D. Posted June 28, 2010 Share Posted June 28, 2010 Messi da parte giochini e giochetti con i leghisti, propongo una riflessione maturata da tempo e sempre constatabile attraverso l'esperienza. Io lavoro per una grande impresa di distribuzione, la più sviluppata in Italia. Trascorro le ore lavorative costantemente a contatto con un pubblico mai omogeneo, anzi, sempre cangiante, multiforme: politici locali, musicisti, zingari, professori universitari, travestiti, immigrati, medici, poliziotti, ex detenuti, famiglie poverissime oppure ostentatamente abbienti, turisti di ogni latitudine, vecchine vedove da cinquant'anni, ubriaconi, infermieri, omosessuali, ritardati, culturisti, preti, operai, sindacalisti, fascisti andati, disabili, alti, bassi, biondi o mori; insomma, conosco ed interagisco con tutte le possibili classificazioni cui il genere umano allegramente si sottopone: questo perché, ovviamente, tutti necessitano di mangiare. Nonostante tutte le diversità possibili, la deontologia - che non si nutre certo di etica -, impone massimo rispetto; questo non in virtù di una affermata eguaglianza sociale (ideale o ideologica) quanto perché tutte le categorie confluiscono in una più ampia e generalissima, tale da spogliare ognuno del suo status universalmente riconosciuto, per porlo nella posizione finale del cliente. Un addetto quale io sono dovrà obbedire ai più alti dettami della morale cristiana degli ultimi trecento anni, proponendo a tutti uguale dignità, dacché ogni cliente spende (almeno in potenza), quindi è. Ora, se è consentita induzione, un caso particolare potrebbe sollevarsi all'universale, fino a portarmi a chiedere: quanto influisce il sistema economico di un Paese sulla determinazione 'valoriale' della diversità? In particolare il capitalismo, nel suo ruolo di defraudatore di umanità, può, paradossalmente, essere benefico l'omosessualità? La Storia ci insegna come le cose umane acquistino importanza solo quando utili, od economicamente rilevanti; il male morale si trasforma fino a rivoltarsi nel suo contrario, in una complessa metamorfosi da 'male' a 'conveniente'. Del resto si vede già fiorire in Europa e tutto Occidente una certa economia sull'omosessualità: campeggi appositi, locali specifici, in alcuni luoghi anche alberghi od ostelli. Si direbbe il gay si emancipi proprio nel ruolo centrale di un certo (vero e proprio) business prodotto su misura. Ma la domanda che più mi interessa, alla fine, è: divelto l'ordine etico, allontanato l'omosessuale dall'archetipo del peccatore, lo assolviamo non nei termini di uomo, pur sempre contenuti entro la moralità, ma in quelli di consumatore - il che è poi quel che accade a tutti -, oggettivandolo come fruitore di una microeconomia a suo unico interesse; impedito il transito da un gradino all'altro della scala gerarchica della società sorretta da nomos, ma anzi incentivato il trapasso da una collocazione strutturale ad un altra (morale --> economica); preclusa l'ascesa da homo sapiens tra altri homo sapiens, per essere ridotto a comune homo consumes; tenuto conto di tutto questo, cosa abbiamo ottenuto? Link to comment https://www.gay-forum.it/topic/14314-dellomosessualit%C3%A0-entro-il-capitalismo/ Share on other sites More sharing options...
Almadel Posted June 29, 2010 Share Posted June 29, 2010 Dividiamo i problemi? 1) Omosessuale lavoratore o cittadino? 2) Omosessuale consumatore o cittadino? 3) Comunità gay o Società gay? Link to comment https://www.gay-forum.it/topic/14314-dellomosessualit%C3%A0-entro-il-capitalismo/#findComment-400404 Share on other sites More sharing options...
