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Vista l'età frequento un gruppo Facebook ( lo so. È da boomer). Si chiama Gay Senior. Vengono raccontate varie amenità; fra queste molti riportano la loro esperienza di sopravvissuti all'Aids. Comunità gay molto coese letteralmente annientate. Amici, amanti, compagni ... Spariti. 

Si parla di LA o SF...

Qualcuno ha memoria, credo indiretta, di cosa sia avvenuto da noi? C'erano comunità gay come in California?. Credo che @Mario1944 sia uno dei pochi ad aver vissuto quegli anni.... Io all'epoca mi nascondevo

Edited by Lor3nz
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2 hours ago, Lor3nz said:

Qualcuno ha memoria, credo indiretta, di cosa sia avvenuto da noi? C'erano comunità gay come in California?

Io sono arrivato negli anni 90, quando i danni grossi dell'aids c'erano appena stati.

Paradossalmente,  quello è stato il momento in cui han cominciato ad esserci sorellanza e solidarietà frocie che fino ad allora, specie qui, non c'erano mai state: ancora ognuno si faceva letteralmente i cazzi suoi e sticazzi degli altri. Vi ricordo che il primo mini Pride ci fu nel 92 (o 93? Mi sta a veni' il dubbio.. vabbè,  cambia poco). E quando i militanti del Mieli o dell'arcigay andavano a distribuire condom gratis nei posti di battuage, spesso e volentieri erano pesantemente insultati perché rompevano i coglioni a chi andava lì solo per scopare

Edited by freedog

Vorrei solo riportare la storia che ha suscitato la mia domanda. È parte di una storia. A me ha dato l'idea che ci fosse già una comunità, almeno in California e che questa comunità sia stata distrutta,con effetti devastanti sui pochi sopravvissuti

"Suddenly familiar faces disappeared from the bar, from behind the counter at shops, our favorite waiter, our hairdresser…it got closer and closer, it stalked us like a deadly beast and soon, very soon it hit our group of friends.
   They were all taken in the first wave of AIDS deaths, all my beloved friends from LA and SF, one by one the people I loved died slow, hideous deaths, walking corpses, covered in lesions and sores, incontinent, wracked with pain and terrified to die.
   Families abandoned them, straight people avoided gays, assuming we all had the disease. They’d refuse a gay waiter requesting a straight one and often people were asked to change tables…away. 
   There was no cure there was no research for a cure. The Republican Party and Reagan had to appease their voting base of ignorant haters, their ultra conservative right wing Christian “family values” segment of the population, so my friends were not only left to die, they were told that they deserved this horrible death and that it was Gods punishment.
   For years it stretched out, first one friend then the next. When my best friend died part of me died too. What stretched ahead was years and years of over drinking, panic attacks, rages, TIA’s, migraines, deep depression, medications and constant thoughts of suicide.
   On the inside I was panicking, dying, heartbroken…how could it all have come crashing down so quickly? Though I had a lover I felt utterly alone, he thought I had lost my mind and I couldn’t articulate to him what I was experiencing, hell I couldn’t even figure out what was happening to me at the time myself!
   I manically charged at life, martini in hand, popping Xanax. I bought a big lifted monster truck and I’d do the hour or so drive up to SF by myself and get trashed."

"remember looking around a room, a bar, a club and thinking “these losers are alive and all my beloved friends are dead? Where’s the sense in that? Where’s the fairness? They were so young and so wonderful and had so much to give! I wanted to tear everything down"

"Did I loose my mind? A little…I looked into the abyss and saw only darkness, no light, no end of the tunnel, just darkness, but with the diagnosis of PTSD it started to make sense and bit by bit I eventually found some peace with the past. "

Eh, ma la California aveva già avuto Milk, Castro non era solo una strada ma uno stile di vita completamente outed...

Sinceramente qui eravamo indietro anni luce. Per spiegarmi meglio,  mi affido a questa apologia di Vlady, che spiega bene l'arietta che tirava https://m.facebook.com/story.php?story_fbid=pfbid0ywaWqU1L3RwqiFcBoFg4XdstcN94G2bCoYf6bN1goWfhYNcXm3i3Sn6Yh8v6LVuul&id=100064034105634

4 hours ago, Pugsley said:

Quanti omosessuali italiani sono morti in quegli anni?

