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Non ha le braccia per pagare il biglietto, viene punito


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Riporto qui una storia agghiacciante che ho letto su Repubblica, lascio i commenti perchè non voglio essere cattivo, ma sono davvero sconvolto.

 

CARO direttore, è domenica 27 dicembre. Eurostar Bari-Roma. Intorno a me famiglie soddisfatte e stanche dopo i festeggiamenti natalizi, studenti di ritorno alle proprie università, lavoratori un po' tristi di dover abbandonare le proprie città per riprendere il lavoro al nord. Insieme a loro un ragazzo senza braccia.

 

Sì, senza braccia, con due moncherini fatti di tre dita che spuntano dalle spalle. È salito sul treno con le sue forze. Posa la borsa a tracolla per terra con enorme sforzo del collo e la spinge con i piedi sotto al sedile. Crolla sulla poltrona. Dietro agli spessi occhiali da miope tutta la sua sofferenza fisica e psichica per un gesto così semplice per gli altri: salire sul treno. Profondi respiri per calmare i battiti del cuore. Avrà massimo trent'anni.

 

Si parte. Poco prima della stazione di (...) passa il controllore. Una ragazza di venticinque anni truccata con molta cura e una divisa inappuntabile. Raggiunto il ragazzo senza braccia gli chiede il biglietto. Questi, articolando le parole con grande difficoltà, riesce a mormorare una frase sconnessa: "No biglietto, no fatto in tempo, handicap, handicap". Con la bocca (il collo si piega innaturalmente, le vene si gonfiano, il volto gli diventa paonazzo) tira fuori dal taschino un mazzetto di soldi. Sono la cifra esatta per fare il biglietto. Il controllore li conta e con tono burocratico dice al ragazzo che non bastano perché fare il biglietto in treno costa, in questo caso, cinquanta euro di più. Il ragazzo farfugliando le dice di non avere altri soldi, di non poter pagare nessun sovrapprezzo, e con la voce incrinata dal pianto per l'umiliazione ripete "Handicap, handicap".

 

I passeggeri del vagone, me compreso, seguono la scena trattenendo il respiro, molti con lo sguardo piantato a terra, senza nemmeno il coraggio di guardare. A questo punto, la ragazza diventa più dura e si rivolge al ragazzo con un tono sprezzante, come se si trattasse di un criminale; negli occhi ha uno sguardo accusatorio che sbatte in faccia a quel povero disgraziato. Per difendersi il giovane cerca di scrivere qualcosa per comunicare ciò che non riesce a dire; con la bocca prende la penna dal taschino e cerca di scrivere sul tavolino qualcosa. La ragazza gli prende la penna e lo rimprovera severamente dicendogli che non si scrive sui tavolini del treno. Nel vagone è calato un silenzio gelato. Vorrei intervenire, eppure sono bloccato.

 

La ragazza decide di risolvere la questione in altro modo e in ossequio alla procedura appresa al corso per controllori provetti si dirige a passi decisi in cerca del capotreno. Con la sua uscita di scena i viaggiatori riprendono a respirare, e tutti speriamo che la storia finisca lì: una riprovevole parentesi, una vergogna senza coda, che il controllore lasci perdere e si dedichi a controllare i biglietti al resto del treno. Invece no.

Tornano in due. Questa volta però, prima che raggiungano il giovane disabile, dal mio posto blocco controllore e capotreno e sottovoce faccio presente che data la situazione particolare forse è il caso di affrontare la cosa con un po' più di compassione.

 

Al che la ragazza, apparentemente punta nel vivo, con aria acida mi spiega che sta compiendo il suo dovere, che ci sono delle regole da far rispettare, che la responsabilità è sua e io non c'entro niente. Il capotreno interviene e mi chiede qual è il mio problema. Gli riepilogo la situazione. Ascoltata la mia "deposizione", il capotreno, anche lui sulla trentina, stabilisce che se il giovane non aveva fatto in tempo a fare il biglietto la colpa era sua e che comunque in stazione ci sono le macchinette self service. Sì, avete capito bene: a suo parere la soluzione giusta sarebbe stata la macchinetta self service. "Ma non ha braccia! Come faceva a usare la macchinetta self service?" chiedo al capotreno che con la sua logica burocratica mi risponde: "C'è l'assistenza". "Certo, sempre pieno di assistenti delle Ferrovie dello Stato accanto alle macchinette self service" ribatto io, e aggiungo che le regole sono valide solo quando fa comodo perché durante l'andata l'Eurostar con prenotazione obbligatoria era pieno zeppo di gente in piedi senza biglietto e il controllore non è nemmeno passato a controllare il biglietti. "E lo sa perché?" ho concluso. "Perché quelle persone le braccia ce l'avevano...".

