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Altro caso psico-sociologico, con riflessione amara sulla mia condizione


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A distanza di 4 mesi dall'ultima fatica per i miei neuroni, ci risiamo. Nuovo caso psico-sociologico in vista.

Stavolta il palcoscenico è Me2. Per un mese parlo su msn con un ragazzo di 21 anni (io ne ho 23), lui bsx, con storie non importanti con ragazze alle spalle e due esperienze con uomini, una con un ragazzo troppo effemminato e un'altra a scopo mezzo-sessuale. Le conversazioni spaziano su tutto lo scibile, relativamente alla sua persona capisco che è sicuramente molto curioso (domande sul sesso, sui ruoli, etc) ma anche fortemente confuso, nel senso che non sa bene cosa pensare della sua situazione, dice che se non guarda i ragazzi soffocherebbe una parte di sè, ma a tante domande che si può porre non saprebbe per ora rispondere. Abbiamo molte cose in comune, intellettualmente la cosa ci piace. Particolare da ricordare: a ottobre avrebbe iniziato l'università da non frequentante, e con il lavoro e in più lo studio si chiedeva già come avrebbe fatto a sopravvivere. Altro particolare: è in un gruppo di amici con tensioni e fratture interne, la sera era spesso a casa perchè non sapeva con chi uscire e cosa fare, credo di capire che insomma ci sta bene con loro ma non sono così indispensabili.

Arriva il primo incontro. Tutto ok, si parla per 4 ore filate girando x la città, è molto simpatico, anche se al primo colpo fisicamente non mi colpisce. Però ci sto bene. Il giorno dopo ci si risente, si dimostra molto contento della prima uscita tanto da abbozzare un "finalmente al terzo tentativo ho trovato una persona che vale la pena conoscere". Io rimango ancora sul vago, ma capisco che la cosa piace anche a me, eppure gioco sulla difensiva. La mia paura, fin da subito, è che se si fosse affezionato subito a me io avrei avuto difficoltà nel comportarmi, poichè all'inizio stavo bene ma non ero ancora convinto al massimo.

Ci si vede molto spesso in settimana, la seconda sera viene addirittura nei pressi di casa mia perchè io non potevo allontanarmi, giretto e via, e alla fine partono bacio e toccatine, il tutto molto "tenero", lo vedo bisognoso di coccole ed affetto, e a me la cosa piace. La volta successiva stiamo a casa mia (ho un appartamento estivo dove non risiede nessuno) e si passa al sesso, non completo, ma insomma il ragazzo si mostra audace, anche se sempre tranquillo e carino. Io, che vedo il sesso come una sorta di "male" all'inizio di un rapporto, mi sono ricreduto e tutto sommato per la prima volta l'ho vissuto serenamente.

Nei giorni a seguire mi contatta sempre su msn, se la prende se la sera seguente non ci si vede (del tipo "uff ancora 25 ore prima di vederti!"), confessa di non aver pensato di poter essere così attratto da me, io abbozzo ma inizia la fase dell'affezione a lui e la cosa inizia ad inquietarmi, anche se sono ancora guardingo sul da farsi. Le sere usciamo poco, preferisce stare a casa con me abbracciati sul divano, ma spesso si passa al letto, anche se a me non va sempre, eppure apprezzo comunque. Mi sembra sincero, lo vedo molto contento della nostra frequentazione, addirittura mi avrebbe ammazzato (metaforicamente) se fossi uscito con qualcun altro, è capace di aspettare i miei ritardi per vedermi, insomma pare tutto a meraviglia. Stendiamo un velo pietoso sulle uscite in giro, due volte dormo in macchina mentre guida, la pizza insieme diventa un inno alla noia, non parla tanto, non ha quasi mai nulla da raccontare, e io lo sprono spesso a farlo, e confessa che gli manca qualcuno con cui confidarsi sul come si sente. Ma a livello di uscite, non ci siamo, mentre l'intesa sessuale funziona sicuramente.

Mi convinco che probabilmente ci sarebbe stata una evoluzione minima del rapporto, limitato al solo sesso (non mi piace neppure come magna!), ma purtroppo inizia l'affezione nei suoi confronti. Una volta, quando siamo tornati tardi, ognuno nella propria casa, lo scopro alle 5 di mattina su Me2, tiro fuori l'argomento una sera dopo (in effetti c'ero rimasto male di questa cosa), lui si dimostra sorpreso e dice che stava solo controllando messaggi, etc, nulla di che. Io incasso anche se inizio a svarionare, gli chiedo che prima che arrivassi ad affezionarmi a lui volevo sapere come fossimo rimasti in questo rapporto poco ben identificato, lui dice che avremmo visto passo dopo passo.

