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Cosa porta a non credere in entità superiori?


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Citato da: Almadel - 07 Dicembre 2010, 15:25:00

e quindi ti conterò nel numero degli Atei.

E magari hai anche ragione. Ma rileva?  ok

 

Rileva assai.

Se per te Dio è un Simbolo, un'Idea o un Archetipo;

tanto da paragonarlo alla Bellezza;

allora nulla ti opporrò perché credo la medesima cosa.

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Io seguo una religione diversa da quella cristiana e da quelle patriarcali in generale.E, a mio parere, è molto facile provare l'esistenza di un qualcosa di superiore piuttosto che provare l'inverso.Soprattutto per alcuni importantissimi attributi che il mio divino ha.

AndrejMolov89

Io seguo una religione diversa da quella cristiana e da quelle patriarcali in generale.E, a mio parere, è molto facile provare l'esistenza di un qualcosa di superiore piuttosto che provare l'inverso.Soprattutto per alcuni importantissimi attributi che il mio divino ha.

 

Provare o meno l'esistenza di qualcosa è sensato nei limiti del probabile. E' probabile che una cosa esista o non esista? Visto che Dio è probabilmente in esistente, logicamente, questa asserzione è più veritiera della sua esistenza.

Quali attributi ha il tuo divino?

Domande e risposte.

 

Caro Bardo Iberno,

 

dichiari:

“Ho solo detto che vi sono entità la cui esistenza è indimostrabile”.

 

Per parte mia,  io ho solo introdotto l'ente pyroleontechidnornithichtyo anacreontico prisco, che ho sognato, ma che non mi sogno né di dimostrare né di comparare:

esso è qui, tra i piedi, non so a che fare, ma è qui…  anzi, so a che fare:

a far che siamo pari.

 

Argomenti:

“ "Temistocle era uomo assai valoroso"

"Lo nego"

"Come puoi?"

"Cos'è il valore?"

"E' tensione al bene della polis ed è onore"

"Nol vedo e nol sento, nol percepisco. Non ne ho esperienza. Devi dimostrarmi tu che esiste!"

"Ma io non posso"

"Allora non potrà più parlarsi d'onore". “

 

Ben detto:

se non si può mostrare l’onore, non si può trattare dell’onore.

 

Introduci i Tuoi amici a domandarmi:

 

“Beth: Quale sarebbe una "deduzione necessaria secondo gli eventi di cui abbiamo, al meno fino ad ora*, conoscenza"?”;

 

rispondo:  

nulla conosciamo, nulla abbiamo mai conosciuto, nulla mai conosceremo, nulla mai dunque possiamo, abbiamo potuto o potremo necessariamente dedurre, ammesso e non concesso che quella di "necessariamente dedurre" sia locuzione alcunché significante.

 

“Luis: Se quella di cui supra è congettura, perché a tale congettura sei giunto; cosa ti ha spinto?”;

 

rispondo:

l’ho sognata insieme con il pyroleontechidnornithichtyo anacreontico prisco;  m’è parso un bel sogno, massimamente per il moto circolare, il quale anticamente, non so ora, rappresentava la perfezione, e dunque l’ho proposta anche per i Vostri sogni; se non avete sogni migliori, s’intende...

 

“Nion: Cosa ti spinse a quella congettura e non ad altre?”;

 

rispondo:

non ho imparato a comandare ai sogni;  ma sono pronto alla disciplina: nulla penso sia più dilettevole, che sognare quel che vogliamo.

 

“Fearn: Perché fai congetture?”;

 

rispondo:

perché non dovrei ?;  d'altronde non fatico, perché me le sogno.

 

“Saille: Perché un universo ciclico "ci permetterebbe di non congetturare che sia un dio esterno"? “;

 

rispondo:

forse perché, al meno in sogno, il dio esterno diviene inutile;  ma consento che potrebbe anche starci un dio esterno:

melivs abvndare, massimamente nei sogni …

 

“Uath: Perché dovremmo "prevenire la difficoltà che pure procede dalla domanda "qual è la causa della causa prima?" ”;

 

rispondo:  

perché non dovremmo ?;  per altro, le difficoltà sono sempre stimolanti, a che cosa non so, ma sono stimolanti:  lasciamole pure.

