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Messi da parte giochini e giochetti con i leghisti, propongo una riflessione maturata da tempo e sempre constatabile attraverso l'esperienza.

Io lavoro per una grande impresa di distribuzione, la più sviluppata in Italia. Trascorro le ore lavorative costantemente a contatto con un pubblico mai omogeneo, anzi, sempre cangiante, multiforme: politici locali, musicisti, zingari, professori universitari, travestiti, immigrati, medici, poliziotti, ex detenuti, famiglie poverissime oppure ostentatamente abbienti, turisti di ogni latitudine, vecchine vedove da cinquant'anni, ubriaconi, infermieri, omosessuali, ritardati, culturisti, preti, operai, sindacalisti, fascisti andati, disabili, alti, bassi, biondi o mori; insomma, conosco ed interagisco con tutte le possibili classificazioni cui il genere umano allegramente si sottopone: questo perché, ovviamente, tutti necessitano di mangiare.

Nonostante tutte le diversità possibili, la deontologia - che non si nutre certo di etica -, impone massimo rispetto; questo non in virtù di una affermata eguaglianza sociale (ideale o ideologica) quanto perché tutte le categorie confluiscono in una più ampia e generalissima, tale da spogliare ognuno del suo status universalmente riconosciuto, per porlo nella posizione finale del cliente. Un addetto quale io sono dovrà obbedire ai più alti dettami della morale cristiana degli ultimi trecento anni, proponendo a tutti uguale dignità, dacché ogni cliente spende (almeno in potenza), quindi è.

 

Ora, se è consentita induzione, un caso particolare potrebbe sollevarsi all'universale, fino a portarmi a chiedere: quanto influisce il sistema economico di un Paese sulla determinazione 'valoriale' della diversità? In particolare il capitalismo, nel suo ruolo di defraudatore di umanità, può, paradossalmente, essere benefico l'omosessualità?

La Storia ci insegna come le cose umane acquistino importanza solo quando utili, od economicamente rilevanti; il male morale si trasforma fino a rivoltarsi nel suo contrario, in una complessa metamorfosi da 'male' a 'conveniente'. Del resto si vede già fiorire in Europa e tutto Occidente una certa economia sull'omosessualità: campeggi appositi, locali specifici, in alcuni luoghi anche alberghi od ostelli. Si direbbe il gay si emancipi proprio nel ruolo centrale di un certo (vero e proprio) business prodotto su misura.

 

Ma la domanda che più mi interessa, alla fine, è: divelto l'ordine etico, allontanato l'omosessuale dall'archetipo del peccatore, lo assolviamo non nei termini di uomo, pur sempre contenuti entro la moralità, ma in quelli di consumatore - il che è poi quel che accade a tutti -, oggettivandolo come fruitore di una microeconomia a suo unico interesse; impedito il transito da un gradino all'altro della scala gerarchica della società sorretta da nomos, ma anzi incentivato il trapasso da una collocazione strutturale ad un altra (morale --> economica); preclusa l'ascesa da homo sapiens tra altri homo sapiens, per essere ridotto a comune homo consumes; tenuto conto di tutto questo, cosa abbiamo ottenuto?

E' un discorso che si sente molto spesso: ma noi siamo UTILI

( ma lo dicevano pure gli ebrei nei campi di concentramento...

"non ci uccideranno perchè siamo utili all'industria bellica tedesca

siamo una "forza lavoro"... :asd: )

 

Se vogliamo pensare al capitalismo in chiave gay, più che al

consumatore gay ( che è un cliente che vale come qualunque

cliente nella misura in cui ha soldi da spendere ) dovremmo pensare

all'imprenditore gay, cioè ad un protagonismo sociale nel capitalismo.

Purtroppo ci sarebbe pure, ma è come se non ci fosse!

 

Qualche volenteroso piccolo imprenditore ( non i grandi ) inizia oggi a

fare qualcosina. Le realizzazioni sono poche, perchè laddove ci sarebbero

i presupposti purtroppo le amministrazioni pubbliche ci boicottano.