Hinzelmann Posted June 29, 2010 Share Posted June 29, 2010 E' un discorso che si sente molto spesso: ma noi siamo UTILI ( ma lo dicevano pure gli ebrei nei campi di concentramento... "non ci uccideranno perchè siamo utili all'industria bellica tedesca siamo una "forza lavoro"... ) Se vogliamo pensare al capitalismo in chiave gay, più che al consumatore gay ( che è un cliente che vale come qualunque cliente nella misura in cui ha soldi da spendere ) dovremmo pensare all'imprenditore gay, cioè ad un protagonismo sociale nel capitalismo. Purtroppo ci sarebbe pure, ma è come se non ci fosse! Qualche volenteroso piccolo imprenditore ( non i grandi ) inizia oggi a fare qualcosina. Le realizzazioni sono poche, perchè laddove ci sarebbero i presupposti purtroppo le amministrazioni pubbliche ci boicottano. Prenderò quindi l'esempio triste del cittadino, inutile per eccellenza. L'anziano. Esiste un problema specifico gay? Sì a Pankow ha aperto il primo pensionato gay d'Europa, per il semplice fatto che SERVE ai gay che non hanno figli o reti familiari di aiuto e a cui quindi dovrebbe essere garantita la possibilità di un posto. Purtroppo senza contributi pubblici e convenzioni con i Comuni strutture del genere non le mantieni. Non bastano le pensioni dei residenti e il capitale iniziale donato da piccoli imprenditori gay ( edificio, ristrutturazione a norma etc. ) e quindi in Italia ci si scontra con amministrazioni ostili che rendono difficilissimo realizzare qualcosa. Link to comment https://www.gay-forum.it/topic/14314-dellomosessualit%C3%A0-entro-il-capitalismo/#findComment-400411 Share on other sites More sharing options...
Dreamtime Posted June 29, 2010 Share Posted June 29, 2010 Secondo me molto poco: quando si è poveri non si possiede alcun potere in quanto tali e non si possono combattere i pregiudizi, quando si è ricchi invece ci si attira l'odio della gente e la loro invidia, aumentando il pregiudizio. No, il censo non può portare cose buone in questo senso. Link to comment https://www.gay-forum.it/topic/14314-dellomosessualit%C3%A0-entro-il-capitalismo/#findComment-400417 Share on other sites More sharing options...
D. Posted June 29, 2010 Author Share Posted June 29, 2010 2) Omosessuale consumatore o cittadino? Mi interessava la figura dell'omosessuale redento dal grande capitalismo in quanto consumatore; laddove in parrocchia il chierico denuncia una delle colpe più abominevoli, l'imprenditore trascende la dimensione etica (dunque anche sociale), e fonda un vero e proprio giro d'affari su una condizione umana specifica, la quale, in virtù di questo centralismo economico, si troverà in qualche modo assolta. L'omosessuale consumatore di beni e servizi destinati a suo esclusivo consumo (non generali, quindi), genera una risposta sociale (nei limiti del bacino di investitori) fatta non di disprezzo di provenienza antropologica o religiosa, ma anzi vivo compiacimento. Insomma, per l'imprenditore non siamo malati, peccatori, contro natura, deviati et similia.. siamo un cumulo di guadagni: e pertanto abbiamo rispetto. D'altra parte, il caso di imprenditori pro-gay può essere paradigmatico per l'intera società, e questo perché, in genere, si tende ad assimilare per normale qualunque cosa tenda a creare un giro d'affari attorno a sé; fioriscono locali, ostelli, spazi pubblici et coetera, e la figura dell'omosessuale si insedia sempre più nell'immagine collettiva come prototipo di città. A meno che non si pensi che gli imprenditori 'friendly' siano peccatori od altro.. Quindi la domanda iniziale era: pur conoscendo gli effetti nefasti sull'uomo del capitalismo, siamo disposti ad ammettere un qualche effetto distensivo o benefico nei riguardi dell'omosessualità? Il che si traduce, più o meno, in: può il mero interesse di una parte del mercato, allargare il raggio d'azione dell'etica fino a modificare, seppur minimamente, la morale tradizionale? Ma soprattutto, siamo sicuri questa apparente apertura non sia un'arma a doppio taglio? Se vogliamo pensare al capitalismo in chiave gay' date=' più che alconsumatore gay ( che è un cliente che vale come qualunque cliente nella misura in cui ha soldi da spendere ) dovremmo pensare all'imprenditore gay, cioè ad un protagonismo sociale nel capitalismo. Purtroppo ci sarebbe pure, ma è come se non ci fosse! Qualche volenteroso piccolo imprenditore ( non i grandi ) inizia oggi a fare qualcosina. Le realizzazioni sono poche, perché laddove ci sarebbero i presupposti purtroppo le amministrazioni pubbliche ci boicottano. [/quote'] Ma allora, parlando di boicottaggio, dovremmo concentrarci sull'impresa e non sull'imprenditore; non credi? Link to comment https://www.gay-forum.it/topic/14314-dellomosessualit%C3%A0-entro-il-capitalismo/#findComment-400426 Share on other sites More sharing options...