 

“Duir: Si dimostri della esistenza di un universo ciclico”;

 

rispondo:  

deliri ?: da quando si dimostrano i sogni ?;  al più un sogno si narra, se pur alcuno ci ascolti.

 

“Tinne: Si dimostri del funditus della "difficoltà" di cui sopra”;

 

rispondo:

quali difficoltà ?;  a me pare che i sogni non presentino difficoltà, se non agl’interpreti.

 

“Coll: Si dimostri del perché, della radice prima, della causa ..della domanda di senso "qual è la causa della causa prima". Perché noi ciò domandiamo a noi stessi. E, soprattutto, perché non abbiamo una risposta.”;

 

rispondo:  

troppe domande per un sogno;  se si potesse rispondere ad ognuna in modo sodisfacente, non sarebbe sogno, ma scienza;  per fortuna mala o forse buona, l’uomo è sogno d’un’ombra e la scienza vera è solo d’un dio !;

"quale dio ?", domanderai;

rispondo:  

quello che non è;

"dunque non è alcuna scienza vera ?", domanderai;

rispondo:

per certo non è,  anzi, per non certo non è…

 

Anakreon.

@ Greed:

il fatto è essenzialmente questo, anche senza spiegarti cosa intendo io per "divino":

Provare che un dio NON esista è impossibile: infatti Dio non può essere indagato, in quanto non sottoposto alla logica, dunque qualsiasi contraddizione con cui si vuole provare a confutarlo non può funzionare.

 

Detto ciò, la mia concezione di Divino è più probabile rispetto ad altre in quante c'è bisogno poche volte di oltrepassare il principio di non contraddizione, supponendo che un Dio che governa un mondo cerchi egli stesso di seguire il più possibile le leggi imposte.

E' come dire che se sono un re cerco anche io di attenermi alle mie leggi, visto che sono mie, e le aggiro solo se strettamente necessario.Fermo restando che questa seconda parte è una mia supposizione.

 

Non ti dico quali sono per me gli attributi del divino perchè non intendo rivelare la mia fede (che salterebbe subito fuori se mi mettessi a parlare di Dio) tuttavia per quanto riguarda l'esistenza ciò che ho scritto sopra è più che sufficiente.Alla fine del discorso viene fuori che non è possibile dire che Dio non esiste, perchè per farlo bisogna usare la ragione e la logica, cose a cui egli è superiore.

In più se la legge più alta in natura fosse quella della logica, allora non esisterebbe alcuna contraddizione.Ma visto che in questo mondo esistono le contraddizioni, allora esiste Dio.

AndrejMolov89

 

Questo nulla toglie che tutto ciò non è soltanto illogico, ma fa, pure, evitare il problema. Dio sfugge alla logica umana, perché gli esseri umani sono troppo limitati? Sciocchezze.

 

Il mondo non è logico, per questo non ha bisogno di Dio. Obbiettivamente qualunque cosa si dica Dio è frutto di una necessità, è un postulato iniziale per definire una possibile logica intrinseca del mondo, un Dio che non ha questa funzione è di per sè inutile. Qual'è la funzione del tuo divino? Quali sono le proprietà che tu credi che abbia? E soprattutto come puoi essere sicuro che il tuo dio non comprensibile, abbia quegli attributi? Ne sei sicuro? 

Qui non è questione di contraddirsi, ma essere onesti con sè stessi. Se credessi in un Dio, lo farei perché devo essere sicuro che ci sia qualcosa oltre al mondo, però sospendo il giudizio in quanto in me alberga una certa paura nell'ammettere che la prospettiva del nulla sia più certa di qualunque altra.In ogni caso è fastidioso sentirsi dire questo :Provare che un dio NON esista è impossibile: infatti Dio non può essere indagato, in quanto non sottoposto alla logica, dunque qualsiasi contraddizione con cui si vuole provare a confutarlo non può funzionare.

