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I problemi di accettazione influiscono sull'attività sessuale?


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Ciao a tutti, sono cyborg, mi sono presentato ieri nell’apposita sezione  :ok: girovagando per le varie sezioni non ho trovato l’argomento che mi interessa in particolare, ma ora ve lo illustrerò.

Fino a dieci mesi fa sono stato con un ragazzo (il mio PRIMO ragazzo), è durata dieci mesi e per tantissimi motivi di cui magari vi scriverò un’altra volta, abbiamo deciso di interrompere perché entrambi eravamo giunti a un punto di non ritorno; dalla fine di questa relazione non mi sono ancora ripreso. Il motivo principale è che tra noi due il sesso era praticamente inesistente o rarissimo; con molto dolore alla fine è uscito fuori che secondo lui, tra di noi era proprio mancata “l’attrazione fisica” (per me è una coltellata ancora conficcata), ma la stragrande maggioranza delle volte lui attribuiva questo suo rigetto del sesso al fatto che non accettava se stesso in quanto gay. Diceva di sentirsi “sbagliato” e che proprio nessuno era in grado di capire questo suo problema. Ci succedeva molto spesso di tentare un approccio dal quale poi lui strategicamente sfuggiva. Questo problema, credo, era dovuto alla sua difficile situazione familiare. La madre è morta dieci anni fa, lui vive solo da diversi anni e i suoi più stretti familiari, padre e fratello maggiore, col quale ha fatto coming, non lo accettano pienamente. O meglio (anzi, peggio), fanno finta di accettarlo ma in concreto ignorano la sua vita privata. Lui prova a coinvolgerli nella sua vita privata, ma loro non gli chiedono mai niente, non si interessano, non vogliono mai conoscere i suoi ragazzi, nonostante lui esprima apertamente questo desiderio. Hanno semplicemente rimosso la sua rivelazione e così lui si sente ugualmente rifiutato. Gli sono stato vicino, ho aspettato pazientemente per quasi un anno che lui risolvesse questi suoi complessi, gli ho consigliato di andare da uno psicologo che lo aiutasse a capire, ma lui non ne aveva proprio intenzione; alla fine insomma è andato tutto in fumo per questi e altri motivi……

Volevo chiedervi se qualcuno di voi ha vissuto gli stessi stati d’animo del mio ex e se veramente questo suo sentirsi sbagliato e non accettato potesse influire sulla sua vita sessuale; cosa lo avrebbe potuto aiutare (una psicoterapia?) ecc…. Lui affermava che nessuno, nessuno nessuno capiva come si sentisse. Qualcuno di voi, che magari ha vissuto le stesse sensazioni, potrebbe aiutarmi a capire? La storia è finita, ma per stare finalmente bene ho intimamente bisogno di perdonare, ma prima di questo devo capire ed elaborare…

Grazie a tutti!

Non ho passato esperienze simili perché non sento la necessità di portare in casa chiunque, inoltre, pretendere che la famiglia debba accettare il nostro ragazzo mi pare un po' pretenzioso, poi se ci aggiungi il plurale è anche peggio.

Posso capire il desiderio, nel caso in cui, sto con un ragazzo tanto a lungo da voler portare la nostra relazione ad un "livello" successivo, e con questa persona intendo costruire un futuro insieme. Ma pretendere che i miei debbano conoscere e accettare (cosa che a mio avviso, al di là della questione omosessuale, non è dovuta, rispetto è una cosa, ma una persona puo' non piacere a prescindere dal contesto) qualunque ragazzo con cui ho una storia mi pare solo che in questo ricerca approvazione, e qui il problema sarebbe suo, non tanto della diffidenza/astio della famiglia. Sarà che non si è accettato lui?

 

Neanche mia madre penso voglia conoscere il mio ragazzo, le verrebbe forse un infarto, però per questo non mi vengono complessi. 