Dreamtime Posted June 29, 2010 Share Posted June 29, 2010 Quindi la domanda iniziale era: pur conoscendo gli effetti nefasti sull'uomo del capitalismo, siamo disposti ad ammettere un qualche effetto distensivo o benefico nei riguardi dell'omosessualità? Il che si traduce, più o meno, in: può il mero interesse di una parte del mercato, allargare il raggio d'azione dell'etica fino a modificare, seppur minimamente, la morale tradizionale? Ma soprattutto, siamo sicuri questa apparente apertura non sia un'arma a doppio taglio? No.Il mercato gay è di nicchia ed è destinato a rimanere di nicchia.I gay sono il 5% della popolazione (almeno, così dicono le statistiche) perciò troppo pochi per dare una svolta al mercato e tramite questo all'etica e al comune ben pensare, e quel che è peggio non possono nè aumentare di numero nè diminuire.Un imprenditore dovrebbe essere davvero pazzo per vendere articoli che interessano solo al 5% della popolazione, e che magari molti di questi potrebbero non comprare per le più svariate ragioni.Un conto è avere un piccolo locale dedicato ad una minoranza, un altro è pensare di creare una grande impresa, e ancor più folle è pensare di poter cambiare il mercato e la mentalità attraverso questa.No, no, siamo fuori strada. Link to comment https://www.gay-forum.it/topic/14314-dellomosessualit%C3%A0-entro-il-capitalismo/#findComment-400429 Share on other sites More sharing options...
D. Posted June 29, 2010 Author Share Posted June 29, 2010 folle è pensare di poter cambiare il mercato e la mentalità attraverso questa.No, no, siamo fuori strada. Sensato e molto interessante. Ma sono terribilmente confuso: non ritrovo i passi ove abbia ipotizzato una rivoluzione del mercato. Non è che le evidenzieresti? Link to comment https://www.gay-forum.it/topic/14314-dellomosessualit%C3%A0-entro-il-capitalismo/#findComment-400431 Share on other sites More sharing options...
Almadel Posted June 29, 2010 Share Posted June 29, 2010 Guarda cosa è accaduto con l'eterosessualità maschile: le Tette sono diventate uno strumento di marketing. E' possibile che la Società Occidentale - a forza di vedere maschi nudi che si baciano in TV - smetta di trovarci scandalosi. Non mi pare che questo accada davvero; non in Italia, per lo meno; ma è un'ipotesi plausibile? Non citare la "religione" o il "peccato". Anche la masturbazione e la contraccezione sono condannate, ma a nessun etero interessa davvero; solo noi gay siamo ossessionati dai divieti spirituali. Link to comment https://www.gay-forum.it/topic/14314-dellomosessualit%C3%A0-entro-il-capitalismo/#findComment-400433 Share on other sites More sharing options...
D. Posted June 29, 2010 Author Share Posted June 29, 2010 Guarda cosa è accaduto con l'eterosessualità maschile: le Tette sono diventate uno strumento di marketing. Esattamente; l'interesse legittima il non-etico rendendolo etico. Almeno qualche volta. E' possibile che la Società Occidentale- a forza di vedere maschi nudi che si baciano in TV - smetta di trovarci scandalosi. Non mi pare che questo accada davvero; non in Italia, per lo meno; ma è un'ipotesi plausibile? In un tempo sufficientemente lungo, direi di sì. Prendiamo quella porcheria del signor Lee: credi che ai produttori interessasse il tema omosessualità? Hanno intravisto una grossa fonte di guadagno, e contemporaneamente hanno sensibilizzato. A farlo per semplice empatia, lo avrebbero fatto? Ancora una volta, l'interesse legittima. Non citare la "religione" o il "peccato". Cercavo di effondere chiarezza, ed ho fallito. Almeno c'è Al che capisce. Link to comment https://www.gay-forum.it/topic/14314-dellomosessualit%C3%A0-entro-il-capitalismo/#findComment-400436 Share on other sites More sharing options...
Monia Posted June 29, 2010 Share Posted June 29, 2010 Insomma, per l'imprenditore non siamo malati, peccatori, contro natura, deviati et similia.. siamo un cumulo di guadagni: e pertanto abbiamo rispetto. Oppure l'imprenditore continua a pensare tutto il male possibile ma se ne frega, basta che guadagni. Chi lo fa guadagnare è irrilevante. Link to comment https://www.gay-forum.it/topic/14314-dellomosessualit%C3%A0-entro-il-capitalismo/#findComment-400548 Share on other sites More sharing options...
D. Posted June 29, 2010 Author Share Posted June 29, 2010 Il che, a conti fatti, è esattamente lo stesso. Link to comment https://www.gay-forum.it/topic/14314-dellomosessualit%C3%A0-entro-il-capitalismo/#findComment-400564 Share on other sites More sharing options...