Il mondo non è logico, per questo non ha bisogno di Dio. Obbiettivamente qualunque cosa si dica Dio è frutto di una necessità, è un postulato iniziale per definire una possibile logica intrinseca del mondo, un Dio che non ha questa funzione è di per sè inutile. Qual'è la funzione del tuo divino? Quali sono le proprietà che tu credi che abbia? E soprattutto come puoi essere sicuro che il tuo dio non comprensibile, abbia quegli attributi? Ne sei sicuro? 

 

Il mondo cerca di essere logico, ma non lo è, per questo ha bisogno di Dio.E anche mi sbagliassi, un dio non ha necessità di essere utile.

Sulla seconda parte in effetti non ne sono sicuro, mi affido alla fede.Sono certo che esiste, del fatto che sia proprio quello che intendo io sono certo  solo per fede: questo naturalmente è condivisibile o meno.In pratica, un dio c'è, ma con la ragione non posso dire se è il mio o no.Posso dirlo solo con la fede, ma ognuno può dare una risposta diversa.

 

Qui non è questione di contraddirsi, ma essere onesti con sè stessi. Se credessi in un Dio, lo farei perché devo essere sicuro che ci sia qualcosa oltre al mondo, però sospendo il giudizio in quanto in me alberga una certa paura nell'ammettere che la prospettiva del nulla sia più certa di qualunque altra.In ogni caso è fastidioso sentirsi dire questo :Provare che un dio NON esista è impossibile: infatti Dio non può essere indagato, in quanto non sottoposto alla logica, dunque qualsiasi contraddizione con cui si vuole provare a confutarlo non può funzionare.

 

Io so che c'è Dio, ma proprio per quell'ultima cosa che mi impedisce di indagare oltre non posso sapere cosa c'è dopo la morte.Per quella parte mi affido alla fede.

Credimi, quella frase, in parte, infastidisce anche me.

E' vero che mi assicura l'esistenza di Dio, però è altrettanto vero che non mi permette di stabilire nient'altro, lascindomi nel dubbio.Fortunatamente non mi affido solo alla ragione.Ed è questo, alla fine, che fa la differenza: se vuoi affidarti solo alla ragione, oltre a un certo punto non puoi andare, è un dato di fatto.Purtroppo.Ma se così è stato voluto, allora è giusto che così sia.

ho una memoria poco affidabile.

scusa, ma dai a me della fondamentalista atea quando sono pagine che io e amergin difendiamo la tesi che deismo e ateismo siano posizioni di pari dignità intellettuale? :love:

per me ognuno ha diritto ad avere le opinioni che vuole, poi se ne esprime di scorrette io avrò anche il diritto di far notare, senza per questo andare contro i suoi diritti umani, che sono infondate però.

anche perché: libertà di pensiero non è certo libertà di ignoranzal :afraid:

anche perché: la fede di molti si basa fondamentalmente sull'ignoranza. attenzione, parlo di fede religiosa. la ricerca di Dio è cosa che può essere benissimo svincolata da essa.

 

 

 

allora useless, dobbiamo capirci un attimo, perché a me sembra che si giochi con le parole.

se pensi che ateismo e deismo siano posizioni di pari dignità intellettuale mi trovi ovviamente d'accordo, visto che l'ho scritto già qualche post fa.

poi dici che: ognuno ha diritto di avere le opinioni che vuole tranne se ne esprime di scorrette: cosa avrei espresso di scorretto, nell'affermare di avere un cammino spirituale, intimo e personale?

questo non lo chiedo solo a te ma anche ad altri che mi hanno risposto in modo che, ripeto, mi sa di irrispettoso

