conrad65 Posted July 14, 2010 Share Posted July 14, 2010 vorrei riportarvi un brano, che leggevo ieri sera, in cui Jung parla di omosessualità non avevo mai incontrato prima un punto della sua opera in cui si accennasse esplicitamente a questo tema non ho letto l'opera omnia ma poco ci manca per cui considero questo passaggio davvero raro e importante eccolo (è la parte conclusiva di un breve saggio dal titolo "Sull'archetipo, con riguardo al concetto di Anima" pubblicato per la prima volta nel 1936 e rivisto nel 1954): "... il giovane, crescendo, deve potersi liberare della fascinazione dell'Anima che la madre esercita. Vi sono delle eccezioni: esse riguardano in particolare gli artisti, in cui il problema si pone spesso in maniera notevolmente diversa e sfocia nell'omosessualità, di regola contraddistinta da un'identità con l'Anima. Data la nota frequenza di questo fenomeno, è molto problematico interpretarlo come una perversione patologica. Dai risultati dell'indagine psicologica sembra trattarsi piuttosto di un distacco incompleto dall'archetipo ermafroditico, unito a una netta resistenza a identificarsi con il ruolo di essere sessuale univoco. Una simile disposizione non è da giudicarsi negativa in tutte le circostanze, in quanto preserva il tipo dell'uomo primigenio che va entro certi limiti perduto nell'essere univocamente sessuato." Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
D. Posted July 14, 2010 Share Posted July 14, 2010 Conrad, è forse saggio specificare cosa Jung intenda con Anima; o temo assisteremo all'anarchia ermeneutica. Riporto da 'Il problema dell'inconscio nella psicologia moderna': "L’uomo ha sempre portato in se’ l’immagine della donna, non l’immagine di una determinata donna, ma di un determinato tipo di donna. Questa immagine è, in fondo, un insieme ereditario inconscio di origine molto remota, innestato nel sistema organico, un “archetipo”, sintesi di tutte le esperienze ancestrali intorno all’animo femminile…. Mentre da 'Ricordi, sogni, riflessioni': Allora pensai… forse il mio inconscio ha dato forma ad una personalità che non sono io e che potrebbe esprimersi con le sue proprie vedute….mi interessava straordinariamente il fatto che una donna, dal mio interno dovesse interferire nei miei pensieri….In seguito giunsi a capire che questa figura femminile interna rappresenta una parte tipica e archetipica nell’inconscio dell’uomo, e la indicai col nome di “anima”, mentre chiamai “animus” la figura corrispondente nell‘inconscio della donna. Ora, che si scateni pure il finimondo. Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
conrad65 Posted July 14, 2010 Author Share Posted July 14, 2010 di Anima se ne era parlato in un topic ma non lo ritrovo più brevemente: Jung teorizza che il sè (la totalità dell'individuo) è costituito da un tetramorfo psichico, ovvero da 4 persone nell'uomo sono 3 persone maschili e una femminile nella donna sono 3 persone femminili e una maschile la persona conscia è l'io, maschile nell'uomo e femminile nella donna la parte femminile dell'uomo, inconscia, è chiamata Anima quella maschile della donna, sempre inconscia, Animus anche l'uomo ha un animus, ovvero una parte inconscia maschile così come la donna ha un anima, ovvero una parte insconscia femminile solo che, secondo Jung, la prevalenza dell'inconscio maschile è "Anima" a costituire una polarità dialettica di sesso opposto rispetto all'io maschile e viceversa per la donna Animus+Anima sono popolati da archetipi e appartengono all'inconscio collettivo gli archetipi per Jung sono le forme innate dell'essere, i principi ordinatori dei contenuti psicologici abbiamo così descritto 3 persone delle 4 la quarta è la cosiddetta "ombra" e costituisce l'inconscio "personale", dello stesso sesso dell'io quindi ricapitolando per l'uomo le 4 persone: - io (conscio, maschile) - ombra (inconscio personale, maschile) - anima (inconscio collettivo "prevalente", femminile) - animus (inconscio collettivo residuale, maschile) per la donna le cose sono speculari per Jung lo scopo teleologico (finalistico) della psiche è l'individuazione, ovvero l'integrazione di