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Lingue straniere


stefan

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Vero. Nel caso di Bromuro, puoi dire che stai parlando con qualcuno, ma non specifichi se ci stai parlando al telefono, al microfono, o di persona. Quindi non è sostituibile.

E nel caso di Placebo, certo puoi dire che stai parlando in chat, ma non si può scappare dall'uso della parola inglese.

Almeno si scampa l'italianizzazione, certo. Ma dobbiamo rassegnarci all'uso di terminologia inglese nell'italiano. Altrimenti staremmo ancora tutti davanti all'elaboratore elettronico impegnati in conversazioni telematiche. E addio fluidità della lingua ehehe

Sono il primo che si batte per l'uso del termine corretto italiano invece di quello inglese, ma in certi casi quello inglese è semplicemente più appropriato.

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Ma ragazzi a questo punto dipende da cosa intendete voi per parlare una lingua. In nessuna lingua i parlanti nativi sanno a memoria e applicano correttamente tutte le regole grammaticali. Come si fa a pretendere che un italiano sappia la differenza tra present perfect e present perfect continuous, quando ci sono inglesi che non conoscono i simple past dei LORO STESSI verbi irregolari?? Sai quanta gente specie al nord dice "I seen" invece di "I saw"?

Io guardo piu' che altro alla capacita' di sopravvivenza - e secondo me l'inglese che devi conoscere a fini di sopravvivenza e' semplice. Soltanto per il bombardamento mediatico e' piu' semplice l'inglese perche' si e' esposti a molti piu' vocaboli e ad alcune frasi basilari (per quanto talvolta abbiamo appurato mal pronunciate), nessuno realizza slogan pubblicitari in tedesco o in russo.

Casomai beneficenza, ad ogni modo a me non da' fastidio, ma forse e' perche' non vi sono esposta direttamente. Io parlo inglese 90% del tempo e nel tempo rimanente, a casa mia, parlo un ibrido, dove spesso le parole in italiano non ti vengono e quindi mischi, o italianizzi i verbi inglesi (enjoyare e' un termine che ho sentito usare almeno una volta a tutti gli italiani trapiantati in paesi anglofoni)

 

 

Ammetto che a volte ho sentito anche io obrobri grammaticali in UK e anche da parte di cittadina USA in Irlanda, ma non è che tutti i parlanti nativi siano così ignoranti :sisi:

Se sei un turista un inglese base va benissimo, ma se desideri essere uno studioso, non ti puoi accontentare di frasi laconiche e sgrammaticate-.-

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Vero. Nel caso di Bromuro, puoi dire che stai parlando con qualcuno, ma non specifichi se ci stai parlando al telefono, al microfono, o di persona. Quindi non è sostituibile.

E nel caso di Placebo, certo puoi dire che stai parlando in chat, ma non si può scappare dall'uso della parola inglese.

Almeno si scampa l'italianizzazione, certo. Ma dobbiamo rassegnarci all'uso di terminologia inglese nell'italiano. Altrimenti staremmo ancora tutti davanti all'elaboratore elettronico impegnati in conversazioni telematiche. E addio fluidità della lingua ehehe

Sono il primo che si batte per l'uso del termine corretto italiano invece di quello inglese, ma in certi casi quello inglese è semplicemente più appropriato.

 

...purtroppo in Italia riguardo all'orgoglio nazionale siamo un po' complessati (a causa del fallimento del fascismo) e sulla difesa linguistica siamo meno pronti ed efficaci dei francesi o spagnoli che invece prontamente traducono tutto (il computer nei paesi francofoni viene chiamato ordinateur).  

 

 

...in ogni caso più che verso all'inglesizzazione si va verso ad una internazionalizzazione dei lessici: Ciao, Pizza, spaghetti, bella vita, scaloppine, salami, tortellini, papparazzo, Nutella e cappuccino (italia); sauna (finlandese); brioches, crepes, foulard, scart (la famosa presa scart acronimo di: Syndicat des Constructeurs d'Appareils Radiorécepteurs et Téléviseurs), batuage (francia); pissing, farting, leggins e jeans (Uk-USA); Hamburgher, Dobermann (Germania); samurai, ninja e manga (Jappone); saudade (Brazil-Portogallo).

