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[diviso] Fluidita' era: Attrazioni impreviste verso uomini


toraepantote

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Si potrebbe sempre far girare il libro, e quando tutti l’avranno letto, ci si potrebbe riunire ed utilizzare il medesimo per alimentare la brace di un conviviale barbecue.

 

Non ho letto né il libro in questione né altro che affronti il tema della fluidità; per tale motivo mi piacerebbe che qualcuno spiegasse brevemente cosa si intende esattamente per fluidità.

Intanto, mi sembra di aver capito (correggetemi se sbaglio) che i sostenitori della suddetta teoria credono si possa essere inequivocabilmente consapevolmente eterosessuali fino ad un certo punto della vita (è questo il fulcro della teoria giusto?) ma che poi quest’orientamento possa improvvisamente cambiare:

1. in consapevolmente omosessuale o bisessuale?

Oppure…

2. rifiutando le definizioni (del tipo “persone che amano persone”)?

 

Secondo questa teoria è possibile ridiventare eterosessuali..?

 

Comunque, per quanto ne so, mi trovo d’accordo con Isher quando afferma che il termine “fluidità” può al limite andar bene per definire una fase di transizione, di confusione, di scoperta e di consapevolezza emergente della propria omosessualità, ma che comunque (sempre riportando le parole di Isher) deve portare ad un approdo.

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La teoria della fluidita' sessuale indica "semplicemente" che ci puo' essere uno spostamento dell'interesse sessuale a un certo punto della propria vita. Per esempio una donna che per tutta la vita ha avuto un comportamento sessuale etero e a 40 anni inizia ad assumere un comportamento sessuale omo, o viceversa. Quindi in sostanza tra le tue 2 ipotesi si avvicina di piu' la seconda. Nel senso che chi crede a questa teoria e se ne sente esempio quasi sicuramente rifiutera' un termine per definire cosa e', in sostanza perche' non lo sa nemmeno lui/lei.

 

Io, come sapete, penso che a definirsi in un certo momento nel tempo non ci sia niente di male ne' tantomeno a cambiare definizione nel corso della vita.

In sostanza, prendiamo come esempio una donna che e' sempre stata lesbica poi ha un'attrazione improvvisa per un uomo (che era poi il titolo principale del topic da cui e' nato questo casino!)

Il mio modo di vedere le cose e': fino a 40 anni ha avuto un comportamento omosessuale, ora ha un comportamento eterosessuale.

Il suo modo di vedere le cose e': non esiste un "prima" e un "dopo", lei non e' cambiata, la sua sessualita' e' "fluida" e in continuo cambiamento, quindi non ha una definizione ne' per come e' ora, ne' per come era prima.

 

Se qualcuno vuole, puo' guardare questo video, che e' uno spezzone di The Real L Word:

a partire da circa 1 minuto e 40, dove due personaggi vogliono realizzare un documentario tratto da un saggio sulla fluidita' sessuale. Quello che dicono rientra al 100% nella seconda categoria di toraepantote, addirittura una delle due tipe ha usato la teoria come attenuante nel suo coming out coi genitori, per aiutarli a capire.

 

Mi ricollego al libro dell'Argentieri adesso, perche' io sono sempre stata del parere che questa teoria sia una specie di edulcorante nei confronti degli etero. Ovvero invece di usare un termine forte, "gay", "lesbica", gli si dice "mi sono semplicemente innamorata di una persona", e secondo loro questo dovrebbe favorire l'identificazione (?) e la comprensione (?) da parte degli etero.

 

Di fatto, quando Isher parlava di velata omofobia, alla fine e' quello, cioe' ci stiamo obbligando da soli/e ad usare dei termini attenuati quando parliamo con gli etero, perche'? Perche' "poverini, se no si traumatizzano"? Perche' ci sentiamo in dovere di rendere le cose piu' facili a loro, di spiegare meglio, con queste teorie?