Beh può essere che una domanda sproporzionata

di approvazione da parte degli altri, nasconda un

difetto di autoaccettazione.

 

Se ha fatto CO ( non si nasconde, non si racconta balle

non pretende di essere bisex o cose simili ) è più facile

in effetti non avere problemi affettivi rispetto a chi si

nasconde la verità ed è probabile, per esclusione, che

residuino problemi sessuali

Io penso che il problema non siano tanto i suoi parenti ma la sua psiche. Voglio dire, ci sono persone a cui non dovrebbe più tirare a vita, se fosse quello il motivo. Poi certo, ognuno vive le cose in maniera diversa, ma sinceramente da quello che hai raccontato il tuo ex sembra più che altro essere molto insicuro e sinceramente... forse poco innamorato?

WistonSmith:

 

Non condivido nemmeno una virgola di quello che hai scritto. Allora se è come dici tu, e se affrontiamo l’argomento a prescindere dall’orientamento sessuale, i genitori di una coppia etero non sono tenuti ad accettare e far entrare in casa i rispettivi generi / nuore?! E come sarebbe a dire che una persona può non piacere a prescindere dal contesto? Non sono mica i miei genitori a decidere con chi devo o non devo sposarmi. Evidentemente se il mio ragazzo aveva bisogno di approvazione, era perché la sua famiglia non gliene dava affatto e lui non si capacitava... comunque a scanso di equivoci preciso che non ero certo io quello che teneva a conoscere i familiari, ma era lui che si disperava per questo. Evidentemente, nel suo immaginario, la famiglia rifiutando il “genero”, rifiutava in primis il figlio.

 

Hinzelmann:

 

Lui fece coming out già a 18 anni (ora ne ha 23). Per farti capire, al momento del suo CO il padre gli disse che per lui non c’era problema, ma preferiva che il resto dei suoi parenti non sapesse mai niente    E giù la prima batosta. Lui aveva tutta la volontà di accettarsi e stare bene, ma l’ostilità e l’indifferenza della famiglia non l’hanno per niente aiutato. Il padre e il fratello in effetti lo fanno sempre sentire “sbagliato”… ad esempio gli consigliano di provare a stare con una ragazza. Lui non ha mai provato attrazione per le ragazze, non gli piacciono, ma nonostante ciò si è fatto suggestionare. Spesso diceva che doveva “provare” a far sesso con una ragazza, così avrebbe avuto la certezza che non le piacciono. Si capisce benissimo che invece voleva compiacere i familiari. Ma io, come tanti altri, non ho bisogno di farmi una tipa per convincermi di essere gay!! Così come un etero non sente certo la necessità di andare con qualcuno del proprio sesso… La famiglia, ripeto, non l’ha certo aiutato… consideriamo poi che la madre è morta da tantissimi anni e lui vive solo, in balia dei propri dubbi e pensieri…

 

Thelema 93:

 

Che fosse "anche" poco innamorato me ne sto convicendo ora, dopo tanti mesi e con gran fatica. Mentre ci stavo insieme non avrei mai potuto considerare una simile ipotesi. Se ci fosse stato abbastanza amore, tutto si sarebbe superato.

purtroppo l' l'inconscio tira brutti scherzi.. è ovvio che questo ragazzo non riuscirà ad accettarsi pienamente finché la famiglia lo accetterà davvero, oppure finché la sua crescita personale non gli dia quella corazza aggiuntiva, capace di essere sereni con se stessi malgrado i parenti..

potrebbe essere che, semplicemente, non ci fosse attrazione nei tuoi confronti. L'ipotesi di qualche "blocco" mi sembra più consolatoria che realistica. Certo che poteva volerti bene comunque, magari molto, ma non sempre questo basta a far scattare la scintilla. buonanotte

c1p8-xy:

 