L'ultima settimana ci si vede poco per causa mia, il venerdì sera lui compra i libri x studiare, mangiamo insieme e stiamo insieme a casa mia nel divano, ma lo trovo un po' assente e stanco. Colgo i primi sentori di qualcosa che non va, e con l'occasione persa di aver potuto chiarire molto prima. Torniamo a casa ed è ancora su msn, di mattina presto. Da lì inizia il calvario. Perennemente non al pc, non mi saluta più, io di contro non lo voglio disturbare ma inizio a struggermi, purtroppo com'è mio solito. Nessuna notizia, finchè il martedì dopo lo contatto io, dice che spesso studia e tra studio e lavoro non capisce chi gliel'ha fatto fare, gli faccio notare che per salutare ci vuole poco, mi dice giustamente che neppure io lo salutavo, insomma discorsi così, gli ribadisco che io ci sono sempre, e ok. Ma nulla. A questo punto sono propenso per un confronto diretto dal vivo, lui riconosce che "non so se il caso di continuare così, non ci si vede mai" e riesco a strappargli un appuntamento il martedì successivo. I pensieri volano, anche i peggiori, e annuso il disastro. Lo sento cambiato, anche se lui dice di no, e quel martedì è un casino, io subito freddino, caffè al bar (vuoto) ma dice di non dovermi dire nulla, che non sa anzi cosa dirmi, ribadisce che tutta la settimana studia e lavora e nel weekend esce con i suoi amici, io gli faccio notare che sono sparito dai suoi pensieri, e di contro mi dice che io l'avrei potuto sempre cercare, etc. Sembra tranquillo, a posto con la coscienza, io invece la prendo malissimo, perchè pensavo di chiarire il tutto e invece non trovo risposte. Scaravento i soldi del caffè sul tavolo ed esco dal bar, raggiungendo la piazza. MI volto dietro e lui stava uscendo. Faccio altri passi e non lo vedo più. Non mi ha seguito.

Mi pento subito del mio gesto. C'è da aggiungere a mia discolpa un forte carico di stress dovuto al lavoro, al quale si è sommata quest'ulteriore preoccupazione. Da quel momento, il silenzio glaciale. Torno a casa e sono in un fiume di lacrime. Capisco di tenerci parecchio, con tutti i distinguo che ho fatto finora, e che non avevo alcun diritto di comportarmi così, soprattutto se davvero era in buona fede. Mi ero pure immaginato un "altro" con cui potesse avere a che fare, le pensavo di tutte.

Ora sto male. Mercoledì a tarda sera lo vedo connesso su FB, e pure in una chat (under 21, non della regione) su Me2, rimango in silenzio ma la cosa mi angoscia ancora di più, perchè è come se trovassi le conferme dei miei dubbi. Soltanto ieri provo a chiamarlo, squilla a vuoto, lui su FB c'è, su MSN lascio un messaggio, mi scuso x come mi sono comportato e chiedo un incontro riparatore per chiarire in tranquillità la situazione, mi voglio impegnare a risanare la frattura che si era creata anche per colpa mia, ma anche in caso negativo avrei voluto capire che cosa ci stesse succedendo.

Nessuna risposta, fino ad ora.

Ho l'impressione di aver di nuovo buttato tutto all'aria per le mie insicurezze. Ma altresì trovo conferme a quanto sia difficile per chi è gay avere rapporti interpersonali con quasi gay/bsx specialmente giovani, e soprattutto avere codesti rapporti normali, mi viene addirittura da rimpiangere le storie etero fatte di tira e molla, mentre qui è sempre una sofferenza continua, fatta di cose non dette, di comportamenti doppi, di ambiguità e di tremende insicurezze, dettate dalla tecnologia moderna.

Io ho capito di tenere a lui, ma non so come fare per non perderlo.

Che idee vi siete fatti?

Da quel che scrivi sembra che tra voi potesse esserci una certa affinità, ma di fatto lui era

poco comunicativo, noioso...e funzionava prevalentemente il sesso. Non si capisce bene

a cosa di questo ragazzo tu ti sia affezionato, ma forse il tuo racconto sconta la delusione

per come le cose sono andate?