Sto guardando in rete. Per ora ho trovato questo articolo di "L'Espresso". Inizia presentando quegli anni come "un buco nero nella memoria collettiva italiana".

Riporto il link https://espresso.repubblica.it/attualita/2021/12/01/news/aids_forti_italia_sessuofoba-328484421/

Un vecchio report del 2012, ma interessante, sui numeri in Italia

https://www.ars.toscana.it/aree-dintervento/problemi-di-salute/malattie-infettive/hivaids/news/2232-hiv-e-aids-i-numeri-in-italia-in-europa-e-nel-mondo.html

Ma era curioso sugli aspetti umani a livello di comunità. Mi sembra di capire che negli anni 80 e 90 non ci fosse un senso di comunità gay in Italia..

 O no?

Le carogne su facebook non mi fanno vedere nulla senza account..

io avevo sott'occhio un altro lato dell'aids ossia la tossicodipendenza,tra overdosi e aids ne morivano che andava bene. Ricordo tutte le fasi di diverse persone. Quando iniziavano nessuno vedeva nulla,poi cominciavano a essere "stanchi" . Alla fine strisciavano sempre di più.

 

Per chi non arrivava all'overdose ogni tanto per qualcuno il corpo "cedeva" e arrivavano cammionate di malattie tutte insieme .

ma guai a nominarlo l'aids...

E ogni tanto saltava fuori qualche caso di qualche stimato "padre di famiglia " che si ammalava stranamente....poi magari si testavano mogli e amanti e si scoprivano gli altarini.

E tutti a farsi domande su dove lo si aveva infilato o con chi si aveva passato la spada.

 

Fortuna vuole che a quel tempo alle feste ero troppo occupato a mettere musica (spesso al posto di chi doveva farlo) piuttosto che a tentare divertimenti potenzialmente dannosi. se non ricordo male su tutte le foto dalle elementari all'itis si potrebbe su ciascuna cancellare qualche faccia...

...questo è andato con l amacchina

....questo si è ammazzato con la moto

....qualche suicidio

....un infarto

....eh si...questo qui ha avuto....si proprio quella

54 minutes ago, Lor3nz said:

Mi sembra di capire che negli anni 80 e 90 non ci fosse un senso di comunità gay in Italia

Esatto,  quei 4 gatti che facevano attivismo erano visti-dai froci in primis- come degli stravaganti rompicoglioni e praticamente non se li filava nessuno, anche dentro l'Arci (di cui facevano parte, non contando un cazzo) . Almeno fino all'arrivo di gente come Vanni Piccolo e Grillini, che avevano quel minimo di autorevolezza per farsi ascoltare 

Uno studio che lessi sulla rivista de Il Mulino, riguardante gli anni 1990-96, notava che l'ondata di casi HIV in Italia portò anche a una maggiore tendenza alla monogamia e alla costruzione di coppie stabili, come difesa e diminuzione del rischio.

Non so quanto sia esatto dirlo, ma forse la pandemia di HIV ha favorito (accelerato?) un "inborghesimento"-normalizzazione (con i suoi pro e contro) della comunità LGBT, al netto della tragedia umana che è tipica di ogni pandemia (lo abbiamo visto tutti con il Covid-19).

Edited by Layer
19 minutes ago, Layer said:

la pandemia di HIV ha favorito (accelerato?) un "inborghesimento"-normalizzazione (con i suoi pro e contro) della comunità LGBT

È verissimo .

Infatti son convinto che i pionieri del frociame tipo Mieli, se vedessero quanto ci siamo imborghesiti nei decenni, ci sterminerebbero col napalm o il lanciafiamme 

1 hour ago, Layer said:

Uno studio che lessi sulla rivista de Il Mulino, riguardante gli anni 1990-96, notava che l'ondata di casi HIV in Italia portò anche a una maggiore tendenza alla monogamia e alla costruzione di coppie stabili, come difesa e diminuzione del rischio.

Non so quanto sia esatto dirlo, ma forse la pandemia di HIV ha favorito (accelerato?) un "inborghesimento"-normalizzazione (con i suoi pro e contro) della comunità LGBT, al netto della tragedia umana che è tipica di ogni pandemia (lo abbiamo visto tutti con il Covid-19).

