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Settimana corta in Italia, il Parlamento accelera: sarà la volta buona?


Settimana corta  

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  1. 1. Sei favorevole alla settimana lavorativa di 4 giorni?

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L'Erasmus è un'esperienza che, se non altro, forza lo studente a confrontarsi con una realtà diversa dalla propria, consente di sviluppare qualche abilità comunicativa e relazionale, spinge a rendersi un po' più autonomi; poi, so anch'io che il valore formativo dell'Erasmus spesso non è eccezionale (dipende anche dalla sede scelta)

2 hours ago, MyleneFarmer said:

a volte in alcuni annunci di lavoro viene considerato come un plus l'aver fatto l'erasmus

Ecco, questo è un esempio di stortura della meritocrazia. Ma tante volte selezionatori impreparati devono scegliere dei criteri per preferire un candidato ad un altro, e spesso i candidati sono più istruiti dei selezionatori...ci si deve inventare qualcosa, allora si sceglie l'Erasmus

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MyleneFarmer
3 hours ago, schopy said:

Ecco, questo è un esempio di stortura della meritocrazia. Ma tante volte selezionatori impreparati devono scegliere dei criteri per preferire un candidato ad un altro, e spesso i candidati sono più istruiti dei selezionatori...ci si deve inventare qualcosa, allora si sceglie l'Erasmus

se è diventato un criterio di selezione è perché c'è tutto un marketing dietro anche politico sull'erasmus da parte della elite culturalmente egemonica (se vai sul profilo IG della commissione europea parlano solo di erasmus), che corrisponde all'area dem in USA e all'area che va da Bonino al PD con qualche spruzzatina di Calenda e nello spettro Almadel-Gastida, qui in Italia. I motivi sono molteplici tra i quali il fatto di mettere una toppa alla mancanza di una vera unione europea.  

3 hours ago, schopy said:

L'Erasmus è un'esperienza che, se non altro, forza lo studente a confrontarsi con una realtà diversa dalla propria, consente di sviluppare qualche abilità comunicativa e relazionale, spinge a rendersi un po' più autonomi;

che poi nella realtà sono tutte cazzate... ma sono quelle cazzate da proattivismo di linkedin e da reel di IG a cui facciamo finta di crederci da 40 anni  :uhsi:  😇 

Edited by MyleneFarmer
1 hour ago, MyleneFarmer said:

 

che poi nella realtà sono tutte cazzate... ma sono quelle cazzate da proattivismo di linkedin e da reel di IG a cui facciamo finta di crederci da 40 anni  :uhsi:  😇 

Perché tu lo sai no? 🤣 

Dove vivi io é pieno di ragazzi Erasmus, ne ho un paio che vivono nel mio palazzo.

Molti seguono le lezioni,socializzano con altri, approfondiscono le lingue.

Ste cazzate per cui la maggioranza degli Erasmus passi il tempo a scopare in giro si chiamano RODIMENTO.

Pugsley
10 hours ago, Gastida said:

Ti consiglio di pensare bene a cosa voterai alle prossime elezioni regionali, comunali e politiche perché tu, caro mio, non sei affatto di sinistra. Ma su questo forum nessuno lo è, a parte me. Poi, io credo che il sistema attuale si stia rapidamente degradando perché il liberismo ci sta corrodendo, come sta corrodendo il clima, la mano invisibile di Adam Mylene Smith non esiste, è un'utopia come il comunismo. Il neo-keynesismo sarà il futuro, fatevene una ragione, se ovviamente volete un posto dove vivere, se volete la fine del mondo allora difendete pure il capitalismo senza controllo, la fine dei diritti sociali e le pensioni a 100 anni. Qui invece credo che si pensi solo a sé, mentre gli altri possono pure crepare sotto le spire del libero mercato mafioso in cui viviamo, tipica mentalità dell'anarco-capitalismo!!! Il sistema attuale non è più sostenibile e non c'è più nessuna ricchezza!!! Per tutto il resto aprite un libro, né io né voi siamo economisti, quindi informatevi.

