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Pesaro: concerto del coro gay Komos annullato


Albi

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Pesaro, 6 luglio 2010 - La voce (in coro) dei gay pare proprio che a Pesaro non si voglia ascoltare. Almeno in chiesa; almeno nell’ambito del festival 'Vespri d’organo a Cristo re' (in programma da domani al 25 agosto). Dopo aver annullato il concerto del coro omosessuale bolognese Komos a una settimana dall’esibizione (nella chiesa dell’Annunziata il 10 luglio), l’Arcidiocesi di Pesaro tace.

 

 

 

Nel senso che non ha aggiunto ulteriori motivazioni alla secca nota di sabato pomeriggio in cui "si dissocia fermamente dall’iniziativa". L’arcivescovo monsignor Piero Coccia ha semplicemente richiamato alla lettera della congregazione della dottrina della fede, dove al punto diciassette si dice che "dovrà essere ritirato ogni appoggio a qualunque organizzazione che cerchi di sovvertire l’insegnamento della Chiesa, che sia ambigua nei suoi confronti, o che lo trascuri completamente".

 

 

 

E nessuna risposta ha ricevuto il direttore del coro, Paolo Montanari, che aveva chiesto spiegazioni via e-mail. "La mail alla diocesi di Pesaro l’ho mandata sabato pomeriggio, dopo che ho saputo, da voi e non con una comunicazione ufficiale, che la nostra esibizione era stata annullata - spiega Montanari -. Ad oggi (ieri, ndr) non so ancora i motivi". Nel frattempo è stata annullata anche la conferenza stampa di presentazione del festival, prevista per ieri mattina. Ma dal cartellone è scomparso il Komos.

 

 

 

Anche se una possibilità che il coro bolognese possa comunque cantare nel Pesarese c’è, stando almeno alle intenzioni dell’assessore provinciale alla Cultura e vice presidente Davide Rossi. "Ho parlato anche col presidente Ricci, ci sono buone possibilità che il concerto si possa fare entro luglio, forse nella sala Bei qui in Provincia", anticipa Rossi, che ha già preso contatti con Paolo Montanari.

 

 

 

"La cancellazione del coro Komos da parte del vescovo è una brutta notizia - afferma ancora -. Era stato scelto per le sue capacità musicali e l’estromissione per l’orientamento omosessuale dei coristi ha il sapore della discriminazione. Sono gli uomini che costituiscono le differenze e, subito dopo, i ghetti, ma non certo Dio. La nostra provincia ha una tradizione di accoglienza e apertura che ci ha mantenuto alieni da pericolosi atteggiamenti omofobi".

 

 

 

L’assessore conclude che "sarebbe bello offrire uno 'spazio laico' al coro" e intanto offre la sua solidarietà al Komos e alla comunità omosessuale. Comunità che è intervenuta sulla vicenda, attraverso l’Arcigay Agorà di Pesaro, e il suo presidente Valerio Mezzolani, usando toni durissimi nei confronti della Chiesa, affermando poi che "non esiste alcuna incompatibilità tra Vangelo e omosessualità" e domandandosi "cosa c’entra il valore professionale di un gruppo di coristi riconosciuti dalla critica col loro dichiarato orientamento sessuale?".

 

 

 

Di tutt’altro avviso Caterina Tartaglione, vice presidente del consiglio comunale di Pesaro: "Fatta salva la libertà di ognuno di fare quello che vuole nella sfera privata quando non è lesivo della libertà altrui - afferma -, mi sembra che il gruppo non tenga soprattutto ad una espressività musicale (non si dichiarerebbe omosessuale), quanto a veicolare un messaggio politico e culturale dove viene fatto passare per normale e positivo ciò che la chiesa giudica un disordine morale. Quindi all’interno di un’iniziativa sponsorizzata dalla chiesa stessa mi pare non possa essere proponibile dal punto di vista educativo".

 

Fonte: http://www.ilrestodelcarlino.it/pesaro/cronaca/2010/07/06/353672-provincia_fara_cantare.shtml

 

Komos+nella+Pieve+di+Panico.jpg

 

Boh, io trovo già assurdo che dei gay cerchino dialogo con la chiesa, ma sentirsi rispondere in questo modo è inaccettabile.

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Hinzelmann

In punto di principio magari sì...ma fino a che punto?

 

Dei limiti ci dovranno pur essere

 

--Uno lo individuerei nell'assenza di finanziamenti pubblici.