Non so cosa provi un credente. Probabilmente deve sentire una sorta di richiamo potentissimo che lo spinge a credere in ciò in cui crede, ma più di questo non potrei immaginare. Cosa mi porta a definirmi ateo? Il fatto, molto semplice, in verità, di non sentire quel richiamo. E' banale, lo so, ma è questo il motivo principale. Per credere in un dio non occorrono prove della sua esistenza, così come per non crederci non occorrono prove della sua inesistenza. Studiando alla facoltà di filosofia, mi sto imbattendo costantemente in prove sull'esistenza di Dio. Nessuna l'ho trovata concludente; molte le ho trovate perfino sbagliate. Ma, ripeto: per me il cercare prove a favore o contro è o un legittimo (e senza dubbio interessante) esercizio della ragione, oppure una faziosità che cerca di mascherare, con la supposta razionalità di un procedimento logico, una conclusione a cui si è già arrivati. Non penso che una persona che non sente in sé alcun rapporto con la sfera del divino sentirebbe improvvisamente questo richiamo, se gli si sciorinassero le cinque vie di san Tommaso, così come nessun credente smetterebbe di credere se qualcuno si impegnasse a demolire davanti a lui tutte le prove fino ad ora prodotte dell'esistenza di Dio.

Rileva assai.

Se per te Dio è un Simbolo, un'Idea o un Archetipo;

tanto da paragonarlo alla Bellezza;

allora nulla ti opporrò perché credo la medesima cosa.

Se vi rifletti ..Amergin non s'è mai opposto ad Alm.

Dio è di certo simbolo o segno. Se sia anche altro, io non so e non posso sapere

 

 

esso è qui, tra i piedi, non so a che fare, ma è qui…  anzi, so a che fare:

a far che siamo pari.

Perfetto. Ma Amergin, il mondo, la Venere di ier l'altro a -4,7 magnitudinis, il vento di libeccio ed il cosmo tutto ..che ce frega?

 

 

Introduci i Tuoi amici a domandarmi:

:rotfl:

Ma quali amici?

Lo sospettavo si facesse confusione tra entità..

 

 

rispondo:

forse perché, al meno in sogno, il dio esterno diviene inutile

Un dio inutile ti consola, forse? Un dio inutile è, forse, più in linea con ciò in cui credi?

 

perché non dovremmo ?;  per altro, le difficoltà sono sempre stimolanti, a che cosa non so, ma sono stimolanti:  lasciamole pure.

Perché non dovremmo non dovere?

 

deliri ?: da quando si dimostrano i sogni ?;  al più un sogno si narra, se pur alcuno ci ascolti.

Sei un credente  :roll:

 

 

troppe domande per un sogno;  se si potesse rispondere ad ognuna in modo sodisfacente, non sarebbe sogno, ma scienza;

Mi sa che il problema sta proprio qui.

Questioni varie.

 

Caro Bardo Iberno,

 

certifichi:

"Dio è di certo simbolo o segno.".

 

Anche il non dio è segno ?; se è, di che ?.

 

Domandi:

" Ma Amergin, il mondo, la Venere di ier l'altro a -4,7 magnitudinis, il vento di libeccio ed il cosmo tutto ..che ce frega?"

 

A dir il vero poco, forse nulla, ma forse molto...

 

Domandi ancora:

"Ma quali amici ? Lo sospettavo si facesse confusione tra entità.."

 

Oh, fa nulla:

se anche Ti son nemici, valgono le medesime risposte tuttavia.

 

Domandi per la terza volta:

"Un dio inutile ti consola, forse?".

 

No, per certo no:

per ciò lo sopprimo;  se l'universo toglie principio dalla sua fine e fine dal suo principio, non è uopo d'alcun dio.

 

Domandi in fine:

"Perché non dovremmo non dovere?".

 

Perché non dovremmo dover prevenire le difficoltà ?;

ma se Ti dispiace prevenirle, lasciale pure.

 

Asserisci:

"Sei un credente".

 

Dipende da colui, il quale chieda il mio credito...

 

A mia osservazione:

"troppe domande per un sogno;  se si potesse rispondere ad ognuna in modo sodisfacente, non sarebbe sogno, ma scienza",

annoti:

"Mi sa che il problema sta proprio qui.".

 

E' quel che dico anch'io.

