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ma perchè devono morire tutte/i?? -.-


jad

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buongiorno a tutte! :pausa: come ho letto in un post simile metto questo qui perchè mi pare che sia di interesse femminile più che altro...allora partiamo dicendo che mi sto facendo una cultura su film telefilm ecc lesbici e ho notato che in molti minimo una persona deve morire [magari anche in modo molto plateale (mi viene in mente lost&delirious che lei si butta dal tetto)] di solito è una delle tizie protagoniste ma non è detto. le domande che mi pongo or ora sono:

ma lo fanno apposta per mandare messaggi subliminali tipo ''ecco come può finire la tua storia con una ragazza''? oppure l ho notato perchè ne ho visti pochi e quindi quelli in cui muore qualcuno mi sembrano tanti ma in realtà sono pochi?  :lol: a me vien sempre male quando vedo che un film di questo genere è nella sezione drammatico che poi mi rovina la giornata  :lol: che poi su theLword ci hanno preso gusto a far morire la gente -.-  a voi l onore di rispondere :bua:

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ti assicuro che succede anche nei film gay maschili. sociologicamente, è perché non c'è una cultura della coppia gay nella vita quotidiana di tutti i giorni. laddove la naturale evoluzione di un film che riguarda una coppia etero è riuscire a stare insieme dopo mille difficoltà e arrivare al tanto agognato matrimonio, in quella gay si cerca il trionfio della spettacolarizzazione facendo morire uno dei due protagonisti per dar profondità al tutto, come se un semplice "happy ending" fosse troppo poco. ma tant'è, spesso è un pubblico a gran maggioranza etero che trova in questo dramma il colpo di scena e pathos finale. e anche tra i gay, che sicuramente preferirebbero ogni tanto dei finali non così drammatici, può esserci l'identificazione con i problemi già vissuti.

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non ci avevo mai pensato cavolo! però è triste e anche un pò demoralizzante con tutta sta gente che muore -.- che poi ci sono molti modi diversi per far finire bene un film gay senza che un/a protagonista si ritrovi con il/la compagna/o morta/o  :pausa:

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I casi abbondano: evidentemente per gli sceneggiatori, che nella stragrande maggioranza dei casi sono uomini etero, una coppia gay non deve durare, e non può che scoppiare in questo modo. Dopo un po' sorge il sospetto che si tratti di una specie di "punizione" per aver deviato dall'orientamento eteronormativo, dato che le soluzioni alternative, anche per far salire il pathos, non mancano.

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Uhm. Le risposte che ti sono state date finora sono imprecise. Di fatto prima che l'omosessualità venisse sdoganata, gli autori che volevano parlarne erano costretti ad utilizzare finali negativi, e nel caso delle donne, c'erano tre possibili modi di affrontare l'omosessualità:

1) la morte

2) la pazzia

3) entrambe

Questo perché si doveva dimostrare al pubblico "ignorante" che chi è omosessuale va per forza a finir male, perché si tratta di una devianza.

Ora, alcune persone volevano dimostrare esattamente questo e per loro non era un problema. Ma ci sono stati anche autori omosessuali che, pur di pubblicare i loro lavori e cercare di raggiungere i loro simili, acconsentivano a modificare i loro finali e concludere con un messaggio negativo, purché almeno di omosessualità si parlasse. Un esempio - il romanzo "Spring fire" è stato ripubblicato decenni dopo con una prefazione dell'autrice (che tra l'altro lo aveva pubblicato sotto un nome maschile) per dire che la casa editrice le aveva praticamente detto: o ci metti un finale tragico o non te lo pubblichiamo. Pertanto alla fine del romanzo, una delle due donne coinvolte "capisce" che l'altra era pazza e che il loro non era mai stato amore, in sostanza aveva preso un abbaglio.

