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Condannata perché fece scrivere 100 volte sono deficente a studente omofobo.


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Condannata ad un anno per aver punito un alunno omofobo, facendogli scrivere cento volte sul quaderno: «sono un deficiente». La punizione è costata una condanna ad un anno di carcere a Giuseppa Valido, 59 anni, ormai insegnante in pensione a Palermo.

 

http://gaynews24.com/?p=19076

 

Quel Professore è stato fin troppo clemente. Era lo studente da condannare. Vergogna! :) :D

Fabio Castorino

Certo l'insegnante poteva scegliere una frase più educativa da far scrivere al bullo, ad esempio "tutti i miei compagni hanno diritto ad usare il bagno della scuola", ma l'idea di condannarla addirittura al carcere  :) e al risarcimento di 20.000 euro è un'assurdità e una mostruosità.

Quale risarcimento dovrebbe ricevere allora il bambino a cui è stato impedito di usare il bagno poichè bollato come indegno?

Purtroppo in questo modo si lancia un messaggio a favore dei bulli, li si invita a continuare con le loro angherie, tanto non potranno essere puniti.

beh il professore non doveva punire in quel modo il ragazzo.

a parte tutto, anche se secondo me si meritava dei calci nei testicoli non si può scegliere una frase del genere.

 

e poi sarebbe stata più utile se gli avesse fatto scrivere un'altra frase, o magari poteva convocare i genitori o portarlo dal preside.

Lollone, indubbiamente ma.... un richiamo da parte del preside al professore per la scelta della frase ok (richiamo che sarebbe dovuto avvenire in sede docenti, altrimenti il bullo sarebbe stato in un certo senso assolto), ma una condanna??? mah... :)

Forse l'insegnante avrebbe dovuto utilizzare un'altra parola. E' possibile. Nonostante la punizione, in realtà, non facesse altro che mettere in luce la verità. Perché quel ragazzo è (o era, magari è cambiato) effettivamente un deficiente.

Ma , a prescindere dalla parola utilizzata, quel delinquente andava indubbiamente punito con severità. Impedire l'accesso al bagno ad un coetaneo "accusato" di essere gay, e permettersi anche di non chiedere scusa? E poi lo hanno mandato anche dallo psicologo... è forse rimasto turbato?  :)

E alla professoressa, una condanna. Cronache di un paese allo sbando...

si questo è veramente troppo specie se confrontato con quello che dicono a noi  nostri professori.

 

chissà magari i genitori dell'omofobo ci hanno visto una reale fonte di guadagno.

mi è bazzicata in testa anche questa idea.

http://www.arcigay.it/arcigay-palermo-sentenza-paradossale-l%E2%80%99omofobia-va-punita

 

Io credo che nelle scuole manchino metodi educativi che affrontino il problema dell'omofobia. Se una docente non sa come rapportarsi a questo può finire in situazioni simili, il che è ingiusto. Ma è ovvio, nelle scuole si dovrebbe parlare di sessualità e di omosessualità e quei bulli che si comportano così devono essere educati non da una singola insegnante, ma da programmi seri che devono essere affrontati i tutte le scuole!

Non sappiamo cosa sia successo per davvero, quanto fosse "omofobo" il ragazzo e cosa abbia fatto scaturire una simile reazione da parte del prof. Meglio fare attenzione a come i giornali riportano le notizie.  :)

Comunque a me sembra una violenza bella e buona da parte del professore. E' un'umiliazione: invece di comunicare un valore di solidarietà e tolleranza, ha letteralmente fatto violenza del ragazzo. Forse è eccessiva la condanna, però insegnanti simili... vanno allontanati.

Ok, l'insegnante ha esagerato e probabilmente non ha nemmeno ottenuto il suo scopo, ma è proprio il fatto che non esistono delle indicazioni precise su come affrontare questi episodi a creare incidenti del genere. Non bisogna prendere mai sotto gamba l'educazione: genitori e insegnanti influiscono moltissimo sui giovani ragazzi, e bisogna che questa influenza sia ben diretta, e non basata su idee personali e molto vaghe.