 

E' possibile che tu sia più dispiaciuto per essere stato scaricato, respinto, piuttosto

che per ciò che effettivamente hai perso?

 

Io credo ti possa servire fissare una serie di regole per l'approccio ai ragazzi.

 

Ad esempio portarli in locali gay...se rimorchiati su Me2 e se si presentano già

come gay problematici non mi pare una cattiva idea.

 

Una relazione che inizi nel chiuso di una camera da letto e nel chiuso di una

relazione a due ( senza terze persone o testimoni ) è una relazione che esiste

E non esiste...non so se mi spiego

Leggendo il tuo resoconto mi è sembrato che tu abbia cambiato spesso stile e modo di scrivere nel parlare di questo ragazzo: passi da una descrizione piacevole ad una annoiata e spente... a tratti sembri essere piuttosto compiaciuto da lui, a tratti invece incerto, quasi disilluso... in pratica come se fossi in bilico tra l'esserne attratto e l'esserne repulso, tra il volerti affezionare e il volergli resistere... non sono uno psicologo e non ti conosco, quindi prendi le mie parole come un volo pindarico :lol: ma mi sembra che tu, da questo ragazzo, non è che ne fossi tanto convinto... e sin dall'inizio.

 

Probabilmente (ma sono sempre mie illazioni) questo ragazzo a pelle non ti convinceva poi tanto, ma ciò che ti muoveva era più che altro la tua voglia di dare affetto, e la sua capacità di riceverne... che magari erano in sintonia, vuoi perché lui ha queste problematiche e ti ispirava una tenerezza inconscia, vuoi perché vi siete incrociati in un momento particolare per entrambi... ma purtroppo questo non è quasi mai una solida base per una qualsiasi relazione, e la vostra è infatti crollata sotto il peso delle prime difficoltà e soprattutto delle divergenze più superficiali.

 

Alla fine io credo, permettimi di essere impietoso, che la tua relazione con questa persona non fosse fatta per durare e diventare stabile. Non per colpa sua nè per colpa tua, ma per tutto quello che ti ho detto prima: troppe divergenze e troppo poco in comune... e mi sembra di leggere tra le righe che ne sia consapevole anche tu stesso.

Sono pienamente d'accordo con Hinzellman: a questo punto l'unica cosa che mi sembra logica è lasciar perdere e inserire questa storia nel bagaglio degli insegnamenti e delle esperienze.

Cercarlo, provare a parlarci non solo sarebbe inutile (mi sembra che lui dia meno peso alla faccenda, o che comunque se ne sia già fatto una ragione) ma ti potrebbe addirittura fare più male...

Devo ammettere che probabilmente hai centrato il problema perfettamente.

 

Ho avuto l'occasione di sentirlo poco fa. Dice che non si sente più preso da questa situazione, e che forse la sfuriata mia di martedì ha contribuito, oltre a studio e lavoro e al fatto di vedersi solo una sera a settimana.

L'ho invitato ad un chiarimento dal vivo, o ad un periodo di riflessione per capire che cosa voglia lui, anche se dice che i periodi di pausa li considera inutili.

Siamo rimasti d'accordo che ci avrebbe riflettuto, l'impressione che ne ho dedotto è molta confusione anche da parte sua, l'incapacità di riconoscersi in quella persona che era all'inizio del nostro rapporto, e sicuramente il fatto che non abbia nessuno con cui confrontarsi (a parte me, ma non sarebbe la stessa cosa) contribuisce ad alimentare tanti dubbi che può avere. Non abbiamo chiuso del tutto, ho lasciato a lui il comando delle operazioni, ma è ormai evidente che c'è ormai poco da sperare.

 

Su quello che dici, l'anomalia di "troppo sesso" (poca voglia di uscire, molta di più di stare a casa, o nel letto) l'ho subito interpretata come un bisogno di sperimentare se stesso in qualcosa che sicuramente lo attraeva, e fin dall'inizio ero molto sospettoso su questa cosa. Sui locali gay invece dissento, non ha mai manifestato un grande interesse, anzi spesso, quando manifestavo di volerci andare io (da solo), si incavolava.