In più allego qui un articolo illuminante sull'illusione della tanto agognata meritocrazia, una fiaba per gli allocchi del sogno americano:

È giusto che un mendicante riceva 300mila euro solo per aver giocato al gratta e vinci? E premiare chi usa più spesso la carta di credito? E sarebbe un bene estrarre a sorte i membri del Parlamento? Sono domande che nascono da notizie degli ultimi giorni, e a cui d’istinto sembra facile rispondere, ma che in realtà, se si ha la pazienza di fermarsi a pensarci su, contengono veri e propri dilemmi.

Il mendicante è stato sfortunato a lungo, quindi un colpo di fortuna sembra meritarselo: ma se la sua condizione di povertà ed emarginazione fosse stata in parte o in tutto conseguenza di sue azioni devianti o malvagie? Premiare chi usa le carte di pagamento aiuta a combattere il nero e l’illecito, e quindi sembra giusto, ma lo è escludere dal premio chi non può permettersene una? Mettere in Parlamento qualcuno estratto a sorte sembra una follia, ma allora perché non ci sembra così assurdo che in paesi come gli Stati Unici ci siano giurie estratte a sorte che decidono sulla condanna a morte di una persona?

I più tendono a pensare che il talento sia una caratteristica innata: qualcosa che hai dalla nascita o non hai. Se è così, però, sembra una caratteristica anti-meritocratica per definizione: perché dovremmo premiare qualcuno solo perché ha già avuto la fortuna di nascere con certe abilità o capacità?

Alcuni però suggeriscono una variante più complessa: il talento sarebbe la capacità di riconoscere e coltivare una certa predisposizione, fino a renderla una capacità o competenza spiccata (in questo senso, il talento verrebbe almeno in parte a sovrapporsi con l’impegno).  

Ma se è così, vogliamo negare che al mondo ci siano persone con molte più opportunità di altre di scoprire le proprie inclinazioni e coltivarle? Un figlio di una famiglia ricca ha o no molte più possibilità di conoscere e provare più discipline di uno di famiglia povera? Di avere i maestri migliori? E, forse ancora più importante, vive o no in un ambiente culturale più prono a incoraggiarlo nei suoi tentativi?

Veniamo quindi all’impegno. Ammesso e non concesso che tutti abbiano le stesse opportunità e incentivi per “impegnarsi”, come lo misuriamo l’impegno? Il criterio meno ambiguo per determinarlo sembra essere il tempo: più tempo investi e utilizzi per raggiungere un risultato, più alto è l’impegno.

Eppure, premiare chi ci mette più tempo a ottenere un risultato pare un’altra contraddizione in termini al concetto di meritocrazia. Un ragazzo ricco che passa 5 anni a studiare medicina all’università privata si è impegnato di più della madre single che fa le scuole serali?

Si potrebbe allora replicare che l’impegno si deve misurare non nel processo, ma nei risultati. Ma siamo sicuri che anche questo si possa fare senza ambiguità? Come li misuriamo i risultati? Un giornale scandalistico che vende molto è più meritevole di una rivista di grande qualità e approfondimento? 

Un impiegato che produce un certo numero di documenti in meno tempo è più meritevole di chi ne produce di meno ma con maggior cura? E se è invece quest’ultimo più meritevole, chi decide la qualità dei documenti prodotti? Il capo? Il cliente? E se è il mercato a determinare la qualità dei risultati, una multinazionale del tabacco che vende milioni di sigarette è molto meritevole?

Il fatto è che spesso i risultati non si possono misurare se non in maniera soggettiva, se non altro perché qualsiasi risultato ha alla fine un impatto – diretto o indiretto - su una componente umana, ed è il giudizio di questa componente umana che, in ultima istanza, determina la qualità del risultato.

Tuttavia, anche se è lecito e forse talora pure giusto che siano altri e non l’agente a giudicare la qualità di un risultato, ciò non dovrebbe escludere l’importanza del giudizio dell’agente sulle sue proprie azioni, e soprattutto non dovrebbe implicare che il giudizio altrui sia oggettivo e imparziale, cioè che si basi su un’unità di misura – il merito – misurabile e controllabile tramite incentivi esterni. La critica quindi non è al merito, ma alla meritocrazia, ovvero a quel sistema che cerca di distribuire benefici e opportunità sulla base del merito come misurato da altri.

