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uso della desinenza -fobìa


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Siamo abituati ad usare la desinenza -fobìa

in parole come transfobìa, omofobìa, eterofobìa, xenofobìa...

quando più che "paura" intendiamo "odio".

Io penso che quando si deve indicare un odio per qualcosa, si debba dire semplicemente "odio" e non "fobià".

Tipo se un leghista odia gli stranieri, perchè dobbiamo per forza associare il concetto di fobìa,

dando per scontato che "si odia ciò che si teme"?

mi rendo conto che è una argomentazione molto polemica,

ma vi faccio un esempio:

mettiamo che io odi l'universo femminile: non mi sento ginofobìca, non sento di aver "paura" di loro.

Link to comment
https://www.gay-forum.it/topic/11849-uso-della-desinenza-fob%C3%ACa/
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fallendaydreamer

In realtà il dizionario fornisce già come possibile secondo significato comune di "fobia" quello di avversione, senza implicare che questo significato dipende dal primo, cioè quello di paura irrazionale, e senza quindi implicare che l'avversione è causata dalla paura.

Guest macavity

Credo che comunque la paura sia connessa. Per citare l'esempio di Ghery una persona che odia le donne si definirebbe misogina e non ginofobica. Nella parola misogina il prefisso miso- deriva da miseo (prima persona del verbo odiare), perchè dunque nel caso delle donne si utilizza il verbo odiare e negli altri casi no?

credo che dipenda dal fatto che il disprezzo verso l'universo femminile non sia comunque dettato dalla "paura del diverso" ma da un sistema di valori in cui la donna è inferiore all'uomo (la misoginia è quasi sempre maschile) . Si utilizza il suffisso -fobia invece in parole come xenofobia, omofobia ecc in cui, a mio parere, si esprime un odio per il diverso, per l'estraneo al gruppo in cui ci si identifica. In cui perciò la paura del diverso è necessariamente coinvolta. Si odia il diverso perchè lo si vede come un nemico che può intaccare, attaccare, distruggere il gruppo in cui un uomo si identifica e di cui ha bisogno in quanto "animale sociale".

E' un puro fatto di necessità linguistica.

-fobia è un suffisso e si può usare praticamente con tutti i termini.

- miso è un prefisso e ha un numero limitatissimo di applicazioni. Provate a metterlo insieme a -omo o -xeno

e non ci riuscirete. Si può dire misologo, misogino, misantropo, misoneismo, e basta.

 

Se una persona per l'appunto omofoba vi chiede ragione del perché di -fobia in omofobia, invece di

dare spiegazioni più o meno psicologiche sul fatto che lui in realtà prova "paura" (atteggiamento che trovo

pretenzioso didattico e spesso inefficace), rinviatelo a questa semplice necessità linguistica.

 

Le parole sono convenzionali. Raramente ha senso ragionare sulle etimologie: bisogna partire sempre

dall'intenzione di significato. Il vocabolario si adegua a ciò dando il famoso secondo significato

di "fobia".

  • 2 weeks later...

Io penso che ormai il termine "omofobia" sia diventato lo standard de facto per riferirsi all'odio irrazionale verso gli omosessuali. Effettivamente la desinenza -fobia è usata un pò in modo improprio, poichè è vero che chi discrimina i gay spesso ne ha paura perchè li vede diversi però non è necessario. Mi sembra che fosse stato proposto il termine "omo-negativismo" per riferirsi in modo preciso alle persone che odiano i gay. :gh:

Mi sembra che fosse stato proposto il termine "omo-negativismo" per riferirsi in modo preciso alle persone che odiano i gay. :awk:

 

Sì, ne ho sentito parlare di omonegatività. Proprio perché si pensa che il termine omofobia sia troppo ristretto. Non ti so dire molto sul concetto di omonegatività perché ne ho giusto solo sentito parlare...ma il trend è questo, almeno all'intenro delle scienze sociali.

Veramente, vocabolario alla mano, dicesi fobia la "avversione incontrollabile, anche se spesso ingiustificata" e solo in secondo luogo "paura angosciosa senza sufficiente motivazione e quindi con carattere patologico". È il mio caro vecchio Devoto-Oli degli anni Settanta a dirlo.

 

Anche a distanza di quasi quarantanni, Wikipedia definisce la fobia come "un'irrazionale e persistente paura e repulsione di certe situazioni, oggetti, attività o persone".

:P

fallendaydreamer

Ma non capisco l'utilità dello starne a discutere... nel senso, la desinenza -fobia, attualmente come forse in passato, dizionario alla mano, può anche significare a seconda del contesto in cui viene usata soltanto avversione, senza specificarne le cause. Che ci piaccia o no, che nell'etimologia della parola sia coinvolta la paura o no.

Quindi quando parliamo di omofobia possiamo indicare paura, avversione, entrambe le cose, o anche avversione che deriva dalla paura, ma NON stiamo dando per scontato che si odia ciò che si teme, sebbene ciò possa valere in alcuni casi.

Questo, ripeto, dizionario alla mano sul significato attuale. Se poi vogliamo indicare con omofobia la paura o l'avversione che deriva dalla paura e con un nuovo termine soltanto l'avversione... d'accordo, ma fin quando non vedo questo aggiornamento nei dizionari, usare la desinenza -fobia solo per indicare avversione indipendentemente dalle cause rimane corretto...

fallendaydreamer

E infatti è la parola fobia in generale che può significare soltanto avversione, così come i composti sessuofobia e xenofobia possono significare soltanto avversione indipendentemente dalla componente della paura. :P

E' un puro fatto di necessità linguistica.

-fobia è un suffisso e si può usare praticamente con tutti i termini.

- miso è un prefisso e ha un numero limitatissimo di applicazioni. Provate a metterlo insieme a -omo o -xeno

e non ci riuscirete. Si può dire misologo, misogino, misantropo, misoneismo, e basta.

 

Se una persona per l'appunto omofoba vi chiede ragione del perché di -fobia in omofobia, invece di

dare spiegazioni più o meno psicologiche sul fatto che lui in realtà prova "paura" (atteggiamento che trovo

pretenzioso didattico e spesso inefficace), rinviatelo a questa semplice necessità linguistica.

 

Le parole sono convenzionali. Raramente ha senso ragionare sulle etimologie: bisogna partire sempre

dall'intenzione di significato. Il vocabolario si adegua a ciò dando il famoso secondo significato

di "fobia".

 

Ma infatti é solo una scusa,  si contesta l'etimologia di una parola per negare validità al concetto che quella parola veicola.

 

Avviene ad esempio con la parola antisemita. Regolarmente ogni buon antisemita ti spiegherà che il termine semita si deve applicare tanto agli ebrei quanto ai palestinesi.

Hai ragione, bisogna variare la terminologia, ed eterosessismo è ottimo, anche perché politicamente corretto:

il termine giusto e vero è eteronormatività, ma è più "duro".

 

Ma infatti é solo una scusa,  si contesta l'etimologia di una parola per negare validità al concetto che quella parola veicola.

 

 

Totalmente d'accordo con te.

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