 

Nel frattempo tutti i passeggeri che seguono l'evolversi della vicenda restano muti. Il capotreno procede oltre e raggiunto il ragazzo ripercorre tutta la procedura, con pari indifferenza, pari imperturbabilità. Con una differenza, probabilmente frutto del suo ruolo di capotreno: la sua decisione sarà esecutiva. Il ragazzo deve scendere dal treno, farsi un biglietto per il successivo treno diretto a Roma e salire su quello. Ma il giovane, saputa questa cosa, con lo sguardo disorientato, sudato per la paura, inizia a scuotere la testa e tutto il corpo nel tentativo disperato di spiegarsi; spiegazione espressa con la solita esplicita, evidente parola: handicap.

 

La risposta del capotreno è pronta: "Voi (voi chi?) pensate che siamo razzisti, ma noi qui non discriminiamo nessuno, noi facciamo soltanto il nostro lavoro, anzi, siamo il contrario del razzismo!". E detto questo, su consiglio della ragazza controllore, si procede alla fase B: la polizia ferroviaria. Siamo arrivati alla stazione di (...). Sul treno salgono due agenti. Due signori tranquilli di mezza età. Nessuna aggressività nell'espressione del viso o nell'incedere. Devono essere abituati a casi di passeggeri senza biglietto che non vogliono pagare. Si dirigono verso il giovane disabile e come lo vedono uno di loro alza le mani al cielo e ad alta voce esclama: "Ah, questi, con questi non ci puoi fare nulla altrimenti succede un casino! Questi hanno sempre ragione, questi non li puoi toccare". Dopodiché si consultano con il capotreno e la ragazza controllore e viene deciso che il ragazzo scenderà dal treno, un terzo controllore prenderà i soldi del disabile e gli farà il biglietto per il treno successivo, però senza posto assicurato: si dovrà sedere nel vagone ristorante.

 

Il giovane disabile, totalmente in balia degli eventi, ormai non tenta più di parlare, ma probabilmente capisce che gli sarà consentito proseguire il viaggio nel vagone ristorante e allora sollevato, con l'impeto di chi è scampato a un pericolo, di chi vede svanire la minaccia, si piega in avanti e bacia la mano del capotreno.

 

Epilogo della storia. Fatto scendere il disabile dal treno, prima che la polizia abbandoni il vagone, la ragazza controllore chiede ai poliziotti di annotarsi le mie generalità. Meravigliato, le chiedo per quale motivo. "Perché mi hai offesa". "Ti ho forse detto parolacce? Ti ho impedito di fare il tuo lavoro?" le domando sempre più incredulo. Risposta: "Mi hai detto che sono maleducata". Mi alzo e prendo la patente. Mentre un poliziotto si annota i miei dati su un foglio chiedo alla ragazza di dirmi il suo nome per sapere con chi ho avuto il piacere di interloquire. Lei, dopo un attimo di disorientamento, con tono soddisfatto, mi risponde che non è tenuta a dare i propri dati e mi dice che se voglio posso annotarmi il numero del treno.

 

Allora chiedo un riferimento ai poliziotti e anche loro si rifiutano e mi consigliano di segnarmi semplicemente: Polizia ferroviaria di (...). Avrei naturalmente voluto dire molte cose, ma la signora seduta accanto a me mi sussurra di non dire niente, e io decido di seguire il consiglio rimettendomi a sedere. Poliziotti e controllori abbandonano il vagone e il treno riparte. Le parole della mia vicina di posto sono state le uniche parole di solidarietà che ho sentito in tutta questa brutta storia. Per il resto, sono rimasti tutti fermi, in silenzio, a osservare.