Che ci fosse poca attrazione fisica me l'ha anche confessato quando ormai eravamo agli sgoccioli, anche con molta nonchalance, e ti assicuro che è la peggior offesa si possa ricevere  :salut: Il mio primo pensiero la mattina è ancora questo e non credo che riuscirò mai a perdonarlo. Poteva assicurarsi prima, che ci fosse attrazione fisica!!!!!! Non voglio immaginare che mi abbia mentito per tanti mesi adducendo come scusa questi blocchi... :lol:

La cosa più vicina al perdono, che io personalmente conosca, è riuscire a ricordare senza rivivere perciò tutta la carica emotiva negativa dell'evento in questione. So che può sembrare un concetto da libro ,ma racchiude in se molta praticità .

Mi sembra però che il tuo post presenti due problemi diversi, in realtà sconnessi tra di loro ; ovvero elaborare ,capire e risolvere un' ipotesi di problema che non ti appartiene può solo condurti al paradosso del perdono attraverso un processo di analisi mentale.

Il tuo problema è perdonarlo , il suo risolvere i suoi problemi ; due problemi che appartengono a persone distinte . Il mio consiglio è di prenderti carico solo del tuo problema e chiederti perciò se, nello stesso modo in cui l'amore che provavi (e probabilmente provi ancora) era ed è non condizionato dal suo problema di autoaccettazione , il tuo perdono può essere ugualmente indipendente (e quindi incondizionato) al fatto di risolvere al posto suo un problema.

Se avesse scritto nel forum il tuo ex sull'autoaccettazione mi sarei molto prodigato , forse, a dargli un aiuto, ma mi sembra che il tuo problema sia tutt'altro .

Se ti vuoi occupare del perdono potresti casomai iniziare a fare una bella raccolta di buoni motivi per farlo cercando strada facendo di identificare in te uno schema di comportamento e di approccio al rapporto di coppia più simile a quello di 'Madre Teresa di Calcutta' che a quello di 'Leonardo di Caprio' in Titanic. 

Ti prego di non offenderti...Non hai idea della quantità di rapporti che ,inconsapevolmente ,trovano in schemi come questo il collante tra di loro. E' un pò come confondere la voglia di aiutare con l'amore . Ti consiglierei solo di controllare che questo non sia capitato e che non continui a capitare.

Una volta fatto ciò, il perdono sarà servito.

Bisou :salut:

Fleurdelys:

 

Ah no, scherzi? E di che dovrei offendermi? Hai centrato in pieno il mio dilemma, cioè imparare a perdonare e dimenticare. In realtà la mia convinzione è che, rimandendo nel mio covo di rancore e rinunciando a perdonarlo, io riesca a crearmi una corazza e mi senta in qualche modo “vincitore”. Per me perdonarlo sarebbe come “arrendermi”. Non so se mi spiego. Perdonandolo, e accettando la sua amicizia dovrei anche accettare di vederlo prima o poi con un altro ed è un’idea che non tollero assolutamente. Lui teneva moltissimo alla mia amicizia, ma io proprio non me la sento. Amicizia a che pro?! Per pulirti la coscienza? Non c’è più niente da dire. Forse ho una visione molto immatura dell’amore e questo dipende anche dalla mia scarsa esperienza affettiva (per me è stata la prima relazione, per lui la terza).

Ma guarda, il mio era amore, non era voglia di aiutare, stanne certo. Ovviamente il suo rifiuto di sé influiva negativamente sulla qualità del rapporto e quindi io ero ben contento di aiutarlo.

Hai centrato in pieno il mio dilemma, cioè imparare a perdonare e dimenticare. In realtà la mia convinzione è che, rimandendo nel mio covo di rancore e rinunciando a perdonarlo, io riesca a crearmi una corazza e mi senta in qualche modo “vincitore”. Per me perdonarlo sarebbe come “arrendermi”. Non so se mi spiego. Perdonandolo, e accettando la sua amicizia dovrei anche accettare di vederlo prima o poi con un altro ed è un’idea che non tollero assolutamente. Lui teneva moltissimo alla mia amicizia, ma io proprio non me la sento. Amicizia a che pro?! Per pulirti la coscienza? Non c’è più niente da dire. Forse ho una visione molto immatura dell’amore e questo dipende anche dalla mia scarsa esperienza affettiva (per me è stata la prima relazione, per lui la terza).

