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Nozze gay: la Consulta conferma il no.


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http://www.repubblica.it/cronaca/2011/01/05/news/corte_costituzionale_nuovo_no_alle_nozze_gay-10890746/

"Nozze gay, nuovo "no" dalla Consulta

"Diversità di sesso elemento essenziale"

Chiamata a pronunciarsi sul comportamento della municipalità di Ferrara, che aveva negato le pubblicazioni per un matrimonio omosessuale, la Corte Costituzionale esclude l'illegittimità delle norme del Codice Civile che impediscono di sposarsi a persone dello stesso sesso"

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https://www.gay-forum.it/topic/16152-nozze-gay-la-consulta-conferma-il-no/
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Erion ti vedo deciso e combattente, mi piaci! :)

fai parte di qualche associazione o ti stai alleando con la Concia? :salut:

 

Ahahah..si lo sono.

A metà dicembre ho avuto la possibilità di conoscere la Concia a Reggio Calabria e il suo carisma mi ha catturato.

Beh...per le associazioni ci stò pensando seriamente ultimamente. Diciamo che sarebbe l'unico scopo per rimanere in Italia. Restare a lottare, prima di tutto per me stesso.

Non sono d'accordo con "è l'Italia di Silvio". E' la stessa Corte che ha bocciato il Lodo Alfano. Dovremmo fare i conti con una Costituzione scritta nel 1947 da cattolici e comunisti nel bel mezzo di uno scontro ideologico profondissimo, sul finire di una guerra devastante per tutti. Questa è la realtà.  :salut:

Non sono d'accordo con "è l'Italia di Silvio". E' la stessa Corte che ha bocciato il Lodo Alfano. Dovremmo fare i conti con una Costituzione scritta nel 1947 da cattolici e comunisti nel bel mezzo di uno scontro ideologico profondissimo, sul finire di una guerra devastante per tutti. Questa è la realtà.  :salut:

 

Sarà...ma di certo l' Italia medievale non cambierà finchè Berlusconi resterà a governarci.

Non cambierà mai neanche dopo Berlusconi, neanche dopo 50 anni di sinistra e 50 anni di destra. Non cambierà finchè non vorremo cambiare, e per cambiamento ne intendo uno radicale e coraggioso (e non mi riferisco solo in merito alla questione gay...). Questo è un sistema da cui non proverrà mai niente di coerente, nuovo e giusto.

Ragionamento profondamente sbagliato.

 

E' vero la nostra Costituzione è del 1947, quindi non fa menzione

della questione omosessuale, come quella americana del 1787.

 

Ma la questione omosessuale si inscrive nel quadro del principio

fondamentale di uguaglianza, proprio di ogni democrazia. Nè esiste

un ostacolo formale, tanto nella costituzione americana, quanto in

quella italiana

 

La colpa non è quindi delle Costituzioni, ma degli interpreti.

Non di chi l'ha scritta ieri, ma di chi dovrebbe interpretarla oggi.

Ma il problema è questo. La Costituzione italiana e quella americana sono molto diverse, e diverse erano le intenzioni di coloro che le hanno redatte. E' vero che l'interpretazione va al di là della volontà del legislatore, nel senso che vale quello che si è scritto e non quello che si voleva scrivere... ma nel caso della Costituzione italiana, in riguardo al matrimonio tra persone dello stesso sesso, non appare come una snaturalizzazione bella e buona? Uguaglianza e siamo d'accordo. Ma sulla base di cosa? Della stessa Costituzione che verrebbe irrimediabilmente violentata da istituti simili. No, l'impronta che le è stata conferita decenni fa rimarrà intatta. Così come lo scontro ideologico che ne era sotteso, per questo resterà una Costituzione sempre e comunque compromissoria. Pure se i tempi cambiano. E se cambiamo noi.

Questa è l' Italia di Silvio. E' l' Italia che deve e può cambiare.

 

Quando la Consulta rese nota la data in cui all'incirca si sarebbe pronunciata, colui il quale

ha immediatamente fatto una conferenza stampa per annunciare che il suo partito era contrario

alle nozze omosessuali è stato Bersani, segretario del Pd: ed è stato l'unico segretario di

partito a farlo. Già prima molti altri esponenti del Pd (D'Alema in primis) si erano pronunciati

espressamente contro il matrimonio gay, ma nel caso di Bersani colpì il messaggio mandato

alla Consulta, che notoriamente è sotto schiaffo dei partiti politici.