Monia Posted June 29, 2010 Share Posted June 29, 2010 Il che, a conti fatti, è esattamente lo stesso. Infatti. Per il capitalismo il fine è il guadagno. Chi o cosa lo permette è solo strumentale. Link to comment https://www.gay-forum.it/topic/14314-dellomosessualit%C3%A0-entro-il-capitalismo/#findComment-400569 Share on other sites More sharing options...
conrad65 Posted June 29, 2010 Share Posted June 29, 2010 ... quanto influisce il sistema economico di un Paese sulla determinazione 'valoriale' della diversità? In particolare il capitalismo, nel suo ruolo di defraudatore di umanità, può, paradossalmente, essere benefico l'omosessualità? influsice e molto per rendersene davvero conto occorre esaminare il caso americano qui assistiamo a due effetti 1) il primo effetto è la creazione di un mercato specifico di prodotti e servizi orientato a un consumatore gay I gay sono il 5% della popolazione (almeno, così dicono le statistiche) perciò troppo pochi per dare una svolta al mercato e tramite questo all'etica e al comune ben pensare, e quel che è peggio non possono nè aumentare di numero nè diminuire.Un imprenditore dovrebbe essere davvero pazzo per vendere articoli che interessano solo al 5% della popolazione, e che magari molti di questi potrebbero non comprare per le più svariate ragioni. questa considerazione è troppo semplificatrice e non tiene conto di alcuni fatti essenziali: - il consumatore gay è alto-spendente perché in genere non ha famiglia, quindi una percentuale elevata del reddito è dedicata al consumo personale - inoltre una elevata percentuale di gay è appartenente alla middle-upper class, con redditi più elevati della media - i gay esprimono dei "bisogni specifici", che possono essere soddisfatti da prodotti o servizi specifici - gran parte dei gay appartengono in genere alla categoria di consumatori che il marketing definisce "pionieri", o innovatori: sperimentano nuove tipologie di consumi/servizi e le"sdoganano" a livello di mercato di massa, che poi le consacra come moda - il gay tipicamente è sensibile alla qualità e/o al contenuto emotivo del prodotto e meno al prezzo insomma il gay è il consumatore "ideale", quello che ogni bravo stratega di marketing mira a conquistare pertanto quel 5% di gay che citi, in termini di fatturato e soprattutto di profitto, è una nicchia molto ambita del mercato del consumo di massa 2) il secondo effetto tiene conto del gay come "prestatore d'opera", ovvero parliamo di come la diversità gay impatti sul mercato del lavoro i gay mediamente sono più preparati e più dedicati al lavoro di quanto non siano gli etero inoltre sono spesso dotati in maggior misura di una serie di qualità immateriali che vanno dall'intelligenza tout court, all'intelligenza sociale ed emotiva sicuramente l'essere cresciuti in un ambiente per definizione "ostile" (è chiaro che la famiglia, etero per definizione, propone un modello che per il gay costituisce in radice l'origine di un potenziale conflitto psicologico) aiuta a sviluppare alcune delle caratteristiche su menzionate e inoltre i gay sono in genere maggiormente predisposti a cercare conferme e riconoscimenti sociali ed emotivi dall'ambiente di lavoro insomma, per farla breve, le maggiori corporation americane fanno a gara per attirare dipendenti gay offrendo ambienti assoutamente gay-friendly e tutta una serie di facilitazioni mirate a ricreare per i gay almeno le stesse facilitazioni previste per le coppie etero basta vedere quello che dichiarano le aziende nei loro siti c'è un elenco delle corporation "gay friendly" qui http://www.gayfriendlycompanies.info/content/category/4/13/26/ ma trovate anche altri siti che stilano classifiche ad esempio tra le grandissime HP, Boeing, Microsoft, Google e Goldman Sachs sono famose per la loro politica gay-friendly quindi: i risvolti economici e di mercato in USA causati dall'emancipazione gay sono stati molti ed importanti e certamente le due cose si sono influenzate a vicenda voglio dire l'emancipazione ha attivato un processo economico che ha poi facilitato ulteriore emancipazione un effetto non molto diverso avvenne un decennio prima con il femminismo ancora: il politico (in USA come altrove) in genere se ne fotte della morale lui non ha fatto, ove l'ha fatta, una politica gay-friendly perché scandalizzato dall'esistenza di una minoranza senza diritti l'ha fatta perché ha compreso l'enorme potenziale di sviluppo soprattutto economico che quella politica poteva scatenare e che di fatto ha scatenato (non è un caso che uno dei maggiori motori dell'innovazione in USA e nel mondo sia la California) Link to comment https://www.gay-forum.it/topic/14314-dellomosessualit%C3%A0-entro-il-capitalismo/#findComment-400570 Share on other sites More sharing options...
