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Consigli per un amico in difficoltà!


Albi

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Posto qui perchè si tratta di un coming out, anche se non è il mio. Spostatelo pure se credete che starebbe meglio in spunti e riflessioni!

 

Comunque, vi illustro la situazione. Ho questo amico, Alessandro, che ha 15 anni ed è palesemente gay. Poi c'è Clarissa, che invece ha la mia età ed è stata una delle prime a cui ho detto di me. Io e lei lo conosciamo già da qualche anno, ma se per me è poco più di un conoscente, loro due sono molto amici e lei è diventata una specie di confidente per lui. Ora... che fosse gay lo abbiamo sempre saputo, perchè davvero, si vede a colpo d'occhio, ma la cosa è venuta a galla solo pochi mesi fa, perchè lui lo ha realizzato da poco ed è in piena fase di accettazione. E' sempre giù di morale, scoppia a piangere all'improvviso e dice che nessuno lo capisce. Visto che ci sembrava di vedere me alla sua età ci è venuto in mente di intervenire in qualche modo, ma non volevamo forzarlo e quindi abbiamo aspettato che si aprisse da solo (con lei ovviamente) e gli abbiamo detto di me. Cosa che è successa ieri.

In tutto questo sapevamo che nel frattempo faceva delle sedute da uno psicologo ma ci siamo sempre detti che la cosa era positiva poichè poteva aiutarlo; una volta, però, gli avevo chiesto cosa ne pensavano i genitori e lui mi aveva risposto che ce lo avevano mandato senza fargli domande, dicendogli che semplicemente poteva farlo se aveva bisogno di parlare con qualcuno.

Ieri invece è venuto fuori che lo psicologo gli ha proposto delle terapie riparative, perchè lui vuole cambiare. Io sono allibito. La prima cosa che faccio appena lo rivedo è chiedergli il nome di questo coglione. I genitori (a cui, s'è scoperto, ha detto tutto), ovviamente lo assecondano, visto che lui stesso dice di voler cambiare.

Come ci si comporta in una situazione del genere?

 

Scusate se ho scritto da cane ma sono di fretta.

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Certo che lo vuole, come tutte le persone in fase d'accettazione. Il fatto è che non può! Vorrei solo cercare di evitare che esaurisca, perchè tra lo psicologo, i genitori e la parrocchia (in cui è molto coinvolto) ha un bel peso addosso. Sinceramente però pensavo che dopo aver saputo di me venisse lui a parlarmi spontaneamente, invece davanti me ha fatto finta di niente e quello che so me lo ha detto la mia amica. Mi pare che la mia parte l'abbia fatta, non è che posso prenderlo e dirgli seigayebasta. Boh, aspetto.

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Personalmente ritengo che ognuno ha i suoi tempi e, presto o tardi capirà che non può cambiare quel che è, è normale la fase depressiva, per alcuni è più evidente, per altri meno... In definitiva, lascia che le cose corrino, nel momento in cui avrà bisogno verrà lui o ti fara capire di averne...

Tu sei troppo buona sorella mia!!!

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La fortuna secondo me è averti come amico. Come dicono gli altri il momento è quello dell'accettarsi e rifiutarsi, il consiglio del psicologo non lo commento ma alla fine secondo me ti conviene lasciarlo andare magari alla prima seduta e poi agire. Secondo me lasciarlo "sperimentare" lo renderà più lucido nel capire. Però mi raccomando stagli vicino.

 

Acuna

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Albi non dovresti aspettare che sia lui ad aprirsi con te, se non si accetta al punto di farsi curare ti vedrà come una minaccia.

Io ci parlerei, insieme alla tua amica, per confortarlo sul mondo gay, e di iniziare a dar meno retta a quel che viene detto in chiesa.

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Albi, Almadel ti ha invitato ad "adottarlo".

Non essere rigido.

Potresti farlo, o almeno provarci. Dando fiducia a lui e a un tuo qualche impegno, daresti fiducia anche a te e alla tua emotività gay.

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Non lo so, non mi piace l'idea di prendere l'iniziativa, mi sento di condizionarlo... da una parte anche io sono convinto che dovrebbe fare il suo percorso da solo. E' solo che mi sembra stupido fargli passare chissà quali paranoie quando basterebbe parlarci un po' per schiarirgli le idee. Domani ne parlo con Clarissa, è meglio che sia lei a introdurre la cosa...

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"Adottarlo" non significa "condizionarlo", a dire il vero la possibilità

che lui in questo momento abbia paura di parlare con te ci sta tutta

e per te si tratta certamente di prendersi una responsabilità.

