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Cosa porta a non credere in entità superiori?


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e dalla cui congettura si deducano conseguenze assurde, sia affermazione assurda tanto, quant'è assurdo l'aspettarne la dimostrazione e, aspettando, non potere dimostrare la verità della negazione di quanto congetturato.".

E' un false friend  :rotfl:

Io temo proprio che tu non abbia capito cosa io voglia dire.

Sia affermazione assurda tanto quant'è assurdo aspettarne la dimostrazione...no no, non ci siamo

 

 

 

onalmente possa essere stimata assurda una congettura, se non per dimostrazione dell'assurdità delle argomentazioni, onde la propugniamo, o delle conseguenze che ne possiamo dedurre:....

Questo è ulteriore esempio della confusione che fai circa quanto voglio dire.

 

Il Tuo esempio dipendeva dalla mia questione circa l'onere della prova:

ma ho inteso che Tu rifiuti tale questione, quindi che giova trattare dell'esempio secondo ?.

Sento puzza di unghiette bruciate... :rotfl:

Giova al fin di comprendere che non sei capace di rispondere  :P

 

 

Onere della prova: principio di diritto per cui chi vuole dimostrare l'esistenza di un fatto, ha l'obbligo di fornire prove circa l'esistenza del fatto stesso.

 

A. Si parla di fatto...Dio è un fatto? Non è dato saperlo (le premesse, le premesse)

B. Si dice: chi voglia dimostrare l'esistenza ..voglia dimostrare? Ma chi vuole dimostrare nulla? :P

C. Fornire prove circa l'esistenza del fatto stesso ..prove che, palesemente, per un credente, son la realtà stessa (prove, dunque, che un ateo non accetterà: il discorso lì si arena e nessuno dei due avrà ragione). (ancor: le premesse, le premess..)

 

 

Ma si speculi in codice:

Chi vuol far valere un diritto in giudizio deve provare i fatti che ne costituiscono il fondamento ..eccolo quì, il caro

D. Chi vuol: vedi supra (lett. B.)

E. "Deve provare i fatti che ne costituiscono il fondamento" ...come dicevo in C., tali fatti sono il mondo stesso. Ergo, provare i fatti che ne costituiscono il fondamento significherebe provare l'esistenza del mondo stesso. Si cadrebbe, così, in un circolo vizioso irrefrenabile; sarebbe una danza macabra. Il motivo per cui tale circolo si dischiuderebbe è chiaro: alla radice, è inopportuno utilizzare un criterio quale quello dell'onus per tali questioni. Vedi anche lettera successiva

F. "Chi vuol far valere un diritto" ..Ma chi, dove, quando, perché, dinanzi a quali giudici? Se qui si sta facendo valere un diritto, se è in causa il poter dire che un divino esiste, allora si viola il 7 Cost (povero Mortati!). E se non si parla di "quel" diritto, di quella libertà religiosa, allora di che diritto stiam parlando? Di un diritto lato sensu  :D? Ma se è un diritto lato sensu, dovremmo eliminare anche la notazione successiva ("in giudizio") perché qui non si scorgono in modo distinto soggetti, oggetti, causa etc..

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Empietà temeraria.

 

Caro Bardo Iberno,

 

se reputi ch'io non T'abbia inteso, esplicami quel che vuoi dire:

finché asserisci solo che non ho inteso, continuerò a non intendere.

 

Argomenti:

"Onere della prova: principio di diritto per cui chi vuole dimostrare l'esistenza di un fatto, ha l'obbligo di fornire prove circa l'esistenza del fatto stesso.

A. Si parla di fatto...Dio è un fatto? Non è dato saperlo (le premesse, le premesse).

B. Si dice: chi voglia dimostrare l'esistenza ..voglia dimostrare? Ma chi vuole dimostrare nulla? “.

Consento pienamente:

non son fatti o, se pur siano, non ne abbiamo notizia certa ed universalmente approvata e, comunque sia, nessuno vuol dimostrare alcunché, neppure coloro i quali, tanto pertenacemente confidano essere un dio, che lo venerano con altari, statue, riti, supplicazioni, preci, sacerdoti:

e veramente costoro si contentano, e lo confessano, confidare nei proprii sogni, nelle proprie allucinazioni.