Ma guarda, il mio era amore, non era voglia di aiutare, stanne certo. Ovviamente il suo rifiuto di sé influiva negativamente sulla qualità del rapporto e quindi io ero ben contento di aiutarlo.

 

il perdono arriva quando finisce la rabbia, datti tempo. e in ogni caso non è una resa ma una liberazione.

cerca una via di sfogo alla rabbia, non comprimerla, possono esserci tanti modi. io ho trovato le arti marziali ad esempio, ma c'è gente che prendi a calci delle cose, prende a pugno i cuscini..

poi, l'amicizia dopo l'amore è una cosa che sì può pure esserci ma non è una cosa automatica e poi, ammesso che ci sia, arriva quando entrambi gli animi si sono calmati

ora è tempo di pensare a te stesso

Vitabassa:

 

In questi 10 mesi mi sono dedicato allo sport, alla lettura, al lavoro, insomma a tutto quello che mi fa stare bene e mi costringe a non pensare. Ma dopo tanto tempo mi succede ancora di trascorrere giornate di depressione più totale o notti insonni come ad esempio quella di ieri. Come se ci fossimo lasciati un giorno prima anziché un anno prima.

Per me l’amicizia dopo l’amore ci può essere quando l’amore è finito da entrambe le parti, e a quel punto non è detto che me ne fregherebbe più tanto.

Fleurdelys:

 

Ah no, scherzi? E di che dovrei offendermi? Hai centrato in pieno il mio dilemma, cioè imparare a perdonare e dimenticare. In realtà la mia convinzione è che, rimandendo nel mio covo di rancore e rinunciando a perdonarlo, io riesca a crearmi una corazza e mi senta in qualche modo “vincitore”. Per me perdonarlo sarebbe come “arrendermi”. Non so se mi spiego. Perdonandolo, e accettando la sua amicizia dovrei anche accettare di vederlo prima o poi con un altro ed è un’idea che non tollero assolutamente. Lui teneva moltissimo alla mia amicizia, ma io proprio non me la sento. Amicizia a che pro?! Per pulirti la coscienza? Non c’è più niente da dire. Forse ho una visione molto immatura dell’amore e questo dipende anche dalla mia scarsa esperienza affettiva (per me è stata la prima relazione, per lui la terza).

Ma guarda, il mio era amore, non era voglia di aiutare, stanne certo. Ovviamente il suo rifiuto di sé influiva negativamente sulla qualità del rapporto e quindi io ero ben contento di aiutarlo.

 

A questo punto mi sa che la risposta l'hai trovata da solo... Bravo!

Quando sarai pronto ad offrirgli ciò che ti chiede sarai tu stesso a dare il primo passo verso una nuova logica di rapporto impernata sull'amicizia. Infine facendo ciò non staresti facendo nulla di diverso rispetto a ciò che ha fatto lui : quando tu avevi bisogno del tuo ragazzo lui non era in grado di esserlo e quindi non vedo perchè tu debba farti del male per sopperire al suo bisogno di amicizia. Perdonarlo e diventare suo amico non sono due cose ne automatiche ne in alcun modo collegate:puoi perdonarlo senza perciò diventare suo amico.

Se invece quello che nutri è la speranza che , una frequentazione amichevole con il tuo ex rappresenti o possa rappresentare in futuro un substrato fertile per nascita (nel tuo caso la ri-nascita) dell'amore tra di voi , sii ben consapevole dell'alto rischio che una simile scommessa ti comporterebbe.

Cosa dici di vedere la cosa come una prova nella quale la sfida sia quella di riuscire a volerti più bene di quanto non te ne abbia voluto lui?

