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La mia storia personale...


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sai Fox (a proposito, io mi chiamo Stefano) non è una cosa così lineare per me... pero' ti dico questo: ho avuto una breve storia con un ragazzo e quella è stata la prima volta che ho detto "ti amo" con convinzione; non che prima facessi finta, ma non avevo capito cosa volesse dire amare veramente qualcuno. Con mia moglie c'è affetto, intesa, anche complicità, affinità e tutto quello che vuoi. Non ci sto male con lei, lei fa di tutto per farmi stare bene, io dal punto di vista materiale e mentale non le faccio mancare niente (piccole sorprese, regali, una telefonata inaspettata, ecc.) ma ho capito da quando ho amato quest'uomo che quello che provo per mia moglie non è amore, è qualcosa di meno, seppur piacevole in fondo.

 

Piacere Stefano, Simone :pausa:

Certo, lo capisco, ma queste cose si provano e si hanno nei confronti di tante persone a noi vicine...come mai non ci hai pensato prima a parlarle? Aspetta... questa relazione c'è stata quando?

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Certo, gli dite di rivelare la verità, però parliamo di un uomo che stando al nick ha 51 anni, con una vita avviata - credo - in tutti i campi. Non penso sia facile stravolgere la propria esistenza a quest'età (non che tu sia vecchio eh!  :pausa:), rimettere tutto in gioco ed essere visti come omosessuali dopo essere stati sempre percepiti come padre e marito.

 

Se è devastante a 15 anni, non oso immaginare cosa debba essere a 51.

Simone, la relazione è stata due anni fa (tra l'altro si chiamava Simone  :pausa:) e prima che lui mi mollasse di brutto stavo per dirle tutto. In seguito molte volte ho pensato di dire tutto poi non ho avuto come si dice gli attributi...

... Sei bugiardo, falso e con una doppia vita.

 

Tu ti stai facendo la tua vita, stai riscoprendo e vivendo cose che ti piacciono, tua moglie invece? Spero che anche lei abbia capito che c'è molto di più la fuori e ti tradisca con qualche bel 20enne con cui provare esperienze piacevole e appaganti perché sicuramente si merita qualcuno migliore di una persona che vive due vite e trova piacere nel farlo.

 

A volte mi stupisco delle persone come te che scrivono su questo forum, perché io speravo che crescendo, arrivando anche a 50-60 anni la gente maturasse, trovasse il coraggio di essere quel che è, di prendere decisioni e soprattutto di essere sincera.

Invece mi rendo conto che crescendo non cambia nulla, si peggiora soltanto.

Tu non hai il coraggio etc. etc.

 

mi sembra tu abbia una visione un poco in bianco e nero: in realtà né tu, né tantomeno io, sappiamo niente di m1960 o di sua moglie, a parte qualche riga che ci è stata raccontata: se una cosa ho imparato con gli anni è che bisogna essere molto cauti a giudicare, perché le cose sono sempre molto più complesse di quel che sembrano e un punto di vista non descrive mai tutta una verità

potrebbe essere ad esempio che la moglie di m1960 non sia una dolce fanciulla ingenua vittima di un uomo egoista e amorale, ma una donna intelligente e volitiva, che forse si è accorta di qualcosa già da tempo, chissà,  e che si è resa involontariamente o coscientemente "complice" di questa situazione per evitare "il peggio" o quello che lei reputa tale

 

le colpe potrebbero essere ben intrecciate, i rimorsi condivisi, e se occorre rompere un equilibrio per ricostruirne un altro più sano, occorre probabilmente farlo agendo su entrambi i membri della coppia in termini di chiarezza di atteggiamenti e di aspettative

questo è necessario perché questa storia è evidentemente diventata per m1960 fonte di sofferenza (e probabilmente lo è anche per sua moglie, seppure in modo diverso)

farei riflettere che è in qualche modo "mostruoso" il sacrificio che la situazione sta chiedendo a m1960, ovvero di vivere la sua affettività e sessualità in una ridda di rapporti occasionali nascosti e frustranti: sbrigandosela dicendo che è "una sua scelta" e che è "tutta colpa sua" non è secondo me esatto

sono sempre scelte "di coppia", spesso inconsapevoli e mai condivise alla luce del sole, ma comunque non per questo meno forti e psicologicamente cogenti

Simone, la relazione è stata due anni fa (tra l'altro si chiamava Simone  :pausa:) e prima che lui mi mollasse di brutto stavo per dirle tutto. In seguito molte volte ho pensato di dire tutto poi non ho avuto come si dice gli attributi...

