Almadel Posted September 16, 2010 Share Posted September 16, 2010 Ti trovo molto aggressivo, fino a essere controproducente verso le tue stesse ragioni. A me sarebbe bastato che cominciassi questo topic parlando del tuo "deficit di padre" così avrei capito meglio cosa intendevi e non avrei avuto la malizia di pensare che tu lo chiedessi a noi per non rispondere tu (malizia che non nasce certo da questo thread e che ha contagiato anche Casper che mi rimprovera di chiederti cose delle quali non vuoi parlare.... ma allora perché le chiedi?) Prendo atto che in anni di forum "ne avrai parlato almeno una volta", ebbene non me ne ricordo. Io non ho mai pensato che la teoria freudiana potesse adattarsi a me, per il semplice fatto che - se una causa dev'essere - la mia la rintraccio in esperienze precocissime e sgradevoli. Sono andato ancora fuori tema rispetto alle tue obiezioni? L'effetto "hai qualcosa da nascondere" (quello che io chiamo mia malizia) lo ravviso in chi è eloquente a chiedere ed elusivo nel rispondere. (Io mi limito ad evitare ciò di cui non voglio parlare; non chiedendo per primo, nessuno mi chiederà di rispondere ) Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
debussy Posted September 16, 2010 Share Posted September 16, 2010 oddio che teneri, sembra proprio una discussione tra padre e figlio (da uoma a uoma) Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Isher Posted September 16, 2010 Author Share Posted September 16, 2010 Ti trovo molto aggressivo E' la tua nota tattica in questo Forum. Attacchi gli altri, e poi quando giustamente i forumisti ti rispondono, fai la vittima. E' vecchia... A me sarebbe bastato che cominciassi questo topic parlando del tuo "deficit di padre" così avrei capito meglio cosa intendevi e non avrei avuto la malizia di pensare che tu lo chiedessi a noi per non rispondere tu Lo avrei fatto, quando si fosse cominciato a parlare di deficit di padre, e non di assenza di padre collegata alla presunta causazione dell'omosessualità... Credevo e credo di aver portato un buon contributo al forum già con il fatto di partorire questo topic: molte persone me lo hanno detto in privato. (malizia che non nasce certo da questo thread e che ha contagiato anche Casper che mi rimprovera di chiederti cose delle quali non vuoi parlare.... Noto che le tue formulazioni sono sempre sleali. Credo che Casper ti abbia detto principalmente di "non rivangare in questioni personali", perché hai dato l'idea di scatenare attacchi e fare le tue puntate maligne per questioni tue d'ordine personalistico. Per il resto, Casper ha richiamato un principio di accortezza e di stile forumistico, ma parla per sé, come moderatore. L'effetto "hai qualcosa da nascondere" (quello che io chiamo mia malizia) Tu la chiami malizia, e come al solito sei molto tenero con te stesso. In realtà quello che tu prendi, a volte, è un atteggiamento requisitorio accompagnato a un malcelato (molto malcelato ) senso di superiorità e fondato sul presupposto indimostrato della malafede o della inadeguatezza del tuo interlocutore, che sono probabilmente proiezioni di tue istanze non riconosciute, che quindi proietti su altri. In tal modo ti dai un'importanza e un ruolo nel Forum che dubito nella vita reale tu abbia. Nessun altro fa questo sul Forum. Solo tu lo fai, probabilmente per una ipertrofia del tuo Io. Freud ha però insegnato che un Io ipertrofico è in realtà un Io inflazionato. Inoltre, se vuoi sapere il mio parere, prendere questo atteggiamento ti nuoce. Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
FreakyFred Posted September 16, 2010 Share Posted September 16, 2010 Vista la discussione che si è sviluppata successivamente, mi viene il dubbio di aver fatto anche io un intervento non del tutto centrato sul topic. Vorrei capire meglio cosa si intende per "deficit" di padre, se possibile Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Almadel Posted September 16, 2010 Share Posted September 16, 2010 Accidenti! Non saprei davvero cosa aggiungere e devo anche cercare di non sembrarti "vittimista" Nessuno ha capito la tua distinzione tra "deficit" e "assenza"? Scusaci! Ti ripeto che se tu avessi cominciato per primo tutto sarebbe stato più facile. Non voglio neanche pensare a quale orrendo mio solito trucco retorico io stia ora ricorrendo (Vittimismo? Autoindulgenza? Proiezione? Cambiare argomento? O semplicemente compenso nel forum i miei fallimenti personali?) In ogni caso credo che sia un bene che tu abbia avuto il motivo per sfogarti e la possibilità di dire pubblicamente quello che probabilmente pensi di me da molto tempo. (anche se in un clamoroso - ma perdonabile - OT) Per quel che vale - a questo punto e nonostante tutto- devo dire che la mia stima per te non è cambiata: paradossalmente se avessi dosato meglio le parole avrei rischiato di credere che la stima fosse - almeno in parte - reciproca. Il forum è grande, speriamo di riuscire a ignorarci. Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Isher Posted September 16, 2010 Author Share Posted September 16, 2010 Per quel che vale - a questo punto e nonostante tutto- devo dire che la mia stima per te non è cambiata: paradossalmente se avessi dosato meglio le parole avrei rischiato di credere che la stima fosse - almeno in parte - reciproca. Anch'io ti stimo. *****Per riportare il topic IT, dopo un lungo OT, e per ritornare a quello che era lo scopo originario***** di questo thread, voglio dare un esempio più preciso di quello che intendo con deficit di padre. Non ho niente di particolarmente intelligente o trascendentale da dire e immagino che se altri forumisti vogliono seguitare, su un argomento del genere si possono aggiungere mille osservazioni. Il senso della mia osservazione di partenza l'ho esplicitato discutendo con Schopy. Il discorso sull'assenza (che tra l'altro è un concetto che di per sé non dice niente, controverso, scivoloso) ci rimanda a un mitico ieri di cui non sappiamo nient'altro che quello che ne diciamo oggi, ed è assodato che nell'oggi noi riformuliamo e rinarriamo continuamente il nostro passato. Il discorso sul deficit rimanda invece a come siamo e ci avvertiamo noi oggi, e se osserviano in noi carenze di qualcosa che in parte possiamo plausibilmente legare al modo in cui abbiamo vissuto la relazione con il padre, ma che ormai, e da tempo, è diventato parte di noi, ed è legato a tutt'altre esperienze e incroci di esperienze. Inoltre, parlare di deficit significa inevitabilmente parlare di un bisogno, e il bisogno può rinviare a, può mettere in moto, un processo trasformativo, acquisitivo. Lasciando completamente da parte i discorsi mitici sulla causazione edipica dell'omosessaulità, è un fatto che moltissime persone, gay ma non solo gay, non hanno avuto un rapporto pianamente soddisfacente col padre. Nel mio caso, questo è successo dopo che io ho avvertito le mie prime pulsioni omosessuali, a 15 anni. Avendo percepito l'omofobia di mio padre, il quale me la espresse apertamente in un'occasione, quando avevo circa 17 anni, io dopo di allora non ho più avuto con lui contatti molto profondi, né il rapporto che avevo con lui nell'infanzia e nella prima adolescenza. Ne ho fatto a meno. L'ho probabilmente sostituito in parte con i miei maestri di musica, che sono state figure molto positive per me, in parte con altre figure, e per il resto ho fatto da me. Ora dai 20/25 anni in poi si va molto speditamente avanti con le proprie forze, i propri desideri, con i propri impegni, ma non per questo non ci si avverte inadeguati, a volte, di fronte al tema fondamentale della vita: la realizzazione di sé, nel lavoro, nel gestire i rapporti con il gruppo sociale, nel relazionarsi con gli amici più intimi. E forse un gay più che un etero può anche avere un effetto di ritorno, molto sottile e pericoloso: ingigantire il proprio senso di inadeguatezza, proprio perché intimamente pensa di non avere ricevuto in dono abbastanza "padre", col risultato che si immobilizza, oppure si critica spietatamente. E alla realizzazione è legata anche l'espressione di sé, che apre un versante ancora diverso del discorso. Personalmente, per me è stata piuttosto difficile la conquista della risolutezza, non quella della realizzazione, e quindi di una valida dose di autostima, e l'abbandono di "tentennamenti" nella valutazione di svariati aspetti della vita. Anche se ho sempre avuto una buona capacità di fare io stesso da "padre" alle persone che nella vita me l'hanno chiesto: amici, per un lungo periodo mia sorella, per un altro periodo il figlio adottivo di un'altra mia sorella, e quando ero tra i 28-33 anni un delizioso bambino, figlio della mia migliore amica, divorziata. Anche lo spendere molte energie, quasi un eccesso di energie (un «costo molto alto», psichicamente), per raggiungere un determinato obiettivo, lo lego a questa non alta sicurezza primigenia, che sono solo col tempo riuscito a ridurre, sostanzialmente in due modi: da un lato con l'impegno e il prendere atto dei risultati, per cui ho dovuto riconoscere alla fine io stesso che "valevo" (come dice una pubblicità), dall'altro tramite la dissoluzione di quei fantasmi che spesso denotano non la mancanza di qualcosa, che non c'è, ma l'intrusione di qualcosa, che sta in più. E che disturba. Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Casper Posted September 17, 2010 Share Posted September 17, 2010 Ok... dopo il lunghissimo OT, tentiamo di riprendere la retta via di questo topic, che affronta un tema insolito. Sulla base delle ultime osservazioni, verrebbe da domandarsi in cosa potrebbe ravvisarsi il deficit di padre, ossia come lo si "imputa". Mi spiego meglio: - un padre troppo dedito al lavoro è un padre deficitario? - un padre troppo freddo (il classico padre-patriarca di antica memoria che in famiglia portava i pantaloni senza eccedere in smancerie) è un padre deficitario? Credo che sia l'unione di più fattori a rendere più o meno sentita la insufficienza del rapporto con un genitore e questi fattori secondo me sono diversi a seconda dell'età del figlio: un bambino si sente trascurato se il genitore non gioca mai con lui, ad esempio... mentre un adolescente si sente trascurato quando (magari alle prese con i primi drammi adolescenziali, le prime inquietudini amorose) vorrebbe vedere nel genitore prima di tutto un amico. Che ne pensate? Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
dreamer_ Posted September 17, 2010 Share Posted September 17, 2010 Io vedo in mio padre un padre deficitario non perché non dedito a attenzioni ma perché incapace di aiutarmi a plasmare me stesso e imponendomi un metodo di vita e ragionamento che ha caratterizzato la sua crescita. Difatti ricalca totalmente la figura di suo padre e i deficit dei quali ha lui stesso sofferto (incapace di trasmettere il suo affetto che rimane parzialmente inespresso, radicato nella sua concezione di pilastro della famiglia ma non centro essendo il centro affettivo la figura di sua madre e adesso di mia madre, pretesa di ubbedienza senza spiegazioni, incapacità di accettare una visione diversa dalla propria). E' una persona che cerca di ricoprire il ruolo di suo padre ma ne risulta capace solo all'apparenza, mentre in realtà possiede un forte desiderio di sicurezza affettiva e stabilità pacifica; pertanto ne esce una figura contraddittoria e quindi che non corrisponde ad un mio modello. Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
FleurDeLys Posted September 17, 2010 Share Posted September 17, 2010 Allora in una famiglia di 8 figli con padre assente diventano tutti gay? E' una fesseria... Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Casper Posted September 17, 2010 Share Posted September 17, 2010 Oh cavolo!!! Ma dove e chi ha mai sostenuto la tesi "deficit di padre = figli omosessuali" ?!? E dal primo post di Isher che tentiamo proprio di non cadere in questo equivoco e di cercare di portare avanti una discussione che esuli da questo aspetto e ora giriamo di nuovo la discussione in tal senso?!? Nooo!!! Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Isher Posted September 17, 2010 Author Share Posted September 17, 2010 Credo che sia l'unione di più fattori a rendere più o meno sentita la insufficienza del rapporto con un genitore Hai ragione. Uno dei più importanti di questi sono le esigenze del figlio, quindi, in ultima analisi, non solo i bisogni, ma anche la valutazione che il figlio dà, in prima persona, del padre. Il post di Dreamer Io vedo in mio padre un padre deficitario è un'analisi di grande maturità e molto lucida soprattutto per l'età che ha Dreamer: sembra che lui sia già un po' "padre" del padre. E in effetti, anche se Dreamer scrive piccolissimo, non mi è sfuggito il suo «Io» con maiuscola e grassetto Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Casper Posted September 17, 2010 Share Posted September 17, 2010 La tua espressione "padre del padre" mi ha fatto balenare alla mente quello strano concetto degli "anziani che ritornano bambini", vuoi per senilità vuoi per un (inconscio ?, morboso ?) tentativo di tenersi vicini o riavvicinare i flgli . Anche io, pur essendo i miei genitori abbastanza giovani ed "energici", a volte li vedo perdersi nel classico bicchiere d'acqua, ad esempio per espletare banali formalità, solo perché non l'hanno mai fatto prima o perché sono cambiati i modi di fare tali cose. Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