D'altra parte non mi pare che nessun etero si premuri mai di spiegare ai gay perche' lui e' etero. Al contrario mi pare che dicano piu' o meno tutti "e' cosi' e basta". Perche' noi non possiamo dire altrettanto?

 

Aggiungo un appunto a parole_alate: vedersi attraverso il punto di vista di qualcun altro sarebbe senz'altro interessante, se non venissimo gia' bombardati di quel genere di messaggi quotidianamente. Pensate al numero di articoli di giornale, servizi al telegiornale, interviste etc., ad argomento "omosessualita'". Il piu' delle volte queste esprimono il punto di vista degli etero nei confronti degli omosessuali, e sono presenti in media che raggiungono moltissime persone (si sta parlando di milioni). Pertanto io so benissimo cosa pensa l'eterosessuale medio di me, anzi, rilancio addirittura, io conosco persino le varie teorie che gli eterosessuali hanno su di me lesbica, perche' non esiste un punto di vista univoco, ce ne sono svariati e hanno tutti parecchia risonanza, ovviamente piu' il punto di vista e' anti-gay, piu' risonanza ha nei media italiani. Per questo dico che leggere questo libro non penso mi darebbe nessun arricchimento. Cosa pensano gli etero dei gay a grandi linee si sa, e dover anche leggere sull'argomento mi farebbe solo irritare, per riprendere un termine che tu hai usato.

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Per quanto riguarda la fluidità, sono d'accordo: penso sia un modo per "non definirsi" e per sminuire la portata che la dichiarazione del proprio orientamento ha, sia a livello personale che civile/politico.

Detto questo, penso tuttavia che il concetto di fluidità possa essere confuso con quello che tu proponi, cioè dare nomi diversi a comportamenti diversi: dopotutto, entrambi propongono una visione in cui la sessualità "cambia", e una persona inesperta o titubante certamente preferirà il modo meno impegnativo (e meno impegnato). Non sarei così dura nel rimproverare le giovani lesbiche (ma è solo una mia impressione che coinvolga più le lesbiche e meno i gay? Una sorta di effetto L-word...) che, all'inizio del loro percorso, si definiscono fluide - però ci si aspetta che la cosa passi, dopo un po'.

(Inoltre, è possibile pensare che il concetto di fluidità abbia sostituito quello di bisessualità, nelle prime fasi dell'accettazione di sè? Mi sembra che l'uso "edulcorante" che ne viene fatto sia molto simile.)

 

Poi, per l'appunto: ovviamente tutti conosciamo l'opinione dell'eterosessuale medio: quello che intendevo era conoscere l'opinione di qualcuno che si avvicina all'omosessualità senza pregiudizi (o così si suppone) per capirla e renderla comprensbile agli etero. A me sembra che il "dialogo" con gli eterosessuali (dove dialogo significa cercare di capirsi a vicenda, dato che si parte da sponde opposte) possa cominciare anche da libri con i quali non concordiamo del tutto, e sui quali siamo disposti a discutere. Poi, chiaramente, ognuno sa cosa ha voglia di leggere, e su questo certo non si discute. ;)

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Non sarei così dura nel rimproverare le giovani lesbiche (ma è solo una mia impressione che coinvolga più le lesbiche e meno i gay? Una sorta di effetto L-word...)

Non e' solo una tua impressione, io infatti avevo provato ad aprire un topic proprio a questo riguardo, perche' le differenze tra i due sessi nel modo di vivere la loro omosessualita' sono abissali. Il topic lo trovi qui: http://www.gay-forum.it/forum/index.php/topic,17700.0.html

 

In merito alla fluidita', hai ragione che il termine viene usato in maniera quasi sostitutiva di "bisessualita'", il fatto e' che le persone "fluide" non accettano nessuna etichetta, quindi non va bene neanche "bisessuale". E' come se avessero trovato un concetto che significa in fin dei conti "bisessuale" ma per qualche motivo non vogliono usare la specifica parola gia' esistente, e ne usano un'altra con una sfumatura leggermente diversa.

