Chesire_Cat Posted April 2, 2010 Share Posted April 2, 2010 ahm... vorrei farvi leggere una cosa che ho scritto un pò di tempo fa... Questa è la storia di un ragazzo. Un ragazzo colpito da una terribile maledizione: ciò che avrebbe desiderato si sarebbe avverato. I genitori, spaventati da quella maledizione lo segregarono in una stanza fatta di specchi, nei sotterranei del castello, così che non avrebbe desiderato niente. Passarono gli anni e il bambino ingenuo si trasformò in un adolescente. Il ragazzo, vivendo in una prigione di specchi, si era ormai abituato a vedere sempre e solo se stesso, così tanto che ormai non ricordava nemmeno più di possedere quel potere. In solitudine, chiuso in una stanza con i suoi incubi e i suoi difetti. Provava un odio gigantesco per la vita e la realtà, udiva i ragazzi della sua età divertirsi, sentiva il suo cuore battere ma senza un motivo, ascoltava le dolci parole che si scambiavano due amanti da quell’unica finestrella che aveva anch’essa i vetri riflettenti. Lui non le avrebbe mai provate quelle cose. L’unico momento in cui vedeva qualcos’altro che non fosse lui stesso, era quando il cibo gli veniva dato attraverso una piccola porticina che dava sulle cucine. La solitudine era così forte che ad un certo punto, il ragazzo, iniziò a distruggere uno ad uno quegli specchi. Un colpo, un altro, non sentiva il dolore alle mani, era sovrastato da quello del suo cuore. Le schegge si riversarono a terra, e con loro il ragazzo smise di piangere. Non era rimasta la speranza che qualcuno sarebbe venuto a prenderlo. Ormai tutti si erano dimenticati di lui. Egli espresse un unico desiderio, l'ultima scialuppa per salvarsi da quel mare di schegge dolorose: Di fuggire in un mondo solo suo. Ciò che era stata una maledizione si rivelò l'unica via di fuga. E così….il suo mondo prese vita. In quel suo mondo fittizio nessuno poteva più toccarlo, ferirlo o dimenticarlo. Un mondo in cui tutto è perfetto, meraviglioso. Un mondo in cui vivevano personaggi pronti ad amarlo. Il ragazzo decise di rimanerci per sempre. E così vi si rinchiuse. Nel castello scese un silenzio di gelo, come mai prima d’ora. Più nessun lamento, più nessun pianto, più nessun colpo o rumore di passi. I genitori si allarmarono e andarono a controllare la stanza, ma quando il padre la aprì vi non trovò altro che vetri in frantumi… In quel mare di schegge e riflessi, non c’era più niente di quello che era stato suo figlio.. Svanito. Nel frattempo nel suo mondo, il ragazzo provava i sentimenti scatenati dalla libertà, dall’amicizia e dall’amore verso persone care. Egli aveva aperto una porta verso il suo paradiso personale. Lì si sentiva protetto, sicuro. Nessuno lo avrebbe più escluso, o fatto soffrire. Passarono gli anni. I genitori si maledissero per l’errore da loro fatto, ma nessuno usciva da quella stanza. Morirono di tristezza pochi anni dopo. In seguito una nuova famiglia comprò quel castello. Un giorno il figlio del nobile aquirente del maniero, decise di esplorare la casa: passò in rassegna tutti gli angoli più nascosti finchè arrivò nei sotterranei, un posto in cui il padre non voleva che fosse andato. Aveva paura, ma come si sa, più si è impauriti e più si vuole proseguire. Scese le scale e si ritrovò di fronte ad una gigantesca porta di cristallo nero. La accarezzò intimorito e alla fine girò la