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Sarah Scazzi: perdono, giustizia o vendetta?!


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simply_dreamer

AVETRANA (TARANTO) - Quarantadue giorni per sperare anche in un miracolo, pur sapendo - come ha sottolineato il procuratore di Taranto, Franco Sebastio - che piu' passava il tempo e meno possibilita' restavano di trovar viva Sara.La speranza si e' dissolta in una notte intera, stellata come non mai, quella necessaria per recuperare il corpo senza vita della quindicenne Sara, scomparsa il 26 agosto. E mentre i sommozzatori iniziavano il recupero in un budello pieno d'acqua in piena campagna, lo zio di Sara, Michele Misseri, snocciolava dinanzi a magistrati e carabinieri la sua confessione di morte:''Sara l'ho uccisa io, l'ho strangolata con una cordicella mentre era di spalle e ho abusato di lei dopo che era gia' morta''. Frasi agghiaccianti, pronunciate da una persona che appariva molto diversa da quella quasi impaurita, con le lacrime agli occhi, che qualche giorno prima aveva detto di aver trovato casualmente in campagna il telefonino della nipote. Michele Misseri, 57 anni, contadino, ora in carcere in stato di fermo di polizia giudiziaria per sequestro di persona, omicidio volontario e occultamento di cadavere, ha confessato e indicato agli inquirenti il luogo in cui aveva gettato il corpo seminudo di Sara - un corpo che dopo cosi' tanti giorni in acqua non e' stato fatto vedere neanche alla madre della ragazza - nel suo podere a due chilometri dal paese. Ma questo non vuol dire che la dinamica del delitto sia completamente chiarita. Il verbale dell'interrogatorio di Misseri e' stato secretato, e sull'eventualita' che l'uomo possa aver ricevuto aiuti gli inquirenti hanno riferito che ''sono in corso indagini''. Lo zio-omicida deve aver compiuto tutto in pochi minuti, alla base dovrebbero esserci state le sue avances sessuali nei confronti della nipote, che le avrebbe rifiutate nettamente pagando questo con la vita. Misseri deve aver 'agganciato' Sara poco prima che la quindicenne entrasse in casa per vedersi con Sabrina e andare al mare. L'uomo stava lavorando in garage, forse ha tentato l'ennesimo approccio e, al rifiuto di lei, e' scattato il raptus omicida. Sara e' stata strangolata con un cordicella, poi l'uomo l'ha spogliata e caricata presumibilmente a bordo di un'auto, portandola nel podere dove si e' liberato del corpo bruciando i vestiti. Il 29 settembre, 33 giorni dopo la scomparsa di Sara, ecco la messinscena del ritrovamento del telefonino mezzo bruciacchiato, privo di batteria e scheda Sim. Ma nel frattempo, secondo gli investigatori, qualcosa dev'essersi incrinato nella capacita' di Misseri di apparire un familiare in pena per nascondere il volto da assassino. Perche' ''e' possibile che in famiglia cominciassero a sospettare'' ha detto un investigatore stamani parlando con i giornalisti, e riferendosi probabilmente ad un intercettazione ambientale che sarebbe in mano agli inquirenti e nella quale Sabrina, riferendosi al padre, avrebbe pronunciato la frase ''allora se l'e' portata lui...''. Non solo. Misseri non ha precedenti specifici per reati sessuali, ma le avances nei confronti della nipote non erano nuove. Lo ha confermato il fratello di Sara, Claudio, parlando alla trasmissione 'La vita in diretta' e raccontando che la sera prima del delitto Sara si era lamentata con Sabrina per il comportamento dello zio. Ne era nato un litigio tra le due cugine, che poi si era ricomposto, tanto cheavevano preso appuntamento per il giorno dopo per recarsi al mare. ''E' una vicenda che ha segnato l'animo di noi tutti che abbiamo lavorato sperando sino all'ultimo in un esito positivo ''ha detto il procuratore Sebastio. E' la tragedia di un piccolo paese perche' colpisce direttamente piu' di un famiglia: quella di Sara Scazzi, innanzitutto, ma anche quella dei Misseri, che scoprono di avere in casa un papa' forse mai conosciuto a fondo. Il lutto cittadino per il giorno dei funerali, il rito funebre che probabilmente sara' celebrato al palazzetto dello sport o al campo sportivo per accogliere piu' gente possibile, forse unira' la gente per qualche ora nel dolore. Ma le ferite aperte in questi 42 giorni di ansie, ricerche, sospetti, accuse e lacrime sono troppo grandi per pensare che tutte si potranno rimarginare.