 

Prenderò quindi l'esempio triste del cittadino, inutile per eccellenza. L'anziano.

Esiste un problema specifico gay? Sì a Pankow ha aperto il primo pensionato gay

d'Europa, per il semplice fatto che SERVE ai gay che non hanno figli o reti familiari

di aiuto e a cui quindi dovrebbe essere garantita la possibilità di un posto.

 

Purtroppo senza contributi pubblici e convenzioni con i Comuni strutture del genere

non le mantieni. Non bastano le pensioni dei residenti e il capitale iniziale donato da

piccoli imprenditori gay ( edificio, ristrutturazione a norma etc. ) e quindi in Italia ci

si scontra con amministrazioni ostili che rendono difficilissimo realizzare qualcosa.

Secondo me molto poco: quando si è poveri non si possiede alcun potere in quanto tali e non si possono combattere i pregiudizi, quando si è ricchi invece ci si attira l'odio della gente e la loro invidia, aumentando il pregiudizio.

No, il censo non può portare cose buone in questo senso.

2) Omosessuale consumatore o cittadino?

 

Mi interessava la figura dell'omosessuale redento dal grande capitalismo in quanto consumatore; laddove in parrocchia il chierico denuncia una delle colpe più abominevoli, l'imprenditore trascende la dimensione etica (dunque anche sociale), e fonda un vero e proprio giro d'affari su una condizione umana specifica, la quale, in virtù di questo centralismo economico, si troverà in qualche modo assolta. L'omosessuale consumatore di beni e servizi destinati a suo esclusivo consumo (non generali, quindi), genera una risposta sociale (nei limiti del bacino di investitori) fatta non di disprezzo di provenienza antropologica o religiosa, ma anzi vivo compiacimento. Insomma, per l'imprenditore non siamo malati, peccatori, contro natura, deviati et similia.. siamo un cumulo di guadagni: e pertanto abbiamo rispetto.

 

D'altra parte, il caso di imprenditori pro-gay può essere paradigmatico per l'intera società, e questo perché, in genere, si tende ad assimilare per normale qualunque cosa tenda a creare un giro d'affari attorno a sé; fioriscono locali, ostelli, spazi pubblici et coetera, e la figura dell'omosessuale si insedia sempre più nell'immagine collettiva come prototipo di città. A meno che non si pensi che gli imprenditori 'friendly' siano peccatori od altro..

 

Quindi la domanda iniziale era: pur conoscendo gli effetti nefasti sull'uomo del capitalismo, siamo disposti ad ammettere un qualche effetto distensivo o benefico nei riguardi dell'omosessualità? Il che si traduce, più o meno, in: può il mero interesse di una parte del mercato, allargare il raggio d'azione dell'etica fino a modificare, seppur minimamente, la morale tradizionale? Ma soprattutto, siamo sicuri questa apparente apertura non sia un'arma a doppio taglio?

 

Se vogliamo pensare al capitalismo in chiave gay' date=' più che al

consumatore gay ( che è un cliente che vale come qualunque

cliente nella misura in cui ha soldi da spendere ) dovremmo pensare

all'imprenditore gay, cioè ad un protagonismo sociale nel capitalismo.

Purtroppo ci sarebbe pure, ma è come se non ci fosse!

 

Qualche volenteroso piccolo imprenditore ( non i grandi ) inizia oggi a

fare qualcosina. Le realizzazioni sono poche, perché laddove ci sarebbero

i presupposti purtroppo le amministrazioni pubbliche ci boicottano.

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Ma allora, parlando di boicottaggio, dovremmo concentrarci sull'impresa e non sull'imprenditore; non credi?

Quindi la domanda iniziale era: pur conoscendo gli effetti nefasti sull'uomo del capitalismo, siamo disposti ad ammettere un qualche effetto distensivo o benefico nei riguardi dell'omosessualità? Il che si traduce, più o meno, in: può il mero interesse di una parte del mercato, allargare il raggio d'azione dell'etica fino a modificare, seppur minimamente, la morale tradizionale? Ma soprattutto, siamo sicuri questa apparente apertura non sia un'arma a doppio taglio?