 

Dunque l'importante per la lingua italiana non è tanto difendersi, come fanno Spagna e Francia, dalla inevitabile internazionalizzazione della nostra lingua... quanto invece dobbiamo attaccare il resto del mondo e tentare con ogni mezzo di imporre i nostri fanastici termini italici come planetari...  questo se non altro garantirà l'eternità a un buon numero di vocaboli nostrani.

 

C'è da dire anche che chi bacchetta il suo paese, l'Italia, accusandola di italianizzare dei termini inglesi commette un harakiri socioculturale ingiusto... infatti la verità storica dimostra come anche questi tanto decantati inglesi (...che secondo me devono almeno metà di tutte le loro fortune alla politica imperialista dei secoli scorsi che gli ha permesso di assoggettare mezzo mondo concedendogli un incredibile vantaggio commerciale con cui campano ancora oggi... perché a dati fatti, L'Italia ha una produttività maggiore rispetto all'UK, e tutta la nostra potenza industriale della Padania se la sognano in Inghilterra!) abbiano ben che bene nazionalizzato molti termini anche loro, alcuni di pure di origine italiana. In fondo è una sorta di nemesi storica: Enrico VIII, per raffinare la sua corte, chiamò in inghilterra tonnellate di gentiluomini e dame di Firenze, che allora era la capitale culturale d'Europa. Dal calcio fiorentino nacquero il calcio moderno e il rugby; vi fu una colonizzazione culturale massiccia e molti vocaboli italiani entrarono prepotentemente nella lingua Inglese. Gran parte di queste parole italiane arcaiche, che da noi sono cadute in disuso, adesso ci vengono restituite: target -dall'italiano targhetta (piccolo scudo rettangolare usato come bersaglio nelle giostre); to quit - dall'italiano quittare; to flirt - dall'italiano fiorellare etc.

...lo studio dell'etrimologia delle parole porta a volte a ritrovare dei legami tra le varie parole e le varie nazioni che sono incredibilmente vari...tipo bistecca, da beef (inglese), ma che viene dal francese bouf, poichè in inglese il bue si chiama ox.

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Sono assolutamente d'accordo con Sissy. Usiamo tantissime parole che provengono da altre lingue, non è un fenomeno di oggi. E non possiamo frenarlo. E' giusto codificarlo nel dizionario (sono sempre più i neologismo, e l'Accademia della Crusca lavora a pieno ritmo eheh).

Il termine guerra ci arriva dal tedesco (in latino è bellum), il termine canoa è taino (indoamericano), così come il termine amaca, il termine bistecca è un'italianizzazione di beef steak, il temine mais (chi dice più granturco?)è anche lui indoamericano, e via discorrendo.

Mettiamoci l'animo in pace, non si può fermare l'avanzata. Ci aveva provato Mussolini con l'italianizzazione: il risultato è che in tutti i film del fascismo troviamo nomi tipo Giovanni, Giacomo, Ernesto, Enrico etc, invece della controparte originale. E l'esagerazione sembrava un po' ridicola. E non è servita a nulla. Oggi con internet si bypassa (altro inglesismo, fatemi causa.  :sisi:) ogni vaglio e le parole entrano nel parlato. Come tutti i ragazzini e BM (bimbiminkia) che usano "fail", di moda adesso negli States.

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Sono assolutamente d'accordo con Sissy. Usiamo tantissime parole che provengono da altre lingue, non è un fenomeno di oggi. E non possiamo frenarlo. E' giusto codificarlo nel dizionario (sono sempre più i neologismo, e l'Accademia della Crusca lavora a pieno ritmo eheh).

Il termine guerra ci arriva dal tedesco (in latino è bellum), il termine canoa è taino (indoamericano), così come il termine amaca, il termine bistecca è un'italianizzazione di beef steak, il temine mais (chi dice più granturco?)è anche lui indoamericano, e via discorrendo.

