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I ragazzini di oggi


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Oggi pomeriggio ho assistito ad una scena seriamente patetica.

 

Ero in treno con il mio ragazzo, e improvvisamente abbiamo sentito una ragazzina seduta a pochi posti da noi (avrà avuto sui 14 anni) scoppiare in un pianto disperato... a dir poco: in pochi minuti ha iniziato a contorcersi sui sedili che aveva occupato, attirando l'attenzione di tutti, e a gridare e a lamentarsi in maniera assolutamente tremenda, gridando nel contempo "perché, perché???" e "Mamma, aiutami!"

Io e il mio ragazzo, che siamo ansiosi e piuttosto sensibili per natura, abbiamo pensato che l'avessero violentata, o che sua madre, che invocava continuamente, fosse morta e lei ne avesse ricevuta la notizia in quel momento; agitatissimi, ci siamo avvicinati con l'intenzione di chiamare un'ambulanza.

Stavamo per arrivare da lei quando un suo amico è riuscito finalmente a tranquillizzarla; origliando i loro discorsi abbiamo capito che questa ragazzina era stata oggi allo sciopero generale della scuola, con il risultato che si era ubriacata (se non di peggio) e che il motivo per cui si stava disperando in quel modo barbaro era perché il suo fidanzato non le rispondeva al telefono.

Detta così sembra una cazzata, ma vi assicuro che era uno strazio sentirla, tanto che nello scoprire i motivi del suo pianto le avrei dato volentieri due ceffoni ben assestati.

 

Non è assolutamente mia intenzione fare del moralismo spicciolo, ma devo ammettere che l'episodio in questione, a parte la rabbia del momento, mi ha piuttosto rattristato.

Ok, l'adolescenza è un periodo terribile e tutto quello che volete, le delusioni d'amore sono all'ordine del giorno, portano con sé piccoli grandi traumi e così via, ci sono passato anch'io, me lo ricordo bene e condividerei benissimo il dispiacere della ragazzina.

Il problema era che qui non si trattava di disperazione, ma di un vero e proprio pianto greco, che va ben oltre i limiti consentiti per situazioni di questo genere; se a questo poi si aggiunge che il 90% di esso era causato dall'alcool o dalla marijuana... beh, questo mi rende davvero triste.

 

Forse sono antico dentro, ma sinceramente il fatto che i ragazzini di oggi fumino, bevano e si facciano di droghe leggere mi turba molto. Non perché siano cose proibite da una qualche morale, badate bene: per me ognuno è libero di fare quello che vuole, e io stesso ho provato tutte e tre le cose senza il minimo rimpianto (NON a 15 anni, badate bene, ma molto più avanti).

E il problema, in parte, non è nemmeno il fatto che l'età media in cui si verifica questo fenomeno si sta abbassando.

Il problema sono i motivi che ci sono dietro, e sinceramente questa cosa mi preoccupa.

 

Come ho detto, ricordo benissimo i miei 14 anni e i vari traumi subiti.

Ma ricordo anche bellissime cose di quell'età: le prime amicizie "serie", l'inizio delle mie passioni, il lento scoprirmi e il gettare le basi per la mia personalità. Era sicuramente un'età "sospesa" tra i sogni dell'infanzia e la dura realtà adulta, ma, ecco, io avevo sempre presente me stesso, in quel periodo.

E così erano i miei coetanei: chi più e chi meno, non si passavano certi limiti che inconsciamente erano riconosciuti come possibilmente fatali.

 

La ragazzina mi ha fatto seriamente riflettere: i ragazzini di oggi sanno quali sono questi limiti?

Sanno quando è il caso di bere, di farsi, di fumare, e quando quello di dire "no, grazie"? Sanno quando è davvero il caso di disperarsi a livelli esorbitanti per una delusione d'amore, e quando invece tenere il controllo di se stessi? Oppure, per fattori che possono essere tutti o nessuno, le loro personalità hanno fondamenta meno sicure della maggioranza dei più grandi?