 

Capisco...mi sembri una persona sensibile alla fine, forse un pò "debole" diciamo, ma molto sensibile...è vero?? Pensaci bene, si è sempre in tempo, non fare che sia però troppo tardi... :bua:

Ah Simone si chiamava quindi :rotfl:

Certo, gli dite di rivelare la verità, però parliamo di un uomo che stando al nick ha 51 anni, con una vita avviata - credo - in tutti i campi. Non penso sia facile stravolgere la propria esistenza a quest'età (non che tu sia vecchio eh!  :rotfl:), rimettere tutto in gioco ed essere visti come omosessuali dopo essere stati sempre percepiti come padre e marito.

 

Se è devastante a 15 anni, non oso immaginare cosa debba essere a 51.

 

 

 

Hai ragione, la mia vita è perfettamente avviata e ci sarebbe da ricostruire tutto daccapo a (quasi) 51 anni; amici, vita sociale, ecc. Però, checchè qualcuno dica il contrario, far soffrire la mia famiglia è la cosa che mi pesa di più. Non ho neppure paura della solitudine che molto probabilmente dovrei affrontare, perchè sono una persona che riesce a stare da sola senza problemi.

 

Ti ringrazio Bry.kyn91 per la sensibilità che dimostri  :pausa:

:rotfl:

Figurati, credo che il tuo non sia egoismo o paura come qualcuno dice, ma penso ci sia soprattutto una buona dose di sacrificio. E in questo quoto Conrad65.

 

Riguardo Almadel: beh, è chiaro che per un ragazzino con genitori omofobi che dipende in tutto e per tutto dalla sua famiglia sarebbe stupido dichiararsi. Così come può essere avventato farlo per un uomo con una vita ormai avviata. Non è tanto l'età ad essere determinante, quanto le condizioni di ognuno.  :pausa:

Io mi sono dichiarato a 17 anni in famiglia ma perchè sapevo di poterlo fare. Se non avessi potuto non lo avrei fatto. Non c'è un età ottimale, ci sono solo condizioni più o meno favorevoli. Che poi si tratta comunque di un azzardo, perchè le previsioni - nere o rosee che siano - possono non corrispondere alla realtà.

Capisco...mi sembri una persona sensibile alla fine, forse un pò "debole" diciamo, ma molto sensibile...è vero?? Pensaci bene, si è sempre in tempo, non fare che sia però troppo tardi... :bua:

Ah Simone si chiamava quindi :rotfl:

 

Dicono che sono sensibile in effetti... che sia debole è un dato di fatto direi  :pausa:

innanzitutto scusate per lo spostamento, topic ipertrofico non ci si crede che abbia gia' 3 pagine!

 

secondo poi tutti si stanno soffermando sul rapporto tra Stefano e sua moglie, io personalmente penso piu' al rapporto coi suoi figli. Non credo sia la prima volta che e' venuto a scrivere sul forum un padre gay e mi pare in passato di aver dato la stessa opinione. Si fa presto a dire che i figli saranno sconvolti, ma forse non tanto, dipende dalle persone. Io fossi in te ci proverei a parlare con loro. Se mio padre venisse a dirmi di essere gay (o se questa non e' una buona argomentazione essendo anche io gay e quindi e' ovvio che sia dalla sua parte, se mio padre ipoteticamente venisse a dirmi di aver tradito mia madre) io non penso che rimarrei tanto "disgustata" quanto sorpresa. Ma in quanto adulta (come ritengo siano anche i tuoi figli all'eta' di 24 e 22 anni) si dovrebbe essere in grado di percepire il genitore come una persona, fatta di pregi e difetti come tanti. La reazione che per me e' naturale a una rivelazione del genere e': cosa avra' provato? Cosa lo avra' spinto a fare questo, come si sara' sentito?