 

Anakreon.

Anche il non dio è segno ?; se è, di che ?

Quale non dio?

 

A dir il vero poco, forse nulla, ma forse molto...

Chissà..

 

Oh, fa nulla:

se anche Ti son nemici, valgono le medesime risposte tuttavia.

:muro: Mi scompiscio..

Ribadisco: confusione. Confusione di molto grave  :roll:

 

 

per ciò lo sopprimo;  se l'universo toglie principio dalla sua fine e fine dal suo principio, non è uopo d'alcun dio.

Ma hai contattato la siae?  :rotfl:

 

 

ma se Ti dispiace prevenirle, lasciale pure.

Potrebbe essere e potrebbe non essere

 

 

E' quel che dico anch'io.

Molto bene  :asd:

Di nuovo questioni varie.

 

Caro Bardo Iberno,

 

domandi:

"Quale non dio?".

 

Quello che più ti piace e, se non Te ne piace alcuno, nessuno.

 

Lamenti:

"Ribadisco: confusione. Confusione di molto grave"

 

Abbi pazienza, ma non ho tempo di studiare la lingua degl'Iberni.

 

Domandi di nuovo:

"Ma hai contattato la siae?"

 

Non so chi sia:

forse una dea Iberna ?.

 

Concludi:

"Molto bene".

 

Affatto no:

molto male.

 

Anakreon.

Quello che più ti piace e, se non Te ne piace alcuno, nessuno.

Ma la scelta è tua. Io non c'entro nulla  :roll:

 

 

Abbi pazienza, ma non ho tempo di studiare la lingua degl'Iberni.

Allora lascia perdere  :rotfl:

 

Non so chi sia:

forse una dea Iberna ?

O una nuova lettera?!

 

molto male.

Potrebbe anche essere

Amergin, visto che (senza offesa) mi sembri un cretino;

faresti un giochino con me per dimostrarmi che mi sbaglio?

 

La questione - come avrai capito - è molto semplice:

si tratta di discutere se l'opzione agnostica

sia più o meno valida dell'opzione atea.

 

E definire anche cosa intendiamo

con questo aggettivo "valida"

(Più razionale? Più utile? Più onesta?

Moralmente o cosmologicamente migliore?)

 

Come l'onere della prova circa "Dio" spetta ai Credenti,

così l'onere della prova circa la "validità dell'Ateismo" spetta agli Atei.

 

A essere razionali non ci sono altri margini di dialogo.

Tra le nebbie Iberne.

 

Caro Bardo Iberno,

 

circa il non dio, non eleggo alcunché, domando solo;

 

circa la lingua Iberna, non Te la tocco, stanne tranquillo;

 

circa la novità della lettera, Ti lascio merito o demerito dell'invenzione, se pur sia Tua.

 

Quanto al resto, perché forse abbiamo annebbiato troppo il dio ed il non dio, benché dicano che le nebbie siano proprie delle plaghe Iberne, per ciò concludo annebbiandoli del tutto e, correggendo un poco Euripide, domando:

chi sa se il dio è non dio

e il non dio dio ?.

 

Anakreon.

Andrej-Bolkonskij-95

Non impazzisco dalla voglia di leggermi tutto il topic, soprattutto tra questa marea di corsivi, grassetti e sottolineati che mi accecano ( :roll:): mi potete riassumere le vostre tesi (mi rendo conto che sia una domanda stupida, ma abbiate pietà... :rotfl:)?

Temerità.

 

Abbiamo fatto tutto, quanto potevamo ed anche più, per confondere i lettori ed annebbiarne le acute intelligenze e Tu vorresti che gettassimo al vento, nelle foglie levi, tanta mole di lavoro ottenebrante ?:

temerario !.

 

Anakreon.

...

circa la novità della lettera, Ti lascio merito o demerito dell'invenzione, se pur sia Tua

Stai facendo tutto te  :roll:

 

 

e il non dio dio ?.

