Jump to content

Adozioni per coppie omosessuali


Recommended Posts

  • Replies 600
  • Created
  • Last Reply

Top Posters In This Topic

  • Silver Reflex

    53

  • yrian

    31

  • Almadel

    28

  • Viola77

    22

In realtà è un po' più complicato di così...

 

Non basta ammettere il matrimonio gay per far sì che un bambino possa avere genitori dello stesso sesso. Le due cose sono sconnesse.

allora cosa bisognerebbe fare? c'è qualche politico intenzionato a farci sposare? io prima che vada a votare ci vogliono ancora 3 anni.

In Italia a breve termine non credo proprio che i politici di adesso e con la mentalità omofoba dilagante si arriverà a riconoscere il matrimonio omosessuale. Bisogna contare che in Italia purtroppo c'è da fare i conti con l'interferenza nella politica da parte del vaticano, cosa che non c'è in Spagna pur essendo paese cattolico ma per alcune cose aperto.

L'adozione alle coppie gay in Italia la vedo lontanissima ancora di più del matrimonio, purtroppo è triste ma è così che la vedo  :asd:

 

Noi ragazze almeno in qualche modo nel nostro desiderio di maternità ci possiamo arrangiare senza bisogno dell'adozione...

ragazzi.. ma dire mai.. caro lollone95 magari tra 3 anni potrai sposarti se vorrai.. sennò non sbaglio Berlusconi tra 3 anni se ne andrà a casa o no?? e per quella data potrebbe essere un nuovo sfidante di centrosinistra... giovane, liberale e pronto per portare profondi cambiamenti a questo Paese.. cmq favorevolissimo all'adozione, ai matrimoni e a tutto ciò che non leda le libertà degli altri.. quanto alla società.. questa deve pure cambiare prima o poi..

Io sono favorevolissima all'adozione.

Alle volte mi chiedo: si parla tanto che un bambino che non ha la figura materna o paterna non cresce con un giusto equilibrio.

Meglio quindi lasciarlo crescere senza una famiglia?

I bambini di genitori divorziati sono tutti pazzi squilibrati? No. E se lo diventano a volte non è perchè stanno solo con la madre o solo con il padre, ma perchè soffrono a vedere la loro famiglia spezzata.

 

Tutti dovrebbero poter fare domanda di adozione (coppie gay, etero non sposati, single) ed essere sottoposti ad un'accurata selezione (giusto per non mettere i bambini in mano a gente che li sfrutti) e ad un costante controllo.

 

E bisognerebbe cercare di far crescere un po' i nostri cervellini italiani.

Se un bambino con genitori gay potrebbe soffrire in Italia la colpa sarebbe di quelli che non vogliono che questo bambino sia adottato da questi genitori. Per assurdo a causargli sofferenza sarebbero solo quelle persone che dicono di volerlo "tutelare".

L'unica soluzione è quella di fregarsene in questo paese. Andare all'estero e adottare un bambino , quando le coppie gay in Italia con figli saranno numerosissime il governo si sentirà obbligato ad intervenire e se il suo intervento sarà finalizzato a toglierci i figli avranno l'UE contro e non lo potranno fare... Non si può combattere contro i mulini a vento bisogna mettere i politici con le spalle al muro... Esiste una legge che vieta ai gay di avere figli? No, non esiste e non la possono fare una legge di diveto o meglio non senza estreme conseguenze...  ;)

Esiste una legge che vieta ai gay di avere figli? No, non esiste e non la possono fare una legge di diveto o meglio non senza estreme conseguenze...  :rotfl:

E grazie tante. Però c'è una legge che obbliga la condivisione delle responsabilità anche alla madre, dato che non mi risulta i maschi restino incinti. Puoi benissimo fare in modo da farti dare i diritti esclusivi sul bambino ma il tuo compagno non varrà mai nulla. Se tuo figlio si fa male e bisogna portarlo all'ospedale? Andare a scuola anche solo a ritirare un documento? Autorizzarlo a partecipare ad un gruppo? Solo il padre biologico ha questi diritti, perciò "aspettare" e sperare che tanto comunque l'Italia si dovrà arrendere ai tempi mi sembra un castello in aria da parte di qualcuno che non si pone il problema dei figli.

Già, nessuna legge vieta ai gay di avere figli. Ma in Italia il figlio al massimo potrà essere di uno dei due membri della coppia. Poi mi sembra che qui si stesse parlando di adozione. Io come adozione intendo non solo l'adozione del figlio/a del tuo compagno/a ma anche adozione di quei bambini che di genitori non ne hanno proprio o hanno genitori che non sono assolutamente nelle condizioni di badare a loro.