Hinzelmann Posted June 30, 2010 Share Posted June 30, 2010 Dissento da questa vostra impostazione "paramarxista" in salsa americana è il processo politico a determinare effetti economici e non viceversa un processo economico a determinare effetti politici. Se io ho un imprenditore gay cosciente che investe nella comunità gay ed una amministrazione pubblica che non boicotta, entrambi i fattori sono squisitamente politici. Al contempo la propensione media del gay alla spesa è la medesima, sia in società dove esiste un atteggiamento gay friendly sia in società più tradizionaliste ( non è che i gay Italiani spendano meno ) solo laddove esiste una comunità riconosciuta esiste una mercato dedicato: altrove esiste lo stesso mercato, ma NON riconosciuto. Così come gli stessi prestatori d'opera esistono pure in Italia solo che sono scapoli liberi da carichi familiari e non gay dichiarati ed assunti come tali ( con tanto di vanto aziendale per la policy open minded ) Non esiste paese al mondo in cui i gay abbiano prodotto più PIL dell'Italia.... questa è la innegabile verità. Il cd. "made in Italy" e tutti i settori del boom economico degli anni '80 sono stati per buona parte una invenzione di imprenditori gay. I gay americani non hanno avuto niente di paragonabile in termini economici, sia per impatto a livello nazionale, sia per concentrazione in distretti industriali etc. etc Ne dovremmo dedurre che dovrebbero essere i gay americani a venire ad imparare emancipazione da noi ed invece siamo nella situazione contraria. Link to comment https://www.gay-forum.it/topic/14314-dellomosessualit%C3%A0-entro-il-capitalismo/#findComment-400602 Share on other sites More sharing options...
conrad65 Posted June 30, 2010 Share Posted June 30, 2010 dissento dal tuo dissenso Dissento da questa vostra impostazione "paramarxista" in salsa americana è il processo politico a determinare effetti economici e non viceversa un processo economico a determinare effetti politici. lasciando perdere il marxismo, che non mi appartiene come categoria di pensiero e dal quale prescindo del tutto (sono casomai un empirista) a mio avviso è difficile qui stabilire una primogenitura della politica sull'economia le due cose secondo me procedono insieme (ma l'economia è un motore molto più potente della politica, che ne è spesso la tardiva presa d'atto) Al contempo la propensione media del gay alla spesa è la medesima, sia in società dove esiste un atteggiamento gay friendly sia in società più tradizionaliste ( non è che i gay Italiani spendano meno ) solo laddove esiste una comunità riconosciuta esiste una mercato dedicato: altrove esiste lo stesso mercato, ma NON riconosciuto. la propensione alla spesa può anche essere la medesima ma nei paesi repressi è comunque frenata dal pregiudizio sociale e spesso "riorientata" verso merci "non compromissorie" è in una certa forma inibita il fatto che tale spesa si possa esercitare liberamente senza pregiudizio sociale permette di liberarne tutta la potenzialità anche in termini di creatività e di mercato in genere non possono esistere mercati "clandestini" almeno se si ambisce a fare sviluppo tranne quelli della droga e della prostituzione e ovviamente non sto qui parlando dei sexy shop sarebbe anche da affrontare il discorso del mercato dei servizi che per un gay, che in genere vive in un nucleo familiare costituto solo da lui, possono essere importanti e addirittura fondamentali (ma in una società omofoba non sono in genere pensati per lui, sono, ove esistano, generici) Così come gli stessi prestatori d'opera esistono pure in Italia solo che sono scapoli liberi da carichi familiari e non gay dichiarati ed assunti come tali ( con tanto di vanto aziendale per la policy open minded ) questo è vero ma a livello personale (e non c'è bisogno neanche che lo dica) la produttività di una persona gay non compressa ed esorcizzata nella sua affettività è enormemente più alta rispetto a uno che deve fingere di essere il bravo scapolo etero tutto il giorno in ufficio commentando le tette delle colleghe e deve poi magari fare una doppia vita di notte o nei week end e ti assicuro che queste cose, se ti fai un giro per una corporation gay friendly, impattano enormemente sul clima aziendale e quindi sulla produttività Non esiste paese al mondo in cui i gay abbiano prodotto più PIL dell'Italia.... questa è la innegabile verità. Il cd. "made in Italy" e tutti i settori del boom economico degli anni '80 sono stati per buona parte una invenzione di imprenditori gay. vero solo in alcuni settori... i settori cui sono stati confinati i gay i settori in cui è consentito essere "poco virili" ti sei mai chiesto come mai in Italia non si produce tecnologia? infatti... I gay americani non hanno avuto niente di paragonabile in termini economici, sia per impatto a livello nazionale, sia per concentrazione in distretti industriali etc. etc Ne dovremmo dedurre che dovrebbero essere i gay americani a venire ad imparare emancipazione da noi ed invece siamo nella situazione contraria. dissento fortemente lo hanno avuto e come impatto a livello mondiale distretti economici... ma Silicon Valey secondo te da chi è stata messa in piedi? e il distretto di Seattle? tutta l'innovazione tecnologica planetaria, oggi, TUTTA e cito l'informatica, il web, l'avionica, l'elettronica in genere, si muove a partire dalle grandi e piccole corporation americane gay friendly e il contributo gay è stato ed è fondamentale (ma è dire poco) e quanto è stato fatto in europa (parlo della telefonia cellulare, che è nata nei paesi scandinavi e che è l'unica innovazione tecnologica europea degli ultimi vent'anni) è stato fatto anche lì da aziende (principalmente Nokia ed Ericsson) che sono ben note per essere gay friendly in paesi gay friendly Link to comment https://www.gay-forum.it/topic/14314-dellomosessualit%C3%A0-entro-il-capitalismo/#findComment-400607 Share on other sites More sharing options...