 

Piuttosto c'è da chiedersi perché questa usanza persiste nei prodotti moderni. Posso starci che autori degli anni 50 per amore della loro arte acconsentissero a qualche compromesso. Trovo meno comprensibile che un autore del duemila voglia perpetuare questo messaggio, per esempio Lost and delirious che usa non la morte, non la pazzia ma entrambe. Soprattutto sapendo che hai tante giovani lesbiche che magari stanno guardando il tuo prodotto e quando spengono il televisore non so come facciano a non sentire un senso di ansia e soffocamento di fronte a certe prospettive!

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in effetti dopo averlo visto mi sono sentita parecchio angosciata  :D e poi non mi pare siano finali realistici, oppure lo sono ma la percentuale che una storia finisca con una delle tre possibilità che hai descritto presumo sia parecchio bassa o avremmo una moria generale di gay e lesbiche impressionante!

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Era un grande classico anche nella Mitologia Greca;

anzi peggio - in genere era il/la protagonista

a uccidere accidentalmente il/la compagno/a.

 

I due casi più importanti sono quelli di Atena e Apollo

(Atena è un drag king e Apollo è il più "gay" degli dèi bisex).

 

Atena uccide accidentalmente la sua compagna Pallade

e per la disperazione ne acquisisce il nome,

tanto da divenire nota come Pallade Atena.

 

Apollo uccide Giacinto con un giavellotto

deviato per gelosia dal "terzo" Zefiro.

Dal suo sangue farà nascere un fiore

che su ogni petalo porta la sillaba AI

(che starebbe per il nostro "Ahi", grido di dolore)

 

Capita anche a un eroe, Bellerofonte

(quello che uccise la Chimera, volando su Pegaso;

peraltro amico di Atena) che non si chiamava così prima;

il suo nome significa "Colui che ha ucciso Bellero".

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in effetti dopo averlo visto mi sono sentita parecchio angosciata  :D e poi non mi pare siano finali realistici, oppure lo sono ma la percentuale che una storia finisca con una delle tre possibilità che hai descritto presumo sia parecchio bassa o avremmo una moria generale di gay e lesbiche impressionante!

Beh in teoria dicono che il tasso di suicidi sia piu' alto tra i giovani omosessuali. Ma ovviamente a me non sembra un buon motivo per infilarlo in un film, in fin dei conti come ha scritto R.POST la tipica commedia romantica etero riguarda una coppia che si riesce a mettere insieme nonostante le difficolta', quindi i film lesbici, specialmente quelli moderni, dovrebbero essere orientati piu' su quel modello che su qualcosa di tragico - ti consiglio Imagine me and you and Nina's heavenly delights che rientrano in questa categoria.

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Beh in teoria dicono che il tasso di suicidi sia piu' alto tra i giovani omosessuali. Ma ovviamente a me non sembra un buon motivo per infilarlo in un film, in fin dei conti come ha scritto R.POST la tipica commedia romantica etero riguarda una coppia che si riesce a mettere insieme nonostante le difficolta', quindi i film lesbici, specialmente quelli moderni, dovrebbero essere orientati piu' su quel modello che su qualcosa di tragico - ti consiglio Imagine me and you and Nina's heavenly delights che rientrano in questa categoria.

se ci fossero più film verso quell orientamento farebbero bene anche agli etero omofobi!

grazie per i titoli anche se avevo già provveduto a vederli :D quello mi sembra un modello di film più adatto per chi come me credo si sia appena avventurata nella giungla  :D anche il telefilm sugar rush ad esempio mi è piaciuto molto per come viene trattato l argomento e per l' happy ending :D

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  • 2 weeks later...

In effetti non ci avevo mai fatto caso, ma hai pienamente ragione! La stragrande maggioranza dei film/telefilm gay che ho visto si conclude con la morte di una delle due o di un personaggio a loro caro (e che le aveva appoggiate)

Il che è davvero ma davvero inquietante...non posso credere che la censura si muova ancora come negli anni 50, ma NON VOGLIO pensare che sia una sorta di 'messaggio antigay'

Smorzando un pò i toni, non sarà semplicemente che un film con un finale drammatico vende di più?