Ottima riflessione

2 hours ago, lr02 said:

Non siete contenti?

Dipende dal pensiero politico-ideologico di ciascuno di noi.

Mieli e molti attivisti di quel periodo leggevano la questione liberazione gay in termini marxisti, anti-borghesi e anti-capitalisti ( @freedog accennava a questo). L'attivismo odierno è spesso ovviamente su posizioni di sx ma — mi pare — molto più "annacquate"... d'altronde è lo "spirito del tempo", dato che l'URSS non c'è più, il comunismo cinese non ha la stessa influenza e il liberal-liberismo imperversa da oltre trent'anni.

Giovanni Dell'Orto, storico attivista gay, ragionando poche settimane fa su Twitter del Pride, constatava come questo evento e il movimento LGBT sia stato assorbito pienamente nella società capitalistica, spogliandolo della sua radicalità e delle sue istanze rivoluzionarie.

L'imborghesimento è sicuramente positivo nella misura in cui ha migliorato la vita degli invidividui LGBT (e tutta la società ne beneficerà), ma può essere letto anche come un'occasione mancata per rimodellare ideali, convenzioni dell'amore romantico, della famiglia, delle relazioni o istituti giuridici come il matrimonio (favorendo il riconoscimento di altre unioni più "fluide").

Il compromesso è una società che riconosce socialmente e giuridicamente le persone LGBT+ ma ritrovarsi nel Pride il manipolo della lobby delle armi, le bandiere Nato, le multinazionali o la Cia con il logo arcobaleno... Ovvero non aver scalfito in nulla lo status quo e la società imperialista e capitalista che gli attivisti degli anni '70 avrebbero voluto distruggere/cambiare, ma anzi esserne divenuti parte ed essere usati come testa di ponte da parte dell'Occidente.

Edited by Layer

i nuovi gay nascono principalmente da persone etero qualunque e non da altri gay.

questo significa che i nuovi gay non si riconoscono nei valori dei gay del passato.

il fatto che oggi non riusciamo a distinguere dal profilo sociale ed economico i gay dai non gay è positivo per la loro integrazione sociale. fossero tutti comunisti avremmo più marginalizzazione sociale per i gay.

5 hours ago, Layer said:

Uno studio che lessi sulla rivista de Il Mulino, riguardante gli anni 1990-96, notava che l'ondata di casi HIV in Italia portò anche a una maggiore tendenza alla monogamia e alla costruzione di coppie stabili, come difesa e diminuzione del rischio.

Siamo nel 2023, praticamente tutti i miei amici gay under 30 prendono la Prep

e possiamo dire che questa fase di imborghesimento è fondamentalmente superata.

Per me che ho 44 anni l'AIDS rappresenta una cosa e il matrimonio ha un valore politico enorme:

per un ventenne no, anche se non ha certo reagito con una particolare ipersessualità

(la dipendenza dal porno è praticamente endemica e non è certo il sesso la loro priorità).

49 minutes ago, Layer said:

L'attivismo odierno è spesso ovviamente su posizioni di sx ma — mi pare — molto più "annacquate"... d'altronde è lo "spirito del tempo", dato che l'URSS non c'è più, il comunismo cinese non ha la stessa influenza e il liberal-liberismo imperversa da oltre trent'anni.

Giovanni Dell'Orto, storico attivista gay, ragionando poche settimane fa su Twitter del Pride, constatava come questo evento e il movimento LGBT sia stato assorbito pienamente nella società capitalistica, spogliandolo della sua radicalità e delle sue istanze rivoluzionarie.

Non concordo neanche su questo. La sinistra di oggi non somiglia al marxismo che ricorda Giovanni;

ma per lui tutto quello che non riesce a capire è "neoliberismo". 🙂

Proprio perché il socialismo reale è caduto che oggi le persone LGBT possono essere davvero di sinistra:

ai tempi suoi si camminava sulla contraddizione tra la critica a una società capitalista e patriarcale da una parte

e l'evidenza che la condizione gay non migliorava affatto se abbattevi il padronato.

 

Oggi la Sinistra non ha più contraddizioni: non c'è più a destra Andreotti e Freddy Mercury

mentre a sinistra Mario Mieli e i gulag in Siberia; in quelle condizioni storiche poteva esserci un dibattito.