Per funzionare anche solo in potenza, un sistema meritocratico ha bisogno di almeno cinque assunti: la risorsa desiderata deve essere scarsa; le condizioni di partenza di tutti gli aspiranti alla risorsa devono essere uguali; il merito è misurabile; chi misura il merito è sempre oggettivo e imparziale; chi ha più merito così misurato è colui che darà i migliori risultati se premiato. Non serve molto per capire che tutti questi assunti spesso sono tutt’altro che veri già singolarmente, e praticamente mai lo sono tutti contemporaneamente.

D’altronde, nonostante svariati decenni di insistenti tentativi di incarnare la meritocrazia, le sue promesse – una società più giusta, efficiente, pacifica e con pari opportunità per tutti - paiono ben al di là dal realizzarsi, anche se non soprattutto in quei Paesi che sono indicati come maggiormente meritocratici. 

Ma se in fondo non sembra funzionare, perché la meritocrazia ha avuto così tanto successo? Perché è considerata un totem inscalfibile, tanto che il solo metterla in dubbio pare ai più un abominio? Forse la sua ubiqua affermazione potrebbe derivare non dalle sue attraenti promesse, ma piuttosto da alcune sue paradossali e nefaste implicazioni.

La prima è la deresponsabilizzazione. La meritocrazia, infatti, si fonda sull’assunto che le persone non siano in grado, con il loro personale giudizio, di fare le scelte migliori per loro stessi o per l’istituzione che rappresentano. Perciò, fornisce loro una cornice interpretativa e degli strumenti – i certificati, i test, i curriculum, gli algoritmi – che, lungi dal selezionare davvero il merito, consentono al decidente di emanciparsi quanto meno in parte dalla responsabilità della scelta, e a chi la subisce di appellarsi alla sfortuna o alla discriminazione per giustificare la propria condizione di “sconfitto”.

La seconda, conseguente, è la discriminazione. In un quadro ideologico meritocratico chi ha successo tenderà ad attribuirsene il merito, sminuendo l’impatto della fortuna e di condizioni di partenza migliori; viceversa, chi non ce la fa spesso si convince di non valere, e quindi si arrende a una vita di compromessi al ribasso abbandonando le proprie aspirazioni ma covando rabbia. Ciò potrebbe ben spiegare il dilagante malcontento sociale e la rabbia verso le elité di cui siamo oggi così pienamente testimoni.

La meritocrazia, quindi, è un mito; un ideale attrente, ma irraggiunbile e che nel suo fascino affabulatorio rischia e ingannare chi vi crede. Un mito nato e sostenuto con le migliori intenzioni, certo, ma che in una malefica eterogenesi dei fini ha forse contribuito a generare un mondo contrario a quello che prometteva di creare. 

Ma, d’altronde, l’alternativa quale può essere? Come possiamo organizzare una società prescindendo dal merito? Se ci pensiamo bene, però, la questione non è abbandonare il merito – cosa in sé impossibile – ma cercare di mettersi alle spalle la meritocrazia.

La meritocrazia, dopotutto, è una risposta e insieme una giustificazione della sfiducia nel prossimo e nel suo giudizio, e soprattutto un formidabile promotore della deleteria mentalità della scarsità, ovvero quella diffusa convinzione che le risorse siano più o meno ugualmente desiderabili e scarse per gli individui, per cui tutti vogliono – o persino dovrebbero volere – le stesse cose ma pochi possono essere accontentati. Una concezione tanto più foriera di guai quanto più diventa diffusa e quindi una profezia che si auto-avvera, alimentando sfiducia e prevaricazione.

In fondo, la meritocrazia è una limitazione della libertà di espressione e di azione dell’individuo (è quindi curioso che siano spesso i liberali i suoi più accaniti difensori). Forse dovremmo quindi lasciare le persone più libere di scegliere, esplorare il loro potenziale e giudicarne i risultati: nello studio, nella scelta del lavoro, dei rappresentanti, dei collaboratori… Senza dover legare le loro scelte a criteri “oggettivi” e meritocratici, e lasciando loro però la piena responsabilità delle conseguenze delle loro scelte (evitando però di tramutare gli eventuali errori in condanne).