 

Prima di sentire i vostri (più che giusti!) rimproveri nei miei confronti, dichiaro che so benissimo che il mio discorso è MOLTO generalizzante e che sono pienamente consapevole che i ragazzini di oggi non sono tutti così, anzi :) però mi piacerebbe sentire qualche parere da parte vostra.

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https://www.gay-forum.it/topic/12185-i-ragazzini-di-oggi/
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Mike in the Breeze

sono d'accordo con Almadel.

Hai 22 anni e parli come mio nonno. Io mi preoccuperei.

 

sinceramente il fatto che i ragazzini di oggi fumino, bevano e si facciano di droghe leggere mi turba molto.-> Conosco diversi padri di famiglia e con figli che fanno lo stesso.

Almeno i ragazzini sono incoscienti a causa dell'età.

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AndrejMolov89

Oggi pomeriggio ho assistito ad una scena seriamente patetica.

 

Ero in treno con il mio ragazzo, e improvvisamente abbiamo sentito una ragazzina seduta a pochi posti da noi (avrà avuto sui 14 anni) scoppiare in un pianto disperato... a dir poco: in pochi minuti ha iniziato a contorcersi sui sedili che aveva occupato, attirando l'attenzione di tutti, e a gridare e a lamentarsi in maniera assolutamente tremenda, gridando nel contempo "perché, perché???" e "Mamma, aiutami!"

Io e il mio ragazzo, che siamo ansiosi e piuttosto sensibili per natura, abbiamo pensato che l'avessero violentata, o che sua madre, che invocava continuamente, fosse morta e lei ne avesse ricevuta la notizia in quel momento; agitatissimi, ci siamo avvicinati con l'intenzione di chiamare un'ambulanza.

Stavamo per arrivare da lei quando un suo amico è riuscito finalmente a tranquillizzarla; origliando i loro discorsi abbiamo capito che questa ragazzina era stata oggi allo sciopero generale della scuola, con il risultato che si era ubriacata (se non di peggio) e che il motivo per cui si stava disperando in quel modo barbaro era perché il suo fidanzato non le rispondeva al telefono.

Detta così sembra una cazzata, ma vi assicuro che era uno strazio sentirla, tanto che nello scoprire i motivi del suo pianto le avrei dato volentieri due ceffoni ben assestati.

 

Non è assolutamente mia intenzione fare del moralismo spicciolo, ma devo ammettere che l'episodio in questione, a parte la rabbia del momento, mi ha piuttosto rattristato.

Ok, l'adolescenza è un periodo terribile e tutto quello che volete, le delusioni d'amore sono all'ordine del giorno, portano con sé piccoli grandi traumi e così via, ci sono passato anch'io, me lo ricordo bene e condividerei benissimo il dispiacere della ragazzina.

Il problema era che qui non si trattava di disperazione, ma di un vero e proprio pianto greco, che va ben oltre i limiti consentiti per situazioni di questo genere; se a questo poi si aggiunge che il 90% di esso era causato dall'alcool o dalla marijuana... beh, questo mi rende davvero triste.

 

Forse sono antico dentro, ma sinceramente il fatto che i ragazzini di oggi fumino, bevano e si facciano di droghe leggere mi turba molto. Non perché siano cose proibite da una qualche morale, badate bene: per me ognuno è libero di fare quello che vuole, e io stesso ho provato tutte e tre le cose senza il minimo rimpianto (NON a 15 anni, badate bene, ma molto più avanti).

E il problema, in parte, non è nemmeno il fatto che l'età media in cui si verifica questo fenomeno si sta abbassando.

Il problema sono i motivi che ci sono dietro, e sinceramente questa cosa mi preoccupa.

 

Come ho detto, ricordo benissimo i miei 14 anni e i vari traumi subiti.

Ma ricordo anche bellissime cose di quell'età: le prime amicizie "serie", l'inizio delle mie passioni, il lento scoprirmi e il gettare le basi per la mia personalità. Era sicuramente un'età "sospesa" tra i sogni dell'infanzia e la dura realtà adulta, ma, ecco, io avevo sempre presente me stesso, in quel periodo.

