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L'Europa lotta contro la discriminazione delle coppie gay... e l'Italia?


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Ci fa sempre una pessima figura, ovviamente.

Il parlamento europeo ha chiesto il riconoscimento per le coppie di fatto gay in tutti i paesi membri dell'unione. Un'iniziativa a difesa dei diritti e contro l'omofobia, sicuramente encomiabile, che ha trovato tutti concordi i membri del parlamento europeo (sia di destra, che di centro, che di sinistra). Le uniche voci fuori dal coro sono state Pdl e Lega per l'Italia e gli europarlamentari polacchi.

Sembra, tra l'altro, che l'on. Oreste Rossi, della Lega, abbia dilettato i presenti con un'apologia della coppia tradizionale degna del migliore teologo fondamentalista.

Erano invece assenti il Pd e l'Idv, assenza che sicuramente non fa onore all'uno nè all'altro. Insomma, da questa pietosa scenetta sembra quasi che l'opinione politica in Italia su questo tema sia unanime nel condannare le coppie gay, e sinceramente non so quanto questa idea sia effettivamente lontana dalla realtà.

L'Europa sembra comunque minacciare pesanti sanzioni per chi non dovesse attenersi alle direttive comunitarie... e voi cosa ne pensate?

 

L'articolo intero può essere trovato qui http://www.queerblog.it/post/8945/il-parlamento-europeo-chiede-i-riconoscimenti-per-le-coppie-di-fatto-gay-polonia-e-italia-solo-un-uomo-e-una-donna-sono-coppia

Forse il PD e IDV erano fuori per altri motivi, perchè sempre pensare male? Non credo che IDV si faccia dei problemi quando si tratta di criticare il governo italiano specie in sede europea , forse il PD qualche crucio se lo fa....  :)

Anche perché temo alimenti pensieri sopraffini come il seguente, espresso da uno dei commentatori:

 

Niente voti al PD e all’IDV

Questi partiti-feccia non meritano nessun nostro voto.

ORA BASTA! Niente voto o voto alla Lega per protesta. BA-STA

 

Enfasi mia...

Forse il Pd e L'Idv avevano altro da fare? O.o Ma sono europarlamentari, il loro compito è quello di andare alle sedute parlamentari europee! E poi scusa, ma non me la bevo.  :)

 

 

Niente voti al PD e all’IDV

Questi partiti-feccia non meritano nessun nostro voto.

ORA BASTA! Niente voto o voto alla Lega per protesta. BA-STA

 

 

Questa è una cosa grave, ed anche molto, ma che succede già da un pò di tempo penso. La lega continua a dare l'impressione di avere le idee chiare, obiettivi nitidi da raggiungere nel minor tempo possibile e questo, ahime, da una parvenza di sicurezza al popolo elettorale...

Sì è vero Mother Fucker , ma le assenze sono sempre numerose pure per tante altre questioni , spesso manca il numero legale appunto per colpa della loro comodità, credo sia successo pure al governo Berlusconi nei primi giorni.

Fleur dal punto di vista italiano non è mica una novità eh... Ogni volta al parlamento manca un sacco di gente, e questo è un fatto innegabile. Ma vogliamo assurgere questa consuetudine a giustificazione e regola anche a livello europeo? Personalmente non credo sia il caso...  :)

per quanto mi riguarda, credo proprio che non crederò ad un'assenza "per gravi imprevisti/altri motivi" proprio il giorno in cui si dibatteva una tematica gay in cui nemmeno i partiti di centro sinistra hanno voglia di impelagarsi

Guest JackSkellington

Secondo me pur di non riconoscere un minimo di diritto alle coppie omosessuali, il governo pagherà le sanzioni, anzi noi le pagheremo, semplicemente per continuare a seguire vecchi e consumati precetti religiosi....comunque non mi stupisco ormai che ci sia tutta questa avversione,è sempre stato così e continuerà per molto..

Nell'articolo non è specificato quali possano essere le sanzioni comminate a chi non si adeguerà...

 

Secondo me pur di non riconoscere un minimo di diritto alle coppie omosessuali, il governo pagherà le sanzioni, anzi noi le pagheremo, semplicemente per continuare a seguire vecchi e consumati precetti religiosi....

 

purtroppo la penso anch'io così... ed è una cosa davvero triste  :)

La mia obiezione non era sull'entità delle sanzioni, ma sulla loro esistenza. O, detto in altro modo: pesanti sanzioni per chi non si adeguerà a cosa?

 

Dall'articolo non ho letto niente che mi faccia pensare che cambierà presto qualcosa.

A fine dibattito, la Commissaria Reading ha confermato che la Commissione Europea si impegnerà a verificare che la risoluzione sulla libertà di circolazione sia correttamente applicata in tutti gli stati dell’Unione e che tale applicazione non tralasci i diritti delle coppie gay e lesbiche.