Pazienza stella.... della fine del primo amore sono pochi quelli che hanno un bel ricordo; il contrario invece per quanto riguarda le esperienze ed il percorso di quella prima esperienza. Fanne tesoro...  :P

day cyborg, purtroppo ci vuole del tempo, che è diverso per ognuno/ognuna di noi

magari è proprio perché non ci vuoi pensare. dovresti affrontare questo dolore, magari sintonizzandoti prprio sulla tua rabbia e sfogarla in quel momento.

non ti sto dicendo ovviamente di fare del male a  qualcuno.

quando io avevo molta rabbia pensavo alla persona che mi aveva fatto del male e lì, proprio in quel momento, prendevo a pugni il punching ball fino allo sfinimento, gettavo a terra l'avversario e cose così

Fleurdelys sei per caso uno psicologo o hai la raccolta completa di Riza??  :P Cmq io non ho proprio nessuna intenzione di farmelo amico, e SE dovesse succedere, sarà fra anni e anni e anni e anni e anni…….. sì, sto cercando di volermi bene, anche se la mia autostima è proprio a terra. Ti dico anche che, dopo esserci lasciati, ho pensato all’eventualità di corrergli dietro ma non l’ho fatto. In fin dei conti, anche se la separazione mi ha fatto male, stando con lui tuttavia era un continuo litigare e beccarsi, per cui nel mio intimo sapevo che allontanarmi da lui fosse la scelta migliore, altrimenti avrei sofferto per tutta la vita. Sarei stato affianco a un ragazzo che non faceva altro che sottolineare quello che di me non andava bene. Era un mago nel farmi sentire sbagliato, inadeguato ecc. Riusciva sempre a trovare il pelo nell’uovo, se facevo nove cose giuste e una sbagliata, lui era lì a farmi notare quest'ultima!!! Scusa se divago, ma mi fa molto bene esternare in qualche modo il mio malessere!!

 

Grazie Vitabassa… per sfogarmi mi è molto d’aiuto l’attività fisica, la palestra, e soprattutto guardare chi la frequenta  ;) ma cosa fai nel tempo libero, boxe?? Eheheh  :P

Cyborg... il miglior perdono è verso se stessi...

 

Cosa devi perdonare a lui? il fatto di essere fatto così? La verità è che forse non gli piacevi abbastanza!!! Vuoi perdonargli questo?

 

Forse devi perdonare te per aver perso tempo, quando sapevi benissimo dove il vostro rapporto sarebbe andato a parare... Lavora su te stesso e rendi te stesso degno del tuo amore!!!!

 

E poi su, non ti curar di lor ma guarda e passa... il mondo è a portata di mano!!!  :P

 

 

Buon cammino...

Ah sì giusto, forse non gli piacevo abbastanza... e perché non ci ha pensato subito allora???????? Mi ha dato tutto il tempo di affezionarmi e poi........ :P perché non ci pensava prima, se non gli piacevo??????  :P Certo, il mondo è a portata di mano...... dicono tutti così... per me cambiare ragazzo non è come cambiarmi le mutande!!!  ;) mi sento così pieno di rancore...

cyborg, purtroppo il mondo è pieno di storie finite male, ciò non vuol dire che soffrirai per sempre, anzi. ma cerca di sfogare in modo costruttivo la tua rabbia, affrontandola, e non scappando

sembrerò retorica, ma davvero il tempo curerà le tue ferite

e pensa di più a te stesso, cerca di non stare solo a leccarti le ferite, scegliti gli amici a cui aprire il tuo cuore.

Grazie a tutti ragazzi… voi non ci crederete ma io faccio il possibile: esco, frequento amici, mi dedico alle mie passioni… puntualmente però mi ricordo di lui e di quanto lo amavo, e improvvisamente tutto mi sembra banale al confronto dei miei sentimenti per lui…

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