 

E' come se io domani mi svegliassi e decidessi che "lesbica" e' un termine che non mi descrive, lancero' quindi il termine "donnista", e andassi poi a dire "ma io non sono lesbica, sono donnista". Il punto e' non inventarti una parola nuova per qualcosa che c'e' gia'. Concentrati piuttosto sul perche' non riesci ad usare la parola che c'e' gia'.

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Grazie per i chiarimenti ed alla luce degli stessi, non ho potuto che analizzare nuovamente la questione.

 

Ieri sera ho riflettuto sull’uso del termine fluidità nell’ambito della fase di “confusione” e credo, infondo, sia un accostamento un pò forzato, per il rispetto che ho per le persone onestamente confuse.

 

Definirsi fluide (che mi pare di capire sia un’attitudine di alcune donne nella fase di scoperta, confusione) dimostra un approccio intellettuale non onesto: se non so cosa sono, utilizzo il termine “confusa”; termine che, al contrario di “fluida”, fa intendere la consapevolezza di  una difficoltà nel capirsi (non so cosa sono = sono confusa), e che include implicitamente la volontà di dirimere la questione con se stessi mediante l'uso di termini concreti (omosessuale, bisessuale).

 

Non so cosa sono = sono fluida: mi sembra più una scappatoia, un modo di evitare una seria analisi con se stessi.

 

Dal momento che a definirsi “fluide” sono alcune tra le cosiddette “confuse”, appare chiaro che c’è un problema di consapevolezza.

Una persona consapevole di essere fluida tutt’al più si definirà bisessuale, non userà mai l’altro termine.

Ed invece, nei fatti, si evince che la persona che si definisce fluida (senza andare troppo infondo), di cosa è veramente consapevole? Di essere confusa, cioè di non sapere cosa è.

 

Quindi, riconoscere alla fluidità una ragionevolezza ed una consapevolezza (nei termini in cui la si vuole far intendere) è scorretto e disonesto perché, sempre nei fatti, le fluide dimostrano di essere semplicemente delle persone confuse. Non è un caso che a dare credito a simili teorie siano le persone nella fase di scoperta della propria omosessualità. Cioè quelle persone ancora non abbastanza consapevoli e mature per dare un nome alle cose.

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Io penso che una fase di confusione capiti al 90% delle donne. Sono poche quelle che dicono "sin dall'asilo ho sempre saputo che mi piacevano le altre ragazze". Esistono ma non sono tante e di solito sono le piu' apertamente lesbiche anche come immagine. Quelle che, per cosi' dire, sin da subito "non hanno potuto farci niente", che erano cosi' nettamente lesbiche che non hanno nemmeno provato ad omologarsi alle aspettative che la societa' ha su come una donna deve comportarsi ed apparire.

 

Appurato quindi che la fase "confusa" e' una cosa che riguarda la quasi totalita' delle lesbiche, aggiungo che alcuni enti/siti hanno incorporato la Q alla sigla LGBT e adesso dicono LGBTQ per includere tutte quelle persone che ancora sono confuse (Questioning), ma almeno una cosa ce l'hanno ben chiara e cioe' che il loro orientamento non e' etero.

[Alcuni aggiungono la Q per intendere "queer" ma sono una minoranza. LGBTQ viene esplicitato come Lesbian, Gay, Bisexual, Transgender and Questioning il piu' delle volte]

 

In sostanza non credo che nessuno si senta di dire dietro alla gente che ammette "guarda, sono confusa". Come dice toraepantote e' un'affermazione assai piu' onesta di "sono fluida". Come aveva detto anche Isher, un conto e' prevedere un punto di arrivo in questo percorso (sono confusa ora ma prima o poi mi chiariro' le idee); e' un altro discorso, invece, dire che si sara' in un non meglio specificato limbo per tutta la vita, che e' quello che fa chi dice "sono fluida", ovvero mi lascio trasportare dagli eventi senza farmi troppe domande.

