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Niente Regno dei Cieli per trans e gay


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Il disegno delle due arche...è troppo fiko... :gha: e dopotutto nella realtà accade proprio questo...

 

il concetto che chi viene insultato e discriminato,raggiungerà il Regno dei Cieli è meraviglioso e io ci credo molto...dopotutto quando Gesù Cristo divulgava la sua parola,veniva trattato esattamente cosi,da eretico,poichè la religione ufficiale non era la sua e lui era "solo un pazzo"(questione del Crocifisso etc etc)

 

Riguardo la Bibbia,il mio parere è...pur condividendo tantissimi concetti,non è il mio testo sacro...per vari motivi:

 

1 Non fui presente quando chi e come lo trascrissero e tradussero più e più volte,inserendo i loro concetti personali,violando probabilmente l'autenticità stessa del pensiero di Cristo;di conseguenza mi lego al punto 2...

 

2Pur condividendone i concetti,per me rimane valido e interessante quanto un qualsiasi altro romanzo storico/religioso:(se condividessi i concetti di un romanzo di Dan Brown,non significherebbe definirlo il mio testo sacro...),senza contare che la Bibbia è un testo pieno di simbolismi,che alcuni hanno interpretato ad litteram anzichè "simbolicamente"...quindi concetti quali mela,serpente,paradiso,arca,diluvio universale etc,non hanno assolutamente passato un vaglio mentale,ma sono stati presi come tali...la qual cosa può essere anche pericolosa!

 

3Ci si ostina a non voler interpretare un testo ricco di simbolismi e concetti di vita,trascurando il fatto che i tempi cambiano,le persone anche,e quindi ciò che avveniva all'epoca di Cristo non è uguale a ciò che avviene oggi(quindi anzichè estrapolare il contenuto per riproporne gli insegnamenti,lo si da per assodato e valido a vita,ciò significa che se uno si svegliasse una mattina e mettesse in vendita la moglie al posto di 5 sacchi di patate e un bue,tutto ciò sarebbe in linea con i sacri testi... :roll: )

Se è per questo l'esegesi più fondata è che la mela fosse in realtà

un fico... ( per il fatto che Adamo si copre poi con una foglia di fico )

 

Sicuramente la mela è una invenzione iconografica successiva, ma in ebraico

non c'è scritto mela da nessuna parte.

 

Per il cattolicesimo però il problema non è una interpretazione troppo

letterale del testo ( magari lo può essere per testimoni di geova o altri )

il cattolicesimo ha un rapporto a dir poco disinvolto coi testi sacri.

 

Il problema del cattolicesimo è il Catechismo della Chiesa Cattolica la

cui legittimità è fondata sul principio di autorità piuttosto che su una

autorevolezza interpretativa.

Se state parlando della famosa condanna dell'omosessualità il problema, obbiettivo, è che la chiesa

si rifiuta di applicare un'interpretazione non-letterale dei testi sacri (come invece fa in altri casi).

 

Se la chiesa un giorno decidesse di accantonare l'interpretazione letterale, il problema

dell'omosessualità sarebbe bello che risolto. Si può aggiungere che, prima ancora che questo,

il problema, ripeto obbiettivo, è che la chiesa sceglie di elevare a materia

dottrinale le 6 o 7 espressioni di condanna della sodomia presenti nei testi sacri,

mentre potrebbe benissimo non farlo (la Bibbia è piena di osservazioni e precetti che non vengono

affatto trasformati in materia dottrinale, e che rimangono espressioni presenti nel testo, punto e basta).

 

Di fronte a questa situazione i credenti omosessuali dovrebbero rilevare anzitutto una cosa:

poiché le 6 o 7 espressioni riguardano la sodomia, posto che la chiesa ne dà un'interpretazione letterale,

allora in forza di questa interpretazione letterale stessa la condanna deve riguardare la sodomia, cioè

l'omosessualità femminile ne è esclusa. Non ci sono cazzi. La logica vuole questo. Quindi la chiesa può

e deve parlare solo di sodomia perché solo di sodomia si parla nella Bibbia. Ma la chiesa parla di omosessualità

in assoluto, quindi si contraddice, o meglio forza il testo sacro (il che mi pare molto peggio -

dal punto di vista loro).