L'autore è scrittore ed editore

Non per essere cinico, ma se riesce a scrivere con la bocca magari riesce anche a pagare il biglietto alle macchinette.. Poi certo poteva trovare più gentilezza da parte del personale del treno, ma non sopporto quando si dice come bisogna trattare tutti alla stessa maniera e poi invece si pretendono speciali "trattamenti di riguardo".

 

Se una persona con le braccia non avesse avuto né biglietto né soldi per pagare il sovrapprezzo (si sa che sul treno si paga di più) sarebbe stata fatta scendere dal treno, ma non per qualcosa di personale verso di lei, ma per il fatto che usufruiva di un servizio a pagamento senza pagarlo (il servizio è scadente? lo so, ma se si sceglie di prenderlo va comunque pagato).

 

Se invece la situazione capita ad un disabile, tutti ad urlare allo scandalo, al razzismo, ai pregiudizi, all'attacco personale e a chi più ne ha più ne metta, sottolineando soltanto quanto loro debbano essere trattati in maniera diversa.

 

E solitamente chi si scandalizza per queste cose, atteggiandosi a paladino delle diversità, lo fa solo perché difendendo i più deboli si sente fortunato, migliore e speciale rispetto ai "poveri handicappati", facendo notare solo quanto lui sia diverso (in meglio) dai disabili. Non lo fa per gli handicappati, che anzi spesso non vogliono nemmeno essere difesi come panda in via d'estinzione.

 

Sul comportamento del personale del treno, ripeto, non rispondo, ma penso che questo articolo sia stato scritto più per l'offesa di aver dovuto dare le proprie generalità per aver "offeso" il controllore, che per l'effettivo handicappato senza biglietto.

la critica e' per il tono sprezzante della controllora?

su questo posso concordare, molti/e sono dei gran cafoni/ignoranti

 

resta comunque il fatto che il biglietto non l'aveva

se non ha fatto in tempo poteva partir prima o prendere il treno dopo :3

 

io non me lo sogno neanche di salire in treno senza biglietto

con la scusa del "non ho fatto in tempo"

sara' che non sono disabile

ma applichiamo due pesi e due misure?

Oddio io sono frocio e quindi imbranato :rotfl:

ma nella fattispecie credo di poter vantare

una certa esperienza nell'uso improprio della

bocca e ti assicuro che delle difficoltà le avrei

avute ad estrarre ed introdurre monete o

banconote.

 

Probabilmente avrei preso a testate il pulsante

dell'Assistenza, nella speranza che qualcuno rispondesse

 

Si trattano alla stessa maniera persone nelle medesime

condizioni, solo se ad uguali condizioni corrispondono diversi

trattamenti c'è privilegio, poi esistono le norme cretine, ma

è un altro discorso.

 

A quel che so io l'invalido oltre una certa percentuale ha

diritto ad un biglietto gratis per il proprio accompagnatore

e ad una riduzione del 30% sul proprio biglietto al netto del

sovrapprezzo Eurostar.

 

Quindi se quel ragazzo si fosse portato dietro un accompagnatore lui

non avrebbe pagato, con una certificazione di invalidità. Mentre da solo

deve pagare un sovrapprezzo di €50,00 per aver fatto il biglietto a bordo

( un sovrapprezzo che a me è sempre parso una estorsione per tutti : o

si può o non si può...ma la ragione del sovrapprezzo quale è ? )

AndrejMolov89

Il controllore ha fatto il proprio dovere, non possiamo criticarla per la prassi, ma per il suo atteggiamento altezzoso e da donna dai costumi facili. Come, da un punto di vista di prassi, non si può criticare neppure il capo treno, seppur sia una piccola scaglia di merda dell'esistenza.

Si possono criticare i modi, anche se, naturalmente, il racconto può essere esagerato, c'era un velo patetico nell'articolo. Si può criticare la poca umanità nell'eseguire determinate operazioni. Si può criticare, persino, la gente del vagone: se la scena dava tanto fastidio, bastava dare 3 euro a testa, e gli si pagava pure il ritorno al povero ragazzo.

 

La situazione denota ipocrisia, perchè appunta si denuncia il fatto, ma sul momento nessuno ha posto rimedio alla faccenda.