Il vissero tutti felici e contenti ha un pò stufato, o no?

Magari all'audience piace piagnucolare un pò alla fine di un film. A me piace.

( Cioè...lo odio eh, però effettivamente poi quel film mi piace! Basti pensare a SPOILIER!! il nuovo brotherhood!!)

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si bè può essere anche che puntino a quello però mi sembra strano che succeda sempre nei film gay -.-''

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Su questo hai ragione...poi oggi ne ho parlato con una mia amica e ha detto di averlo notato anche lei!

Insomma...cerco solo di non essere troppo pessimista!  :D

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Mi sembra che difficilmente regga il  finale drammatico nelle pellicole dove sono presenti coppie eterosessuali, alla lunga si deve trovare un espediente tale da rendere il finale credibile e possibile nella realtà (viceversa, assumerebbe il tono della tragedia pompata). Purtroppo per noi, ciò diventa più semplice in quei casi dove l'omosessualità rappresenta uno scoglio e può determinare un epilogo degno di Lost & Delirious o Loving Annabelle; un Fucking Amal, nel suo rappresentare una situazione risoltasi tranquillamente o quasi, può risultare tanto reale quanto distante da ciò che accade tutti i giorni.

Non trovate?

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Non sono d'accordo - la gente vedendo la situazione "risoltasi tranquillamente o quasi" si vuole convincere che quella situazione non è reale, che è solo un film e pertanto fa vedere una cosa che nella realtà non succederebbe mai.

 

Poi in realtà vai a parlare con tante persone che hanno storie che sono iniziate come quella in "Fucking Amal", o comunque le hanno avute in passato - è una situazione molto più frequente di quello che si pensi, ma la gente non lo vuole vedere. Preferiscono tutti immaginare una vita drammatica, quasi in senso decadente, piuttosto che una quotidianità fatta di piccole cose.

 

Immagino che sia pigrizia più di tutto... le lesbiche italiane sono in effetti tanto tanto pigre. Piuttosto che fare mai uno sforzo o "osare" qualcosa, usano questi film traGGici ed esempi traGGici come prova del fatto che le cose non possano mai andare bene - come giustificazione della loro stessa pigrizia/codardia.

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Trovo che "volere sia potere" e la codardia spesso sia legata alle proprie possibilità. :salut:

 

Fucking Amal è una pellicola in grado di essere tanto reale quanto distante per via del fil rouge comune agli altri due film da me citati: l'adolescenza.

In quei film è una tappa che viene vissuta in società differenti e contesti particolari, a tal punto che paragonare l'adolescente nordica alla eventuale ragazzetta nel college inglese/americano sarebbe un autentico azzardo; per quanto la situazione italiana finisca con l'essere penalizzata da falsi miti e personaggi più mediatici che reali, alla lunga emerge l'aspetto più legato ai retaggi culturali e alla mancanza di una vera indipendenza della giovanissime.

Certe lesbiche italiane saranno anche tendenti alla pigrizia e alla codardia (che brutto termine!), però a volte si portano dietro così tante motivazioni che non troverebbero spazio in un solo film. 

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Non capisco. Tutte noi abbiamo vissuto, o stiamo vivendo adesso, la nostra adolescenza.

In mancanza di materia italiana con la quale confrontarci, che parli di lesbiche adolescenti tenendo presente la nostra cultura e il nostro ambiente, ci si confronta con questi materiali proveniente da altri paesi.

Certo in Italia non ci sono le boarding school, ma se guardi Fucking Amal con attenzione non ci trovo poi niente di diverso da tutte quelle che dicono "vivo in un paesino, frequento sempre le stesse persone e nessuno sa chi sono veramente".

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Bene, evidentemente non mi sono spiegata. :salut:

 

Non penso che una serie TV, un film o un romanzo possano spingere una persona a fare coming out se le condizioni effettive sono avverse e si ha paura; i film dovrebbero sensibilizzare chi mantiene posizioni omofobiche e non costringere a fare coming out, rischiando così per il solo essere dichiarate - Necessità che tra l'altro dovrebbe venire fuori in maniera del tutto spontanea e non solo perché considerata un obbligo.

