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Mattia88

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Salve!! Questa storia è scritta dal punto di vista di un ragazzo che racconta sul blog.

E' la prima che scrivo.. Buona lettura!

 

Dal blog di Federico, Sabato 25/05

Fare shopping mi è sempre piaciuto, soprattutto quando sto cercando qualcosa per me e dopo infinite ed estenuanti ricerche trovo esattamente quello che cercavo. Specifichiamo mi piace fare shopping per me, sì lo so sono egoista… Ma avete mai provato a fare shopping con una ragazza che ti fa girare il centro, entrare in tutti i negozi che vede, guardare ogni singolo capo di vestiario, anche i più orrendi, provarseli e poi uscire per cercare nel prossimo negozio? Scommetto che almeno una volta vi è capitato. Potete voler bene quanto volete a quella ragazza, anche amarla, ma scommetto che nessuno di voi lo ha trovato divertente, quindi non potete biasimarmi più di tanto se dico che fare shopping è bello ma solo se lo si fa per se stessi.

Ad ogni modo sabato scorso ho in parte cambiato idea. Al momento la mia teoria è in revisione, e mi sento abbastanza coraggioso da dire che non sempre fare shopping con una ragazza è così terribile come può sembrare.

Sabato scorso appunto sono uscito con le mie tre migliori amiche Jennifer, Silvia e Jessica. Io purtroppo non potevo comprare niente dato che avevo già speso i soldi del mese. Ci siamo incontrati come sempre davanti a casa della Silvia alle tre del pomeriggio. Abbiamo preso una sola macchina e ci siamo diretti verso il centro di Milano. Per essere metà Maggio c’era veramente caldo quel giorno, quindi avevamo tutti optato per un look molto estivo. Jennifer portava una maglia a fascia verde, un paio di shorts di jeans e Converse verdi. Silvia aveva una canottiera rosa, shorts bianchi e Converse rosa. Jessica una maglietta nera, jeans lunghi e infradito. E io? Io avevo la mia maglietta viola preferita, quella con la stampa di una mucca vestita da geisha, pantaloncini corti di jeans e Superga viola. Abbiamo parcheggiato la macchina, siamo scesi e ci siamo avviati in centro chiacchierando tranquillamente, sembrava una scena tratta da Sex and the City. Perché si noi quattro quando usciamo ce la tiriamo un po’, non troppo eh! Solo il minimo…

“ Allora Fede con quel ragazzo… Come si chiama? Giacomo? Sì si Giacomo… Come è andata l’altra sera?”

“Je lascia perdere che è meglio… Penso che sia il ragazzo più sfigato che io abbia mai visto”

“Perché cosa è successo?” ha chiesto molto interessata Silvia.

“Cosa non è successo vorrai dire…” l’ho corretta subito, mettendomi a ridere.

“Ok correggo la domanda… Cosa non è successo?”

“Sai come la penso… Se mi devo mettere con un ragazzo voglio che ci sia del dialogo, voglio poter parlare con lui di tutto quello che mi passa per la testa, anche delle cazzate più insignificanti, e questo con lui non si può fare. Non perché sia stupido, ma perché vuole fare solo sesso. Quindi mi sono stancato e ieri sera ho troncato definitivamente qualsiasi cosa ci fosse tra di noi.”

“Bene direi che qui bisogna festeggiare tesoro! L’ho sempre detto che era un maniaco quel ragazzo! E io non mi sbaglio mai!” ha esclamato tutte contenta la Jenny.

Siamo scoppiati tutti a ridere. Lei la sa sempre molto lunga, non so proprio come cavolo faccia…

Ad ogni modo, abbiamo cominciato a entrare nei negozi, loro cercavano, io segnalavo, loro vedevano e provavano. Siamo entrati in circa quindici negozi di fila, prima di decidere di fare una pausa.

Ci siamo seduti ad un bar a prendere da bere e proprio in quel momento chi è passato? L’ex della Je. Quella sottospecie di armadio, con al posto dei capelli una scopa di saggina. Credo sia il più brutto ragazzo con il quale lei si sia vista. Ad ogni modo ignorandolo completamente abbiamo ricordato i tempi in cui stavano insieme e le litigate che ci cacciavano al cellulare. Mamma che risate, soprattutto quando la Je ci ricordò che una volta per guardarla non vide un palo e ci si schiantò contro.