tutti i contenuti del sè che si realizza mediante la "coniunctio" (il matrimonio) tra io e anima nell'uomo e tra io e animus nella donna questo può avvenire solo tramite determinati passaggi (ad esempio il riconoscimento dell'ombra e dei suoi contenuti) che definiscono un vero e proprio percorso che si snoda nella vita individuale e le cui tracce sono interpretabili nei sogni quindi in sostanza quello che dice Jung parlando di omosessualità è che avviene una identificazione tra io ed anima (parlo del caso maschile) l'anima viene quindi vissuta e agita nel conscio e viene (probabilmente, questo lo estrapolo io) sostituita nella sua funzione inconscia dall'Animus, maschile che quindi nell'omosessuale maschio sarebbe la controparte della "coniunctio" Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
conrad65 Posted July 20, 2010 Author Share Posted July 20, 2010 mi scuso per il doppio post, ma ieri sera leggevo un brano di "Aspetti psicologici dell'archetipo della Madre" (1938) di Jung in cui si parla espressamente di omosessualità, e vorrei riportarvelo: "Gli effetti del complesso materno sono diversi a seconda che si tratti di un figlio o una figlia. Tra gli effetti tipici sul figlio si devono annoverare l'omosessualità e il dongiovannismo, a volte anche l'impotenza. Nell'omosessualità, la componente eterosessuale è ancorata in forma inconscia alla madre; nel dongiovannismo il figlio cerca inconsciamente sua madre 'in ogni donna'. Gli effetti del complesso materno sul figlio sono espressi dall'ideologia formatasi attorno al tipo Cibele-Attis: autoevirazione, follia, morte precoce. Nel figlio, a causa della differenza tra i sessi, il complesso materno non si presenta puro. E' questa la ragione per cui in ogni complesso materno maschile, oltre all'archetipo della madre, ha una parte importante anche quello della partner sessuale, l'archetipo cioè dell'Anima. La madre è il primo essere femminile che il futuro uomo incontra sul suo cammino e, clamorosamente o sommessamente, rozzamente o delicatamente, consciamente o inconsciamente, essa non può fare a meno di incidere sulla maschilità del figlio; questi, a sua volta, o diventa sempre più consapevole della femminilità della madre o, a livello inconscio almeno, ad essa istintivamente risponde. Nel figlio, quindi, le semplici relazioni di identità o di resistenza e differenziazione sono costantemente intersecate dai fattori dell'attrazione e della repulsione erotica. Con ciò il quadro si complica notevolmente. Non voglio tuttavia sostenere che per questa ragione il complesso materno del figlio debba essere considerato più grave di quello della figlia. Nell'esplorazione di questi complessi fenomeni psichici siamo ancora agli inizi, a uno stadio pionieristico. I confronti si potranno stabilire solo quando disporremo di dati statistici. Ma di essi non c'è ancora traccia." Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Almadel Posted July 20, 2010 Share Posted July 20, 2010 Argomento troppo ghiotto per leggerlo e basta Come vi siete facilmente accorti da questi stralci, Jung non ha altri strumenti intellettuali per leggere l'omosessualità che ridurla a un caso di ermafroditismo e di femminilizzazione dell'Io maschile. Anche se - con la stessa logica - avrebbe potuto mascolinizzare l'Anima dell'omosessuale; ma questo sarebbe stato svilente per la sua virilità di etero. Perché gli manca lo strumento più ovvio? Perché semplicemente non riesce a leggere nell'omosessualità la persistenza della libido anale e orale nel Maschio? Freud aveva aggirato il problema - dopo averlo posto - nel modo ingenuo in cui i genitori rispondo al coming-out dei figli: "E' solo una fase" Jung invece si dedicherà a confondere le acque. Il primo modo lo abbiamo appena visto: "L'omosessualità concide con la femminilizzazione", mentre il secondo modo è ancora più subdolo. Si accorge molto presto che la libido penetrativa non può essere l'unica motrice della Psiche, ma quando si affaccia al problema della Passività ecco che scattano le sue belle censure. La Libido Anale viene trasfigurata nell'Istinto di Morte; ci vede il Peccato Mortale e