 

No.Il mercato gay è di nicchia ed è destinato a rimanere di nicchia.I gay sono il 5% della popolazione (almeno, così dicono le statistiche) perciò troppo pochi per dare una svolta al mercato e tramite questo all'etica e al comune ben pensare, e quel che è peggio non possono nè aumentare di numero nè diminuire.Un imprenditore dovrebbe essere davvero pazzo per vendere articoli che interessano solo al 5% della popolazione, e che magari molti  di questi potrebbero non comprare per le più svariate ragioni.Un conto è avere un piccolo locale dedicato ad una minoranza, un altro è pensare di creare una grande impresa, e ancor più folle è pensare di poter cambiare il mercato e la mentalità attraverso questa.No, no, siamo fuori strada.

folle è pensare di poter cambiare il mercato e la mentalità attraverso questa.No, no, siamo fuori strada.

 

Sensato e molto interessante.

Ma sono terribilmente confuso: non ritrovo i passi ove abbia ipotizzato una rivoluzione del mercato.

Non è che le evidenzieresti?

Guarda cosa è accaduto con l'eterosessualità maschile:

le Tette sono diventate uno strumento di marketing.

 

E' possibile che la Società Occidentale

- a forza di vedere maschi nudi che si baciano in TV -

smetta di trovarci scandalosi.

Non mi pare che questo accada davvero;

non in Italia, per lo meno; ma è un'ipotesi plausibile?

 

Non citare la "religione" o il "peccato".

Anche la masturbazione e la contraccezione

sono condannate, ma a nessun etero interessa davvero;

solo noi gay siamo ossessionati dai divieti spirituali.

Guarda cosa è accaduto con l'eterosessualità maschile:

le Tette sono diventate uno strumento di marketing.

 

Esattamente; l'interesse legittima il non-etico rendendolo etico.

Almeno qualche volta.

 

E' possibile che la Società Occidentale

- a forza di vedere maschi nudi che si baciano in TV -

smetta di trovarci scandalosi.

Non mi pare che questo accada davvero;

non in Italia, per lo meno; ma è un'ipotesi plausibile?

 

In un tempo sufficientemente lungo, direi di sì.

Prendiamo quella porcheria del signor Lee: credi che ai produttori interessasse il tema omosessualità?

Hanno intravisto una grossa fonte di guadagno, e contemporaneamente hanno sensibilizzato.

 

A farlo per semplice empatia, lo avrebbero fatto?

Ancora una volta, l'interesse legittima.

 

Non citare la "religione" o il "peccato".

 

Cercavo di effondere chiarezza, ed ho fallito.

Almeno c'è Al che capisce. :asd:

Insomma, per l'imprenditore non siamo malati, peccatori, contro natura, deviati et similia.. siamo un cumulo di guadagni: e pertanto abbiamo rispetto.

 

Oppure l'imprenditore continua a pensare tutto il male possibile ma se ne frega, basta che guadagni. Chi lo fa guadagnare è irrilevante.

...

quanto influisce il sistema economico di un Paese sulla determinazione 'valoriale' della diversità? In particolare il capitalismo, nel suo ruolo di defraudatore di umanità, può, paradossalmente, essere benefico l'omosessualità?

 

influsice e molto

per rendersene davvero conto occorre esaminare il caso americano

qui assistiamo a due effetti

 

1) il primo effetto è la creazione di un mercato specifico di prodotti e servizi orientato a un consumatore gay

 

I gay sono il 5% della popolazione (almeno, così dicono le statistiche) perciò troppo pochi per dare una svolta al mercato e tramite questo all'etica e al comune ben pensare, e quel che è peggio non possono nè aumentare di numero nè diminuire.Un imprenditore dovrebbe essere davvero pazzo per vendere articoli che interessano solo al 5% della popolazione, e che magari molti  di questi potrebbero non comprare per le più svariate ragioni.