E questi bambini in Italia non solo non li possono adottare coppie omosessuali, ma nemmeno single o coppie etero non sposate. Solo che una coppia tero se si sposa può riuscire ad adottare, una omosessuale, ovviamente no.

Dream Catcher

Personalmente, non sono favorevole all'adozione di bambini da parte di coppie gay, non nel nostro paese e non in questo momento storico. Non credo ci siano problemi di natura psicologica per i bambini cresciuti da genitori dello stesso sesso, ed i primi studi su ragazzi/e cresciuti da coppie gay sembrano andare in questa direzione.

Penso che i problemi siano altrove. Non nella legge, ma nella società.

 

Non riesco ad immaginare una situazione di "normalità" per mio figlio. Certo io ed il mio eventuale compagno potremmo assicurargli una realtà di amore nel contesto familiare, ma non in quello sociale (scuola, amicizie, conoscenze), fuori dal nostro controllo.

Avere un figlio per una coppia gay nel nostro paese a me sembra al momento fuori discussione.

Dato il rigurgito omofobico a cui stiamo assistendo negli ultimi anni, le estremizzazioni delle posizioni politiche e la tensione sociale che dilaga saremmo pronti ad esporre nostro figlio alle discriminazioni ed alle emarginazioni che certo subirebbe per noi "genitori froci"?

Se in Italia non siamo ancora accettati NOI (intesi come categoria sociale di omosessuali), vorremmo usare i nostri bambini come "scudi umani" per guadagnare i nostri sacrosanti diritti? Non è giusto.

 

A mio parere i cambiamenti nella storia devono sempre partire dal basso, ovvero dal tessuto sociale. Volendo fare fantapolitica, se anche se il prossimo governo promulgasse la legge di matrimonio e adozione per i gay, non cambierebbe nulla, perchè la società non è pronta, l'opinione pubblica sarebbe contraria e ci sarebbero discriminazioni ed intimidazioni, fino ad arrivare alla violenza. In sostanza, il progetto fallirebbe.

Secondo me le adozioni per le coppie gay italiane sono l'ultimo dei traguardi. Dobbiamo iniziare a far conoscere alla gente cosa significa veramente essere omosessuali, iniziando dalle basi (non siamo malati, non è una scelta, non siamo tutti come Solange ecc.), ed arrivare soprattutto nelle fasce di buio totale, fuori dalle grandi città e dai canali di comunicazione principali.

Purtroppo sarà un'evoluzione lenta nel nostro paese, qualcosa che secondo me non vedremo realizzato nelle nostre vite. Si tratta di mettere da parte un po' di egoismo ed iniziare a conquistarci la nostra libertà passo passo, anche se questo significherà non essere genitori in Italia.

Andare in giro a gridare "matrimonio e figli subito per i gay" è controproducente; chi non conosce/non capisce la realtà omosessuale si sentirà ancora più aggredito ed estremizzerà le sue posizioni contrarie. Iniziamo a mostrare a questa gente che siamo persone come loro e diamo il tempo di capire. POI arriveremo all'eguaglianza.

 

PS: Io parlo di realtà e mentalità che conosco (Firenze/Toscana), risaputamente aperte rispetto alla media italiana(...).

Non ho parlato di adozioni in paesi che non conosco, anche se penso che il fuso orario sociale sia almeno un secolo avanti rispetto al nostro. Allo stesso modo, non mi sono pronunciato sulle realtà socialmente più omofobe del nostro paese (mezzogiorno?), dove temo che il mio pensiero risulterebbe addirittura più valido.

A mio parere i cambiamenti nella storia devono sempre partire dal basso, ovvero dal tessuto sociale. Volendo fare fantapolitica, se anche se il prossimo governo promulgasse la legge di matrimonio e adozione per i gay, non cambierebbe nulla, perché la società non è pronta, l'opinione pubblica sarebbe contraria e ci sarebbero discriminazioni ed intimidazioni, fino ad arrivare alla violenza. In sostanza, il progetto fallirebbe.

 

A mio parere le cose si cambiano cominciando a cambiarle in concreto. Altrimenti se si aspettasse che tutti siano pronti non cambierebbe mai nulla.

E poi un'altra cosa. Non vedo come un bambino possa crescere più sereno senza avercela per nulla una famiglia che non con una famiglia fatta da due genitori dello stesso sesso. Secondo me si dovrebbe partire da permettere agli omosessuali di sposarsi e poi di poter adottare come qualsiasi altra coppia sposata. Non mi sembra che sia una cosa allucinante. Anzi mi sembrano due cose ovvie e naturali.