 

Poi ci sono delle norme per "parificare" le condizioni della persona disabile, quel che più sorprende è che una persona in quelle determinate condizioni viaggi da sola. Come diceva Hizzlman.

 

Il sovrapprezzo è una multa a tutti gli effetti, è una sanzione.

- mio padre lavora nelle ferrovie-

No ma scusate un attimo, io sono d'accordo che chiunque deve pagare, anche se magari uno stato più civile renderebbe certi servizi completamente gratuiti per gli invalidi/anziani (in quanto necessari per muoversi ecc...).

 

PERO' la tizia non può comportarsi in quel modo, scusate!

Se il tizio è handicappato e non ha potuto fare il biglietto alle macchinette gli deve essere permesso di fare il biglietto standard in treno, come quando noi in stazione troviamo macchinette non funzionanti e le biglietterie sono ancora chiuse (o con personale assente).

 

Non mi sembra che il tizio non abbia proposto di pagare il biglietto standard, ma non aveva abbastanza soldi per quello col sovrapprezzo (che poi 50€ non è un sovrapprezzo ma direi più una multa).

Fossi stato la controllora gli avrei fatto fare il biglietto standard in treno e se proprio non potevo perchè la ricevuta fatta in treno doveva mostrare il sovrapprezzo, gli avrei proposto (una volta al capolinea, tanto lì doveva andare se non ho capito male) di accompagnarlo (o farlo accompagnare) alla macchina, fargli fare il biglietto e obliterarlo.

 

A volte servono i compromessi, mica solo le aggressioni. Poi quando è salita la polizia ferroviaria, magari han fatto pure ritardare il treno? Se è così veramente un applauso per l'ottima soluzione trovata!

 

Tra l'altro ultima cosa da notare è la nostra "cortesia" verso il prossimo, grazie alla quale perdiamo frotte di turisti perchè trattati come bestie e in modo indecente (o come ladri), mentre in un altro paese civile si cercherebbe comunque di dare una buona impressione del paese per incorraggiare il turismo.

Premetto: sul discorso legato al fatto che il ragazzo senza biglietto "era -giuridicamente- dalla parte del torto" non entro nel merito

 

ma mi hanno fatto schifo parecchie cose in questa storia (posto che, ovviamente, siano andate così)

 

A partire dai tristissimi commenti dei poliziotti, passando per l'atteggiamento "ho un minimo di potere e te lo faccio pesare tutto, anche quello che in realtà non ho" della controllora, per chiudere con il fatto che leiqua era comunque tenuta a fornire, se non nome e cognome, comunque un numero identificativo di tesserino, cosa che MAFIOSAMENTE si è rifiutata di fare

 

Tralascio questioni di appartenenza alle categorie (fs, polizia o autorità in generale che, per me, qua in Italia assumono spesso comportamenti degni del Sud America, ma questo è un altro discorso).

Qua è questione di spessore umano del singolo/dei singoli, che in questo particolare caso mi sa essere pari a quello della carta velina.

Se era giusto che non pagasse la multa,

in quanto impossibilitato a prendere il biglietto;

allora la multa non deve pagarla nessuno.

Se non era focomelico, magari era di fretta

perché doveva andare al funerale della sua povera madre...

ci sono svariati motivi per cui quei 50 euro

potrebbero essere una ingiustizia.

 

L'unico poliomelitico che conosco

è diecimila volte più sveglio;

più che la mancanza di braccia

credo sia il ritardo mentale il problema.

Si però come dice Wolf, qui non si tratta di regolamenti e leggine che è ovvio che facciano passare nel torto l'handicappato, ma di spessore umano.

 

Cioè se io ho un po' di cervello certe scene me le risparmio o quanto meno cerco di trovare un compromesso fattibile.

 

Leggendo alcune risposte mi pare di trovare una certa vena di "invidia di trattamento" nei confronti di una persona che non ha arti... ok, dovrebbe pagare pure lui, ma la situazione non mi sembrava una furbata, ma un reale deficit e sinceramente fare paragoni con persone normali che hanno arti e possono adattarsi a qualsiasi situazione (tra cui stare in piedi attaccati al palo, cosa che lui non poteva fare e da quello che ho dedotto voleva stare sul quel treno perchè quello dopo sarebbe stato troppo affollato) mi sembra un po' cinico.

