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Ok ok, con calma e per piacere!


hook

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Non mi dilungherò più di tanto nell'esporvi il punto della riflessione che mette confusione nella mia testolina frenetica. Cercherò perlomeno di rendere chiaro comunque ciò che provo, in maniera tale da rendervi, qualora lo desideriate, più facile la comprensione e dunque darvi la possibilità di rispondere a questo amletico dubbio.

 

Come tanti/e ho vissuto un passato tribolato dall'angusta possibilità di essere omosessuale. Ovviamente ( non sto qui a ripetere) ho avuto il mio che fare per riuscire a sbloccare il tutto e un'anno fa circa, grazie anche al forum ho deciso d'accettarlo, di metterlo nero su bianco perché ovviamente è tutto fuorchè la fine del mondo! Anzi l'inizio del mio di mondo!

 

I vari coming out sono sempre andati bene, superlativi direi! Comprensione e affetto di tutti anche da parte di mia madre che è riuscita (o quasi xD) a farsene una ragione.La cosa che più si sente dire è "dopo il coming out, una liberazione!!" Beh io non ho avvertito nessuna liberazione, certo stavo meglio con me stesso, ma non traevo sollievo dal dirlo ad altri. Ad analisi di ciò che sento qualcosa insisteva ed insiste all'interno della mia testolina. una vocetta che mi dice "sei sicuro?" Beh...a distanza di un anno, avendo anche avuto una pseudo-relazione omo, dovrei non dico essere certo, ma aver comunque capito qualcosa in più.

 

A parole sono per il..."segui ciò che senti e non cercar di darti troppe risposte alla ricerca di una verità che sia giusta" Se... a parole! -.-

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Sono contento che per te il percorso sia stato perlomeno poplato da persone che ti sono comunque state vicine. Il viaggio non è ancora terminato e spero che il resto lo farai con il massimo della serenità possibile.

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Mmmm, non so se ho ben capito il punto.

Non sei sicuro di quello che sei? Quasi che in un CO tu non abbia rivelato il tuo vero ''io'', ma solo quello supposto, e da lì la mancanza di ''appagamento'' e liberazione?

Se la questione è questa, beh, l'unica cosa che posso dirti è che, come dice Fenix, è un cammino piuttosto lungo che per esempio neanch'io ho finito. Sempre se una fine ci sia, o magari negli anni siamo destinati ad un ''eterno movimento''.

Di mio non so se definirmi bisex o gay, so solo che provo amore ed attrazione per ambo i sessi. Ma ho comunque deciso di mettermi a nudo, per quello che mi sento di essere ora.

Forse dovresti viverti quello che sei senza aspettative: sii felice di vivere la tua vera o presunta omosessualità, non solo per come la vivono di riflesso gli altri. :D

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dice benissimo dexter, non è necessario che ti riveli a parole definendoti in un modo, quando non sei nemmeno sicuro di quello che sarai. Non è necessario rientrare in uno schema, trovo che se ti piace un ragazzo, non vedo perchè poi una ragazza non possa farti innamorare. Almeno per me è così, non credo di rientrare in una categoria in questo senso, a volte mi sento gay, con altre persone ho istinti etero e non so se in futuro una delle due componenti scomparirà  :D

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"dopo il coming out, una liberazione!!"

 

Neppure per me è stato così.

Non che le cose, dopo, siano andate peggio, ma non l'ho vissuta come una liberazione, direi più come un passaggio, ecco.

Alla fin fine mi è pure indifferente. Appunto per questo non credo che il "dopo" coming out sia, o possa essere, indice di ciò che sei.

 

Se hai fatto ciò che hai fatto, e/o se hai agito come hai agito, l'importante è non aver rimorsi!

 

"sei sicuro?"

