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I valdesi: verso la benedizione anche delle coppie gay


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Come al solito i valdesi hanno uno sguardo che va più lontano di molte altre confessioni religiose:

 

Anche la Chiesa valdese, dopo quella Luterana italiana, si avvia verso la possibilità della «benedizione» delle coppie omosessuali. La Tavola valdese chiederà al Sinodo, che si riunirà a Torre Pellice (Torino) dal 22 al 27 agosto prossimi, un orientamento in tal senso.

 

«È un tema molto delicato che ha lacerato e talvolta diviso diverse chiese protestanti in Europa come negli Stati Uniti - dice la pastora Maria Bonafede, moderatore della Tavola valdese, in un’intervista che sarà pubblicata nel prossimo bollettino Nev-Notizie evangeliche -. Io mi limito a rilevare che nasce da domande concrete, di fratelli e sorelle membri delle nostre chiese che chiedono la benedizione della loro unione: non è insomma un dibattito teorico o astratto ma un confronto con uomini e donne che condividono la nostra fede in Gesù Cristo».

 

Secondo la leader della più antica chiesa protestante italiana, inoltre, il problema «non è quello dell’accoglienza degli omosessuali nelle nostre chiese che mi sembra superato da tempo: è quello della benedizione dell’unione di persone che vogliono testimoniare di fronte a Dio e alla loro comunità di fede il loro impegno a un percorso di vita insieme».

 

«Dobbiamo quindi innanzitutto capire - spiega - che cosa significa "benedizione", nella Bibbia e nella chiesa. Con ogni evidenza non significa matrimonio, che peraltro per noi protestanti non è un sacramento ed è un fatto eminentemente civile».

 

La pastora ha poi affrontato il tema della corruzione nella società e nella politica italiane: un «sistema» che «corrode le basi stesse della democrazia e contribuisce al degrado civile».

 

La «crisi morale» del Paese sarà uno dei temi al centro dell’importante appuntamento della più antica chiesa protestante italiana. «Mi preoccupa la condizione morale e civile del Paese - dice la pastora Bonafede in un’intervista che sarà pubblicata sul prossimo bollettino Nev-Notizie evangeliche -. Nel corso dell’anno la cronaca ci ha svelato un "sistema della corruzione" che opera non solo nella società ma anche nelle organizzazioni della politica. Un sistema di questa natura corrode le basi stesse della democrazia e contribuisce al degrado civile».

 

«Siamo insomma di fronte a una crisi - aggiunge - che non è solo finanziaria ma che arriva all’anima stessa della comunità nazionale. Come Chiesa sentiamo il dovere di denunciarlo e di essere testimoni e operai di un’altra città, fondata sul senso di responsabilità, sullo spirito di servizio alla comunità civile, sulla solidarietà».

 

 

Fonte: La Stampa http://www3.lastampa.it/torino/sezioni/costume/articolo/lstp/299862/

La notizia non mi stupisce affatto. avevo anzi sentito di una recente benedizione ad una coppia tutta al femminile da parte di un pastore di Marsala, in provincia di Trapani.

 

http://www.livesicilia.it/2010/04/10/le-spose-di-marsala/

Anche oggi in cronaca c'era un articolo interessante sul Sinodo:

 

Non servirà attendere domani, quando nell’aula sinodale si parlerà delle benedizioni delle coppie gay, per capire il pensiero dei seguaci di Pietro Valdo su questo tema d’attualità. E se domenica scorsa i pastori valdesi avevano sfilato per le vie di Torre Pellice indossando sul petto un triangolo rosa, lo stesso colore che i nazisti usavano per identificare gli omosessuali, ancora prima la comunità di Milano aveva già preso posizione: non solo aveva accolto fra i membri della sua chiesa un gay, ma l’aveva anche proposto al Nord Italia come membro del Sinodo. Francesco Boschi, 40 anni, biologo, dirigente di un’azienda farmaceutica, ora è uno dei 180, fra pastori e laici, che possono intervenire durante i lavori del Sinodo. Lui racconta così la decisione di aver aderito alla chiesa valdese: «Qui ho avuto la possibilità di fare un cammino comunitario. Lo scorso anno si è celebrato un culto dedicato all’omofobia con tutta la comunità».