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allora, torno finalmente sul forum, non riuscivo più ad entrarci,ora mi si è sbloccato.

ehm... vediamo

 

@ishter: se leggi bene il mio post, non è il libro citato ad essere il tema portante. il tema portante sono io, con il mio vissuto, diverso evidentemente da alcune di voi, e, guarda un po', leggendo questo libro, mi ci sono ritrovata in pieno, visto che da etero ho iniziato, circa due mesi fa, a sentire attrazione per le donne. cara ishter ma da cosa deduci che ci voglio costruire un'esistenza? sono due mesi di cose totalmente nuove per me, potrebbe essere anche una fse di passaggio come dici, oppure no, ma al momento questo è quello che sento.

 

AH, importante: io non ci guadagno niente dalla vendita del libro...

 

@thequestion: piacere di conoscerti, pensavo che su questo thread ci fossero solo donne. ora penso che visto che sei uomo ed etero sarai condannato alle pene dell'inferno...

 

@sweet,. a dire il vero sei tu che o fraintendi o non leggi bene.  mi hai sempre risposto come se io dicessi tutt'altro. ma se io ho un vissuto diverso dal tuo, perché non devo essere rispettata per questo?

o fate come gli ebrei, che dopo la persecuzione ora perseguitano i palestinesi?

è assurdo che mi debba sentire diversa, PROPRIO QUI!

 

@marty23: allora hai dimenticato un'altra denominazione, visto che non ti piace fluidità: come la chiamiamo la persona etero che poi diventa omosex, ma che non ha mai sentito prima d'ora attrazioni omosex?

 

@parole alate: anche a me il discorso sui trans mi ha lasciato perplessa a dire il vero, ma per il resto, vedi il discorso fluidità che a quanto pare qui sembra una bestemmia, l'ho trovato dove parla della middlesence

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  • 1 month later...

Nel senso che chi crede a questa teoria e se ne sente esempio quasi sicuramente rifiutera' un termine per definire cosa e', in sostanza perche' non lo sa nemmeno lui/lei.

 

ma appunto, se uno non sa di preciso che cos'è... e non si sente lesbica, perché magari ha anche attrazione per i maschi... non si sente etero perché ha avuto una storia lunga con una donna... e non si sente bisex perché dal punto di vista sessuale ha comunque delle preferenze... come fa a definirsi?

 

cioè non è che uno che non si definisce lo fa per mancanza di coraggio o perché non vuole fare coming out.

A volte davvero le cose che accadono sono così strane, SFUMATE e variegate che piuttosto che darsi un'etichetta sbagliata o apparire incoerente uno preferisce non definirsi affatto e a sto punto tanto vale se uno si deve proprio definire, definirsi fluido se è l'unico termine adatto.

definirsi confuse per me sinceramente è un po' "patetico" (passatemi il termine), perché magari non tutte le donne vivono questa "fluidità" come difficoltà o come sofferenza. Molte la vivono come cosa normale e basta e non vedo perché definirle confuse.

Anche definirsi bisessuali per me è a volte un po' rischioso perchè ci sono vari tipi di bisessualità e secondo me bisessuale non sempre è il termine adatto. Moltoi usano il termine bisessualità ma non sono bisex nel senso VERO del termine.

E non è vero che chi si definisce fluido non lotterebbe per i diritti civili. Non è che ci vuole x forza una chiara definizione per fare una lotta politica. Scusate ma tutto questo accanimento verso un termine mi pare un po' eccessivo.

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cioè non è che uno che non si definisce lo fa per mancanza di coraggio o perché non vuole fare coming out.

 

Beata innocenza.

Troverai invece che nella maggior parte dei casi e' cosi'. Non so quante persone tu conosci che si trovano in ballo tra i vari termini e non sanno quale scegliere, ma se inizi a parlare con varie persone vedrai che ci sono dei pattern tra persone che si definiscono allo stesso modo.

