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"Sono un campione e sono omosessuale"


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da Repubblica.it:

 

"Gareth Thomas, stella della nazionale del Galles, fa outing. "Sono gay. Non avrei potuto dirlo prima senza essermi affermato come giocatore e senza essermi guadagnato il rispetto sul campo. A un certo punto ho pensato al suicidio"

 

LONDRA - Gareth Thomas, leggenda del rugby britannico, fa outing. In un mondo come quello dello sport pieno di tabù e di negazionismo nei confronti degli atleti omosessuali, l'ex capitano del Galles, entrato nella storia della palla ovale dei 'Dragoni' per essere stato il primo giocatore a tagliare il traguardo delle 100 caps, in un'intervista al 'Daily Mail' si confessa. "Il rugby è lo sport più duro. Io sono un giocatore di rugby. E sono gay. Non voglio essere identificato come un giocatore omosessuale. Prima di tutto sono un giocatore di rugby. Sono un uomo".

 

SONO GAY - "Il rugby è lo sport più duro, è il più 'machò tra quelli maschili. Questo regala un'immagine ai giocatori - confessa Thomas -. Il rugby per molti versi è barbarico. Non avrei potuto fare outing senza prima essermi affermato come giocatore e senza essermi guadagnato il rispetto sul campo - continua l'ex ala gallese, che ritiene di aver scelto "il momento giusto" per uscire allo scoperto -. Il rugby era la mia passione, la mia intera vita e non ero pronto a rischiare di perdere tutto ciò che ho amato. Capita di essere gay: quello che faccio quando chiudo la porta di casa mia non ha nulla a che fare con ciò che ho conquistato in campo".

 

PRIME CONFESSIONI - "E' diffcile essere l'unico giocatore di livello internazionale pronto a rompere il tabù - confessa -. Guardando i numeri, non posso essere l'unico. Ma non ho notizia di altri omosessuali ancora in attività. Sarei felicissimo se, nell'arco di 10 anni, questo non fosse più un argomento da affrontare nello sport. Sarei felice se la gente dicesse: 'E allora?' - aggiunge Thomas che proprio in Nazionale ha fatto il primo outing parziale. 'Meritò del tecnico Scott Johnson. "In qualche modo - racconta il giocatore - se ne era accorto. Mi ha portato in infermeria, ha chiuso la porta e io gli ho detto tutto. Dopo aver tenuto tutto segreto per tanto tempo, mi sono sentito sollevato". Johnson ha suggerito di rivelare la notizia ai compagni più fidati. "L'ho detto a Stephen Jones e a Martyn Williams. Ricordo che, mentre li aspettavo in un locale, ero terrorizzato e mi chiedevo cosa mi avrebbero detto. Poi sono arrivati, mi hanno dato una pacca sulla spalla e mi hanno detto: 'Non ci importa. Perché non ce l'hai detto prima?'".

 

PENSAVO AL SUICIDIO - Thomas ha dovuto fare i conti con problemi ben più gravi a casa. Il matrimonio con la sua ex moglie, Jemma, è ovviamente naufragato. "Mi sentivo solo e depresso. La mia vita stava andando in pezzi. Io e Jemma ci stavamo separando, avevo paura del futuro e di essere un gay single. Andavo a vedere la spiaggia dalle scogliere vicino al nostro cottage. Pensavo solo a saltare e a farla finita".

 

LEGGENDA - Thomas, 35 anni, soprannominato dai suoi tifosi "The Ayatollah", è entrano nella storia del rugby della propria nazione il 26 maggio del 2007 quando con le sue 93 presenze in nazionale ha superato l'idolo di casa, Gareth Llewellyn. Durante la Coppa del Mondo del 2007 ha poi raggiunto quota 100 con i 'Dragoni'. Ha giocato 3 anni in Francia con il Tolosa e nel 2007 è rientrato in patria.

 

19 dicembre 2009"

 

Almeno nel rugby il tabù inizia ad essere infranto, a differenza del calcio, dove ad esempio a quanto mi risulta si sostiene che gay non ce ne siano..  :)

Link to comment
https://www.gay-forum.it/topic/12402-sono-un-campione-e-sono-omosessuale/
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Della serie meglio tardi che mai... Comunque certamente fornisce al pubblico un'immagine

di gay decisamente non stereotipata, ed è quindi molto positivo.

PS Ho  letto vari articoli in italiano sulla faccenda è tutti usano il termine "outing", vergognoso.

