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  1. 1. Autonomia differenziata

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Almadel
3 minutes ago, Gastida said:

Comunque Almadel da buon leghista si scorda l'insurrezione del 1848 contro l'Austria con bandiere italiane e il vessillo di San Marco.

Semmai puoi dirmi che dimentico il Plebiscito del 1866

in cui ben il 99,99% dei Veneti votò per l'annessione al Regno d'Italia (col 100% dell'affluenza)

e pensa che nel bigotto Veneto, la Chiesa fece anche campagna per il No.

Neanche il partito comunista bulgaro potrà vantare una tale unanimità.

In ogni caso all'epoca non c'era alcuna alternativa; mentre oggi che l'Austria non è più una minaccia

questo trasporto verso gli ideali risorgimentali direi che come minimo si è un po' appannato.

Gastida
23 minutes ago, Almadel said:

Semmai puoi dirmi che dimentico il Plebiscito del 1866

in cui ben il 99,99% dei Veneti votò per l'annessione al Regno d'Italia (col 100% dell'affluenza)

e pensa che nel bigotto Veneto, la Chiesa fece anche campagna per il No.

Neanche il partito comunista bulgaro potrà vantare una tale unanimità.

In ogni caso all'epoca non c'era alcuna alternativa; mentre oggi che l'Austria non è più una minaccia

questo trasporto verso gli ideali risorgimentali direi che come minimo si è un po' appannato.

La Provincia di Padova votò in maggioranza per i Savoia nel '46

MyleneFarmer
8 hours ago, busdriver said:

subito fuori dalla cucina. In cortile 

bro, secondo te abbiamo tutti il cortile privato e viviamo nome il nonno di Heidi col capanno della legna?? 

Abitiamo nei condomini in stile brutalista tipo unione sovietica. 

39 minutes ago, marco7 said:

Perche' i re non sono democratici.

metà dei paesi europei più ricchi, froci e democratici sono monarchie 

1 hour ago, Gastida said:

La Provincia di Padova votò in maggioranza per i Savoia nel '46

come nella provincia di Foggia !! 

Pugsley

Trovo questa legge una cagata pazzesca

Che si occupassero di tassare chi non ha altri redditi e supera gli 8.500 con OF e simili, oppure facendo controlli verso chi ha partita iva, ne possiamo fare tanti di esempi? Tassisti, dentisti, avvocati, commercianti, grandi imprese on line (che pagano 800 euro al mese  i loro dipendenti), chi ha stabilimenti balneari, e così via...

fra1991
5 hours ago, Almadel said:

Napoleone ci ha traditi, però.

Molti Veneti liberali come Ugo Foscolo hanno combattuto per lui,

sperando di abbattere la plutocrazia del Consiglio dei Dieci.

Poi ci ha venduti all'Austria e la Restaurazione non ci ha liberati

perché stavamo sul cazzo un po' a tutti.

La convenienza politica, qualità di ogni politico che si rispetti 😂😂😂

3 hours ago, marco7 said:

Perche' i re non sono democratici.

E sono immutabili nel tempo fino alla morte o all'abdicazione.

In realtà non è così esistono e sono esistite monarchie elettive(vedi i vichinghi e la confederazione polacco-lituana)  e costituzionali (che non prevedono l' assolutismo monarchico).

Non mi pare che il presidente della repubblica in Italia sia eletto dal popolo. 

 

MyleneFarmer
10 hours ago, schopy said:

E in base a cosa istituisci questi rapporti?

> Che Bologna è la capitale del comunismo del nord mentre Palermo è la capitale del comunismo del sud così come dei movimenti operai e in parte anche del movimento gay 

> Napoli e Milano a livello folkloristico hanno avuto lo stesso impatto nel paese (san gennaro/la madunina; film come Toto e Peppino e la Malafemmina, canzoni su Napoli e su Milano etc..) ed entrambe le città sono le capitali de facto del sud e della padania oltre ad essere città da 1milione di abitanti e le più densamente popolate del nord e del sud

> Il Veneto e Puglia sono le seconde regioni più industrializzate sia del nord che del sud, il padovano/trevigiano e il foggiano/nord barese "tipo" te li immagini col trattore, una voglia matta di spararti con un fucile e il pallino della figa in fronte. Per produzione vinicola invece la Puglia è seconda la Veneto. Le industrie inquinanti nella zona di Mestre sono un po' come l'Ilva di Taranto etc..