 

Il punto dovrebbe essere sempre quello; se non ti "penti" di ciò che hai fatto, se non hai rimorsi d'alcun tipo, allora il problema non dovresti neppure portelo, e se non te la senti di dare un nome a ciò che sei, non lo fare neppure, perché non ha importanza, e perché, anche, spesso è del tutto inutile, visto che tutto puo' essere stravolto ancora, ancora, e ancora, a questo punto non resta che vivere al presente per carpirle le risposte, e non vivere per trovarle (almeno non questo genere di risposte, a domande del tutto inutili!  :D).

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Pensa che io ho fatto CO tardissimo per lo stesso motivo.

Quando ancora non avevo idea dell'esistenza della possibilità che mi potessero piacere entrambi i sessi,non volevo fare CO perche' mi dicevo "Cazzo,ma se poi non è cosi e ci voglio provare con una mia amica alla quale ho fatto CO lei non mi crederà mai..."

La verità à che,ad oggi, non me ne frega ancora niente di definirmi etero gay o bsx (per quanto io sia una persona che crede nell'utilità delle etichette).

Prendila serena,non c'è alcuna fretta.

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Ancora qualche "ripensamento" (messo tra parentesi perché è solo riflessione così, non pensiero serio) ce l'ho pure io ogni tanto, e credo sia normale, ma penso soprattutto perché...quasi ancora non mi sembra vero il fatto che io l'abbia accettato e detto! Fa "strano" un pò all'inizio, poco ma sicuro...secondo me è questione di tempo e di esperienze, di sensazioni, sentimenti, sguardi sempre :D Sono (siamo!) entrati in questo mondo che prima non conoscevamo e le cose che non si conoscono incutono sempre un qualche timore, ma vivendole si capiscono e...si apprezzano! Rispondendo a te...ho risposto anche a me stesso (anche se io sono sicuro di esserlo, gay, almeno in alta percentuale!) :D :D

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La vocina che ha sussurrato a te "sei sicuro?" si è presentata anche a me.

Ed è per questo che ho deciso di premere il tasto "pause" con i CO.

Ad essere sincero con alcune persone fare CO è stato uno sbaglio...di recente ho scoperto che mi piazzavano sul mercato come fanno gli allevatori con i bovini...e la cosa mi ha fatto veramente incazzare!

La verità è che non ho ancora avuto una relazione vera e propria con un ragazzo ma solo con donne...il sesso, almeno secondo me, lo puoi fare con tutti, uomini e donne, è una questione di chimica e testa...la prova del nove ci sarà quando mi innamorerò davvero di un uomo...

A parole sono per il..."segui ciò che senti e non cercar di darti troppe risposte alla ricerca di una verità che sia giusta" Se... a parole! -.-

io sto vivendo esattamente in questo modo, non è stato facile e non lo è tuttora però mi è sembrata l'unica soluzione che mettesse a freno i miei dubbi!

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Nessuno risponde veramente in questo topic?

 

Il coming out produce un effetto liberatorio dopo che l’omosessualità è stata integrata

nella propria personalità.

 

Quando si comunica la propria identità sessuale, per affermarla.

 

In caso contrario ciò che capita è che si scelgono delle persone comprensive, con cui condividere

il proprio conflitto sessuale, persone che ci possano consolare, “comprendere”, si crea cioè una confidenza

“lamentosa” con persone Eterosessuali, quella confidenza che ovviamente non è possibile instaurare con un

gay accettato, il quale vi guarderebbe con evidente diffidenza, se non con ostilità. Il CO è andato bene? In

realtà no…a voi pare che sia andato bene, ma non poteva andare bene e non poteva andare bene perché

è stato solo un sfogo ( che poi è la stessa dinamica che state attivando qui e ora...fra di voi :hail: )

 

Si può fare sesso, si possono avere “pseudorelazioni”, ci si può illudere di essere bisex, si possono praticare

rapporti sessuali ristretti ( nelle pratiche o nel ruolo ) che ci confermino nell’idea che l’omosessualità è solo

una parte di noi e tutto questo ordine di idee e comportamenti fotografano una realtà di accettazione solo

parziale, conflittuale, irrisolta. Comunicare questa realtà, anche senza dirla, non può certo liberarvi dal vostro

conflitto interiore.