 

questa considerazione è troppo semplificatrice e non tiene conto di alcuni fatti essenziali:

- il consumatore gay è alto-spendente perché in genere non ha famiglia, quindi una percentuale elevata del reddito è dedicata al consumo personale

- inoltre una elevata percentuale di gay è appartenente alla middle-upper class, con redditi più elevati della media

- i gay esprimono dei "bisogni specifici", che possono essere soddisfatti da prodotti o servizi specifici

- gran parte dei gay appartengono in genere alla categoria di consumatori che il marketing definisce "pionieri", o innovatori: sperimentano nuove tipologie di consumi/servizi e le"sdoganano" a livello di mercato di massa, che poi le consacra come moda

- il gay tipicamente è sensibile alla qualità e/o al contenuto emotivo del prodotto e meno al prezzo

 

insomma il gay è il consumatore "ideale", quello che ogni bravo stratega di marketing mira a conquistare

 

pertanto quel 5% di gay che citi, in termini di fatturato e soprattutto di profitto, è una nicchia molto ambita del mercato del consumo di massa

 

2) il secondo effetto tiene conto del gay come "prestatore d'opera", ovvero parliamo di come la diversità gay impatti sul mercato del lavoro

i gay mediamente sono più preparati e più dedicati al lavoro di quanto non siano gli etero

inoltre sono spesso dotati in maggior misura di una serie di qualità immateriali

che vanno dall'intelligenza tout court, all'intelligenza sociale ed emotiva

sicuramente l'essere cresciuti in un ambiente per definizione "ostile" (è chiaro che la famiglia, etero per definizione, propone un modello che per il gay

costituisce in radice l'origine di un potenziale conflitto psicologico)

aiuta a sviluppare alcune delle caratteristiche su menzionate

e inoltre i gay sono in genere maggiormente predisposti a cercare conferme e riconoscimenti sociali ed emotivi dall'ambiente di lavoro

insomma, per farla breve, le maggiori corporation americane fanno a gara per attirare dipendenti gay

offrendo ambienti assoutamente gay-friendly e tutta una serie di facilitazioni mirate a ricreare per i gay

almeno le stesse facilitazioni previste per le coppie etero

basta vedere quello che dichiarano le aziende nei loro siti

c'è un elenco delle corporation "gay friendly" qui

 

http://www.gayfriendlycompanies.info/content/category/4/13/26/

 

ma trovate anche altri siti che stilano classifiche

ad esempio tra le grandissime HP, Boeing, Microsoft, Google e Goldman Sachs sono famose per la loro politica gay-friendly

 

quindi: i risvolti economici e di mercato in USA causati dall'emancipazione gay sono stati molti ed importanti

e certamente le due cose si sono influenzate a vicenda

voglio dire l'emancipazione ha attivato un processo economico

che ha poi facilitato ulteriore emancipazione

 

un effetto non molto diverso avvenne un decennio prima con il femminismo

 

ancora: il politico (in USA come altrove) in genere se ne fotte della morale

lui non ha fatto, ove l'ha fatta, una politica gay-friendly perché scandalizzato dall'esistenza di una minoranza senza diritti

l'ha fatta perché ha compreso l'enorme potenziale di sviluppo soprattutto economico che quella politica poteva scatenare

e che di fatto ha scatenato (non è un caso che uno dei maggiori motori dell'innovazione in USA e nel mondo sia la California)

Dissento da questa vostra impostazione "paramarxista" in salsa americana

è il processo politico a determinare effetti economici e non viceversa un

processo economico a determinare effetti politici.

 

Se io ho un imprenditore gay cosciente che investe nella comunità gay

ed una amministrazione pubblica che non boicotta, entrambi i fattori sono

squisitamente politici. Al contempo la propensione media del gay alla spesa

è la medesima, sia in società dove esiste un atteggiamento gay friendly sia

in società più tradizionaliste ( non è che i gay Italiani spendano meno ) solo

laddove esiste una comunità riconosciuta esiste una mercato dedicato: altrove

esiste lo stesso mercato, ma NON riconosciuto.

