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La breve corsa!


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In vita mia credo di aver scritto solo due racconti. Non so nemmeno se questo si può definire così. Oggi per caso mi sono imbattuta in questo che ho scritto due anni fa.

 

LA BREVE CORSA!

 

Fabio. 11 anni. Entra in classe. Primo giorno di scuola. Due posti ancora liberi. Si dirige verso uno, guarda in volto il ragazzo seduto al banco a fianco. Non lo convince. Si dirige all'altro posto libero, vicino ad un ragazzo con il volto più solare. Si siede.

I giorni di scuola si susseguono, uno dopo l'altro, con estrema lentezza. Alessandro, il ragazzo di cui inizialmente aveva diffidato, diventa il suo migliore amico.

 

Corsa campestre. Ale è più forte di Fabio e segue una tecnica tutta sua: rimanere indietro, risparmiando le forze per lo sprint finale. Fabio si fida ciecamente di Ale e gli sta sempre incollato.

Il tempo è incerto, piove a tratti. Sono molto indietro rispetto ai primi della fila. Il prof. li guarda, urla che questa volta non ce la faranno a recuperare, che devono accelerare, subito. Fabio guarda Ale per vedere se accelera. Ale mantiene lo stesso passo. Fabio si fida di Ale. Mantiene lo stesso passo anche lui, nonostante le urla del prof.

Vengono superati da uno, due, tre e infine quattro ragazzi.

La stanchezza si fa sentire, la gola gli fa male, la maglietta è completamente impregnata dal sudore e dall'acqua che cade dal cielo. Ad ogni falcata il fango schizza ovunque. Fabio comincia a chiedersi se hanno fatto bene a non accelerare prima.

Il prof. urla.

Perchè Ale non accelera?

Ale sorride sempre, è tranquillo e sicuro di sé.

Questo tira Fabio su di morale. Gli ridà nuova speranza.

Ale lo guarda. E' ora!

Ale schizza via e Fabio fa un grande sforzo per rimanergli dietro. Corre all'inseguimento. Non gli interessa più il risultato della gara. Gli interessa solo arrivare subito dopo Ale. Insieme a lui.

Uno, due, tre, quattro, cinque superati in pochi secondi. Sei e sette. Ecco che arrivano l' otto, il nove e il dieci.

Alza gli occhi. Ale è lì, con due davanti, a trenta metri dell'arrivo. Li supera. Fabio ne supera solo uno. Continua ad ansimare, sente che ogni singola fibra muscolare del suo corpo sta facendo lo sforzo massimo, gli sta dando tutto quello che può.

No porca miseria, no. Fabio vuole arrivare subito dopo Ale. Non vuole nessuno tra loro. Stringe i denti.

Il ragazzo davanti a Fabio non ce la fa più. Non ne ha più voglia. Lui si.

Lo supera a pochissimi metri dall'arrivo. Arriva in braccio al suo migliore amico.

Dodicesimo e tredicesimo. Ottimo risultato.

Il prof. urla di gioia per questa magnifica volata. Ne parlerà per altre due settimane con i colleghi. Suo figlio è arrivato primo, ma questa volta sembra essere più entusiasta di loro due.

Fabio è felice. E' contento di essersi fidato del suo migliore amico e gli vuole bene, dal più profondo del cuore. Sente in quel momento che saranno amici per sempre.

 

Sette anni dopo. Piazza. Finale dei mondiali contro i cugini francesi.

Fabio e i suoi amici hanno trovato posto, sgomitando, sul palchetto rialzato montato per l'occasione. Il palchetto è saturo. Si guarda intorno prima che cominci la partita.

Vede un volto familiare sul palchetto. Frazione di secondi. Collega il volto ad un nome. E' Ale!

Sono più di cinque anni che non lo vede. Dopo le medie, Ale si è trasferito in un'altra città per due anni. Piano piano si sono allontanati. Fabio ha scritto ad Ale una volta: una lettera per chiedergli come andava, per dirgli che lo aspettava.

Ale è tornato. Ma è andato in una scuola diversa dalla sua.

Per un po' si sono cercati, ma non si sono più trovati.

Fabio non osa avvicinarsi. Dopo tutto quel tempo.

Lo riconoscerà?

Guarda la partita, ma ogni tanto rivolge uno sguardo ad Ale e ai suoi amici. Studia le reazioni che ha alle azioni dei giocatori.

Meglio avvicinarsi o no?

Fine primo tempo. Prende coraggio. Si avvicina. Chiede ad Ale se è lui, se lo riconosce.

E' lui. Lo riconosce.

Sono in imbarazzo.

Come stai?

Bene! e tu?

Bene.

Imbarazzo.

Fabio torna dai suoi amici. Pensa qualche secondo all'episodio. Non riesce a decifrare i suoi sentimenti.

Frazione di secondi.

Torna a concentrarsi sulla partita. Ora solo quella è importante.

 

Vittoria!

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non ho mai pensato di continuarlo... ci posso fare un pensierino su però. :roll: mi fa piacere che ti sia piaciuto.

 

guarda secondo me potresti tirarne fuori una bella storia, sai scrivere molto bene e questo ti aiuterebbe molto..dai, prova a sviluppare la storia, in fondo sono due ragazzini di sessualità non ben definita che si ritrovano dopo 5 anni...possono succedere un sacco di cose :awk: ovviamente falli innamorare  :bah:

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