Ti quoto, sul termine outing. Ma mi è capitato di essere aggredito verbalmente, su un Forum gay,

perché facevo notare a un forumista (gay) questo strafalcione. Buffo che questo campione abbia un'idea

talmente triste dell'essere un gay single, per di più a un'età precedente i 35 anni, da associare questo fatto alla

depressione e alla voglia di farla finita. Cià detto rendo pieno merito al suo CO.

Bolle prendesse esempio!

studio aperto:

"campione Ma omosessuale".

 

Ma io direi che la notizia da commentare dovrebbe essere il titolo di studio aperto (minuscolo voluto), non il coming out di Gareth Thomas. :)

Al quale peraltro va tutta la mia stima per aver preso coraggio e aver dichiarato senza timori chi è; spero vivamente che ciò non avrà ripercussioni negative sulla sua futura carriera (anche se a 35 anni forse di carriera nel rugby non è che gliene sia rimasta poi tanta).

Guest Count Vertigo

Storie così dovrebbero essere raccontate spesso.

 

Anche un ex giocatore di calcio, Marcus Urban, ha narrato la sua esperienza in un libro, dal titolo "Il giocatore nascosto".

 

Quando la verità viene a galla per queste persone è una liberazione, e non devono più nascondersi o sottostare a biechi ricatti.

 

Succedesse anche in Italia molti atleti non dovrebbero più vivere con il fiato sul collo, nè aver paura di dimostrare al mondo il loro valore.

io ho una domanda:

è davvero la prima volta che un tizio-coso di uno sport di squadra* dice di essere

gay?

ma allora no nsiamo immensamente indietro?

 

*negli sport professionisti\ci, ok,

certo, le squadre di calcio gay non contano.

Guest Count Vertigo

Nel Regno Unito non è il primo uomo a venire allo scoperto.

 

Ce ne fu un altro, se non erro, ma fece una brutta fine: si suicidò per alcune brutte storie, legato a droghe e pedofilia.

 

Un altro, in Germania, morì in un incidente d'auto, ma già era andato fuori di zucca per le sofferenze subite per il suo nascondersi.

 

In Italia, i gay nel calcio e in altri sport non esistono e non ce ne sono....

 

Raccontano una marea di stronzate i nostri calciatori, e anche i vari dirigenti, vedi Moggi, nascondono ciò che è normale e/o palese.

  • 1 year later...

Un altro rugbista è uscito allo scoperto.

Nonostante sia probabilmente lo sport più macho, forse c'è molta meno ostilità e avversione che in altri.

 

 

Rugbista inglese fa coming out: "Fate come me, fidatevi"

 

Venerdì 28 Ottobre 2011

 

jed-hooper.jpg

 

 

Ha 22 anni e l'input l'ha ricevuto da un uomo che gli ha detto che mai sarebbe stato con una persone repressa. Nonostante le paure, tutti lo hanno accolto a braccia aperte: "Sei il nostro capitano".

 

Ha deciso di fare coming out per aiutare i giovani rugbisti gay a "scendere a patti con la loro sessualità".

"Ho incontrato un uomo che mi ha detto che non avrebbe mai potuto avere una storia con qualcuno che non avesse ancora fatto coming out - ha raccontato il giocatore professionista di rugby Jed Hooper, fresco di coming out, al quotidiano "The Evening post" -. Era la scossa che mi serviva. Prima diallora, penso di averlo detto ad una decina di amici e le loro reazioni erano state positive e questo mi ha dato un'idea di quello che sarebbe potuto succedere. E poi ho pensato che se le cose fossero andate male, almeno avrei avuto dieci persone dalla mia parte!".

Dopo aver usato il coming out con famiglia e parenti come cartina di tornasole, Jed ha dato la notizia alla sua squadra e alla comunità di Bristol e tutti lo hanno accolto a braccia aperte.

"Essere capitano è un grande vantaggio - ha detto Jed - quindi quando ho fatto il mio annuncio una delle prime persone dei Reds (gli Old Redcliffians, la sua squadra, ndr) con cui ho parlato è stato il presidente, Ray Massey".

"Gli ho detto che se il club non voleva un gay come immaggine, avrei capito e mi sarei dimesso. Ma è stato brillante e mi ha risposto "sei il nostro capitano e non cambia niente". Questo supporto è stato determinante per me".

E data la sua esperienza decisamente positiva, Hooper non può che dare consigli a chi non ha ancora fatto coming out.