 

Uno dei motivi per definirsi fluida e' non per non fare coming out, ma per fare coming out con un termine piu' "attenuato" e meno spaventoso di quelli esistenti: lesbica, gay e bisessuale. E' pur sempre un coming out perche' stai dicendo "sono qualcosa di diverso da etero" ma non ha la stessa valenza di un coming out che usi il termine appropriato. Ed e', per questa esatta ragione, mancanza di coraggio.

 

Le donne che non vivono la fluidita' come difficolta' o sofferenza, sono bisessuali. Non sono fluide, ne' confuse. Sono bisessuali. Non vedo nessuna ragione per cui una persona che si sente "fluida" possa rifiutare di definirsi "bisessuale" visto che le due parole indicano la stessa situazione.

 

E purtroppo ci sono tante persone che hanno scritto anche in luoghi di confronto pubblico come questo che a loro i diritti civili non interessano perche' "non sono gay". Questo nonostante stiano con una persona dello stesso sesso.

 

Non ci si accanisce contro un termine, o meglio non solo. Ci si accanisce con cio' che il termine rappresenta. In questo caso il termine rappresenta una precisa presa di posizione verso determinati aspetti del mondo gay e della societa' eterocentrica. Se noi ci riteniamo gay, queste persone prendono dunque una posizione contro di noi. Se queste persone prendono una posizione contro di noi non vedo perche' noi non dovremmo fare altrettanto contro di loro ;)

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Rispetto i vostri punti di vista ma non li condivido affatto. Ho capito quello che state dicendo voi e sicuramente è ANCHE come dite voi ma non solo e non sempre quindi eviterei di fare di  tutta l'erba un fascio.

 

Io non me la sento di dire che questo termine è stato inventato per non definirsi, magari è stato USATO, viene usato, ANCHE per non definirsi ma non sempre, perciò io personalmente non mi ci accanisco. Per me il termine non rappresenta una mancanza di rispetto verso i gay, che poi venga usato per non definirsi ok, ma in fondo quante cose ci sono per non definirsi? che poi voglio dire, se uno non ha il coraggio di fare apertamente co... obiettivamente... noi che cosa ci possiamo fare? ognuno vive l'omosesualità a modo suo e ognuno è libero di fare co quando e con chi vuole, per motivi che sono suoi e solo suoi e noi non siamo nessuno per dire che i motivi degli altri sono giusti o sbagliati.

 

Che poi comunque fluidità, così come bisessualità, definisce comunque una certa omosessualità quindi definirsi fluidi significa AD OGNI MODO definire di avere tendenze gay ed è comunque un co. Io francamente non lo trovo molto diverso da bisessualità, cioè se io fossi omofoba mi spaventerebbe anche il termine fluidità. Però al tempo stesso comunque non potete dire che fluidità e bisessualità sono la stessa cosa e che quindi tanto vale definirsi bisex: un bisex è uno che ha sempre una attrazione per uomini e donne e entrambi gli piacciono in ugual misura; un fluido da che ho capito io non è così, un fluido OSCILLA tra fasi di omosex, fasi di eterosex e fasi di bisex perciò rifiuta anche il termine bisex perché non ci si ritrova. Tutto qua.

 

(che poi i bisex spesso non fanno tanto co perché comunque essendo bisex sono comunque anche etero e un parziale etero non sempre ha esigenza di fare apertamente co.)

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un bisex è uno che ha sempre una attrazione per uomini e donne e entrambi gli piacciono in ugual misura; un fluido da che ho capito io non è così, un fluido OSCILLA tra fasi di omosex, fasi di eterosex e fasi di bisex perciò rifiuta anche il termine bisex perché non ci si ritrova. Tutto qua.

 

 

Una persona che oscilla tra fasi omosex e fasi eterosex E' un bisex.