Mi rendo conto che si tratta di un passaggio ardito e in parte spaventoso: io stesso a volte ne dubito. Ma se il nostro punto di arrivo è creare una società più serena, giusta e responsabile, perché non alimentare la speranza e le aspirazioni delle persone, invece di frustrarle e “metterle in classifica”? Perché non abbandonare gli incentivi esterni promuovendo quelli interni? D’altronde, qual è la garanzia migliore del fatto che una persona si comporti in maniera corretta e lavori bene, se non quello che senta come propria quella scelta e si senta appagata e ripagata di lavorare per essa?

“Mai perdere la speranza. Se non smetti di crederci e ti comporti bene, prima o poi il bene ti torna” ha detto Tiziano Pellonara, l’ex-mendicante che ha vinto 300mila euro. Non è forse questo che vorremmo pensasse ogni cittadino?


https://www.huffingtonpost.it/cultura/2020/09/26/news/l_inganno_della_meritocrazia-5303278/

 

https://www.eleuthera.it/scheda_libro.php?idlib=587# 

https://www.edizionidicomunita.it/catalogo/avvento-della-meritocrazia/

@MyleneFarmer per te c'è l'Erasmus sovranista https://www.repubblica.it/italia/2024/08/07/news/erasmus_italia_universita_ricerca-423435513/

Così ti scopi un veneto, un lombardo, un piemontese o un emiliano

10 hours ago, MyleneFarmer said:

se è diventato un criterio di selezione è perché c'è tutto un marketing dietro anche politico sull'erasmus da parte della elite culturalmente egemonica (se vai sul profilo IG della commissione europea parlano solo di erasmus)

Al solito esageri. Per forza parlano di Erasmus, che cazzo vuoi che s'inventi il social media manager che cura il profilo IG della Commissione Europea? 😅

8 hours ago, Pugsley said:

Che buffonata, come il liceo del Made in Italy. Perché buttano soldi in queste cazzate invece di sistemare quello che già c'è ma non funziona abbastanza bene?

10 hours ago, MyleneFarmer said:

che poi nella realtà sono tutte cazzate... ma sono quelle cazzate da proattivismo di linkedin e da reel di IG a cui facciamo finta di crederci da 40 anni  :uhsi:  😇 

Ma tanti lavori sono cazzate eh...non c'è sempre chissà quale pensiero

Almadel
18 minutes ago, schopy said:

Che buffonata, come il liceo del Made in Italy. Perché buttano soldi in queste cazzate invece di sistemare quello che già c'è ma non funziona abbastanza bene?

Hai presente il nostro ministro dell'istruzione?

Pensa se quello era il migliore che avevano,

quanto devono essere scimmie gli altri.

MyleneFarmer

beh ci mancherebbe pure che non seguissero le lezioni  :uhsi:  se passassero il 100% del tempo a scopare si incazzerebbe più gente ma se la maggioranza dei ragazzi va in posti al caldo e con movida e non nelle top università tra la nebbia, la pioggia e i palazzi grigi un motivo ci sarà (molti stranieri vengono anche in Italia, al nord in università peggiori delle loro per fare overtourism, ma poi col cazzo che ci restano in Italia finito il giro turistico perché vivere e lavorare je fa schifo)🤣...

ma davvero siete convinti che il 90-95% dei ragazzi che NON fa l'erasmus (immagina chiamare poi come "generazionale" una cosa che non la fa neanche il 20% di una coorte a livello europeo) non abbia capacità comunicative, relazionali o autonomia e siano quindi idioti? Ho più autonomia io dalle medie di uno che per imparare finalmente a mettere su la lavatrice ha avuto bisogno di andare a Barcellona. 

L'autonomia poi è fittizia perché il 50% della somma che ti serve per vivere nel paese di arrivo sono fondi, ma che arrivano dopo mesi quando già sei a destinazione quindi li devi uscire tu prima quei soldi, l'altra metà, dato che i fondi non ti bastano per stare sulla soglia di povertà e ti devi pure cercare casa da solo, citofonare overtourism, i genitori che hanno i soldi. Tutti sono autonomi con la paghetta. Per essere autonomo davvero avrebbe dovuto andare all'estero da solo trovandosi un lavoro e studiare contemporaneamente tanto mica c'è un un divieto per stranieri nelle università UE...