Ma figurati tanto il Costituente del 1787, quanto il Costituente

del 1947 non avevano la più pallida idea del matrimonio gay...

 

Non ne esiste traccia nei dibattiti dell'Assemblea Costituente

e quindi semplicemente hanno ignorato l'argomento.

 

Nel 1947 si dibattè sulla possibilità di specificare che il matrimonio

dovesse essere indissolubile, ma la posizione cattolica fu sconfitta.

 

Quindi l'unica cosa che si può dire è che il Costituente del 1947

respinse l'idea di costituzionalizzare il matrimonio così come era

disciplinato all'epoca...lasciando la porta aperta all'introduzione del divorzio

con legge ordinaria. E respinse l'idea di disciplinare in Costituzione un

contenuto dell'istituto matrimoniale.

.. ti ricordo la chiesa cattolica che si infiltra ovunque.

 

E si..avere la chiesa cattolica radicata in territorio italiano è un grande problema. La Spagna, uno dei paesi più cattolici dopo l' Italia è riuscita a superare vari ostacoli e fa rabbia soggiornando in territorio iberico, non vivere le censure che subiamo noi Italiani;

Li, giornali e televisioni, non hanno problemi nell'ironizzare su Ratzinger e sull' ipocrisia della sua politica.

 

Quindi l'unica cosa che si può dire è che il Costituente del 1947

respinse l'idea di costituzionalizzare il matrimonio così come era

disciplinato all'epoca...lasciando la porta aperta all'introduzione del divorzio

con legge ordinaria. E respinse l'idea di disciplinare in Costituzione un

contenuto dell'istituto matrimoniale.

 

Ne uscì semplicemente un qualcosa di ambiguo sul tema dell'indissolubilità, però terribilmente chiaro sul fatto che la famiglia sia una società naturale fondata sul matrimonio. Cosa che non è in contrasto con l'articolo 2, perchè l'articolo 2 permette alle altre formazioni sociali di non essere discriminate dallo Stato, permette che tutti gli individui possano realizzarsi attraverso queste formazioni, ma non impone che lo Stato riconosca pari garanzie così come questi sono riconosciute alla formazione sociale "famiglia", intesa come luogo principale della propulsione alla vita, e dunque in una posizione privilegiata (non a danno delle altre formazioni sociali, che seguendo il dettato costituzionale non possono essere considerate come forme di "famiglia"). Questi principi sono ribaditi anche negli articoli 30 e 31. Non dico che sul tema un cambiamento di vedute non sia possibile (dopotutto basterebbe una legge costituzionale), ma credo che il problema di fondo relativo a tanti temi della società italiana siano assai più complessi e radicati del semplice riferimento politico contingente ad una stagione (dominata in questo caso da Silvio).

BruisePristine

E si..avere la chiesa cattolica radicata in territorio italiano è un grande problema. La Spagna, uno dei paesi più cattolici dopo l' Italia è riuscita a superare vari ostacoli e fa rabbia soggiornando in territorio iberico, non vivere le censure che subiamo noi Italiani;

Li, giornali e televisioni, non hanno problemi nell'ironizzare su Ratzinger e sull' ipocrisia della sua politica.

nota che comunque qui nel Bel Paese siamo messi un tantino peggio, non per dire, ma facciamo ancora distinzione e discriminazioni tra nord e sud.

nota che comunque qui nel Bel Paese siamo messi un tantino peggio, non per dire, ma facciamo ancora distinzione e discriminazioni tra nord e sud.

 

 

Vabbè i luoghi comuni esistono anche tra il nord e il sud della Francia, tra la gente di Barcellona e gli Andalusi e così via... spero e mi auguro che nel caso vada a Milano, mi sia concesso di affittare casa!  :salut:... BruisePristine, ingenuamente non voglio credere che esistano forti discriminazioni tra nord e sud.