lo scambia per la Morte; il decesso diventa una metafora dell'Ano poiché entrambi trasformano l'organico in inorganico; vede il cono oscuro e sulfureo, vede la Candida Rosa e crede di parlare di "spiritualità" e "trascendenza" mentre sta solo nascondendo l'altro lato della Libido. In sintesi il problema è questo: negando la natura versatile della sessualità maschile Jung è stato costretto a definire la Libido Ricettiva come "spirituale" (non sessuale) e "femminile" (non maschile) e l'ha chiamata Anima. Senza questi strumenti intellettuali ha fatto dell'omosessualità una "questione da artisti ermafroditi". P.S: Non tirate fuori anche l'Archetipo Femminile altrimenti sarò costretto a esprimermi anche sull'Eterosessualità secondo Jung Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
conrad65 Posted July 20, 2010 Author Share Posted July 20, 2010 Perché gli manca lo strumento più ovvio? Perché semplicemente non riesce a leggere nell'omosessualità la persistenza della libido anale e orale nel Maschio? comincio con una domanda ad Almadel ritieni che la persistenza della libido anale e orale nel maschio sia una buona spiegazione dell'omosessualità? te lo chiedo perché è una posizione che definirei freudiana pura e che porta in germe alcuni possibili esiti non felici su quanto dice Jung ho anch'io delle riserve, in parte diverse da quelle di Almadel in particolare sul secondo brano da me citato, che paradossalmente mi sembra più freudiano che junghiano anzi, mi sembra clamorosamente vicino a quanto asserisce Massimo Fagioli, discusso guru post-freudiano e dichiarato odiatore di Jung, quando parla di omosessualità in termini di "pulsione di annullamento" http://www.paoloizzo.net/intervistafagioli.htm il secondo brano è del 1938 e non è mai stato rivisto da Jung, mentre il primo brano da me citato, più sfumato, è stato rivisto nel 1954 a mio avviso (ma questo è parere "ampiamente" personale, discutibilissimo) Jung tocca alcuni punti importanti, in particolare - la "controaffinità" tra dongiovannismo e omosessualità (questo è un punto secondo me molto importante) - il discorso sull'ermafroditismo, che a mio avviso andrebbe impostato diversamente il dato di fondo, che lo stesso Jung riconosce, è che non abbiamo un dato statistico significativo (ritengo si riferisse ad un'analisi onirica accurata sui sogni di un significativo campione di omosessuali): se lo avessimo, probabilmente scopriremmo che non esiste l'omosessualità ma esistono "le" omosessualità, e che queste si riflettono nella struttura del tetramorfo psichico ciò detto non si proverebbe comunque nulla sull'origine dell'omosessualità perché non sapremmo mai se tali differenze nel tetramorfo psichico sono innate o indotte da specifiche e irreversibili esperienze infantili io rimango dell'idea che l'approccio causale all'omosessualità è epistemologicamente errato ed in generale è sbagliato l'approccio causale ogni volta che il ragionamento ammette l'inversione della causa con l'effetto (il che se ci riflettiamo è quasi sempre possibile nella descrizione dei fenomeni naturali, mentre non lo è mai nel linguaggio ) Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Hinzelmann Posted July 20, 2010 Share Posted July 20, 2010 In effetti dal punto di vista della Scuola affermativa questi discorsi di Jung sono ampiamente superati. E non potrebbe essere diversamente visti gli anni in cui sono stati scritti. Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
conrad65 Posted July 26, 2010 Author Share Posted July 26, 2010 Riporto altro brano dall'opera "Aspetto psicologico della figura di Core" (1941 rivista nel 1951) "... Dato che la totalità dell'uomo, qualora egli non sia costituzionalmente omosessuale, può essere solo una personalità maschile, la figura femminile dell'Anima non può, nell'uomo, esser sussunta nel tipo della personalità sovraordinata (*), bensì richiede una valutazione e una posizione diverse." (*) La personalità sovraordinata è per Jung il Sé, ovvero la totalità della psiche (conscio+inconscio) Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
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