 

APPLAUSI E LACRIME QUANDO PASSA LA BARA - Il passaggio della bara di metallo grigio usata per il recupero del corpo di Sara Scazzi e' stato salutato da un applauso dei presenti, molti dei quali non hanno potuto trattenere le lacrime. Tra le decine di persone che hanno atteso vicino al podere in cui si trova il pozzo nel quale era stato gettato il corpo, tanti erano sul posto fin dalla notte scorsa. Il carro funebre con a bordo la bara si e' poi allontanato, scortato dai carabinieri.

 

PAESE SOTTO CHOC, AMICI ALLO ZIO 'FAI SCHIFO'

dell'inviato Francesco Loscalzo

 

E' un paese sotto choc Avetrana: 42 giorni dopo la notizia della scomparsa, oggi la certezza che Sara Scazzi è morta, uccisa brutalmente dallo zio che poi ha brutalmente abusato di lei, ha come paralizzato la piccola comunità, settemila persone, in provincia di Taranto, che si è stretta intorno alla famiglia, con in testa i compagni di scuola della studentessa quindicenne. Ad Avetrana - in questo clima di "paralisi" interiore - è stata una lunga giornata surreale, cominciata la notte scorsa, con decine di persone nelle campagne, a due chilometri dal centro abitato, in attesa che fosse portato via il cadavere della ragazza. Cosa che è avvenuta solo stamani, intorno alle ore 11, dopo ore di lavoro per raggiungere il fondo di un pozzo dove l'assassino l'aveva buttato: scortato dai carabinieri, il carro funebre ha lasciato le campagne. La gente di Avetrana ha applaudito, ma, soprattutto, ha pianto e ha gridato la sua rabbia "contro un delinquente. Uno zio - hanno detto le persone che hanno fatto il segno della croce al passaggio del carro - non può uccidere una ragazza di 15 anni".

 

Ma veri protagonisti della giornata sono stati anche i giovani, i compagni di scuola di Sara. Spontaneamente hanno deciso di non entrare in classe, nell'Istituto alberghiero "Mediterraneo" di Maruggio, a pochi chilometri da Avetrana. Con i pullman sono andati davanti all'abitazione di Sara. Lì si sono abbracciati, hanno pianto e hanno scritto su tre cartelloni l'addio "a un piccolo angelo". Poi, all'improvviso, hanno cambiato destinazione e sono andati a casa di Michele Misseri, "lo zio assassino, la bestia, che ci fa schifo e che deve avere l'ergastolo" (ma un coro chiedeva la pena di morte). Davanti a casa Misseri, c'é stato anche qualche momento di tensione con alcuni amici che sono andati a visitare la moglie Cosima e le figlie Sabrina e Valentina: pochi attimi e poi i ragazzi sono andati via. Il dolore di Avetrana però non finisce e il sindaco, Mario De Marco, ha annunciato il lutto cittadino in occasione dei funerali. L'amministrazione comunale ha già chiesto al parroco, don Dario De Stefano, che gli stessi funerali si svolgano "in uno spazio più grande", al campo sportivo o al palazzetto dello sport. Perchétutto il paese di Avetrana e anche tante altre persone dei paesi limitrofi vogliano dare l'ultimo saluto a Sara.

