Jump to content

Recommended Posts

7 minutes ago, schopy said:

Gli studenti fuorisede in Italia sono oltre mezzo milione, su quasi tre milioni di giovani d'età 20-24...quindi, in quella fascia d'età, uno ogni sei

L'importante è che ciascuno di essi si impegni a ospitare cinque scopamici coetanei. 🙂

 

  • Replies 154
  • Created
  • Last Reply

Top Posters In This Topic

  • freedog

    26

  • marco7

    17

  • MyleneFarmer

    16

  • lr02

    15

30 minutes ago, Almadel said:

L'importante è che ciascuno di essi si impegni a ospitare cinque scopamici coetanei. 🙂

Esatto; poi se gli affitti son troppo alti va bene pure nella tenda accampati davanti alla sede universitaria..anzi meglio, direi che nella tenda è tutto molto più esotico :D 

Per @MyleneFarmer qui il link in cui si stima il numero di studenti fuori sede https://pagellapolitica.it/fact-checking/quanti-studenti-fuorisede-italia

qui una statistica demografica con ripartizioni per età https://www.tuttitalia.it/statistiche/popolazione-eta-sesso-stato-civile-2022/

La stima "uno ogni sei" l'ho fatta io un po' alla carlona, alla viva il parroco, alla buona, in realtà sono pure un po' di più

La categoria dell'under 25 gay che non ha una vita sentimentale e/o sessuale,

prevede che viva in un luogo in cui non gli sia neanche possibile arrivare a una stazione in corriera

e che sia attratto unicamente da persone nella sua stessa situazione: non è una cosa tanto facile.

Dovrebbe sia non lavorare (altrimenti avrebbe l'auto a 18 anni) sia non studiare (altrimenti a 19 sarebbe all'università);

sia impossibilitato a raggiungere un autobus da solo - magari perché disabile - non una situazione molto frequente.

E dovrebbe anche vivere negli anni Novanta, perché da vent'anni con le app anche un sedicenne in sedia a rotelle

potrebbe conoscere un diciottenne con l'auto che venga a prenderlo per farsi fare una pompa.

 

20 minutes ago, Almadel said:

dovrebbe anche vivere negli anni Novanta, perché da vent'anni con le app anche un sedicenne in sedia a rotelle

potrebbe conoscere un diciottenne con l'auto che venga a prenderlo per farsi fare una pompa

Aggiungo che negli anni 90 l'ultimo problema che aveva chi voleva rimorchiare -anche solo per una sveltina anomina- era trovare chi ci stava.

E non avevamo i frocial colla geolocalizzazione. Bastava il gaydar...

MyleneFarmer
On 6/29/2023 at 9:07 AM, freedog said:

Ancora con sti dati? Che poi ogni volta che ti si chiede di linkarli, o divaghi o viene fuori un accuratissimo studio fatto su 4 nerd dalla facoltà di sociologia di Nerbate sul Membro.

Mentre noi parliamo di esperienze sul campo; pardon, sulla camporella 

veramente ci sono fior fiori di articoli e dati che dicono che abbiamo pochissimi laureati, pochissimi laureati giovani e che la gente va via di casa quasia a 40 anni. Se poi non ti va di cercarli cavoli tuoi (stessa cosa se non vuoi crederci). Basta cercare qualche parola-chiave su google non serve chissà quale capacità.

On 6/29/2023 at 12:37 PM, schopy said:

Gli studenti fuorisede in Italia sono oltre mezzo milione, su quasi tre milioni di giovani d'età 20-24...quindi, in quella fascia d'età, uno ogni sei

la definizione di "fuorisede" comprende anche quelli che fanno i pendolari nella provincia accanto? perchè in quel caso non si è tanto fuorisede... 

perché se con fuorisede si intende anche un ragazzo di Verona con residenza a Verona che invece di studiare all'università di verona studia a quella di brescia...

infatti dice nell'articolo che "Più nel dettaglio, quasi 208 mila studenti, ossia la maggioranza del totale degli studenti fuorisede, studiano in un comune a meno di quattro ore di spostamento, con andata e ritorno, da quello di residenza." 