 

Dunque, così circa un dio non conviene trattare, porre questioni, fare disputazioni, come non conviene trattare, porre questioni, fare disputazioni circa il pyroleontechidnornithichtyo anacreontico prisco, che questa notte ho infaustamente sognato;  al meno fino allora non converrà, quando alcuno presenterà prove ovvero indizii del fatto, se pur sia un fatto e se pur, presentate le prove, potremo averne intelligenza:

stimo che di ciò anche l'ateo più sacrilego possa dirsi contento.

 

Non di meno, mi sorge un dubbio:

non hai forse sopra scritto:

“Dirò ancora che ciascuna delle due alternative è ab-surda” ?.

 

Dunque, come puoi asserire che sia assurdo un fatto, di cui Tu stesso asserisci che non è dato sapere neppure se sia un fatto ?:

“Si parla di fatto...Dio è un fatto? Non è dato saperlo”.

 

Se non conosciamo né il fatto né il non fatto, donde argomenti l’assurdità del porre o del non porre un fatto ovvero un non fatto, che ignoriamo se sia fatto o non fatto?:

puoi affermare che sia deforme ciò, ch’è occulto da un velo, se non sai neppure se dietro il velo stia alcunché ?.

 

Osi:

”All'apice del cosmo v'è sempre una Regina. Non lo si dimentichi. Ganimede è solo una degradata variazione.”.

 

S’io fossi Zeus, T’avrei già incenerito col mio fulmine possente, per tanta temeraria empietà contro le leggi e divine ed umane !;

che regine e regine ?:  la causa ed il fine dell'universo è la beltà d'un efebo.

 

Anakreon.

 

finché asserisci solo che non ho inteso, continuerò a non intendere.

Basta rileggere  :rotfl:

 

 

Se non conosciamo né il fatto né il non fatto, donde argomenti l’assurdità del porre o del non porre un fatto ovvero un non fatto, che ignoriamo se sia fatto o non fatto?:

puoi affermare che sia deforme ciò, ch’è occulto da un velo, se non sai neppure se dietro il velo stia alcunché ?.

Chi ha parlato di fatto?  :rotfl:

 

Osi:

S’io fossi Zeus, T’avrei già incenerito col mio fulmine possente, per tanta temeraria empietà contro le leggi e divine ed umane !;

che regine e regine ?:

Se tu fossi Zeus ricorderesti di esser stato inclita regina.

Ergo, non sei Zeus  :P

Delirio.

 

Caro Bardo Iberno,

 

esorti:

"Basta rileggere".

 

E' evidente che alcunché di quanto hai scritto non m'è stato chiaro, se affermi che fino ad ora non l'ho inteso.

 

Domandi:

"Chi ha parlato di fatto?"

 

Tu stesso:

"A. Si parla di fatto...Dio è un fatto? Non è dato saperlo (le premesse, le premesse).".

 

Ammonisci:

"Se tu fossi Zeus ricorderesti di esser stato inclita regina.".

 

Deliri ?.

 

Concludi:

"Ergo non sei Zeus"

 

S'io ricordassi un tal evento, non sarei per certo Zeus, ma non sono Zeus tuttavia.

 

 

Anakreon.

Tu stesso:

"A. Si parla di fatto...Dio è un fatto? Non è dato saperlo (le premesse, le premesse).".

Nein

Ho parlato di fatto in quanto altri han parlato di fatto  :P

 

Ammonisci:

"Se tu fossi Zeus ricorderesti di esser stato inclita regina.".

 

Deliri ?

Ho solo studiato un po'  :rotfl:

 

 

S'io ricordassi un tal evento, non sarei per certo Zeus, ma non sono Zeus tuttavia.

Optime!

 

 

Non esiste un'anima pia che ci riassuma il pensiero di Amergin

in maniera sintetica e chiara?

Alm, ma tu sei lo stesso Alm che sostiene "utte le religioni promettono un premio"?  :rotfl:

Calunnie empie.

 

Caro Bardo Iberno,

 

Ti scusi:

"Ho parlato di fatto in quanto altri han parlato di fatto".