Certo non io

 

 

Amergin, visto che (senza offesa) mi sembri un cretino;

Complimenti, Signor "tutte le religioni promettono premi"  :muro:

 

 

faresti un giochino con me per dimostrarmi che mi sbaglio?

Perché dovrei pensare che ti sbagli?  :rotfl:

 

 

La questione - come avrai capito - è molto semplice:

Come potrei averlo capito se son cretino?

 

 

Abbiamo fatto tutto, quanto potevamo ed anche più, :

temerario !.

:asd:

AndrejMolov89

Senza offesa per amergin, ma mi pare che stia facendo il sofista. Cioè, tu stai valutando una questione meramente linguistica. Credo che tu saresti in grado di utilizzare artifici retorici per smontare la teoria della relatività.

Però, c'è un però. Le parole, i costrutti, il modo, non sono reali, quindi... o argomenti basandoti sui fatti, o su un meta argomento che sia attinente alla realtà, o smetti di discutere.

 

A te non ti interessa il contenuto, ma dimostrare che puoi smontare, non è un atteggiamento costruttivo.

Credo che tu saresti in grado di utilizzare artifici retorici per smontare la teoria della relatività.

Questa è da firma  :roll:

 

 

Scherzi a parte: io ho già espresso la mia opinione (nei primi due-tre interventi). Ciò che segue è solo gioco di rimessa a punzecchiature varie  :rotfl:

AndrejMolov89

Beh, è quello che ho potuto comprendere. Non potendo entrare nel merito di citazioni specifiche, ho notato che tu utilizzi questioni puramente retoriche per punzecchiare.

Se vuoi metterla come firma, ^^ fallo pure.

Il lamento del Bardo e la questione dell'Alma.

 

Caro Avidità,

 

lamenti del Bardo Iberno:

"A te non ti interessa il contenuto, ma dimostrare che puoi smontare, non è un atteggiamento costruttivo. ".

 

Fors'egli non vuol costruire, ma demolire:

per ciò dubita opportunamente anche del dubbio, perché così conviene ad uno scettico costante ed in ciò non posso non consentire con lui o meglio, consentendo dissentire e dissentendo consentire...

 

D'altronde, qual migliore difesa contro il creder perché assurdo, che il dubitar benché razionale ?. 

 

Ma vorrei esaminare la questione ripresa dal nostro Alma, l'ultimo fautore del Cane Celeste:

"La questione - come avrai capito - è molto semplice:

si tratta di discutere se l'opzione agnostica

sia più o meno valida dell'opzione atea."..

 

Ebbene, io ripugno alla distinzione tra la nozione d'ateo e quella d'agnostico, se pur non si voglia, ripetendo il significato primo della voce, definire colui ateo, il quale sia empio contro gli dei:

invero se, assumendo la voce nel significato filosofico, definiamo ateo colui, il quale neghi che sia un dio, per nessun'altra ragione, se non perché non abbia ricevute prove inconfutabili e necessarie che un dio ovvero che una natura divina sia;  allora non so in che mai la nozione filosofica d'ateo possa propriamente differire da quella d'agnostico, del quale l'origine stessa del nome rivela l'ignoranza se sia un dio.

 

Qualcuno m'opporrà:

"l'ateo ha per certo che un dio non è, l'agnostico ha per incerto parimenti se un dio sia e se non sia".

 

Ma io mi domando come possiamo negare che per certo alcunché non è, finché almeno alcuno non abbia dimostrato inconfutabilmente e necessariamente che esso è:

possiamo, sì, possiamo negare ciò, se dissolviamo tutto nelle nebbie allettanti del dubbio che di tutto dubita, anche di sé stesso dubitante.

 

Se, tuttavia, concediamo qualcosa all'ordine razionale degli argomenti, all'onere della prova, che pur tanto dispiace al Bardo Iberno;  allora veramente possiamo definire altrimenti l'ateo, che l'agnostico ?:

forse che ambedue non notano semplicemente quanto siano deboli, lievi, inetti gli argomenti che un dio sia ?;

forse che ambedue non aspettano pazientemente che le dimostazioni profferte, le prove addotte siano inconfutabili e necessarie ?;

forse che ambedue elevano piamente altari al non dio e non demoliscono piuttosto quelli incautamente eretti ad un dio ?.