Ovvero, non si sa esattamente quanti sono perché non lo dice (ma saranno un bel po') che fanno avanti e dietro col treno perché sono in realtà pendolari ovvero c'è gente che si fa 60-70km all'andata e 60-70km al ritorno quindi 1h di treno. Poi ci sono quelli che vivono dopo le 2-3h (quindi 200-300km) di treno che immaginiamo abbiamo una casa fuori, idem quelli che studiano a >4h dal comune di residenza (i classici "sono di Palermo ma studio a Milano").

Quindi sul totale dei ragazzi dai 20-24 quelli che vivono in una casa diversa da quella dei genitori perché non fanno i pendolari ma sono davvero "fuorisede" sono di meno di 1 su 6

17 minutes ago, MyleneFarmer said:

veramente ci sono fior fiori di articoli e dati che dicono che abbiamo pochissimi laureati, pochissimi laureati giovani e che la gente va via di casa quasia a 40 anni.

non hai mai sentito parlare di cervelli in fuga, vero?

i laureati non sarebbero pochissimi, il guaio è che chi può poi scappa altrove appena possibile; il che porta alla situazione che citi (male)

On 6/29/2023 at 6:06 PM, lr02 said:

Abbiamo dei dati riguardo a quanti sieropositivi ci sono fra la popolazione omosessuale italiana? (Maschi)

Mi pare di aver calcolato a spanne all'incirca un 10%.

Io ne conosco bene sei (anche se due mi odiano, perché sono miei ex).

 

MyleneFarmer
18 minutes ago, freedog said:

i laureati non sarebbero pochissimi

Università, matricole ancora in calo: a dicembre sono 295mila, -2% rispetto a un anno fa. Rispetto a due anni fa -5%

https://www.ilsole24ore.com/art/matricole-ancora-calo-dicembre-sono-295mila-2percento-rispetto-un-anno-fa-AE1iY1LC

e la maggior parte di chi si iscrive e si laurea terminando il percorso sono pure donne.

15 minutes ago, MyleneFarmer said:

Università, matricole ancora in calo: a dicembre sono 295mila, -2% rispetto a un anno fa. Rispetto a due anni fa -5%

https://www.ilsole24ore.com/art/matricole-ancora-calo-dicembre-sono-295mila-2percento-rispetto-un-anno-fa-AE1iY1LC

e la maggior parte di chi si iscrive e si laurea terminando il percorso sono pure donne.

Sta diminuendo la popolazione scolastica, di conseguenza quella universitaria

MyleneFarmer

e secondo USTAT la popolazione attualmente iscritta all'università dai 19 ai 100 è 1,8 milioni di persone (su 49milioni di persone dai 19-100) anche se immagino che la maggior parte >90% sia di under30...

581 mila secondo l'articolo di Schopy sono studenti che hanno "rapporti amministrativi" con atenei fuori dal comune o provincia di residenza.

Se sistemiamo alla buona i dati quindi e facciamo che tutti quelli con "rapporti amministrativi" con atenei fuori dal comune /provincia di residenza dai 19 ai 30 sono circa 600mila e quelli 19-30 che studiano all'università sono 1,7/1,6milioni in ogni caso abbiamo che:

2/3 degli studenti universitari abitano nel comune o nella provincia dove si trova già l'ateneo

581 mila (ma abbiamo detto 600mila) hanno rapporti amministrativi con atenei fuori dalla provincia di residenza e in questo gruppo ci sono sia quelli del tipo "sono di monza ma studio a milano" sia quelli "sono di brescia ma studio a verona" che sono 208 mila tra i 20-24, aggiungiamone un po' per fare 19-30 e saranno boh 250mila alla buona?

anche se non si capisce bene dall'articolo di schopy se ci sono pure quelli del gruppo "abito in provincia di milano e studio a milano".