Questo sì, sicuramente.

Ricordo ancora la mia prof di italiano che rivolgendosi a due ragazzi turbolenti che "mimavano" rapporti sessuali, disse "oddio, NO, anche questo NO! Non ce la faccio pure con gli alunni omosessuali"... poi si accorse di aver detto una grande puttanata e aggiunse "ovviamente non ho nulla contro i gay, se qualcuno di voi lo è". Rossa in volto, cambiò argomento.  :)

 

Ed era una brava insegnante, tra l'altro molto radical-chic, proprio come piace a Gelmins.  :D

Allora: gli alunni che si comportano da animali non si possono offendere, non si possono toccare manco con un dito, se ti azzardi a chiamare i genitori questi difendono i figli anche se i figli sono in torto marcio...quindi, cosa si deve fare, farli crescere come maiali allo stato brado, generando adulti prepotenti che si sentiranno liberi di fare quello che vogliono?

E' palese che i genitori del bulletto hanno preso la palla solo per scroccare qualche soldo, se fossero stati una famiglia seria lo avrebbero corcato di botte, dopo aver saputo che il figlio aveva offeso un compagno, invece lo hanno pure difeso e spalleggiato.

Il giudice pure no comment, ha ignorato completamente il grave motivo che ha causato la sacrosanta punizione...a sto punto ci vorrebbe che i genitori del ragazzo offeso denunciassero il bullo e la famiglia che si ritrova per le offese subite, chiedendo a loro volta un dovuto risarcimento...tanto certa gente, visto che l'educazione non sa cosa sia, va colpita solo nel portafoglio.

Proprio lì sta il punto, "certa gente l'istruzione non sa nemmeno cosa sia". L'istruzione è l'unica cura efficace per quella gente. Bisogna insistere, non scoraggiarsi e costruire un monumento in marmo ad ogni professore che lotta contro l'ignoranza e il bullismo ogni giorno ed è uno dei tanti eroi sconosciuti del nostro paese, hii  :)

Leggetevi Daniel Pennac, "diario di scuola". C'è tanta ingoranza nel mondo, ma dare fiducia all'essere umano permette di scoprire che questo male si può sradicare e dal peggio si può ricavare il meglio, a volte inaspettatamente.

Io alle elementari mi permisi di chiamare negra una mia compagna mulatta, mia madre mi dette una sberla che mi fece rintronare, iò mi servì da lezione...questa famiglia di cafoni,  oltre a giustificare il figlio senza punirlo per quello che ha fatto, ha pure avuto la faccia di chiedere un risarcimento...che vergogna.

Un insegnante NON può costringere un alunno a scrivere 100 volte "sono deficente" davanti a tutti i suoi compagni di classe. E' una violenza.

 

Se si considera la "punizione" dell'insegnante una "violenza", allora possiamo considerare l'atto di bullismo CARITA' CRISTIANA. :)

A me sembra controproducente

una punizione di questo genere.

 

Forse questo tipo di punizione può essere controproducente, ma almeno quest'insegnante non ha voltato la testa da un'altra parte facendo finta di non vedere e non sentire.

Io alle elementari mi permisi di chiamare negra una mia compagna mulatta, mia madre mi dette una sberla che mi fece rintronare, iò mi servì da lezione...questa famiglia di cafoni,  oltre a giustificare il figlio senza punirlo per quello che ha fatto, ha pure avuto la faccia di chiedere un risarcimento...che vergogna.

 

Sono d'accordo con quanto scrivi. A scuola stiamo trattando l'argomento Bullismo perchè coinvolge un pò tutti.