Attualmente, a quanto ne so io, non esiste nessun regolamento o direttiva che imponga agli Stati di riconoscere le unioni gay. Per ottenere un effetto del genere, la Commissione dovrebbe portare gli Stati inadempienti a questo obbligo derivato (dalla libertà di circolazione) davanti alla Corte di Giustizia, che quindi sarà lei a decidere. Se anche lo facesse (il che sarebbe un gesto ben più forte di quanto lasciano intendere queste tre righe) quindi, la palla rimbalzerebbe alla Corte. Ed è improbabile che la Corte riconosca un tale obbligo, visto che la CEDU si è già pronunciata negativamente sul punto sulla base che manca un European consensus su matrimoni e altri riconoscimenti delle unioni gay. In più, va considerato che il diritto di famiglia rimane prerogativa degli Stati ed estraneo ai poteri dell'Unione, quindi la Corte, per trovare l'UE competente in materia, dovrebbe compiere un'interpretazione alquanto azzardata: poiché in alcuni paesi dell'UE i matrimoni gay o le unioni civili esistono, il fatto che in altri paesi non esistano limita la libertà di circolazione dei residenti nei primi paesi... (Esatto, è a loro che viene negato un diritto!)

 

La Commissaria ha anche affermato che i governi non possono discriminare, che sono spesso più prudenti delle loro popolazioni e che insisterà perché il diritto europeo sia applicato, pena di dovere applicare misure più severe (come portare gli Stati membri davanti alla Corte di Giustizia).

 

E qui bisogna ricordare che, allo stato attuale, il divieto di accesso a matrimoni o unioni civili per le coppie gay non è considerata discriminazione. Si potrà sperare al massimo che l'UE si faccia sentire per la lotta all'omofobia.

 

La Commissaria ha inoltre chiesto all’Agenzia per i Diritti Fondamentali di aggiornare il suo studio sull’omofobia nella UE al fine di fornire maggiori informazioni alla Commissione al riguardo per meglio lottare contro le discriminazioni.

 

Apprezzabile, ma senza conseguenze sul piano legale e giuridico.

 

 

Con questo non voglio alimentare scontenti verso l'Unione Europea, anzi, qualsiasi iniziativa è benvenuta. Ma il problema è che l'UE è stata creata dagli Stati, che appositamente non gli hanno conferito competenza in questo settore. L'UE dovrebbe reclamare per sé questa competenza a forza. Ricordiamo infatti l'illuminante articolo 9 della Carta di Nizza:

 

The right to marry and the right to found a family shall be guaranteed in accordance with the national laws governing the exercise of these rights.

Libertà di circolazione e diritto di stabilimento, cioè cittadinanza europea,

potrebbero forse implicare non tanto l'obbligo dello Stato Italiano di dare

diritti civili ai gay italiani, ma garantire ai gay europei che hanno diritti civili

nei loro paesi, di poter continuare a goderne anche se decidano di trasferirsi

in Italia.

 

Un problema simile si pose negli USA per il trattamento giuridico degli schiavi

che scappavano da uno stato schiavista ad uno non schiavista...o per fare un

ragionamento più pertinente lo Stato New York ha deciso di riconoscere

il matrimonio gay di qualunque americano fosse sposato nello stato d'origine.

 

Se passasse l'idea che l'Italia deve riconoscere i diritti civili a quei gay europei

che decidessero di stabilirsi da noi, sarebbe poi difficile politicamente negare

diritti ai gay italiani

Qui trovate il dibattito e l'intervento del Vice Commissario:

http://www.europarl.europa.eu/wps-europarl-internet/frd/vod/player?date=20100907&language=it

 

Dovete andare nel menù Argomenti trattati e selezionare

"discriminazione contro coppie dello stesso sesso"

Anche perché a quel punto ai gay italiani basterebbe sposarsi (o pacsarsi) all'estero per contrarre un matrimonio (o unione civile) valido anche in Italia.

Non so con certezza, ma non credo che si possa andare da un giorno all'altro all'estero, sposarsi e poi tornare in patria.

Da un giorno all'altro no, ma chi ha detto da un giorno all'altro? Se stessero così le cose, si richiederebbero sacrifici minimi.

 

Tanto per dirne una, per sposarsi in Belgio basta che almeno uno degli sposi abbia vissuto in Belgio per tre mesi.

Sono pienamente d'accordo con Hinzelmann. Se anche non venissero riconosciuti subito i diritti delle coppie omosessuali a fondare una famiglia contraendo matrimonio, è innegabile che, qualora venisse riconosciuta la possibilità di ''libera circolazione'' dei cittadini comunitari, la pressione politica si farebbe alquanto forte pure qui. Ma il problema, secondo me, resta sempre forte: la nostra classe politica per buona parte non ha tenuto in conto le direttive comunitarie sulla politica interna, e di certo non sarebbero disposti a cedere su un tema sensibile come questo (basti pensare al casino che è stato fatto per il crocefisso nelle aule, ad esempio, che non sconvolge politiche e dichiarazioni di così fondamentale importanza, tutto sommato). Per cui... quale sarebbe lo scenario prospettabile, visto che una resa incondizionata sarebbe impensabile?

Non so... non mi sento molto ottimista su questo fronte, ed auspicherei un'azione decisa e anche ''di forza'' della comunità europea...

Fabio Castorino

Sì, in effetti con l'applicazione del diritto europeo si arriverà alla situazione paradossale che i gay italiani sarebbero discriminati rispetto ai gay stranieri che si trasferiscono in Italia, in quanto il diritto europeo si applicherebbe soltanto a questi ultimi. A quel punto sarà opportuno fare un ricorso alla Corte Costituzionale per vedere se riterrà ancora ammissibile negare ai gay italiani il diritto al matrimonio alla luce della nuova situazione che vede una discriminazione dei cittadini rispetto agli stranieri comunitari.

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