Hinzelmann Posted June 30, 2010 Share Posted June 30, 2010 Suppongo sia colpa delle aziende gay friendly pure l'attuale crisi finanziaria o è stata indotta da un rigurgito di omofobia? O la speculazione finanziaria è eterosessista? Il marxismo non ti apparterrà come categoria di pensiero ma la pretesa scientifico-economica che c'era nel marxismo, quella mi pare di ravvisarla tutta...ed era il difetto principale del marxismo ( opinione mia ovviamente ) Link to comment https://www.gay-forum.it/topic/14314-dellomosessualit%C3%A0-entro-il-capitalismo/#findComment-400610 Share on other sites More sharing options...
conrad65 Posted June 30, 2010 Share Posted June 30, 2010 ovviamente, se è questo che intendevi, non credo che lo sviluppo tecnologico e di mercato sia tutto stato fatto da "gay" intendevo dire che è importante notare (ed è stato già in parte indagato ed approfondito) che i paesi e le aziende gay-friendly esprimano oggi la maggiore spinta innovativa intendo l'innovazione che conta, quella che impatta sulla nostra vita (con tutto il rispetto per la moda e le piastrelle italiane, bellissime per carità...) per il resto permettimi... avrei preferito una critica sui fatti che ti cito (approccio empirista) piuttosto che una vaga accusa alla forma mentis che ravvisi (o sarebbe meglio dire.. proietti? ) nel mio modo di ragionare (questo si tipico approccio marxista...) Link to comment https://www.gay-forum.it/topic/14314-dellomosessualit%C3%A0-entro-il-capitalismo/#findComment-400611 Share on other sites More sharing options...
Hinzelmann Posted June 30, 2010 Share Posted June 30, 2010 Io ti cito imprenditori gay che avrebbero potuto fare moltissimo per la questione omosessuale italiana e non hanno fatto niente, il chè secondo me dipende dal fatto che la questione omosessuale è politica ed il loro difetto era ed è politico e tu mi "opponi" che sono omosessuali confinati in aree "poco virili". Come se un Armani ( virile tanto quanto tanti altri ) coi soldi che ha, potesse fregarsene che la sua città sia governata da Suor Letizia, per colpa di altri che gli han consentito di emergere in quanto sarto. Se questa è empiria... Le aziende innovative per apparire tali mostrano i gay, perchè in America mostrare un gay è trendy, fa innovazione...ma questo è l'effetto del risultato politico ottenuto da anni di lotte. E un mero effetto di marketing, di immagine, che certifica il risultato. La tua costruzione, ripeto - mia opinione - non contiene la soluzione al problema, è il problema stesso o meglio rispecchia l'incapacità tendenziale degli Italiani di ragionare in termini veramente politici. Diciamo pure che spiega forse il successo del marxismo in Italia, ma non solo, probabilmente...possiamo sostituirlo con altre parole feticcio tipo "dinamismo" "innovazione" ( dai contorni politici vaghi...consentirai ) Io di mio, ma lo dichiaro apertamente, credo al primato della politica. Ho citato dei casi concreti di iniziative a favore della comunità, fatte da piccoli imprenditori gay nel Nord, molte delle quali purtroppo boicottate. Una l'ho seguita da vicino.... Tutto si può dire tranne che non abbia portato fatti. Solo che evidentemente vi sembrano poco suggestivi. Link to comment https://www.gay-forum.it/topic/14314-dellomosessualit%C3%A0-entro-il-capitalismo/#findComment-400615 Share on other sites More sharing options...