 

Continua: «Nella chiesa cattolica esiste invece un arroccamento che a volte viene disatteso. Non ero mai riuscito ad avere un incontro con un sacerdote, e senza incontro non ci sono né dialogo né comprensione». Ancora una volta l’accoglienza si è dimostrata la chiave che apre le porte della comprensione: «Se pensiamo che l’omosessualità sia una devianza, un vizio, oppure un comportamento da esorcizzare, allora significa che si è ancora lontani dal comprendere le nostre scelte - dice Boschi -. Della chiesa valdese mi piace l’apertura di pensiero, la sua caparbietà nel non scendere a compromessi con i poteri forti»

 

Il primo passo verso questa integrazione è stato compiuto da Gianni Genre, ora pastore a Pinerolo, durante la sua permanenza a Milano: «Ho conosciuto Boschi nel momento in cui non ha trovato spazi nella chiesa cattolica. E non trovo nulla da eccepire al fatto che la nostra chiesa possa accogliere un omosessuale, come del resto non comprendo come possa destare stupore il concetto di benedire le coppie gay. Bisogna sottolineare che non è il pastore che impartisce la benedizione, ma è Dio che benedice queste unioni». Quindi aggiunge: «Del resto da anni sia la chiesa svizzera che quella scandinava ha sempre riconosciuto la benedizione delle coppie che si amano. Anzi in Svizzera si va oltre, esiste una benedizione anche per le coppie che dopo aver trascorso una vita insieme decidono di separarsi».

 

E su questo tema ieri durante il suo intervento il vescovo di Pinerolo, monsignor Pier Giorgio Debernardi, non ha fatto un riferimento, piuttosto si è soffermato sulla necessità di continuare a lavorare con la chiesa valdese nella continua attività di sostegno delle famiglie in crisi. Quindi ha voluto ricordare che oggi serve una chiesa curva e penitente e ha detto: «Qui voglio fare un esplicito richiamo ai dolorosissimi fatti accaduti nella chiesa cattolica negli ultimi decenni, veri crimini perpetrati da presbiteri e religiosi nei confronti di bambini e ragazzi». Ricordando le parole del Papa ha aggiunto: «Benedetto XVI ha più volte ribadito che la chiesa cattolica ha profondo bisogno di ri-imparare la penitenza, di accettare la purificazione, di imparare da una parte il perdono, ma anche la necessità di giustizia».

 

Monsignor Debernardi ha voluto poi ricordare il vescovo di Livorno, Alberto Ablondi, di cui ieri si sono celebrati i funerali e che fu presente al Sinodo nel 2000, quando venne siglato un documento comune per un indirizzo pastorale dei matrimoni fra cattolici, valdesi e metodisti. Fra i temi più sentiti della giornata di ieri c’era anche quello dell’immigrazione e dell’accoglienza degli stranieri nelle comunità locali. «L’essere chiesa insieme è un modo efficace di vivere l’universalità della fede cristiana», ha detto il pastore Agbenoxevi Mawuli Awanyoh, moderatore della chiesa evangelica presbiteriana del Togo. Ha aggiunto Paolo Naso, politologo e coordinatore del progetto «Essere chiesa insieme»: «L’immigrazione ha portato in Italia 400.000 evangelici provenienti da Africa, Asia e Sud America. I due terzi delle chiese locali metodiste e valdesi registrano un’importante presenza di immigrati: dati significativi ma, nel nostro Paese, ampiamente ignorati».

