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La madre è lesbica, giudice le affida i figli


Hitam

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L'articolo che hai linkato, Hitam, è piuttosto ben fatto: dà tutte le informazioni necessarie.

Naturalmente questa sentenza è un'ottima cosa, anche se la Presidente del Tribunale per i

minori di Roma, Melita Cavallo, sembra averne circoscritto la portata, dacché dice:

 

I bambini non hanno pregiudizi, sono innocenti, guardano il mondo con gli occhi dell'affetto

e quello nei confronti della madre è particolarmente intenso a quell'età. Anzi, è bene che il

padre non sottolinei aspetti della realtà che i bimbi non colgono".

"Altro sarà - aggiunge Melita Cavallo - quando i figli cresceranno e la relazione

omosessuale della madre potrà causare loro pregiudizio. Penso al fatto che, in una situazione come

quella di un piccolo centro, possano essere derisi a scuola. Solo allora la decisione del tribunale,

se necessario, potrà essere rivista".

 

Anche la frase sul padre, che è bene non sottolinei la relazione omosessuale della moglie, è double

face: da un lato è un giusto monito al padre, che rischia di traumatizzare i figli con il suo

intento di biasimare la madre, dall'altro sembra voler invitare a don't ask, don't tell (per dirla spiccia).

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L'articolo è ricco di spunti su cui riflettere, realizzato molto bene ed ho apprezzato il fatto che abbia comunque sottolineato che questa sentenza sia una "macchia rainbow" rispetto ad altri casi nei quali si chiedono le perizie psicologiche secondo l'idea di inadeguatezza che avremmo rispetto alla genitorialità, la sentenza, in se, ha aperto un varco per noi gay e lesbiche speriamo sia la prima di tante.

Grazie per aver aperto questo post.

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i giudici affidano sempre i figli alle madri, quindi non mi sembra una novità

lo fanno anche per madri chiaramente psicopatiche, in preda a deliri di persecuzione ed incapaci di separare il loro problema coniugale dalla crescita psicologicamente sana dei propri figli: in questo contesto il lesbismo è un fatto a mio avviso secondario ed assolutamente non dirimente

quindi la notizia non è un'apertura alla genitorialità gay (che infatti non rientra affatto nelle motivazioni del giudice), ma la riprova che nei divorzi la donna ha sempre il coltello dalla parte del manico, perfino quando sfida il bigottismo italiano con una relazione lesbica

 

i padri invece vengono cacciati di casa, decurtati dello stipendio (i più fortunati riescono ad affittare una stanzetta tipo studenti o ritornano dai genitori anziani, se sono ancora in vita, gli altri si attaccano) e molestati dalle ex mogli, che spesso sobillano i figli contro di loro e mettono tutti gli ostacoli possibili per impedire le visite periodiche dei padri  ;)

 

sono temi devastanti per la generazione degli attuali quarantenni e che la politica ignora bellamente, a parte alcune sporadiche iniziative

 

http://www.divorziobreve.org/?q=node/18598

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Stiamo parlando del Tribunale di Nicosia in provincia di Enna

e di un padre che, a cagione del fatto che l'ex coniuge è lesbica,

chiede l'affidamento esclusivo in sostituzione di quello condiviso

previsto dalla legge.

 

Siamo in presenza di un caso in cui cioè è il padre che cerca

di far fuori la madre e non viceversa.

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mi sembra ovvio che un padre cerchi di appellarsi ad ogni evenienza per avere l'affido dei figli, se questo è quanto desidera

 

ma la questione che ponevo è un'altra: la sentenza non mi pare un inno alla omogenitorialità, e mi sembra una forzatura se la interpretiamo in questo senso

e lo dice il commento stesso del Presidente del tribunale per i minori:

...

Altro sarà - aggiunge Melita Cavallo - quando i figli cresceranno e la relazione omosessuale della madre potrà causare loro pregiudizio.

...

 

come dire: per ora possono stare con la madre "a prescindere" ma ad un certo punto la questione della relazione omosessuale peserà e il giudizio potrebbe anche essere rivisto...

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"La relazione omosessuale di una madre, laddove non comporti pregiudizio per la prole, non costituisce ostacolo all'affidamento condiviso dei figli, che possono abitare con lei".

