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Il valore e il senso dell'amicizia


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Premetto che non sono io a non avere amici gay,

anzi spesso e volentieri cerco le mie amicizie proprio tra essi.

 

Ariel scrive:"mi sento triste se non ho appigli forti quando esce qualcosa sul giornale che riguarda l'omofobia"

Io la capisco benissimo, a me piace questo senso di comunità

basato su "confidenze specifiche" (come scrive Coeranos)

o su problemi condivisi (il mio abietto "mal comune mezzo gaudio").

 

Il mio ragazzo mi ha fatto notare che quando i forumisti

gli raccontavano le difficoltà ad accettarsi e i tormenti

che spesso caratterizzano la formazione omosessuale,

lui non sapeva proprio cosa rispondere:

non ha vauto problemi con sé stesso, coi fratelli, con gli amici,

alle Magistrali, a FIlosofia o al lavoro.

Né ha mai avuto amici gay per "confidenze specifiche"

 

Per lui "comunità gay" significa: i nostri ex e i loro ex.

- Persone con cui hai condiviso qualcosa

e che intendi continuare a coltivare -

 

Approccio diverso dal mio, ma è un problema?

C'è anche chi frequenta altri gay

unicamente per andarci in disco...

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Beh certo se si parte dal presupposto che della omosessualità

siano condivisibili solo il sesso o l'omofobia il risultato è che una

amicizia gay sembra una forzatura, come dice Schopy.

 

Per me il capitolo omofobia è ascrivibile al volontariato, alla consulenza

quindi in senso autobiografico io ho appreso o ho cercato di apprendere

qualcosa per aiutare i gay in difficoltà. Certamente se riuscivo a far del

bene mi dava soddisfazione, altrimenti mi sentivo frustrato. Alla base però

non c'era la condivisione del male...c'è da dire anzi che spesso era faticoso

sopportare il carico di certi problemi, tanto è vero che poi staccai. Anche se

credo, spero, che nel mio scrivere sul forum riemerga qualcosa di quel passato.

 

Io direi che l'empatia che mi motivava in quello, mi ha motivato forse nella

possibilità della amicizia, che si è fondata poi su altro.

 

La stessa empatia, sempre in senso autobiografico, la rintraccio in un'altra

cosa. Il diffuso malumore dei gay dopo aver avuto incontri sessuali è una cosa

che ho sempre mal tollerato, mi disturba. E' una cosa di cui peraltro si parla poco

ma esiste...

 

Il fatto di chiedersi se un approccio diverso dal proprio è un problema, indica

secondo me uno sforzo iper-individualistico di costruzione della propria personalità

in quanto gay. C'è nei gay questa fatica e questo bisogno di attingere forza dalla

propria singolarità ( nessuno mi avrà capito ma la butto là... :look: )

se posso mi lancio anch'io nell'interpretazione dello Schopy-pensiero  :look:

ho l'impressione che lui voleva dire una cosa come questa:

frequento poco ambienti gay quindi le mie amicizie non sono prevalentemente connotate da questo tipo di coloritura (diciamo)

è insomma naturale (anche da un punto di vista meramente probabilistico) trovare amici negli ambienti che maggiormente uno frequenta nel suo quotidiano

quindi per chi opera assiduamente nell'associazionismo gay è facile avere amici gay

per chi invece studia all'università probabilmente è più facile avere amici di facoltà

etc.

sarebbe una forzatura agire al contrario: ovvero frequentare un ambiente

e cercare le amicizie solo in persone gay di quell'ambiente

 

detto questo, mi è forse più chiaro ciò che vuol dire Isher sul valore speciale dell'amicizia tra gay

in generale riconoscere, accettare, amare ed affermare la propria identità è sempre difficile

per un gay è enormemente più difficile che per chiunque altro

è tutto messo in discussione fin dalla radice stessa dei modelli affettivi, che sono i modelli genitoriali

l'accettazione altrui sembra legata al fingere, al reprimersi, o specularmente all'essere tollerati

di fronte a tutto questo un confronto nell'amiciza è come una boccata d'aria buona

è contare su un affetto fraterno che riconosca questa specificità

e ci faccia sentire accettati e compresi non nell'indifferenza ma nell'affettività

 