 

Così come gli stessi prestatori d'opera esistono pure in Italia solo che sono

scapoli liberi da carichi familiari e non gay dichiarati ed assunti come tali ( con tanto

di vanto aziendale per la policy open minded )

 

Non esiste paese al mondo in cui i gay abbiano prodotto più PIL dell'Italia....

questa è la innegabile verità.

 

Il cd. "made in Italy" e tutti i settori del boom economico degli anni '80

sono stati per buona parte una invenzione di imprenditori gay. I gay americani

non hanno avuto niente di paragonabile in termini economici, sia per impatto

a livello nazionale, sia per concentrazione in distretti industriali etc. etc

 

Ne dovremmo dedurre che dovrebbero essere i gay americani a venire ad imparare

emancipazione da noi ed invece siamo nella situazione contraria.

dissento dal tuo dissenso  :eek:

 

Dissento da questa vostra impostazione "paramarxista" in salsa americana

è il processo politico a determinare effetti economici e non viceversa un

processo economico a determinare effetti politici.

 

lasciando perdere il marxismo, che non mi appartiene come categoria di pensiero

e dal quale prescindo del tutto (sono casomai un empirista)

a mio avviso è difficile qui stabilire una primogenitura della politica sull'economia

le due cose secondo me procedono insieme (ma l'economia è un motore molto più potente della politica,

che ne è spesso la tardiva presa d'atto)

 

 

Al contempo la propensione media del gay alla spesa

è la medesima, sia in società dove esiste un atteggiamento gay friendly sia

in società più tradizionaliste ( non è che i gay Italiani spendano meno ) solo

laddove esiste una comunità riconosciuta esiste una mercato dedicato: altrove

esiste lo stesso mercato, ma NON riconosciuto.

 

la propensione alla spesa può anche essere la medesima

ma nei paesi repressi è comunque frenata dal pregiudizio sociale e spesso "riorientata" verso merci "non compromissorie"

è in una certa forma inibita

il fatto che tale spesa si possa esercitare liberamente senza pregiudizio sociale

permette di liberarne tutta la potenzialità anche in termini di creatività e di mercato

in genere non possono esistere mercati "clandestini"

almeno se si ambisce a fare sviluppo

tranne quelli della droga e della prostituzione

e ovviamente non sto qui parlando dei sexy shop

sarebbe anche da affrontare il discorso del mercato dei servizi

che per un gay, che in genere vive in un nucleo familiare costituto solo da lui,

possono essere importanti e addirittura fondamentali (ma in una società omofoba non sono in genere pensati per lui,

sono, ove esistano, generici)

 

Così come gli stessi prestatori d'opera esistono pure in Italia solo che sono

scapoli liberi da carichi familiari e non gay dichiarati ed assunti come tali ( con tanto

di vanto aziendale per la policy open minded )

 

questo è vero ma a livello personale

(e non c'è bisogno neanche che lo dica)

la produttività di una persona gay non compressa ed esorcizzata nella sua affettività è enormemente più alta

rispetto a uno che deve fingere di essere il bravo scapolo etero tutto il giorno in ufficio

commentando le tette delle colleghe

e deve poi magari fare una doppia vita di notte o nei week end

e ti assicuro che queste cose, se ti fai un giro per una corporation gay friendly, impattano enormemente sul clima aziendale

e quindi sulla produttività

 

Non esiste paese al mondo in cui i gay abbiano prodotto più PIL dell'Italia....

questa è la innegabile verità.

Il cd. "made in Italy" e tutti i settori del boom economico degli anni '80

sono stati per buona parte una invenzione di imprenditori gay.

 

vero solo in alcuni settori... i settori cui sono stati confinati i gay

i settori in cui è consentito essere "poco virili"

ti sei mai chiesto come mai in Italia non si produce tecnologia?

infatti...

 

 

I gay americani non hanno avuto niente di paragonabile in termini economici, sia per impatto

a livello nazionale, sia per concentrazione in distretti industriali etc. etc

Ne dovremmo dedurre che dovrebbero essere i gay americani a venire ad imparare

emancipazione da noi ed invece siamo nella situazione contraria.