Non basta dire è "sponsorizzato dalla chiesa" bisognerebbe specificare

interamente finanziato dalla chiesa, perchè se ci fossero contributi del

Comune, o di altri enti pubblici, il Comune dovrebbe condizionarli alla non

discriminazione ( non potendo lo stato laico altrimenti contribuire in alcun modo )

 

-- Un Festival di musica sacra, è una iniziativa culturale ma questo non può certo

significare che una corale dichiaratamente omosessuale, per il solo fatto di esserlo

non tenga alla espressività musicale, come dichiara il vicepres. del Consiglio Comunale.

 

La Chiesa sostiene di non poter fornire "appoggio" a qualunque "organizzazione sovversiva"

noi sappiamo però che la Chiesa non si limita a questo, di fatto licenzia pure il singolo organista

che decide il cambiamento di sesso ( il chè non potrebbe essere nascosto neppure volendolo )

o anche l'insegnante divorziato ( quindi figuriamoci gay ). Per ora non è mai capitato uno studente

che abbia avuto il coraggio di dichiararsi gay pubblicamente in una scuola cattolica, verrebbe espulso

pure lui?

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Le tue ragioni sono validissime, ma rammento che i punti I e II sono di competenza del Comune, non della diocesi.

Il punto III, invece, sindaca sulla politica interna della Chiesa, cosa che volendo proprio non ci riguarda.

 

Insomma, cosa fanno di sbagliato questi prelati a non ammettere in parrocchia degli omosessuali? Conosciamo da anni e fin troppo bene quale sia lo sguardo di Papa Ratzinger e compagnia sull'omosessualità; perché ostinarsi a volerne fare rivoluzione a tutti i costi? Perché premere continuamente per un'apertura che non vuole avvenire?

 

A me, per esempio, non piacciono i testimoni di Geova; dovrò per forza ospitarli in casa?

E del resto non ho ancora visto cartelloni e proteste sotto casa mia.. con tutte le volte che li ho cacciati.

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Non c'entra niente

questi non sono mica andati lì per dire la loro sull'omosessualità, non cercano di far cambiare idea a nessuno e non rivendicano diritti di alcun tipo.

E' come se la tua donna delle pulizie fosse testimone di geova e tu la licenziassi per questo quando lei non faceva altro che pulire. Non si tratta più di avere una propria opinione, è discriminazione pura.

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I termini non cambiano. Omosessualità e Chiesa non è binomio possibile, non nell'immediato almeno.

Non capisco perché la loro decisione non sia legittima: sono da secoli contro i gay, hanno solo dimostrato coerenza. L'essere omosessuali ha qualche cosa di più che una professione religiosa: è uno stato esistenziale, inalienabile - non scelto e non mutabile. Insomma, hanno riconosciuto il loro nemico ed hanno reciso i rapporti, a me pare ampiamente legittimo. Se poi volessimo discutere sulla moralità e su principi etici sarebbe un altro discorso. Per ora la Chiesa è e resta una comunità (e non mera istituzione) da rispettare nelle sue scelte così come noi chiediamo vengano rispettate le nostre.

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Boh, a me pare un discorso senza senso. Io sono pronto ad accogliere un cattolico che cerchi di interessarsi al mondo gay, non vedo perchè non debba funzionare allo stesso modo al contrario. Se questo non è possibile allora la Chiesa non è una comunità da rispettare come dici tu. Non credo di spiegarmi bene, non si tratta nemmeno di dialogo, si tratta di piegarsi a loro tenendo la bocca chiusa a costo di essere insultati solo per essere accolti. Perchè è questo che hanno fatto quelli del coro, eh! Almeno questo DEVE andare bene, altrimenti il rispetto se lo possono mettere dove credo starebbe meglio.

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non vedo perché non debba funzionare allo stesso modo al contrario.

 

E perché dovrebbe?

 

si tratta di piegarsi a loro tenendo la bocca chiusa

 

Si tratta di andarsene ognuno beatamente per la sua strada.

Niente di trascendentale.

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E perché dovrebbe?

 

Perchè il rispetto può esserci solo quand'è reciproco.

 

Si tratta di andarsene ognuno beatamente per la sua strada.

Niente di trascendentale.

 

Non hai capito il senso dell'iniziativa.

 

 

La pensiamo in modo diverso, pace  :asd:

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Hinzelmann

La coerenza ce l'ha avuta pure Adolf Hitler nel suo bunker

lo devo rispettare per questo?

 

Non ci penso nemmeno...

 

E' legittimo riconoscere la piena libertà della chiesa di regolarsi

come vuole per quanto riguarda i culti religiosi, dove ci sono

Sacerdoti e Fedeli.

 

Quando si parla di attività sociali svolte da religiosi il discorso cambia

radicalmente. Perchè necessariamente mettono in contatto la

Comunità con la Società.