 

Dopo questa breve pausa abbiamo ricominciato il nostro giro di acquisti. Io cominciavo a non poterne proprio più. Ci siamo fermati davanti alla vetrina di un nuovo negozio che hanno aperto in Via Monte Napoleone. Con la grazia che ci contraddistingue, siamo entrati, incuriositi dalla vetrina. Il negozio sembrava deserto, c’eravamo solo noi, ma fregandocene abbiamo cominciato a girare e a guardare tutto quello che era appeso e piegato sulle mensole.

Io stavo dando le spalle alla cassa e non mi accorsi che da dietro il bancone era apparso un commesso, che mi si avvicino e disse:

“Buon pomeriggio, posso esserti utile?”

Ormai mi conoscete… Non ho potuto evitare di prendermi un colpo e fare un salto.

Mi sono voltato abbastanza alterato per dirne quattro a questo cretino che mi aveva fatto prendere un accidente e sono rimasto bloccato a metà con la bocca aperta.

Il commesso era alto poco più di me quindi circa un metro e ottanta, lunghi capelli neri tutti ricci, occhi blu, un naso alla francese veramente adorabile, due labbra carnose perfette per baciare e la barba di un paio di giorni. Fisico asciutto, anche se si vedeva dalla maglietta aderente che andava in palestra piuttosto spesso, jeans skinny neri e come potei constatare in seguito anche un sedere da urlo. Mentre io lo guardavo con occhi sbarrati, bocca aperta, incapace di emettere alcun suono, ammaliato da cotanta bellezza, lui mi guardava tranquillo e sereno, sorridendo.

“Posso aiutarti? Stai cercando qualcosa?”

“Ehm, no ecco… Io veramente…” stavo balbettando come un bambino. Che figura!

In mio soccorso arrivò provvidenziale come sempre la Je

“Ciao! Stiamo dando un’occhiata in giro… Però abbiamo visto queste magliette, ce le faresti provare per favore?”

“Certo. Allora direi che queste taglie dovrebbero andare bene. I camerini sono lì, scendi i gradini e li vedi.”

“Grazie mille!”

Nel frattempo mi ero ripreso e dato un leggero contegno, mentre le mie amiche si stavano avviando verso i camerini, mi sentii osservato e non potei fare a meno di sussurrare:

“Jenny ti prego fammi entrare nel tuo camerino!”

E lei quella pazza sadica del mio tesoro cosa fa? Mi guarda e se la ride…

Ero senza parole… Lei finisce di ridere e mi fa:

“Tesoro non essere così teso, attiva il gay radar perché qui dentro oltre a te c’è un altro ragazzo gay!” detto questo sparì dietro la tenda del camerino.

 

Ecco ero fregato! Stavo andando in panico. Solitamente non sono molto timido, anzi mi piace conoscere gente nuova. Ma parlare tranquillamente come niente con quella specie di divinità era oltre le mie possibilità.

Non sapendo bene come fare mi appoggiai al muro fuori dall’area camerini.

Mi guardai intorno per cercare il commesso, ma era sparito di nuovo. Quindi decisi di sedermi nel puff rotondo che c’era in mezzo alla stanza, aspettando che le mie amiche finissero.

Mi ero seduto da circa cinque secondi quando lui con nonchalance mi si siede di fianco, si volta a guardarmi, mi sorride e con la sua voce sensuale mi dice:

“Piacere io sono Nicholas.” Mi stava anche porgendo la mano. Ero esterrefatto.

“Piacere io sono Federico.” Dissi stringendogli la mano, che restò per qualche secondo nella sua.

I suoi occhi mi stavano sciogliendo letteralmente mi guardava come se fossi stata l’unica cosa presente in quel negozio, in quella strada, in quella città, nel mondo.

“Fidati, il piacere è tutto mio… Sei qui con le tue amiche o stai con una di loro?”

Ok sarà anche la frase più banale del mondo ma detta da lui assumeva un nuovo significato, carico di eccitanti promesse da scoprire.

Io lo guardai e scoppiai a ridere, lui mi fissò un po’ sorpreso e un po’ offeso.

“Scusa… No sono soltanto amiche, non sto con nessuna di loro…”

“Bene bene, ottimo a sapersi. E sei fidanzato o single?”

“Single, non per scelta ma per volontà altrui. E tu?”

Ecco con la loro proverbiale puntualità le mie amiche erano uscite dai camerini e come furie arrivarono per chiedermi come stavano, se le magliette le facevano grasse, smilze, brutte o vecchie. Calmate e rassicurate le mie amiche su quanto stessero bene e dopo che loro ebbero preso altri vestiti da provarsi, Nicholas si rimise a sedere di fianco a me, stavolta però più vicino. Quel ragazzo stava cercando di farmi impazzire.