"Se qualcuno sta leggendo ed è nella mia stessa situazione - dice l'atleta - tutto quello che voglio dirgli è di non reprimersi, fidatevi, perché c'è la luce in fondo al tunnel. Il mondo non è contro di voi. Se la mia storia può aiutare una sola persona, allora ne è valsa la pena".

 

http://www.gay.it/ch...e-fidatevi.html

E i poveri sfigati comuni mortali che non possono controbilanciare col fatto di esser rugbisti di fama internazionale che fine farebbero se comingouttassero? :rotfl:

 

I VERI sfigati sono quelli che non trovano sufficienti motivazioni in una vita da repressi per avere quel (poco) di coraggio e amor proprio per smetterla di vivere nascosti.

Come scritto da Almadel, la sezione CO di questo forum dovrebbe dare sufficienti spunti per capire che un CO non è la fine di tutto, ma l'inizio.

ShinkuNoshonen

il discorso è che ha trovato una squadra compatta... poi è il capitano, quindi di suo deve essere una persona carismatica... sarebbe stato interessante se avesse fatto CO prima di essere nominato capitano... vabbè, niente polemiche gratuite... ha fatto solo che bene :uhsi:

I VERI sfigati sono quelli che non trovano sufficienti motivazioni in una vita da repressi per avere quel (poco) di coraggio e amor proprio per smetterla di vivere nascosti.

Come scritto da Almadel, la sezione CO di questo forum dovrebbe dare sufficienti spunti per capire che un CO non è la fine di tutto, ma l'inizio.

Mammamia quanto astio Casper! volevo ironicamente alludere al fatto che il bel capitano di squadra ha gioco facile a dire che bisogna dichiararsi di qua e di là, ma si dimentica che per lui entra in gioco il fattore <<beh dai alla fine sei uno strafigo che fa cose fighe quindi io etero "ti perdono\concedo" la tua omosessualità perchè nonostante tu sia gay, almeno sei un capitano di rugby>>

Volevo quindi far riferimento al fatto che questa "gentil concessione" non opera per tutti gli altri gay quindi le cose sono decisamente meno pittoresche di quanto le possa dipingere un qualunque personaggio famoso.

 

E d'altra parte mi vengono in mente diversi normalissimi e tranquillissimi ragazzi gay che si sono dovuti amaramente pentire di aver fatto CO e ora passano pessimi momenti: è per questa ragione che mi dà sempre fastidio quando i "personaggi privilegiati" trattano con molta leggerezza questo argomento.

Mammamia quanto astio Casper! volevo ironicamente alludere al fatto che il bel capitano di squadra ha gioco facile a dire che bisogna dichiararsi di qua e di là, ma si dimentica che per lui entra in gioco il fattore <<beh dai alla fine sei uno strafigo che fa cose fighe quindi io etero "ti perdono\concedo" la tua omosessualità perchè nonostante tu sia gay, almeno sei un capitano di rugby>>

Volevo quindi far riferimento al fatto che questa "gentil concessione" non opera per tutti gli altri gay quindi le cose sono decisamente meno pittoresche di quanto le possa dipingere un qualunque personaggio famoso.

 

E d'altra parte mi vengono in mente diversi normalissimi e tranquillissimi ragazzi gay che si sono dovuti amaramente pentire di aver fatto CO e ora passano pessimi momenti: è per questa ragione che mi dà sempre fastidio quando i "personaggi privilegiati" trattano con molta leggerezza questo argomento.

 

C'è comunque da dire che è sì capitano.....ma ha fatto CO a soli 22 anni con una carriera ancora davanti lunga.

Quindi ha avuto il coraggio di mettersi in gioco e non è detto che in futuro non subirà cattiverie, ostilità per il suo CO.

 

Chi invece ha fatto CO, pur essendo ancora più titolato e capitano della nazionale gallese.....tale Gareth Thomas di cui si parla a inizio del thread, l'ha fatto ormai al tramonto della sua carriera.

Anche se comunque è stato ugualmente un gesto apprezzabile, certo però a 22 anni è un pò diverso.

Fabio Castorino

Il giovane di 22 anni è stato più coraggioso, facendo CO agli esordi, rispetto a Gareth Thomas, che l'ha fatto quando si era già affermato come campione. Però, essendo stato Thomas il primo a fare CO nel mondo del rugby professionista, è stato più coraggioso in questo senso, ed il giovane gli è debitore per avergli aperto la strada.