 

Tu hai parlato di conoscenze vicine alle esperienze di Fucking Amal e io potrei raccontare di ragazze che hanno passato un autentico inferno per via delle famiglie, peccato che così torneremmo al discorso principale, ossia:  "Stupisce il vedere situazioni ai limiti del tragico? Siamo davvero certi siano solo situazioni gonfiate per il bene del pathos?"   

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Come si può pretendere che questo genere di storie sensibilizzino chi mantiene posizioni omofobiche, quando sappiamo benissimo che le uniche persone che le guardano sono già gay? Un omofobo non guarderà mai spontaneamente un film del genere - né quello svedese, né quello americano e nemmeno, se esistesse, quello italiano.

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Non penso che una serie TV, un film o un romanzo possano spingere una persona a fare coming out se le condizioni effettive sono avverse e si ha paura; i film dovrebbero sensibilizzare chi mantiene posizioni omofobiche e non costringere a fare coming out, rischiando così per il solo essere dichiarate - Necessità che tra l'altro dovrebbe venire fuori in maniera del tutto spontanea e non solo perché considerata un obbligo.

 

Non sono d'accordo. E' molto difficile che un omofobo vada a vedere un film del genere - se ci va, ci è finito per sbaglio e la reazione sarà tendenzialmente super omofoba perché la sua mente non 'reggerebbere', come un rigetto. Non so se mi spiego.

 

Per quanto riguarda il discorso film drammatici ecc., sono TOTALMENTE d'accordo sul bisogno di film e telefilm internazionali (e italiani) leggeri, comici e senza drammoni finali. Io e la mia compagna non ne possiamo più francamente - ne ho parlato quando si parlava di Viola di mare - e penso che faccia molto male alle lesbiche che stanno cercando di identificarsi e stanno facendo coming out ancora con loro stesse, figuriamoci con gli altri. Sono i modelli positivi - sia nella realtà che nella fiction - che mancano.

Per formarsi un'identità è importante l'identificazione - l'identificarsi gay o lesbica è difficilissimo anche perché ci si chiede di identificarsi con un'immagine che, a torto, viene mostrata come negativa. L'idea che veniva e, purtroppo, viene tutt'ora comunicata dalla società e dai media è che essere gay e lesbica significa essere sbagliato ecc ecc, e/o essere discriminato, vivere una vita di merda ecc......

Fermo restando che, in quanto minoranza, è ovvio che saremo sempre vittime di omofobia e discriminazione (poi in Italia la situaizone è aggravata da una omofobia istituzionalizzata che ci mette il carico da novanta discriminando a sua volta e non difendendo i suoi cittadini omosessuali), MA questo non vuole dire che siamo destinati all'infelicità! E' come dire che qualsiasi ragazzo di colore e/o di una minoranza religiosa lo sia! Ovvio che no.

E' vero piuttosto il contrario e su questo bisognerebbe mettere l'accento! (come già per altro fanno le ricerche scientifiche ) - una persona gay o lesbica che non vive il suo orientamento sessuale sarà sempre più depresso, più infelice ecc. di una persona gay o lesbica che abbraccia il proprio orientamento e vive la sua vita fino in fondo. Nonostnate, le difficoltà, nonostante tutto....Per quanto la mia vita sia a volte dura e difficile e super complicata, io so di essere mille volte più realizzata e felice di quando, spaventata da tutto, cercavo di essere etero....allora sì che ero infelice!

Questo i film dovrebbero fare vedere.....ma purtroppo sono ancora poco anche se qualcoa di più positivo nei telefilm si vede.

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Come si può pretendere che questo genere di storie sensibilizzino chi mantiene posizioni omofobiche, quando sappiamo benissimo che le uniche persone che le guardano sono già gay? Un omofobo non guarderà mai spontaneamente un film del genere - né quello svedese, né quello americano e nemmeno, se esistesse, quello italiano.

