Almadel Posted May 14, 2010 Share Posted May 14, 2010 L'esperienza descritta da Gaston è la piccola tragedia di un ragazzino che si sbuccia il ginocchio, lo dice a sua madre e lei lo prende a calci. Se ti riferivi a esperienze simili, ho completamente travisato quello che volevi dire. La sua unica sfortuna è stata quella di scoprirlo troppo presto. WinstonSmith - che ha aperto il topic - parlava chiaramente di opportunismo contrapposto alla necessità di liberarsi da una situazione odiosa. Nelle parole di Gaston leggo solo l'ingenuità e la speranza che la mamma possa aiutarci quando siamo in difficoltà e nulla - dico NULLA - che possa essergli, anche vagamente, addebitato. Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Gaston Posted May 14, 2010 Share Posted May 14, 2010 Ma quella credo sia l'esperienza di un ragazzino che fa CO prima di aver fatto esperienza della propria omosessualità sostanzialmente è il CO di un ragazzino che ha il dubbio di poter essere omosessuale e spera che i suoi genitori si facciano carico dei suoi dubbi. Il problema allora diventa un altro ed è il Dubbio, non la depressione o la ribellione Il dubbio era una sovrastruttura, sapevo bene di essere omosessuale, le insicurezze derivavano solo da inconsce paure che facevano un po' da velo di maya, ecco perché ho fatto l'esempio del bambino che fa l'incubo. Però si, son d'accordo sul fatto che la mia esperienza sia circoscritta, o anche simile ad altre ma limitatamente ad una certa periodo della vita... Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Isher Posted May 14, 2010 Share Posted May 14, 2010 E' piuttosto deludente vedere che in un Forum gay ci siano delle idee così confuse su cosa è un CO. Il CO è la risposta al minority stress: punto e basta. E' la risposta all'omofobia, alla disistima di sé, al basso potenziale di vitalità derivante dall'essere minoranza celata che non può o non riesce a esprimersi, e infine alla introiezione dell'omofobia, alla cosiddetta omofobia interiorizzata, che procura vario tipi di disagio: autocritica e critica distruttive, incapacità ad agire, depressione, tristezza, tendenza a isolarsi, incapacità ad affermarsi come gay. Se uno ha un cancro non è che facendo CO guarisce. Se uno ha le valvole mitraliche compromesse il CO non gli giova. Se voi utilizzate i disagi-altri di una persona, quelli che con un CO non c'entrano niente, per sconsigliare e svalutare il CO, state facendo, consapevolmente o inconsapevolmente, un errore grossolano. E lo fate non perché siete stupidi, ma perché ogni scusa è buona per (non) guidare una Dedra (ricordate questa pubblicità)? Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Silver Reflex Posted May 14, 2010 Share Posted May 14, 2010 Mi hai chiesto cosa leghi un CO a depressione/confusione/solitudine. L'esempio di Gaston mosta come il dubbio generi confusione che come tale porta a cercar chiarezza, una chiarezza che si concretizza in un disperato CO che in realtà non ha lo scopo di dire al mondo "io sono così", ma più quello di dire "Sono così?" Se la domanda è: parlando parlando siamo finiti sul rasoio dell'off topic? La risposta temo sia si. Per il resto, onestamente faccio fatica a capire dove si trovi la barriera che separa la parte di discorso che non capisci da quella che non condividi e su cui vuoi dibattere. EDIT: Isher, qui più che consigliare si stava semplicemente analizzando il comportamento umano; personalmente apprezzo che da riflessioni e punti di vista ognuno possa poi trarre la propria soluzione Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
conrad65 Posted May 14, 2010 Share Posted May 14, 2010 ... [...] Che ragione aveva per dirlo ai suoi genitori, si chiese, quando per anni aveva evitato con tanto successo questo confronto? Era per loro che voleva fare questa rivelazione, perché si meritavano di sapere la verità? O era per se stesso, come aveva insinuato Eliot, per liberarsi alla fine del peso di quel segreto? [/i] l'approccio del "cui prodest" qui non è applicabile vivere la propria affettività in piena luce, quindi il CO, è un diritto umano i diritti umani non sono negoziabili vedendo la cosa dall'esterno una dichiarazione su noi stessi non può oggettivamente arrecare alcun danno a chicchessia e l'ostilità di ritorno, quando c'è, svela e smaschera un tentativo di condizionamento ed espropriazione in atto sulla nostra vita da parte di chi esercita tale ostilità condizionamento ed espropriazione queste si indebite ed inaccettabili Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Isher Posted May 14, 2010 Share Posted May 14, 2010 Isher, qui più che consigliare si stava semplicemente analizzando il comportamento umano; personalmente apprezzo che da riflessioni e punti di vista ognuno possa poi trarre la propria soluzione Si certo: anch'io sono pluralista, aperto e problematico. Tuttavia me sembra che gli imput che provengono da un forum-gay dovrebbero essere di chiaro appoggio al CO, e poi a partire da questo punto generale analizzare situazioni particolari e fare debite distinzioni rispetto a condizioni che siano obiettivamente molto difficili, svantaggiate, pesanti. Il mio approccio è questo, da qualcosa come 2000 post, ed è opposto a quello di altri tra noi: ma va bene così. Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Casper Posted May 14, 2010 Share Posted May 14, 2010 Per rispondere a Casper, non vedo alcun confine labile. Non fare coming out = semplificarsi la vita, punto. Questo è al di là di ogni considerazione morale, non ci confondiamo! Uhm... continuo a non essere di questa idea. Spiego brevemente perché: la paura di affrontare le POSSIBILI ma NON CERTE conseguenze di un CO molte volte fa sì che si continui a vivere oppressi dall'ansia del "non detto", in perenne bilico tra la voglia e la paura di essere sinceri. Questo non mi sembra un gran semplificarsi la vita... perché lascia in balia di un senso di disagio incancellabile, secondo me. Si certo: anch'io sono pluralista, aperto e problematico. Tuttavia me sembra che gli imput che provengono da un forum-gay dovrebbero essere di chiaro appoggio al CO, e poi a partire da questo punto generale analizzare situazioni particolari e fare debite distinzioni rispetto a condizioni che siano obiettivamente molto difficili, svantaggiate, pesanti. Il mio approccio è questo, da qualcosa come 2000 post, ed è opposto a quello di altri tra noi: ma va bene così. Certo Isher, la tua posizione è inoppugnabile dal punto di vista della difesa della propria integrità, che non deve essere negoziata con il prossimo. Come il 99% degli utenti ha avuto modo di constatare, un CO è in genere accompagnato da senso di sollievo per l'abbandono di una "maschera" e oltretutto sbatte in faccia al prossimo il fatto che i gay non sono folletti che abitano negli alberi, ma è altrettanto legittimo sostenere chi, per un verso o per l'altro, non se la sente (ancora) di fare tale passo. Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Isher Posted May 14, 2010 Share Posted May 14, 2010 Ma tu Casper stai parlando un CO non ancora fatto? I cui possibili esiti sono fantasmizzati? ma è altrettanto legittimo sostenere chi, per un verso o per l'altro, non se la sente (ancora) di fare tale passo. Caro Casper, è quello che io faccio sempre nei miei posts. Sostenere è una parola che mi va benissimo. Però dando una prospettiva. In altri termini, il mio messaggio è: il CO va fatto; poi sostengo chi ancora non ce la fa a farlo e gli dò tutto il mio aiuto. Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Casper Posted May 14, 2010 Share Posted May 14, 2010 Sì, mi riferivo al post di Loup-Garou, che definisce in modo assoluto l'equivalenza "CO = Semplificarsi la vita". Non sono dell'idea che il mentire (o se vogliamo addolcire la pillola, l'omettere) riguardo una parte essenziale di noi stessi come la sessualità sia una semplificazione, perchè è automaticamente castrante nell'impedirci di compiere i più banali atti che si compiono in un rapporto di amore: abbracci, baci, coccole... Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Loup-garou Posted May 14, 2010 Share Posted May 14, 2010 Uhm... continuo a non essere di questa idea. Spiego brevemente perché: la paura di affrontare le POSSIBILI ma NON CERTE conseguenze di un CO molte volte fa sì che si continui a vivere oppressi dall'ansia del "non detto", in perenne bilico tra la voglia e la paura di essere sinceri. Questo non mi sembra un gran semplificarsi la vita... perché lascia in balia di un senso di disagio incancellabile, secondo me. Ma certo che lo è, Casper. Una vita semplice non è sinonimo di una vita felice. Vivere nell'ombra, senza svelarsi, può causare, anzi senza dubbio causa, ansia, disagio, infelicità. Ma è più semplice affrontare questi disagi, che già si conoscono perché sono attinenti alla situazione di partenza, che non l'incognita delle reazioni dei genitori. Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Casper Posted May 14, 2010 Share Posted May 14, 2010 @Isher, Loup-garou : ok, ci eravamo un po' incartati nell'interpretazione delle altrui posizioni... ora ho afferrato le vostre Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Frugale978 Posted May 14, 2010 Share Posted May 14, 2010 E' vero è importante che lo si faccia per il bene proprio e dei genitori stessi. Perchè molte volte non si pensa alla reazione e le cause, parlo nel mio caso che purtroppo nel momento propizio accadde un fatto che diede un colpo netto allo status mentale e fisico dei miei, e di certo dargli "preoccupazioni" inutili per me a cosa mi gioverebbe??? Vivo da 12 anni da solo, il mio compagno viene e va quando vuole(siamo un pò