Mi rendo conto che questo dipende dalla mia personalita' e magari i tuoi figli sono comunque immaturi per quell'eta', o si preoccupano troppo di cosa pensano gli altri piuttosto che preoccuparsi del fatto che il loro padre gli ha appena fatto una signora confessione e si e' aperto in un modo che, diciamocelo, pesa (io non ho problemi a raccontare ai miei genitori se ho magagne ma loro hanno una certa immagine da mantenere e quindi ci pensano duemila volte prima di fare altrettanto con me....), per cui solo tu puoi giudicare se loro siano o meno in grado di sostenere la conversazione. L'importante e' che non usi "sarebbero sconvolti" come una scusa, perche' allora non sei ne' meglio ne' peggio di tutti quelli che non dicono ai genitori di essere gay perche' i genitori "li butterebbero fuori di casa". Secondo me bisognerebbe cercare di essere obiettivi con la gente che ci circonda e giudicare caso per caso. Alcuni genitori buttano fuori di casa, altri no, alcuni figli comprendono, altri no, in base a quello che sai dei tuoi figli, cerca di capire da che parte stanno.

Confessare di essere gay non fa di te un padre meno devoto o che non ama i propri figli al contrario fa di te un padre che ricerca un rapporto 100% sincero con i propri figli anche quando questo significa avere conversazioni scomode.

Mi permetto di rispondere, ma più che a m1960, agli altri utenti. Sembra di respirare un po' troppi stereotipi, quindi provo a fare un breve resoconto senza multiquotare (per amor di chiarezza, e per evitare flame):

 

Il nostro Stefano si è sposato da giovane quando era convinto che il matrimonio fosse la cosa giusta da fare. Infatti a suo dire all'inizio è stato bene. Poi ad un certo punto ha cominciato a comprendere che forse le cose non erano semplici come sembravano.

A questo punto tutti a puntare il dito: potevi dirglielo, non dovevi cornificarla prima. Non so se ci rendiamo conto della situazione sociale e culturale in cui versa il nostro paese, soprattutto versava fino a qualche anno fa. Riuscire ad accettare la propria sessualità, soprattutto con l'avanzare dell'età, non è una cosa facile, e credo che tutti qui lo sappiano; dirò di più, è (o è stato) difficile per noi che abbiamo tra i 15 e i 30 anni, provate ad immaginare cosa può essere per un uomo sposato, con figli, nato almeno 20 anni prima di noi.

Ma proseguiamo. Dal racconto di Stefano si evince come lui abbia avuto la certezza di essere omosessuale soltanto durante la relazione con il suo primo ragazzo. Quindi secondo voi cosa doveva fare, appena captati i primi segni di gayezza dire: "tesoro, sai forse sono gay, quindi è meglio che ti lascio" (con i figli ancora piccoli) senza neanche essere sicuro lui stesso?

 

Secondo me dovremmo cercare di pesare bene le parole, soprattutto quando vogliono essere accusatorie nei confronti di una persona in difficoltà che si è aperta con noi.

 

Ora per tornare IT, Stefano, l'unico consigli che mi sento di darti è trovare il coraggio di parlare con tua moglie, perché per come la vedo io è l'unica che avrebbe ragione di rimanere ferita (i figli sono grandi, tu sei sempre il loro padre, e puoi permetterti di dirglielo con calma e in un momento successivo), e non tanto per il tradimento sessuale, quanto per il fatto di non averle mai detto nulla (anche se sappiamo che non era possibile fino a qualche tempo fa). Di certo, se vuoi vivere liberamente la tua sessualità non puoi lasciare le cose come stanno. Il discorso da intraprendere dipende da che tipo di persona è tua moglie. Potrebbe avere senso lasciarla senza dirle della tua omosessualità, se sei certo che peggiorerebbe le cose. Oppure potresti dirle tutta la storia, e forse potrebbe capire. Certo noi non possiamo dirti come reagirà tua moglie, ma tu potresti fartene un'idea; anzi, è probabile che se in passato avete discusso di tradimenti di altre persone, o addirittura di casi analoghi al tuo, tu sappia già come la pensa.

mi sembra tu abbia una visione un poco in bianco e nero: in realtà né tu,  ECC.

 

Non vedo nessuna giustificazione in quanto hai scritto.

Tra l'altro come sempre si tende a dare la colpa al tradito, ed a mio parere, ci vuole PARECCHIO coraggio a farlo.

Comunque come ho specificato nel post successivo, ho consigliato a lui di confessare il tutto non solo alla moglie, ma soprattutto ai figli, dimmi un po', i figli che colpa hanno in tutto questo? Saranno degli omofobi, hitleriani che lo costringono a nascondersi? Perchè di scuse se ne possono trovare quante vogliono, ma mi dispiace, non ce n'è una che regga il tutto.