Mettiamoci l'animo in pace, non si può fermare l'avanzata. Ci aveva provato Mussolini con l'italianizzazione: il risultato è che in tutti i film del fascismo troviamo nomi tipo Giovanni, Giacomo, Ernesto, Enrico etc, invece della controparte originale. E l'esagerazione sembrava un po' ridicola. E non è servita a nulla. Oggi con internet si bypassa (altro inglesismo, fatemi causa.  :sisi:) ogni vaglio e le parole entrano nel parlato. Come tutti i ragazzini e BM (bimbiminkia) che usano "fail", di moda adesso negli States.

 

 

Ma il problema non sono parole mancanti nel nostro vocabolario-ad esempio quelle della tecnologia- e quindi integrate nel parlato e nello scritto. Qui il problema è sostituire una parola italiana esistente con una inglese...a te non fa ridere"la nostra mission"..."è molto fashion"..."sono una persona molto easy" :D

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...purtroppo in Italia riguardo all'orgoglio nazionale siamo un po' complessati (a causa del fallimento del fascismo) e sulla difesa linguistica siamo meno pronti ed efficaci dei francesi o spagnoli che invece prontamente traducono tutto (il computer nei paesi francofoni viene chiamato ordinateur).  

Brava è a questo che mi riferivo. Forse il vero "to chat" non è proprio un esempio calzante.

Molte volte vedo l'uso di parole inglesi laddove si potrebbe benissimo tradurre in Italiano. Un esempio sono le pubblicità, forse è una strategia di marketing... boh :D

 

PS: Ora sloggo dal forum, vado afk per un momento perché vado a mangiare uno snack che dopo vado a fare fitness.  :sisi::D

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a te non fa ridere"la nostra mission"..."è molto fashion"..."sono una persona molto easy" :D

 

Già, nei casi superflui come questi fa tra il ridere o l'irritazione.

Come il famoso "location".

 

Maledetti reality, tutta colpa loro  :sisi:

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  • 1 month later...

Io parlo l'inglese ad un ottimo livello(lo studio da diversi anni e son stata per pdiversi periodi, di cui due lunghi in Paesi in cui si parla la lingua)..l'ho sempre studiato, oltre al fatto che mi piace, eprchè è la lingua del lavoro, dei rapporti internazionali, della comunicazione, nonchè lingua fondamentale per la mia futura professione..

un altra lingua che ho studiato poco ma che mi piacerebbe approfondire è lo spagnolo

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  • 2 weeks later...

[un po' ot]parlavamo poco fa con un altro utente del forum delle traduzioni non traduzioni della Disney italiana che ha deciso di lanciare il suo nuovo film, non traducendo il nome della protagonista RAPUNZEL, tra l'altro nel trailer, pronunciato a cavolo e ci è rivenuto in mente che hanno già fatto questa scelta poco condivisibile (vedi Aladdin e Ariel)... come se avessero lasciato Snow white o Cinderella... bah[/un po' ot]

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Scusate se continuo l'OT, ma Ariel come si dovrebbe tradurre scusate? xD Se non è stato tradotto nella favola originale di Andersen né tantomento nella Tempesta di Shakespeare, non vedo perché nel film per bambini avrebbero dovuto. Ariel è Ariel in tutte le lingue!

/OT

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[un po' ot]parlavamo poco fa con un altro utente del forum delle traduzioni non traduzioni della Disney italiana che ha deciso di lanciare il suo nuovo film, non traducendo il nome della protagonista RAPUNZEL, tra l'altro nel trailer, pronunciato a cavolo e ci è rivenuto in mente che hanno già fatto questa scelta poco condivisibile (vedi Aladdin e Ariel)... come se avessero lasciato Snow white o Cinderella... bah[/un po' ot]

 

Pregasi ricordare gli anni di uscita di Biancaneve e Cenerentola... Le scelte traduttive sono cambiate nel corso degli anni, tutto qua.

Se Via col Vento fosse uscito adesso invece che nel '39 (o era '42?) dubito fortemente che Scarlett sarebbe diventata Rossella.

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  • 3 weeks later...

Sì, ma ormai nella coscienza collettiva Rapunzel è Raperonzolo, non si può lasciare nel nome originale! Come traduttore penso sia una scelta pigra e storicamente sbagliata, a meno che non sia stata la Disney stessa ad imporla.