E così erano i miei coetanei: chi più e chi meno, non si passavano certi limiti che inconsciamente erano riconosciuti come possibilmente fatali.

 

La ragazzina mi ha fatto seriamente riflettere: i ragazzini di oggi sanno quali sono questi limiti?

Sanno quando è il caso di bere, di farsi, di fumare, e quando quello di dire "no, grazie"? Sanno quando è davvero il caso di disperarsi a livelli esorbitanti per una delusione d'amore, e quando invece tenere il controllo di se stessi? Oppure, per fattori che possono essere tutti o nessuno, le loro personalità hanno fondamenta meno sicure della maggioranza dei più grandi?

 

Prima di sentire i vostri (più che giusti!) rimproveri nei miei confronti, dichiaro che so benissimo che il mio discorso è MOLTO generalizzante e che sono pienamente consapevole che i ragazzini di oggi non sono tutti così, anzi :) però mi piacerebbe sentire qualche parere da parte vostra.

Io sto vivendo la costruzione della mia personalità ora; non sono mai stato adolescente, nè effettivamente sono stato realmente qualcosa.

 

Certe tue posizioni posso condividerle; ma credo che sia la superficialità più o meno imperante attualmente, non tutti gli adolescenti sono così, ma la maggior parte non ha la percezione del profondo, con questo non intendo che bisogna essere filosofi, o altro, o poeti per vivere una adolescenza completa, però, mancando la profondità, ovvero la percezione delle conseguenze, tutto rimane vagamente impresso in una superficie riflettente, non penetra all'interno delle loro menti.

Usando la mia esperienza come strumento di riflessione, mi sono reso conto da poco quali siano effettivamente le vere limitazioni, e soprattutto mi sono reso conto che per essere sè stessi bisogna essere consapevoli quali siano i risvolti negativi o positivi: io non potrò mai rinunciare alla mia componente infantile, l'immaginazione mi serve, l'essere infantile mi serve per poter diluire certe mie caratterstiche pessimiste, però, obbiettivamente per mantenere il controllo e mediare con la realtà devo essere conscio di ciò che farà scaturire un mio comportamento; credo che manchi qualcosa, sì, manchi effettivamente il peso, e tutto diviene superficie, non c'è una radicata coscienza di sè. Queste riflessioni le traggo dalla mia esperienza personale non intendo generalizzare. Usando un semplice esempio: poniamo di essere dei judoki, per fare bene una tecnica bisogna comprenderla, per comprenderla bisognoa stare attenti non solo alla parola del maestro, ma anche all'azione che si deve fare. Quando la si fa, quando si capisce il meccanismo e dopo averla ripetuta alcune volte si può dare un taglio personale alla tecnica, ma per emularla ovvero imitandola superandola e darle un taglio personale bisogna comprendere cosa ci sta dietro; ora, secondo me, prendendo questo esempio, manca totalmente la voglia di comprendere cosa ci sia dietro un comportamento, quindi lo si imita sterilmente, non lo si emula, lo si imita, l'imitazione non porta conseguenze, forse non riuscirai a fare la tecnica qualche volta, ma nel complesso, in certe determinate condizione la tua imitazione non ti fornisce alcun problema....

cioè, spero di essere stato chiaro.

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Beh ragazzi, ora non esagerate :D

 

A me non interessa che gli adolescenti seguano o meno una morale (peraltro "la morale" è una delle categorizzazioni che più odio in assoluto); nè il fatto che una persona scelga di drogarsi, di cannarsi o di fare sesso prima della pubertà mi scandalizza. Io stesso non mi ritengo un esempio di virtù, anzi :)

 

E, Mike, ripeto che IO STESSO ho fumato, bevuto e fatto uso di droghe :)

 

Però mi piace osservare il mondo che mi circonda... e sinceramente l'episodio della ragazzina mi ha un po' rattristato. Un po' perché mi ha colpito nel vivo, visto che a sentire una persona disperarsi in quel modo non penso che sareste rimasti indifferenti nemmeno voi :asd: un po' perché... bah, forse mi perdo in inutili riflessioni, ma mi è sembrata una cosa incredibilmente infelice. Priva di qualsiasi senso, non so se mi spiego.