 

Ma se alla sua paura si somma la tua e su questa cosa scende il silenzio,

in ogni caso i rapporti fra voi due non saranno più quelli di prima. E' una

cosa troppo grossa per poterne non parlare.

 

E allora come si inizia? Nel modo più semplice e naturale, gli parli di te

ti apri con lui. Non gli dici come fanno gli altri ciò che lui deve essere, ma,

parlandogli di te, gli mostri come lui potrebbe essere.

 

Ovviamente ti apri con lui anche nella speranza che lui voglia aprirsi

con te, ma anche se non lo facesse subito, in ogni caso gli avresti

mostrato una alternativa.

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gli parli di te ti apri con lui. Non gli dici, come fanno gli altri, ciò che lui deve essere, ma,

parlandogli di te, gli mostri come lui potrebbe essere.

 

 

Questa è la chiave.

Inoltre, Albi, pur non conoscendoti, io sono convinto che farebbe bene anche a te,

ti farebbe sciogliere qualcosa dentro - e dopo saresti molto contento di averlo fatto.

Clarissa, sì Clarissa... ma ci sei anche tu, ragazzo più grande e gay.

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Dal tuo racconto sembrava che fosse più che altro Clarissa

ad avergli detto che sei gay, in ogni caso dirgli di essere gay

in sè e per sè è comunicare una notizia, non è esattamente

la stessa cosa che parlarne in modo confidenziale, mostrandone

le varie implicazioni, fra gay.

 

La prima cosa: comunicare di essere gay come un fatto, una notizia

è ciò che bisognerebbe fare quando si fa C.O. con gli etero ( ed è

ciò che spesso sbagliando non fate )

 

La seconda cosa : parlare della propria omosessualità come qualcosa

che fa parte integrante della persona e gli dà valore è ciò che bisognerebbe

fare tra gay ( e lui lo è ) e soprattutto con gay giovani da "adottare"

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Beh certamente non gli puoi imporre nulla, anche perchè da te

al contrario che dal resto può semplicemente scappare.

 

Al più puoi cercare di prendere l'iniziativa e secondo me in

questo caso dovresti evitare il discorso veloce : sei gay accettati,

il medico è un ciarlatano la parrocchia è un covo di omofobi etc. etc.

 

Tutte cose vere, intendiamoci.

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Resta il fatto che queste terapie "riparative" sono fallimentari (per fortuna) e che quindi chiunque parli con questo ragazzo

troppo giovane e inesperto anche solo in ultima battuta una nota di sano scetticismo verso di esse dovrebbe esprimerlo.

Insomma, non solo il rimedio consigliato è abbastanza orrendo, ma non funziona. Io questo glielo direi, dopo aver detto

altro, anche per metterlo in guardia.

 

La cosa grave infatti è questa: già avendo grossi problemi di autoaccettazione, questo ragazzo ha deciso di fare due passi

indietro, col risultato che quando avrà o avesse fatta la terapia "riparativa", che sarà puntualmente fallita, si ritroverà molto

male, avrà perduto tempo, non si sa quanto, si sentirà uno straccio, e oggettivamente pagherà l'errore fatto.

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Sò di un amico che faceva una terapia di gruppo del genere, e da come mi ha detto lui, non è stata negativa, anzi, lì ha conosciuto molti ragazzi gay e ha confermato la sua sessualità. Poi non saprei, dipende dalle terapie e dal pazzo (psicologo) che ti segue!

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Io ti suggerirei di fargli leggere alcune notizie a scopo informativo: tipo fargli sapere che non è malato e che quello psicologo in particolare è un ciarlatano (scommetto che gli è stato consigliato dal prete, persona notoriamente stupida, molto più problematica e complessata) e che qualsiasi terapia sarà inutile.Fagli capire che la giovinezza è una e che se la spreca non l'avrà mai più indietro.Questi sono i suoi anni migliori e se li perde non torneranno mai più.Digli esattamente questo, magari ripetiglielo più volte: quando capirà che il suo tempo non è infinito allora si deciderà a fare la cosa giusta.

Ps: tu dici che sarebbe una buona cosa lasciargli fare il suo percorso da solo.Ma dato il tipo di famiglia in cui si ritrova e dato che si fida dei suoi genitori e di una persona viscida come un prete dubito che riuscirà da solo a ravvedersi.Io gli darei una mano...

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Allora... ancora niente sviluppi, purtroppo, anche perchè non mi capita mai l'occasione di beccarlo a quattr'occhi (lo vedo solo sull'autobus per andare e tornare da scuola). Stasera però ci vediamo con altri ragazzi per organizzare una festa, vedremo se riusciamo a smuoverci da questa situazione  :P

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