 

Le attività sociali implicano che la chiesa venga a contatto

con dei cittadini che non possono perdere incondizionatamente

e sempre ogni diritto, solo perchè hanno la sventura di avere a

che fare con la chiesa cattolica.

 

Deve prevalere sempre il diritto della chiesa sulla libertà di insegnamento

o sul diritto dei lavoratori o sul diritto degli studenti etc. etc.?

 

Un ospedale cattolico potrebbe legittimamente rifutarsi di ricoverare

al Pronto Soccorso un notorio militante gay, facendolo morire per

strada?

 

Evidentemente dei limiti ci devono essere

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mi riallaccio a quanto dice Hinzelmann

per condividere una riflessione

gli Stati democratici sono strutturati su 3 poteri e sul loro reciproco bilanciamento: Legislativo, Giudiziario ed Esecutivo

il problema è che di poteri ne esistono anche altri

a mio avviso andrebbe anche considerato il potere religioso, che è il vero quarto potere

(il quarto potere non è quello mediatico, che a mio avviso non è un potere ma un volano di "feedback")

ora sarà un caso che la democrazia parlamentare è nata in Inghillterra

non molti anni dopo che Enrico VIII sancisse lo scisma dalla Chiesa Cattolica proclamando sè stesso, e quindi avocando allo Stato,

il potere religioso?

controdomanda: può funzionare un governo democratico (o anche una società democratica)

che debba competere con un quarto potere religioso centralizzato, economicamente fortissimo e di impostazione totalitaria?

perché il problema non è se il coro gaio sia stonato o meno

è che, come dice Hinzelmann, è stata impedita dal quarto potere Chiesa Cattolica una libera espressione della società democratica

quindi questo episodio, per quanto banale, esprime alla radice un conflitto

che non è neanche riconosciuto, evidenziato e gestito come tale ma che esiste e permea (e tarla) la società democratica dalle fondamenta

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Io potrei anche capire le riserve della Chiese, anche se ovviamente non condivido.

Quello che non capisco è perché aspettare l'ultimo momento, come fanno sempre, per ritirare la disponibilità. Visto che il coro è apertamente gay, avrebbero potuto cassarlo da subito, e a quel punto avrebbero pure avuto modo di trovare una scusa migliore.

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Quando si parla di attività sociali svolte da religiosi il discorso cambia

radicalmente. perché necessariamente mettono in contatto la

Comunità con la Società.

 

Le attività sociali implicano che la chiesa venga a contatto

con dei cittadini che non possono perdere incondizionatamente

e sempre ogni diritto' date=' solo perché hanno la sventura di avere a

che fare con la chiesa cattolica.[/quote']

 

Non si vedono cittadini che perdono incondizionatamente e sempre ogni diritto.

La Chiesa è (proprio etimologicamente) una comunità riconoscentesi in un determinato bacino di valori, non certo la società tutta. A me pare del tutto naturale che ogni comunità possa scegliere o non scegliere con chi o cosa interagire sulla base della propria dottrina. Nel caso specifico stiamo parlando di un concerto in chiesa (Santa Annunziata) a sfondo cattolico (Cristo re?), dunque una interazione con la schiatta di fedeli. Dove sono i contatti con il resto della società?

 

è stata impedita dal quarto potere Chiesa Cattolica una libera espressione della società democratica

quindi questo episodio' date=' per quanto banale, esprime alla radice un conflitto

che non è neanche riconosciuto, evidenziato e gestito come tale ma che esiste e permea (e tarla) la società democratica dalle fondamenta[/quote']

 

Due appunti.

 

I. Dov'è l'impedimento alla democrazia, trattandosi di pie attività confessionali? E' una attività cattolica, non aperta a tutti.

II. Non ti pare che rientri nell'ordine e nell'essenza della democrazia che i nostri detrattori possano essere tali?

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Hinzelmann

Lum, è evidente che non è stata la chiesa

ad organizzare l'iniziativa...semplicemente la

ospitava.

 

E la ospitava perché un concerto di musica sacra

lo si va a collocare in una cornice suggestiva, consona

all'evento. Tanto è vero che interviene poi la provincia

ad ospitare la corale gay...ma è un "rimedio" per modo

di dire. Sarà una collocazione di serie B.

 

A Firenze lo si fa nelle chiese sconsacrate...perché

Firenze dispone di una serie di splendide alternative

perché è una città turistica e quindi c'è una corale

a settimana etc. in altre città lo si deve fare in chiese

non sconsacrate ed il Vescovo mette a disposizione

l'edificio di culto per un concerto

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