calvin Posted October 29, 2009 Share Posted October 29, 2009 Bellissimo e di stringente attualità. Dalla quarta di copertina: Qualcosa sta per accadere - la consapevolezza di questa tensione è l'ossatura del libro - perché nulla accade mai a Highland, Wyoming, profondo e gelido West, dove un impenetrabile cowboy di mezz'età, uno tra John Wayne e Gary Cooper, vedovo, laureato in storia dell'arte con una passione per Klee, Kandinskij e le caverne, naturalmente nero vive la sua appartata quotidianità fatta di giornate che iniziano alle cinque e trenta, un centinaio di chili di escrementi di cavallo da spalare, cavalli difficili da addestrare, un cucciolo di coyote con tre zampe da curare. Perché la comunità locale, compresi gli amici del protagonista, apostrofa con pesanti epiteti il ragazzo gay scomparso? È l'intolleranza bruta che permea il doppio fondo dell'etica individuale, una reazione che ricorda da vicino i cartelli imbracciati da migliaia di persone comuni nelle contromanifestazioni "per ristabilire i princìpi etici" dopo il tragico omicidio del giovane Matthew Shepard nel 1998, sempre da quelle parti, dichiarato punto di partenza della riflessione di Everett. Con uno stile disadorno e lontano da qualsiasi genere, Everett dimostra che la narrativa è un mezzo, e che qui la suspance non è tanto data da ciò che il lettore non si aspetta che accada, ma dal fatto che accada ciò che il lettore sa perfettamente debba accadere. Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Isher Posted December 18, 2009 Share Posted December 18, 2009 Naturalmente io non l'avrei scritta così la quarta di copertina. Così provo a scriverne una mia. Di fatto, questo romanzo (che, sono d'accordo con Calvin, è bellissimo) è una risposta americana degna all'omicidio di Matthew Shepard: una assunzione, una riassunzione letteraria, di quell'omicidio, reinserito in un contesto culturale e umano che contiene motivi di riscatto, e li contiene proprio in quanto Percival Everett si è assunto il compito di rivivere, masticare, fare i conti, letterariamente, con quella storia. E' come se quell'omocidio avvenisse una seconda volta, ma Everett mette in moto una storia e dei personaggi - dei personaggi soprattutto - che fanno da contraltare alla violenza dell'uccisione, parzialmente la purificano, o almeno la accompagnano con un degno controcanto. Dico parzialmente, perché il ragazzo, David, alla fine muore, muore ammazzato: non c'è un facile lieto fine. No, il morto ammazzato c'è. E che sia un nero colui che tenta in tutti i modi di salvarlo anche se non ci riesce, passando dall'iniziale indifferentismo (per un altro ragazzo che accusato a torto di un omocidio si impicca in carcere) a un coinvolgimento paterno, affettivo, implicato, nei confronti di David, sarà forse banale ma è simbolicamente pieno di significato. I dimostranti cattolici oltranzisti e gli omofobi tenevano cartelli in mano, all'epoca della morte di Matthew Shepard, su cui era scritto "Per ristabilire i principi etici" (violati dall'omosessualità). Everett "ristabilisce i principi etici" rispetto a questo orrore e rispetto all'omicidio di Shepard. Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
calvin Posted December 18, 2009 Author Share Posted December 18, 2009 Oh, finalmente qualcuno che si fila questo libro! Sono d'accordo con la recensione di Isher :), uno dei libri più belli che ho letto. Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
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