Ripeto, lo dovrebbe fare per se stesso, ma soprattutto per la moglie e i figli.

Io racconterei a partire da questa storia finita due anni fa.

 

Quello è il momento in cui hai capito l'importanza di essere gay,

quello è stato il momento in cui sei stato tentato di parlare e

quindi io mi racconterei a partire da quel punto.

Io invece trovo inutili i commenti buonisti contro ogni logica dei fatti, aka commenti da avvocati del diavolo o delle cause perse.

Sulle scusanti tipo "eh ma parliamo di tanti anni fa" dico solo che una mia zia e' stata ragazza madre negli anni 40 in un paesino, senza mai scappare, nascondersi, o simulare falsi padri per il figlio, quindi se uno ha gli attributi non ha scusanti del genere.

Una volta appurati i pruriti maschili, se proprio non voleva confessare a moglie e figli il tutto, poteva benissimo chiedere la separazione senza entrare nel dettaglio, sarebbe stata la scelta piu' corretta. Ogni giorno che passa da allora, e' un giorno di presa in giro perpetrata ai danni di moglie e figli.

Non vedo nessuna giustificazione in quanto hai scritto.

 

 

infatti non volevo giustificare nessuno... lo sforzo dovrebbe essere anzitutto quello di capire, non credi?

qui sembra che tutti abbiamo già un'idea precisa in testa e una soluzione...

 

A questo punto tutti a puntare il dito: potevi dirglielo, non dovevi cornificarla prima.

 

il problema non è il prima ma è ora, cioè tutti i meccanismi mentali che portano a lasciare la situazione così com'è senza cambiare nulla. e sinceramente molti di voi non lo aiutano trovandogli altre giustificazioni, semplicemente non sono argomenti validi.

alla fine si varia dalla colpevolizzazione al vittimismo, queste sono solo cose emotive poco importanti. abbiamo responsabilità sulle persone che ci stanno accanto che si assumono quando si decide di avere una relazione con una persona o avere un figlio. questo non vuol dire che non possa farsi una vita, ma semplicemente che non si mantiene un piede in due staffe, se si vuole avere un rapporto con qualcun altro la moglie si lascia, così anche lei avrà l'opportunità di fare altrettanto.

 

voi forse non ve ne rendete conto, ma quello che è successo a lui succede ATTUALMENTE a tanti ragazzi che fingono di essere etero, tra qualche decennio questi diranno "ma nel 2010 c'era molta più omofobia di adesso"

Io credo che le cose le abbia ben chiare da anni: è attratto dagli uomini fin dalla tenera età. :pausa:

 

A prescindere dall'orientamento sessuale qui la storia è una: una donna ripetutamente cornuta che non ha avuto la possibilità di farsi una vita vera.

Non me ne voglia Stefano, ma l'unica "vittima" è la sua famiglia. I carnefici lui e i suoi ripetuti amanti.

Dexter mi fa piacere che hai un'idea precisa della moglie di m1960... vorrei però capire su cosa è basata, su quello che hai immaginato leggendo 4 righe di un post?

da cosa deduci che non si sia fatta una "vita vera"? cos'è per te una "vita vera"?

Non pensi che sia possibile parlarne con tua moglie in modo aperto?

 

In fondo c'è la possibilità di una separazione, ma anche di un adattamento

alla situazione, soprattutto  in considerazione dell'età e del fatto che lei

stessa non sente più l'esigenza di fare sesso con te.

 

Se ciò che vi tiene insieme non è più il sesso la vostra relazione potrebbe

diventare una relazione aperta, su questo fronte. Si tratterebbe di valorizzare

la parte autentica di ciò che vi ha tenuto insieme tutti questi anni in modo da

recuperare il rispetto reciproco ed il rispetto di sè.

 

Questo ti darebbe la possibilità di vivere la parte gay della tua vita senza

menzogne e nascondimenti e soprattutto senza sensi di colpa

 

QUOTONE

 

...per me, vista la situazione, sarebbe la cosa più auspicabile... del resto tu stai bene con tua moglie (no?) e non vorresti vivere da un'altra parte (da solo o con un gay,giusto?)...   i figli essendo grandi dovrebbero (uso il condizionale) non essere un problema... resta il fatto che sarebbe CORRETTO e DOVEROSO dirlo a tua moglie...

però potrebbe anche andare in cirsi, in depressione e chiederti di lasciare la casa...  è un bel problema...

la consapevolezza rende davvero più felici??? Non lo so...