Sicuramente la mia delusione deriva dal modo in cui il tutto si è arenato, fatto di silenzi e cose non dette. E' però altresì vero che si è creata da parte mia una sorta di affezione, il volersi vedere, fare cose insieme (anche se si faceva poco, in realtà). Il mio era uno sguardo magari a lungo termine, nutrito dalla speranza che questo rapporto potesse evolversi positivamente in qualcosa di più concreto, mentre in realtà era forse fin troppo sterile.

Neppure lui si spiega più di tanto i motivi dei suoi atteggiamenti, e posso capire forse la sua confusione.

Io rimango di nuovo con un pugno di mosche e l'ennesima conferma che probabilmente non avrò mai la possibilità di vivere un qualcosa in totale serenità, sia per le persone da incontrare (molto più "instabili" di quelle etero, secondo me), sia per le numerose possibilità di sviare, tra maggiori sollecitazioni (anche sessuali e curiosità), senza dimenticare le maggiori difficoltà di portare avanti un rapporto di coppia in condizioni normali.

Concordo con Phylolaches.

Ammetto che c'è sempre stato qualcosa che mi piaceva in lui, non è stato un colpo di fulmine, ma sicuramente il fatto che sembrava che ci tenesse fin da subito, oltre a suscitarmi giustificati allarmi, mi ha dato spirito e carica per volerlo frequentare. Molte volte mi sono espresso dubbi in merito, comprese le uscite in giro, che confermo, non erano il massimo, anzi, e infatti, anche se tutto questo finale non ci fosse stato, credo che la corda si sarebbe spezzata comunque prima o poi, e forse con maggior spargimento di sangue. Per esserne attratto, ero attratto, la situazione mi piaceva, anche se si combinava poco, è vero che inizialmente non ero presissimo, ma poi col passare del tempo alle persone ti affezioni e inizi a sentirle vicine.

Ciò che mi inquieta è come si possa passare dalla contentezza al silenzio in un battito di ciglia, e come è così difficile parlarsi, chiarirsi, confrontarsi. Invece sembra che ogni volta si torna bambini, con gli screzi, i mugugni, gli omissis.

Il tarlo che ci fosse qualcosa che non andasse l'ho sempre avuto, più volte ho tentato di parlarne, ma è uno che parla poco, ancora meno di queste cose (non sa mai che dire), volevo chiarire da molto prima perchè ero convinto di come sarebbe andata a finire. MI sentivo quasi "onorato" che al terzo tentativo avesse trovato qualcuno che potesse interessarlo, forse è stato qua il mio sbaglio, in questo perverso autoconvincimento che lo avrei comunque fatto mio, e io con la speranza che con il passare del tempo mi sarei legato a lui. Forse volevo ergermi a "esempio" nei suoi confronti, visto che era praticamente all'inizio del suo percorso. Probabilmente sono state mosse del tutto sbagliate. All'inizio avevo pure paura di come muovermi,per non deluderlo...

In comune c'era molto, in realtà, ma forse non era così importante.

Rimango comunque deluso da tutto, come ho scritto sopra. Ciò alimenta la mia disillusione cosmica e dà fondamento alla demotivazione.

Eh...ma direi che il fatto che si disinteressasse al mondo gay a cui teoricamente

si stava affacciando non sia indifferente, anzi...è proprio sintomatico dei suoi

problemi.

 

Io in genere quando conosco qualcuno "fuori dai giri" proprio come regola di

autotutela, perchè da un lato non si può essere inquisitori con una persona

che è agli inizi, ma d'altronde non ci si può neanche immolare sull'altare dei

gay problematici...prevedo sempre una uscita insieme in un locale gay alla

fine della prima serata.

 

Prima del sesso

 

E' una regola che mi sono imposto proprio quando avevo 20 anni o giù di lì

ovviamente per proteggere me stesso senza dovermi fare mille domande,

se vuoi nel tuo caso rischiava di funzionare come criterio selettivo preventivo,

perchè lui si sarebbe rifiutato di venire.

 

Però è essenziale che la relazione nasca su un piano di realtà e non come

evasione sessuale, euforizzante quanto vuoi, ma destinata ad essere una

parentesi privata per chi abbia ovviamente problemi di autoaccettazione.

Perchè scaricatasi l'euforia i problemi riemergono tutti...

 

D'altronde non ti puoi mettere a fare il maestro, tanto più con un tuo

coetaneo...nè puoi ad ogni passo angosciarti su come sia meglio muoversi

( soprattutto se si tratta di non deludere un ragazzo non accettato...)

e non puoi neanche esporti a continue ammaccature emotive.