13 hours ago, lr02 said:

approfondiscono le lingue.

Stanno con altri ragazzi erasmus, alle feste erasmus parlano inglese tra di loro perché parlano tutti una lingua diversa e alla fine dei sei mesi parlano un livello di lingua (prendiamo l'esempio dello spagnolo) che potevi raggiungere con un semplice corso di lingua (ma a spese tue al 100%), fanno all'estero in modo facilitato gli esami più difficili del corso in Italia che qui non passerebbero facilmente. L'obiettivo è farsi una vacanzina in parte pagata dai contribuenti e sprovincializzare l'elite con un po' di cazzo straniero così poi tornati in patria da grandi illuminati possono venirmi a dire nientepopodimeno che:

"TE RODE" come un peracottaro qualsiasi con la terza media. 

Questo è il fine.   :uhsi: 

E poi perché dovrebbero tutti pagare per farti... socializzare? Socializza con 100% di soldi tuoi.  :hm: 

13 hours ago, Pugsley said:

della serie: cose che i contribuenti olandesi non vedono l'ora di pagare 🤣 pensa che bello poi pagare 600€/mese per 6 mesi uno della provincia di Napoli che fa il fuorisede a Pavia, evidentemente coi soldi, che poi si fa l'erasmus italiano a Napoli dormendo dalla zia e intascandosi 3600€ con i quali si pagherà la camera per i successivi 6 mesi a Pavia. Alla fine si paga la laurea fuorisede 1/3 o 1/2 (se è triennale o magistrale) perché praticamente 1 anno se l'è fatto gratis.

Javier Milei Afuera GIF - Javier milei AFUERA - Discover & Share GIFs

come vedete la propaganda dell'erasmus piace sia alla destra che alla sinistra, abbastanza strano che non usiate il fatto che la destra non è contraria all'erasmus ma anzi vuole farne uno italico come cartina tornasole del fatto che sia una cagata, di solito per altre questioni quelli di sinistra fanno cosi :uhsi:  

Edited by MyleneFarmer
Paedicator1987
On 8/7/2024 at 3:04 PM, Almadel said:

Il punto è che i servi dei padroni pensano che sarebbe un disastro per le aziende,

invece pare evidente che non influenza la produttività.

 

On 8/7/2024 at 3:16 PM, Uncanny said:

L'effetto positivo è per i lavoratori e il loro benessere 

 

On 8/7/2024 at 3:24 PM, Almadel said:

Stiamo aspettando dei dati che dimostrino che le 35 ore diminuiscano la produttività.

 

Nessuno alla fine che dica chi pagherebbe un aumento del costo del lavoro del 25%.

Aumento della produttività?   del 25%?  mi sembra improbabile.  Al massimo si potrebbe ipotizzare un 5% e probabilmente non in modo costante nel mese.

Come sempre si fanno i conti senza l'oste.

1 hour ago, MyleneFarmer said:

ma davvero siete convinti che il 90-95% dei ragazzi che NON fa l'erasmus (immagina chiamare poi come "generazionale" una cosa che non la fa neanche il 20% di una coorte a livello europeo) non abbia capacità comunicative, relazionali o autonomia e siano quindi idioti?

Nessuno è convinto di questo, non distorcere al tuo solito

1 hour ago, MyleneFarmer said:

come vedete la propaganda dell'erasmus piace sia alla destra che alla sinistra, abbastanza strano che non usiate il fatto che la destra non è contraria all'erasmus ma anzi vuole farne uno italico come cartina tornasole del fatto che sia una cagata, di solito per altre questioni quelli di sinistra fanno cosi :uhsi:  

Santi numi.