 

Anch'io.

 

Ricordi:

"Ho solo studiato un po'. ".

 

O ricordi male ovvero hai studiato male:

Zeus fu sempre rege, non mai regina;  me l'ha testé confermato Ganimede, che ne ha ricevuta certificazione dal divino amante.

 

Quindi, Ti consiglio evitare affermazioni calunniose ed empie che potrebbero essere usate contro Te stesso, quando calcherai le plaghe inferne.

 

Anakreon.

AndrejMolov89

Signori, potreste evitare di andare troppo OT.

Amergin non stai argomentando bene, stai sfoggiando una sequela di nozioni, il che ti dà lode, però, non ti aiuta a rendere comprensibile il tuo presumibile ragionamento. :rotfl:

Anch'io.

Vedi che su qualcosa concordiamo!

 

Zeus fu sempre rege, non mai regina;  me l'ha testé confermato Ganimede, che ne ha ricevuta certificazione dal divino amante.

Chissà chissà.

Forse non ricordi perché sei troppo cristiano per rimembrare  :rotfl:

 

Ma siamo ot, dunque citerò G. K. C.

 

"La grande marcia della distruzione intellettuale proseguirà. Tutto sarà negato. Tutto diventerà un credo. Sarà una posizione ragionevole negare le pietre della strada; diventerà un dogma religioso riaffermarle. E' una tesi razionale quella che ci vuole tutti immersi in un sogno; sarà una forma assennata di misticismo asserire che siamo tutti svegli. Fuochi verranno attizzati per testimoniare che due più due fa quattro. Spade saranno sguainate per dimostrare che le foglie sono verdi in estate. Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l'incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Combatteremo per i prodigi visibili come se fossero invisibili. Guarderemo l'erba e i cieli impossibili con uno strano coraggio. Noi saremo tra i quanti hanno visto eppure hanno creduto"

Aspettazioni vane.

 

Caro Bardo Iberno,

 

forse consentiamo più, che Tu vogliami concedere...

 

Quanto all'accusa ch'io sia tanto Cristiano, che non possa aver memoria, essa non m'è pertinente:

rivolgila al padre Zeus, ché egli oblia, secondo Te, l'esser mai stato regina.

 

E per non esserTi da meno, sollecitato dall'ultimo fautore del Cane celeste, citerò il cigno di Testacanina:

"sogno d'un'ombra è l'uomo.".

 

Dunque, che aspettiamo mai d'illuminante da un'ombra ?:

la luce etterna, come cantò il cigno di Fiore, sola in sé side, sola s'intende e da sé intelletta ed intendente sé... a noi affatto s'asconde... s'asconde se pur sia una luce etterna...

 

Anakreon.

 

Dunque, che aspettiamo mai d'illuminante da un'ombra ?:

la luce etterna, come cantò il cigno di Fiore, sola in sé side, sola s'intende e da sé intelletta ed intendente sé... a noi affatto s'asconde... s'asconde se pur sia una luce etterna...

Mamma mia, che canto quello lì!

Al leggere quelle terzine, ripropongo il thema del thread: come si può non credere?

 

..quella circulazion

Ma la belleza della Commedia, esiste o non esiste?  :rotfl:

Sei tu a decidere che non stia a me deciderlo?

Guarda che con lo scettismo non si va da nessuna parte;

per questo esiste la Dialettica.

 

Come fai a sapere che io non ho sempre ragione e tu sempre torto?

Non puoi saperlo, se è indimostrabile.

 

Nella Dialettica si parte da basi comuni e ci si confronta,

quando tali basi si esauriscono, si rinuncia alla comunicazione.

 

Mangia quel frutto e dimmi: "E' dolce?"

Guarda tua madre morire di cancro e dimmi: "E' opera del Signore?"

 

Non cogli la differenza? Ebbene non abbiamo nulla su cui dialogare.

 

Dolce e amaro, piacevole o doloroso;

non sono cose su cui si discetta;

se non in minima parte e solo per sfumature.

Sei tu a decidere che non stia a me deciderlo?

Non ho eccepito questo. La mia era una domanda, non un'affermazione  :rotfl:

 

Guarda che con lo scettismo non si va da nessuna parte;

per questo esiste la Dialettica.