1 hour ago, fra1991 said:

Paradossalmente San Marino ha un sistema governativo più "democratico" dell' Italia (facilitato dal fatto che un microstato).

san marino ha un sistema democratico simile a quello svizzero. questo sistema ingloba nel governo tutti i principali partiti e questo significa che tutti i cittadini sono rappresentati nel governo e che il governo risulta molto stabile e democratico.

busdriver
6 hours ago, MyleneFarmer said:

bro, secondo te abbiamo tutti il cortile privato e viviamo nome il nonno di Heidi col capanno della legna?? 

Abitiamo nei condomini in stile brutalista tipo unione sovietica. 

ci abitavo anche io e ora posso definirmi fortunato visto che sono quasi 8 anni che mi sono sbarazzato della schiavitù di condominio. non senza rinune ovvio visto che il lavoro che faccio ora rende parecchio meno.

ma in casa spendo altrettanto meno...

 

  • 3 weeks later...

Alla Camera via libera al disegno di legge sull’autonomia differenziata, presentato dal ministro per gli Affari regionali Roberto Calderoli, della Lega. Una proposta su un tema di cui il partito del Nord Italia parla da anni e che deriva dalla riforma del titolo V della Costituzione del 2001, in base a cui le regioni possono chiedere allo Stato competenza esclusiva su 23 materie di politiche pubbliche. L'Aula di Montecitorio ha licenziato il provvedimento con 172 sì, 99 voti contrari e 1 astenuto. E quindi il testo sull'autonomia differenziata è legge fino ad una sua, eventuale, abrogazione tramite referendum.

  • 1 month later...

La legge sull’autonomia differenziata del ministro per gli Affari regionali Roberto Calderoli piace solo a 3 italiani su 10. Questo il risultato del sondaggio di Euromedia Research presentato da Alessandra Ghisleri su La Stampa. Il 25% degli intervistati non risponde al quesito mentre i più critici votano Movimento 5 Stelle. Inoltre, il 31% pensa che la legge sia un rischio per la tenuta del governo.

Il 33,8% degli intervistati si dichiara favorevole alla legge che permetterà alle regioni di chiedere una maggiore autonomia in diverse materie che saranno oggetto di una trattativa. Dall’altra parte ci sono i “fortemente scettici” che bocciano la riforma: si attestano sul 41,2%. Questi ultimi pensano che la legge possa accentuare ancor di più le differenze e le disparità tra le varie zone del Paese in termini di servizi e di benessere. La riforma Calderoli raccoglie più proseliti al nord mentre dal Centro in giù aumenta in maniera esponenziale il numero dei contrari. Chi non ha saputo o voluto rispondere rappresenta il 25% del totale.

I cittadini del Nord Italia ritengono che l’autonomia differenziata possa portare ulteriori benefici nella gestione delle risorse, nei servizi del territorio e nelle tasse locali. Sull’amministrazione delle finanze concordano anche gli elettori del Centro Italia. I cittadini del sud invece sostengono che la riforma possa comportare una maggiore responsabilità e attenzione per gli amministratori locali.

https://www.open.online/2024/10/14/sondaggi-autonomia-regionale-euromedia-research/

Omocrazia

Un gran polverone per accontentare Salvini che cerca di salvarsi dopo gli ultimi disastri elettorali.  L'opposizione ovviamente cavalca lo scontento. Alla fine i meridionali continueranno ad andare al nord per le prestazioni sanitarie.  I territori continueranno a essere mal gestiti e quindi soggetti ai disastri idrogeologici sia al nord (vedi Milano con il Seveso) sia al a sud.  La burocrazia farà sempre il suo porco comodo lasciando i cittadini in mutande (se non peggio). E via...  Una volta si sarebbe invocato l'uomo forte.  Ma ormai abbiamo capito che il nostro materiale umano è marcescente e quindi non ci saranno mai uomini forti, ma solo donnette deboli. Siamo vissuti troppo bene per troppo tempo.  Se non cambiamo, ci lasceremo le penne.  Ma non siamo capaci di cambiare...