 

Quindi devi fissare delle regole di autotutela, secondo me.

Concordo con Hinzellman :lol:

 

Io penso che una relazione gay debba necessariamente avere un'impostazione diversa da quelle etero, proprio perché, come dici tu (Zapotek) siamo tutti un po' "instabili".

Il fatto è che, a differenza degli etero, non possiamo contare sul collante della famiglia: una relazione gay non è fatta per far figli, le cose da condividere cambiano e quindi cambia tutto il resto.

Descrivendo la mia storia con il ragazzo che ho accanto da tre anni mi rendo conto che non somiglia quasi per niente al "matrimonio" che avevo in mente prima di conoscerlo: è molto più simile ad un'amicizia profondissima, fatta non solo di stima reciproca, di scambievole solidarietà e di esperienze condivise... ma anche di Passione, in senso lato. Passione che è ANCHE quella del letto, certo... ma è anche quel sentimento che ci spinge ad avere bisogno l'uno dell'altro, a livello fisico e psicologico.

E credimi Zapotek: lui è l'unica persona con cui l'ho provato, questo sentimento, su un mare di incontri che non cerco nemmeno di quantificare.

 

Mi rendo conto di essere stato fortunato (anzi, riguardando indietro direi addirittura privilegiato!), ma anche che prima di trovare lui ho dovuto fare un percorso dolorosissimo e demotivante. Anch'io, come te, sono arrivato ad essere delusissimo dagli altri e soprattutto da me stesso, non riuscivo a capire cosa io volessi nè come dovessi approcciarmi al prossimo... però devo dire che le varie vicissitudini e delusioni mi hanno fatto in qualche modo maturare molto, così che, quando ho trovato la persona che ho accanto, ho saputo inconsciamente fare a meno dei paletti psicologici che mi ero messo negli anni precedenti. E infatti la mia storia dura :lol:

 

Quindi, io ti consiglio nuovamente di mettere questa esperienza e le altre in una specie di bagaglio mentale... ma non mollare :ok:

Vuoi la mia opinione? Hai ragione a dire che il sesso è una sorta di "male" all'inizio del rapporto. Il sesso mettiamo anche che sia un'ora al giorno, conta solo per 1/24 della nostra giornata e nella vita, la percentuale scende drasticamente... Se è il sesso l'obiettivo, una volta esaudito il desiderio, soddisfatta la voglia, tutto l'interesse se ne va  e si passa al prossimo desiderio alla prossima voglia. Il mio moroso ha aspettato 2 mesi di uscite prima di far sesso, incompleto pure quello :sisi:

 

max

Riguardo al sesso, sicuramente lui era curioso, non avendolo mai vissuto per bene. Già la terza volta eravamo sul letto e aveva preso tutte le iniziative.

Anche le volte successive, che si uscisse in giro o stessimo a casa, voleva sempre andare sul letto, l'obiettivo era sempre quello. Ho sempre notato che alla fine del rapporto, quando si doveva ripartire per casa, era un po' stranito, non parlava tanto, talvolta sorrideva per sforzo. Però una sera sì e una sera sì voleva che stessimo insieme sul letto (e neppure sul divano, le coccole gli stavano strette).

E' per questo che ho pensato presto che forse cercava solo sesso per soddisfare le proprie curiosità, ma se fosse stato solo quello al secondo incontro non si sarebbe già stancato? E non saremmo usciti a cena, non mi avrebbe aspettato un'ora al casello per andare a ballare (e non ci siamo manco andati, siamo stati in macchina abbracciati per 2 ore), insomma ci sono una serie di elementi che propenderebbero per il contrario. La curiosità sicuramente c'è stata, non la nego. Tutto sommato, a me non dispiaceva, anche se spesso sbuffavo perchè aveva in mente solo il letto, ma ero contento comunque di venirgli incontro, per il discorso di farlo sentire a disagio, come dicevo prima.