maniglia. Di fronte a lui , si estendeva una gigantesca stanza piena di resti di specchi. Estasiato da quella vista, non si accorse che alla sua destra qualcosa si muoveva. Fra i riflessi delle schegge, animate da un raggio di sole passante dalla finestrella distrutta, Una figura poggiava con i piedi nudi su quelle lame senza provare dolore. Era il ragazzo del passato. Il povero figlio del nobile, ebbe la tentazione di fuggire e urlare, apppena lo vide, ma qualcosa lo bloccò: gli occhi di quel bambino di cristallo che lo guardava. Erano colmi di tristezza. Si avvicinò lentamente e gli chiese: “Hei… come sei arrivato quà giù? Chi sei tu?” Gli occhi tristi si abbassarono “Io sono il figlio di coloro che erano proprietari di questo maniero…tu invece?” “Io sono il figlio di quelli nuovi… ma quindi tu… tu… hai più di cento anni?!” “Oh… così tanto tempo è passato? Sai il tempo nel mio mondo non passa mai…semplicemente non esiste!” Il ragazzo voleva interrompere quella specie di fantasma di cristallo per delle spiegazioni, ma questo non glielo permise. "Ora capisco... ecco perchè non li ho trovati... Io ho vissuto tutto questo tempo in un mondo che mi sono creato per sfuggire alla realtà…” proseguì il ragazzo dagli occhi tristi “e ora ho solo il desiderio di andarmene da tutto e tutti, lasciare il mio mondo e quest’altro. Questo non è il mio posto. Io sono solo un ricordo del passato. Una rovina di ieri. Feci una promessa: finchè non avessi incotrato qualcuno, non me ne sarei andato. Ora che ti ho conosciuto voglio dirti una cosa, prima che me ne vada per sempre: La vita è fatta di tanti, tantissimi ostacoli, nel mio mondo, in cui tutto è perfetto, non esistono ma ciò rende il qualsiasi mondo terribilmente irreale e monotono. Ma soprattutto lo rende vuoto. Provo un grande freddo nel cuore. Fai sì che la tua vita non diventi mai come uno specchio: che riflette gli altri ma non se stesso. Fai che la tua vita sia piena di gioie ma anche di dolori perchè senza di essi , non riconosceresti gli attimi di felicità. Fai sì che nella tua vita tu resti sempre te stesso. Non permettere mai a nessuno di ferirti o di intrappolarti. Dona il tuo amore e assapora quello che ti verrà dato. Cammina con la testa alta e dì quello che pensi: perchè nessuno può dirti cosa pensare. Se vuoi qualcosa, non esitare, allunga la mano e prendila perchè non avrai altre occasioni di averla. Anche se non ci conosciamo, io ti considero un mio amico. Il mio primo e ultimo amico. Grazie di aver aperto la porta del mio mondo e avermi liberato “ Delle calde lacrime iniziarono a bagnare il viso del ragazzo del presente, nemmeno lui si capacitava del perchè, ma il suo cuore stava scoppiando di dolore per quel fantasma sconosciuto. “Ricordami”gli sussurrò quel principe dagli occhi tristi asciugandogli una lacrima. Il suo ultimo desiderio fù avverato. Piano piano quel ragazzo proveniente da un passato lontano sbiadì e l’ultima cosa che si vide di lui fù il suo sorriso e il suo tocco sulla guancia del suo primo e ultimo amico. Link to comment https://www.gay-forum.it/topic/13331-il-principe-degli-specchi/ Share on other sites More sharing options...
purospirito Posted April 7, 2010 Share Posted April 7, 2010 Link to comment https://www.gay-forum.it/topic/13331-il-principe-degli-specchi/#findComment-382074 Share on other sites More sharing options...