Adesso non ci sono margini di incertezza significativi per un ragazzino gay;

solo che - da quando la Sinistra non ha più parti oscure - è diventanto anche meno eccitante sostenerla.

Un conto è vestirsi da donna a un collettivo di Autonomia Operaia negli anni Settanta,

un conto è farlo in un centro sociale di oggi o a un comizio di Elly Schlein: chi provochi?

1 hour ago, Layer said:

L'imborghesimento è sicuramente positivo nella misura in cui ha migliorato la vita degli invidividui LGBT (e tutta la società ne beneficerà), ma può essere letto anche come un'occasione mancata per rimodellare ideali, convenzioni dell'amore romantico, della famiglia, delle relazioni o istituti giuridici come il matrimonio (favorendo il riconoscimento di altre unioni più "fluide").

L'idea che il matrimonio omosessuale avrebbe scompaginato i valori tradizionali è una fantasia della Destra.

I grandi cambiamenti sociali non li fanno le minoranze come noi, li devono fare tutti e tutte.

Il prossimo passo - la definizione di un modello sociale non necessariamente basato sulla monogamia -

non può stare sulle spalle della nostra comunità: noi abbiamo terminato il nostro ruolo storico in Occidente.

Quando inizierà questo dibattito seriamente io sarò probabilmente un vecchio gay monogamo ma poly-friendly.

1 hour ago, Layer said:

Il compromesso è una società che riconosce socialmente e giuridicamente le persone LGBT+ ma ritrovarsi nel Pride il manipolo della lobby delle armi, le bandiere Nato, le multinazionali o la Cia con il logo arcobaleno... Ovvero non aver scalfito in nulla lo status quo e la società imperialista e capitalista che gli attivisti degli anni '70 avrebbero voluto distruggere/cambiare, ma anzi esserne divenuti parte ed essere usati come testa di ponte da parte dell'Occidente.

Guarda che vincere non significa annientare il nemico,

significa far ammettere al nemico che avevi ragione tu.

E "saper vincere" singnifica non fare finta di aver vinto.

Il problema non sono le bandiere NATO con l'Arcobaleno,

il problema è che negli Stati repubblicani le drag non possono parlare ai bambini.

Credere che il pinkwashing nell'amministrazione Biden sia un problema,

significa non avere gli strumenti per reggere gli effetti di un'amministrazione repubblicana.

 

A te piace ma tu non sei un gay tipico.

un conto poi e‘ ascoltare gli altri e un altro conto e‘ trasmettere la conoscenza e l‘esperienza.

per me i giovani, i figli, gli altri vanno accompagnati ma non indottrinati. Altrimenti succede come nelle religioni che si segue la tradizione come pecore senza capire.

quel che va bene per me non va bene per un altro e la cosa corretta per me non e‘ trasmettere ad altri quel che va bene per me ma accompagnare l‘altro a scoprire quel che va bene per lui.

22 minutes ago, marco7 said:

A te piace ma tu non sei un gay tipico.

un conto poi e‘ ascoltare gli altri e un altro conto e‘ trasmettere la conoscenza e l‘esperienza.

per me i giovani, i figli, gli altri vanno accompagnati ma non indottrinati. Altrimenti succede come nelle religioni che si segue la tradizione come pecore senza capire.

quel che va bene per me non va bene per un altro e la cosa corretta per me non e‘ trasmettere ad altri quel che va bene per me ma accompagnare l‘altro a scoprire quel che va bene per lui.

Concordo con Marchino 

3 hours ago, marco7 said:

i nuovi gay nascono principalmente da persone etero qualunque e non da altri gay.

questo significa che i nuovi gay non si riconoscono nei valori dei gay del passato.

Perché prima i gay nascevano principalmente da gay? :huh:

La seconda frase non è consequenziale, in ogni caso. Ovvio che ci sia stato un generale cambiamento culturale e ideologico dagli anni '70, ma mica ha investito solo le persone LGBT...

3 hours ago, marco7 said:

il fatto che oggi non riusciamo a distinguere dal profilo sociale ed economico i gay dai non gay è positivo per la loro integrazione sociale. fossero tutti comunisti avremmo più marginalizzazione sociale per i gay.