  • 1 month later...

La Corte costituzionale ha accolto in parte il ricorso presentato da quattro regioni (Puglia, Toscana, Sardegna e Campania, tutte governate da giunte di centrosinistra) per far dichiarare illegittima la legge sull’“autonomia differenziata”, il provvedimento promosso dal ministro degli Affari regionali Roberto Calderoli (della Lega) che definisce le modalità con cui le regioni possono chiedere e ottenere di gestire in proprio alcune delle materie su cui al momento la competenza è dello Stato. Concretamente, significa che per ora la norma non può essere applicata: la Corte ha infatti sollecitato il parlamento a modificare alcuni aspetti del provvedimento ritenuti in contrasto con la Costituzione.

Le motivazioni devono ancora essere depositate. La Corte ha fatto sapere di non ritenere fondata «la questione di costituzionalità dell’intera legge sull’autonomia differenziata», ma di considerare «illegittime» sette specifiche disposizioni della legge. Al di là della formulazione, la sentenza è più severa di quel che appare a prima vista, dato che stabilisce l’illegittimità di alcuni profili centrali del provvedimento.

Queste disposizioni secondo la Corte violerebbero il terzo comma dell’articolo 116 della Costituzione, in cui si stabilisce che le regioni con i bilanci in ordine possono chiedere di vedersi assegnate maggiori competenze rispetto a quelle previste normalmente. I dubbi della Corte riguardano vari aspetti del provvedimento. Tra i più rilevanti c’è la delega che il parlamento ha dato al governo per definire i livelli essenziali delle prestazioni (LEP), cioè i servizi minimi che lo Stato deve garantire in ogni parte del suo territorio su settori fondamentali, senza «idonei criteri direttivi» e il fatto che gli stessi LEP possano essere aggiornati con un decreto del presidente del Consiglio dei ministri (DPCM). Secondo la Corte, il problema in entrambi i casi è che in questo modo verrebbe limitato «il ruolo costituzionale» del parlamento, cioè la sua funzione legislativa, perché verrebbe delegata al governo.

Un altro punto su cui la Corte ha espresso dei dubbi riguarda la possibilità che la legge sull’autonomia differenziata possa essere estesa anche alle regioni a statuto speciale (Friuli Venezia Giulia, Sardegna, Sicilia, Trentino-Alto Adige e Valle d’Aosta), che secondo il primo comma dell’articolo 116 della Costituzione dispongono di «forme e condizioni particolari di autonomia». Per questo motivo, secondo la Corte, «per ottenere maggiori forme di autonomia» queste regioni possono «ricorrere alle procedure previste dai loro statuti speciali», e pertanto non devono essere inquadrate nella disciplina prevista dal terzo comma dello stesso articolo.

Il ricorso alla Corte non è l’unico tentativo da parte delle opposizioni di invalidare la legge sull’autonomia differenziata: a luglio era stato depositato in Corte di Cassazione un apposito quesito referendario, per cui poi erano state raccolte rapidamente le 500mila firme necessarie. I quesiti dovranno prima superare il giudizio della Corte di Cassazione e della Corte costituzionale (che dovranno verificare rispettivamente la validità delle firme raccolte e l’ammissibilità dell’iniziativa sul piano giuridico e costituzionale); poi il prossimo febbraio spetterà al governo, d’intesa col presidente della Repubblica, individuare il giorno per il voto, che dovrà comunque essere compreso tra il 15 aprile e il 15 giugno.

https://www.ilpost.it/2024/11/14/corte-costituzionale-illegittimita-autonomia-differenziata/

  • 3 weeks later...