Secondo me oltre a tanta omofobia in Italia c'è anche tanta gente che omofoba non lo è per nulla. Il governo e la politica dovrebbero per prime dare esempio di civiltà e vedi che poi le cose un po' magari cambiano.

Ma se nel 2010 la gente non è pronta, beh.... 'azzi loro!!!

Dream Catcher

Davvero secondo te la realtà della provincia spagnola

è così radicalmente diversa da quella italiana?

Davvero lì i bambini sono usati come "scudo umano" dalle famiglie gay?

 

Come ho detto nel post scriptum, non mi lancio in parallelismi con altre nazioni di cui ignoro pensieri, costumi e soprattutto il tessuto sociale. Parlo delle realtà che conosco e che ho vissuto in prima persona, sulle quali mi sento padrone di giudicare, ma sono aperto a raccogliere testimonianze dirette di chi ne sa più di me.

Ad ogni modo, quando ho accennato a paesi "avanti" rispetto al nostro, pensavo piuttosto alla Svezia, non alla Spagna.

E sì, davvero penso che una coppia gay che adotta o semplicemente cresce un figlio in un qualsiasi contesto omofobico, italiano o straniero, lo stia usando come mezzo per la propria realizzazione, non certo come fine (a buon intenditor...).

 

E sì, davvero penso che una coppia gay che adotta o semplicemente cresce un figlio in un qualsiasi contesto omofobico, italiano o straniero, lo stia usando come mezzo per la propria realizzazione, non certo come fine (a buon intenditor...).

 

 

Quindi tu ritieni che una coppia gay che cresca o adotti un figli in un contesto non-omofobico

non lo sta usando come mezzo. E' così?

Dream Catcher

A mio parere le cose si cambiano cominciando a cambiarle in concreto. Altrimenti se si aspettasse che tutti siano pronti non cambierebbe mai nulla.

 

Abbiamo due visioni diverse del "concreto". Io con questa parola intendo il pensiero e le azioni della gente, quello che orribilmente si potrebbe riassumere come "opinione pubblica". Cosa pensa la maggioranza degli italiani dell'omosessualità? E' informata? E' favorevole alle unioni? Ed alle adozioni? Non mi risulta. E non certo in termini maggioritari.

Questo per me è il concreto: cosa sa e cosa pensa davvero la gente... perchè purtroppo le nostre vite non le viviamo in una torre d'avorio, ma in mezzo alla gente... la stessa alla quale esporrem(m)o i nostri "figli di una coppia gay".

Ognuno di noi nel suo piccolo universo può fare qualcosa per sensibilizzare e soprattutto "normalizzare" le opinioni delle persone.

 

A mio parere è pericoloso considerare come "concreto" o "diritto ottenuto" l'iter burocratico o l'approvazione di una legge.

Anche se ottenessimo una legge per matrimonio gay e relativa adozione domani Sabato 23, non avremmo ottenuto niente, perchè la società italiana sarebbe la stessa di oggi: ignorante, disinformata ed in piccola parte addirittura omofoba.

 

Se davvero riusciremo a far capire alla maggioranza della società che l'omosessualità non è altro che un tratto della persona, allora verremo integrati ed avremo gli stessi diritti degli eterosessuali, sarà quasi spontaneo, a mio modo di vedere.

Ma finchè ci saranno gli allarmanti episodi omofobici di cui leggiamo settimanalmente e alcuni politici (con grande seguito) che si permettono insulti e leggerezze sull'argomento, dovremo prima lavorare su questi aspetti piuttosto che chiedere diritti dei quali comunque non saremmo in grado di usufruire liberamente.

Dream Catcher

 

Quindi tu ritieni che una coppia gay che cresca o adotti un figli in un contesto non-omofobico

non lo sta usando come mezzo. E' così?

 

Esattamente.

 

Certo che se i primi ad essere contro all'adozione di coppie omosessuali sono gli stessi omosessuali dubito che si arrivi prima o poi ad un'evoluzione della società

 

Se con questa frase ti riferisci a me, vorrei chiarire che io non sono affatto contro l'adozione da parte di genitori gay...

Sono contrario solo nel momento in cui questa adozione potrebbe essere un problema per la vita del figlio.

Per intenderci, adottare un bambino in un paesino dove considerano gli omosessuali "invertiti malati" non sarebbe giusto per il bambino, che riceverebbe pressioni, discriminazioni o addirittura violenza.

PRIMA io ed il mio compagno dovremmo cambiare la concezione della gente del paese sui gay, POI potremmo adottare.