conrad65 Posted June 30, 2010 Share Posted June 30, 2010 Io ti cito imprenditori gay che avrebbero potuto fare moltissimo per la questione omosessuale italiana e non hanno fatto niente, il chè secondo me dipende dal fatto che la questione omosessuale è politica ed il loro difetto era ed è politico e tu mi "opponi" che sono omosessuali confinati in aree "poco virili". Come se un Armani ( virile tanto quanto tanti altri ) coi soldi che ha, potesse fregarsene che la sua città sia governata da Suor Letizia, per colpa di altri che gli han consentito di emergere in quanto sarto. Se questa è empiria... volevo dire un'altra cosa: che oggi in Italia i froci capaci (chiamiamoli così visto che siamo in Italia) fanno impresa solo in aziende considerate "da froci" moda design etc. questo è un fatto se poi siano loro che si auto-censurano o sia un risultato della censura sociale è una cosa di cui possiamo anche discutere gli imprenditori froci italiani non fanno niente per gli altri froci (a livello politico) proprio perché sono diventati imprenditori in quei settori dove la frociaggine è tollerata e/o gradita quindi loro vivono "internamente" a questo contesto socio-politico italiano, ne sono un prodotto e in qualche misura lo condividono, se non altro con la loro passività (su cui sono assolutamente d'accordo con te) sono ricchi ma (auto?)ghettizzati Le aziende innovative per apparire tali mostrano i gay, perché in America mostrare un gay è trendy, fa innovazione...ma questo è l'effetto del risultato politico ottenuto da anni di lotte. E un mero effetto di marketing, di immagine, che certifica il risultato. scusa ma non ti sembra in tal modo di svilire quello che è lo splendido esito di una lotta... politica? io penso che il primato della politica sia un atteggiamento marxista e tendo a dare ugual peso ad altri fattori, tra cui quelli economici (ma non solo) ma al di là di quello che penso, che ha una importanza relativa ti assicuro che le grandi corporation americane ragionano in termini brutali di risultato e non hanno ormai alcun bisogno di sbandierare un gay per essere politically correct questa fase c'è stata ma è in via di esaurimento ormai i gay hanno piena cittadinanza in queste aziende e spesso ne costituiscono il motore innovativo ma non sono i gay in quanto tali il motore innovativo questo è dato dall'ambiente stesso che riconosce davvero uguali opportunità e diritti per tutti La tua costruzione, ripeto - mia opinione - non contiene la soluzione al problema, è il problema stesso o meglio rispecchia l'incapacità tendenziale degli Italiani di ragionare in termini veramente politici. Diciamo pure che spiega forse il successo del marxismo in Italia, ma non solo, probabilmente...possiamo sostituirlo con altre parole feticcio tipo "dinamismo" "innovazione" ( dai contorni politici vaghi...consentirai ) mi sembra che dai troppa importanza a quello che dico la mia costruzione (ma davvero non vedo una costruzione, solo due fatti messi in croce) può casomai rispecchiare la mia incapacità di ragionare etc. non certo quella degli italiani che fortunatamente è di ben altro livello Link to comment https://www.gay-forum.it/topic/14314-dellomosessualit%C3%A0-entro-il-capitalismo/#findComment-400648 Share on other sites More sharing options...
Hinzelmann Posted June 30, 2010 Share Posted June 30, 2010 Proprio per il fatto di aver sfondato in settori dove l'omosessualità non è un mistero nè uno scandalo per nessuno da 30 anni, avrebbero potuto spendersi facilmente a favore della causa...nè possiamo dire che si siano autoghettizati perchè nel recinto gay han sempre rifiutato di entrare e nella buona società milanese, in quanto gay, ci sguazzano da sempre. Inoltre è innegabile che negli anni '80 costituirono un fattore di dinamismo economico enorme che ha trasfomato letteralmente la città. Fatto sta che la città probabilmente col più alto tasso mondiale di imprenditoria gay è paradossalmente finita governata da Comunione e Liberazione. Come sia potuto accadere una roba del genere è materia di cui si può discutere a fondo...tenderei ad escludere che la ragione risieda nel carattere non tecnologico delle innovazioni prodotte o nel settore merceologico. Per un marxista il primato va all'economia...rispetto a cui politica, diritto ( e diritti ) sono mere sovrastrutture. I gay avranno oramai piena cittadinanza nelle aziende perchè hanno piena cittadinanza nella società. Se posso ufficialmente convivere o sposarmi e adottare figli ed essere compagno-padre etc. in quanto gay è inevitabile essere parimenti riconosciuto sul luogo di lavoro. Non intendo svilire l'esito intendo precisare che è un esito, un prodotto e non una causa Link to comment https://www.gay-forum.it/topic/14314-dellomosessualit%C3%A0-entro-il-capitalismo/#findComment-400664 Share on other sites More sharing options...