E' vero

 

Nella Dialettica si parte da basi comuni e ci si confronta,

quando tali basi si esauriscono, si rinuncia alla comunicazione.

Sono completamente d'accordo. Non avrei saputo dir meglio  :rotfl:

 

Non cogli la differenza? Ebbene non abbiamo nulla su cui dialogare.

La colgo: v'è una differenza stilistica tra il trisillabo e l'ottonario!

 

Dolce e amaro, piacevole o doloroso;

non sono cose su cui si discetta;

se non in minima parte e solo per sfumature.

Insomma, son state scritte pagine e pagine..

@ Almadel scusami se non mi metto con piglio filologico a rintracciare il punto dove Useless87  ti chiede di "svuotare" , ma non lo farò.

A naso,  però credo che l'operazione giusta sia quella di astrarre dalle varie concretizzazioni storiche per cogliere l'essenza del divino. Non svuotare , ma afferrare il nucleo. Anche perchè qualsiasi cosa svuotata di senso è = piriponzi.  Mi sembra strano che Useless ti abbia suggerito proprio quella strada

 

Sulla questione del panteismo mi sembra che hai detto cose importanti.

In generale non mi suonano, ma hai illustri predecessori, quindi incasso :rotfl:

Mi sono rimesso un po' a rileggere Spinoza. Non ho idee al momento (e mi sa che non ne avrò mai dato il poco tempo).

Una questione però  mi sembra si possa porre anche senza dover studiare la disputa tra Leibniz e Spinoza :rotfl:

Definire come deve essere dio è un questione teologica. Se diciamo che dio deve essere trascendete e dotato di volontà non stiamo facendo un lavoro molto diverso da S. Tommaso. E a Tommaso di fatto facciamo riferimento. Ma questa non è soltanto una visione teologica? Una tra le tante? Un modo di intendere dio? Perché non dovrebbe aver avuto ragione Plotino? Perché una volontà deve per forza esser trascendente? Mi sa che vado davvero of topic

 

@Amergin

trovo molto divertente il tuo modo di intessere battaglia :P però adesso non ci sto capendo più nulla.

Dal momento che stiamo a p 12, ti posso chiedere di fare un riassunto su quello che pensi? 

Il bello di Platone.

 

Caro Bardo Iberno,

 

non sei troppo Platonico ?:

"vedo una cosa bella, ma non vedo la beltà", Ti risponderebbe Antistene...

 

 

Il filo di Ganimede.

 

Caro Polipetto,

 

i bardi cantano ambagi, tessendo labirinti:

se vuoi intendere il nostro Bardo, devi, come fece Teseo, prendere il capo del filo d'Arianna... o forse fu il filo del capo d'Arianna ?.

 

Io, per me, prenderei il filo del capo di Ganimede:

a ciascuno secondo il suo Genio !.

 

 

Anakreon.

non sei troppo Platonico ?:

Potrebbe essere e potrebbe non essere

 

P.S. Domani vado a Cuma: chiedo direttamente alla Deifoba?  :rotfl:

 

@Amergin

trovo molto divertente il tuo modo di intessere battaglia :P però adesso non ci sto capendo più nulla.

Dal momento che stiamo a p 12, ti posso chiedere di fare un riassunto su quello che pensi?  

Polps, io ho scritto che:

-un universo che non abbia un Fattore non è meno assurdo (non ho detto "uguale" o "pari") di un universo oggetto della creazione di una divinità.

-argomentare utilizzando il principio dell'onus è cosa malsana e, ai fini di questa discussione, poco aiuta (spiegando, a più riprese, perché: vedi sopra)

Ho anche adombrato la possibilità che vi siano entità la cui esistenza o inesistenza è indimostrabile (il mistero, la bellezza delle pagine di Baricco  :rotfl:, un goal "tecnico" di Inzaghi, una congiuntura nella storia delle relazioni internazionali in cui l'Italia non abbia recitato la parte della p******, il concetto di impossibilità, il concetto di tristezza e via dicendo. Noi uomini siam prodighi di emblemi, di simbologie non terrene di questo tipo.