Come se invece prima i gay fossero tutti poveri e provenienti dagli strati poveri. :asd:

 

3 hours ago, Almadel said:

Siamo nel 2023, praticamente tutti i miei amici gay under 30 prendono la Prep

e possiamo dire che questa fase di imborghesimento è fondamentalmente superata.

Per me che ho 44 anni l'AIDS rappresenta una cosa e il matrimonio ha un valore politico enorme:

Che sia finita o meno non so, il post riguardava gli effetti avuti dall'HIV sulla comunità gay in Italia, era il mio piccolo e marginale contributo.

3 hours ago, Almadel said:

Oggi la Sinistra non ha più contraddizioni:

Mi pare ne abbia diversi e tutti legati alla cd. "Terza Via".

Se poi per te il csx non ricade nella definizione di "Sinistra" tout court, allora sarei d'accordo. :D

3 hours ago, Almadel said:

I grandi cambiamenti sociali non li fanno le minoranze come noi, li devono fare tutti e tutte.

Qui sono pienamente d'accordo. Ed è ciò che auspico.

34 minutes ago, Layer said:

Che sia finita o meno non so

Preciso: @Almadel avrà sicuramente di più il polso della situazione a livello pratico ( :asd: ) rispetto a me, ma da ciò che noto in giro mi pare che tutta la comunità si stia allineando al modello "eteronormativo" della coppia eterosessuale e tutto ciò che comporta, ambendo alla casetta monofamiliare, al canetto, al figlioletto perfetto, ai viaggetti romantici e uscite tra coppiette, la cerimonia di matrimonio pacchiano ecc. ecc.

Ben inteso non m interessa qui giudicare nello specifico tutto ciò come negativo - per certi versi è comprensibile ambire alla "normalità" se tutta la società e la cultura egemone bombarda verso questo modello, e forse molte di queste cose hanno una base biologica (?) - dico semplicemente che non mi sembra un sintomo contrario all' "imborghesimento" (posto che la tendenza in sé, ripeto, non è necessariamente e solo negativa - per certi gli attivisti di un tempo sì, Mieli è morto giovane e non sapremo mai cosa avrebbe pensato di tutto ciò, a differenza di Dell'Orto, che è ancora fra noi).

E questo al netto della PREP: l'HIV/AIDS non mi pare fosse un problema così sentito nella mia generazione anche prima che venisse introdotta in Italia, fra antivirali efficaci e informazione sulle MST.

1 hour ago, Layer said:

Mieli è morto giovane e non sapremo mai cosa avrebbe pensato di tutto ciò

Che fosse allergico solo al sentire la parola matrimonio l'ha scritto -e detto- a chiare lettere parecchie volte.

Quindi che ce ne avrebbe dette di ogni mi pare altamente certo. Poi c'è sempre il discorso che negli anni 70 la prima esigenza era la visibilità, col suo corollario di esibizionismi e provocazioni,  dopo secoli nei quali si era froci per vizi privati e di nascosto o quasi.

ormai esigenze, rivendicazioni eccetera non son più quelle di 50 anni fa, e riproporre quei cliché o quegli slogan sarebbe non so se più stupido o più inutile 

1 hour ago, Layer said:

ma da ciò che noto in giro mi pare che tutta la comunità si stia allineando al modello "eteronormativo" della coppia eterosessuale e tutto ciò che comporta, ambendo alla casetta monofamiliare, al canetto, al figlioletto perfetto, ai viaggetti romantici e uscite tra coppiette, la cerimonia di matrimonio pacchiano ecc. ecc.

A me sembra che la tendenza sia quella di voler tenere i piedi in due scarpe, poi nulla di male in ciò beninteso

Il modello della coppia aperta è parecchio diffuso fra uomini gay, molto più che fra gli etero e anche le lesbiche

Non sono in grado di quantificare quante coppie aperte ci siano rispetto al totale, ma stando a quel che leggo online varierebbero dal 30% al 50% del totale a seconda dello studio preso in esame. In ogni caso sono una quota significativa

Così coniughi un modello "eteronormativo" con una visione dei rapporti sessuali alternativa, ma allora il modello non è più così "eteronormativo" come si pensa 

1 hour ago, Layer said:

Perché prima i gay nascevano principalmente da gay? :huh:

la frase significa che i gay giovani non provengono da padri o nonni dei gay anni 70 che militavano nel 'fuori' o in altre associazioni gaye di sinistra e dunque non hanno ricevuto l'imprinting famigliare comunista. Per questo non ha senso dire che i gay sono di sinistra.

se i nuovi gay nascessero dai vecchi gay di sinistra avremmo una prevalenza di gay di sinistra ma i gay nascono da qualunque contesto sociale da cui si prendono l'imprinting famigliare.