Io venendo da Filosofia ho una percezione un po' diversa, alcuni miei compagni di corso sono andati in Erasmus in posti freddissimi e inospitali proprio perché volevano imparare a leggere Hegel in tedesco, altri hanno vissuto un anno in un tugurio a Parigi proprio perché volevano studiare Merlau-Ponty in lingua originale...e ovviamente volevano stabilire dei contatti coi docenti del posto. So che non è la norma, so che per tanti corsi di laurea STEM è diverso

 

MyleneFarmer

se sai che non è la norma e che la tua esperienza è una cosa insolita, che mi citi a fare quella cosa come a dire che ho torto se tanto non è così lol 

comunque in Francia poi ci sono meno PMI che in Italia (che ne ha più della Germania) che è il motivo per cui la produttività "regge" in Francia perché le grandi aziende possono fare investimenti per aumentare la produttività mentre nelle micro imprese no. 

7 minutes ago, MyleneFarmer said:

se sai che non è la norma e che la tua esperienza è una cosa insolita, che mi citi a fare quella cosa come a dire che ho torto se tanto non è così lol 

Io sto sul forum per conversare e per prendere bonariamente in giro gli invasati, non è che ad ogni replica mi trasformo in Giordano Bruno 🙂 

(e siccome sono buono prevengo le obiezioni...il che viene letto come segnale di incoerenza anziché di salute psichica, pazienza)

MyleneFarmer

vuoi sentirti a tuo agio nella tua echo chamber che ti da sempre ragione e fare cherry picking non per dibattere con dati, esperienze diverse, assenza di bias vari e cose maligne di questo, chiari sintomi sintomi di mancanza di salute psichica.

Edited by MyleneFarmer

Tu @MyleneFarmer a volte (poche, ma insomma, qualche volta diciamo) muovi delle critiche sensate a certe...come chiamarle, "pigrizie intellettuali" della sinistra, tipo la faccenda dell'Erasmus, o il fatto che tra gay ci spacciamo tutti per inclusivi mentre siamo spietatamente selettivi, o che dei problemi dei contadini lucani non gliene sbatte un cazzo a nessuno perché esiste una sinistra di professionisti cittadini molto avulsa dalla realtà eccetera.

Ma non è che sta destra razzista e omofoba che ci è toccata brilli per competenza, anzi sembrano incapaci di trovarsi il culo con le mani più della nostra svagata sinistra.

Sicuro di voler continuare a votare a destra, visto che come sembri suggerire, lo faresti soprattutto in virtù del fatto che la sinistra si fa bella con le puttanate? 

Non è un po' come spararsi nei coglioni?

 

11 minutes ago, schopy said:

Tu @MyleneFarmer a volte (poche, ma insomma, qualche volta diciamo) muovi delle critiche sensate a certe...come chiamarle, "pigrizie intellettuali" della sinistra, tipo la faccenda dell'Erasmus, o il fatto che tra gay ci spacciamo tutti per inclusivi mentre siamo spietatamente selettivi, o che dei problemi dei contadini lucani non gliene sbatte un cazzo a nessuno perché esiste una sinistra di professionisti cittadini molto avulsa dalla realtà eccetera.

Ma non è che sta destra razzista e omofoba che ci è toccata brilli per competenza, anzi sembrano incapaci di trovarsi il culo con le mani più della nostra svagata sinistra.

Sicuro di voler continuare a votare a destra, visto che come sembri suggerire, lo faresti soprattutto in virtù del fatto che la sinistra si fa bella con le puttanate? 

Non è un po' come spararsi nei coglioni?

 

Aggiungo anche che molti dei problemi relazionali che cita nei gay dipendono proprio da una società ideologicamente fissa a destra, che quindi non vuole assolutamente proporre modelli educativi e inclusivi per gli LGBT e anzi si oppone a ogni forma di sostegno e visibilità.

Che senso ha votarli e poi lamentarsene?

Almadel
7 minutes ago, schopy said:

Ma non è che sta destra razzista e omofoba che ci è toccata brilli per competenza, anzi sembrano incapaci di trovarsi il culo con le mani più della nostra svagata sinistra.

Io lo trovo un problema delizioso.

Il grosso delle critiche che la Destra muove al PD

non sono - sorprendentemente - critiche da destra, ma da sinistra.

Il ché rende il dibattito politico una specie di teatro dell'assurdo.