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Perchè riporta semplicemente quello che è il nome originale, senza contare che la favola esiste in italiano da decenni e decenni e il nome Raperonzolo è ormai attestato. E' come se improvvisamente Biancaneve tornasse Snow White.

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Sì, ma ormai nella coscienza collettiva Rapunzel è Raperonzolo, non si può lasciare nel nome originale!

 

Bel plagio quella storia! L'originale l'ha scritta la scrittrice francese Charlotte-Rose de Caumont più di 100 anni prima..  :(:asd:

Il vero nome è 'Persinette'... :(

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  • 1 month later...
privateuniverse

Scusate se continuo l'OT, ma Ariel come si dovrebbe tradurre scusate? xD Se non è stato tradotto nella favola originale di Andersen né tantomento nella Tempesta di Shakespeare, non vedo perché nel film per bambini avrebbero dovuto. Ariel è Ariel in tutte le lingue!

/OT

 

A quanto mi risulta in italiano è Ariele.

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privateuniverse

Sì, ma ormai nella coscienza collettiva Rapunzel è Raperonzolo, non si può lasciare nel nome originale! Come traduttore penso sia una scelta pigra e storicamente sbagliata, a meno che non sia stata la Disney stessa ad imporla.

 

Probabile. Facilita, per esempio, lo sfruttamento commerciale del film, il merchandising etc.

Ma un elemento di pigrizia c'è. Pensiamo ai nomi dei luoghi geografici: perché dire "Kuwait City" invece di al-Kuwait, o New Delhi invece di Nuova Delhi, o Panama invece di Panamà?

(Però, ora che ci penso, anche anni fa, quando l'influenza del francese era maggiore, spesso si sentiva dire "Canadà".)

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Ah, se è per questo diversi posti nelle città cinesi sono date in italiano con nome inglese. People's Square, Oriental Pear Tower, North Sichuan Road.

Questo perché questi posti non hanno nomi ufficiali in cinese in caratteri latini.  :(

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privateuniverse

Ah, se è per questo diversi posti nelle città cinesi sono date in italiano con nome inglese. People's Square, Oriental Pear Tower, North Sichuan Road.

Questo perché questi posti non hanno nomi ufficiali in cinese in caratteri latini.  :(

 

Basti pensare a quando si designano i quartieri cinesi come "Chinatown", anche in italiano e in Italia.

Non è un po' la stessa cosa?

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  • 3 weeks later...

il nominativo è Anèr, gli altri casi prendono il delta epentetico.

Cercavo di fare uno pseudo-riferimento a Beverly Hills dato che da bambino non sono mai riuscito a spiegarmi il perché Andrea fosse femmina e poi una ragazza si chiamasse Donna... come se io chiamassi il mio cane Dog e il gatto Pussy o Gattapelata, ovvero quello che sarà non appena l'acchiappo.

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La mia parte del cervello che controlla il linguaggio deve essere minuscola o non esistere proprio. Sono negato in qualsiasi lingua, anche l'italiano  :D

Per mia fortuna dopo 5 mesi in spagna (e me ne mancano altri 5) almeno lo spagnolo lo so a livelli buoni!

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Guest etfetfetf

io ho sempre amato imparare nuove lingue per ora come straniera conosco bene il francese , ma l'inglese mi attizza molto sentirlo parlare quindi lo stimolo ce l'ho  :D

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Io sto sbattendo la testa con il giapponese, e rispolverando il mio inglese (ah i tempi d'oro in cui stavo a Londra..  :rotfl:) ..purtroppo l'insegnamento dell'università non è completo al massimo, quindi se uno vuole diventare veramente bravo deve assolutamente studiare anche per conto proprio con letture continue e più ascolto possibile

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Io ho studiato il francese a scuola

L'inglese da autodidatta e "costretto" da tutta la famiglia materna che è texana.

Il tedesco perché stavo continuamente con una famiglia di origini svizzere con la quale sono arrivato persino a leggere questa lingua in maniera impeccabile.

 

Per tutte e 3 purtroppo si è abbattuta la più grande piaga: non ne ho più fatto uso e ora ne comincio a risentire l'effetto.

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