 

dissento fortemente

lo hanno avuto e come

impatto a livello mondiale

distretti economici... ma Silicon Valey secondo te da chi è stata messa in piedi?

e il distretto di Seattle?

tutta l'innovazione tecnologica planetaria, oggi, TUTTA

e cito l'informatica, il web, l'avionica, l'elettronica in genere,

si muove a partire dalle grandi e piccole corporation americane

gay friendly

e il contributo gay è stato ed è fondamentale (ma è dire poco)

e quanto è stato fatto in europa (parlo della telefonia cellulare, che è nata nei paesi scandinavi

e che è l'unica innovazione tecnologica europea degli ultimi vent'anni)

è stato fatto anche lì da aziende (principalmente Nokia ed Ericsson) che sono ben note per essere gay friendly

in paesi gay friendly

Suppongo sia colpa delle aziende gay friendly pure

l'attuale crisi finanziaria o è stata indotta da un rigurgito

di omofobia? O la speculazione finanziaria è eterosessista?

 

Il marxismo non ti apparterrà come categoria di pensiero

ma la pretesa scientifico-economica che c'era nel marxismo,

quella mi pare di ravvisarla tutta...ed era il difetto principale

del marxismo ( opinione mia ovviamente ) :eek:

ovviamente, se è questo che intendevi,

non credo che lo sviluppo tecnologico e di mercato sia tutto stato fatto da "gay"

intendevo dire che è importante notare (ed è stato già in parte indagato ed approfondito)

che i paesi e le aziende gay-friendly esprimano oggi la maggiore spinta innovativa

intendo l'innovazione che conta, quella che impatta sulla nostra vita (con tutto il rispetto per la moda e le piastrelle italiane, bellissime per carità...)

 

per il resto permettimi...

avrei preferito una critica sui fatti che ti cito (approccio empirista)

piuttosto che una vaga accusa alla forma mentis che ravvisi (o sarebbe meglio dire.. proietti?  :eek:)

nel mio modo di ragionare (questo si tipico approccio marxista...)

Io ti cito imprenditori gay che avrebbero potuto fare moltissimo

per la questione omosessuale italiana e non hanno fatto niente,

il chè secondo me dipende dal fatto che la questione omosessuale

è politica ed il loro difetto era ed è politico e tu mi "opponi" che sono

omosessuali confinati in aree "poco virili". Come se un Armani ( virile

tanto quanto tanti altri ) coi soldi che ha, potesse fregarsene che la sua

città sia governata da Suor Letizia, per colpa di altri che gli han consentito

di emergere in quanto sarto. Se questa è empiria... :eek:

 

Le aziende innovative per apparire tali mostrano i gay, perchè

in America mostrare un gay è trendy, fa innovazione...ma questo

è l'effetto del risultato politico ottenuto da anni di lotte. E un mero

effetto di marketing, di immagine, che certifica il risultato.

 

La tua costruzione, ripeto - mia opinione - non contiene la soluzione

al problema, è il problema stesso o meglio rispecchia l'incapacità

tendenziale degli Italiani di ragionare in termini veramente politici.

Diciamo pure che spiega forse il successo del marxismo in Italia, ma

non solo, probabilmente...possiamo sostituirlo con altre parole feticcio

tipo "dinamismo" "innovazione" ( dai contorni politici vaghi...consentirai )

 

Io di mio, ma lo dichiaro apertamente, credo al primato della politica.

Ho citato dei casi concreti di iniziative a favore della comunità, fatte da

piccoli imprenditori gay nel Nord, molte delle quali purtroppo boicottate. Una

l'ho seguita da vicino....

 

Tutto si può dire tranne che non abbia portato fatti. Solo che evidentemente

vi sembrano poco suggestivi.