...io ti consiglio di sondare il terreno un po' per gradi, tipo una mezza parolina di apprezzamento verso i gay in tono scherzoso "certo che due uomini a letto pottebbero anche divertirsi parecchio!"   ...ma anche "ma mogliettina cosa pensi di quelle coppie aperte che lui va dove vuole e lei fa altrettanto, è possibile amarsi anche così"  ...guardando un film in cui c'è un tradimento "ma tu me lo perdoneresti una tradimento?"  ...prova a dirgli queste cose e a valutare le sue reazioni... se senti che la tua donna può reggere il colpo, allora digli tutta la verità (magari minimizza un po' sul numero delle scappatelle... tipo che se sono 50 dici che sono stati soli 5 episodi!) senza scordarti di dirgli che "da me avrai sempre tutto il mio appoggio e l'affetto del mondo... voglio continuare a vivere con te per sempre, naturalmente se tu lo desideri nonostante io non sia l'uomo perfetto che ti meriti". :pausa:

Ma dai? Pensavo fossimo tutti parenti  :pausa:

Tornando al topic: dopo oltre 50 anni di vita, tanti anni di matrimonio e tante cornificazioni e sotterfugi, direi che di tempo ed occasioni per uscire da questa situazione (che si e' creato da solo) ne ha di certo avuto.

Quondi ripeto, state difendendo l'indifendibile.

Dexter mi fa piacere che hai un'idea precisa della moglie di m1960... vorrei però capire su cosa è basata, su quello che hai immaginato leggendo 4 righe di un post?

da cosa deduci che non si sia fatta una "vita vera"? cos'è per te una "vita vera"?

 

 

Ho detto che LUI ha le idee ben precise fin dalla sua tenera età.

 

Che la moglie sia cornuta (unica cosa che ho detto su di lei) mi pare sia abbastanza palese. :pausa:

 

La vita vera è fatta banalmente di verità. Questo è un rapporto basato su: bugie, bugie a se stessi, bugie agli altri, bugie al proprio corpo.

il problema non è il prima ma è ora, cioè tutti i meccanismi mentali che portano a lasciare la situazione così com'è senza cambiare nulla. e sinceramente molti di voi non lo aiutano trovandogli altre giustificazioni, semplicemente non sono argomenti validi.

alla fine si varia dalla colpevolizzazione al vittimismo, queste sono solo cose emotive poco importanti. abbiamo responsabilità sulle persone che ci stanno accanto che si assumono quando si decide di avere una relazione con una persona o avere un figlio. questo non vuol dire che non possa farsi una vita, ma semplicemente che non si mantiene un piede in due staffe, se si vuole avere un rapporto con qualcun altro la moglie si lascia, così anche lei avrà l'opportunità di fare altrettanto.

Scusa ma, per sapere, ho mai detto che deve lasciare la situazione così com'è? Quello che volevo chiarire è che c'è modo e modo di far notare ad una persona che sta sbagliando a non fare niente.

 

voi forse non ve ne rendete conto, ma quello che è successo a lui succede ATTUALMENTE a tanti ragazzi che fingono di essere etero, tra qualche decennio questi diranno "ma nel 2010 c'era molta più omofobia di adesso"

Quindi questi ragazzi avranno la colpa di non essere riusciti ad accettarsi? La questione non è così semplice come la fate sembrare.

 

@Dexter: Grazie, quindi basta poco per capire di essere gay, e accettare la cosa: constatare che ci piacciono gli uomini. Che i pregiudizi, la tradizione, al religione e le reazioni degli altri vadano a quel paese. Immagino che avrei avuto un'adolescenza più felice se me lo avessi fatto notare allora...

Io sono bisessuale. Lui no.

E l'ha scritto pagine fa.

In adolescenza si può essere confusi, anche in età matura. Lui no.

E l'ha scritto (di nuovo) pagine fa.

 

Era consapevole che gli piacessero gli uomini, lo è tutt'ora (ci va a letto).

 

Quella che tu chiami confusione ha una definizione diversa: senso di colpa (per quanto giusto e giustificabile).

D'accordo, hai ragione, e mi spiace per l'ironia.

 

Ad ogni modo mi pare che qui nessuno neghi il fatto che sia la moglie a soffrirne di più.