Questo è il problema che mi sembra di vedere su scala nazionale: vogliamo tapparci gli occhi e usare i nostri figli come scudi umani, per la serie "la gente è contraria? Peggio per loro! Noi intanto si adotta, così dopo capiranno e cambieranno idea!".

La realtà però non funziona così, sempre nella mia esperienza ovviamente!

Ma intanto chi lo sa cosa pensa l'opinione pubblica? noi sentiamo le voci di chi grida di più, non si sa l'opinione in generale della popolazione. Se mi dovessi basare sulla mia esperienza personale anzi direi che l'Italia è un paese gay-friendly conoscendo solo persone etero e omo per niente omofobe e del tutto convinte che i gay debbano avere lo stesso diritto di sposarsi degli etero.

Con questo non voglio mettermi le fette di prosciutto sugli occhi e dire che l'Italia non è un paese omofobo. Credo che lo sia, ma credo che ci sia anche una buona fetta di popolazione che non lo è affatto e credo che il diritto a sposarsi per una coppia omosessuale dovrebbe essere sancito oggi stesso dal nostro paese. Secondo me è da qui che si parte. Stop. Non ci sto ad avere meno diritti di un altro perché l'opinione pubblica non è pronta. Ma che mi interessa. Io voglio avere lo stesso diritto di poter un giorno sposare una donna nel mio paese, senza dover andare chissà dove. E se fossimo un paese civile questo diritto dovrebbero darcelo domani stesso. E noi dovremmo essere i primi a pretenderlo questo diritto. E vedi che la cosiddetta opinione pubblica dopo un po' se ne farà una ragione.

 

Aggiungo una considerazione. Ho capito cosa inendi dire. Però secondo me così non si va da nessuna parte. E in ogni caso secondo te vivere in una casa famiglia senza effettivamente avercela uno straccio di famiglia è meglio che correre il rischio di vivere con due genitori che ti diano affetto e attenzioni? secondo me se il bambino lo si cresce con amore e con un po' di sale in zucca, il resto viene dopo.

Poi non credo nemmeno che al mondo esistano posti non-omofobi in assoluto. Il cretino di turno capiterà sempre.

Poi mi dico anche che tendenzialmente due persone omosessuali sposate non tendono a frequentare ambienti omofobi.

 

In ogni caso anche se sembra non ce l'ho affatto con te. E' uno sfogo che mi è uscito di getto in generale. Pensando a che tristezza mi fa questo argomento. Mi vien quasi da piangere a scrivere.

Il problema, Dream Catcher, è che l'omofobia è presente ovunque nel mondo:

è come l'acqua; in un posto ce n'è di meno, in un altro di più, in un altro ancora molto di più,

ma c'è sempre. Il discorso che tu fai, legittimo, diventa quindi difficile da articolare.

 

In ogni caso ti sconsiglio di passare dal «nostro Paese» al «paesino», come hai fatto negli ultimi

tre posts, se vuoi mantenere uno spazio di possibilità (per ora del tutto teorico) per l'adozione

qui da noi. Infatti una cosa è parlare di un «paesino» o anche di una cittadina fortemente

perbenista, addietrata, chiusa in se stessa, con poca o nessuna realtà glbt organizzata e visibile;

una cosa è dire «l'Italia». Ma se invece tu vuoi proprio dire che «in Italia» non ci sono, secondo te,

le condizioni propizie per adozioni gay, dovresti abbandonare, per lealtà, l'argomento del «paesino».

 

Detto questo il tuo parere è benvenuto e legittimo, perché i problemi che ti poni sono reali, e

non c'è niente di peggio che nasconderli, e non discuterne, anche per chi pensasse diversamente

da te sulle adozioni gay.

 

Io credo di aver già detto la mia, almeno in modo implicito, ed esprimo il mio parere, che è il seguente:

 

1. non è molto fruttuoso parlare di adozioni gay in generale

2. bisogna sempre vedere chi adotta e che cosa è in grado di offrire in termini di consapevolezza e di

difesa e reattività all'omofobia, imperante, e in realtà planetaria, perché essa non è altro che il risvolto

dell'eteronormatività; e l'eteronormatività è solo un atto di cortesia linguistico che noi facciamo

agli eterosessuali (salvo le dovute e stupende eccezioni) non parlando puramente e semplicemente di

egemonia dell'eterosessualità, e dei suoi modelli, modi di espressione, modi di funzionamento, modi di

pensiero (come vedi sull'omofobia sono anche più radicale di te)

3. gli adottandi devono essere persone che siano sempre in grado di separare le proprie motivazioni

militanti dalle proprie motivazioni affettive, di non confonderle.

