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Squadra fascista in azione a Firenze


Dario

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Polizia e Carabinieri hanno unito le forze per individuare i giovani che nella notte di Capodanno hanno massacrato di botte Gabriele, un meccanico etiope, e Mohamed, un fotografo egiziano, ambedue di 37 anni. Non è escluso che possa trattarsi di una stessa banda, che potrebbe aver approfittato del caos della notte di festa per improvvisare una sorta di raid razzista e omofobo. Gli investigatori stanno ricostruendo anche un terzo episodio di violenza, riferito dal cliente di un locale frequentato da gay.

 

Il questore Francesco Tagliente e il comandante provinciale dei carabinieri, colonnello Emanuele Saltalamacchia, si sono sentiti per coordinare gli interventi.

 

Il giovane etiope e il fotografo egiziano si sono conosciuti il 2 gennaio nel reparto di chirurgia maxillo-facciale del Cto, dove sono stati ricoverati per le gravi fratture alle orbite riportate nel corso dei rispettivi pestaggi, avvenuti in tempi e luoghi diversi ma in parte simili. Gabriele è stato aggredito in Borgo Pinti poco prima delle 23 del 31 dicembre da un giovane alto con i capelli rasati e le basette, dopo che la sua compagna aveva protestato per i petardi lanciati da un ragazzino che indossava un elmo da antico romano. Di fronte al volto insanguinato del ferito e alle grida della ragazza, dal gruppo sono partiti inni fascisti e saluti romani. E´ il motivo per cui delle indagini è stata investita anche la Digos. Dopo il pestaggio quel gruppetto di esaltati è passato sotto l´arco di San Pierino, dove c´erano diversi locali aperti e qualcuno potrebbe averli notati.

 

Ieri mattina due investigatori della squadra mobile sono andati a casa del fotografo egiziano Mohamed, che sta ancora molto male, e hanno raccolto la sua denuncia, facendosi raccontare tutti i dettagli della aggressione di cui è stato vittima. Erano circa le tre di notte. Mohamed era stato a cena da un´amica, poi aveva fatto una sosta al Piccolo Bar in Borgo Santa Croce. Era uscito da pochi istanti con due amici e stava camminando in via de´ Benci quando ha avvertito una forte spinta alla schiena, si è girato chiedendo "ma che cavolo...", ed è stato accerchiato da un gruppo di giovanissimi che lo hanno colpito a calci e pugni e lo hanno insultato urlando "finocchio di ., arabo di m.". Ancora oggi non sa spiegarsi le ragioni di una tale violenza. La polizia sentirà presto i due giovani che erano con lui e che sono scappati, sfuggendo così al pestaggio. 

 

Tratto da Repubblica.it

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