 

Non c’è accettazione piena della propria omosessualità se non si accetta, oltre le pulsioni erotiche, anche

l’affettività gay. Ed è tipico in questo caso il fatto che l’idea stereotipata dell’omosessualità come mondo

della promiscuità sessuale ( il mercato bovino ) corrisponda ad un’altra dinamica di sfogo ( quello sessuale )

in cui la colpa appare degli altri ( dei gay a cui si fa CO ) e concorre quindi alla quadratura di una idea negativa

dell’omosessualità. E si arriva al paradosso del fare la morale agli altri... :hail:

 

Ora, nella misura in cui funzionate e siete felici, per quanto inevitabilmente finirete per far danni agli altri

potete concedervi anche il lusso di sospendere la risposta alle vostre domanda e di procedere "con calma"

ma se siete distonici ( e voi lo sapete...perchè conoscete quel senso di disagio e di nervosismo che vi prende

in certe situazioni ) voi dovete affrontare la vostra distonia e dovete farlo in fretta ( prima di aver sprecato anni

della vostra giovinezza ).

 

Se non ce la fate da soli, può non essere sbagliato ricorrere ad un aiuto psicologico.

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in un certo senso la penzo come hinzelmann...

non dico assolutamente che NON esistano i bisex, però riconosco che gran parte dei gay passa dalla fase di non accettazione a quella di voler essere "almeno" bisex..

io stesso ci sono passato e non è bello per niente.. perché ti senti incompreso persino nel "tuo" mondo.

Per questo succede pure che anche i gay si guardano bene dall'avere relazioni con i "presunti" bisex..

Ma, come pensavo l'altro giorno, se tu ti senti bisex, finché stai con un ragazzo (in senso serio) devi considerarti gay e finch stai con una ragazza devi considerarti etero. Portare avanti troppo le mezze misure finirà per distruggere la tua sfera sentimentale.

 

Anche io prima di dire "sono gay" pensavo.. <<ma io non sono come quelli effeminati che urlano in giro>> beh.. è vero sono "mimetizzabile" ma SONO GAY non ci sono santi che tengono. se si riesce a fare questo discorso internamente ci si sente davvero più liberi (dopo il dovuto tempo di transizione in cui si metterà in dubbio tutto perché non si riesce a credere che si possa essere veramente gay)..

ecco io sono in questo ultimo stadio di transizione, ma so come sarà la mia vita.. è vero, mai dire mai, ma a volte avere un pensiero stabile ci rende stabili in ciò che facciamo.. chi vorrebbe stare con una persona instabile?

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Mah, è perchè si parte sempre dal presupposto che essere bisex sia ''più facile''. Per esperienza personale posso dire che per me non lo è stato e non lo è tutt'ora.

Vuoi perchè quelle poche ma significative domande che ho fatto a me stesso hanno sempre trovato una doppia risposta, vuoi perchè la bisessualità è vista di cattivo occhio già prima nel mondo omosessuale, vuoi perchè mia madre avrebbe potuto e voluto capire una mia attrazione per gli uomini, non per entrambi i sessi indistintamente. :)

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Non è vero ciò che dice tua madre!

 

In ottica etero la bisessualità è sicuramente preferita:

1) perchè l'omosessualità può essere una fase

2) che si può risolvere quando crescendo si mette la testa a posto

3) senza rinuncia alla possibilità-desiderio di nipotini.

 

Che poi tua madre utilizzi questa cosa contro la tua indecisione e a

favore del ritorno alla eterosessualità e quindi faccia la furba, sostenendo

che capirebbe meglio se tu fossi gay...attiene al piano della astuzia visto

che lei ha un figlio che gli dice di essere bisex e non gli dice di essere gay.