 

E' vero che il cattolicesimo ha un rapporto alquanto disinvolto coi testi come dice Hinzelmann ma in questo

caso il problema complessivo è proprio che ne dà e intende darne un'interpretazione strettamente letterale

(e prima ancora che ritiene di elevare quei passi a materia di dottrina) e che nello stesso tempo forza i testi sacri.

Dite sia un problema di esegesi?

 

La dottrina sessuale della Chiesa

a me sembra molto coerente.

"Lo scopo del sesso è la procreazione".

E' inoltre consentito dal sacro vincolo del matrimonio

anche in assenza di possibilità procreativa.

 

Niente masturbazione, niente omosessualità e niente condom.

Il principio è la storiella di Onan, non Sodoma e Gomorra.

Disperdere il seme è peccato per tutti.

Ma la chiesa si appoggia a quelle 6 o 7 espressioni che considerano maledetta la sodomia.

E' la chiesa che si appoggia, ripeto, all'interpretazione letterale del biasimo di una pratica

sessuale per condannare l'orientamento omosessuale in universale. Di fatto, essa non dispone di

alcuno strumento per condannare l'omosessualità femminile. Allora non si vede come

possa operare la transizione dalla pratica sessuale all'orientamento sessuale.

 

Se la chiesa avesse scelto come principio la dispersione del seme sarebbe dovuta probabilmente

giungere ad altre conseguenze: a un platonismo sessuale, ad esempio.

Forse il discorso di Isher ha svolto un ruolo più significativo

per superare l'omofobia protestante, di quanto non potrebbe

in ambito cattolico.

 

Il problema è che il protestante ti cita il passo biblico per

condannare, il cattolico non si impegna a dare un fondamento

testuale, perchè c'è in mezzo il catechismo ufficiale ed i vari

documenti che esprimono la posizione ufficiale della chiesa sul tema.

Documenti peraltro spesso scritti in modo poco teologico, almeno

a me pare di ricordare il documento sull'omosessualità di Ratzinger

correggetemi se sbaglio, magari me lo rivedo.

 

Alle spalle di tali atti politici, c'è ovviamente una cultura non è che

non ci sia, ma la peculiarità di questa interposizione rende le cose

più difficili. Da un lato questa forma di comunicazione implica la

sudditanza del fedele ( che si adatta, ignora, ma non contesta )

dall'altro e proprio per questo però l'affrancamento da questa

sudditanza deve essere incoraggiato e non scoraggiato.

 

Documenti peraltro spesso scritti in modo poco teologico, almeno

a me pare di ricordare il documento sull'omosessualità di Ratzinger

correggetemi se sbaglio, magari me lo rivedo.

 

 

Non vedo perché dovresti sottoporti a questa prova del vomito...

 

Tanto più che è verissimo: è scritto in modo molto poco teologico, e molto più teologica

è la risposta degli omosessuali (credenti) di GayLib che tante volte ho postato, nei Forum.

Quindi la riposto, perché non so quanti omosessuali credenti la conoscano

(mentre se la sarebbero dovuta imparare a memoria):

 

http://www.oliari.com/chiesa/ratzinger.html

 

 

La dottrina sessuale della Chiesa

a me sembra molto coerente.

"Lo scopo del sesso è la procreazione".

 

 

Questo punto è stato già confutato dal documento citato sopra:

 

5.1 – Sessualità e riproduzione.

 

Primo: l’atto sessuale sarebbe lecito solo se aperto alla generazione della vita.

 

E perché? Perché, si dovrebbe intendere, il Signore ha detto “Crescete e moltiplicatevi”. Ma se quella benedizione della Genesi alla specie umana (e non – è bene ricordarlo – alla coppia uomo/donna, ancora non esistente) viene ricondotta nei suoi giusti termini ed interpretata nel solo modo che lo stesso testo consente, e cioè appunto come benedizione e non come obbligo, è chiaro che il collegamento tra atto sessuale e generazione della vita non è più così certo come la Chiesa si ostina ad interpretare: il vincolo tra sesso come piacere e sesso come mezzo di procreazione non è autorizzato dal testo biblico in alcun modo. Vogliamo ascoltare un interprete autorevole molto più di noi ma anche molto più di Lei, Eminenza? Bene: ancora una volta, si fida Vostra Eminenza dell’autorità di san Paolo?