 

COSI' IN DODICI ORE CROLLA L'ALIBI DI ZIO MICHELE

 

Da testimone di secondo piano a indagato per omicidio: in 42 giorni la figura di Michele Misseri, nell'inchiesta sulla scomparsa e adesso anche l'uccisione di Sara Scazzi, è cambiata di 360 gradi. La prima comparsa dinanzi ai carabinieri il contadino di Avetrana la fece nelle ore immediatamente successive alla sparizione della nipote quindicenne. Da 'persona informata sui fatti' riferì che in quei frangenti nei quali Sara scomparve nel nulla, lui stava lavorando in garage. Verità che, alla resa dei conti, si rivelerà parziale. Nell'inchiesta Misseri, del quale la cognata e madre di Sara, Concetta Serrano Spagnolo, aveva sempre detto fino a 48 ore fa di 'fidarsi ciecamente', sembrava dovesse rimanere ai margini.

 

E' stato così fino al 28 settembre, quando Misseri venne convocato nuovamente dai carabinieri. Il motivo pare fosse legato ad una intercettazione ambientale che non avrebbe convinto gli investigatori, nella quale il nome del contadino sarebbe stato fatto in chiave negativa rispetto alla scomparsa di Sara. Come se, in sostanza, Misseri nascondesse qualcosa. Dalla sua audizione non emerse nulla, ma la mattina seguente il contadino chiamò a casa e fece dare l'allarme ai carabinieri consegnando il telefonino della nipote, parzialmente bruciato e privo di batteria e di scheda Sim. Ai carabinieri disse di averlo trovato casualmente vicino alle stoppie che aveva bruciato in un podere nel quale aveva lavorato il giorno prima per conto terzi. Nel podere Misseri ci sarebbe tornato da solo per riprendersi un cacciavite che aveva dimenticato. Ai più quella circostanza apparve tutt'altro che casuale: si pensò che qualcuno avesse collocato volontariamente lì quel telefonino, sapendo che vi aveva lavorato Misseri e, dunque, per cercare di metterlo in difficoltà. Ora, alla luce dell'esito dell'inchiesta, quel ritrovamento viene visto dagli inquirenti più che altro come una messinscena per cercare di discolparsi. La svolta è iniziata ieri mattina: lenta, lunga, inesorabile. Poco dopo le 10 nella caserma del comando provinciale dei carabinieri di Taranto sono stati convocati lo stesso Misseri, sua moglie, Cosima Spagnolo, e la figlia maggiore, Valentina. Il contadino, per quello che si è saputo oggi dopo il suo fermo, sarebbe stato sentito per ore, confrontando le sue dichiarazioni con quelle dei familiari. Misseri, ha riferito un investigatore, avrebbe cambiato un paio di alibi, che però non avrebbero trovato riscontri. Così la tranquillità e la capacità di autocontrollo di Misseri nel tardo pomeriggio ha cominciato a vacillare. Magistrati inquirenti e carabinieri hanno insistito su alcune circostanze di quei minuti fatali nei quali Sara, invece di bussare a casa della cugina Sabrina, è scomparsa nel nulla, pur essendo arrivata quasi sotto l'abitazione. Intorno alle 22, dopo 12 ore di confronti incrociati, Misseri ha iniziato a fare le prime parziali ammissioni. La confessione totale, spietata nella sua crudezza pensando alla fine riservata alla nipote, è arrivata poco dopo.

 

E mentre, giunta ormai la notte, moglie e figlia lasciavano la caserma per tornare a casa, Misseri è stato accompagnato in auto nel suo podere a due chilometri dal paese per indicare il luogo preciso in cui aveva gettato il corpo di Sara. Poi il provvedimento di fermo e il trasferimento in carcere, mentre di notte si iniziava a scavare per recuperare il corpo della ragazzina.

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https://www.gay-forum.it/topic/15286-sarah-scazzi-perdono-giustizia-o-vendetta/
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Guest burro.e.miele

Sono un cultore della vendetta, quando si tratta di vita quotidiana, ma in casi come questi non ha senso: l'unica vendetta plausibile sarebbe negargli la vita, ma a che pro? Perché toglierli questo peso? Ci sono infiniti modi per far soffrire una persona, senza ricorrere all'omicidio. Spero abbia occasione di sperimentarne una parte. E non si tratta di modi fisici, contenuti e limitati ad un breve lasso di tempo, ma mentali. Dalla privazione di libertà alla sofferenza interiore insanabile, dalla perdita della propria vita (non intendo morte, ma i tutte quelle cose che caratterizzano la vita di un uomo) al giudizio della società.