 

 

E sì, davvero penso che una coppia gay che adotta o semplicemente cresce un figlio in un qualsiasi contesto

omofobico, italiano o straniero, lo stia usando come mezzo per la propria realizzazione, non certo come fine

(a buon intenditor...).

 

Con questo entri in un discorso ancora diverso. Credo che se vogliamo discutere con serietà delle difficoltà

delle adozioni gay, legate all'ambiente, questo argomento vada tenuto da parte; e addirittura che ad esso vada

riservato un topic a parte (altrimenti vedo il pericolo di precipitare in una zuffa  :sisi: ).

 

Ciò posto, credi tu che gli eterosessuali che si riproducono non lo facciano per la loro realizzazione, o

almeno non lo possano fare per la loro realizzazione?  :afraid::pausa::rotfl:

 

Ancora una volta ciò che conta non è l'eventuale altezza o "bassezza" delle nostre spinte e motivazioni,

ma l'onestà intellettuale, la coscienza e consapevolezza che ci spingono a riconoscerle, nonché gli strumenti

critici (ma anche affettivi) che possiamo mettere in campo per ridurle e governarle.

ai bambini non gliene frega niente del sesso dei genitori, ciò che conta è il ruolo, cioè l'importanti è che i due genitori ricoprano ruoli differenti e che si presentino come figure differenti.

 

Questo non lo dico io, lo dice l'antropologia, che porta numerosi esempi di figli cresciuti benissimo da genitori di sesso uguale ma con diversi ruoli.

Dove?

 

sulla monografia di Evans Pritchard dove parla del matrimonio tra donne nella società Nuer.

Può essere considerato un esempio diverso da qlo che serve a noi x' in quel caso le donne non sono lesbiche ma cmq c'è sempre un bambino cresciuto da due donne.

Non lo so... sto andando in confusione.  :afraid:

a me ne hanno parlato due psicologi, ma li hanno definiti studi antropologici... quindi non saprei. Poi il loro discorso era incentrato sul fatto che il bambino se soffre di certe situazioni (come può anche essere un divorzio, non solo l'avere genitori omo) non è perchè le situazioni in sè lo facciano star male, ma per l'incapacità di chi gli sta intorno di vivere queste situazioni come normali e quindi montarci su il polverone.

Ripeto quello che mi è stato detto che a naso non mi sembra neanche una stupidata.

Cosa ti fa pensare che gli studi condotti 80 anni fa da Evans Pritchard su un remoto gruppo tribale

del Sudan, organizzato in modo del tutto dissimile dalle società moderne, siano estensibili al mondo

e alle società contemporanee?  

 

I Nuer sono una confederazione di tribù stanziate nel Sudan meridionale e nella zona occidentale dell'Etiopia.

Collettivamente, formano uno dei più grandi gruppi etnici dell'Africa orientale, sono dediti alla pastorizia e all'agricoltura.

Sono stati oggetto delle ricerche sul campo svolte negli anni trenta del secolo scorso, dall'antropologo britannico

Edward Evan Evans-Pritchard. I membri di ogni tribù vivono in villaggi raggruppati a grappolo durante la stagione

delle piogge, si disperdono invece in accampamenti più piccoli durante quella secca. Ogni tribù è guidata dagli anziani.

Non è possibile individuare dei "capi", tra i Nuer, anche se i membri del clan di ogni tribù che per primo si è insediato

in quel territorio sono i più influenti, e ricevono il titolo onorifico di tut (lett. = tori). Il titolo di tut può anche essere

attribuito per merito a chi si è distinto nelle attività belliche o venatorie. Ogni tribù agisce come unità politica indipendente

nei confronti delle altre tribù. I villaggi che compongono ogni tribù possono entrare in faida tra loro, ma si riaggregano

quando si profila una minaccia esterna. In questa società dilaniati dai conflitti, svolge un ruolo fondamentale la figura

del paciere, che agisce da mediatore nella faida intertribali, e a garanzia d'imparzialità, non appartiene ai clan dominanti.

La religione dei Nuer è incentrata sul culto del dio Kwoth, creatore, dispensatore di morte e guardiano della moralità.

Sebbene sia uno e onnipotente, Kwoth si manifesta in tutte le cose. I Nuer venerano anche i loro antenati, sebbene essi

non svolgano che un ruolo marginale. (Wikipedia)

Create an account or sign in to comment

You need to be a member in order to leave a comment

Create an account

Sign up for a new account in our community. It's easy!

Register a new account

Sign in

Already have an account? Sign in here.

Sign In Now

×
×
  • Create New...