Caro Polipet, applicati e fammi sapere :rotfl:

 

Tutto il problema di Dio risiede sulla sua Intenzionalità

- che esso sia fuori del Cosmo o vi si identifichi -

Un Dio che non pensi, non giudichi, non desideri;

non è qualcosa che io possa chiamare Dio.

 

Questo "pensiero senza cervello" è il nucleo del Divino.

Se mi immaginassi che il Mare sia in grado di pensare,

è evidente che l'avrei divinizzato.

 

E' teologia? No, direi che è "dizionario".

 

Io credo che senza un cervello non ci sia pensiero,

altrimenti perché darsi tanta pena per farlo evolvere?

 

Se qualcuno pensa che Dio sia "L'energia che governa le stelle";

mi limiterò a fargli notare che attualmente si chiama "Gravità"

A chi sostiene che sia "L'armonia irrazionale della perfezione"

ricorderò che io preferisco chiamarlo "Pi greco"

Sibille e comparazioni.

 

Caro Bardo Iberno,

 

lascia in pace le Sibille:

esse vaticinano gli eventi futuri, ma non intepretano le opinioni passate;  per altro, come ammonisce Dante, al vento, tra le foglie levi, si perde la sentenza di Sibilla...

 

Annoti:

"Ho anche adombrato la possibilità che vi siano entità la cui esistenza o inesistenza è indimostrabile: la bellezza (omissis), il concetto di impossibilità, il concetto di tristezza e via dicendo. Noi uomini siam prodighi di emblemi, di simbologie non terrene di questo tipo.".

 

La nozione di bellezza ed altre simili puoi comparare con la nozione di dio allora solamente, se Tu ne abbia un'opinione Platonica, quasi esse fossero enti eterni ed esistenti in sé, separatamente dalle cose corporee dell'universo e fuori della nostra mente; se, cioè, Tu le congetturi essere di natura divina:

ma, se le congetturi talmente, le nozioni stesse sono dee o nature divine; quindi, si ricade di nuovo nella nozione di dio o di natura divina.

 

Se altrimenti, non vedo quale comparazione Tu possa fare tra nozioni, le quali meramente dipendono dalla nostra esperienza finita e secondo questa sono utilmente elucubrate, ed un dio che è, di contro, comunemente stimato ente eterno, perfetto, creatore ovvero ordinatore dell'universo, presente in sé stesso prima e fuori d'ogni altro ente conosciuto e conoscibile da mente umana:

dubito che alcuno, il quale confidi che un dio sia, qualunque sia, concederebbe una qualche comparazione tra tanto ente supremo e le proprie infime, benché utili, elucubrazioni circa le cose.

 

Anakreon.

Annoti:

"Ho anche adombrato la possibilità che vi siano entità la cui esistenza o inesistenza è indimostrabile: la bellezza (omissis), il concetto di impossibilità, il concetto di tristezza e via dicendo. Noi uomini siam prodighi di emblemi, di simbologie non terrene di questo tipo.".

 

La nozione di bellezza ed altre simili puoi comparare con la nozione di dio allora solamente, se Tu ne abbia un'opinione Platonica, quasi esse fossero enti eterni ed esistenti in sé, separatamente dalle cose corporee dell'universo e fuori della nostra mente; se, cioè, Tu le congetturi essere di natura divina:

ma, se le congetturi talmente, le nozioni stesse sono dee o nature divine; quindi, si ricade di nuovo nella nozione di dio o di natura divina.

Ove avrei io effettuato tale comparazione. In caso di rinvenimento, in quali termini?

Proprio nel luogo che Anakreon cita in corsivo...

 

In verità sull'inconsistenza del paragone

tra un'Astrazione e un Dio ti era già stato risposto.

Se consideri Dio della stessa natura di un'Astrazione

non ragioni diversamente da Feuerbach

e quindi di conterò nel numero degli Atei.

Il nesso ed il dubbio.

 

Caro Bardo Iberno,

 

mi pare qui si sia trattato della dimostrazione se sia un dio, dunque, perché Tu hai testé annotato: 

"Ho anche adombrato la possibilità che vi siano entità la cui esistenza o inesistenza è indimostrabile",

giudico razionale congetturare che per ciò tali enti Tu abbia introdotti, perché stimi essi abbiano un nesso con l'ente divino;  aggiungo che a me pare sia un nesso comparativo.