Informati meglio sulla definizione di bisessuale (scusa ma sto termine bisex non lo sopporto), non esiste che un bisessuale abbia attrazione sempre in egual misura verso i due sessi. Può tranquillamente avere 5 storie etero e poi innamorarsi di una persona del suo stesso sesso (e/o viceversa).

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ma appunto, se uno non sa di preciso che cos'è...

 

Appunto. Lo hai appena detto tu: “Se una persona NON sa…”

Come fa ad assegnare un nome a qualcosa che non ha ancora messo a fuoco?

Io credo sia più logico concedersi del tempo per capire, prendere atto del proprio orientamento  e rimandare le definizioni a quando questa confusione viene risolta in omosessuale o bisessuale.

 

A meno che per fluidità non si intenda esclusivamente la fase iniziale di scoperta, quell’andare verso una direzione “nuova” del proprio orientamento che ancora non si sa spiegare ma che porta gradualmente alla comprensione del proprio essere omosessuale o bisessuale, altri significati sovrapposti ed in sostituzione ai termini già noti secondo me sono inaccettabili.

 

 

A volte davvero le cose che accadono sono così strane, SFUMATE e variegate che piuttosto che darsi un'etichetta sbagliata o apparire incoerente uno preferisce non definirsi affatto e a sto punto tanto vale se uno si deve proprio definire, definirsi fluido se è l'unico termine adatto.

 

Quindi torniamo al discorso di prima: siccome le cose che mi sono accadute sono strane variegate, non so come definirmi, per non correre il rischio di usare il termine sbagliato, taglio la testa al toro e dico che sono fluida.

Quanta consapevolezza c'è in una persona che fa un ragionamento di questo tipo? Quale verità rivela un atteggiamento del genere?

 

Se uno non sa che definizione darsi perché non essere onesti e dire “non lo so”? O per forza bisogna dare nomi provvisori alle cose.

 

 

definirsi confuse per me sinceramente è un po' "patetico" (passatemi il termine), perché magari non tutte le donne vivono questa "fluidità" come difficoltà o come sofferenza. Molte la vivono come cosa normale e basta e non vedo perché definirle confuse.

 

Credo sia riprovevole la disonestà ed il fuggire dalle definizioni.

Ancora attendo che una "fluida" mi illumini sulla differenza di comportamento, di condotta sessuale ed emotiva, di attrazione, tra donna fluida dalla condotta bisessuale e donna bisessuale; e tra donna fluida dalla condotta omosessuale e donna omosessuale.

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secondo me la differenza è che la bisessualità è una cosa confermata, o comunque chi la vive la vive appunto come sua natura confermata. So di essere bisessuale e mi definisco tale, senza troppe pippe mentali.

 

La fluidità la vedo più come una fase di transizione, come appunto una scoperta e secondo me in certi casi può essere vissuta con un po' più di sofferenza. La differenza secondo me è nel modo interiore di vivere tale situazione. Magari una persona ha una situazione particolare, faccio un esempio... che ne so...  è attratta mentalmente dagli uomini ma non sessulmente e viceversa con le donne, è piuttosto oscillante, quindi neanche il termine bisessuale le va bene perché i modi di essere attratta dai due sessi sono differenti. Io conosco diversi casi di persone che non si riconoscono nè come bisesessuali nè come omosessuali, per vari motivi quindi forse in questo caso il termine fluidità potrebbe andare.

 

Aggiungo che:

 

1) A me il termine fluida non piace, anche io preferisco il termine bisessuale ma questo nuovo termine non lo rifiuto a priori  perché credo che può avere una sua utilità per chi ha bisogno di dare una definizione a certe situazioni

 

2) per me va benissimo dire "non so cosa sono" finchè uno non lo scopre ma questa confusione può andare avanti anche per molto tempo, in certi casi anche per anni e a questo punto se una persona decide di definirsi fluida invece che bisessuale io non vedo dove sta il problema.