 

 

Fonte: La Stampa http://www3.lastampa.it/torino/sezioni/cronaca/articolo/lstp/306112/

Forse la questione dei matrimoni e/o benedizioni delle coppie omosessuali si è un po' complicata... ma nemmeno tanto:

 

Potrebbe non essere questo il Sinodo delle chiese valdesi e metodiste che passerà alla storia per aver concesso la benedizione delle coppie gay. La discussione di ieri non è arrivata ad una conclusione, il dibattito riprenderà oggi. I segnali che emergono tre giorni dopo quella processione di pastori valdesi che sul petto si erano appuntati un triangolino rosa e che induceva a facili conclusioni, non vanno ora nella stessa direzione. «Bisognerà pur dire una parola chiara, quando parliamo di omosessuali parliamo di amore o di peccato?», ha detto il vice moderatore della Tavola Valdese, Eugenio Bernardini.

 

Tutto lascia intendere che quest’anno si potrebbe arrivare solo alla definizione di un documento programmatico che verrà poi messo ai voti il prossimo anno. Aggiunge Marco Bouchard, presidente del Sinodo: «L’accoglienza delle persone omosessuali non è più sindacabile, forse anche grazie a questo clima oggi le richieste che ci giungono da persone che desiderano benedire l’amore che le lega sono richieste serie e sentite». E poi, citando le pagine del Vangelo di Giovanni, dove si legge: «Carissimi, amiamoci gli uni gli altri, perché l’amore è da Dio e chiunque ama è nato da Dio e conosce Dio», il pastore dice: «Chissà che il Sinodo non stia per fare un passo enorme, storico, innovativo della realtà teologica». Se si trattasse di mettere ai voti questa decisione, con ogni probabilità la benedizione alle coppie gay sarebbe cosa fatta, ma la chiesa valdese e metodista vuole arrivare a una decisione ponderata e condivisa, anche perché il 20% dei suoi membri arriva dall’Africa, un continente dove i rapporti omosessuali sono messi all’indice.

 

Numerosi sono i membri di chiesa favorevoli, anche in virtù del fatto che durante il Sinodo della chesa valdese del Rio de la Plata a febbraio sono state approvate queste benedizioni. Spiega Daniela Di Carlo, presidente delle chiese valdesi di queste valli: «I gay sono persone che possono dare un contributo concreto alla nostra comunità, ciascuno ha una storia da raccontare, molti sono già nei nostri direttivi, mi sembra che ormai i tempi siano maturi per un passo importante». Più cauto invece il pastore Daniele Garrone, docente alla facoltà di Teologia di Roma, che sposta la questione sui diritti civili che lo Stato dovrebbe riconoscere a queste coppie: «Per noi l’unica benedizione è quella che viene impartita durante i matrimoni.

 

Del resto noi non celebriamo i cosiddetti matrimoni di coscienza, quelli che portando all’unione di due vedovi, molte volte servono soltanto a mettere insieme il reddito che deriva da quattro pensioni. Il matrimonio per noi è un patto di vita, è un fatto umano e credo quindi che sia logico che il Sinodo rinvii la decisione. Il primo passo deve farlo lo Stato». Sull’aspetto civile arriva il contributo del pastore Giuseppe Platone: «Esiste un vuoto legislativo in merito alla tutela delle coppie di fatto, un problema sollevato a più riprese dalle nostre chiese».

 

Fonte: La Stampa http://www3.lastampa.it/torino/sezioni/cronaca/articolo/lstp/307812/

 

però su altri temi decisamente avversi alla Chiesa Cattolica i Valdesi si sono confermati di visione più moderna:

 

Un pool di teologi, giuristi, medici, scienziati e ricercatori ha stilato un documento che si dice favorevole alla possibilità di avvalersi di embrioni ’sovrannumerari’, altrimenti destinati alla distruzione.