 

Ora riguardando repubblica c'è già una seconda versione dei fatti:

http://www.repubblica.it/2009/12/sezioni/cronaca/ragazzo-braccia/fs-scuse/fs-scuse.html

Se è andata così è la soluzione che mi sembrava da subito più realistica e attuabile e questo si chiama arrivare a compromessi.

Una domanda mi sorge spontanea:

ma visto che aveva i soldi e è palesemente riuscito a tirarseli fuori dalla tasca quando è arrivata la controllora... Perché non è andato alla biglietteria normale al posto che skipparla e passare a quella automatica?

Non dico che è una scusa eh, ma se io non so usare le biglietterie automatiche vado a quelle normali, anche se c'è coda.

E se perdo il treno prendo quello dopo.

 

E' vero che le persone di servizio avrebbero dovuto quantomeno comportarsi in modo più civile, ma la legge non ammette ignoranza.

Se sei disabile e sai che devi andare in treno o ti fai il biglietto qualche giorno prima, o vai alla biglietteria normale, o ti fai aiutare da qualcuno.

Non credo che, se l'avesse chiesto a qualche altro viaggiatore lì intorno alle macchinette, nessuno l'avrebbe aiutato.

 

Poi vabbè, non commento nemmeno la polizia ferroviaria che è meglio.

Però il discorso resta.

La rettifica apparsa su Repubblica mostra che la fonte prima è inattendibile.

 

Se le cose fossero andate come dice l'articolista, però, anch'io sarei «sconvolto» come Dario per il modo in cui

il ragazzo è stato trattato. Il punto non è la multa salata, il biglietto, eccetera, ma il trattamento che gli è stato

riservato. Il fatto che le persone disabili vogliono essere trattate senza compassione o pietismi non

significa certo che sia lecito strapazzarle e maltrattarle - se ciò è avvenuto.

Guest I_am_igor_stravinskij

Avevo letto anch'io quest'articolo oggi sul giornale. Ammetto di essermi indispettito all'inizio per il fatto che, in quanto disabile, si poteva lasciar passare; devo dire che, col senno di poi, anche lui usufruiva di un servizio pubblico a pagamento e quindi fosse giusto che lo pagasse. E' vero tuttavia che ha un handicap che non auguro a nessuno che rende quasi impossibili gesti che per noi sono quasi automatici. Indubbiamente ritengo che la situazione si sarebbe potuta risolvere in maniera corretta, diciamo, se il personale del treno avesse si compiuto il suo dovere pur considerando la situazione di non facile risoluzione, e comportandosi di conseguenza.

 

(Lapalisse ha parlato)

Avendo letto entrambi gli articoli sinceramente non riesco a capire il perchè ci si dovrebbe indignare, se non per la consueta maleducazione dei dipendenti Trenitalia che però non mi pare un problema strettamente limitato alla situazione quanto abbastanza generale.

 

La prima lettera mi pare evidentemente motivata più dalla stizza per il comportamento cafone della controllora che non per un reale desiderio di denunciare un'ingiustizia, tanto più che i fatti che cita vengono smentiti sia dalle dichiarazioni di Trenitalia che dal commento di un altro passeggero.

 

Se quindi il passeggero il braccio destro l'aveva e non presentava ritardo mentale (a meno che non si consideri la scarsa conoscenza dell'italiano un disturbo patologico) non riesco sinceramente a capire quali particolari difficoltà abbia incontrato nel farsi il biglietto prima di salire sia alla cassa che alla macchinetta (se c'era), dal momento che avendo pure i soldi giusti in tasca ciò significa che conosceva perfettamente prezzo e modalità del servizio.

 

In più alla fine gli è stato permesso di restare a bordo del treno e di non pagare alcun sovrapprezzo in deroga alle regole che vengono rispettate ogni giorno da tutti i passeggeri non disabili e dalle decine e decine di altri portatori di handicap che come lui viaggiano in treno.

 

Villania a parte, trovo che ci sia ben poco di cui lamentarsi.

Consentitemi però una obiezione di fondo ed è sull'approccio alla notizia.