 

La bisessualità entra in rilievo in questa discussione in modo specifico per

un fatto abbastanza ovvio: in una società eteronormata quasi tutti i gay

si scoprono tali dopo aver pensato di essere etero, a partire da una eterosessualità

presupposta dalla società e quindi da loro immaginata-pensata o vissuta.

 

In questo contesto è assai eloquente il fatto che di eterosessualità egodistonica

non si parli mai, pur in presenza di comportamenti sintomatici di analoghi squilibri.

 

Quindi è ovvio che la bisessualità si presta ad essere il classico passaggio di una

accettazione parziale. Io però ho fatto un elenco più vasto comprensivo di altri

comportamenti e pensieri che si prestano a evidenziare una accettazione parziale.

A questo elenco si può aggiungere pure una omosessualità platonica-romantica

cioè il rifiuto della pulsione erotica, oppure disturbi inibitivi ( anoressia, bulimia,

depressione ) etc. etc.

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non so se scivolo leggermente OT ma alla fine è una problematica che potrebbe servire..

Hinzelmann vorrei chiederti..

è una cosa normale che, fin da bambino, quando pensavo che l'omosessualità fosse una cosa "sporca" la vivevo molto repressa ma l'impulso (sessuale) gay era molto forte.

Ora che sto accettando con serenità la cosa l'impulso si è un po' "calmato" (senza sparire ovvio..)

e, per assurdo, a volte inizio a dirmi "eh no eh... adesso che ho scoperto il bello di essere gay, VOGLIO esserlo" quasi per paura che succeda qualcosa (forse per l'abitudine negli anni a vivere una cosa di nascosto persino dalla mia coscienza).

comunque credo che abbia influito anche il fatto che la fase "critica" dell'adolescenza è passata, quindi gli ormoni e le pulsioni si sono un po' rimesse a posto..

 

potrei sembrare matto, ma credo sia sempre una fase verso una felice vita gay =)

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Certamente il senso di insicurezza radicatosi prima dell'accettazione

è un qualcosa che in modo diverso ci si porta dietro per tutta la vita,

anche dopo essersi compiutamente accettati.

 

Diciamo che le reazioni negative rispetto alla accettazione sono quelle

di rifiuto-negazione o di sublimazione. Queste reazioni negative però

si presentano in modo diverso anche a seconda dello stadio di accettazione

in cui intervengono ( oltrechè del carattere o del temperamento o dell'ambiente

familiare etc. )

 

In una fase preadolescente il rifiuto prende le vesti del rafforzamento dei ruoli di

genere: es.  amo il calcio, gioco a calcio, sono virile quindi non posso essere gay.

La sublimazione spesso è quella del figlio-studente modello ( il primo della classe etc. )

 

Quando si passa da questa fase in cui si è inconsapevoli o confusi, alla fase della

consapevolezza ( in genere con la pubertà ) chi ha già sperimentato delle vaghe

pulsioni omoerotiche in modo "candido" deve in ogni caso esplorare le sensazioni

e le emozioni legate ad una sessualità più matura e genitale.

 

Mentre chi ha negato può mobilitare la sua presunta eterosessualità e chi ha sublimato

può invece cercare meccanismi più articolati ( la religione, l'asessualità, l'amore platonico )

gli altri cercheranno di svalutare l'istinto omosessuale, ci sarà quindi un conflitto fra pensieri

negativi ed istinti, conflitto che può trascinarsi poi nella terza fase dell'accettazione di sè,

detta della "tolleranza" della propria omosessualità.

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Non è vero ciò che dice tua madre!

 

In ottica etero la bisessualità è sicuramente preferita:

1) perché l'omosessualità può essere una fase

2) che si può risolvere quando crescendo si mette la testa a posto

3) senza rinuncia alla possibilità-desiderio di nipotini.

 

Che poi tua madre utilizzi questa cosa contro la tua indecisione e a

favore del ritorno alla eterosessualità e quindi faccia la furba, sostenendo

che capirebbe meglio se tu fossi gay...attiene al piano della astuzia visto

che lei ha un figlio che gli dice di essere bisex e non gli dice di essere gay.