Quindi quelli del gruppo "studio a Milano ma sono di Catania", che sono quelli che ci interessano, dai 19 ai 30 saranno 600-250 = 350 mila di cui più della metà donne quindi >175 mila uomini....

a meno che nell'articolo che ha postato schopy 208 mila siano quelli sia "sono di catania ma studio a milano" (sopra le 4h) sia quelli "sono di monza ma studio a milano"( <1h) sia quelli "sono di verona ma studio a brescia" (1-2h)

e il restante (581-208=373 mila) sia gente che abita nel comune accanto a quello dove si trova l'ateneo quindi "abito a peschiera borromeo e studio a milano"

perché se è così quelli che vivono davvero fuori casa dei genitori e fanno i fuorisede davvero sono pochissimi cioè meno della metà di 208 mila poiché la maggior parte fa il pendolare sia tra comune che tra province limitrofe

oltre al fatto che più di 1 milione su 1,7/1,6/1,8 a seconda di quanti ne prendi sono praticamente addirittura del comune dove si trova l'ateneo perché non hanno "rapporti amministrativi blablabla" quindi milanesi che studiano a milano, bolognesi che studiano a bologna e romani che studiano a roma... tanti pendolari dalla provincia o dal comune limitrofo, pochissimi fuorisede.

La stessa cosa si può dire dell'erasmus: un privilegio di pochi ma con sui si nomina una intera generazione di milioni di individui a sproposito ai quali spendere soldi e studiare in giro per l'europa sono cose che vede solo dal binocolo.

Mobilità sociale? Una cosa sconosciuta in Italia.

Edited by MyleneFarmer
19 minutes ago, MyleneFarmer said:

Mobilità sociale? Una cosa sconosciuta in Italia.

ma che c'entra cogli universitari??

salti di palo in frasca manco fossi Briatore; io ti sto a dì che I NON TANTISSIMI laureati più spesso che volentieri diventano cervelli in fuga e tiri fuori un'insalata mista di numeri -con troppi se di mezzo- + una conclusione completamente fuori contesto.

stupido io che sto pure a datte retta...

2 hours ago, MyleneFarmer said:

e il restante (581-208=373 mila) sia gente che abita nel comune accanto a quello dove si trova l'ateneo quindi "abito a peschiera borromeo e studio a milano"

In tutto il tuo congetturare questa è proprio una cosa detta a casaccio

MyleneFarmer
On 6/30/2023 at 8:42 PM, freedog said:

ma che c'entra cogli universitari??

salti di palo in frasca manco fossi Briatore; io ti sto a dì che I NON TANTISSIMI laureati più spesso che volentieri diventano cervelli in fuga e tiri fuori un'insalata mista di numeri -con troppi se di mezzo- + una conclusione completamente fuori contesto.

stupido io che sto pure a datte retta...

sai cos'è la mobilità sociale?

Se fosse pure vero quello che scrivi - e non lo è - è anche vero che non viene nessuno in italia quindi la % rimane comunque bassa. Nei paese attrattivi invece - e dove c'è una alta mobilità sociale - per un tot X che se ne va c'è un tot X che arriva perché la società è dinamica, la gente si muove, può permettersi di vivere altrove o il paese è capace di attirare talenti anche se qualcuno va via.

23 hours ago, schopy said:

In tutto il tuo congetturare questa è proprio una cosa detta a casaccio

Non son congetture. Basta usare un po' di logica. E' scritto nell'articolo che hai postato che 581 mila sono gli studenti che hanno rapporti amministrativi con atenei fuori dal loro comune di residenza e quindi provincia di residenza (cioè TUTTI quelli che non studiano nell'ateneo del comune dove risiedono e se gli studenti tutti sono 1,8 milioni significa che 2/3 circa degli studenti abitavano già nel comune dove c'è l'ateneo) e quasi 208 mila sono gli studenti che studiano in un comune a meno di quattro ore di distanza tra andata e ritorno.

Quindi 373 mila sono gli studenti che studiano in atenei >4h di distana tra andata e ritorno e dato che è impossibile studiare e fare avanti e dietro per esempio tra Napoli e Milano/Torino ogni giorno (>4h di distanza) è sicuro che questi fanno i fuorisede davvero. Sono fuorisede CERTI.