@Hinzelmann: la tua frase sul diffuso malumore dei gay dopo un incontro sessuale spalanca un piccolo abisso

che forse, chissà, meriterebbe di essere approfondito in un thread a parte

Schopy, oramai si continua abusando del suo nome... :look: ma non è un discorso solo suo,

dovrebbe chiedersi perchè scrive su questo forum, quale empatia, bisogno o esigenza

individuale lo muove. Può rispondere tranquillamente per rimorchiare... :asd:

 

Però vedo che interviene in modo più largo quindi non basterebbe quel fine a giustificare

i suoi interventi, che sono di qualità e direi anche interventi con cui si espone, si spiega

molto come persona. Io partirei quindi dal chiedermi : perchè frequento questo ambiente

gay ( il forum ) ? Cioè partiamo in positivo dall'ambiente che si frequenta, visto che qui ci

siamo.

 

A me pare che ci sia una certa resistenza a riconoscere questa "boccata d'aria fresca" nel

confronto che nasce o potrebbe nascere dall'amicizia. Anzi mi pare di capire che in termini

generali e qui prescindo del tutto da Schopy questo "confronto" sia abbastanza faticoso, se

non fastidioso.

se posso mi lancio anch'io nell'interpretazione dello Schopy-pensiero  :asd:

ho l'impressione che lui voleva dire una cosa come questa:

frequento poco ambienti gay quindi le mie amicizie non sono prevalentemente connotate da questo tipo di coloritura (diciamo)

è insomma naturale (anche da un punto di vista meramente probabilistico) trovare amici negli ambienti che maggiormente uno frequenta nel suo quotidiano

quindi per chi opera assiduamente nell'associazionismo gay è facile avere amici gay

per chi invece studia all'università probabilmente è più facile avere amici di facoltà

etc.

sarebbe una forzatura agire al contrario: ovvero frequentare un ambiente

e cercare le amicizie solo in persone gay di quell'ambiente

 

Questo è esatto, se avessi più tempo da dedicare all'associazionismo gay forse avrei anche più amici gay...

Ad oggi, ho una manciata di amici gay, e alcuni sono ex amanti o ex ragazzi.

Poi, sebbene sia vero che è meglio parlare di problemi sessuali con un amico gay piuttosto che con un etero, perchè ci si confronta sulle rispettive esperienze, per parlare di cose così intime devo conoscere e voler bene alla persona a cui ne parlo no? D'altra parte, magari un amico etero a cui voglio molto bene mi ascolterà più volentieri di un conoscente gay.

 

E qui torniamo al punto di partenza: devo frequentare una persona per un po' di tempo per diventare suo amico,

e ecco forse mi risulta strano diventare amico di una persona senza vedersi con costanza ecc...

E poi con gli amici si deve simapatizzare per tanti altri motivi, un amico non è solo un confidente.

Ecco la situazione del forum è un po' ibrida: qui in effetti alle volte ho accennato ad alcune mie esperienze per sentire i vostri pareri, però voi siete compagni forumisti più che amici.

 

Non scrivo qui per rimorchiare -per quello vado su gayromeo :gh:-

ma neanche per "fare amicizia"...

ecco, scrivo qui per parlare di cose che interessano a me e a voi, ma se vado ad una cena e casualmente trovo una persona che ha letto un libro che ho letto anch'io ci posso parlare per tutta la serata senza che siamo "amici"...

 

Vorrei poi fare un'apologia di Almadel,

perchè credo intendesse solo dire che nè io nè il suo ragazzo cerchiamo delle amicizie specificamente gay; inoltre, vivendo una situazione relativamente tranquilla, magari non abbiamo molto da dire su cose tipo "difficoltà di accettazione della propria identità" eccetera.

D'accordo che si è in una minoranza, però non mi piace l'atteggiamento da panda in via d'estinzione che combattono contro i bracconieri cattivi.

Il modo migliore per "combattere" l'omofobia è dichiararsi e parlare con tante persone diverse dell'omosessualità, perchè sia vissuta come una diversità naturale diciamo così :look:

Approccio lesbico...?

Mah, forse c'entrarà col fatto che sono cresciuto in mezzo a sei donne...non saprei.

 

 

La stessa empatia, sempre in senso autobiografico, la rintraccio in un'altra

cosa. Il diffuso malumore dei gay dopo aver avuto incontri sessuali è una cosa

che ho sempre mal tollerato, mi disturba. E' una cosa di cui peraltro si parla poco

ma esiste...

