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Eccone un altro: Vescovo colto sul fatto


Ahriman

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Un anno e mezzo di reclusione per monsignor Cesare Burgazzi. È la richiesta della Procura nei confronti del prelato accusato di lesioni, resistenza e danneggiamento. Il sacerdote, funzionario della segreteria di Stato e cerimoniere della basilica di San Pietro, era stato fermato il 7 maggio 2006 a Valle Giulia nel corso di controlli contro la prostituzione minorile. Invece di fornire i documenti, era fuggito ed era stato bloccato dopo un inseguimento durato venti minuti. Tre poliziotti contusi, due auto «civetta» speronate. «Credevo che fossero rapinatori», si è difeso don Cesare.

 

Quando la polizia l’aveva fermato, alla fine di un inseguimento degno di un film d’azione, aveva creduto di cavarsela con una frase leggendaria: «Voi non sapete chi sono io». E subito dopo aveva rincarato la dose: «Fate, fate, tanto poi vi faccio vedere». Si legge così nel rapporto della questura in seguito al quale è finito sotto processo monsignor Cesare Burgazzi, 51 anni, funzionario della segreteria di Stato, dottore in diritto canonico e cerimoniere della basilica di San Pietro. Per il prelato, accusato di lesioni e resistenza nei confronti di tre poliziotti e danneggiamento di due auto «civetta», ieri il pm Maria Bice Barborini ha proposto un anno e mezzo di reclusione. Mentre gli avvocati Alessandro Ciciarelli e Daniela D’Apice hanno chiesto ventimila euro di risarcimento danni per ciascuno dei poliziotti contusi. È a Valle Giulia che tutto comincia, nel luogo dei ragazzi di vita, dei trans, dei giovani prostituti romeni. Ed è la notte del 7 maggio 2006 quando il monsignore incappa in un controllo della IV sezione della Mobile, specializzata in reati sessuali. Per l’accusa, dieci minuti dopo mezzanotte tre poliziotti in borghese, su una Brava, notano una Focus rallentare. A loro sembra strano: nel rapporto scrivono che la macchina, «nella maniera solita usata dai clienti dei giovani prostituti, si aggirava alla ricerca del tipico 'abbordaggio' ». La vettura viene fermata, ma il prelato, invece di fornire i documenti, preme l’acceleratore, colpisce con il paraurti uno dei poliziotti e fugge. Inizia così un inseguimento tra via Aldrovandi, via Mercadante e via Paisiello in cui altre due vetture della polizia devono accorrere in soccorso della Brava. Qua e là don Cesare sembra incastrato, ma ogni volta speronando le macchine degli inseguitori e tentando di investire i poliziotti riesce a fuggire. Fino alla resa, venti minuti dopo.

 

Per l’avvocato Gianni Lostia il prelato non era a caccia di trans, non aveva profilattici in auto [giusto, perché la Chiesa li proibisce] né aveva ripiegato l’abito talare sul sedile, come sostiene la polizia. «Burgazzi - spiega il difensore - stava tornando nel suo alloggio dopo aver trascorso la serata in un ristorante con un sacerdote, che poi aveva riaccompagnato a casa». In un’altra udienza don Cesare ha raccontato di essersi spaventato credendo di avere di fronte tre malviventi. Alcuni mesi prima infatti, ha riferito, quelle stesse persone a Valle Giulia si erano avvicinate alla sua auto, pistola in pugno, per rapinarlo. Lui era sfuggito al colpo, ma non lo aveva denunciato perché aveva con se documenti riservati del Vaticano.

 

 

[Fonte: Corriere della Sera]

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Questa gente manca di fantasia; insomma poteva costruire una storia migliore dell'improponibile "non lo aveva denunciato perché aveva con se documenti riservati del Vaticano"... a Valle Giulia?

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:D  Sembra più un poliziesco che un fatto di triste cronaca. Il problema secondo me nasce dal fatto che questi poveretti non possono avere una moglietta e una normale vita sessuale, è ovvio che dopo vengono coivolti nella prostituzione (in questo caso magari avrebbe avuto un compagno ma l'idea di fondo è la medesima).

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Dovete sapere che i piliziotti, non hanno mai la loro tunica, anzi, son sempre vestiti di nero con il sacchetto in faccia... ma perfavore!!! Che tiri fuori delle scuse migliori, in quanto loro son riconoscibili, e poi, non aveva denunciato tale fatto?... io mi chiedo perchè la gente deve continuar a darsi la zappa sui piedi continuamente sperando di venir fuori dai guai

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Per l’avvocato Gianni Lostia il prelato non era a caccia di trans, non aveva profilattici in auto [giusto, perché la Chiesa li proibisce] né aveva ripiegato l’abito talare sul sedile, come sostiene la polizia. «Burgazzi - spiega il difensore - stava tornando nel suo alloggio dopo aver trascorso la serata in un ristorante con un sacerdote, che poi aveva riaccompagnato a casa». In un’altra udienza don Cesare ha raccontato di essersi spaventato credendo di avere di fronte tre malviventi. Alcuni mesi prima infatti, ha riferito, quelle stesse persone a Valle Giulia si erano avvicinate alla sua auto, pistola in pugno, per rapinarlo. Lui era sfuggito al colpo, ma non lo aveva denunciato perché aveva con se documenti riservati del Vaticano.

 

Beh....potrebbe esser verosimile....

:awk:

....

....

:love::D:sisi:

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COM'E' ANDATA A FINIRE?

Impunità all'italiota.

 

Monsignor Cesare Burgazzi, sacerdote della Segreteria di Stato Vaticana, è stato assolto dall’accusa di danneggiamento, lesioni e resistenza a pubblico ufficiale dal Tribunale di Roma, perché il fatto non costituisce reato. Nel maggio 2006 alcuni poliziotti in borghese gli intimarono l’alt: lui scappò, speronando alcune auto della polizia. Tre agenti dovettero ricorrere a cure mediche.

 

[Fonte: Reuters]

 

 

D'ora in poi, divertitevi a cercare di investire poliziotti e carabinieri con le vostre auto!

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