 

La bisessualità entra in rilievo in questa discussione in modo specifico per

un fatto abbastanza ovvio: in una società eteronormata quasi tutti i gay

si scoprono tali dopo aver pensato di essere etero, a partire da una eterosessualità

presupposta dalla società e quindi da loro immaginata-pensata o vissuta.

 

 

In linea di massima sono d'accordo con te, ma non è sempre così.

Con mia madre, sono stra-convinto che, tutto sarebbe stato molto più semplice se avessi detto "mamma, sono gay".

Rispondendo, nel mio caso, ai tuoi punti:

1) Lei non vede l'omosessualità come una fase, ma, di contro, non ha mai contemplato l'idea di vivere una vita da bisessuale; forse nella sua testa c'è chi prova, fa esperienze, per poi "decidere", ma non vivere una "probabilità" pari, di intraprendere una relazione con un uomo o con una donna, indistintamente.

2) Non vedendo l'omosessualità come una fase, si esclude anche questo punto.

3) Almeno su questo, sono fortunato; è una donna single (separata), e indipendente, assai femminista, e non vede nella genitorialità, né nell'aver una famiglia, una realizzazione personale, o comunque non le considera come "fase necessaria" nella vita.

 

Eppure, nonostante tutto, resto dell'idea che se mi fossi rivelato come gay, l'avrebbe presa meglio!  

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Può essere...che tua madre veda nella tua bisessualità

un profilo di irresolutezza o di ambiguità, cioè un difetto

più generale della tua personalità o del tuo carattere.

 

Se lei vede la bisessualità come una fase adolescenziale

vuole ovviamente vederti crescere.

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Dovrebbe essere prima più informata su un mondo a prima lei sconosciuto, poi, potrei anche considerare questa possibilità concreta.

Infatti, dopo tanto discutere, sembra molto più tranquilla, non ne parla, ma non se ne cruccia più, né è più "sospettosa".

Per smontare le tue tesi, dico pure, che mi ha sempre considerato "più maturo" rispetto ai miei coetanei, pure sull'irresolutezza mi pare difficile, dato che dice di me che "sono troppo testardo". La fase adolescenziale l'ho passata da un po'!

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Mi ritrovo praticamente in tutto quello detto da Wiston.

 

E' quell'apparente ''non identità'' che spaventa mia mamma, una concezione dei rapporti e del gioco della attrazioni per lei inconcepibile. Ed è una cosa che ho riscontrato anche nel mio giro di amicizie, che hanno ''declassato'' il mio CO a ''il nuovo capriccio di Andrea''. :gha:

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Prego.

 

Un saluto anche alle mamme di Dexter e WinstonSmith...

sono le mamme più "frocie" che conosco ( nel senso che

ragionano più da maschi gay, che da femmine etero  :gha: )

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non so se scivolo leggermente OT ma alla fine è una problematica che potrebbe servire..

Hinzelmann vorrei chiederti..

è una cosa normale che, fin da bambino, quando pensavo che l'omosessualità fosse una cosa "sporca" la vivevo molto repressa ma l'impulso (sessuale) gay era molto forte.

Ora che sto accettando con serenità la cosa l'impulso si è un po' "calmato" (senza sparire ovvio..)

e, per assurdo, a volte inizio a dirmi "eh no eh... adesso che ho scoperto il bello di essere gay, VOGLIO esserlo" quasi per paura che succeda qualcosa (forse per l'abitudine negli anni a vivere una cosa di nascosto persino dalla mia coscienza).

 

potrei sembrare matto, ma credo sia sempre una fase verso una felice vita gay =)

 

Praticamente hai rappresentato il mio "pensiero". All'idea, ora, che possa piacermi una donna mi sento infastidito perchè sarebbe come se perdessi quello per cui tanto ho lottato,quello che ho sempre dovuto reprimere e che ho capito di essere e che non vorrei proprio "buttare".

