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Occupazione giovanile, piano del governo: "Lavoro manuale, umiltà e contributi v


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cioè di gente che fa lavori per cui è sovraqualificata.

Soprattutto, bisognerebbe fare un paragone, in percentuale, sulle due categorie.

 

Io pure conosco gente che, stupidamente, rinuncia a opportunità di lavoro perché vorrebbe qualcosa di più e finisce per restare a terra. Ma conosco anche gente nel caso opposto. Solo che il primo caso fa sicuramente più notizia del secondo. ;)

 

E anche su questo mi trovi completamente d'accordo.

Esistono entrambi i casi perché anche la meritocrazia tanto propugnata e "in bocca a tutt*" è una scusa, ile/i lavative/i stanno d'appertutto, cito il mio caso, lavoro part-time in un ufficio sorretto solo da me e da un altra collega, le altre fanno lo stretto necessario e male.

La meritocrazia non è tanto vedere coloro che sanno integrarsi in un modus corrotto, ma vedere coloro che cercano di fare gruppo e vengono ostacolat* da chi ritiene migliore l'idea di fare massa dentro un sistema escludente e forcaiolo.

Ho semplificato per dire che le qualità non sono affatto apprezzate in questo "stato di cose esistenti" citando Marx, piuttosto viene apprezzata l'assoggettazione ad un modello dominante che ha contribuito a far si che quelle parole d'ordine, oggi elargite da questo governo, siano recepite come assolute dalla maggioranza delle/degli italian*.

Segnalo http://amato.blogautore.repubblica.it/2011/02/01/ma-e-record-anche-di-disoccupati-di-lunga-durata/

 

Il tasso record della disoccupazione giovanile è l’ennesima conferma dell’esclusione di un’intera generazione dal mondo del lavoro, dalla società. Ma c’è anche un altro record, tipico di un mercato del lavoro asfittico di un Paese dall’economia stagnante: quello della disoccupazione di lunga durata. Giustamente in alcuni dei commenti postati all’articolo sui dati Istat odierni si denuncia e si chiede di denunciare il grave disagio di chi è precario o perde il lavoro dai 35 anni in su. Perché in un mercato del lavoro come quello italiano, se il lavoro si perde, non si ritrova. Ci sono Paesi dove il governo si fa carico dei disoccupati di lunga durata, li forma per farli ritornare nel circuito del lavoro. In Canada, in Ontario, questo compito per esempio è affidato all’università.

 

In Italia chi perde il lavoro è abbandonato a se stesso.  Ai giovani si consiglia l’umiltà, si sconsigliano licei e lauree e si offrono contratti d’apprendistato. Ai meno giovani che perdono il lavoro non si offre neanche questo. La quota dei disoccupati di lunga durata (cioè da almeno 12 mesi) sfiora il 45% (44,4%), seconda solo a quella della Slovacchia 54%) e della Germania (45,5%, a fronte però di un tasso di disoccupazione ben più basso). Il dato viene riportato dall’Istat nelle statistiche Noi Italia, e si riferisce pertanto al 2009, per il 2010 non è ancora disponibile. Difficile però immaginare un miglioramento su questo fronte (anche se nel 2008 questo tasso era leggermente più alto, al 45,7%). Per le donne la percentuale della disoccupazione di lunga durata è maggiore, 47%, per gli uomini 42,2%.

(...)

  • 2 weeks later...

...purtroppo lavorare non sempre significa coltivare i propri interessi.... lavorare significa fare un qualcosa di utile per gli altri... talmente utlie che vieni pagato.

 

Molte volte i mestieri interessanti sono poco utili per la società e per tanto permettono di guadagnare poco.

L'idraulica serve a tutti e un bravo idraulico (parlo di un piccolo imprenditore nell'idraulica) negli anni può diventare milionario.

 

Dobbiamo esser contenti che, nonostante tutto, molte falcoltà universitarie sono ad accesso libero... e quello del nostro Governo è solo un giusto monito: nello scegliere la facoltà di studio renditi conto di quali sono le effettive possibilità di impiego e di guadagno.

...per la serie omo avvisato, mezzo salvato!  :asd:

 

la nostra società non crescerà mai economicamente se ci sono pochi laureati in ingenieria, fisica e matematica, perchè sono essi il motore dello sviluppo.

 

La ricetta per lo sviluppo:  - azzeccagarbugli + scienziati e basta con l'enfatizzare troppo la cultura che insegnano a scuola, perchè serve a poco.

                               

  • 2 weeks later...
Draghi, allarme crescita e giovani

"Stentiamo da quindici anni"

 

 

VERONA - Allarme del governatore di Bankitalia per la crescita. "Stenta da 15 anni - ha detto questa mattina al Forex di Verona -  i tassi di sviluppo del nostro paese sono attorno all'1%". La domanda interna, inoltre, rimane "debole", e per tornare allo sviluppo sarebbe necessario un assetto normativo ispirato pragmaticamente all'efficienza del sistema".

 

E ulteriore preoccupazione per i prossimi mesi arriva dalla situazione libica. "Nella nostra economia - spiega il numero uno di Palazzo Koch - un aumento del 20% del prezzo del petrolio determina una minor crescita del prodotto di mezzo punto percentuale nell'arco di tre anni".

 

Le riforme. "Si è già cominciato - dice Draghi -, ma azioni riformatrici più coraggiose migliorerebbero le aspettative delle imprese e delle famiglie e aggiungerebbero per questa via impulsi alla crescita". L'Italia, sottolinea ancora, "dispone di grandi risorse, ha molte aziende, una grande capacità imprenditoriale, la sua gente è laboriosa e parsimoniosa".

 

I salari dei giovani. "I salari d'ingresso dei giovani sul mercato del lavoro, in termini reali, sono fermi da oltre un decennio su livelli al di sotto di quelli degli anni Ottanta. E il tasso di disoccupazione giovanile sfiora il 30%. Si accentua la dipendenza, già elevata nel confronto internazionale, dalla ricchezza e dal reddito dei genitori". E' questa la spietata fotografia che il governatore scatta sulla situazione economica che riguarda le giovani generazioni.

 

La spesa corrente e il fisco. Il contenimento della spesa corrente "dovrà proseguire anche oltre il 2012 - continua Draghi - e la sua composizione deve essere orientata a favore della crescita". E  ancora: "Non vi sono altre strade per ridurre il disavanzo, visto che la pressione fiscale già supera di 3 punti quella media dell'area dell'euro. Maggiori entrate che si rendano disponibili grazie a recuperi di evasione dovranno essere usate per ridurre la pressione sui contribuenti che già pagano il dovuto".

(...)

 

http://www.repubblica.it/economia/2011/02/26/news/draghi_allarme_crescita_stentiamo_da_quindici_anni-12924305/

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