Questo l'ha detto il giudice, conrad. Credo che con pregiudizio intendano problemi dovuti alla società e alle discriminazioni. Anche per questo ci vorrebbe una legge contro l'omofobia.

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Ciò significa che un giorno a questa madre potrebbe paradossalmente essere negato il diritto all'affidamento dei figli perché "altri" - la società omofoba - determinano il pregiudizio.

Certo i bambini vanno tutelati, ma questo significherebbe che il peso del pregiudizio vale di più del diritto di una madre e dei figli.

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"La relazione omosessuale di una madre, laddove non comporti pregiudizio per la prole, non costituisce ostacolo all'affidamento condiviso dei figli, che possono abitare con lei".

Questo l'ha detto il giudice, conrad. Credo che con pregiudizio intendano problemi dovuti alla società e alle discriminazioni. Anche per questo ci vorrebbe una legge contro l'omofobia.

 

d'accordo, e infatti in questa affermazione del giudice (molto cauta e anodina in quell'omofobo "laddove non comporti pregiudizio") io leggo più il ribadire i diritti materni  che una (larvata) apertura alla omogenitorialità

 

mi chiedo poi (non conosco alcun caso al riguardo) cosa sarebbe accaduto se i ruoli fossero stati rovesciati, ovvero cosa avrebbe deciso il giudice se la madre avesse chiesto l'affido esclusivo a fronte di un padre coinvolto in una relazione omosessuale

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"La relazione omosessuale di una madre, laddove non comporti pregiudizio per la prole, non costituisce ostacolo all'affidamento condiviso dei figli, che possono abitare con lei".

Questo l'ha detto il giudice, conrad. Credo che con pregiudizio intendano problemi dovuti alla società e alle discriminazioni. Anche per questo ci vorrebbe una legge contro l'omofobia.

 

Concordo pienamente, perdonate il monoriga ma ha espresso un idea che condivido.

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Ciò significa che un giorno a questa madre potrebbe paradossalmente essere negato il diritto all'affidamento dei figli perché "altri" - la società omofoba - determinano il pregiudizio.

Certo i bambini vanno tutelati, ma questo significherebbe che il peso del pregiudizio vale di più del diritto di una madre e dei figli.

E' vero anche questo, beh si vedrà dopo, no?

mi chiedo poi (non conosco alcun caso al riguardo) cosa sarebbe accaduto se i ruoli fossero stati rovesciati, ovvero cosa avrebbe deciso il giudice se la madre avesse chiesto l'affido esclusivo a fronte di un padre coinvolto in una relazione omosessuale

Me lo chiedo anch'io, hai ragione quando dici che in linea di massima le donne vengono favorite nel momento in cui si decide a chi affidare i figli, credo che ci sia l'idea di fondo che la mamma è indispensabile mentre del papà possiamo farne tranquillamente a meno.

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La legge prevede l'affidamento condiviso, quindi non favorisce nessuno.

 

Poi è evidente che i figli non possono essere tagliati a metà, quindi con

qualcuno dovranno materialmente convivere, non si può assecondare il

desiderio dei genitori in modo acritico

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L'articolo è ricco di spunti su cui riflettere, realizzato molto bene ed ho apprezzato il fatto che abbia comunque sottolineato che questa sentenza sia una "macchia rainbow" rispetto ad altri casi nei quali si chiedono le perizie psicologiche secondo l'idea di inadeguatezza che avremmo rispetto alla genitorialità, la sentenza, in se, ha aperto un varco per noi gay e lesbiche speriamo sia la prima di tante.

Grazie per aver aperto questo post.

Non ho nient'altro da aggiungere,concordo pienamente su tutto.

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Bisogna saper cogliere i segnali positivi, senza vederci del marcio sempre e comunque. Fino a non moltissimo tempo fa la madre sarebbe stata tagliata fuori dai giochi perchè pervertita e malata. Che adesso le venga affidata la prole perchè essere lesbica non incide sulla crescita dei figli (quando non c'è pregiudizio, specifica il giudice), allora è già un passo avanti. E' diverso dall'essere riconosciuta come una madre lesbica, è vero, ma almeno non è stato negato che pur essendo lesbica, è e resta una madre.  ;)

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