Poi ovviamente quella ragazzina non la conosco, magari fa di ogni cosa una tragedia e io sto parlando a vanvera :asd: ma la cosa, ripeto, mi ha colpito molto, e mi piacerebbe parlarne con voi. Certo, iniziare subito a darmi del moralista senza nemmeno conoscermi mi sembra un ostacolo piuttosto serio :asd:

 

Comunque scrivo come un vecchio anche perché, in fondo, è il mio lavoro :)

 

@ Greed, hai risposto mentre scrivevo :D trovo il tuo ragionamento molto chiaro, e ti ringrazio di averlo scritto. Ti risponderò tra qualche post: voglio sentire altri pareri (sperando che non mi si dia troppo del moralista :love:)

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1) Quattordi anni non è "prima delle pubertà"

2) Non è vero che ci si droga sempre prima, né che si fa sesso sempre prima.

I nostri nonni bevevono e fumavano molto prima di noi.

3) Generalizzare su una sola persona è eccessivo.

 

Ho chiesto l'età di Phylolaches perchè è tipico dei ragazzi

che sono usciti recentemente dall'adolescenza,

"prendere le distanze" dagli adolescenti

per dimostrare di essere cresciuti.

 

Dice infatti di aver fatto le stesse cose, ma "molto più avanti".

Cioè? A 17 anni? A 19 anni? L'altro ieri, insomma.

 

In generale considero i "moralismi" verso gli adolescenti

delle forme di non troppo celata invidia.

Invidia per il tempo che abbiamo sprecato,

quando avremmo desiderato fare certe cose;

ma eravamo troppo insicuri o non avevamo la possibilità.

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secondo me si fa sempre l'errore di pensare che il passato fosse migliore del presente perchè lo percepiamo con nostalgia, in realtà la maggior parte dei ragazzi si conforma ad un modello comune, sempre, il problema è oggi fanno notizia i ragazzi che si ubriacano e si drogano su studioaperto e nel 68 facevano notizia gli studenti che protestavano, che erano una minor parte, ma facevano più rumore della maggior parte che non partecipava.

voglio dire che i ragazzini di oggi sembrano eccessivi perchè gli si da più importanza, insomma, hanno i riflettori puntati.

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AndrejMolov89

Il moralismo contro i giovani non centra alla fin fine è irrilevante. Il passato di certo non è migliore del presente, come non lo sarà di certo del futuro, e sicuramente non si devono applicare tali aggettivi ad un epoca storica, per lo meno coeva alla nostra.

Ritengo solamente che vi sia un piccolo diffetto, quello che la maggior parte delle persone ormai non pensi alle conseguenze di cio' che fà, non so se in passato c'era, però, in ogni caso, per lo meno prendendo il mio singolo caso, ho notato questo; però, in fondo, ho ventianni xD

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1) Quattordi anni non è "prima delle pubertà"

 

Era una figura retorica :)

 

2) Non è vero che ci si droga sempre prima, né che si fa sesso sempre prima.

I nostri nonni bevevono e fumavano molto prima di noi.

 

Ripeto: non sono contro nessuna di queste cose :asd: siccome mi sono stancato di farlo, non lo ripeterò più: l'ho scritto in tre post, a questo punto chi vuole capire capisca.

 

3) Generalizzare su una sola persona è eccessivo.

 

Su questo ti quoto: l'ho scritto nel mio ultimo post :D Ma alla fine non penso tu abbia fatto una cosa troppo diversa, dicendomi che:

 

Ho chiesto l'età di Phylolaches perchè è tipico dei ragazzi

che sono usciti recentemente dall'adolescenza,

"prendere le distanze" dagli adolescenti

per dimostrare di essere cresciuti.

 

Probabile, anzi, quasi certo :) ma ti dirò di più: io ritengo di vivere sospeso tra una perpetua adolescenza e una precoce vecchiaia, con tutti i cazzi nel didietro che ne convengono :asd: Più sotto ti rivelerò qualcosa in tal proposito.