Ne uscì semplicemente un qualcosa di ambiguo sul tema dell'indissolubilità, però terribilmente chiaro sul fatto che la famiglia sia una società naturale fondata sul matrimonio. Cosa che non è in contrasto con l'articolo 2, perché l'articolo 2 permette alle altre formazioni sociali di non essere discriminate dallo Stato, permette che tutti gli individui possano realizzarsi attraverso queste formazioni, ma non impone che lo Stato riconosca pari garanzie così come questi sono riconosciute alla formazione sociale "famiglia", intesa come luogo principale della propulsione alla vita, e dunque in una posizione privilegiata (non a danno delle altre formazioni sociali, che seguendo il dettato costituzionale non possono essere considerate come forme di "famiglia"). Questi principi sono ribaditi anche negli articoli 30 e 31. Non dico che sul tema un cambiamento di vedute non sia possibile (dopotutto basterebbe una legge costituzionale), ma credo che il problema di fondo relativo a tanti temi della società italiana siano assai più complessi e radicati del semplice riferimento politico contingente ad una stagione (dominata in questo caso da Silvio).

 

 

Trovo incredibile che un gay possa essere più realista del re, classico caso di masochismo

italico!

 

Ovviamente tu puoi appiattirti sulla posizione di chi è contrario al matrimonio gay

ma se autorevoli corti italiane hanno posto la questione alla Corte Costituzionale,

quanto meno dovresti dare la colpa alla Corte ed a chi l'ha nominata ( tutti i partiti

del presente parlamento ) e non alla Costituzione ASSOLVENDO TUTTI

 

Dire che occorre una legge costituzionale significa rinunciare al matrimonio gay

per i prossimi 30 anni

Di fatto questa sentenza preclude la possibilità dell'introduzione del matrimonio omosessuale per via legislativa servirebbe per forza una modifica del testo costituzionale.

 

In ogni caso per qualsiasi cosa il presupposto non può che essere la sconfitta di Berlusconi, perché finchè ci sarà lui ci sarà l'immobilismo più totale su questa materia e anzi una regressione culturale, questa coalizione di governo è il peggior nemico di ogni omosessuale e di ogni riconoscimento in ambito di diritti civili.

Per cui la priorità per poter fare qualsiasi passo avanti è mandare a casa Berlusconi e la sua coalizione.

 

Poi in una prossima legislatura di centrosinistra cercare di portare a casa una legge sulle unioni civili e una legge contro le driscriminazione/violenze agli omosessuali.

 

Perché la strada del matrimonio per via legislativa attualmente pare preclusa, la carta del ricorso alla corte costituzionale è stata giocata e non ha funzionate e anzi ha precluso pure quella per via legislativa, e la via di una riforma costituzionale mi sembra assai improbabile ora come ora.

Di fatto questa sentenza preclude la possibilità dell'introduzione del matrimonio omosessuale per via legislativa servirebbe per forza una modifica del testo costituzionale.

 

In ogni caso per qualsiasi cosa il presupposto non può che essere la sconfitta di Berlusconi, perché finchè ci sarà lui ci sarà l'immobilismo più totale su questa materia e anzi una regressione culturale, questa coalizione di governo è il peggior nemico di ogni omosessuale e di ogni riconoscimento in ambito didiritti civili.

Per cui la priorità per poter fare qualsiasi passo avanti è mandare a casa Berlusconi e la sua coalizione.

 

Poi in una prossima legislatura di centrosinistra cercare di portare a casa una legge sulle unioni civili e una legge contro le driscriminazione/violenze agli omosessuali.

 

perché la strada del matrimonio per via legislativa attualmente pare precluso, la carta del ricorso alla corte costituzionale è stata giocata e non ha funzionate e anzi ha precluso pure quella per via legislativa, e la via di una riforma costituzionale mi sembra assai improbabile ora come ora.

 

 

:salut:

Dire che occorre una legge costituzionale significa rinunciare al matrimonio gay

per i prossimi 30 anni

 

Ripropongo questo: http://www.gay-forum.it/forum/index.php/topic,20437.msg405240.html#msg405240

 

Hinzelmann, impossibile percorrere questa strada con le famose leggi di iniziativa popolare?

Le leggi di iniziativa popolare non vengono mai discusse

dal Parlamento perchè sono i capigruppo parlamentari

insieme ai presidenti a decidere l'ordine dei lavori...restano

lì a giacere, automaticamente riproposte di legislatura in

legislatura, in un limbo perenne :salut:

La legge di iniziativa popolare di Beppe Grillo per la riforma della legge elettorale è ancora lì che deve essere discussa perché non la mettono mai all'ordine del giorno per la discussione.

Comunque anche se fosse discussa se non c'è una maggioranza in parlamento per sostenerla verrebbe bocciata.

Trovo incredibile che un gay possa essere più realista del re, classico caso di masochismo

italico!