La strada è la giustizia, con la speranza che tenda il più possibile alla perfezione, seppur sia imperfetto il sistema. Il perdono è impensabile, è roba "divina", noi siamo uomini.

Guest burro.e.miele

Sono un cultore della vendetta, quando si tratta di vita quotidiana, ma in casi come questi non ha senso: l'unica vendetta plausibile sarebbe negargli la vita, ma a che pro? Perché togliergli questo peso? Ci sono infiniti modi per far soffrire una persona, senza ricorrere all'omicidio. Spero abbia occasione di sperimentarne una parte. E non si tratta di modi fisici, contenuti e limitati ad un breve lasso di tempo, ma mentali. Dalla privazione di libertà alla sofferenza interiore insanabile, dalla perdita della propria vita (non intendo morte, ma i tutte quelle cose che caratterizzano la vita di un uomo) al giudizio della società.

La strada è la giustizia, con la speranza che tenda il più possibile alla perfezione, seppur sia imperfetto il sistema. Il perdono è impensabile, è roba "divina", noi siamo uomini.

Anch'io sono per la giustizia, se funzionasse davvero. Non vorrei che tra 2 o 3 lo rimettano libero perché quello che ha commesso è una cosa assurda con in più l'aggravante della violenza sessuale.

 

La vendetta porterebbe altra violenza e non riporterebbe indietro Sara. Io sarei per l'ergastolo così soffrendo in carcere forse si rende conto di quello che ha fatto, se ci si vendica e lo si uccide con la pena di morte non potrebbe soffrire e pentirsi (se mai arriverà a farlo). In carcere non credo che avrà vita facile se gli altri detenuti sanno quello che ha fatto.

 

Il perdono no, perchè per me è un atto imperdonabile.

Di perdono proprio non se ne deve parlare. Solo pedofilo? Ma vi rendete conto che ha abusato di lei DOPO averla uccisa? Non riesco neanche a capacitarmi di come si possa anche solo concepire una cosa dle genere. Ma non abbiate timore che trascorra poco tempo in prigione, anche i criminali piu accaniti non vedono di buon occhio personaggi come questo essere. Non penso uscirà con i propri piedi...

Non era Facebook. Era lo zio Michele (reloaded)

 

http://zambardino.blogautore.repubblica.it/?ref=HRER1-1

 

Ragazzi, rassegnatevi...poteva essere lo zio di ognuno di noi.

 

L'unico profilo interessante di questo caso, sotto il profilo sociologico,

è il fatto che le due cugine avrebbero parlato fra di loro, ma non con

le rispettive madri, di ciò che stava accadendo. E poi la figlia avrebbe

parlato al padre, cercando di farlo desistere ( e le sue parole se vere

chiariscono che la figlia litiga, si arrabbia, sospetta e poi oggi dice che il

padre deve pagare...quindi nessuna copertura lei crede alla cugina al 100%)

 

Era un delitto annunciato, o quantomeno c'erano stati dei chiari segnali

di pericolo, ma trattandosi di avances sessuali endofamiliari, si è cercato

di risolvere la cosa in famiglia, senza "dare scandalo".

 

Se fossimo una paese serio, oggi ci chiederemmo perchè si sia realizzata

una alleanza femminile fra coetanee, ma non una alleanza femminile

intergenerazionale ( con le madri ). Perchè in questa vicenda sembra

che ci siano figlie forti e madri deboli...

Di perdono proprio non se ne deve parlare. Solo pedofilo? Ma vi rendete conto che ha abusato di lei DOPO averla uccisa? Non riesco neanche a capacitarmi di come si possa anche solo concepire una cosa dle genere. Ma non abbiate timore che trascorra poco tempo in prigione, anche i criminali piu accaniti non vedono di buon occhio personaggi come questo essere. Non penso uscirà con i propri piedi...