Per tutti quelli che studiano in un ateneo che dista tra a/r <4h cioè massimo 2h all'andata e massimo 2h al ritorno ci sarà un certo gruppo che fa il fuorisede ma chi dista fino a 1h30m è molto probabile che farà il pendolare quindi sarà un il gruppo maggioritario perché nessuno è così scemo da spendere per l'abbonamento dei mezzi più di quello che spenderebbe in affitto.

Chiamare "fuorisede" sia chi studia così lontano da casa da abitare fuori PER FORZA dalla casa dei genitori ma anche i pendolari (sia chi studia letteralmente nel comune accanto a quello dove risiede ma anche chi si fa 1h/1h30m di treno all'andata e altrettanto al ritorno) e che quindi vivono quasi sicuramente a casa dei genitori è una presa per i fondelli.

Edited by MyleneFarmer
On 6/30/2023 at 8:19 PM, MyleneFarmer said:

Quindi quelli del gruppo "studio a Milano ma sono di Catania", che sono quelli che ci interessano, dai 19 ai 30 saranno 600-250 = 350 mila di cui più della metà donne quindi >175 mila uomini....

Hai invertito i segni di maggiore e minore

12 hours ago, MyleneFarmer said:

Per tutti quelli che studiano in un ateneo che dista tra a/r <4h cioè massimo 2h all'andata e massimo 2h al ritorno ci sarà un certo gruppo che fa il fuorisede ma chi dista fino a 1h30m è molto probabile che farà il pendolare quindi sarà un il gruppo maggioritario perché nessuno è così scemo da spendere per l'abbonamento dei mezzi più di quello che spenderebbe in affitto.

Pure qui non possiamo sapere quanti siano i pendolari e quanti i fuorisede; comunque pure quelli dell'articolo da me postato sono dati stimati e non verificati 🙂 poi oh, se vuoi intervenire solo per fare il bastian contrario è un'altra faccenda

MyleneFarmer
5 hours ago, schopy said:

Pure qui non possiamo sapere quanti siano i pendolari e quanti i fuorisede; comunque pure quelli dell'articolo da me postato sono dati stimati e non verificati 🙂 poi oh, se vuoi intervenire solo per fare il bastian contrario è un'altra faccenda

sotto le 3h di sicuro quasi tutti fanno i pendolari a parte pochi ricchi che si possono permettere di prendere la casa in affitto anche se vivevano a casa dei genitori a 20km dall'ateneo non credi... Neanche chi se lo può permettere lo fa in genere perchè è proprio scomodo se non è già una casa che si è nelle proprie disponibilità (seconde o terze case di proprietà). Dall'1h30 in poi (quindi dalle 3h totali alle 4h) il gioco non vale la candela a fare i pendolari. Per esempio se sono di Bologna non faccio avanti e dietro per studiare a Piacenza da pendolare e se sono di Milano non faccio ogni giorno avanti e dietro per andare a Torino col regionale o tra Venezia e Bologna (masochisti a parte)... ma mi prenderò una camera. Anche se sicuramente qualcuno che fa avanti e dietro ci sarà.

Quindi sotto le 3h il gruppo dei pendolari è nettamente più grande mentre sopra le 3h il gruppo dei fuorisede (cioè gente che non vive a casa dei genitori) è il contrario anche se non sappiamo i numeri precisi.

5 hours ago, schopy said:

Hai invertito i segni di maggiore e minore

vero, pero si è capito il messaggio

On 6/24/2023 at 8:13 PM, Lor3nz said:

C'erano comunità gay come in California?

non essendo cosi vecchio non lo so però neanche il 68 in Italia è stata una cosa così "per tutti" quindi dubito fortemente che ci siano state comunità forti, coese e out come in California (per esempio San Francisco). Da quello che comprendo poi la questione AIDS in Italia era più legata all'argomento "droga" che all'argomento "gay". Ho la sensazione che la "comunità" sia una cosa abbastanza recente in Italia... e siamo indietrissimo anche nelle grandi città rispetto ad esempio città come Madrid o Berlino (la zona gay di Roma - per esempio la "gay street"- fa abbastanza ridere rispetto alla quantità di locali/saune/discoteche etc. gay che si trovano a Madrid ovunque o quartieri come la Chueca).