 

 

Non capisco bene a cosa ti stai riferendo. Intendi malumore dopo il sex con uno sconosciuto? Io sono di malumore se vado con un bruttone sconosciuto che m'ha rimorchiato inviandomi foto di qualcun'altro...perchè penso: allora potevo guardare un film o finire quel libro invece di uscire con sto tizio...

 

Ma se il ragazzo in questione mi piace fisicamente, dopo averci fatto sesso son molto contento :afraid:

Certo, ci sono in giro certi ragazzi un po' senza palle che quando si fa sesso quasi non ti chiedono come ti chiami, perchè magari son nascosti o fidanzati con una ragazza...li trovo un po' tristi, però questo è un altro discorso...

Non mi riferivo a te, era un modo per sviluppare il discorso

"sesso o omofobia" e chiarire che i problemi possono stare

in entrambi "i corni" del discorso. Diciamo che l'ipotesi configurata

implica il fatto che il ragazzo ti sia piaciuto prima e non ti piaccia più

dopo, al netto ovviamente del fatto che sia risultato essere fidanzato

o cose del genere ( cioè che ci sia una ragione specifica, un fatto che

lo renda logico ) E' un fenomeno ampiamente riscontrabile nella socialità

gay dei locali ( giacchè si parlava di amicizia ) meno forse per contatti via

internet, non vorrei andare però OT.

giovane12345

purtroppo è la sacrosanta verità.... l'amicizia fra gay non esiste... purtroppo è così; facciamo conto che incontriate un ragazzo gay che nn vi piace fisicamente passiate una piacevole serata con lui, vi divertite senza fare sex (ovviamente se nn vi piace fisicamente non lo fate) ma in altri modi, conoscendovi, ridendo, scherzando racconando episodi etc..etc... bilancio della serata sicuramene positivo.. la volta dopo vi contatta lui e un ragazzo che non conosci dal vivo al fine di conoscervi.. con chi uscite??? beh la risposta mi sembra piuttosto semplice... inoltre facciamo conto che voi siate animati dalle buone intenzioni e che vogliate costruire o almeno provare a costruire un amicizia sincera... siete sicuri che il vostro interlocutore non voglia qualcosa di più??? altra domanda piuttosto semplice....

mi è capitato tantissime volte di vivere con qualcuno

l'oscillante ambiguità amicizia-amore

io credevo di essere amico

ma lui voleva altro

o forse era vero il viceversa chissà  :afraid:

tutto questo è successo neanche molto tempo fa  :sisi:

è simile al problema dell'amicizia tra uomo e donna in ambito etero

simile ma non proprio uguale

 

forse l'amicizia tra gay si può sviluppare con minori ambiguità

solo nel caso in cui entrambi gli amici hanno un rapporto di coppia con il rispettivo partner stabile e collaudato

 

permettetemi per un momento di trascurare ogni riferimento a fatti reali

e di non fami carico dell'effettiva realizzabilità di quello che sto per dire

insomma mi lancio in una sognante aspirazione forse un poco adolescenziale

mi piacerebbe far parte di una di quelle famiglie allargate

in cui magari una coppia gay mette a disposizione una bella casa accogliente

e attorno a loro si incontra un nucleo vario di amici

che vive quella consonanza affettiva che si ritrova a margine, per intenderci,

dei migliori film di Ozpetek

esiste questa cosa?

qualcuno la vive realmente?

oppure, appunto, è solo un film?

Il guaio è che le coppie gay

tendono a essere molto chiuse

e a non frequentare altre persone.

 

Al raduno di Bologna eravamo in 25;

di questi solo io e Matteo eravamo una coppia

e solo un altro fra i 23 rimanenti era fidanzato.

Il guaio è che le coppie gay

tendono a essere molto chiuse

e a non frequentare altre persone.

 

Al raduno di Bologna eravamo in 25;

di questi solo io e Matteo eravamo una coppia

e solo un altro fra i 23 rimanenti era fidanzato.