 

C'è l'approccio di Shulim Vogelmann, che davanti ad un trattamento ruvido di un disabile

che vedo ora essere di nazionalità rumena e quindi di fatto considerato extracomunitario

( pur facendo parte della UE ) e potenzialmente delinquente ( nell'ottica della polizia ) o forse

zingaro, si indigna per la possibilità di una discriminazione, magari anche eccedendo nella descrizione

dei fatti.

 

Un ebreo difende un rumeno disabile.

 

E ci siete voi, che in quanto appartenenti ad altro gruppo minoritario, mi pare abbiate un approccio

che eccede nel verso opposto e siete alla ricerca di ogni possibile elemento nella notizia per poter

dire che il problema è solo di maleducazione del personale.

 

Trenitalia emette un Comunicato per cercare di ridimensionare il caso, ovviamente basato su verbali

e rapporti scritti, permettetemi di dire che quel che si legge lì sopra sarà magari la verità ufficiale del caso

perchè redatta da pubblici ufficiali, ma questo non significa sia la verità effettiva, anche perchè è chiaro

che è redatta dalla parte in causa ( controllore e capotreno ; polizia ferroviaria )

 

Io non dico la versione è A, piuttosto che B. Mi interessa l'approccio alla notizia che avete avuto.

Guarda, Hinzelmann, io posso dire che sì, è vero che avrebbero benissimo potuto avere più tatto, ma la mia opinione non cambia.

Il fatto di fare parte di un altro gruppo minoritario non è quello che mi spinge a dire che la soluzione intrapresa da capotreno e polizia ferroviara, secondo me, è stata quella più giusta.

Come si fanno multe ai ragazzini che viaggiano senza biglietto sugli autobus, nonostante magari si spaventino e inizino a piangere, così è giusto farle anche ai disabili in caso non siano in possesso di biglietto.

Sono state prese misure, da trenitalia nel corso degli anni, per acconsentire a tutti di viaggiare nel modo più comodo possibile, compresi i disabili.

Se però queste persone, per orgoglio o non curanza o perché un accompagnatore è impossibilitato ecc ecc, decidono di viaggiare da sole e sbagliano beh, non è un problema di trenitalia ma del disabile stesso.

Ripeto: non sto dicendo questo perché faccio parte di una "minoranza", ma perché ho lavorato con persone disabili e, ti assicuro, sono loro i primi ad essere trattati normalmente.

Posso sinceramente dirti che conosco persone disabili che, leggendo questa storia, probabilmente si arrabbierebbero tantissimo sia con capotreno e controllora, sia con il disabile stesso.

Perché capisco lo spavento, capisco l'ansia di essere buttato giù dal treno quando magari hai qualcuno che ti aspetta all'arrivo e non hai la possibilità di avvisare che arriverai tardi, ma l'handicap non è una scusa. Non in questo caso.

Tutte le stazioni ferroviarie sono dotate di un centro assistenza per persone disabili, come anche tutti gli aeroporti. Ma se un disabile arriva in un aeroporto e vuole fare tutto da solo e prova a salire su un aereo senza biglietto con la scusa che non è riuscito a prenderlo beh, non lo fanno salire. Magari, se lo richiede, viene accompagnato a fare il biglietto per il volo dopo.

Quindi non vedo perché qui dovrebbe essere diverso.

Non si tratta di minoranze o maggioranze. Si tratta di giustizia e di legge. Azioni e reazioni.

Se sbagli paghi. And that's it.

Sono state prese misure, da trenitalia nel corso degli anni, per acconsentire a tutti di viaggiare nel modo più comodo possibile, compresi i disabili.

 

No scusa questa me la devi spiegare  :rotfl: Io noto solo che sti stolti hanno aumentato i prezzi e diminuito i servizi, poi tutti questi servizi tipo macchinette, hostess ecc... molte volte sono solo sulla carta e non vengono effettivamente erogati.

Comunque ribadisco che senza dubbio se non è previsto il viaggio gratuito per queste persone anch'esse debbano pagare il biglietto, ma c'è sempre modo e modo.