 

Non è tale ?:

esplica Tu qual sia.

 

Non è nesso alcuno ?:

ottimamente.

 

Io introduco l'ente pyroleontechidnornithichtyo anacreontico prisco ed ho per certo che questo abbia un nesso con tutto ed anche con nulla e se qualcuno dubiterà, dubiterò con lui, avendo poi cura di dubitare anche del dubbio.

 

Anakreon.

Caro Polipet, applicati e fammi sapere :)

 

Tutto il problema di Dio risiede sulla sua Intenzionalità

- che esso sia fuori del Cosmo o vi si identifichi -

Un Dio che non pensi, non giudichi, non desideri;

non è qualcosa che io possa chiamare Dio.

 

Questo "pensiero senza cervello" è il nucleo del Divino.

Se mi immaginassi che il Mare sia in grado di pensare,

è evidente che l'avrei divinizzato.

 

E' teologia? No, direi che è "dizionario".

 

Io credo che senza un cervello non ci sia pensiero,

altrimenti perché darsi tanta pena per farlo evolvere?

 

Se qualcuno pensa che Dio sia "L'energia che governa le stelle";

mi limiterò a fargli notare che attualmente si chiama "Gravità"

A chi sostiene che sia "L'armonia irrazionale della perfezione"

ricorderò che io preferisco chiamarlo "Pi greco"

 

 

Questo punto lo quoto in quasi massima parte. Non sono un fan del Dio unico-solo-forte-grande-etc anche per queste cose.

 

Mi viene tuttavia da pensare che il concetto di "pensiero", nel discorso che si fa, non è per forza assoggettato alla materia, e nello stesso tempo, considerando una forma di pensiero per noi in qualche modo comprensibile o astraibile, perchè dovrebbe essere caratteristica divina?

 

Mi viene da pensare che forse il mare "pensa" e noi non potremmo mai saperlo, e pure se pensasse, perchè d'altro canto divinizzarlo? un mare che in qualche modo elabori lentamente per cui un nostro secondo sono 100 suoi anni e costruisca in maniera diffusa pensieri, poesie e canzoni e favorisca la nascita di coralli in un punto e di cozze in un altro per una sua visione estetica a noi aliena, come potremmo mai individuarlo? E perchè dovrebbe essere una cosa divina, questa? non sarebbe solo meravigliosamente "naturale"?

 

Ci sono molte interessanti ipotesi su Gaia (la Terra vista come organismo pensante), e d'altro canto, vedendo la Terra in un'ottica temporale molto vasta, in termini di migliaia di anni, si può intendere che ci sia un comportamento "intelligente" come qualità emergente delle varie componenti naturali. Gaia non è Dio. E' semplicemente un pianeta, al massimo una macro-creatura.

 

Discorso differente è l'intenzionalità. L'intenzione o intento, è legato al tempo: il tempo è l'ordine dato a due eventi di cui uno è causa e l'altro è effetto; l'intenzione è cià che trasforma la causa in effetto. L'intenzione e il tempo sono fra loro collegati strettamente.

 

Ma Dio forse non può essere legato al tempo, semplicemente perchè se non conosci il tuo futuro, non sai se sei immortale o meno. E un Dio mortale.. mmh richiede delle complicazioni.

 

Ma anche qui, è vero? Dobbiamo valutare solo una scala temporale? in un mondo disegnabile da 11 dimensioni spaziotemporali (teoria delle superstringhe ed altre teorie) realmente è possibile valutare, non dico la divinità, ma anche la realtà circostante solo in termini di concetti e memi del nostro essere attuale con la tempistica attuale?

 

E poi, in generale. Perchè Dio o nient'altro? Perchè o si prende il supereroe macho, immortale, onniscente e unoetrino oppure tutto il resto e Ateismo?

Il circuito eterno.