 

Il Sinodo delle chiese metodiste e valdesi dice sì alla ricerca sulle cellule staminali embrionali. La speranza del Sinodo e’ che “la ricerca scientifica sulle cellule staminali, anche embrionali, possa contribuire a proporre nuove possibilita’ terapeutiche, anche per patologie molto gravi“.

 

GUARDARE AL PROGRESSO SCIENTIFICO - Il documento approvato oggi spiega: “L’annuncio evangelico ci chiama al rischio dell’interpretazione del messaggio cristiano“. La Commissione bioetica nel documento giunge alla seguente conclusione: “Qualsiasi soluzione si voglia dare a una questione cosi’ annosa e controversa, a noi sembra evidente che la blastocisti non possieda alcuna caratteristica che permetta di identificarla con un essere umano“. Meglio rinunciare a ogni “atteggiamento pregiudizialmente difensivo” e guardare al progresso scientifico “in una prospettiva laica, in grado di coglierne i limiti e le potenzialita’ emancipative“. “Da un punto di vista dell’etica protestante – sottolinea la pastora Erika Tomassone, membro della Commissione bioetica – le questioni attinenti alla vita dell’essere umano non sono mai soltanto di natura biologica, ma devono tener conto sempre della biografia del soggetto, nonche’ della sua capacita’ di scelta libera e responsabile“.

 

Fonte: Giornalettismo.com http://www.giornalettismo.com/archives/78069/valdesi-cellule-staminali-embrionali/

E invece... dritti alla meta, abbattendo in un solo colpo le riserve su più temi che per altre confessioni sono decisamente avversi:

 

Per imprimere una svolta epocale basta un giorno solo: via libera alla benedizione delle coppie omosessuali (seppur con riserva e dopo mille riflessioni), ai registri per il testamento biologico e alla ricerca sulle cellule staminali embrionali. Tre «sì» che trasformano in faglia la frattura tra valdesi e cattolici d’Italia.

 

A Torre Pellice, nel Torinese, dove ogni fine d’agosto gli eredi del mercante Pietro Valdo - in Italia sono 30 mila - celebrano il Sinodo, ritrovo delle chiese evangeliche e metodiste, ci sono voluti due giorni, tre sessioni e decine d’interventi per trovare il punto d’incontro sul tema più spinoso: la benedizione alle coppie gay. Ne è uscito un ordine del giorno votato a maggioranza (105 sì, 9 no, 29 astenuti): saranno riconosciute dalle chiese valdesi anche in Italia, dove nessuna legge prevede matrimoni omosessuali né disciplina le unioni civili. Spetterà a ogni comunità stabilire tempi e modi, «laddove si sia raggiunto un consenso maturo e rispettoso delle diverse posizioni».

 

«Un passo in avanti chiaro e netto, ma da collocare in un percorso che andrà ancora meglio definito, soprattutto nel rapporto tra le chiese e le coppie omoaffettive», spiega il presidente del Sinodo, l’ex magistrato Marco Bouchard. Nei paesi che prevedono le nozze gay i valdesi hanno già scelto. Si trattava di stabilire cosa fare in uno Stato dove non esistono leggi sul tema. Il verdetto è un «sì» nel rispetto delle diverse sensibilità di tutti e una posizione netta: no all’omofobia e alle discriminazioni, subito norme sui diritti delle coppie di fatto.

 

Colmare vuoti normativi. È la stessa logica che a Milano ha portato a raccogliere 500 firme sul registro per il testamento biologico. Un modulo, compilato e firmato davanti a un avvocato e due testimoni, tutti volontari: a Milano quasi tutti i firmatari erano laici. «Vuol dire che le persone ne sentono la necessità», riflette Giuseppe Platone, pastore della chiesa valdese meneghina, la prima ad aver istituito il registro. Una scelta simbolica, e «un segnale al Parlamento per una nuova legge sul fine vita che riconosca il diritto inalienabile alla decisione».