 

È un peccato che tu veda così negativamente gli omofobici: da sempre la considero una perdita di tempo il discutere con persone prive di sensibilità e tolleranza, ma sorpresa, non mi sono mai pentita di averlo fatto se riuscivo a tirare fuori qualcosa di buono da questa gente.

Sono stati eventi sporadici in grado di spingermi a considerare sempre valida la strada del dialogoq, come del mostrare diverse sfaccettature dello stesso elemento a loro ignoto o di realtà che la società italiana, ahimè, tende a nascondere come polvere sotto ad un tappeto.

 

Non sono d'accordo. E' molto difficile che un omofobo vada a vedere un film del genere - se ci va, ci è finito per sbaglio e la reazione sarà tendenzialmente super omofoba perché la sua mente non 'reggerebbere', come un rigetto. Non so se mi spiego.

 

La reazione eccessiva nasconde a volte dubbi e una ricerca costante di certezze, no? :D

Ci sono omofobici che si trovano a dover affrontare il discorso in relazione ad amici, genitori, ragazzi e ragazze o conoscenti, arrivando talvolta ad un compromesso come ad un rifiuto netto; lavorare sulla cultura e l'autoaccettazione dell'individuo omosessuale o bisessuale è giusto... Ma sulla società? Davvero i film a tematica devono essere considerati interessanti solo per chi vive in prima persona quanto raccontato?

 

Senza offesa ma parlate degli effetti negativi dei vari film adolescenziali e poi quasi considerate impossibile smontare le eventuali idee errate di un omofobico, è curioso! ^^'

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È un peccato che tu veda così negativamente gli omofobici: da sempre la considero una perdita di tempo il discutere con persone prive di sensibilità e tolleranza, ma sorpresa, non mi sono mai pentita di averlo fatto se riuscivo a tirare fuori qualcosa di buono da questa gente.

E' molto diverso avere un dialogo, che presuppone DUE interlocutori, piuttosto che mettere un omofobo di fronte a un prodotto già fatto e lasciarlo a trarre le sue conclusioni. Un film non è che può rispondere alle argomentazioni e le domande altrui; una persona sì.

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Sbaglio o un film, un libro, una canzone o un qualsiasi altro materiale, anche divulgativo, possono intanto spingere una persona ad analizzare un certo argomento e affrontarlo con i propri mezzi? ^^

Prodotto finito o meno che sia, può intanto portare a riflettere su alcuni aspetti o trovarseli davanti, cosa normale per noi ma non per chi non ha contatti con aspetti GLBT... Già può essere un buon punto di partenza per chi non riesce a cogliere di petto certi discorsi!

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Davvero i film a tematica devono essere considerati interessanti solo per chi vive in prima persona quanto raccontato?

 

Certo che no, però forse dovremmo capire a chi ci riferiamo con "persona omofoba". Io do' per scontato che la stragrande maggioranza degli eterosessuali siano ignoranti in materia di GBLT. Non do' per scontato che ogni eterosessuale sia omofobo, omoignorante sì, omofobo no. Per cui, ovviamente, un film a tematica fatto bene è un ottimo messaggio - specie però se fa vedere NON solo tragedie e la relazione gay/lesbica come amore innanzitutto. Diverso discorso per un omofobo vero, dubito che vedrebbe un film a tematica, e francamente, anche se lo fedesse sarebbe tutto filtrato tramite occhi omofobi per cui non ci vedo gran che di vantaggioso...diversissimo come dice Sweet il parlare, il dialogare di persona....in quella posizione mi ci sono trovata, e sono sempre andata via con la sensazione (e la speranza) di avere inserito qualche dubbbio in più, di avere un po' scalfito idee omofobee e ben radicate...certo so benissimo che non basta uno scambio, seppur diretto e di una serata, ma io ci provo sempre comunque. Male no fa. RIpeto, però, un film rimbalzerebbe addosso.