 

Dice infatti di aver fatto le stesse cose, ma "molto più avanti".

Cioè? A 17 anni? A 19 anni? L'altro ieri, insomma.

 

17 anni, bravissimo :asd: ma questo dimostra che il tempo è un concetto molto relativo: io non considero i miei 17 anni "l'altro ieri", mi sembra sia passato molto tempo :)

 

In generale considero i "moralismi" verso gli adolescenti

delle forme di non troppo celata invidia.

Invidia per il tempo che abbiamo sprecato,

quando avremmo desiderato fare certe cose;

ma eravamo troppo insicuri o non avevamo la possibilità.

 

Uhm, finalmente mi hai dato un ottimo spunto su cui riflettere :D Alla fine era questo il senso del mio topic, sebbene tu mi abbia subito etichettato come moralista (e continui a farlo) :love: Probabilmente è questo che mi ha causato un'eccessiva sensibilità nei confronti di quella ragazzina. Io la mia adolescenza l'ho vissuta molto male e un evento piuttosto tragico vi ha messo freno... o perlomeno ho dovuto essere più "quadrato" del dovuto. Forse, sì, mi è mancato il poter fare queste cose, l'eccedere, l'osare. Probabilmente avrei visto l'intera faccenda con occhi diversi, se ne avessi avuto la possibilità :D

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Anche io ho dovuto superare un brutto momento a 19 anni,

ma credo che l'unica differenza rispetto alla ragazzina è che

facendo le stesse cose sarei stato triste in silenzio invece di

fare scene isteriche.

 

Questo forse posso riconoscertelo per analogia, per empatia

se vogliamo:

 

Alla tua età, cioè dopo i 19, io mal sopportavo ( a prescindere da fumo e alcool )

le persone lamentose senza motivo. Però non ho smesso di bere e fumare...

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Si beh, il discorso è molto generalizzante. I ragazzini sono sempre esistiti e tanti di loro hanno sempre fatto cazzate. Io per primo, ma se non le fai prima di avere 18 anni quando le fai? Non per niente si chiamano "bambinate"!

Io ora ho 22 anni, e a 14 pensavo di essere ubriaco dopo uno o due bacardi breezer, pensavo che tutte le amicizie fossero sincere e per sempre e che avrei potuto spaccare il mondo e ottenere tutto ad ogni costo. Fortunatamente si cresce e si matura, ma per me tutto dipende dall'educazione che si riceve in famiglia: alle medie c'erano dei miei compagni che facevano sesso nel retro della scuola, alle superiori durante le autogestioni giravano fiumi di alcol e droghe che alcuni provavano credendo di entrare nell'elite dei fighi della scuola.. Ma se sei stato educato nel modo giusto queste cose nemmeno le provi, perchè sai che i veri sfigati sono quelli che fanno di tutto per sentirsi parte di un gruppo. E infatti tutti quelli fighi della mia exscuola ora sono dei ventenni senza prospettive di vita a parte un lavoro fulltime in un call centre, problemi con l'alcol, figli non voluti da accudire. Sembra generalizzante ma è la verità,

Certo, se i miei genitori avessero saputo probabilmente mi avrebbero ucciso, ma tutti fanno delle scemenze che i genitori non devono sapere.

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Beh, riflettendo col mio ragazzo ho anche pensato che ci abbia dato così fastidio perché il fatto che gridasse "Mamma" ci ha fatto istintivamente pensare che sua madre fosse morta... e io e lui siamo molto attaccati alle nostre madri. Ma alla fine tutto può essere :)

 

In effetti, come mi ha fatto giustamente notare AlmadeI, il mio risentimento può essere una forma di invidia nei confronti degli adolescenti. Ma... non so, mi rende comunque triste vedere ragazzini (anche più piccoli di 14 anni) con in mano la birra o una sigaretta accesa. Ripeto: NON scandalizzato. Triste :)

 

E comunque, parafrasando Hanky: io me ne vado tuttora, con un Bacardi :asd:

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In effetti i ragazzini che attirano l'attenzione urlando e sclerando in luogni pubblici, per le proprie stronzate personali stanno sui maroni a molti.