 

I valdesi si erano già espressi tre anni fa, con un appello al Parlamento. Oggi lanciano un segnale ancora più forte, che non viene dal Sinodo, visto che il tema non è all’ordine del giorno, ma da molte comunità. Sulla scia di Milano a Torino, Bologna, Trieste e Napoli hanno istituito il registro. Altre città l’avranno presto, «là dove non esiste un servizio analogo fornito da amministrazioni pubbliche: una risposta alla domanda sulla dignità della vita e del fine vita e una testimonianza di laicità», afferma il pastore Platone.

 

L’ispirazione arriva dalla Germania: dal 2003 esiste un modulo con cui si possono esprimere le proprie volontà, accompagnato da una riflessione sul fine vita elaborata dal pastore evangelico Manfred Kock e dal cardinale Karl Lehmann, all’epoca presidenti del Consiglio delle chiese evangeliche di Germania e della Conferenza episcopale tedesca. «Il pensiero evangelico dice che ognuno di noi ha la facoltà di decidere; il testamento biologico si colloca su questa linea», spiega la pastora Erika Tomassone, membro della Commissione bioetica, la stessa che, sempre ieri, dopo un lavoro di due anni, condotto da un pool di teologi, giuristi, medici, scienziati e ricercatori, ha approvato un documento in favore della ricerca sulle cellule staminali embrionali.

 

Fonte: La Stampa http://www3.lastampa.it/torino/sezioni/cronaca/articolo/lstp/308722/

Anche se sono anni che non frequento il tempio,è una notizia che mi fà veramente piacere,magari mia nonna porebbe cambiare idea sui gay.è la dimostrazione di come le chiese protestanti siano molti passi avanti rispetto a quella cattolica.Peccato che siamo solo in 30.000 e che in Italia comanda il vaticano.

Le Chiese Protestanti hanno vari vantaggi.

 

Il primo è che sono molte:

se cerchi bene qualcuna più seria del Cattolicesimo la trovi

e anche di peggiori, sempre a ben guardare.

 

Il secondo è che leggono il Vangelo,

libro che dei gay proprio non parla.

 

Il terzo fatto è che - esistendo il celibato dei preti cattolici -

"sabotare" l'omosessualità è un ottimo modo

per fare "campagna acquisti di nuove vocazioni"

andando a pescare tra gli omosessuali infelici.

 

Quarta cosa: in Gran Bretagna, Svezia e Norvegia

non c'è separazione tra Stato e Chiesa

e la seconda dipende dal potere politico;

ogni cambiamento politico è quindi anche teologico.

I valdesi sono sempre stato un culto rispettoso della laicità e molto sensibile alle tematiche etiche come l'omosessualità e le unioni omosessuali.

 

C'è anche da dire che per i protestanti e quindi per i valdesi il matrimonio non è un sacramento quindi è molto più semplice accettare l'unione tra omosessuali.

Quarta cosa: in Gran Bretagna, Svezia e Norvegia

non c'è separazione tra Stato e Chiesa

e la seconda dipende dal potere politico;

ogni cambiamento politico è quindi anche teologico.

 

uscendo per un momento OT: questo è il motivo per cui secondo me lo Stato Laico e la democrazia sono nate in quei paesi

Certo, in Paesi in cui i Cattolici venivano ammazzati

e fino a ieri non avevano neppure diritti civili...

 

"Laica" la Gran Bretagna?

Con la Regina a capo della Chiesa?

Vabbè. ;)

 

Se volete pure io posso benedirvi.

Per lo Stato ha lo stesso valore....

 

"Laica" la Gran Bretagna?

Con la Regina a capo della Chiesa?

Vabbè. ;)

 

 

 

Almadel, capisco da come scrivi che la tua vuole essere una battutina senza pretese,  ;)

però è anche inesatta, perché la Regina non è capo della chiesa inglese.

 

Il Capo della Chiesa d'Inghilterra (=Chiesa anglicana) e della Comunione Anglicana mondiale è l'Arcivescovo di Canterbury,

il quale detiene le famose quattro cariche principali e le cariche religiose effettive.