conrad65 Posted June 30, 2010 Share Posted June 30, 2010 qui mi piacerebbe approfondire ma siamo OT il marxismo considera l'economia come la principale chiave di comprensione delle dinamiche sociali ma nel governo delle cose pone con forza il primato della politica il primato della politica, detto per inciso, credo sia uno slogan del vecchio PCI (ma non ne sono sicuro) sai qual è secondo me il maggior problema del marxismo? è che crede di poter governare tramite la politica l'economia e addirittura il processo storico questo tradisce una profonda incomprensione non solo delle dinamiche della psiche, non solo delle dinamiche sociali, ma anche della stessa sfera economica quando due giocatori si siedono per giocare a scacchi nessuno può prevedere l'esito della partita e si tratta di muovere qualche decina di pezzi seguendo qualche semplice regoletta come pretendono i marxisti di governare il processo economico in cui sono coinvolti miliardi di individui e di cui non si conoscono bene neanche le regole? e infatti (vedasi collasso del URSS) non hanno mai governato una emerita minchia comunque tornando a noi: Proprio per il fatto di aver sfondato in settori dove l'omosessualità non è un mistero nè uno scandalo per nessuno da 30 anni, avrebbero potuto spendersi facilmente a favore della causa...nè possiamo dire che si siano autoghettizati perché nel recinto gay han sempre rifiutato di entrare e nella buona società milanese, in quanto gay, ci sguazzano da sempre. Inoltre è innegabile che negli anni '80 costituirono un fattore di dinamismo economico enorme che ha trasfomato letteralmente la città. Fatto sta che la città probabilmente col più alto tasso mondiale di imprenditoria gay è paradossalmente finita governata da Comunione e Liberazione. Come sia potuto accadere una roba del genere è materia di cui si può discutere a fondo...tenderei ad escludere che la ragione risieda nel carattere non tecnologico delle innovazioni prodotte o nel settore merceologico. il quadro che fai è perfetto ma io insisto nel dire una cosa l'imprenditoria gay lombarda (parliamo dell'alta moda) è secondo me un risultato del condizionamento sociale è un orticello di pseudo tolleranza in un ambiente totalmente oscurantista e bigotto al massimo grado quindi il fatto che Milano e la Lombardia siano governate da CL non è secondo me anomalo rispetto al fatto che nella stessa Milano si sia sviluppata l'imprenditoria gay dell'alta moda insomma non mi ritrovo nel tuo aggettivo "paradossalmente" Link to comment https://www.gay-forum.it/topic/14314-dellomosessualit%C3%A0-entro-il-capitalismo/#findComment-400672 Share on other sites More sharing options...
Almadel Posted June 30, 2010 Share Posted June 30, 2010 Beh, che i Marxisti siano meglio dei Liberali nella comprensione delle dinamiche del Capitale credo che nel 2010 saremo tutti d'accordo, no? Gli USA hanno sconfitto l'URSS soltanto sul piano muscolare della corsa agli armamenti; ma quando la battaglia è squisitamente commerciale allora devono cedere il primato alla Cina maoista. Dai, fa troppo ridere Evitiamo l'argomento "marxismo"? Link to comment https://www.gay-forum.it/topic/14314-dellomosessualit%C3%A0-entro-il-capitalismo/#findComment-400680 Share on other sites More sharing options...
Dreamtime Posted July 1, 2010 Share Posted July 1, 2010 Sensato e molto interessante. Ma sono terribilmente confuso: non ritrovo i passi ove abbia ipotizzato una rivoluzione del mercato. Non è che le evidenzieresti? Sì, l'hai detto qui: In particolare il capitalismo, nel suo ruolo di defraudatore di umanità, può, paradossalmente, essere benefico l'omosessualità?La Storia ci insegna come le cose umane acquistino importanza solo quando utili, od economicamente rilevanti; il male morale si trasforma fino a rivoltarsi nel suo contrario, in una complessa metamorfosi da 'male' a 'conveniente'. Link to comment https://www.gay-forum.it/topic/14314-dellomosessualit%C3%A0-entro-il-capitalismo/#findComment-400780 Share on other sites More sharing options...
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