Non ho dunque capito la risposta XD delucidatemi!!

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  • 1 month later...

nella mia esperienza ti posso dirti che anche io mi sentivo mooolto bisessuale prima di provare il sesso anale. Allora, per non essere volgare, lavoravo solo di mano e di bocca come si dice . e in un angolo di me stessa c'era sempre questa possibilità di avere anche rapporti con una donna per cui ogni tanto ci provavo e anche se i risultati erano mooolto deludenti almeno avevo la soddisfazione di potermi definirmi "bisessuale" che mi faceva sentire meno "frocia" cioè pensavo fra di me, in fondo non sono "checca" persa sono sempre bisessuale in fondo....si non ho avuto nemmeno l'erezione, leccare la vagina di quella mi ha anche disgustato un pocoperò il fatto di aver toccato una donna intimamente senza farla godere neanche un po mi faceva sentire anche etero quindi piu maschia in sesno tradizionale!!! strana ma vera!!!poi lavorandoci su con una pissicologa ho scoperto che era come tenersi una porta aperta, era un rifiuto parziale della mia omosessualità che non accettavo totalmente per l'omofobia anteriorizzata e sperando di avere rapporti con una donna mi conservavo la possibilità di ritornare "etero" come nella canzone di Povia!!!!

poi dopo il sesso anale mi sono abbandonata a questo godimento meraviglioso e la fissima di essere anche un po etero è scomparsa del tutto!!! anzi in compagnia di una donna stavo sempre meglio dal punto di vista affettuale, possessivo e reciproco eccetera, ma le dimensioni del mio pene tendevano addirittura a ridursi man mano che passavo il tempo con loro!!! si rimpicciolivano di più dello stato di riposo normale!!! però puo darsi pure che era un'impressione pissicologica o anche un fatto romonale perché anche se non prendi ormoni passivizzandosi c'è un riequilibrio della fauna ormonologica per cui si riequilibrano tutti i flussi di testasterone e estrogini....non sono una biochimica quindi questa cosa che mi ha detto l'androloga non la saprei spiegare perchè poi influisce col metabolismo eccetera...però una cosa è certa dopo aver scoperto il godimento anale non ho voluta piu essere etero e allo stesso tempo mi sono mano mano passivizzata e diventata serena sono finalmente uscita dall repressione!!! adesso sono checca e orgogliosa di esserlo!!! e rifiuto di definirmi "gay" se questo vuole dire maschia che si vergogna della propria femminilità , per questo io mi sento checca risolta e finalmente compiuta e serena!!!

in sintesi prima di fare la cammin autt eccetera consiglio di provare un sano godimento anale senza sentirsi in colpa o anche una tranz !!! dovete essere voi stesse e non vergognarvi siamo nel 2011!!!! chi dice che le checche sono troppo donne per svalutarle è misogina pura!!!! e magari dentro e fuori è più donna di te anche se si reprime (ma non puo reprimersi a lungo perche come insegna Fred poi il tutto sfocia nell'isteria e quindi abbiamo la classica figura della checca zitella frigida e acidissima) vabbè non voglio andare fuori topica spero che la mia post sia stata chiara! :)

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Per quanto mi riguarda ho notato che sono passato attraverso le seguenti fasi:

  1. Rifiuto totale dell'omosessualità mia e in generale
  2. Accettazione di attrazione sessuale verso maschi, ma intesa come puro piacere sessuale (privo di "significato") -> inizio a definirmi bisex (praticamente una scelta / non scelta)
  3. Scoperta di desiderio affettivo verso i maschi e accettazione di attrazione sessuale praticamente nulla verso le ragazze

Per ora mi son fermato qui, ma mi sembra che questo percorso sia in parte condiviso da chi ha scritto in questo topic. Io pensavo però che i dubbi e le incertezze che ho adesso siano dovute a questa fase di passaggio: dite che non è così?

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