In cui - ad esempio - una persona che votava Berlusconi

riesce ad accusare Elly Schlein di essere troppo ricca per capire i problemi del popolo.

O ad accusare la Sinistra di occuparsi di stupide questioni di genere e non dei problemi veri della gente

e poi assistere a decreti legge che proibiscono le declinazioni al femminile delle professioni...

 

Sui gay invece non sono d'accordo proprio in modo radicale.

Essere omosessuali non è un posizionamento: è solo un orientamento sessuale.

Non eleggiamo un "presidente dei gay" e anche se lo facessimo

non potrebbe fare una legge per cui ci innamoreremo dei ragazzi grassottelli e poco dotati.

Il massimo che il Movimento Gay può fare per l'inclusività è ciò che fa già:

al Pride mette traduttori nella lingua dei segni, percorsi per i disabili

e aree di decompressione per gli autistici.

Fuori dal Pride - su Grindr, in discoteca, sui social - non abbiamo alcun potere,

quindi la polemica è totalmente irrilevante.

 

 

20 minutes ago, Almadel said:

 

quindi la polemica è totalmente irrilevante.

 

 

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Guarda che nessuno ha parlato di eleggere il presidente gay o di fare leggi per i single, basta guardare l'attuale momento storico:

Influenze culturali russe anti- lgbt e posizioni politiche  nazionali sempre più radicali hanno effetti sulla gente e possono peggiorare la realtà gay,portando possibilmente anche ad un regresso sul tema.

Edited by lr02
Almadel
3 hours ago, lr02 said:

Influenze culturali russe anti- lgbt e posizioni politiche  nazionali sempre più radicali hanno effetti sulla gente e possono peggiorare la realtà gay,portando possibilmente anche ad un regresso sul tema.

Noi sappiamo benissimo che tutte le destre europee sono al soldo di Putin.

Tranne la destra tedesca che è al soldo dei Cinesi.

Anche oggi la Meloni si è imbufalita perché l'Ucraina

ha osato attaccare la Russia senza chiederle il permesso.

(Senza contare la scenetta dei soldi degli oligarchi russi alla pugile italiana...).

E la cosa orribile è che il 90% della propaganda russa a favore della destra italiana

si fa tutta sulla pelle delle persone gay e transessuali.

MyleneFarmer
1 hour ago, Almadel said:

Anche oggi la Meloni si è imbufalita perché l'Ucraina

ha osato attaccare la Russia senza chiederle il permesso.

che cosa doveva dire?  "spero che Mosca venga rasa al suolo" ? si chiama finzione scenica... l'hanno fatto tutti i paesi UE e gli USA pure (ovvero far finta di non essere stati avvisati dell'attacco ucraino in territorio russo). Se ci fosse stato il PD alleato con Conte non avrebbero dato neanche quel poco di armi che la Meloni ha dato agli ucraini. 

Edited by MyleneFarmer
2 minutes ago, MyleneFarmer said:

l). Se ci fosse stato il PD alleato con Conte non avrebbero dato neanche quel poco di armi che la Meloni ha dato agli ucraini. 

 

Chiunque al governo le avrebbe mandate pena la chiusura dei  commerci da parte dei partner, é davvero una ovvietà imbarazzante.

Ricordo un bellissimo twink francese, stereotipo del twink gay francese, bellissimo, in Erasmus a Milano, si avvicinò al collettivo gay della mia università, io sono sempre stato piuttosto timido, gli sciacalli degli altri lo hanno circondato, isolato e poi invitato a feste private che a me erano precluse. Indovinate che feste erano? Se poi pensate che le stesse persone mi hanno sfanculato quando hanno saputo fossi entrato in Dottorato, e che queste, dopo la laurea, sono entrate nel board di Arcigay Milano e ne sono rimaste per diverso tempo...avete un quadro completo dei personaggi sciacalli che sono. Tra l'altro il karma li ha puniti, stanno svolgendo ancora lavori precari e mal pagati, più di me

Edited by Pugsley
20 hours ago, Paedicator1987 said:

Nessuno alla fine che dica chi pagherebbe un aumento del costo del lavoro del 25%.