2 hours ago, Uncanny said:

A me sembra che la tendenza sia quella di voler tenere i piedi in due scarpe, poi nulla di male in ciò beninteso

Il modello della coppia aperta è parecchio diffuso fra uomini gay, molto più che fra gli etero e anche le lesbiche

Non sono in grado di quantificare quante coppie aperte ci siano rispetto al totale, ma stando a quel che leggo online varierebbero dal 30% al 50% del totale a seconda dello studio preso in esame. In ogni caso sono una quota significativa

Così coniughi un modello "eteronormativo" con una visione dei rapporti sessuali alternativa, ma allora il modello non è più così "eteronormativo" come si pensa 

Il modello eteronormativo che ho presente io è quello dei miei genitori settantenni,

che si sono sposati a 23-22 anni e dopo due anni che convivevano sono nato io.

Mi pare inapplicabile a qualsiasi coppia di loro coetanei etero di oggi.

Mio fratello non si è sposato ed è andato a convivere con la compagna a trent'anni,

in seguito alla nascita del primo figlio (che ha entrambi i cognomi)

L'eterosessualità è così radicalmente cambiata che è difficile capire

quale sia la norma alla quale dovremmo conformarci.

 

Tu lo sai se sei rappresentativo dei gay della tua generazione?

Mi pare che noi gay ce la viviamo in modo talmente diverso tra noi, che è difficile fare un discorso generale.

Davvero il modello principale è la coppietta convivente di 25- 30enni?

Io ne conosco tre: nessuna sposata, una non-monogama e una che si definisce "solo scopamici conviventi".

Quindici anni fa anche noi eravamo una "coppietta convivente di 25-30enni" (ora 40-45);

ma non avevo la sensazione di essere particolarmente paradigmatico.

 

Ammettiamo che lo standard borghese sia "convivenza, monogamia e sesso vanilla".

E che questo modello (che io definirei "lesbico" 🙂 ) sia diventato popolare a causa dell'AIDS.

E che lo standard alternativo sia "niente legami, rapporti occasionali e sperimentazione sessuale".

Modalità che in tempi pre-AIDS era praticamente l'unica praticata.

Credo che la maggioranza dei gay oggi si identifichi in entrambi, a fasi alterne.

Gli estremisti - Libertini o Bacchettoni - che criticano (o invidiano) l'altro modello immagino siano minoranze.

 

MyleneFarmer
1 hour ago, Almadel said:

.Ammettiamo che lo standard borghese sia "convivenza, monogamia e sesso vanilla".

e chi ti vieta di convivere, essere monogamo e fare BDSM (o altro) a casa tua? Essere monogami non vuol dire essere delle suore senza malizia e fantasia, come non esserlo non significa essere degli stalloni con performance sessuali incredibili e invidiabili. La non monogamia... "spudorata" è spesso un po' una moda dei gay: tanto per vanto, competizione e performatività al confronto con gli altri gay quanto come risposta all'omofobia o al bigottismo degli eterosessuali. Probabilmente oggi sperimentano più gli etero che i gay dato il vantaggio sia di numero e quindi occasioni che di accettazione sociale dell'eterosessualità rispetto alla bisessualità o omosessualità. Quello che caratterizza i rapporti tra gay è da sempre la precarietà che si declina in vari modi: luoghi di consumo, circostanze, personalità, stili di vita, igiene e salute. Per fortuna in paesi più avanzati di noi questa cosa si va affievolendo. Un conto è sperimentare con la tua amica del liceo in camera sua quando i suoi genitori non sono a casa, un altro è sperimentare con uno sconosciuto che fa uso di droga tra le fratte e la sporcizia di un parchetto abbandonato fuori città di notte.

Edited by MyleneFarmer

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