 

Ma io non mi trovo d'accordo con quel discorso sulla Costituzione, però di fatto è così che la questione va posta, è stata posta ed è stata intesa. Intendere in altro modo il dettato costituzionale equivale a violentarne la natura. Il che personalmente non mi suscita granchè scandalo, ma mette in discussione parecchio dei principi su cui è fondata questa repubblica. Da qui il mio richiamo ad un cambiamento, che non può essere piccolo o grande in funzione delle nostre idee e opinioni personali, e di volta in volta a seconda di quanto ci interessino le questioni poste. Non so se mi spiego.

 

Ovviamente tu puoi appiattirti sulla posizione di chi è contrario al matrimonio gay

ma se autorevoli corti italiane hanno posto la questione alla Corte Costituzionale,

quanto meno dovresti dare la colpa alla Corte ed a chi l'ha nominata ( tutti i partiti

del presente parlamento ) e non alla Costituzione ASSOLVENDO TUTTI

 

I giudici della Corte dovrebbero essere i più autorevoli, quelli con il profilo tecnico-giuridico massimo, i custodi dell'integrità e della giustizia costituzionale. Che siano "cattivi" o "buoni" a seconda delle loro sentenze è un fenomeno comune nell'esperienza italiana, sia da destra che da sinistra. Il che toglie autorevolezza a tutto il sistema.

Che poi sicuramente lo sai che la Corte è composta da 5 giudici nominati dalle magistrature, 5 dal Presidente della Repubblica e 5 dal Parlamento. Politicizzati forse sì, ma non troppo.

 

Dire che occorre una legge costituzionale significa rinunciare al matrimonio gay

per i prossimi 30 anni

 

Intanto per rispettare quei principi democratici e costituzionali che ci siamo dati sarebbe la strada più giusta. Ricreare le condizioni di un grande consenso e compromesso. Tra l'altro ciò impedirebbe di introdurre nella società fatti e comportamenti che nella realtà non sono accettati. Ma poi qui andiamo in un altro ambito...

I giudici della Corte Costituzionale sono di nomina politica

( governo, parlamento, presidenza della repubblica )

 

Autorevoli sì, ma di nomina politica.

 

In compenso esiste una forte pressione della magistratura

di carriera e moltissimi Tribunali continuano a sollecitare la

Consulta. La cui composizione cambierà...

 

Certo manca l'appoggio accademico-culturale, ancora

ristretto e soprattutto un vasto movimento politico

a comiciare dai gay, di sostegno alla campagna, in modo

da far pressione sui soggetti politici istituzionali, cioè i

Partiti politici.

 

Tuttavia da qui a dire: rinunciamo a combattere, la

via è la riforma della Costituzione, ce ne corre...la prima

prospettiva implica un fare ( certo difficile ) la seconda

un rinunciare, perchè ovviamente l'art. 29 Cost. non

sarà riformato mai dai 2/3 del Parlamento

Non ci sono giudici della Corte Costituzionale nominati dal governo, i giudici della Corte Costituzionale sono nominati per 1/3 dalle supreme magistrature, per 1/3 dal parlamento e per 1/3 dal presidente della repubblica.

 

Comunque è difficile che una interpretazione venga ribaltata nell'arco di poco tempo, anzi più ricorri alla Corte Cosituzionale e più questa produce sentenze contrarie al matrimonio omosessuale più in qualche modo favorisci la formazione di una giurisprudenza consolidata in materia verso la quale poi è difficile che di punto in bianco i giudici costituzionali si discostino.

 

Per altro in ogni caso anche da queto punto di vista il presupposto rimane sempre quello di mandare a casa Berlusconi il prima possibile perché i giudici che nomina lui tramite la maggioranza in parlamento saranno sicuramente giudici costituzionali di stampo conservatore e difficilmente favorevoli al matrimonio omosessuale.

Inoltre la prossima legislatura sarà quella che nominerà il Presidente della Repubblica per cui se le prossime elezioni dovessero essere vinte da Berlusconi lui potrebbe nominarsi il Presidente della Repubblica e tramite questo nominare ancora più giudici costituzionali cioè una maggioranza dei 2/3(quelli nominati dal parlamento + quelli nominati dal presidente della repubblica).

 

Per cui se vogliamo fare passi avanti diventa basilare battere Berlusconi.