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Resto della mia idea. Un omofobo che guarda un film a tematica gay, da solo non puo' analizzare un bel niente se non ha a fianco qualcuno che gli puo' spiegare cosa sta vedendo, in termini di situazioni e comportamenti.

Perche' semplicemente non saprebbe come interpretarlo. Non ha gli strumenti adatti. Gli strumenti li ha il gay. Il dialogo e' imprescindibile - un film (o un libro) non hanno mai fatto cambiare idea a nessuno.

 

Basta anche che chiedi in giro agli altri utenti in fin dei conti, sarei curiosa di sentire quanti dei loro conoscenti omofobi sono improvvisamente diventati pro-gay grazie alla visione di un film. Probabilmente nessuno, mentre alcuni utenti hanno senz'altro esperienza diretta di propri amici omofobi che hanno cambiato le loro posizioni una volta conosciuta di persona una persona gay.

 

La persona che come dici tu "non riesce a prendere di petto certi discorsi", non dira' mai al suo amico omofobo le esatte parole: sono gay. Infatti nella sezione Coming Out uno dei primi consigli che escono fuori sempre per i "timidi" e': sposta l'argomento su qualcosa di omosessuale (notizia di cronaca, personaggio famoso, film), vedi come reagisce il tuo amico e usalo come base per una discussione. Ovvero: come la giri la giri, per una discussione costruttiva servono due persone, due esseri umani, non un essere umano e una cosa.

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La distinzione tra omoignorante ed omofobico è giusta, anche se la stessa sussiste in base al come l'elemento si rapporta nei confronti dell'omosessualità e non in relazione ad una minore o maggiore ignoranza.

L'omofobico è distinguibile per via del suo accompagnare l'ignoranza con un palese rifiuto o un'aggressività istintiva, poi non è detto che la stessa ignoranza non sia riscontrabile anche nell'omoignorante o diventi una futura apertura certa da parte di quest'ultimo!

Alle volte è più facile lo scalfire le idee di chi le esterna con veemenza, piuttosto che il cavare un ragno dalla testa di persone meno eccessive solo all'apparenza...

 

@Sweet: I film potrebbero e dovrebbero sensibilizzare le persone su realtà distanti dalla propria, portando la persona a riflettere o entrare in contatto con un mondo per lo più sconosciuto o già filtrato attraverso banalizzazioni e stereotipi.

La cultura non è detto che fornisca gli strumenti per analizzare questi elementi e allo stesso modo potrebbe anche non farlo un omosessuale, poiché esserlo non significa vivere l'omosessualità in ogni suo aspetto o accettarsi a tal punto da essere sereni nel parlarne.

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A questo punto sono curiosa - cosa suggerisci tu per invogliare gli omofobi a guardare film a tematica gay?

Come pensi di convincerli a rimanere due ore seduti a guardare qualcosa che rifiutano, se non con un tranello?

Sto parlando di omofobi, non di omoignoranti.

Gli omoignoranti sono comunque a rischio di trovarsi davanti a un Lost and delirious rispetto che a un Imagine me and you.

Sono due film che avrebbero effetti molto, molto diversi su un omoignorante.

 

@Sweet: I film potrebbero e dovrebbero sensibilizzare le persone su realtà distanti dalla propria, portando la persona a riflettere o entrare in contatto con un mondo per lo più sconosciuto o già filtrato attraverso banalizzazioni e stereotipi.

Il problema più grave è che talvolta sono proprio i film a perpetrare le banalizzazioni e gli stereotipi - per questo secondo me non sono un buono strumento per acculturare qualcuno.

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Credo nella libera scelta, nelle vie traverse e nella curiosità contraddittoria di certa gente, quindi niente tranelli o doppi nodi alla sedia :D

 

L'unica certezza che ho a riguardo è che alcuni film o libri potrebbero effettivamente scalfire le convinzioni di queste persone, con tutto che poi ogni risultato dipende dall'individuo e dal sentimento reale che ha nei confronti di alcuni tabù. 

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