 

Temo che non si confonda troppo spesso l'empio, furibondo vindice degli oppressi dai sacerdoti dei numi, con il sottile, razionale confutatore di prove che vorrebbero essere inconfutabilmente efficaci, ma che sono solo vacuamente arroganti.

 

O forse alcuno, il quale siasi appellato ateo nel significato filosofico, volle mai farsi flamine del non dio, pontefice della non religione, sacerdote della non venerazione, vate della non divinazione ?.

 

Anakreon.

Io la vedo così:

Non esistono verità assolute date una volta per sempre

ma verità che via via vengono chiarendosi

in un processo di raffinamento razionale.

In questo processo di raffinamento l'attività del dubitare

è essenziale,  e io difficilmente ci posso rinunciare.

allo stato attuale

Allo stato attuale delle nostre conoscenza tutto ci porta nella direzione

della non esistenza di dio,

ma questa non può essere presa come un assoluto.

Possiamo dire che al 99% non c'è, ma non di più.

 

Non lo so se sono uno gnostico o un ateo. Di sicuro non accetto verità assolute

che  si sottraggono alla verifica del dubbio.

Non mi sembra sia stato già detto, ma mi scuso in anticipo se così è stato. Mi riallaccio alla domanda iniziale del topic.

 

Non credere in entità superiori è, o dovrebbe essere, la posizione oggettiva per eccellenza: affirmanti incumbit probatio, è una locuzione latina che esprime un principio giuridico a mio avviso indispensabile in ambito razionale.

Senza questo principio, potremmo cominciare a chiederci se esiste l'invisibile unicorno rosa, il mostro di Lockness, o una teiera di porcellana che orbita attorno a Plutone. Questo non significa che tali entità non esistano o siano impossibili, ma che oggettivamente non ha senso discuterne.

 

Se poi si passa in ambito soggettivo, ognuno è libero di rispettare o meno tale principio, ed ecco che qui dovrebbe vedersi la differenza tra atei e non: forse un ateo sarebbe contento se esistesse un'entità superiore, ma sa che non avendone un riscontro non avrebbe alcun senso illudersi. Se c'è veramente qualcos'altro, tanto di guadagnato, altrimenti è meglio vivere con una certezza in più, ed una speranza infondata in meno (imho).

 

 

P.S. Ovviamente sto supponendo che queste entità superiori siano qualcosa di diverso da quelle professate dalle religioni odierne. Portandomi come esempio, se veramente esistesse il dio dei cattolici o dei musulmani, sarei felicissimo di non averci creduto.

L'onere negletto.

 

L'onere della prova è già stato gettato dai neganti che un dio sia, sugli affermanti, i quali tuttavia l'hanno rigettato:

esso dunque giace negletto tra le due parti.

 

Anakreon.

.... affirmanti incumbit probatio, ...

Senza questo principio, potremmo cominciare a chiederci se esiste l'invisibile unicorno rosa, il mostro di Lockness, o una teiera di porcellana che orbita attorno a Plutone. Questo non significa che tali entità non esistano o siano impossibili, ma che oggettivamente non ha senso discuterne.

Questo è esattamente il punto che volevo sottolineare: l'argomento della "teiera di Russel".

L'onere negletto.

 

L'onere della prova è già stato gettato dai neganti che un dio sia, sugli affermanti, i quali tuttavia l'hanno rigettato:

esso dunque giace negletto tra le due parti.

 

Anakreon.

Esatto.

Io chiedo e mi chiedo: se, in ambito giuridico, l'onere della prova è canone regolativo che si fonda sulla "difesa" del diritto, sulla stabilità, su un corretto rapportarsi dei diritti ..allora, in un ambito che è altro, ov'è questo fondamento?

Non mi pare vi siano diritti da difendere: considerando anche che v'è libertà di pensiero.

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