Allego un paragrafo di alcune dispense che ci hanno dato da leggere:

 

Bullismo

"Uno studente è oggetto di azioni di bullismo, ovvero è prevaricato o vittimizzato, quando viene esposto, ripetutamente nel corso del tempo, alle azioni offensive messe in atto da parte di uno o più compagni" (Olweus 1996). Partendo da questa definizione di un autorevole studioso, capiamo che molti sono gli atti che rientrano in questa categoria. Anzitutto quelli che non implicano un danno fisico, come: mettere in giro falsità su una persona, offenderla, ignorarla, insultarla, prenderla in giro, minacciarla. Poi, dalle parole, si passa spesso anche ai “fatti”, con danni o distruzioni delle cose di una persona, furti, spinte, pugni, o peggio. Questo è il bullismo. Forse riflettendoci, scopriamo che non si tratta di niente di nuovo. Una recente inchiesta ha infatti mostrato che il 27% degli episodi di bullismo avviene in aula, il 14% nei corridoi e il 16% nel cortile. La scuola, cioè quello che dovrebbe essere l'ambiente educativo per eccellenza, nasconde una cultura di violenza poco presa in considerazione dagli adulti. Infatti, all'interno della scuola, nel momento in cui gli episodi di prepotenza sono denunciati, viene segnalata un'inspiegabile indifferenza o trascuratezza. Tanto è vero che, in genere, chi è presente all’episodio non interviene per porre fine alle prepotenze. Anche chi subisce la maggior parte delle volte non denuncia e sopporta in silenzio, senza dire niente. Infatti, moltissime vittime non possono o non vogliono far conoscere le violenze subite, forse perché si vergognano, ed elaborano da sole strategie per sottrarsi al ripetersi di tali esperienze e alle loro eventuali conseguenze. Del resto, risulta che anche quando gli episodi vengono denunciati non sempre si verifica la fine delle prepotenze. Per indifferenza o trascuratezza i protagonisti non vengono adeguatamente puniti e si sentono quindi legittimati ad operare come avevano già in fatto in precedenza. Gli insegnanti tendono a non dar peso alla faccenda, diventando così complici della prepotenza. Occorre quindi che anzitutto gli adulti si rendano conto di quest’amara realtà, che non è affatto marginale. Sembra infatti che quasi il 50% dei ragazzi dichiari di essere stato vittima, almeno una volta, di episodi di bullismo. Le statistiche rivelano anche che gli ultimi anni delle suole elementari, quelli della scuola media e i primi delle superiori sono quelli più soggetti ad episodi del genere. Le prepotenze di tipo verbale sono più numerose di quelle di tipo fisico, ma non per questo sono da sottovalutare, poiché spesso esse causano traumi psicologici gravissimi. Si pensi per esempio al bullismo femminile. Quando le ragazze “dominanti” in un gruppo decidono di escluderne qualcuna non la sfiorano fisicamente e non le parlano. La vittima capisce che parlano di lei, ma loro fanno finta di niente, poi si inventano barzellette e canzoni su di lei. Forse questo tipo di bullismo è peggiore di quello maschile, perché certe pressioni psicologiche possono solo essere subite, mentre le azioni fisiche del bullismo maschile possono essere denunciate con maggiore facilità. In genere sono gli insegnanti più giovani a richiedere un intervento deciso di questo tipo, forse anche perché i ragazzi si permettono maggiori licenze di fronte a loro, mentre quelli più anziani tendono a minimizzare, e fanno molto male a comportarsi così. Anche all'interno della famiglia si preferisce non dare peso a quanto accaduto, oppure si consiglia di reagire alla stessa maniera. Questo è deleterio. Infatti, il primo modo per combattere il bullismo è quello di riconoscerne subito la gravità, prima che un problema facilmente risolvibile diventi drammatico. Certe volte, infatti, per i ragazzi le sfide più grandi da affrontare giornalmente non sono i compiti o le interrogazioni, ma l’inserimento, o meno, nel gruppo dei coetanei e il nodo delle relazioni interpersonali.

Random Blinking Light

...questa famiglia di cafoni,  oltre a giustificare il figlio senza punirlo per quello che ha fatto, ha pure avuto la faccia di chiedere un risarcimento...che vergogna.