Se poi lo scopo del topic è quello di fare un'analisi comportamentale dell'adolescenza, tra eccessi, impegni e svaghi, io mi tiro indietro, passo la palla ad altri perchè non me la sento.

Come dice Greed, abbiamo una componente infantile anche nell'età adulta, questo lo trovo positivo, influisce sui nostri stati emozionali, sarebbe interessante per chi ne ha molta trovare dei contesti lavorativi in cui dargli sfogo.

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Per questo ho messo "moralismo" tra virgolette.

 

La "distanza" che percepisci dai tuoi 17 anni

è proprio la causa della tua reazione.

Proprio il fatto che sia una distanza percepita e non reale

(tra i miei 26 anni e i miei attuali 31, passa una mezza giornata)

necessita che tu ponga una "diversità" tra te e loro.

 

A me capitava lo stesso, per questo "generalizzo"

e applico a te quello che succedeva a me (e ai miei amici).

La mia "ansia dal voler essere grande" era patologica :asd:

 

Da un giorno all'altro i ragazzini invece di sembrarmi dei "piccoli mostri"

che bevono, fumano, fanno sesso e si drogano;

mi sono sembrati incredibilmente più per bene di me alla loro età.

 

Devo aggiungere che il mio confronto di "mezza generazione"

avviene tra me e mio fratello, che è del 1989.

Ed è un confronto che mi fa sempre tenere i "piedi per terra"

sulle reali differenze che un decennio comporta.

 

La "birra e la sigaretta accesa" in un tredicenne

fa parte del loro "prendere le distanze dall'infanzia";

esattamente come il "paternalismo" verso gli adolescenti

fa parte della presa di distanza dall'adolescenza stessa.

(Subito dopo non rimane che prendere le distanze dalla vecchiaia:

io infatti ho una nuova montatura che mi fa più "ragazzino" :))

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Ahahah no vabbè ho esagerato :) diciamo che arrivo al cubalibre :)

 

Comunque AlmadeI comprendo benissimo il tuo discorso, e penso che si addica perfettamente a me :asd: Anche se in effetti io non condanno i ragazzini: semplicemente mi chiedo perché loro facciano così e io no, e la tua risposta (nonché quella di tutti quelli che sono intervenuti finora) mi è utilissima come spunto di riflessione.

 

Poi ripeto: può anche essere (anzi, è quasi certo) che il caso della ragazzina mi abbia colpito più per questioni personali che per una seria presa a cuore della situazione... e mi abbia portato a riflettere in generale per uno di quegli strani meccanismi che governano la mente (mannegg a loro :D)

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Guest glitter

Phylo, un consiglio: fai come me, portati sempre nello zaino o nella tracolla un buon libro, un buon fumetto, e un lettore mp3.

 

Quando vedo episodi simili faccio finta di nulla e proseguo come nulla fosse: meno attenzione e vedrai che la situazione cambia.

 

Il ragazzino dovrebbe vivere al meglio la sua vita, e imparare cosa è bene e cosa è male.

 

Certo, è anche compito dei genitori impegnarsi perchè il/la figlio/a non faccia cazzate.

 

Se lo fanno, e se i genitori se ne fregano, tu rimani nel tuo spazio: non sei pagato per risolvere i problemi degli altri, e, secondo, perchè potrebbero anche chiederti del perchè non ti sei fatto i cavoli tuoi.

 

Nell'incertezza meglio evitare, credimi.