Aumento della produttività?   del 25%?  mi sembra improbabile.  Al massimo si potrebbe ipotizzare un 5% e probabilmente non in modo costante nel mese.

Come sempre si fanno i conti senza l'oste.

Ho già risposto indirettamente facendo l'esempio della Francia.

Gli aumenti dei costi non sono stati evidentemente così significativi, altrimenti PIL e produttività non avrebbero continuato a crescere in modo sostenuto senza alcuna flessione negativa.

Di analisi se ne possono trovare parecchie.

Cito (tradotto dal francese): 

Tra i principali paesi, la Francia è quella che ha ridotto di più i costi unitari orari del lavoro nel settore manifatturiero nel periodo 1997-2002 (grafico 1). In termini di costo salariale per l'economia nel suo complesso, solo la Germania ha fatto meglio della Francia in questo periodo.

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L'attuazione delle leggi Aubry non ha quindi portato a un calo della competitività dell'economia francese. Gli elementi esplicativi sono ormai ben noti: l'aumento dei salari orari legato al passaggio alla settimana di 35 ore è stato compensato dalla moderazione salariale [1], da un'organizzazione del tempo più flessibile che ha consentito un miglioramento della produttività oraria del lavoro (tabella 1), dall'abolizione dei pagamenti degli straordinari [2] e, infine, dagli aiuti di Stato sotto forma di riduzione dei contributi previdenziali [3].

 Fonte: https://www.ofce.sciences-po.fr/blog/35-heures-deteriore-economie-francaise/

Ho aggiunto alcune note: 

[1] Da notare che nonostante la "moderazione salariale" il salario medio in Francia dal 1990 al 2020 è cresciuto del 31,1%, dato in linea con quello tedesco e più alto di quello di molti paesi dell'Europa occidentale.

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[2] Per abolizione dei pagamenti degli straordinari si intende che i datori di lavoro hanno costretto i propri lavoratori a non fare più ore rispetto a quelle da contratto per ridurre i costi. Per legge infatti le prime 8 ore di straordinario (da 36 a 43) vanno pagate maggiorate del 25%, oltre maggiorate del 50% (da 43 a 48). Più di 48 ore non si può lavorare. Gli straordinari comportano quindi un costo non indifferente per l'impresa.

[3] Allo stesso link alla fine c'è un analisi dell'impatto sulle finanze pubbliche (traducibile con il traduttore automatico di Chrome se non si parla francese). La conclusione è: 

In sintesi, tenendo conto dell'equilibrio macroeconomico, il costo aggiuntivo di queste riduzioni ammonta a tre miliardi di euro all'anno, ovvero 0,15 punti di PIL.

Un impatto quindi tutto sommato contenuto.

Edited by Uncanny

Beh però diciamo che questo ha consentito ai pensionati di non farl loro perdere capacità di spesa alle loro pensioni, il che è importante in un Paese dove i vecchi mantengono i giovani fino ad oltre i 35 anni.

Speciaslmente chi resta al Sud e non migra al Nord

In alternativa ci ritroveremmo sempre più le vacanze estive costose nel Sud italia

E andremmo tutti in Spagna e in Grecia, dove peraltro il naturismo lgbtaq+ è tollerato senza problemi

Edited by Pugsley

Non si dice a forma di anfora ma "a forma di mitria".

In ogni modo lì non si conta delle seconde generazioni senza la cittadinanza italiana, ma che sono ufficiosamente italiani, perché sono nati qui e frequentano le nostre scuole. Se ci chiedono la cittadinanza, saremmo tutti più tranquilli

MyleneFarmer

illegali a parte, che non sono ovviamente contati, si tiene conto dei residenti  e non di quelli con la cittadinanza:

si può essere residenti anche senza avere la cittadinanza. 

Edited by MyleneFarmer
8 minutes ago, MyleneFarmer said:

illegali a parte, che non sono ovviamente contati, si tiene conto dei residenti  e non di quelli con la cittadinanza:

si può essere residenti anche senza avere la cittadinanza. 

certo, ma chi è residente e senza la cittadinanza è trattato peggio...

Edited by Pugsley

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