I giudici della Corte Costituzionale sono di nomina politica

( governo, parlamento, presidenza della repubblica )

 

Ma scusa, adesso mi fai venire crisi di coscienza, ma 5 non sono eletti dalle supreme magistrature? In teoria questi dovrebbero essere totalmente apoliticizzati  (e lo dovrebbero essere anche gli altri dieci).  :salut:

 

Certo manca l'appoggio accademico-culturale, ancora

ristretto e soprattutto un vasto movimento politico

a comiciare dai gay, di sostegno alla campagna, in modo

da far pressione sui soggetti politici istituzionali, cioè i

Partiti politici.

 

Quindi per come la vedo io - parlo personalmente - manca tutto.

 

 

Tuttavia da qui a dire: rinunciamo a combattere, la

via è la riforma della Costituzione, ce ne corre...la prima

prospettiva implica un fare ( certo difficile ) la seconda

un rinunciare, perché ovviamente l'art. 29 Cost. non

sarà riformato mai dai 2/3 del Parlamento

 

Io sono sostanzialmente contrario al matrimonio gay, ma sarei più tendente al riconoscimento delle coppie di fatto. Inoltre non ho mai parlato di rinunciare, ma anzi ad invogliare un cambiamento totale e radicale (:), su cui ognuno può diversamente fantasticare). A parte il mio personalissimo modo di vedere la questione, ritengo comunque la prima alternativa più giusta: in primo luogo più rispettosa della Costituzione – sempre se davvero la intendiamo come pilastro della nostra repubblica, e su questo sono il primo ad avere più d’un dubbio – in secondo luogo più realistica sul versante pratico: avere un matrimonio gay ed una società che non è pronta sotto tutti i punti di vista ad accettarlo è per me totalmente inutile (se non controproducente). La maggioranza qualificata che tu citi dovrebbe essere il fondamento di un simile cambiamento. E’ questo ciò che dobbiamo augurarci, non risicate e scorrette leggine ritagliate in qualche breve e debole legislatura in preda a qualche crisi di coscienza. Ma questa è solo la mia umile opinione, me ne rendo conto.

Di fatto questa sentenza

 

 

Questa non è una Sentenza, bensì un'Ordinanza. La quale non ha fatto altro che riconfermare quanto era stato detto della Sentenza 138 del maggio 2010. In questo senso, non è cambiato niente, non è successo nulla di nuovo, anzi non è accaduto nulla. Avendo da poco emanato una sentenza in materia, la Consulta - come sempre - ha ribadito il contenuto di quella decisione. Parlare di «nuovo» no della Corte ai matrimoni gay è sbagliato: è lo stesso no della Sentenza n. 138/2010, che sarebbe bene leggere attentamente.

 

Se si vuole comprendere quale sia la situazione italiana bisogna guardare ad essa, e non alla rappresentazione parziale di una singola Ordinanza. Altrimenti si valutano solo alcun aspetti e se ne dimenticano altri assolutamente essenziali. Ora la Sentenza ha stabilito la dignità costituzionale delle coppie omosessuali e che esse sono portatrici degli stessi diritti delle coppie eterosessuali «coniugate». Paolo Patané (Presidente Arcigay) ne trae le seguenti conseguenze:

 

Non mi sembra un elemento secondario e dimostra come possa essere fuorviante basarsi su elementi consequenziali come l'ordinanza in questione. Dobbiamo invece ritornare al testo principe per capirne il senso, ovvero che la Consulta non ha escluso la possibilità del matrimonio omosessuale, ma ha rimandato la questione al LEGISLATORE = invito alla via POLITICA....E tuttavia ha anche esortato a far valere in modo puntuale quei diritti che derivano dal riconoscimento della dignità costituzionale delle coppie omosessuali = invito alla via GIUDIZIARIA. E tutto questo ha un senso se avviene contemporaneamente e se viene affrontato con serietà,ovvero intensificando il dibattito culturale = via CULTURALE, e sottraendosi a comportamenti umorali ed emotivi....Non è un NO che giustifica il mutamento di un obiettivo, ma è piuttosto la capacità di fare del mantenimento di una posizione un metodo per aprire degli spazi e raggiungere dei risultati. Passare, a causa di questa ordinanza, dalla rivendicazione del matrimonio a qualche forma alternativa...aiuterebbe davvero ad ottenere qualcosa? O servirebbe solo a mostrarci confusi,fragili e emotivamente,strategicamente e culturalmente inconsistenti? La via giuridica, quella politica e quella culturale non solo possono, ma debbono coesistere,perché insistere sulla via giuridica e su quella culturale apre gli spazi perché la via politica abbia un senso.