“E’ cosa buona per l’uomo non toccare donna; tuttavia, per il pericolo dell’incontinenza, ciascuno abbia la propria moglie e ogni donna il proprio marito. Il marito compia il suo dovere verso la moglie; ugualmente anche la moglie verso il marito. La moglie non è arbitra del proprio corpo, ma lo è il marito; allo stesso modo anche il marito non è arbitro del proprio corpo, ma lo è la moglie. Non astenetevi tra voi se non di comune accordo e temporaneamente, per dedicarvi alla preghiera, e poi ritornate a stare insieme, perché satana non vi tenti nei momenti di passione”:

Vostra Eminenza ricorda questo passo[16]? E che cosa esattamente dice qui san Paolo ai suoi fedeli di Corinto? Egli dice che per evitare la pornèia, cioè l’incontinenza, l’uomo e la donna devono stare insieme e godere del piacere sessuale senza separarsi se non in limitati momenti, per la preghiera, e poi devono ritornare a stare insieme perché la coppia abbia la possibilità di vivere pienamente le proprie pulsioni sessuali, nei momenti di passione (che prescindono chiarissimamente, nelle parole di san Paolo, dallo scopo del concepimento).

Dunque, non c’è ombra di dubbio che qui san Paolo preveda il piacere sessuale assolutamente separato dall’intento procreativo, di cui non è parola: e dunque, resta legittimo nell’uomo come nella donna il soddisfacimento del desiderio sessuale ogni volta che la loro natura spontaneamente lo suggerisca o lo rappresenti. Non conta dire che san Paolo prevede ciò all’interno della coppia marito/moglie: conta dire che san Paolo prevede il rapporto sessuale anche quando non finalizzato alla generazione della vita. Sicché il primo assunto del Suo documento, Eminenza, è destituito di fondamento non da noi, ma da san Paolo.

La cosa più strana poi sotto questo aspetto è che la Chiesa ritiene ancor oggi legittimamente sanzionabile col sacramento del matrimonio l’unione di persone ultracinquantenni che sicuramente non potranno generare figli; ovvero, addirittura, ritiene sanzionabile con lo stesso sacramento l’unione di una coppia in cui almeno uno dei nubendi sia sterile: “Sterilitas matrimonium nec dirimit nec impedit” (C.J.C. c. 1068, § 3). Prevedibile e scontata sarà la risposta di teologi e canonisti: e cioè che in tali casi è la Natura che ha determinato le circostanze. La “Natura”? Ma perché, la Natura non ha determinato forse anche la pulsione verso il proprio stesso sesso nelle persone omosessuali? In questo caso la “Natura” non va rispettata? Non agisce essa anche in questi casi per volontà di Dio? Solo se si parla degli omosessuali la loro natura diventa “opus diabuli”? Ma vogliamo “dare i numeri”, Eminenza Reverendissima?

Ma il Catechismo non deriva dalle Scritture,

esso sembra essere autonomo e le cita

solo per auto-conferma, che - quando impossibile -

tace completamente il testo di riferimento.

 

La condanna dell'omosessualità è solo la punta dell'iceberg,

le contraddizioni tra il Catechismo e il Vangelo sono innumerevoli.

Non si può rinfacciarlo alla Chiesa senza essere Protestanti,

senza cioè muovere una critica dall'esterno (valida quanto quella di un ateo).

Non direi. Il Catechismo cita innumerevoli volte le Scritture e anche

formalmente prende sempre le mosse da queste.

Che ci siano altre contraddizioni con le Scritture non toglie nulla

a quelle riguardanti il caso specifico dell'omosessualità.

 

 

Non si può rinfacciarlo alla Chiesa senza essere Protestanti,

senza cioè muovere una critica dall'esterno (valida quanto quella di un ateo).

 

Scusa ma questa affermazione fa proprio ridere :roll:

 

Lo sai che esiste l'esegesi scritturale? e che l'esegesi scritturale è libera? (ci mancherebbe altro).

Tanto che ci sono diverse correnti? La più celebre è la “nuova” esegesi ovvero l'esegesi neo-modernistica,

propugnata in vari Paesi d'Europa e in Italia anche dal cardinal Martini che

 

1. nega l'inerranza assoluta della Sacra Scrittura: il che significa che la Sacra Scrittura è inerrante solo

per ciò che riguarda la «verità salvifica»;

2. nega l'autenticità e storicità dei Vangeli: questi ultimi non sono stati scritti

da Matteo, Marco, Luca e Giovanni, bensí da ignoti «redattori».  