 

C'è una cosa però che a me fa incazzare di trenitalia e compagnia (io prendo le nord ma siamo lì come servizio). Se hai un appuntamento importante, paghi il biglietto e prendi il treno, se il treno fa un ritardo di 30 minuti o più e quindi fai tardi all'appuntamento ben che ti vada ti rimborsano il biglietto, mentre dovrebbero anche risarcirti di eventuali danni arrecati, infatti penso che molti di voi quando hanno un'appuntamento o un esame prendono il treno prima, ma questa cosa in tutti gli altri paesi civili del mondo è assurda!

Invece se non fai a tempo a fare il biglietto perchè c'è una fila chilometrica, oppure non c'è nessuno alla biglietteria e le macchinette sono rotte, devi prendere il treno dopo o pagare il sovrapprezzo? Per una loro mancanza? Assurdo!

 

Allora se sti stolti (e non mi riferisco ai controllori ma ai dirigenti che redigono i regolamenti) permettessero di fare SEMPRE il biglietto in treno senza sovrapprezzo, e ogni volta passassero per tutto il treno, si otterrebbe che TUTTI farebbero sempre il biglietto e che chi ha fatto ritardo o non poteva fare il biglietto giù dal treno lo può fare sul treno senza sovrattassa... ma giacchè fanno i controlli solo quando gli fa comodo a loro e quando i treni non sono carri bestiame in cui è difficile esigere il biglietto... la cosa risulta non fattibile, ma comunque è sempre colpa loro che erogano un servizio a livello del Burundi e sarà sempre peggio finchè non abiliteranno anche in Italia quelle benedette class action che gentilmente Silvio ha sospeso!

Sono state prese misure, da trenitalia nel corso degli anni, per acconsentire a tutti di viaggiare nel modo più comodo possibile, compresi i disabili.

No scusa questa me la devi spiegare  :rotfl:

 

Beh... :lol: diciamo che ok, viaggiare nel modo più comodo possibile secondo gli standard di trenitalia.

Tanto che gli frega a loro di tutte le cose che passano i viaggiatori? Pensi che i dirigenti prendano il treno?

Comunque diciamo che beh, il servizio magari non è all'altezza dell'europa, ma non cambia il fatto che determinate assistenze sono state messe a disposizione dei disabili.

:)

Guest JackSkellington

Mah senza dubbio la legge è,e deve, essere uguale per tutti,quindi il ragazzo doveva giustamente incorrere in una sanzione....sta di fatto che io se fossi stato il controllore non so se avrei avuto il coraggio di fargli la multa,o almeno di trattarlo in quel modo,come fosse un criminale.....

A parte i trasporti di Trenitalia che fanno pena, ma che nonostante tutto rappresentano gli standard massimi del trasporto su ferro all'italiana (E che standard di cacca però :rotfl:).

A prescindere se sia vero o falso nella realtà che la legge è uguale per tutti, ma in linea di principio dovrebbe essere così (Solo che qui le linee di principio vanno a farsi benedire, fanno casa e bottega col vaticano a due passi :asd:).

Senza fare caso al modo di comportarsi del controllore e del capotreno dato che sappiamo tutti che quando si fa parte di una minoranza la gente tende a comportarsi in modi assurdi e che, se non si facesse parte di una minoranza, questi modi di comportarsi non passerebbero neanche nell'anticamera del cervello a noi tutti (E quanto mi dispiaccio di essere chiamato umano in questi casi :asd:).

Pur considerando che il tizio che ha scritto il primo articolo si è innervosito per la richiesta del controllore di prendere le sue generalità, e che quindi l'articolo è scritto di impeto e con rabbia, sembra più una pagina di romanzo che un articolo di giornale (Il che è tutto dire rispetto al secondo articolo che ha il problema opposto, e sembra essere stato troppo pensato e ragionato, quasi come un dizionario ;))

Pur tralasciando tutto io mi chiedo perché ci sia tanto bisogno di essere orgogliosi tante volte, sarebbe bastato che il signore disabile avesse chiesto aiuto ad una persona qualsiasi nella stazione e quasi sicuramente lo avrebbero aiutato. O almeno io se uno mi chiede una mano io non gli dico di no.

Perché benché sia il primo a dire che l'orgoglio personale sia fondamentale sono anche il primo a dire che chiedere aiuto non vuol dire non avere orgoglio.

Detto questo, mi chiedo come nel 2010 ci si possa comportare così...

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