simply_dreamer Posted September 17, 2010 Share Posted September 17, 2010 l'argomento è piuttosto complesso a mio avviso. mi limiterò ad esprimere la mia forse "semplicistica" ed opinabile, ovviamente, opinione... non credo nella teoria di Freud, anche se lo rispetto e lo reputo una grande mente. non credo che la sua teoria, relativa allo sviluppo psico sessuale del bambino, sia così sacrosanta, come sostengono alcuni... perchè ciò equivale a dire che un omosessuale è un etero che ha in qualche modo "fallito" il passaggio da una fase ad un altra, oppure un etero "anomalo" ecc. premesso che io credo che omosessuali si nasce e non si diventa, il discorso del deficit di padre è complicato. perchè la vita e la crescita di un omosessuale, come di un etero è influenzata dal contesto familiare e sociale in cui si vive. e di conseguenza anche la personalità e la sessualità, che fa parte di essa subisce tale influenza... ma non credo che l'assenza o la distanza fisica e/o affettiva di un padre rendano un figlio gay, semmai ne influenzeranno la personalità, ma non ti rende gay un padre assente, ne un padre "padrone", ne un padre dolce e comprensivo. Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Dexter Posted September 18, 2010 Share Posted September 18, 2010 Ricordo quei giorni in cui a scuola si organizzavano i "tornei di calcio per i papà". Mio padre non ha mai partecipato a nessuno di questi. Non era certo una persona atletica. Laureato in Fisica a Padova, aveva però un cervello pazzesco. E' stato un ottimo supporto per come meglio poteva. Quand'ero piccolo era sempre via per lavoro, di conseguenza ho avuto modo di attaccarmi di più a mia madre che a lui. Mio padre era una persona pacifica, decisa, di cui ci si poteva fidare. Era anche molto preciso in tutto ciò che faceva. Mio padre mi incoraggiava per i miei sogni e le mie ambizioni, appena prendevo carta e matita per disegnare mi incoraggiava. Io provavo sempre un bellissimo imbarazzo, era un'autorità in casa. Un'autorità molto buona. Non ho mai avuto un rapporto confidenziale con lui se non negli ultimi dieci anni (anzi, gli scorsi dieci anni, da quando lui è andato in pensione all'età di 61 anni, io ne avevo 10). Ho avuto la sfortuna/fortuna di avere un genitore abbastanza avanti con l'età. Fortuna perché offriva a nostra disposizione, mia, di mia sorella (ora 24enne) e di nostra madre, tutta la sua vita senza mai vantarsene in maniera eccessiva. Sfortuna perché non è stato come i padri dei miei coetanei, che attualmente avranno all'incirca dai 45 ai 50 anni e sono ancora tra noi. Certamente se lo avessi conosciuto che era più giovane, avrei avuto un rapporto diverso da quello che ho vissuto con lui. Ma le nostre vite ci hanno riservato delle sorprese e molteplici colpi di scena, che avrebbero trasformato tutti noi di punto in bianco. Il 20 giugno del 2007 (avevo 17 anni), lui fa per dirigersi al lavoro (aveva trovato un lavoro come insegnante di matematica, fisica ed elettronica in una scuola per il recupero degli anni scolastici). Prende la ventiquattr'ore, fa per uscire di casa ma la mamma lo blocca. "Alberto, fermati un momento..." La prima frase di quella maledetta mattinata fu questa. Mi svegliai proprio con questa frase. "Che c'è cara?" "Fatti guardare...Sara, vieni qui un momento.." Tutti e tre nell'ingresso, mi alzo e li raggiungo, ancora un pò intontito per il sonno. Mio padre aveva assunto quel maledetto colore. Aveva la pelle di una strana tonalità giallognola. Mia madre: "Avvisa l'ufficio, andiamo al pronto soccorso" . Tumore alle vie biliari, risolto con un intervento di 12 ore. L'estate passata in terapia intensiva con lui a volte in coma, altre volte no. Il lento risveglio, e la comprensione che qualcosa in lui era accaduto. E' arrivato anche un ictus che l'ha reso un anziano letteralmente con la mentalità da infante. Ancora 17enne non riuscivo a calamitare la mia attenzione su questi Problemi. Poi te ne rendi immediatamente conto. Non ho più visto mio padre in piedi reggersi sulle sue gambe da solo e camminare, facendo la vita di tutti i giorni. Quell'anno, il 2007, era proprio quello