 

La Regina è governatore supremo della chiesa anglicana e questa sua carica, puramente

onorifica e simbolica, non implica alcun suo ruolo nelle cose dottrinali, ma si spiega in termini di tradizione e di Storia

(e di tradizione indipendente dal papismo).

La Chiesa d'Inghilterra nacque infatti come scissione dalla Chiesa di Roma, con il

divorzio di Enrico VIII da Caterina d'Aragona, e per ciò stesso, e come dice il suo nome, nacque come chiesa nazionale,

il cui capo non poteva essere che il Re, necessario per garantirne la sopravvivenza e la completa autonomia da Roma.

La carica affidata alla Regina garantisce anche il fatto che il Papa non possa rivendicare alcuna «autorità ecclesiastica»

su tale Chiesa, perché le funzioni di governatore supremo sono svolte dal Sovrano.

 

D'altra parte questo fatto non offusca la laicità dell'ordinamento britannico, che è il più antico Stato laico del mondo:

per fare un solo esempio, la superlaica Francia finanzia il clero, e spende milioni di euro per farlo, ma nulla di simile

accade in UK, dove la libertà religiosa è garantita da una serie di leggi antichissime, promulgate a partire dal Seicento,

e via via fino all'inizio del Novecento. L'Uk è inoltre lo stato europeo dove esiste la più ampia varietà di confessioni: oltre

alle Chiese Anglicane (in Inghilterra) e presbiteriana (in Scozia), ci sono i cattolici, uniti anch'essi nella Chiesa cattolica

romana d'Inghilterra e Galles, la Chiesa apostolica, la Chiesa metodista, l'Islam, l'Induismo, il Sikkismo, l'Ebraismo,

il Buddismo, il Neopaganesimo, il Wicca, mentre il 15% degli Inglesi dichiara apertamente di essere ateo.

 

Questa straordinaria ricchezza di opzioni religiose (o atee) è qualcosa che evidentemente avviene solo negli Stati liberali autenticamente laici.

Tanto di cappello a Isher che mi ha tolto le parole dalla punta delle dita.

 

Il protestantesimo intero non si può liquidare con due frasette, e i valdesi poi non sono assimilabili al grande riforma luterana. Prima di fare della facile ironia inviterei tutti a guardare dentro le contraddizioni che esistono nella confessione cristiana denominata "cattolica romana".

Il secondo è che leggono il Vangelo,

libro che dei gay proprio non parla.

 

Non so se il vangelo Valdese comprenda anche le lettere di San Paolo, ma lì il santo accusa esplicitamente i rapporti omosessuali. Certo, Gesù non ha mai detto niente di esplicito, ma non ha mai detto niente di esplicito in materia di tante cose. Per carità, ognuno interpreta quello che vuole come vuole, ma certo riferirsi principalmente al Vangelo non costituisce un punto a favore rispetto alla punto di vista omosessuale.

Quello che si dovrebbe riconoscere di positivo ai Valdesi è soltanto la loro condotta oggettivamente rispettosa della laicità.

Mi sembra un po' una generalizzazione vuota, non credi? Nulla vieta che un culto possa avere una linea di condotta in grado di scindere tra il soggettivo e l'oggettivo, il problema sono solo i fondamentalisti e i fanatici.

Lo trovo un segno di gran civiltà e apertura mentale. La chiesa non è un edificio, è chi ne fa parte, una comunità di credenti. Non è di certo un'istituzione che deve seguire dei diktat rigidi e delle posizioni inamovibili. L'accettazione della comunità LGBT di certo non contrasta con nessun principio di fede, anzi enfatizza i principi caritatevoli e di abbraccio alla società emarginata che tanto decantano le confessioni religiose cristiane. Quindi tanto di cappello, che sia da ispirazione ad altre confessioni cristiane.

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