Ok, quello che non ho capito è se sia più coraggiosa

una persona che è una posizione di prestigio (che si fa forte di tale posizione, ma ha molto da perdere)

rispetto a un povero cristo (che non può farsi forza del suo prestigio, ma non perde una gran carriera).

Fabio Castorino

E' più coraggioso il povero cristo perchè gli omofobi possono cercare di distruggere la tua possibilità di avere un'esistenza semplice e normale, rendendo la tua vita quotidiana un inferno. I ragazzini gay che si suicidano non lo fanno perché gli omofobi gli impediscono di raggiungere vette di eccellenza, ma perché gli rendono difficile ogni momento della vita quotidiana.

Invece chi è in una posizione di grande prestigio, magari la perderà, ma è più protetto, grazie alla sua fama e alla sua rete di conoscenze, rispetto alla distruzione totale della propria vita.

Fabio Castorino

Inoltre è più difficile stroncare la carriera di chi è già famoso ed apprezzato, perché ci si espone subito all'accusa di omofobia: se ad esempio uno sportivo che prima giocava in importanti squadre di colpo, dopo il CO, non viene più convocato, è sotto gli occhi di tutti che siamo di fronte ad un caso di omofobia. Invece nel caso di chi non è ancora emerso, si può mascherare la motivazione omofoba facendo credere che non avesse abbastanza talento o che ci fossero altri migliori di lui.

Nel Regno Unito non è il primo uomo a venire allo scoperto.

 

Ce ne fu un altro, se non erro, ma fece una brutta fine: si suicidò per alcune brutte storie, legato a droghe e pedofilia.

 

Il calciatore di cui parlavi si chiamava Justin Fashanu, e per chi la vuole leggere questa è la sua (triste) storia: http://it.wikipedia.org/wiki/Justin_Fashanu

Fabio Castorino

La storia di Gareth Thomas diventerà un film interpretato da Mickey Rourke.

 

http://mondovale.cor...n-rugbista-gay/

 

 

 

Mickey Rourke: nel prossimo film sarò un rugbista gay

 

Dopo il malinconico campione di wrestling, Mickey Rourke è pronto per uan nuova interpretazione sportiva: nel suo prossimo film ha deciso di interpretare un giocatore di rugby gay. “Sarà il miglior film della mia carriera”, ha detto l’attore americano, divenuto famoso dopo ”Nove settimane e mezzo” al finaco della splendida Kim Basinger e premiato con il Leone d’oro a Venezia per “The Wrestler”. La storia di rugby che Rourke porterà sullo schermo è ispirata alla vita di Gareth Thomas, l’ex capitano del Galles, il primo rugbista di alto livello a fare outing.

 

VERSO LE RIPRESE – la stella di Hollywood aveva annunciato l’intenzione di girare il film poco più di un anno fa. E ora si appresta a iniziare le riprese: «Ho appena finito di scrivere il copione sulla vita di Gareth Thomas. Mi affascina il fatto che l’ex capitano del Galles sia stato il primo atleta di grido a essersi dichiarato gay nel pieno della carriera sportiva. E proprio in quello che è lo sport più macho e violento dopo la boxe», ha detto Rourke. “Quello su Thomas sará il miglior film della mia carriera – ha aggiunto - Le riprese sono previste per aprile, quando avrò fatto dieci mesi di allenamento e tre o quattro per imparare l’accento gallese, che non è il mio forte».

 

L’INCONTRO CON GARETH - La stella di Hollywood e il rugbista delle valli gallesi: una coppia che non ti aspetti. Eppure l’attore e il giocatore si sono incontrati più volte. Rourke è stato spesso ospite del Millennium Stadium di Cardiff, suscitando l’entusiasmo dei fan, per vedere dal vivo Thomas giocare. E forte è stata l’impressione suscitata nel giocatore, che recentemente ha annunciato il ritiro dalla carriera professionale (era approdato da qualche stagione al rugby a XIII): “Mickey Rourke ama il rugby e ammira i rugbisti. Ha sempre voluto fare un film basato sul rugby, ma aveva bisogno di una persona o un personaggio di cui parlare. Ha letto la mia storia e mi ha contattato. Se la mia vita è stata d’aiuto alle persone che l’hanno letta sui giornali, chissà quante altre potrebbero essere aiutate ulteriormente con un film”.

 

Paolo Ligammari

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