Io ti cito imprenditori gay che avrebbero potuto fare moltissimo

per la questione omosessuale italiana e non hanno fatto niente,

il chè secondo me dipende dal fatto che la questione omosessuale

è politica ed il loro difetto era ed è politico e tu mi "opponi" che sono

omosessuali confinati in aree "poco virili". Come se un Armani ( virile

tanto quanto tanti altri ) coi soldi che ha, potesse fregarsene che la sua

città sia governata da Suor Letizia, per colpa di altri che gli han consentito

di emergere in quanto sarto. Se questa è empiria... :no:

 

volevo dire un'altra cosa: che oggi in Italia i froci capaci (chiamiamoli così visto che siamo in Italia)

fanno impresa solo in aziende considerate "da froci"

moda design etc.

questo è un fatto

se poi siano loro che si auto-censurano o sia un risultato della censura sociale

è una cosa di cui possiamo anche discutere

gli imprenditori froci italiani non fanno niente per gli altri froci (a livello politico)

proprio perché sono diventati imprenditori in quei settori dove la frociaggine è tollerata e/o gradita

quindi loro vivono "internamente" a questo contesto socio-politico italiano, ne sono un prodotto

e in qualche misura lo condividono, se non altro con la loro passività (su cui sono assolutamente d'accordo con te)

sono ricchi ma (auto?)ghettizzati

 

Le aziende innovative per apparire tali mostrano i gay, perché

in America mostrare un gay è trendy, fa innovazione...ma questo

è l'effetto del risultato politico ottenuto da anni di lotte. E un mero

effetto di marketing, di immagine, che certifica il risultato.

 

scusa ma non ti sembra in tal modo di svilire quello che è lo splendido esito di una lotta... politica?  :D

io penso che il primato della politica sia un atteggiamento marxista

e tendo a dare ugual peso ad altri fattori, tra cui quelli economici (ma non solo)

ma al di là di quello che penso, che ha una importanza relativa

ti assicuro che le grandi corporation americane ragionano in termini brutali di risultato

e non hanno ormai alcun bisogno di sbandierare un gay per essere politically correct

questa fase c'è stata ma è in via di esaurimento

ormai i gay hanno piena cittadinanza in queste aziende e spesso ne costituiscono il motore innovativo

ma non sono i gay in quanto tali il motore innovativo

questo è dato dall'ambiente stesso che riconosce davvero uguali opportunità e diritti per tutti

 

La tua costruzione, ripeto - mia opinione - non contiene la soluzione

al problema, è il problema stesso o meglio rispecchia l'incapacità

tendenziale degli Italiani di ragionare in termini veramente politici.

Diciamo pure che spiega forse il successo del marxismo in Italia, ma

non solo, probabilmente...possiamo sostituirlo con altre parole feticcio

tipo "dinamismo" "innovazione" ( dai contorni politici vaghi...consentirai )

 

mi sembra che dai troppa importanza a quello che dico

la mia costruzione (ma davvero non vedo una costruzione, solo due fatti messi in croce)

può casomai rispecchiare la mia incapacità di ragionare etc.

non certo quella degli italiani

che fortunatamente è di ben altro livello   :eek:

Proprio per il fatto di aver sfondato in settori dove l'omosessualità

non è un mistero nè uno scandalo per nessuno da 30 anni, avrebbero

potuto spendersi facilmente a favore della causa...nè possiamo dire

che si siano autoghettizati perchè nel recinto gay han sempre rifiutato

di entrare e nella buona società milanese, in quanto gay, ci sguazzano

da sempre. Inoltre è innegabile che negli anni '80 costituirono un fattore

di dinamismo economico enorme che ha trasfomato letteralmente la città.

 

Fatto sta che la città probabilmente col più alto tasso mondiale di

imprenditoria gay è paradossalmente finita governata da Comunione

e Liberazione. Come sia potuto accadere una roba del genere è materia

di cui si può discutere a fondo...tenderei ad escludere che la ragione risieda

nel carattere non tecnologico delle innovazioni prodotte o nel settore merceologico.

 

Per un marxista il primato va all'economia...rispetto a cui politica,

diritto ( e diritti ) sono mere sovrastrutture.