3. respinge la guida del Magistero infallibile della Chiesa,

4. e proclama di essere in tal modo fedele alla Divino Afflante Spiritu di Pio XII,

all'Istruzione della Pontificia Commissione Biblica, e alla Dei Verbum del Vaticano II.  

 

Per quanto riguarda quest'ultima, l'espressione più palese dello spirito conciliare, Martini scrive,

in particolare:

 

«La Dei Verbum, in una sintesi, riprende le autorevoli indicazioni delle encicliche  

e non solo toglie ogni possibile dubbio sulla validità dell'uso di questi metodi moderni nella esegesi cattolica,

ma indica anche le vie di un ulteriore approfondimento»

(Alcuni aspetti della Dei Verbum, ne La Civiltà Cattolica, 7.5.1966, pp. 216-266;

in particolare pp. 211-226: Il Concilio e la scienza biblica).  

 

«Si può dire che in questo capitolo l'odierno movimento biblico ha trovato il suo

piú alto riconoscimento e la sua magna charta, che gli permetterà di permeare efficacemente

e liberamente tutti gli aspetti della vita della Chiesa…».  

 

L'accusa di protestantesimo che tu fai in astratto, è, per incidens, l'accusa che

gli schieramenti più reazionari della chiesa cattolica rivolgono ai neomodernisti. Stai dalla parte loro?

A me importa poco con quale parte del cattolicesimo ti identifichi,

di fatto, ripetendone i giudizi.

 

Se hai una colpa, è quella di dire cose che non stanno in piedi.

 

Nel mio post mi sono preso la briga di rispondere alla tua asserzione,

errata in tutte le sue parti:

 

 

Non si può rinfacciarlo alla Chiesa senza essere Protestanti,

senza cioè muovere una critica dall'esterno (valida quanto quella di un ateo).

No, Il cardinal Martni in realtà ha messo in dubbio anche questo. Solo che in Italia non si sa, visto che il buon Papa R. ha visto bene di confinarlo in Svervegia. A Milano non serviva più. Comunque ti rimando anche a questo topic.

Il mio ultimo post era solo una rettifica interna al discorso sviluppato in topic.

Quelli immediatamente precedenti erano volti a mettere in luce i fondamenti della

condanna dell'omosessualità, le contraddizioni inerenti a tale condanna, le

risposte che i gay credenti possono dare (e alcuni li hanno date, vedi il mio link)

a queste e altre contraddizioni,

la piena legittimità, riconosciuta dal Concilio Vaticano II, di una esegesi scritturale

libera, e tutto il resto che ricordavo. Che non è poco, almeno in punto di diritto.

Per il resto, bisogna vedere che cosa uno è capace di farne...

Come sempre nella vita.

 

Quanto a Martini, bisogna aver chiaro che ha perduto (ma non per questo non esiste

più il neo-modernismo) e che ha vinto l'estrema destra vaticana.

E' un fatto di politica, o almeno molto più di politica che di ortodossia.

Ratzinger viene dopo una lunga fase molto più morbida e a tratti aperturista nei

confronti dell'omosessualità, ed è una risposta a questa.

La sostanza della mia affermazione

è che il primato dell'Esegesi sul Magistero è l'essenza stessa della Riforma

e quando questo sarà chiaro, i neo-modernisti faranno la stessa fine

di Hans Kung e della "teologia della liberazione".

 

Posso sbagliare, ovviamente;

ma sembra che io abbia centrato le critiche a Martini.

Per me associarlo ai Protestanti è un complimento,

mi spiace se questo lo mette in imbarazzo

presso i suoi oppositori :roll:

 

Ovvio, c'è il Concilio Vaticano II... tendo a dimenticarlo :gha:

Sarà che lo considero lettera morta dal 1978?

 

No, Il cardinal Martni in realtà ha messo in dubbio anche questo. Solo che in Italia non si sa, visto che il buon Papa R. ha visto bene di confinarlo in Svervegia. A Milano non serviva più. Comunque ti rimando anche a questo topic.

lo avevo letto anche sul Corriere...

 

Ripeto, puo essere considerato incoraggiante, se confrontato a un Cafarra.... ma non é che sia sta grande apertura...