Con la sentenza n. 192, pubblicata in data 3 dicembre 2024, la Consulta si è espressa in merito alla Legge 26/06/2024, n. 86, la cosiddetta legge Calderoli, dopo i ricorsi di quattro Regioni: Puglia, Toscana, Sardegna e Campania. La pronuncia, riguardante il giudizio di legittimità costituzionale del provvedimento, definisce con chiarezza la «valenza necessariamente generale ed unitaria» in riferimento alle «norme generali sull’istruzione».

I termini utilizzati dalla Corte sono estremamente chiari: “Non sarebbe quindi giustificabile una differenziazione che riguardi la configurazione generale dei cicli di istruzione e i programmi di base, stante l’intima connessione di questi aspetti con il mantenimento dell’identità nazionale”.

Per la FLC CGIL si tratta di una conferma rispetto alle preoccupazioni ripetutamente espresse in ogni contesto e chiaramente declinate il 28 marzo 2024 dalla Segretaria generale Gianna Fracassi, in audizione presso la Commissione Affari Costituzionali della Camera: “Infatti, attraverso le intese regionali si prevede che si possa giungere perfino a far diventare “le norme generali sull’istruzione” - oggi legislazione esclusiva dello Stato - oggetto di legislazione concorrente, e quindi “regionalizzare” e differenziare le norme che dovrebbero essere applicabili in tutto il territorio nazionale in modo uniforme riguardanti ad esempio, gli ordinamenti scolastici, le funzioni e dell’organizzazione del sistema educativo, la disciplina dell’organizzazione e del rapporto di lavoro del personale della scuola.” In quella circostanza, così come oggi la Consulta, avevamo richiamato la precedente sentenza n. 200 del 24 giugno 2009, argomentando che le norme generali sull’istruzione non possono essere scisse dal complesso di articoli che nella Carta costituzionale declinano i diritti legati al sistema scolastico. Infatti, alle prescrizioni derivanti dagli articoli 33 e 34 si attribuisce “valenza necessariamente generale ed unitaria che identifica un ambito di competenza esclusivamente statale”, “assicurando, mediante una offerta formativa omogenea, la sostanziale parità di trattamento tra coloro che fruiscono del servizio dell’istruzione (interesse primario di rilievo costituzionale)”.

Intanto, sempre in data 3 dicembre 2024, la Corte di cassazione ha verbalizzato l'esito delle istruttorie dei quesiti referendari: sia il referendum abrogativo della Legge 26/06/2024, n. 86 sull’autonomia differenziata, sia i referendum promossi dalla CGIL sui diritti sul lavoro, sono stati ritenuti validi rispetto al raggiungimento delle oltre 500mila firme. Il passaggio successivo sarà la valutazione della Cassazione sulla legittimità dei quesiti.

Le parole della sentenza ci confortano sulla correttezza delle nostre battaglie che partono da lontano e che, ostinatamente, con la Carovana dei diritti, hanno attraversato il Paese per parlare in ogni occasione, spiegando i rischi di questa operazione secessionista. Eppure, è ancora il momento di confrontarsi nelle piazze e nei luoghi di lavoro perché il rischio di interventi correttivi della legge, che recepiscano gli interventi della Corte, è dietro l’angolo e, sappiamo bene che l’interesse dei Presidenti di Regione sul settore dell’istruzione è molto alto per il tentativo più volte manifestato di controllare e gestire uno dei settori più delicati per la costruzione della cittadinanza e per l’esercizio del diritto all’istruzione.

Rimangono tutte in campo le ragioni che hanno condotto la Cgil, insieme al Comitato referendario per l'abrogazione della legge sulla Autonomia differenziata, a proporre il quesito contro la legge Calderoli: “Volete voi che sia abrogata la legge 26 giugno 2024, n.86, ‘Disposizioni per l’attuazione dell’autonomia differenziata delle Regioni a statuto ordinario ai sensi dell’articolo 116, terzo comma, della Costituzione’?”.

https://www.flcgil.it/attualita/autonomia-differenziata-la-corte-costituzionale-si-pronuncia-a-salvaguardia-del-carattere-unitario-e-nazionale-del-sistema-di-istruzione.flc

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