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[Racconto gay] Il rossetto perfetto


metalheart

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Marcello era in piedi davanti allo specchio di una profumeria, un tubo di rossetto in una mano, l'altro appoggiato sul fianco, mentre esaminava attentamente il suo riflesso. Aveva addosso un completo da donna in pelle rossa aderente che metteva in evidenza ogni curva, e i tacchi neri lucidi accentuavano la sua figura alta e slanciata. I capelli raccolti in un'acconciatura elaborata, un mix tra eleganza e audacia, cadevano in morbidi riccioli sulla nuca. Il trucco, come sempre, era perfetto.

Il jockstrap di pizzo? Stavolta era nascosto sotto una gonna al ginocchio, con un taglio asimmetrico che lasciava intravedere appena un lembo di coscia.

Stava provando il quarto rossetto della giornata quando, all’improvviso, sentì una voce squillante alle sue spalle.

"Ma tu sei un maschio!" esclamò una bambina, con un tono che mescolava innocenza e disapprovazione. Avrà avuto otto anni, con una coda di cavallo e un vestitino rosa acceso, e lo fissava con occhi spalancati come se avesse appena visto un fantasma.

Marcello non fece una piega, continuando a fissare il proprio riflesso mentre ruotava leggermente il polso per valutare la sfumatura del rossetto. "Geniale osservazione, davvero," disse con la sua tipica ironia, "dovresti fare la detective."

La bambina arricciò il naso, confusa e visibilmente infastidita. "I maschi non si truccano. Questo è per le femmine."

Marcello fece un sorriso perfetto, di quelli che sono metà gentili e metà velenosi. Si girò lentamente verso di lei, inclinando la testa come se stesse per rispondere a una domanda fondamentale sulla vita. "Ah, piccola, vedo che qualcuno ti ha insegnato delle cose molto noiose."

La madre della bambina, che stava osservando la scena da dietro uno scaffale, intervenne. "Tesoro, vieni qui. Non parlare agli estranei," disse, ma senza reale convinzione, con lo sguardo curioso mentre osservava la conversazione.

Ma la bambina, incosciente nella sua sicurezza, continuò. "Le vere femmine non si vestono così," dichiarò, guardando Marcello come se fosse una specie rara, strana, da catalogare.

Marcello si accovacciò per portarsi alla sua altezza, il viso vicino a quello della bambina, i tacchi che scricchiolavano lievemente sul pavimento lucido. "Ah, le vere femmine, dici? E tu ne conosci tante, vero?"

La bambina annuì con convinzione. "Sì! Le femmine come la mia mamma! Lei non si mette queste cose strane!"

Marcello rise piano, uno di quei risolini appena percettibili, ma carichi di sarcasmo. "Sai cosa c’è di divertente, piccola? Che le 'vere' femmine non si definiscono dai vestiti o dal trucco. Sono forti, sicure di sé, e non hanno paura di essere esattamente ciò che vogliono essere."

La bambina lo fissava, incerta se rispondere o ascoltare.

"Vedi," continuò Marcello, con un tono più dolce ma ancora tagliente, "una 'vera femmina' — come dici tu — potrebbe indossare una giacca di pelle, un abito di seta, o anche i pantaloni del papà, e sarebbe comunque straordinaria. E sai qual è il segreto? Non importa cosa indossa o cosa pensa la gente."

La bambina inclinò la testa, confusa ma intrigata.

"Tu pensi che questo rossetto sia solo per le donne?" Marcello indicò il tubetto di rossetto rosso fuoco che teneva in mano. "Beh, chi lo dice? Forse qualcuno te l'ha detto, ma sai cosa? Le regole, cara, le fanno solo le persone che hanno paura. Paura di ciò che non capiscono."

La madre della bambina si fece avanti, finalmente, cercando di interrompere la conversazione. "Mi scusi, non voleva essere maleducata."

Marcello si alzò, fissando la donna con un sorriso che trasudava superiorità. "Non c’è problema. I bambini sono solo specchi di ciò che sentono a casa."

La madre arrossì visibilmente, stringendo la mano della bambina. "Andiamo, tesoro, non disturbare il signore."

Prima di voltarsi per andarsene, la bambina lanciò un ultimo sguardo a Marcello, che fece un sorriso più ampio, tracciandosi lentamente il contorno delle labbra con il rossetto, fissandola intensamente mentre lo faceva. Poi, con un movimento esagerato, fece schioccare le labbra e aggiunse: "Ecco, così si fa. Prendi nota."

La bambina, senza dire una parola, si strinse alla madre mentre veniva trascinata via, ma lo sguardo sul suo viso era cambiato. Confusione, certo, ma anche una nuova luce di curiosità.

Marcello si guardò di nuovo allo specchio, soddisfatto del lavoro. Il rossetto era perfetto. "Lezione del giorno: il rosso sta bene a chiunque, basta avere il coraggio di indossarlo."

Con un sorrisetto compiaciuto, posò il rossetto sul bancone e si allontanò, sicuro che nessuno, nemmeno una stupida bambina omofoba, avrebbe potuto dimenticare quello che avevano appena visto.

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MyleneFarmer

Un topos letterario sempre interessante e ricorrente ma il racconto pecca di originalità: sembra la storia di Elenoire Ferruzzi che va in profumeria alla Rinascente e si spoglia davanti alla mamma transfobica e alla commessa due lire che diceva che lei non era una vera donna.

 

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2 hours ago, MyleneFarmer said:

Un topos letterario sempre interessante e ricorrente ma il racconto pecca di originalità: sembra la storia di Elenoire Ferruzzi che va in profumeria alla Rinascente e si spoglia davanti alla mamma transfobica e alla commessa due lire che diceva che lei non era una vera donna.

 

Lo penso un racconto fantasioso

Una narrazione improbabile di Elenoire

Sarebbe andata sui giornali se fosse accaduto veramente

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MyleneFarmer
12 minutes ago, Pugsley said:

Lo penso un racconto fantasioso

Una narrazione improbabile di Elenoire

vabbé ovvio, un po' come i racconti fasulli di fr33dog e di altri gay simili etc...

è una cosa generazionale di certi gay/LGBT inventare storielle interessanti e intrattenenti 

per costruirsi il personaggio dei gay/LGBT vincenti che ce l'hanno fatta nella vita. Comunque sono cose simpatiche e divertenti da ascoltare a cena.

Servono a rafforzare il gruppo. 

Edited by MyleneFarmer
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22 minutes ago, MyleneFarmer said:

è una cosa generazionale di certi gay/LGBT inventare storielle interessanti e intrattenenti 

per costruirsi il personaggio dei gay/LGBT vincenti che ce l'hanno fatta nella vita. Comunque sono cose simpatiche e divertenti da ascoltare a cena.

Servono a rafforzare il gruppo. 

Trovo sia una bugiarda e basta

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