 

3) Al di là delle nostre opinioni secondo me dobbiamo attenerci a ciò che queste autrici vogliono intendere col termine fluida prima di muovere delle critiche. Ho cercato degli articoli su internet per vedere cosa intendono per fluidità queste psicologhe. L'articolo che ho letto io fa parte del libro "Sexual fluidity" e nell'estratto si parla di una donna che poco prima di sposarsi scappa con una ragazza e la dott.ssa Diamond la definirebbe fluida...  :muro:  Se è così anche io mi distacco dal modo in cui questo termine è stato coniato  ;)  ma ripeto che visto sotto un'altra ottica potrebbe essere utilizzato...  altrimenti se deve essere usato così anche per me tanto vale parlare di bisessualità.

Il libro della Argentieri non l'ho loetto quindi non mi pronuncio.

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La fluidità la vedo più come una fase di transizione, come appunto una scoperta e secondo me in certi casi può essere vissuta con un po' più di sofferenza. La differenza secondo me è nel modo interiore di vivere tale situazione. Magari una persona ha una situazione particolare, faccio un esempio... che ne so...  è attratta mentalmente dagli uomini ma non sessulmente e viceversa con le donne, è piuttosto oscillante, quindi neanche il termine bisessuale le va bene perché i modi di essere attratta dai due sessi sono differenti.

Io sono attratta dai due sessi in modo diverso - ovvero non mi fa schifo il sesso con gli uomini ma mi innamoro solo di donne e non per questo mi definisco fluida, anzi pensa un po', mi definisco LESBICA.

 

2) per me va benissimo dire "non so cosa sono" finchè uno non lo scopre ma questa confusione può andare avanti anche per molto tempo, in certi casi anche per anni e a questo punto se una persona decide di definirsi fluida invece che bisessuale io non vedo dove sta il problema.

Nello scenario che dipingi, una persona la cui confusione va avanti da anni e' sicuramente una persona adulta e, ci si aspetta, matura. Che una persona adulta dica "io mi definisco fluida" e' ancora piu' triste che lo dica una ragazzina. Semplicemente perche' da un adulto ci si aspetta un grado di introspezione e conoscenza di se stessi per cui ci si riesce a guardare dentro in maniera molto piu' approfondita che "mah, oggi la vedo cosi', domani cola', sono fluida".

 

Analizzando l'insieme delle mie esperienze sentimentali e sessuali pure io dovrei rientrare in questa categoria di "fluida". Peccato pero' che non mi ci sento affatto. "Fluida" mi da' l'idea che si possa cambiare idea (o sponda) in qualsiasi momento: io sono una persona e l'insieme delle mie esperienze mi ha portato ad essere come sono adesso. Tutti cambiamo, panta rei e quello che vuoi - tutti quanti siamo una cosa fino a che un giorno non lo siamo piu'. Ma un conto e' prendere le cose come avvengono e un altro conto e' mettere le mani avanti e dire io non saro' mai ne' carne ne' pesce. C'e' un rifiuto in questo, che io trovo riprovevole perche' e' un rifiuto di auto-analizzarsi, di conoscersi.

 

Ancora attendo che una "fluida" mi illumini sulla differenza di comportamento, di condotta sessuale ed emotiva, di attrazione, tra donna fluida dalla condotta bisessuale e donna bisessuale; e tra donna fluida dalla condotta omosessuale e donna omosessuale.

Citazioni come questa mi fanno desiderare che esista una funzione "aggiungi questo post ai preferiti". Cosi' da poterlo rileggere ogni volta che mi scoraggio che non esistono piu' lesbiche intelligenti ;)

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Ho seguito la discussione da un pezzo e sinceramente anche io mi metto nel novero di quelle/i/* che non amano il termine fluida / non ne capiscono il senso.

Ovvio che la sessualità ha tante sfumature e tante possibilità, però onestamente sono molto diffidente verso le eccessive categorie che rischiamoci di autoimporci (anche perché sono sicura che dopodomani qualcun altro si dirà insoddisfatto delle catgorie omosessuale/bisessuale/fluido/ e se ne verrà fuori con qualcos'altro.