“Tornando al discorso di prima… Sono single, anche io per volontà altrui…”

Mi fissava con quegli occhi e il mio cervello era in tilt, mi immagino la scena: i miei neuroni che girano e si scontrano tra di loro, urlando al tilt e al blackout.

“Non vorrei sembrarti invadente, però come mai un ragazzo carino come te è single?” mi chiese.

“Perché trova solo dei ragazzi idioti che pensano solamente al sesso…”

Nicholas si mise a ridere, una risata sincera, cristallina, semplicemente divina.

“Cretini. Oltre al sesso c’è altro. Parlare con la persona che ti piace e che ami credo sia bellissimo.”

“Sono assolutamente d’accordo. Il sentimento non si può basare solo sull’amore carnale.”

“Hai perfettamente ragione. Eh dimmi… sei etero, bisessuale o gay?”

Alla fine me l’aveva chiesto! La sentivo nell’aria quella domanda…

“Sono gay.” Lo guardai con un’aria di sfida, come a dire se hai qualche problema sono affari tuoi.

Ma lui mi sorrise, si passo la lingua sulle labbra in un modo che di etero e casto non aveva proprio niente. Non sapevo se saltargli addosso sul puff, scaraventarlo al muro o cosa. Notai anche il piercing che aveva sulla lingua, e come constatai quella sera baciare un ragazzo col piercing è semplicemente meraviglioso...

“Anche io sono gay e se devo essere sincero…” non finì la frase perché la Silvia con la sua solita delicatezza arrivò vicino a noi, pronta a comprare quello che aveva provato. Il primo pensiero che ho avuto quando l’ho vista è stato: << Ma proprio ora devi rompere i coglioni capra tibetana?>>.

Ma le voglio troppo bene per mandarla a quel paese. Notando però la mia occhiata dopo aver pagato disse che doveva fumare e uscì dal negozio, anche se la vedevo benissimo attaccata alla vetrina che cercava di vedere cosa facevamo noi due.

Io mi ero spostato e mi ero messo vicino alla cassa, davo le spalle a Nicholas per far segno a Silvia di spostarsi e non notai che lui mi si era avvicinato, finché non avvolse le sue braccia intorno alla mia vita e mi sussurrò all’orecchio:

“Se devo essere sincero… ti trovo molto carino, simpatico e interessante. Ti andrebbe di conoscerci meglio? Magari stasera… dopo cena?”

Le mie gambe tremavano vistosamente, mi sono anche dato un pizzicotto per vedere se stavo sognando, ma a parte il male la situazione non cambiò. Avevo le braccia di Nicholas che mi avvolgevano i fianchi e mi tenevano stretto a lui, il suo fiato che mi accarezza il collo facendomi rabbrividire di piacere e il suo corpo tonico premuto contro la schiena.

“Se devo essere sincero… ti trovo bellissimo, simpatico, intelligente e interessante. Per cui direi che stasera dopo cena, verso le nove, sono libero.”

Mi voltai senza sciogliere l’abbraccio e lo guardai negli occhi, era veramente bellissimo e voleva uscire con me, non ci credevo quasi.

Mi sorrise in un modo tenerissimo che mi fece sciogliere completamente e assumere un sorriso ebete.

“Perfetto Federico, però direi che purtroppo dobbiamo scambiarci i numeri di telefono e salutarci, le tue amiche ci stanno fissando…”

Mi voltai, la Jessica e la Jennifer ci stavano guardando con un sorriso che andava da un orecchio all’altro con i loro vestiti in mano.

“Ma no! Continuate pure, noi adesso torniamo di là!” disse Jenny.

“Si infatti, abbiamo scordato qualcosa nel camerino, tipo… il cellulare! Si si…” aggiunse la Je.

Nicholas scoppio a ridere e disse:

“Sciocchine, venite a pagare che è meglio!”

Mentre loro pagavano io e Nicholas continuavamo a guardarci, a sorriderci, a sfiorarci. Sembrava un sogno, ma per fortuna non lo era…

Ci siamo scambiati i numeri e ci siamo salutati, Nicholas ne ha approfittato per riabbracciarmi a tradimento da dietro, ma glielo concedo, è talmente bello che può fare qualsiasi cosa… con me ovviamente!

 

Non siate pesanti dicendo che ho aggiornato tardi il blog, lo so perfettamente.

Ma avevo di meglio da fare… non so se ci siamo capiti! ;-)

Ebbene si io e Nicholas ci stiamo frequentando, ci siamo anche già baciati. E se le cose continuano così questo blog sentirà parlare di lui ancora per molto!

A presto mie care lettrici e adorati lettori.

Un bacio (molto casto mi suggerisce Nicholas).

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