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Glitter, ti ringrazio per la risposta :)

 

Comunque, a parte che ho sempre il lettore mp3 e una dozzina di libri (davvero, non esagero :asd:), di solito in effetti non intervengo in affari che non mi riguardano: mi limito ad osservare molto attentamente e, in caso di necessità, do anche una mano. E anche stavolta alla fine non ho fatto granché: a parte che non sapevo davvero cosa fare, ad essere sincero i movimenti della ragazza erano così inconsulti che ho avuto paura di ricevere una pizza in faccia ad avvicinarmi troppo :)

 

Però è anche vero che sono molto empatico, e come ho avuto modo di dire la cosa che mi ha colpito -e che ha causato la mia riflessione, a posteriori- è stato proprio il fatto che la ragazza si stesse DISPERANDO. Non sto esagerando: aveva un pianto viscerale, convulso e profondo... sicuramente ho sbagliato a valutarla secondo il mio metro, ma sono sicuro che pochi altri al posto mio avrebbero resistito.

 

Il tuo intervento poi mi porta a rimettere i riflettori sul vero senso di questo topic: non era mia intenzione parlare dei problemi di droga/alcool/sesso degli adolescenti, quanto il fatto che la reazione della ragazza mi è sembrata esagerata... anche troppo per gli scompensi emotivi tipici della sua età.

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Guest glitter

Phylo, capisco che la ragazzina potesse avere un pianto disperato ma pensa se si fosse trattato di un problema medico, o peggio.

 

Io non mi sarei avvicinato a meno che prima non avessi capito cosa effettivamente potesse avere.

 

Se poi avessi notato che il pianto era solo emotivo la cosa migliore da fare in questo caso è ristabilire l'equilibrio: un bel ceffone!

 

Da questa scossa stai sicuro che la ragazzina sarebbe tornata in sè e magari avrebbe acquistato di nuovo un pò di lucidità per connettere.

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Credo che il problema sia la società e non i ragazzi, molto spesso usati come valvole di sfogo.

Cioò che trovo grave è l'essersi ubriacati ad una manifestazione, in cui deve vigere lucidità e determinazione. Sulle urla di disperazione non si può giudicare. E' vero che le persone agiate non dovrebbero lamentarsi così, date le problematiche dei poveri ma forse la sua era una situazione particolare.

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Silver Reflex

Oggi pomeriggio ho assistito ad una scena seriamente patetica.

 

Ero in treno con il mio ragazzo, e improvvisamente abbiamo sentito una ragazzina seduta a pochi posti da noi (avrà avuto sui 14 anni) scoppiare in un pianto disperato... a dir poco: in pochi minuti ha iniziato a contorcersi sui sedili che aveva occupato, attirando l'attenzione di tutti, e a gridare e a lamentarsi in maniera assolutamente tremenda, gridando nel contempo "perché, perché???" e "Mamma, aiutami!"

Io e il mio ragazzo, che siamo ansiosi e piuttosto sensibili per natura, abbiamo pensato che l'avessero violentata, o che sua madre, che invocava continuamente, fosse morta e lei ne avesse ricevuta la notizia in quel momento; agitatissimi, ci siamo avvicinati con l'intenzione di chiamare un'ambulanza.

Stavamo per arrivare da lei quando un suo amico è riuscito finalmente a tranquillizzarla; origliando i loro discorsi abbiamo capito che questa ragazzina era stata oggi allo sciopero generale della scuola, con il risultato che si era ubriacata (se non di peggio) e che il motivo per cui si stava disperando in quel modo barbaro era perché il suo fidanzato non le rispondeva al telefono.

Detta così sembra una cazzata, ma vi assicuro che era uno strazio sentirla, tanto che nello scoprire i motivi del suo pianto le avrei dato volentieri due ceffoni ben assestati.

 

Non è assolutamente mia intenzione fare del moralismo spicciolo, ma devo ammettere che l'episodio in questione, a parte la rabbia del momento, mi ha piuttosto rattristato.

Ok, l'adolescenza è un periodo terribile e tutto quello che volete, le delusioni d'amore sono all'ordine del giorno, portano con sé piccoli grandi traumi e così via, ci sono passato anch'io, me lo ricordo bene e condividerei benissimo il dispiacere della ragazzina.

Il problema era che qui non si trattava di disperazione, ma di un vero e proprio pianto greco, che va ben oltre i limiti consentiti per situazioni di questo genere; se a questo poi si aggiunge che il 90% di esso era causato dall'alcool o dalla marijuana... beh, questo mi rende davvero triste.