 

e oltretutto in quella intervista conferma il nocciolo, scrivendo

 

La preoccupazione principale delle Sacre Scritture è la tutela della famiglia e uno spazio sano per i figli, che in ogni caso vengono dalle coppie eterosessuali. Di conseguenza io propendo per una gerarchia di valori e non, in linea di principio, per una parità di diritti.

http://www.gionata.org/chiese-e-omosessualit/approfondimenti/riflessioni-del-cardinal-martini-su-sessualit-e-omosessualit.html

 

Quindi si grazie, non ci dice che siamo demoniaci (come fa Cafarra) ma conferma comunque la gerarchia, che altro non é che il principio della inferiorità.

Mi pare di ricordare però che i Gesuiti in quanto tali ( non Martini ovviamente )

avessero fatto aperture sui DiCo.

 

Cioè è chiaro che all'interno del dibattito italiano si sono appiattiti sulla proposta

che c'era, senza tuttavia bocciarla o attaccarla frontalmente col Family Day.

 

La distinzione politicamente è questa. Sul discorso dell'inferiorità e della gerarchia

rimproverare ai Gesuiti più di quanto non si rimproveri a Fassino, Bersani, Prodi mi

pare ingeneroso. A mio avviso son più rimproverabili questi secondi che non hanno

sul capo un superiore come Ratzinger.

 

Sono solo i Gesuiti, il punto magari è questo. Cioè un ordine che tradizionalmente

ha sempre avuto un forte senso di autonomia ( il Papa Nero ) ed il cui potere è

stato certamente molto ridimensionato dalla Curia da GPII in poi.

 

In questo senso non sono sicuro che Martini sia ascrivibile interamente al Protestantesimo

anche se ammetto che sui Gesuiti dovrei approfondire, in questo momento non sarei in

grado onestamente di distinguere fra caratteristiche "protestanti" e "gesuitiche" o fare

paragoni.

La sostanza della mia affermazione

è che il primato dell'Esegesi sul Magistero è l'essenza stessa della Riforma

 

Grazie per la banalità, Almadel.  :roll:

 

 

No, Il cardinal Martini in realtà ha messo in dubbio anche questo. Solo che in Italia non si sa, visto che il buon Papa R. ha visto bene di confinarlo in Svervegia. A Milano non serviva più. Comunque ti rimando anche a questo topic.

lo avevo letto anche sul Corriere...

 

Ripeto, puo essere considerato incoraggiante, se confrontato a un Cafarra.... ma non é che sia sta grande apertura...

 

Wintage,  il nostro problema, in Italia, non sono le "aperture" della chiesa cattolica,

né che dalla Chiesa cattolica qualche Gesuita riesca miracolosamente ad affermare e a imporre in seno ad essa

i principi che la sinistra politica non è lontanamente in grado di affermare...Te ne rendi conto?

 

Il senso di questo topic, o di questa digressione nel topic, è un altro: è che i gay credenti (e noi con loro, visto che,

visibilmente, hanno bisogno di essere supportati) impugnino/impugniamo le affermazioni

che da parte di un settore del cattolicesimo sono disponibili per ridicolizzare e in ogni caso contrastare

i pronunciamenti di Ratzinger, che, lo ripeto, rappresentano l'estrema destra del cattolicesimo.

 

In breve, con don Barbero da una parte, Ruini e i neomodernisti dall'altra, gli omosessuali cattolici

hanno la possibilità di contrastare vigorosamente (il che, soggettivamente, può  signifcare: strafottersene di)

quello che dice Ratzinger, e questo su un piano interno a quello dell'interpretazione e dell'esegesi scritturale.

Non è cosa da poco. Forse, è molto più importante che una fantomatica e improbabile approvazione

di quella merda dei DiCo o dei Didore.

E' lampante che non ci ho capito nulla.

 

Se l'esegesi scritturale è libera,

a cosa servirebbe il Magistero?

Solo a fissare il dogma?

E qualora il risultato dell'esegesi

e il dogma si contraddicessero?

 

E ancora:

"Libera esegesi" significa "maggior aderenza filologica"

(come credevo di aver capito da Martini

e per questo l'ho definito protestante)

o è "il solito minestrone gesuita per salvare tutti"?

 

E' davvero possibile essere sempre catto-qualcosa?