lontani), forse 10 anni fa avrebbero metabolizzato il fatto meglio, ora l'età avanzata e le malattie che si collezionano come figurine panini. Non rischierei come già un duro fatto di famiglia, li ha provati talmente tanto da vederli invecchiare di 20 anni in un mese(ragà è so stato male il doppio sia per il fatto che per i miei...), perchè dovrei scommettere su una reazione che a me ni cambierebbe nulla potendogli, se non dovessero accertarla fargli del male? Li amo, mi ammazzerei per loro, figuriamoci sapere che aggiungo preoccupazioni ai loro cuori già belli provati, da sto periodo che sembra non finire mai??? Si sa le malattie sono sempre esponenziali... "Perchè dovresti rischiare di fargli del male???" Se a noi non cambierebbe la vita" Questa è la domanda che mi ha fatto il mio compagno quando gli dissi "Ma secondo te, mi tocca dirglielo o no?"... Poi mi sono posto ste domande prese spunto da alcuni vostri commenti ricorrenti... Sollievo? Vivo solo e la mia vita è come quando trombavo con le ragazze e con le mogli degli altri Senso di colpa? Mi hanno insegnato fa quel che vuoi basta che tu sia felice Mentire? Non rispondo, non sapendo mentire Che miglioramenti avresti nella vita?? Nessuna, il mio compagno lo adorano neanche sapendo il perchè è spuntato nella mia vita, mi chiedono sempre d'invitare pure la suocera in vacanza :asd: Sinceramente lo vorrei dire, ma non per il C.O. in se per sè o la libertà o ben altro, ma perchè saprei che avrebbero una salute sana, anche da odiarmi magari lo accetterei(ne dubio, ma va bene), perchè sarebbero tornati i battaglieri che erano fino a poco tempo fa... Scusate lo sfogo, sicuramente inopportuno(da critca di qualcuno), ma per farvi capire che si deve sempre guardare anche gli altri, soprattutto di chi si ama... I Genitori, quelli Veri, che sono nati per esserlo, non ti dicono quando Piangono, Soffrono o Stanno per Morire; lo fanno sempre nel silenzio, continuano ad educarti nel dolore, ecco perchè una nostra rivalsa deve sempre valere il gioco e non il principio... Di principi a sto mondo ci si fanno le guerre, ma con chi si ama, per favore no! Perchè loro fino a che la loro luce non si spegne, saranno il nostro faro fino all'ultimo battito... Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Hinzelmann Posted May 15, 2010 Share Posted May 15, 2010 Tu hai un atteggiamento protettivo nei confronti dei tuoi genitori, ovviamente il punto potrebbe essere eventualmente quello di parlargli per tranqullizzarli, visto che la tua situazione sotto questo profilo è ottimale. Relazione stabile, ottimo rapporto dei tuoi con "l'amico" e con la "mamma dell'amico". Una situazione tranquilla, senza bugie ma con un muretto fatto di silenzi e tacite convenzioni. L'ottica potrebbe essere : non preoccupatevi per me, sono felice, il mio fururo è "rosa" A loro basta sapere che tu sei felice? Forse gli piacerebbe sentirsi dire che lo sei, che ti sei "sistemato" ( per ragionare in "genitorese" ) Non ti dico che lo devi fare se pensi che sia troppo tardi o loro siano troppo malati. Ma non dirti che glielo diresti solo perchè questo significherebbe al contrario che sono "sani e forti", perchè non è vero. Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Frugale978 Posted May 15, 2010 Share Posted May 15, 2010 Non sono protettivo, anzi sono quello che sprona tutti. "Camminare sempre anche quando il fiato manca". Ma sull'aspetto psicologico so che il limite è solcato da un bel pò, quindi sono sentimentaòe ma mai protettivo, rende debole la persona. E i deboli non sopravvivono in sta società che ha sempre il coltello fra i denti. Per i miei genitori il "Sistemato" è all'antica... Avere una buona salute, un lavoro e una casa. E vedermi godere la vita... e bè lì non mi posso lamentare, nonostante l'orco(il mio compagno è peggio di un mastino) che forse è più rompipalle dei miei ! Col mio post, volevo solo dire che i C.O. devo essere ponderati, mai "contro" ma a "pro" di chi si ama, ma soprattutto un grande "PRO" a se stessi!!!! Noi dobbiamo avere bisogno del C.O., gli altri devono sempre venire in secondo piano... Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
WistonSmith Posted May 19, 2010 Author Share Posted May 19, 2010 Assolutamente no :ok: Se vai avanti nella Lingua perduta delle gru vedrai come Phillip avesse pienamente ragione, come la vita gli darà ragione, e come proprio perché lui aveva ragione anche Elliot si modificherà... E la vita darà ragione anche a te, se farai e penserai come Phillip, e ti darà torto, se non farai come lui. Sono un po' Ot. Ho finito il romanzo e continuo a non essere d'accordo con te. Non vedo dove questa storia possa validare il tuo commento; non si parla di "ragione" ma di "eventi". Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
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