 

Caro Cuoio,

 

congetturi:

"Mi viene da pensare che forse il mare "pensa" e noi non potremmo mai saperlo, e pure se pensasse, perché d'altro canto divinizzarlo? un mare che in qualche modo elabori lentamente per cui un nostro secondo sono 100 suoi anni e costruisca in maniera diffusa pensieri, poesie e canzoni e favorisca la nascita di coralli in un punto e di cozze in un altro per una sua visione estetica a noi aliena, come potremmo mai individuarlo? E perché dovrebbe essere una cosa divina, questa? non sarebbe solo meravigliosamente "naturale"?."

 

E' difficile negare che ogni dio, elucubrato da un uomo, abbia proprietà, virtù, facoltà umane:

se alcuno pur venera il mare quale dio, in verità gli attribuisce una qualche facoltà umana, come Omero al fiume Scamandro, che il poeta rappresenta ammonire Achille, affinché non inquini di sangue vinto le sue acque.

 

Forse l'universo ha in sé la potenza di nascere e di rinnovarsi perpetuamente, in un circuito eterno, dove ogni principio sia fine ed ogni fine di nuovo principio:

ciò ci permetterebbe di non congetturare che sia un dio esterno, artefice o motore, sia pur immoto, dell'universo e di prevenire la difficoltà che pure procede dalla domanda "qual è la causa della causa prima ?".

 

Ma è evidente che anche un tale circuito eterno dell'universo è piuttosto una congettura secondo la nostra speranza, che una deduzione necessaria secondo gli eventi di cui abbiamo, al meno fino ad ora, conoscenza.

 

Anakreon.   

aggiungo che a me pare sia un nesso comparativo.

Non è così. A ben leggere, non si odono grafemi quali "comparazione" o "paragone". Ho solo detto che vi sono entità la cui esistenza è indimostrabile. Non ho paragonato un goal di Inzaghi a Dio  :asd:

Si è parlato della necessità/innecessità di dimostrazione..

Ritenta!!

 

 

Proprio nel luogo che Anakreon cita in corsivo...

Non vedo comparazioni

 

e quindi di conterò nel numero degli Atei.

E magari hai anche ragione. Ma rileva?  :love:

 

 

 

"Temistocle era uomo assai valoroso"

"Lo nego"

"Come puoi?"

"Cos'è il valore?"

"E' tensione al bene della polis ed è onore"

"Nol vedo e nol sento, nol percepisco. Non ne ho esperienza. Devi dimostrarmi tu che esiste!"

"Ma io non posso"

"Allora non potrà più parlarsi d'onore"

:afraid:

 

Forse l'universo ha in sé la potenza di nascere e di rinnovarsi perpetuamente, in un circuito eterno, dove ogni principio sia fine ed ogni fine di nuovo principio:

ciò ci permetterebbe di non congetturare che sia un dio esterno, artefice o motore, sia pur immoto, dell'universo e di prevenire la difficoltà che pure procede dalla domanda "qual è la causa della causa prima ?".

Ma è evidente che anche un tale circuito eterno dell'universo è piuttosto una congettura secondo la nostra speranza, che una deduzione necessaria secondo gli eventi di cui abbiamo, al meno fino ad ora, conoscenza.

Perfetto, dunque ti chiedo:

Beth: Quale sarebbe una "deduzione necessaria secondo gli eventi di cui abbiamo, al meno fino ad ora*, conoscenza"?

Luis: Se quella di cui supra è congettura, perché a tale congettura sei giunto; cosa ti ha spinto?

Nion: Cosa ti spinse a quella congettura e non ad altre?

Fearn: Perché fai congetture?

Saille: Perché un universo ciclico "ci permetterebbe di non congetturare che sia un dio esterno"? Chi puose il ciclo? Pippo Inzaghi? Abatino? Un colossale gelato al caffè?

Uath: Perché dovremmo "prevenire la difficoltà che pure [adirittura! la prosa Ani, la prosa, buon Proust!] procede dalla domanda "qual è la causa della causa prima?"

Duir: Si dimostri della esistenza di un universo ciclico

Tinne: Si dimostri del funditus della "difficoltà" di cui sopra

Coll: Si dimostri del perché, della radice prima, della causa ..della domanda di senso "qual è la causa della causa prima". Perché noi ciò domandiamo a noi stessi. E, soprattutto, perché non abbiamo una risposta.

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