Thelema 93 Posted May 15, 2010 Share Posted May 15, 2010 Mi ricorda vagamente un racconto di Borges: "La scrittura di Dio" mi pare si chiamasse, comunque era nella raccolta l'Aleph. Detto questo mi è parso scritto bene, a parte un tempo verbale e qualche errorino qui e là. Ma soprattutto mi ha colpito il fatto che sembra essere un pò autobiografico. Magari mi sbaglio ma credo che tu sia un pò il figlio del vecchio proprietario: ti ritrovi rinchiuso in una gabbia di dover essere e l'unica possibilità che ti rimane è infrangerla attraverso la tua fantasia. Ti rendi però conto che questo non ti basta e ti esorti a non aspettare 100 anni per trovare il principe azzurro (figlio del nuovo proprietario), quando sarà troppo tardi. Però se posso dare un'idea per un finale alternativo, quello che ti voglio dire è che tutto ciò che crea e distrugge la nostra mente non è il nulla: infrangere gli specchi del mondo è il primo e concreto passo verso la creazione della nostra realtà. Non avere fretta, nessun uomo può essere intrappolato senza il suo consenso. Perché, come direbbe Castaneda, non viviamo in un mondo, ma sempre nella sua descrizione. Comunque complimenti. Link to comment https://www.gay-forum.it/topic/13331-il-principe-degli-specchi/#findComment-392167 Share on other sites More sharing options...
Chesire_Cat Posted May 16, 2010 Author Share Posted May 16, 2010 Mi ricorda vagamente un racconto di Borges: "La scrittura di Dio" mi pare si chiamasse, comunque era nella raccolta l'Aleph. Detto questo mi è parso scritto bene, a parte un tempo verbale e qualche errorino qui e là. Ma soprattutto mi ha colpito il fatto che sembra essere un pò autobiografico. Magari mi sbaglio ma credo che tu sia un pò il figlio del vecchio proprietario: ti ritrovi rinchiuso in una gabbia di dover essere e l'unica possibilità che ti rimane è infrangerla attraverso la tua fantasia. Ti rendi però conto che questo non ti basta e ti esorti a non aspettare 100 anni per trovare il principe azzurro (figlio del nuovo proprietario), quando sarà troppo tardi. Però se posso dare un'idea per un finale alternativo, quello che ti voglio dire è che tutto ciò che crea e distrugge la nostra mente non è il nulla: infrangere gli specchi del mondo è il primo e concreto passo verso la creazione della nostra realtà. Non avere fretta, nessun uomo può essere intrappolato senza il suo consenso. Perché, come direbbe Castaneda, non viviamo in un mondo, ma sempre nella sua descrizione. Comunque complimenti. La scrittura di dio? Mai letto :| mannaggia mi documenterò. Ci hai preso benissimo... scusami per gli errori ma l'ho scritta 2-3 anni fa e pensavo fosse corretta ma invece... vabbè. Cmq ripeto, è la verità ciò che hai detto. Anche tutt'ora il mio mondo permane come ultimo rifugio, come ultimo spazio di libertà. Il problema è che è difficile continuare a rompere specchi senza nessun risultato. Non ho incontrato ancora nessuno, non ho ancora provato niente. Visione un pò triste... Grazie mille per il tuo commento. L'ho apprezzato tantissimo. Link to comment https://www.gay-forum.it/topic/13331-il-principe-degli-specchi/#findComment-392345 Share on other sites More sharing options...
Isher Posted May 16, 2010 Share Posted May 16, 2010 Non avere fretta, nessun uomo può essere intrappolato senza il suo consenso. Ottima precisazione, ma questa è la prospettiva "sana". Ora, esiste la malattia. Quindi la prospettiva "sana" va re-instaurata, con uno scarto di consapevolezza. Per essere più chiaro: noi ci facciamo intrappolare, eccome. Allora bisogna fare una lotta («spezzare gli specchi») per capire che, se non siamo noi a dare il consenso a certe cose, persone, e situazioni, queste non possiedono, di per sé, potere su di noi. Ma bisogna fare un percorso, avere uno scarto di coscienza, per non darglielo più, questo potere. E contestualmente bisogna anche dirsi quanto ci può far comodo stare in una stanza che apparentemente è una prigione ma di fatto è anche un rifugio. Link to comment https://www.gay-forum.it/topic/13331-il-principe-degli-specchi/#findComment-392347 Share on other sites More sharing options...
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