 

Forse sono antico dentro, ma sinceramente il fatto che i ragazzini di oggi fumino, bevano e si facciano di droghe leggere mi turba molto. Non perché siano cose proibite da una qualche morale, badate bene: per me ognuno è libero di fare quello che vuole, e io stesso ho provato tutte e tre le cose senza il minimo rimpianto (NON a 15 anni, badate bene, ma molto più avanti).

E il problema, in parte, non è nemmeno il fatto che l'età media in cui si verifica questo fenomeno si sta abbassando.

Il problema sono i motivi che ci sono dietro, e sinceramente questa cosa mi preoccupa.

 

Come ho detto, ricordo benissimo i miei 14 anni e i vari traumi subiti.

Ma ricordo anche bellissime cose di quell'età: le prime amicizie "serie", l'inizio delle mie passioni, il lento scoprirmi e il gettare le basi per la mia personalità. Era sicuramente un'età "sospesa" tra i sogni dell'infanzia e la dura realtà adulta, ma, ecco, io avevo sempre presente me stesso, in quel periodo.

E così erano i miei coetanei: chi più e chi meno, non si passavano certi limiti che inconsciamente erano riconosciuti come possibilmente fatali.

 

La ragazzina mi ha fatto seriamente riflettere: i ragazzini di oggi sanno quali sono questi limiti?

Sanno quando è il caso di bere, di farsi, di fumare, e quando quello di dire "no, grazie"? Sanno quando è davvero il caso di disperarsi a livelli esorbitanti per una delusione d'amore, e quando invece tenere il controllo di se stessi? Oppure, per fattori che possono essere tutti o nessuno, le loro personalità hanno fondamenta meno sicure della maggioranza dei più grandi?

 

Prima di sentire i vostri (più che giusti!) rimproveri nei miei confronti, dichiaro che so benissimo che il mio discorso è MOLTO generalizzante e che sono pienamente consapevole che i ragazzini di oggi non sono tutti così, anzi :) però mi piacerebbe sentire qualche parere da parte vostra.

 

Condivido in parte quel che dici, nel senso che come te anche io sono piuttosto turbato da questo bisogno di sballarsi che molti sentono di dover soddisfare per doversi divertire o svagare..

Nulla di morale, semplicemente mi fa riflettere...

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Credo che il problema sia la società e non i ragazzi, molto spesso usati come valvole di sfogo.

Cioò che trovo grave è l'essersi ubriacati ad una manifestazione, in cui deve vigere lucidità e determinazione. Sulle urla di disperazione non si può giudicare. E' vero che le persone agiate non dovrebbero lamentarsi così, date le problematiche dei poveri ma forse la sua era una situazione particolare.

 

Hitam, paradossalmente io capisco che la ragazza si sia sballata in occasione dello sciopero: alla fine capisco benissimo che molto spesso venga a mancare lo spirito politico-ideologico e queste occasioni vengano prese più che altro come un'occasione per stare con gli amici e scatenarsi con tutti gli annessi e connessi. E prima di militare tra le file politiche l'ho fatto io stesso :)

Poi... sì, in effetti hai ragione: probabilmente era una situazione particolare che la faceva soffrire. Mah, a questo punto sarebbe valida qualsiasi ipotesi :asd:

 

@ Silver:  :)

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AndrejMolov89

Beh, diciamo che forse si ha la tendenza di esagerare. Mia sorella ha detto una cosa saggia, a volte le persone si creano i problemi per non annoiarsi; la noia potrebbe essere un fattore decisivo. Il teatro, in fondo, non annoia.

 

@psi : attendo ancora la tua risposta :°°°°sono curioso z.z

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Guest glitter

Poi... sì, in effetti hai ragione: probabilmente era una situazione particolare che la faceva soffrire.

 

Situazione particolare o no, se la ragazzina stava male già di suo dubito che un pò di alcool o della droga avrebbero potuto risollevarla.

 

Anzi, credo che l'effetto finale sia più spaventoso di quello iniziale.

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