 

 

E' un problema che riguarda le coppie in genere, non solo quelle gay...i miei amici etero una volta trovata la donna fissa sono man mano spariti dalla comitiva, non escono piu' a ballare o per pub...idem diversi miei cugini e zii, al massimo, ma davvero raramente, escono con altre coppie.

insomma mi lancio in una sognante aspirazione forse un poco adolescenziale

mi piacerebbe far parte di una di quelle famiglie allargate

in cui magari una coppia gay mette a disposizione una bella casa accogliente

e attorno a loro si incontra un nucleo vario di amici

che vive quella consonanza affettiva che si ritrova a margine, per intenderci,

dei migliori film di Ozpetek

esiste questa cosa?

qualcuno la vive realmente?

oppure, appunto, è solo un film?

 

Sì, esiste. Io la vivo realmente, praticamente ogni week-end.

  • 2 weeks later...

io la vorrei la famiglia allargata alla Ozpetek... tuttavia non riesco. I miei amici mi sono affezionati, ma non sanno di me. probabilmente, viste le loro battutine continue stile homer "non sono gay ma posso imparare" (che poi in realtà è un personaggio tollerante ;)) mi mollerebbero senza passare dal via. e forse sarebbe molto meglio così.

 

forse l'unica soluzione è davvero andare via. mi son sempre sentito un estraneo nel mio paese... non in casa mia, ma nel mio contesto sì.

The_dreamer

io la vorrei la famiglia allargata alla Ozpetek... tuttavia non riesco. I miei amici mi sono affezionati, ma non sanno di me. probabilmente, viste le loro battutine continue stile homer "non sono gay ma posso imparare" (che poi in realtà è un personaggio tollerante ;)) mi mollerebbero senza passare dal via. e forse sarebbe molto meglio così.

 

forse l'unica soluzione è davvero andare via. mi son sempre sentito un estraneo nel mio paese... non in casa mia, ma nel mio contesto sì.

guarda queste paure sono comunissime. anch'io pensavo esattamente la tua stessa cosa, volendolo dire a un mio amico strettissimo CATTOLICO AL 1000%. eppure alla fine molti CO sono sconvolgenti proprio x la reazione delle persone a cui lo dici ( il mio amico mi ha detto di smetterla di chiamarmi frocio e cominciare a dire gay xD). fossi in te mi farei meno problemi e cercherei di aprirmi con le persone a cui vuoi bene  :no:

Chesire_Cat

Beh certo che dopo la tua descrizione mi resta difficile dire di qualcosa di diverso xD  :asd:

 

Comunque, io me ne sono reso conto molto in questo anno che ho capito con chi aprirmi e con chi no.

Un amico. Un amico è una persona che non credo sia tale solo perchè ti asseconda e incoraggia in tutto quello che fai. Al contrario, un amico è tale se esprime il proprio pensiero, e magari discutendo l'uno con l'altro si può ottenere la visione di molti problemi e argomenti da differenti angolazioni.

L'amicizia è qualcosa che lega indissolubilmente due persone, a differenza dell'amore che è qualcosa che comunque può finire. L'amicizia, quella vera, spesso trascende gli anni o le lontananze come molti hanno detto, ad esempio io e un mio amico siamo amici da quando siamo nati e nonostante prima non ci vedevamo molto, ogni volta era ed è come se fossimo fratelli, perchè è qualcosa credo di troppo forte da definire amicizia...

Penso che una delle caratteristiche più belle di avere un amico è potersi aprire, poter far uscire fuori tutto il marcio che spesso si deposita negli angoli della mente, riempiendo di preoccupazioni ogni giorno. Il riuscire a rendere leggero, se non a far sparire completamente questo peso con una risata o un sorriso è ciò che rende l'amico qualcosa di indispensabile all'uomo. Credo anche che in un amico trovi ciò che ti manca, insieme ci si completa. Spesso infatti senza litigi e incazzature varie non si può dire di essere veri amici xD (ne so qualcosa  :D)

Le cose che ritengo indispensabili per essere Amici:

- Sincerità

- Rispetto

- Saper Ascoltare

- Mettersi in ballo

- Riuscire a dirsi le proprie emozioni

- Di non vergognarsi a dire un "ti voglio bene" anche se si è dello stesso sesso (questo molto per i maschi  :asd:)

- Un contatto fisico. Non bisogna essere per forza i forti della situazione, bisogna saper dire: "ho bisogno di un abbraccio" , accettarlo e darlo.

 

Spero di averti fatto capire ciò che significa per me l'amicizia: un legame indissolubile che unisce due persone.

scusa forse sono stato un pò banale  :D

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