Gay e cattolici? Cattolici e fascisti? Cattocomunisti?

Non c'è nessuna specificità davvero?

 

E' davvero possibile essere sempre catto-qualcosa?

Gay e cattolici? Cattolici e fascisti? Cattocomunisti?

Non c'è nessuna specificità davvero?

 

Scusa, ma questo non c'entra niente. Non stiamo parlando di catto-xyz

bensì di cattolicesimo. I cattolici gay ci sono già. Bisogna vedere come possono vivere

e pensare tutto il grumo di problemi che costituiscono la specificità della loro condizione.

Se un gay cattolico è colto e informato, e fa certe scelte, ha un certo destino; se non lo è,

e sta a ricasco di quello che gli dice il parroco o l'amico, ne ha un altro.

Vedi allora quel ho scritto sopra.

 

Quanto alle altre domande che poni, suppongo che un'esegesi scritturale diversa da quella

che abitualmente si esercita su quei pochi riferimenti alla sodomia (non certo all'omosessualità!:

ovvio, ma va ricordato) presenti nella Bibbia potrebbe portare la chiesa e la dottrina a rivedere

la propria posizione sull'omosessualità, oppure a riformulare

diversamente quello che dice, o a modificare alcuni termini collaterali del discorso (un esempio:

il fatto che l'omosessualità sia una condotta intrinsecamente disordinata). Insomma a introdurre

delle differenze.

 

Ma forse la cosa veramente importante è un'altra, e cioè che coloro che sostengono

una diversa interpretazione del testo biblico poi vadano fino in fondo cioè fino a creare

chiese cattoliche favorevoli all'omosessualità. Non sarebbero riconosciute dal vaticano ma

intanto ci sarebbero come già esistono in America (i Metropolitani, se non erro).

 

Oppure basterebbe anche solo che là dove ci sono gay cattolici si formino sempre più numerose

(già ce ne sono) comunità organizzate di gay cattolici le quali con il loro solo esistere e con le cose

che potrebbero facilmente dire potrebbero mettere in crisi tutta una serie di affermazioni del

cattolicesimo - l'amore per tutte le creature ad esempio - e svergognare le contraddizioni della Dottrina

o Magistero che sia. Insomma si tratterebbe di dar vita a una dissidenza organizzata.

 

Wintage,  il nostro problema, in Italia, non sono le "aperture" della chiesa cattolica,

né che dalla Chiesa cattolica qualche Gesuita riesca miracolosamente ad affermare e a imporre in seno ad essa

i principi che la sinistra politica non è lontanamente in grado di affermare...Te ne rendi conto?

 

Il senso di questo topic, o di questa digressione nel topic, è un altro: è che i gay credenti (e noi con loro, visto che,

visibilmente, hanno bisogno di essere supportati) impugnino/impugniamo le affermazioni

che da parte di un settore del cattolicesimo sono disponibili per ridicolizzare e in ogni caso contrastare

i pronunciamenti di Ratzinger, che, lo ripeto, rappresentano l'estrema destra del cattolicesimo.

 

In breve, con don Barbero da una parte, Ruini e i neomodernisti dall'altra, gli omosessuali cattolici

hanno la possibilità di contrastare vigorosamente (il che, soggettivamente, può  signifcare: strafottersene di)

quello che dice Ratzinger, e questo su un piano interno a quello dell'interpretazione e dell'esegesi scritturale.

Non è cosa da poco. Forse, è molto più importante che una fantomatica e improbabile approvazione

di quella merda dei DiCo o dei Didore.

 

 

 

 

Don Franco Barbero é sospeso a dinvinis, nonché probabilmente scomunicato latae saententiae....

quindi é "espulso dal cattolicesimo"...

Il clima dell' Inferno è sicuramente più invitante..Caldo, fuoco sempre pronto per eventuali grigliate e raduni intorno a un bel falò...

 

Se dovessi stare in un luogo di un bianco accecante che non si potrebbe nemmeno fare un pisolino data l' impossibilità di spegnere la luce, l' eterno lamento coristico di angeli di tutte le sfere celesti che ripetono le loro litanie, la puzza di incenso e altro...Beh, costringerei S Pietro, il buttafuori. di farmi trasferire ai pieni bassi...

L' Inferno è il paradiso per la gente intelligente..Sopra c' è il paradiso dei muli...

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