 

Riguardo al post di Phylolaches, io purtroppo "cerco" persone come me, fuori dai giri, quasi "incontaminati", cioè fuori da stereotipi, manie tipiche di questo mondo, che neppure io digerisco. E capita troppo spesso, specialmente tra chi scopre un lato di sè che non conosce (quello propenso ai maschietti), che si vada a finire così: le persone magari vanno in crisi, in confusione. Gli ho scritto una mail lunga 4 pagine quasi, mi sono sfogato un po' rileggendo il mese e mezzo passato insieme, mi sono permesso di dimostrarmi deluso (anche se mai incazzato), anche se so che non cambierà nulla, anzi non sono neppure sicuro che la leggerà. Stamattina mi sono svegliato incazzato, forse in quella mail dovevo essere più cattivo e mandarlo al diavolo, come tutti quelli che improvvisamente scompaiono e mancano di rispetto favorendo il proprio menefreghismo. E non mi importava se davvero di questa situazione strana x lui, ne potesse soffrire. MI sono fatto una camminata riflessiva, l'ho tolto da msn (senza bloccarlo) ma se ripenso alle cose fatte insieme, alla stessa scena di quel furioso martedì, mi viene un crampo allo stomaco. Passerà.

No, non cercava solo sesso per curiosità, secondo me...visto che

continua a bazzicare me2.

 

Semplicemente come molti gay problematici usa il sesso come valvola

di sfogo ai suoi problemi di non accettazione. Se poi ovviamente aveva

avuto in precedenza esperienze deludenti a maggior ragione aveva ragione

in quei momenti di essere felice. Ma non era felice perchè era con te, purtroppo

9 su 10 era felice perchè era riuscito a fare sesso e stop.

 

Questa ovviamente è una possibilità, ma molto concreta. Perchè capita

spesso.

 

Per questo ti dicevo di fissare regole, nel'approccio, che vadano a

vagliare se la persona è curiosa di altri vari aspetti del''omosessualità

e non limitarsi a frequentare te, privatamente...

 

Il problema in sè non è il sesso o la curiosità sessuale, semmai il fatto

che lo sfogo sessuale viene usato per compensare i problemi che non

si vogliono affrontare ( in genere di accettazione ). Queste persone dopo

l'orgasmo poi scappano.

Non credo sia tanto un problema di autoaccettazione, "se non guardo i maschietti soffoco una parte di me" diceva all'inizio, quindi credo che sia piuttosto un percorso di scoperta, le cui modalità magari possono essere oggetto di discussione, ma servono a lui per capire meglio i contorni di ciò che comunque gli crea curiosità. Poi ovviamente parlando poco, e ancora meno di come si senta o come la pensi al riguardo, le ipotesi che si possono fare sono tutte plausibili.

Non so se ho sbagliato in qualcosa io, portandolo ad allontanarsi da me (per come sono fatto - male - io, la vivo sempre così). Do sempre maggior credito a questo suo percorso di scoperta, piuttosto che ad una furia calcolatoria.

E' la stessa cosa...se è all'inizio di un percorso di scoperta, non si è ancora

accettato! Io non parlerei di una curiosità usando il termine "soffocare"

che evidenzia una sofferenza non certo la gioia di una scoperta...

 

Già parlare di "una parte di me" secondo me evidenzia in modo chiarissimo

il fatto che vede nell'omosessualità uno specifico aspetto, una parte specifica.

 

Quale sarà mai?  :sisi:

 

Ovviamente il sesso.

 

Lui probabilmente non è semplicemente pronto per una relazione e tu semplicemente

hai avuto da lui quello che lui attualmente può dare. Per il futuro poniti delle regole

e cerca di attenerti ad esse. :love:

Il "soffocare" è inteso, da come mi spiegava, come dare comunque attenzione ad una voce che c'era e che non voleva comunque tralasciare, non era una sofferenza ma appunto un cammino di conoscenza. Idem la parte di me, dai...

Sul fatto specifico di una relazione, la domanda era uscita all'inizio prima di vedersi la prima volta, e sinceramente non sapeva come sarebbe potuto essere. Sto rileggendo ora alcuni passi delle vecchie conversazioni: era rimasto perplesso dal secondo incontro (solo preliminari) e diceva che per l'incontro successivo non avrebbe compreso anche il sesso, per non riavere le stesse perplessità della volta precedente.

Le domande cmq erano francamente imbarazzanti: "cosa ti attrae", "ti innamori spesso?", "ruolo preferito", "frequenti locali gay" (e qui dice "una volta vorrei provare, x curiosità"). C'è da aggiungere che era sempre eccitato, e una volta in cam mi si era pure esibito (ormoni a palla).

Ora che mi ci fate pensare, 'sta storia del sesso come primo elemento sta iniziando a farsi sempre più verosimile... Ma allora mi chiedo per quale motivo le stupidaggini del tipo "uff sono 20 ore che non ti vedo", etc.

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