 

Edited by MyleneFarmer
46 minutes ago, MyleneFarmer said:

sotto le 3h di sicuro quasi tutti fanno i pendolari

quando io studiavo quelli che si facevano 3 h giornaliere di viaggio fino all'uni erano più stanchi degli altri e spesso bocciavano più degli altri.

1 hour ago, MyleneFarmer said:

Da quello che comprendo poi la questione AIDS in Italia era più legata all'argomento "droga" che all'argomento "gay". 

...il fatto che i quotidiani italiani degli anni '80 abbinassero l'AIDS più agli eroinomani che ai gay prova solo la nostra sessuofobia...

51 minutes ago, marco7 said:

quando io studiavo quelli che si facevano 3 h giornaliere di viaggio fino all'uni erano più stanchi degli altri e spesso bocciavano più degli altri.

Ma chi l'avrebbe mai detto

7 hours ago, MyleneFarmer said:

Da quello che comprendo poi la questione AIDS in Italia era più legata all'argomento "droga" che all'argomento "gay

Infatti la chiamavano la peste dei froci... ritenta, sarai più fortunato!

7 hours ago, MyleneFarmer said:

siamo indietrissimo anche nelle grandi città rispetto ad esempio città come Madrid o Berlino (la zona gay di Roma - per esempio la "gay street"- fa abbastanza ridere rispetto alla quantità di locali/saune/discoteche etc. gay che si trovano a Madrid ovunque o quartieri come la Chueca

Lì c'entra pure il fatto che non esiste un'imprenditoria lgbt italica. Tempo fa mi son tolto la ruzza di vedere come evolveva il case history di un locale romano. C'è molto da piangere..

5 hours ago, schopy said:

i quotidiani italiani degli anni '80 abbinassero l'AIDS più agli eroinomani che ai gay prova solo la nostra sessuofobia

Ehm... non è vero...

MyleneFarmer
On 7/2/2023 at 5:03 PM, marco7 said:

quando io studiavo quelli che si facevano 3 h giornaliere di viaggio fino all'uni erano più stanchi degli altri e spesso bocciavano più degli altri.

Benvenuto nel mondo reale della gente che non è figlia di papà o non ha avuto la fortuna di nascere in aree metropolitane ma in provincia... ma non tutti vengono bocciati, ma saranno stanchi ma è pieno di gente che vive in provincia e che fa il pendolare in città e ci mette 1h/1h20 a viaggio... perché conviene economicamente di più se una camera singola spese escluse in quelle città costa minimo 400€ (o a Milano 500€... se ti va di culo). E' pieno di pendolari sulla Alessandria/Torino o da Tortona/Milano per esempio.

On 7/2/2023 at 11:54 PM, freedog said:

Infatti la chiamavano la peste dei froci... ritenta, sarai più fortunato!

Lì c'entra pure il fatto che non esiste un'imprenditoria lgbt italica. Tempo fa mi son tolto la ruzza di vedere come evolveva il case history di un locale romano. C'è molto da piangere..

Ehm... non è vero...

di solito quando un gay "normale" (non gente famosa) moriva di AIDS veniva narrato come la gente che muore di tumore come si usava fino a un po' di tempo fa ovvero della serie "è morto di un brutto male...". La droga invece è arrivata anche nelle province sperdute dove la visibilità gay era inesistente o ridottissima in quegli anni e uno moriva di AIDS beh... "era drogato".

Edited by MyleneFarmer
5 minutes ago, MyleneFarmer said:

quando un gay "normale" (non gente famosa) moriva di AIDS veniva narrato come la gente che muore di tumore coma si usava fino a un po' di tempo fa

Il commento più ricorrente, anche da parte di ministri della sanità (senza far nomi, Donat-Cattin, uno che c'aveva il figlio terrorista, tanto per gradire) era che in fondo quegli schifosi se l'erano cercata e che non era un problema dello stato curarli.