Anche io sarei curiosa di sentire le spiegazioni una persona che si auto-definisce come fluida.

 

OT: @ vitabassa: io sono EBREA e non ho MAI perseguitato nessun palestinese (anzi, per tua informazione lavoro in una NGO che aiuta la popolazione palestinese). Visto che chiedi di non essere discriminata, inizia tu col non discriminare gli altri.

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....beh ma se consideriamo che la sessualità fa parte della nostra vita da quando nasciamo a quando moriamo, allora si può dire che la fluidità sessuale è un dato di fatto.  :(

Con questo non voglio dire che non esistano i gay e le lesbiche convinti...   cioè esistono persone che hanno una sessualità più polarizzata e più orientalizzata di altri, però infondo penso che la condizione sessuale più "normale", più "nomale" anche della rigida eterosessualità, sia avere una bisessualità di fondo.  :(

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Sissy, infatti, secondo me (e altre, se ho capito bene) il problema non sta tanto nella bisessualità di fondo o nella bisessualità in generale, quanto nell'esigenza di utilizzare un aggettivo ambiguo o- nella migliore delle ipotesi- superfluo come "fluida". Bisessuale non era sufficiente a indicare l'attrazione (contemporanea o alternata nel tempo) verso entrambi entrambi i sessi?

e se è vero che è un termine che si adatta a qualcuno che è ancora in una fase di ricerca, non si può (come ha suggerito qualcuno) rimandare le definizioni ad un momento in cui si hanno le idee più chiare?

personalmente sono passata da una relazione stabile con un uomo a una relazione stabile con una donna. Oggi mi definisco lesbica perchè ho capito molte cose di me, ma nel momento di "passaggio" mi sono sentita in bilico tra la bisessualità e l'omosessualità. Non mi è mai venuto in mente di definirmi fluida, sarebbe stato come rinunciare a comprendermi.

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mah sì, secondo me hai ragione...  bisessuale è un termine più che sufficente e definirsi "fluida" è un po' originale, anche se rende bene l'idea di una sessualità in piena evoluzione.

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Non so quante volte mi sono scontrata con Sweet per questo motivo, etichetta, non etichetta? This is the problem :D Salvo poi arrivare alla conclusione che il mio problema nell'etichettarmi come bisessuale non stava nel fatto di NON sentirmi tale, ma nel fatto che non accettavo di essere riconosciuta dalla società come una possibile eterosessuale, qual'ora avessi avuto una storia con un uomo.. per farla breve ERO ETEROFOBA fino al midollo. Tanto eterofoba che quando ero con il mio primo ragazzo ( primo dopo aver capito che ero "lesbica" ) evitavo ogni locale in cui conoscessi qualcuno, specialmente se questo qualcuno sapeva della mia omosessualità.

 

Quindi, se qualcuno usa un termine diverso mi suona come se la parola più corretta da usare lo spaventasse, senza contare che a mio parere la fluidità è un concetto troppo vasto e per niente accostabile ad una persona che ha interesse solo per soggetti di un sesso. Cioè, come parola la sento semmai più accostabile alla bisessualità che non al lesbicismo.

 

Ad ogni modo, avendo capito da poco che ti piacciono le donne posso capire perfettamente che l'uso di certi termini invece che altri possa essere una terapia meno "d'urto" in confronto a termini molto precisi come: omosessuale, che in effetti preclude ogni interesse nei confronti di persone dell'altro sesso. Credo che i discorsi che sono stati fatti in questo topic, soprattutto da Sweet, potrai capirli solo più avanti, quando avrai preso una maggiore padronanza della tua sessualità. Non ritenerti offesa dalle mie parole, ma credo che il tuo sia un passaggio di rito per molte ragazze che si scoprono attratte da altre donne.

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