in cui pensavo alla strada dell'omosessualità. La sentivo dentro di me. Ma ho deciso di tenere a bada questa faccenda fino a quando qualcosa non si fosse risolto. Tre anni dopo anche mia madre è stata ricoverata. Tumore al pancreas. Il 20 dicembre lei se n'è andata, lui il 2 febbraio. Il ricordo che mi hanno lasciato, la missione della mia vita penso sia un vitale ricordo di tutto l'amore e l'energia che mi hanno trasmesso nonostante le difficoltà incontrate (potete leggerlo in "Coming Out">"Emozioni & Sfoghi") Dopo la loro scomparsa mi sono trovato con più tempo a disposizione per me, e ho ripreso il discorso lasciato in sospeso quasi quattro anni prima. Sono un ventenne con gusti totalmente differenti dai miei coetanei, sopratutto dai miei amici, ma non me ne faccio una colpa. La strada dell'omosessualità la sto intraprendendo da solo, evitando stereotipi o frasi fatte. Non conoscevo questo mondo, lo sto conoscendo, sto imparando e ne vado fiero. Sarò banale e scontato, ma è un post meraviglioso. Non mi riferisco naturalmente ai contenuti (che vanno anche aldilà della mia comprensione, non avendo ancora provato un dolore simile), ma al modo in cui il tutto è raccontato. Con delicatezza, in modo diretto ma leggero. Un abbraccio grande. Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
c1p8-xy Posted September 18, 2010 Share Posted September 18, 2010 coraggio, la vita ti ha provato, ma sei un ragazzo forte e troverai di sicuro qualcuno con cui intraprendere la tua nuova strada. se avessi bisogno di un sostegno virtuale, non farti scrupoli a chiedere. ciao, andrea Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Hinzelmann Posted September 18, 2010 Share Posted September 18, 2010 Forse c'è un grosso non detto in questa discussione, forse preferiamo avere a che fare con una teoria ( Freud ) e tornare ad essa, piuttosto che affrontare un altro discorso, che a questo punto non può che essere un discorso, per noi, tendenzialmente più scomodo. Potremmo ipotizzare che sia il confronto fra maschilità e tra maschi. In effetti quando Casper prova ad elencare delle caratteristiche che potrebbero essere deficitarie in nostro padre ( troppo impegnato nel lavoro, troppo freddo ) identifica caratteristiche di eccesso di animus e suggerisce implicitamente una domanda di anima al maschile: un padre più comunicativo sul piano emotivo, più capace di cura. Idem direi Dreamer. Questo tipo di discorso, l'ho sentito diverse volte, a volte l'ho lamentato pure io nel corso della mia vita, ci è familiare o più facile...ci viene incontro. Isher invece identifica caratteristiche di animus ( il difetto di risolutezza, di capacità di decidere etc. ) che forse son più facili da individuare se il padre è stato molto aderente ad uno schema patriarcale tradizionale. Questo secondo tipo di discorso inoltre può andare "contropelo" rispetto ad una serie di paure o inadeguatezze più esteriori ( e quindi mediamente più riconosciute da noi ) Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Mario1944 Posted September 18, 2010 Share Posted September 18, 2010 E' la tua nota tattica in questo Forum. Attacchi gli altri, e poi quando giustamente i forumisti ti rispondono, fai la vittima. Noto che le tue formulazioni sono sempre sleali. Credo che Casper ti abbia detto principalmente di "non rivangare in questioni personali", perché hai dato l'idea di scatenare attacchi e fare le tue puntate maligne per questioni tue d'ordine personalistico. Tu la chiami malizia, e come al solito sei molto tenero con te stesso. In realtà quello che tu prendi, a volte, è un atteggiamento requisitorio accompagnato a un malcelato (molto malcelato ) senso di superiorità e fondato sul presupposto indimostrato della malafede o della inadeguatezza del tuo interlocutore, che sono probabilmente proiezioni di tue istanze non riconosciute, che quindi proietti su altri. In tal modo ti dai un'importanza e un ruolo nel Forum che dubito nella vita reale tu abbia. Nessun altro fa questo sul Forum. Solo tu lo fai, probabilmente per una ipertrofia del tuo Io. Inoltre, se vuoi sapere il mio parere, prendere questo atteggiamento ti nuoce. Devo dire che seguo spesso Almadell e quasi sempre non mi trovo accordo con le sue idee (troppo di sinistra per i miei gusti ), ma credo queste accuse siano non solo false ma anche ingenerose... Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Casper Posted September 18, 2010 Share Posted September 18, 2010 Mi permetterei di far notare che un OT morto e sepolto (per fortuna) sarebbe quanto meno opportuno non riesumarlo... indipendentemente dalla propria opinione in merito Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Mario1944 Posted September 19, 2010 Share Posted September 19, 2010 Mi permetterei di far notare che un OT morto e sepolto (per fortuna) sarebbe quanto meno opportuno non riesumarlo... indipendentemente dalla propria opinione in merito E io mi permetteri di far notare che non tutti leggono i post del forum ogni giorno per poter rispondere in tempo e quindi per non essere messi tra i "morti e sepolti". Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
conrad65 Posted September 19, 2010 Share Posted September 19, 2010 i figli sono sempre ingenerosi con i padri, e questo fa parte delle regole del gioco almeno finché non diventano padri essi stessi quello che forse davvero un padre non perdonerà mai al figlio gay è proprio il fatto che il figlio in qualche modo nega a sè stesso di poter ritrovare il proprio padre "dall'interno", assumendo su di sè la paternità che a quel punto diventa comune destino e che permette di riabbracciarsi davvero è come se il figlio di fronte alla disillusione sulla figura del padre (tipica dell'adolescenza) invece di scegliere di proseguire un confronto, anche aspro, e di lottare anzitutto con sè stesso per essere migliore del proprio padre scelga la fuga definitiva dalla figura paterna, accomiatandosi da essa sia fuori che dentro sè stesso fuga che forse, nelle situazioni contingenti, è la cosa meno dolorosa da fare chissà forse il figlio gay proietta sul padre un commiato che avviene anzitutto dentro sè stesso non è forse anche questo essere gay? e non è forse un far corrispondere a un deficit di padre un deficit di figlio? Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Almadel Posted September 19, 2010 Share Posted September 19, 2010 Non è più facile pensare che l'omofobia paterna sia la semplice reazione al fallimento di un investimento genetico? Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
conrad65 Posted September 19, 2010 Share Posted September 19, 2010 sarebbe più facile ma secondo me coglierebbe solo un aspetto della faccenda c'è il fallimento nell'investimento genetico che è comune anche alla madre ma per il padre c'è un sovrappiù di fallimento e "deficit" nel non aver potuto insegnare o trasmettere al figlio il "grande segreto" della virilità questo è un fallimento affettivo e sociale: è un fallimento totale è un fallimento che colpisce anche la propria essenza di padre, appunto la propria virilità, che in quanto non trasmessa "muore" simbolicamente nel figlio Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Almadel Posted September 19, 2010 Share Posted September 19, 2010 Non credo infatti che l'omofobia paterna sia più grave di quella materna; credo semplicemente che si manifesti in modi più diretti (violenza fisica o verbale) e meno subdoli (pianti e ricatti emotivi) Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
conrad65 Posted September 19, 2010 Share Posted September 19, 2010 certo, ci sono diverse modalità di manifestazione ma a mio avviso l'omofobia paterna è un "addio" spesso definitivo, irreversibile non tanto alla persona, ma al "figlio maschio" invece l'omofobia materna (da quel che vedo) sembra più facilmente superabile nel caso di figlia le cose ovviamente cambiano e in una certa misura sembrano rovesciarsi Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Casper Posted September 19, 2010 Share Posted September 19, 2010 Come mai state dando come certezza che l'essere omosessuali implichi in modo assoluto in non essere padri? Prescindendo dal concepimento, in cui comunque anche un gay può comunque essere "donatore" del seme, c'è sempre l'adozione e poi... io associo il concetto di paternità all'esperienza che un adulto maschio affronta durante il percorso educativo e di crescita di un bambino a lui "affidato". Spero di spiegarmi... intendo dire che potrebbe essere altrettanto "padre" un ragazzo che magari cresce i fratellini più piccoli per assenza dei genitori o cose del genere. Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