 

Esatto.

I pedofili non piacciono a nessuno,sopratutto ai "galeotti".

Se la passerà abbastanza male.

Per giustizia cosa si intende?

Vendetta assolutamente no, non siamo animali che agiamo d'istinto e ci vendichiamo ripagando il torto. Siamo esseri civili, e viviamo in una comunità ben strutturata. Per numerosi crimini esistono pene impccabili, una volta tanto facciamole applicare!

Ovviamente la giustizia personale, ha lo stesso valore della vendette...

Per quanto riguarda il perdono, tutti possono essere perdonati. Anche se la pedofilia è un crimine deprorevole, in alcuni casi, la persona che la commette è pur sempre un mortale, e gli è concesso di sbagliare....forse ha esagerato....ma è esattamente fragile come noi.

Io non rieco a capire come sia riuscito a uccidere la propria nipote, violentarla e recitare la parte dello zio triste e disperato! Ma che vergogna  :awk: Una persona del genere ha uno straccio di coscienza?! Mi rispondo da solo: NO! Perchè non si può essere così malati da fare una cosa del genere. Non è concepibile...Io spero che marcisca in carcere, e che per omicidi del genere la giustizia italiana faccia quello che è giusto fare. Sono rimasto allibito...

alysonmichelle

Vicenda triste, agghiacciante e senza ragione logica alcuna ma (perchè c'è sempre un ma quando diventano di dominio pubblico queste vicende) io sono straconvinta che le forze dell'ordine (che tutti lodano ed elogiano quando accadono certi fatti) non hanno minimamente prestato particolare attenzione alla vicenda. Mi è capitato ieri di vedere la conferenza stampa fatta dal cosiddetto capo squadra dopo l'interrogatorio dello zio ed era quasi più angosciante sentire le sue parole che quello che è realmente successo.

La cosa che più ti fa rabbia è che poi assumono atteggiamenti di supponenza e di padronanza quando in realtà bastava sin dal primo giorno approfondire di più i luoghi dove quella povera ragazza sarebbe dovuta essere e non buttarsi a capofitto sulla sua vita priva e su quello che scriveva, non penso ci voglia un psicologo plurilaureato per capire che a 15 anni la tua vita è fatta più dalla famiglia che dagli amici o dai conoscenti.

 

Ma a parte questo il ruolo che ha avuto la stampa è stato altrettanto scandaloso, viviamo in un paese triste, in un paese dove vedere lo strazio di una madre in diretta paga molto più della dignità stessa, viviamo in un paese dove un padre al quale viene uccisa la figlia viene assalito all'aereoporto con domande a dir poco ridicole, viviamo in un paese dove per una morte di una quindicenne si fanno speciali su speciali perchè questo fa notizia.

AndrejMolov89

Sembrerò cinico, però mi pare inopportuno fare tutto ciò. A che serve? Sono fatti che accadono sempre, bisogna indignarsi e non farne spettacolo. Ogni giorno succedono cose ben peggiori, il fatto che sia divenuto un caso mediatico ha fatto sì che ora siamo qui a parlarne.

Innanzitutto, lo zio, è una persona "normale", nel senso che non bisogna indignarsi di ciò che ha fatto , lui ha concretizzato una possibilità che esiste anche in noi. Attualmente, al di là della crudeltà di ciò che ha fatto, gli diamo adosso per il semplice fatto che noi ci vogliamo sentire sicuri non riguardo a lui, ma riguardo a noi stessi.

Sinceramente, non mi ha interessato più di tanto la faccenda. Sono indignato in modo disinteressato.

alysonmichelle

Innanzitutto, lo zio, è una persona "normale", nel senso che non bisogna indignarsi di ciò che ha fatto , lui ha concretizzato una possibilità che esiste anche in noi.

 

Se proprio permetti il mio più sogno erotico più ricorrente non è andare a letto con mia nipote di 15 anni, tanto meno ucciderla e poi abusare di lei.