 

In effetti la cosa terrificante è proprio questa  :D

 

Certo, fermo restando che la condanna è eccessiva, "sono un deficiente" è una frase un po' infelice da far scrivere. "Mi sto comportando come se fossi deficiente" andava già meglio... e ci metteva anche di più a scriverla 100 volte!  :D

Un insegnante NON può costringere un alunno a scrivere 100 volte "sono deficente" davanti a tutti i suoi compagni di classe. E' una violenza.

Per come sta andando la scuola negli ultimi anni, e per come gli alunni si stanno comportando con gli insegnanti, ormai il ruolo dell'insegnante è nullo. Non può fare più niente per farsi rispettare, e questa ne è la dimostrazione. Ogni volta che interviene un insegnante rischia grosso, appunto perché tutto è diventato violento.

Come avrebbe dovuto reagire in questo caso? E poi non mi pare ci sia scritto da qualche parte che l'alunno è stato costretto a scrivere quella frase davanti a tutta la classe. Adesso non esageriamo, certe punizioni ci sono sempre state, magari la frase è un pò forte...quello si, ma se ogni qual volta un insegnante interviene, viene fuori un casino come appunto è successo in questo caso :D Si salvi chi può...E poi ci lamentiamo che in Italia l'insegnamento fa cagare :D

diciam che da noi un professore avrebbe (a) convocato i genitori e (:D mandato dal preside e © avrebbe costretto il deficente a chiedere scusa al ragazzo davanti a tutta la classe.

 

Purtroppo (o, in certi casi, per fortuna), un insegnante deve dimostrarsi superioe a determinate cose e sebbene la punizione fosse d'obbligo, non può fare qualcosa che sia troppo psicologicamente distruttivo.

 

LA colpa maggiore però ce l'hanno i giudici che hanno creato un pericoloso precedente. speriamo in bene

così come sembra é una assurda storia. L'insegnante ha tutto il diritto di dare allo studente come punizione di scrivere una frase 100 volte. Ha solo sbagliato termini, in quanto in una italia politically correct, deficiente é peggio di stupratore, e non puoi dire handicappato ma diversamente abile. Anche se per essere stata messa in galera ci deve essere dell'altro... Probabilmente é l'ennesima notizia strumentalizzata

Non capisco come ci si possa indignare per l'utilizzo della parola "deficente" piuttosto che della violenza fisica e psicologica verso da un ragazzino, in questi tempi dove per le nuove generazioni parole come questa sono deprecate a favore di termini molto più spinti e volgari.

 

Io lo trovo solo un modo per continuare a sostenere la tesi de "l'omofobia non esiste o se esiste ha poca rilevanza quantitativa" da parte di quei personaggi della società a cui poco importa delle minoranze, in particolar modo dell'ambiente LGTB, loro "hanno cose più importanti a cui pensare, i problemi dell'italia sono altri, c'è la crisi".

Ma non diciamo fesserie. Un ragazzo è immaturo per definizione, un professore no.

Il professore l'avrebbe potuto segnalare al preside, sospendere, punire, assegnargli più compiti, costringerlo a chiedere scusa, convocare i genitori. Questa è una stupida umiliazione che mi sa molto di rivincita personale.

l'insegnante a sbagliato nel "deficiente" ma sul tutto il resto ha perfettamente ragione e ce ne fossero insegnanti così! ormai si esagera nel proteggere delinquentelli come fossero pargoli amorevoli.

esatto, prima erano stangate sulle mani ora se l'insegnante si avvicina scatta la denuncia. poveri piccoli indifesi. non significa che sia d'accordo con l'uso delle mani su mio figlio ma siamo arrivati all'estremo opposto. è sempre colpa degli insegnanti se i figli vanno male però gli insegnanti non hanno diritto di educare i miei figli. allora qualcosa non quadra comunque leggendo bene, la donna è stata condannata ad un mese, e la pena sospesa e condonata, non ad un anno. in realtà non ci capisco molto di legge giuridica, forse qualcuno può illuminarci

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