Poi sarò buonista io, ma tutti facciamo errori, l'importante è assumersi le proprie responsabilità, e a lui in particolare non riesco ad attribuire l'intera colpa di quanto ha fatto (non che io abbia il diritto di attribuire colpe a qualcuno). Non riesco a non inserire l'intera vicenda in un contesto sociale omofobo e repressivo.

Per il resto siamo tutti bravi a puntare il dito, ma la questione di fondo è che aprendo questo topic ha implicitamente richiesto il nostro consiglio, e il tono di alcune risposte non mi è parso appropriato.

Io personalmente mi sono concentrato un po' di più sul rapporto con la moglie perchè non metto in dubbio nemmeno per un momento l'amore di un padre verso i suoi figli e posso capire la paura di 'smettere di essere un idolo'. In questo caso il punto è che io, come figlio, per quanto potrei rimanere scosso cercherei di stare vicino a mio padre per quanto riguarda la tematica omosessualità e penso che in un certo senso riuscirei a capire come la situazione fosse diversa anni fa. Non la trovo una giustificazione (soprattutto visto che m1960 stesso ha dichiarato che il giorno del suo matrimonio si era chiesto che casso stava facendo e poteva sempre scegliere di essere un single chessò fissato con la carriera, senza coinvolgere nessuno se anche non voleva dichiararsi). Il problema sono i tradimenti, anche perchè non è stata una cosa successa all'improvviso e inaspettata (che ne so un inaspettato bacio ricevuto da un collega di lavoro che ha improvvisamente risvegliato un qualcosa di sopito), ma tradimenti con ragazzi conosciuti via chat, il che sottintende una buona dose di tempo per valutare e soppesare le cose. Tanto più che hai proprio avuto una relazione....wow.... :bua:! Ovviamente m1960 non è un mostro e capisco la paura, ma la comprensione non si avvicina nemmeno lontano a una giustificazione. Per chi ha detto che un tradimento con un uomo non è un tradimento  :pausa::rotfl: eh????? Un tradimento è un tradimento! punto!

Non ho idea di come la potrebbero prendere i figli, perchè non li conosco... tuttavia di sicuro meglio che se dovessero scoprirlo da soli! Inoltre certamente sarà necessario riacquistare la loro fiducia e la loro stima, anche se la dovessero prendere bene.... niente favole!

Sulla citazione di Hinzelmann appena postata.... secondo me semplicemente la moglie considera 'normale' un decadimento della passione sessuale dopo molti (suppongo) anni di matrimonio....pensando che m1960 la ami comunque (non affetto, Amore). è poi logico che m1960 (scusa se continuo a riferirmi a te in terza persona... mi sta semplicemente uscendo così il post....se ti irrita chiedo perdono!!) provi dei sentimenti, sicuramente anche forti, per lei....ma anche questo non giustifica nulla!

Adesso mi riferisco a te (Stefano? Spero di non fare fig di ... ) non è detto che TU sia codardo o altro. Il tradimento lo è ed è sbagliato perchè è sempre crudele nei confronti dell'altra persona. Inoltre non credo che, sondando per gradi, la moglie non fiuterebbe qualcosa.....al limite lo si potrebbe fare con i figli per capire la loro posizione!! Infine non credo (ma ovviamente nessuno ha la sfera magica... almeno credo  ;)) che ci sia la possibilità di una coppia aperta.... e se anche fosse.... è auspicabile? Insomma....dopo aver ammesso che non si aveva capito cosa voleva dire amare, dato che i figli sono ormai grandi....che senso avrebbe? Io piuttosto cercherei di mettere in chiaro che la moglie rimane una persona importante (dicendo la verità)...sperando che lottando con le unghie e con i denti si possa poi instaurare un rapporto di rispetto tale da rimanere nelle vite l'uno dell'altra....

La vita vera è fatta banalmente di verità. Questo è un rapporto basato su: bugie, bugie a se stessi, bugie agli altri, bugie al proprio corpo.

 

questo è un rapporto complesso: additiamo il diabolico m1960 come "colpevole" di aver ingannato la moglie e la famiglia perché lui stesso si è raccontato come carnefice e adesso si pone come capro espiatorio ...ma sarà proprio così?

 

dico questo non per "giustificarlo" o per incolpare altri, ma solo per mettere in evidenza la mia (la nostra) sostanziale ignoranza su questa vicenda, su cui sarebbe opportuno secondo me sospendere ogni giudizio

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