Io non contesto lui per non contestare me stessa, io contesto lui in quando assassino e depravato.

Che poi sia una persona squisita non lo metto in dubbio ma ha rimosso il tutto uccidendo, violentando e nascondendo una cadavere per più di un mese.

Direi che l'anomalia in questo caso non consista nel fatto

che uno zio possa essere un criminale. Tantomeno è

anomalo l'omicidio o sarebbe anomala la violenza sessuale.

 

Il dato singolare è il fatto che il colpevole dichiara di

aver abusato il cadavere della nipote. Se vera, questa

circostanza sarebbe singolare, poichè è un tipo di

condotta generalmente riferita a "serial killer" o a

persone disturbate.

 

Invece il colpevole non ha precedenti per reati sessuali

nè pare gli siano attribuibili episodi simili... ( suppongo che

gli investigatori stiano riesaminando eventuali casi irrisolti )

e la figlia escude episodi di abusi in famiglia.

AndrejMolov89

Sì, però, in ogni caso non bisogna arrivare a queste manifestazioni eccessive. Con questo non affermo la non gravità del fatto, semplicemente sottolineo il fatto che la stra grande maggioranza dei commenti che si stanno facendo sono un modo per esorcizzare ciò che abbiamo in noi e soprattutto è dato dal fatto che quel caso è diventato un caso mediatico. Se non ci avessero martellato per giorni con quel caso, siamo sicuri che saremmo qui a parlarne?

Ci sono altri casi, che concorrono nella schifezza umana. Vi siete dimenticati della donna uccisa a colpi di ferro da stiro? Vi siete dimenticati di altri omicidi?

E' deplorevole che si inizi a parlare di giustizia solo quando un caso è sotto l'occhio di tutti.

Per quanto la sanità mentale sia nel non mettere in pratica certe cose, non significa che siamo al sicuro dai nostri pensieri. Il fatto che abbiamo bisogno di essere sicuri che noi non commetteremo mai un omicidio, oppure che non saremmo mai dei pirati della strada eccetera, per me si concretizza in ciò.

Va da sè, che non sto giustificando lo zio, sto semplicemente dando una mia opinione su questo trambusto che sta uscendo, che non mi pare mosso da buoni sentimenti, ma manipolato dalla martellante mannaia dei media sulle nostre menti e sul nostro bisogno di sentirsi puri.

Soggiace alla pena stabilita dall'articolo 609-bis chiunque, al di fuori delle ipotesi previste in detto articolo, compie atti sessuali con persona che, al momento del fatto:

1) non ha compiuto gli anni quattordici;

2) non ha compiuto gli anni sedici, quando il colpevole sia l'ascendente, il genitore, anche adottivo, o il di lui convivente, il tutore, ovvero altra persona cui, per ragioni di cura, di educazione, di istruzione, di vigilanza o di custodia, il minore è affidato o che abbia, con quest'ultimo, una relazione di convivenza.

 

Premesso che mi pare difficile stabilire che una persona sia o meno pedofilo a seconda dei legami

parentali o della relazione di convivenza con la vittima ( situazioni contigenti che consentono di

ipotizzare un Abuso di potere, ma non una preferenza erotica -la pedofilia- che come tale dovrebbe

valere per tutti e non solo per alcuni ed in alcune situazioni ) Resta il fatto che la norma non parla

di "parenti" e in ogni caso la ragazza in questione non conviveva con lo zio, oltre al fatto che poi

l'età è 16 anni come dice Loup garou

 

PS se poi avesse abusato veramente di un cadavere....beh, se proprio si deve sarebbe necrofilia

Guest burro.e.miele

Soggiace alla pena stabilita dall'articolo 609-bis chiunque, al di fuori delle ipotesi previste in detto articolo, compie atti sessuali con persona che, al momento del fatto:  ...

 

Il limite sale a 16, burro.e.miele.