 

Per quanto riguarda le iniziative giudiziarie ricordo che è sempre aperta ed è sempre perseguibile la richiesta di trascrizione all'Anagrafe di un matrimonio gay avvenuto all'estero, ad esempio in Spagna: l'ufficiale d'anagrafe ha il dovere di acquisire ogni elemento sullo stato di convivenza ( articolo 4 del DPR 223/1989 ). Se una persona è sposata all'Estero, non può dichiarare di " non aver vincoli affettivi " col proprio convivente : sarebbe falso ideologico.

 

E' anche sempre perseguibile la strada di chiedere la trascrizione del proprio matrimonio all'Ufficiale di Stato Civile, ma non sarà una strada coronata da successo, perché esso sarà dichiarato contrario all'ordine pubblico. Questo principio è stato ribadito dalla circolare 55/2007 del Ministero degli Interni del Governo di Romano Prodi...

 

Infine:

 

L’Associazione Radicale Certi Diritti continua la sua lotta per il superamento delle diseguaglianze e rilancia la via legale, la campagna di ‘Affermazione Civile’, allargando anche alle coppie lesbiche e gay, costrette a sposarsi all’estero, l’invito a intentare ricorsi oltre che in Italia anche alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo affinchè l'unione venga riconosciuta dall'Italia. Occorre ricordare che il mancato riconoscimento delle coppie che si sono sposate in altri paesi membri dell’Ue, avviene in aperta violazione dei Trattati di Nizza e di Lisbona.

Bry.kyn91, al di là della tua idea personale sul matrimonio gay, cerchiamo di non esagerare nell'intenzione di non voler "violentare" la Costituzione, finendo in questo modo per violentare la sentenza della Corte costituzionale.

 

L'interpretazione data dalla Corte costituzionale è stata, in soldoni:

- il matrimonio omosessuale non è un diritto inalienabile;

- l'ammettere il matrimonio eterosessuale e negare quello omosessuale non è violazione del principio di eguaglianza.

 

Stop. Questo è ben altro dal sostenere che il matrimonio gay è vietato dalla Costituzione, dunque per introdurlo occorre una legge costituzionale. Prova a leggerti i seguenti passi della famigerata sentenza:

 

- Ne deriva, dunque, che, nell’ambito applicativo dell’art. 2 Cost., spetta al Parlamento, nell’esercizio della sua piena discrezionalità, individuare le forme di garanzia e di riconoscimento per le unioni suddette, restando riservata alla Corte costituzionale la possibilità d’intervenire a tutela di specifiche situazioni [...]

- Ancora una volta, con il rinvio alle leggi nazionali, si ha la conferma che la materia è affidata alla discrezionalità del Parlamento.

Ulteriore riscontro di ciò si desume, come già si è accennato, dall’esame delle scelte e delle soluzioni adottate da numerosi Paesi che hanno introdotto, in alcuni casi, una vera e propria estensione alle unioni omosessuali della disciplina prevista per il matrimonio civile oppure, più frequentemente, forme di tutela molto differenziate e che vanno, dalla tendenziale assimilabilità al matrimonio delle dette unioni, fino alla chiara distinzione, sul piano degli effetti, rispetto allo stesso.

Veramente la Corte Costituzionale ha di fatto escluso il matrimonio omosessuale per via legislativa.

 

Ha chiaramente detto che la conzezione di matrimonio contenuta nel testo cosituzionale non è comprensiva del matrimonio omosessuale e rimanda ad una concezione tradizionale.

Per cui se lo si vuole serve una riforma costituzionale.

 

Nella sentenza si legge:

Questo significato del precetto costituzionale non può essere superato per via ermeneutica, perché non si tratterebbe di una semplice rilettura del sistema o di abbandonare una mera prassi interpretativa, bensì di procedere ad un’interpretazione creativa.

Si deve ribadire, dunque, che la norma non prese in considerazione le unioni omosessuali, bensì intese riferirsi al matrimonio nel significato tradizionale di detto istituto.

 

Questo può piacere o meno(e a me non piace)ma così si è pronunciata.

 

Per cui si dovrà guardare avanti cencando di battere Berlusconi per portare a casa una legge sulle unioni civili e per porre le basi e creare le condizioni perché in futuro si possa avere il matrimonio omosessuale.

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