 

I gay avranno oramai piena cittadinanza nelle aziende perchè hanno piena

cittadinanza nella società. Se posso ufficialmente convivere o sposarmi e

adottare figli ed essere compagno-padre etc. in quanto gay è inevitabile

essere parimenti riconosciuto sul luogo di lavoro. Non intendo svilire l'esito

intendo precisare che è un esito, un prodotto e non una causa

qui mi piacerebbe approfondire ma siamo OT

 

il marxismo considera l'economia come la principale chiave di comprensione delle dinamiche sociali

ma nel governo delle cose pone con forza il primato della politica

il primato della politica, detto per inciso, credo sia uno slogan del vecchio PCI (ma non ne sono sicuro)

 

sai qual è secondo me il maggior problema del marxismo?

è che crede di poter governare tramite la politica l'economia e addirittura il processo storico

questo tradisce una profonda incomprensione non solo delle dinamiche della psiche,

non solo delle dinamiche sociali,

ma anche della stessa sfera economica

 

quando due giocatori si siedono per giocare a scacchi

nessuno può prevedere l'esito della partita

e si tratta di muovere qualche decina di pezzi seguendo qualche semplice regoletta

come pretendono i marxisti di governare il processo economico

in cui sono coinvolti miliardi di individui

e di cui non si conoscono bene neanche le regole?

e infatti (vedasi collasso del URSS) non hanno mai governato una emerita minchia  :eek:

 

comunque tornando a noi:

 

Proprio per il fatto di aver sfondato in settori dove l'omosessualità

non è un mistero nè uno scandalo per nessuno da 30 anni, avrebbero

potuto spendersi facilmente a favore della causa...nè possiamo dire

che si siano autoghettizati perché nel recinto gay han sempre rifiutato

di entrare e nella buona società milanese, in quanto gay, ci sguazzano

da sempre. Inoltre è innegabile che negli anni '80 costituirono un fattore

di dinamismo economico enorme che ha trasfomato letteralmente la città.

 

Fatto sta che la città probabilmente col più alto tasso mondiale di

imprenditoria gay è paradossalmente finita governata da Comunione

e Liberazione. Come sia potuto accadere una roba del genere è materia

di cui si può discutere a fondo...tenderei ad escludere che la ragione risieda

nel carattere non tecnologico delle innovazioni prodotte o nel settore merceologico.

 

 

il quadro che fai è perfetto ma io insisto nel dire una cosa

l'imprenditoria gay lombarda (parliamo dell'alta moda)

è secondo me un risultato del condizionamento sociale

è un orticello di pseudo tolleranza in un ambiente totalmente oscurantista e bigotto al massimo grado

quindi il fatto che Milano e la Lombardia siano governate da CL

non è secondo me anomalo rispetto al fatto che nella stessa Milano si sia sviluppata l'imprenditoria gay dell'alta moda

insomma non mi ritrovo nel tuo aggettivo "paradossalmente"

Beh, che i Marxisti siano meglio dei Liberali

nella comprensione delle dinamiche del Capitale

credo che nel 2010 saremo tutti d'accordo, no?

 

Gli USA hanno sconfitto l'URSS soltanto

sul piano muscolare della corsa agli armamenti;

ma quando la battaglia è squisitamente commerciale

allora devono cedere il primato alla Cina maoista.

 

Dai, fa troppo ridere :eek:

Evitiamo l'argomento "marxismo"?

Sensato e molto interessante.

Ma sono terribilmente confuso: non ritrovo i passi ove abbia ipotizzato una rivoluzione del mercato.

Non è che le evidenzieresti?

 

Sì, l'hai detto qui:

In particolare il capitalismo, nel suo ruolo di defraudatore di umanità, può, paradossalmente, essere benefico l'omosessualità?

La Storia ci insegna come le cose umane acquistino importanza solo quando utili, od economicamente rilevanti; il male morale si trasforma fino a rivoltarsi nel suo contrario, in una complessa metamorfosi da 'male' a 'conveniente'.

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