 

Ho fatto la cavolata di affidarmi, per rapidità, a Wikipedia, sarebbe stato meglio guardare direttamente il CP. ( http://it.wikipedia.org/wiki/Et%C3%A0_del_consenso#L.27et.C3.A0_del_consenso_in_Italia )

Metamorphoseon90

Allora, premesso che il perdono lo darà la famiglia se lo riterrà opportuno (io non credo lo farei), quindi giustizia e pena data dallo stato... non vendetta chè non serve in sè a nulla.

-------------------------------------------------------------------

Seconda cosa: non giudico lo zio... non m'interessa farlo; non comprendo il gesto, ovviamente, ma non ritengo corretto l'"a morte il mostro!!!"...

alysonmichelle

Sì, però, in ogni caso non bisogna arrivare a queste manifestazioni eccessive. Con questo non affermo la non gravità del fatto, semplicemente sottolineo il fatto che la stra grande maggioranza dei commenti che si stanno facendo sono un modo per esorcizzare ciò che abbiamo in noi e soprattutto è dato dal fatto che quel caso è diventato un caso mediatico. Se non ci avessero martellato per giorni con quel caso, siamo sicuri che saremmo qui a parlarne?

 

Mi sembra ovvio che se non ci fosse stato l'ennesimo trambusto mediatico staremmo parlando di altro, come è successo per Cogne, per Erba e per Erica ed Omar. Però dire che stiamo cercando di esorcizzare una nostra natura umana lo ritengo sbagliato.

E' vero, siamo tutti brutali e feroci animali in natura ma siamo anche umani in grado di capire cosa sia giusto o sbagliato fare e personalmente non riuscirei ad ammazzare neanche un cane, tanto meno abusare di lui una volta morto.

Questo comportamento non penso sia dettato da pura lucidità, la lucidità arriva dopo quando per un mese e passa cerchi in qualsiasi modo di depistare i sospetti e di tenerti ben lontano dal confessare. Plausibile capire che tu possa avere per 3 secondi un raptus omicida, non accettabile pensare che tu per quaranta giorni non dichiari nulla e fai buon viso a cattivo gioco con l'aggravante del modus operandi e delle violenze che hai inflitto alla ragazza dopo la sua morte.

 

E qui anche per rispondere sulla questione del perdono. Il perdono deve partire dalla famiglia ma penso che la cosa che più ferisce ora i familiari non sia l'uccisione in sè tanto quanto l'oscuramento per tutto questo tempo.

toraepantote

Inutile e scontato dire quanto quest'episodio abbia suscitato in noi sgomento e nausea.

Comunque, anche secondo me non si tratta di pedofilia.

La notevole differenza d'età non ha a che vedere con la pedofilia, a 15 anni non si è più infanti. Certo è difficile in molti casi discriminare un atto pedofilo da un più generico abuso sessuale quando il soggetto abusato ha un'età "borderline" ma francamente non mi sembra questo il caso.

 

Il dato singolare è il fatto che il colpevole dichiara di

aver abusato il cadavere della nipote. Se vera, questa

circostanza sarebbe singolare, poichè è un tipo di

condotta generalmente riferita a "serial killer" o a

persone disturbate.

 

Trovo molto interessante l'osservazione di Hinzelmann.

Mi chiedo però se questa confessione sia vera, cioè se effettivamente lo zio abbia abusato della ragazza solo dopo averla uccisa o se piuttosto non abbia mentito per rendere "meno" orribile il fatto.

Sì, è possibile quello che tu dici, Toraepantote. Un'altra ipotesi è che lo zio abbia abusato di

questa sventurata ragazza, pur morta, perché quello era il suo fine, e lo ha dovuto/voluto comunque

soddisfare. Tecnicamente, può sembrare o essere necrofilia, ma sostanzialmente non lo è,

a mio parere: non era il suo fine quello di stuprare una morta.

 

Quanto alla storia del perdono, viviamo in un Paese talmente cattolico e talmente cretino dove,

a cadavere caldo (di chiunque), frotte di giornalisti si precipitano a domandare ai congiunti:

«perdona?».  C'è bisogno di un commento a una bestialità del genere?

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