conrad65 Posted September 19, 2010 Share Posted September 19, 2010 secondo me in una larga maggioranza di gay c'è la tacita accettazione di non diventare padre è questo un sincero desiderio di "non paternità" oppure un condizionamento sociale interiorizzato? lo sapremo forse tra un paio di generazioni, ovvero tra una quarantina d'anni, vedendo cosa accade in quei paesi in cui, per un gay, risulta possibile diventare padre, esprimendo liberamente la propria omosessualità, senza che questa sia di ostacolo all'affidamento del figlio come vive il "nonno" questa particolare paternità del figlio gay? è esattamente lo stesso della paternità di un figlio etero? oppure c'è un deficit di "virilità", che comunque impatta sul "nonno" da un punto di vista psicologico? non saprei, occorrerà verificare ma non darei per scontata una risposta in un senso o nell'altro Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Isher Posted September 20, 2010 Author Share Posted September 20, 2010 per il padre c'è un sovrappiù di fallimento e "deficit" nel non aver potuto insegnare o trasmettere al figlio il "grande segreto" della virilità questo è un fallimento affettivo e sociale: è un fallimento totale è un fallimento che colpisce anche la propria essenza di padre, appunto la propria virilità, che in quanto non trasmessa "muore" simbolicamente nel figlio Questo avviene nel padre che non è stato capace di vedere nella paternità altro che la funzione riproduttiva eterosessuale dal lato del maschio. Solo una funzione implica la perennità e assoluta trasmissibilità della funzione stessa. Un computer reso umano potrebbe sentire e pensare così. Con questo non voglio dire che moltissimi padri non la vedono così, ma sono padri-computer. Ancora una volta il trauma omosessuale - il fatto che esiste l'omosessualità - può mettere in moto la conquista di un'umanità superiore, e il bello è che questo rilancia la virilità, intesa come Ulisse, o Edipo. non è forse anche questo essere gay? e non è forse un far corrispondere a un deficit di padre un deficit di figlio? Si, se avviene quello che hai detto tu (ho quotato male, avrei dovuto citare di più), cioè se nel figlio gay avviene un commiato da se stesso frutto del fatto che egli non riesce a pensarsi altro che come un figlio (non riconosciuto peraltro) di un padre. Ma per quanto potente possa essere l'imago paterna questo non si verifica se il figlio dispone di una forte identificazione dei suoi fini nella vita. Cioè di Sé stesso, del suo destino. Se disponi di questo, vai avanti come un vascello, magari con qualche paratia ammaccata, ma voli. a mio avviso l'omofobia paterna è un "addio" spesso definitivo, irreversibile non tanto alla persona, ma al "figlio maschio" L'omofobia "incurabile" del padre è esattamente questo. Il padre è ferito e non potrà mai più guarire; il figlio, ferito a sua volta a morte da un simile padre e atto abbandonico, se non muore risorge, conquistandosi una visione più elevata del senso della vita umana e degli investimenti - d'amore, d'identificazione, di legame e di continuità - che vi si fanno. Un simile gay sarà pronto, per esempio, ad adottare. Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
dreamer_ Posted September 20, 2010 Share Posted September 20, 2010 La tua espressione "padre del padre" mi ha fatto balenare alla mente quello strano concetto degli "anziani che ritornano bambini" Piccolo OT: E' qualcosa che ho riscontrato nella maggioranza degli adulti che tendono alla vecchiaia. Come in una parabola gli adulti regrediscono ad uno stadio in cui le capacità psichiche sono limitate, la capacità di giudizio è fortemente limitata da una visione egocentrica del mondo, quindi vengono a crearsi una serie di abitudini prive di senso ma piacevoli, capricci e negazione delle imposizioni altrui (a quest'ultimo bisogna aggiungere che la vita passata come parte del gruppo d'età dominante li rende reticenti ad ascoltare i più giovani). Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Diabolik Posted September 24, 2010 Share Posted September 24, 2010 A me é mancata la figura maschile..non so se sia questa la causa della mia omosessualità,so solo che non é di certo una regola fissa,quindi... Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
Ziguli Posted September 25, 2010 Share Posted September 25, 2010 ma anche se fosse "causa"... che importa? Sto cmq benissimo così perché sono me stesso Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
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