto da poterla abbandonare.

 

Fatta questa precisazione, la questione posta è abbastanza sciocca per due motivi:

 

Primo, presuppone che ci sia un'ordine all'interno della specie-uomo che di fatto non c'è. Le persone sono tutte uguali, cambia il loro stato di coscienza, ma non dovremmo provare che compassione per chi non può evitare di riempire la propria vita di paure e conseguentemente di odio.

Secondo: Un fascista/violento/omofobo non è una tigre, una tigre non ha desiderio di ledere, la sua natura è quella di cibarsi delle prede che caccia, non c'è odio o paura nel suo gesto. La tigre persegue la sua natura, l'uomo, ingabbiato e distratto da molte cose spesso finisce per dimenticare la sua natura e perdersi in uno stato di sofferenza autocompiacente.

Questo tuo condannare ciecamente l'omofobo non ti distacca molto dall'oggetto del tuo giudizio, dovresti capire le sue istanze, accettarle e abbandonare la cosa poichè non c'è molto da fare come individui per cambiare altri individui se quest'ultimi non sono proni al cambiamento.

L'errore della sua condotta è palese ma per quanto erri rimane sempre un'uomo, detto questo, sta a te decidere come vuoi trattare gli uomini.

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