All'epoca c'ero, e anche solo per sto motivo avrei l'assurda pretesa di sapere di cosa parlo. Per cui, risparmiami ste arrampicate sugli specchi, grazie

 

MyleneFarmer

E quindi? Quello che possono aver detto i politici omofobi dell'epoca non è quello che la gente comune necessariamente diceva nella vita di tutti i giorni. La Meloni per esempio oggi per quanto sia caciottara e voglia fare l'amica del popolo mica parla esattamente come la salumiera dietro l'angolo, ma rappresenta l'establishment anche se lo maschera bene interpretando una parte. Anche se lo pensavano, le famiglie di un tempo non andavano certo a sbandierare in giro che il figlio morto era sia gay sia che sieropositivo. Per non parlare di quelli che si suicidavano direttamente e quindi toglievano il fastidio alle famiglie di inventarsi una bugia pubblica alla morte dei figlio... mentre un drogato beh era drogato... ma anche li spesso si inventavano scuse di vario genere o c'erano astrusi escamotage per dare una morte "dignitosa" al figlio pecora nera.

Edited by MyleneFarmer
1 minute ago, MyleneFarmer said:

E quindi? Quello che possono aver detto i politici omofobi dell'epoca non è quello che la gente comune necessariamente diceva nella vita di tutti i giorni. La Meloni per esempio oggi per quanto sia caciottara e voglia fare l'amica del popolo mica parla esattamente come la salumiera dietro l'angolo, ma rappresenta l'establishment anche se lo maschera bene interpretando una parte. Anche se lo pensavano, le famiglie di un tempo non andavano certo a sbandierare in giro che il figlio morto era sia gay sia che sieropositivo. Per non parlare di quelli che si suicidavano direttamente e quindi toglievano il fastidio alle famiglie di inventarsi una scusa pubblica alla morte dei figlio.

Sono un lettore di fumetti erotici/porno anni 80'.

Quando si parla di Aids in quelle storie ambientate e uscite in quei periodi si fa quasi sempre riferimento alla malattia dei gay e che si prende coi prostituti,dai su.

E parliamo di fumetti molto popolari  all' epoca fatti per rappresentare il pensiero della gente comune.

MyleneFarmer
8 minutes ago, lr02 said:

Sono un lettore di fumetti erotici/porno anni 80'.

Quando si parla di Aids in quelle storie ambientate e uscite in quei periodi si fa quasi sempre riferimento alla malattia dei gay e che si prende coi prostituti,dai su.

i fumetti non sono la vita vera e poi proprio per questo che interesse avrebbero avuto le famiglie di un tempo a dire in giro che il figlio si era preso "la malattia dei gay" perché gay e perchè "andava a prostituti" ? Nessuno. Perfino Freddy Mercury, nonostante i milioni e la fama e una caterva di fan che lo avrebbero appoggiato qualsiasi cosa avesse fatto o detto, ha detto di avere l'AIDS solo quando già stava più di la che di qua ormai e nei mesi precedenti nonostante il suo amante fosse morto di AIDS smentirono categoricamente la malattia. Figuriamoci la sciura di provincia col figlio scapestrato gay e sieropositivo o drogato che deve mettere insieme il pranzo con la cena... si chiama STIGMA apposta.

Edited by MyleneFarmer
1 minute ago, MyleneFarmer said:

i fumetti non sono la vita vera.

Ahahhaah!

Perché giustamente da dove credi che provenisse quel pensiero? Dalla fantasia di tutti gli illustratori Italiani o che magari si basasse su quelle che erano le diffuse credenze dell'epoca?

Tempo fa fu anche linkato un documentario dell'87 in cui un fornaio dichiaratamente gay si ritrovò senza clienti dopo che avevano messo in giro la falsità che aveva l'AIDS, eccotela la vita vera.

Create an account or sign in to comment

You need to be a member in order to leave a comment

Create an account

Sign up for a new account in our community. It's easy!

Register a new account

Sign in

Already have an account? Sign in here.

Sign In Now

×
×
  • Create New...